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Il Sassoferrato di Casperia. Restauro aperto.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Le operazioni di restauro e conservative predisposte e volute  dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Frosinone Latina e Rieti, diretta dalla Dott.ssa Paola Refice, sulla tela dell’ Annunciazione dipinta da Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato, hanno visto il coinvolgimento totale dell’intera comunità di Casperia, borgo gioiello della Sabina/Tiberina  in provincia di Rieti.

                                     Porta Reatina nella prima, epoca medievale, e nella seconda cinta muraria, rinascimentale.

Gli eventi capaci di richiamare le attenzioni dell’intera popolazione, nonché delle istituzioni pubbliche,che accadono in una piccola comunità, come quella di Casperia, non sono molti.La vita dei borghi cammina sui binari di una bonaria tranquillità che tutti sono chiamati a rispettare e renderla fruibile per lungo tempo. Il cantiere aperto, condotto sotto gli occhi di tutti, anche se non residenti, si è inserito a pieno titolo su questa realtà. E’ sufficiente camminare per le strade del borgo per constatare come proprio sul selciato, privo di sporcizia ed abbellito con fiori posti dai privati cittadini lungo il percorso, si trovi la migliore testimonianza del sentire comune per aver una vita dove l’ordine e la bellezza sono saldamente radicati, voluti e conservati.

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L’opera che da tempo immemorabile orna l’altar maggiore della chiesa parrocchiale dell SS.Annunziata di Casperia, ritrae l’episodio evangelico dell’ “Immacolata Concezione”. Fu dipinta dall’artista marchigiano Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato nei decenni centrali del XVII secolo su commissione di Girolamo Saraceni di Astra, antico nome di Casperia, che la volle per essere posta sull’altar maggiore della chiesa che lui stesso aveva fatto costruire. Non era la prima volta, come affermato nel corso della conferenza stampa voluta per comunicare l’apertura del cantiere aperto,  che: “il Sassoferrato dipinge questo soggetto, ma la tela di Casperia si distingue per l’estrema raffinatezza della gamma cromatica utilizzata e per le diverse tonalità che creano nella scena assonanze e contrasti. L’annunciazione sembra segnare uno dei momenti più alti nella carriere del pittore, consapevolmente svincolato sulle scelte formali dai suoi contemporanei, pur rimanendo protagonista di primo piano del clima culturale ed artistico della Roma del Seicento”.

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La tela è stata coinvolta, nel corso degli anni, da vicende che ne hanno compromesso una buona fruibilità, rimanendo fortemente danneggiata nel corso di un incendio. Alla Dott.ssa Chiara Arrighi è stato affidato il compito insieme a  un gruppo di  esperti, restauratori, architetti e storici dell’arte, di dirigere le operazioni di restauro che presumibilmente termineranno nel prossimo mese di marzo 2020.Il Comune di Casperia e la Parrocchia della SS. Annunziata, come rilevato dalla stessa Soprintendente, hanno contribuito in misura sostanziale all’organizzazione dell’iniziative mettendo a disposizione le proprie risorse per l’allestimento degli spazi all’interno della chiesa e per la gestione delle visite guidate gratuite, da prenotare obbligatoriamente sul sito www.visitcasperia.it- email culturaturismo.casperia@gmail.com

Casperia (Rieti) – Chiesa della SS.Annunziata Via O.Valeriani, 2. Info: responsabile  Cominicazioni Comune di Casperia: Dott. Lorenzo Capanna, è auspicabile che la sensibilità dimostrata nel coinvolgere in questa iniziativa sia la popolazione che la stampa, sia ripetuta anche in altre occasioni.

Mostra di Giovanni Anselmo all’Accademia di San Luca – Palazzo Carpegna – fino al 31 gennaio 2020

Donatello Urbani

L’occasione del conferimento del Premio Presidente della Repubblica 2016 per la Scultura a Giovanni Anselmo, ha spinto l’Accademia Nazionale di San Luca per allestire nella propria sede di Palazzo Carpegna a Roma una retrospettiva che ripercorre gli oltre cinquanta anni della sua attività artistica. Il prestigioso Premio venne istituito dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nell’ottobre 1948 e da allora attribuito a personalità che si sono particolarmente distinte nei diversi campi della cultura, dell’arte, della musica e delle scienze. Alle tre Accademie Nazionali (Lincei, San Luca e Santa Cecilia) il compito della segnalazione, a cadenza annuale, dei nominativi.

p (5)“Torsione” – 1968. Ferro e Stoffa. Torino Gam-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Fondazione Guido e Ettore De Fornaris

Per l’Accademia Nazionale di San Luca, le tre classi accademiche di Pittura, Scultura e Architettura designano a rotazione il premiato.  In questa occasione scrivono i curatori: “La vicenda artistica di Giovanni Anselmo ha seguito un tragitto lineare quanto particolare: grande protagonista dell’Arte Povera, Anselmo non ha mai frequentato specificatamente scuole d’arte. Alla fine degli anni cinquanta inizia a lavorare come grafico in uno studio pubblicitario e, parallelamente, si esercita autonomamente nelle tecniche della pittura. Verso la metà degli anni Sessanta, abbandona le sperimentazioni pittoriche, per concentrarsi in quei primi lavori che mostrano linee di tensione, realizzate con tondini di ferro in stretta relazione con l’energia della forza di gravità e l’equilibrio, che si rivela se appena solo sfiorate. Da quel momento, costante nella sua opera è l’attenzione verso l’energia, la gravitas, la posizione spaziale, la parte per il tutto e l’esprimersi attraverso tensioni di spinte opposte. Concetto e contenuto reale si congiungono in un’unione non narrativa, tra finito e infinito, tra visibile e invisibile in una costante dimensione poetica dell’esperienza assolutamente non retorica e candidamente umana”.

pEntrare nell’opera” – 1971. Fotografia con autoscatto riprodotta su tela. MART. Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Collezione privata

Il percorso espositivo presenta 27 opere, per la maggior parte di grandi dimensioni,  appositamente selezionate dall’artista, tra le più significative dell’intera sua ultracinquantennale produzione.

Roma – Accademia Nazionale di San Luca – Palazzo Carpegna – Piazza dell’Accademia di San Luca, n.77, fino al 31 gennaio 2020. Ingresso gratuito dal lunedi al sabato salle ore 10,00 alle 19,00. Info www.accademiasanluca.eu/it

Giovani Creativi – Le origini del Genio – In mostra al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo – Roma fino al 31 gennaio 2020.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il messaggio archeologico può ritenersi attuale nella nostra società? Le risposte che ci forniscono i dodici creativi con le loro opere esposte al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo – fino al 31 gennaio 2020 dimostrano che tra i talenti dell’era digitale ed alcune tra le più straordinarie opere dell’arte antica esiste un profondo legame indipendente dal vincolo temporale. “Dopo aver rotto il tabù dei luoghi della cultura come spazi non vissuti dalle nuove generazioni, vogliamo intercettare la matrice del genio creativo nella storia dell’Italia e trasmetterla attraverso i Millesimals. Per questo – affermano Nicola Brucoli e Carlo Settimio Battisti – i giovani creativi in questa occasione, sono ritratti nei siti archeologici più significativi di Roma”. Questa iniziativa ha una doppia valenza, sia per il Museo Nazionale Romano che si propone come istituzione al passo con i tempi sia per il gruppo di creativi “TWM Factory” che accoglie al suo interno creativi e professionisti under 30, che ha come obbiettivo la promozione e la diffusione del Talento Made in Italy.

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Durante il periodo di apertura della mostra si svolgeranno  diverse iniziative collaterali, quali incontri/confronti tra giovani ed archeologici dei musei, insieme a workshop ed un interessante evento di chiusura il prossimo 31 gennaio 2020, tutte con l’intento di “raccontare il processo creativo e spiegare come dar vita a un progetto integrato di comunicazione culturale”, come ha tenuto a precisare la Dott.ssa Angelina Travaglini, addetta stampa del Museo Nazionale Romano. I giovani coinvolti in questa iniziativa sono: Federica Sofia Zambeletti / Kozarch (Architettura), Giovanni Vetere (Arte), Alain Parroni (Cinema), Burro Studio (Comunicazione Visiva), Michele Lazzarini (Cucina), Susanna Salvi (Danza), Antonio Facco (Design), Sofia Podestà (Fotografia), Davide Dattoli (Imprenditoria), Marzia Sicignano (Letteratura), Davide Gallo / Programma (Moda), Yakamoto Kotzuga / Giacomo Mazzucato (Musica). La mostra è gratuita all’interno della bigliettazione ordinaria di Palazzo Massimo che permette di accedere alla collezione del Museo.

Roma . Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo – Largo di Villa Peretti, n.2 – fino al 31 gennaio 2020 con orai dal martedi alla domenica dalle 9,00 alle 19,45. Info: www.museonazionaleromano.beniculturali.it – email: mn-rm@beniculturali.it – 

Roma il recupero della storia nazionale attraverso la creazione di un polo archivistico museale unico dell’archivio storico delle carte valori e del museo storico della comunicazione

Mariagrazia Fiorentino

Il progetto è stato presentato presso il Museo della Zecca per il recupero e la valorizzazione di questo importante patrimonio artistico e culturale. Arte e ambiente vantano un rapporto simbiotico da coprotagonisti principali in questo luogo unico.

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In questa occasione è stata inaugurata una nuova sezione del museo, con materiale filatelico, pesi e misure che costituiscono un primo nucleo espositivo della “Fabbrica delle Arti e dei Mestieri”, la cui sede,  (ultimati i lavori di riqualificazione), sarà presso il palazzo storico della prima Zecca dell’Unità d’Italia in via Principe Umberto a Roma

Nel realizzare i lavori sulla via Salaria è stato scoperto un Mausoleo di età Imperiale della metà del II^ sec. a.C. La struttura muraria e i materiali lapidei associati ad esso riconducono il mausoleo al tipo architettonico a tempietto con pronao colonnato, ovvero con la camera funeraria contenente il sarcofago, al di sopra della quale si sviluppava una cella con pronao tetrastilo che ospitava l’altare funerario ornato, con ogni probabilità, dalla statua del defunto. Questi era di certo un membro della magistratura urbana, a giudicare dal blocco marmoreo qui rinvenuto che mostra in rilievo una sella curulis, simbolo del potere giurisdizionale. Pertinente alla decorazione del mausoleo è un blocco angolare che rappresenta una sfinge, oltre ad alcune colonne in granito e cornici in marmo lunense”. La scoperta ha rappresentato una grande opportunità per l’arricchimento e la conoscenza del territorio, reperti in straordinario stato di conservazione, sapientemente restaurati e studiati, donano a questo luogo un fascino unico.

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Uno straordinario museo dove l’arte cammina di pari passo a quella classica-archeologica.

L’arte deve essere promossa e sostenuta con la riqualificazione di spazi da consegnare alla collettività, quale mezzo per ridisegnare la vita di un luogo. In questa occasione è stata presentata la pubblicazione “Il Recupero della Storia”, edito dal Poligrafico e Zecca dello Stato

Per saperne di più www.museodellazecca.ipzs.it Sono previste visite guidate gratuite e laboratori per le scuole su prenotazione  con email info_museodellazecca@ipzs.it

 

Dal Cichorium intybus alla Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco – Interessante proposta di turismo esperienzale.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La Strada del Radicchio Rosso di Treviso, messa in piedi vari anni fa dall’omonima associazione, può essere definita, usando un termine di uso comune, ad alta frequentazione. Prova ne siano i numerosi turisti che di questa sono assidui frequentatori, principalmente di lingua tedesca, attratti dalle eccellenze offerte dal territorio sia turistiche/culturali che enogastronomiche.

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                  Radicchio rosso di Treviso: a sinistra la specie tardiva            –             a destra la specie precoce

Il radicchio rosso di Treviso nelle due specie oggi commercializzate, precoce e tardiva,  è una pianta appartenente alla grande famiglia delle “cichorium” conosciute fin dai primi tempi della storia umana, come ricordato sia nel papiro egiziano di Ebers (circa 1550 a.C.), che, in epoca romana, da Plinio il Vecchio nei suoi scritti, e dal medico greco Galeno che ne consigliava l’uso contro le malattie del fegato. Il passaggio dalla commercializzazione generica alla consumazione in loco, in modo da ottenere anche un ritorno economico grazie alla presenza di turisti, si deve proprio all’Associazione Strada del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco che ha saputo mettere insieme produttori di eccellenze, operatori economici locali e istituzioni pubbliche. Finalità comuni a tutti  possono essere riassunte nell’antica politica perseguita dai mercanti veneziani e tradotta in: “saver far e far saver”.

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Vasca di affinamento del radicchio da verde diviene rosso- Punto vendita dell’Az. Agricola Nonno Andrea-Via Campagnola,74-Villorba

In quest’ottica si sono mossi  sia i Soci che l’Associazione della Strada del Radicchio nel presentare agli operatori turistici una forma di turismo “esperienzale” dove il turista è coinvolto a tutto tondo sulle realtà locali,  sia esse di natura, culturale, enogastronomica, ecc.  Indispensabile in questa operazione è il coinvolgimento dei singoli soci che sono chiamati non solo a presentare i loro prodotti, bensì a presentarsi essi stessi quali componenti determinanti dell’offerta turistica. Nel corso del mio tour il giovane coltivatore che ci presenta il lungo processo di lavorazione utile per ottenere il buon prodotto commercializzato  in tutto il mondo con il marchio “Radicchio Rosso Tardivo di Treviso”, ce lo presenta come “Frutto della fame”; proprio quella sofferta dai suoi antenati che, grazie alla presenza di acqua sorgiva, avevano messo a punto una lavorazione necessaria alla sua conservazione in modo da poterlo consumare nel periodo di freddo e di fame nei lunghi inverni.

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Storione albino-Troticultura S.Cristina-Via Chiesa Vecchia-Quinto di Treviso –  Torta al radicchio della Pasticceria/Cioccolateria Max

L’ingegno culinario poi di tante cuoche/pasticcere ha consentito l’utilizzo del radicchio rosso in una grande quantità di gustosi piatti inclusi alcune specialità di pasticceria come la “torta al radicchio” della Pasticceria/Cioccolateria Max – project manager Lorella Zizzari,  Via Canova, 10- Treviso, che si sposa perfettamente, in inverno,  con una tisana , sempre al radicchio rosso. Le attrattive e  le curiosità varie che si possono incontrare lungo i vari percorsi di questa strada sono tanto variegate quanto interessanti. L’azienda agricola “La Perla”, condotta dal giovane Loris Dal Zotto, segnalata dallo Slow Food di Treviso, produce un’ottima mozzarella con latte  delle proprie mucche Sorana. Oltre alcuni caratteristici formaggi locali, vende, inoltre, nel proprio spaccio carni, latte fresco attinto da un distributore e alcuni salumi lavorati tradizionalmente.

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Formaggi del caseificio dell’Az.Agricola”La Perla”-Ponzano Veneto   –    Punto ristorazione Az.Agricola “Ca Mauro”- Silea Treviso

Caratteristica comune a molti coltivatori agricoli è lo spaccio aziendale dove oltre l’immancabile radicchio rosso è possibile acquistare salumi, confetture, vini fermi  e spumanti e fermarsi per consumare un pasto oppure essere ospitati con la formula dell’agriturismo. In una zona ricca di acque non poteva mancare l’allevamento di pesce di acqua dolce: trote, carpe e storioni e produzione di caviale. Un fascino tutto particolare è offerto dalle Ville Venete. Costruite, moltissime sulle falsariga proposta  dall’architetto Palladio, negli ultimi secoli di vita della Repubblica Veneziana, non sono solo monumenti architettonici protetti dall’UNESCO.

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Infatti esse s’immedesimano nella storia sia delle famiglie dei vari committenti, nobili e ricchi mercanti, che in quella dell’arte e dell’architettura grazie alla presenza d’importanti architetti, pittori e scultori. Si vuole differenziarle dalle altre ville presenti nel territorio nazionale  in quanto esse sono vere e proprie aziende agricole, anche se oggi molte si sono trasformate in bed and breakfast, costituite da un corpo centrale riservato alla residenza e lunghe barchesse laterali dove trovavano spazio gli attrezzi da lavoro, cantine e magazzini. Tutto intorno i campi e i vigneti propri dell’affascinante paesaggio veneto.

Prenotazioni di soggiorni ed escursioni:  info@stradadelradicchio.it –  www.stradadelradicchio.it

Tivoli Villa d’Este: Villae Film Festival – Primo festival cinematografico in un sito UNESCO dal 2 all’8 dicembre 2019

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Utbani

La politica intrapresa dal Ministero dei Beni Culturali  – MIBAC  –  da vari anni, purtroppo non molti, rivolta a fornire con iniziative culturali “a la page”, una visione diversa  sui beni culturali – musei, biblioteche, siti archeologici, naturalisti e quant’altro – ritenuti ingiustamente raccolte di anticaglie e di polvere, trova con questo festival cinematografico organizzato dal 2 all’8 dicembre 2019  all’interno di Villa d’Este a Tivoli un’importante conferma. Il legame fra arte cinematografica e arte in generale è da sempre molto stretto entrambe, proiezione della pellicola e location che le ospita,  adottano l’identico linguaggio, quello delle immagini capaci di suscitare meraviglia e suscitare emozioni sugli spettatori/visitatori.

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Questa interessante iniziativa, che verrà duplicata a Villa Adriana nella prossima stagione estiva, si deve al Direttore di entrambe le istituzioni, Andrea Bruciati, che ha assunto l’onore d’introdurre e presentare le pellicole in proiezione anche attraverso colloqui con i vari registi ed interpreti come avvenuto nella serata inaugurale del 2 dicembre per l’opera “Middle of Beyond” della regista Keren Cytter,  che ha condiviso la presentazione con l’attore Fabian Stumn e il critico d’arte  Antonio Grulli.

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La pellicola, coproduzione USA/Germania,  come tutte le altre in programma, ha nell’arte il tema su cui ruota l’intera trama. Il giovane berlinese trentenne, Malte Krumn, vuole essere un poeta e trovare tramite la poesia notorietà e stabilire un rapporto con i suoi concittadini che invece preferiscono rivolgersi ai social piuttosto che alla letteratura. Malte, sotto altro nome, George, tenterà la sorte altrove alla ricerca di una fama e una diversa socializzazione alle quali solo lo spettatore è chiamato a fornire una risposta facendo appello  anche alle proprie esperienze personali. La rassegna, come affermato in conferenza stampa, “prosegue nei giorni successivi con altri cinque film realizzati da registi che sono anche artisti visivi. Il connubio arte e cinema è il tema ispiratore anche dell’evento conclusivo: l’omaggio, con la proiezione di Giulietta degli Spiriti, a Federico Fellini, il grande disegnatore, prima ancora che regista, di cui ricorrerà, nel 2020, il Centenario della nascita e la cui arte ha parlato a tutto il mondo”.

Per maggiori notizie ed informazioni rivolgersi all’ Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – Villae – Piazza Trento, 5 – 00019 Tivoli (Roma) – email: va-ve@beniculturali.it – sito web:  www.villaadriana.beniculturali.it. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Antichità Moderna in mostra a Villa Medici – Accademia di Francia a Roma – fino al 1 marzo 2020

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un’osservazione, banale quanto si vuole ma possibile in molti romani, potrebbe ritenere inutile, o comunque superfluo, visitare una mostra di calchi quando si possono incontrare nella stessa città gli originali. La mostra “Un’Antichità Moderna” allestita nei prestigiosi spazi espositivi di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma – presenta 87 calchi d’importanti opere della Grecia Classica ed Ellenistica, oggi scomparse e riesumate dalla Roma Imperiale e successivamente riscoperte durante i grandi lavori effettuati nella Roma del Rinascimento.

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Calco in gesso dell’Ercole Farnese                                                                                        Calco in cera, detta in forma buona o a tasselli

Opere provenienti per la maggior parte dalla collezione dell’Accademia di Francia a Roma, dal Museo del Louvre ed altre prestigiose istituzioni, che sono fedeli testimoni di una cultura che vide nella classicità greca e romana un modello da cui trarre ispirazione e un’idea di una “Antiquité blanche”, come affermato dai curatori Jean-Luc Martinez – Presidente e Direttore del Louvre – ed Elisabeth Le Breton – Conservatrice del Patrimonio. Sono gli stessi curatori che scrivono: “Durante i grandi lavori di urbanizzazione nella Roma del Rinascimento, il recupero di centinaia di sculture romane – copie degli originali greci scomparsi – fece rinascere in Italia e in Francia il fascino suscitato da questa particolare Arte. La rarità di questi marmi condusse Luigi XIV a moltiplicare a Roma la produzione di calchi in gesso di questi prestigiosi modelli.

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Complesso marmoreo di “Niobe”, in copia presente nel giardino: Il figlio maggiore – Le figlie: Psiche sulla sinistra e Trophos sulla destra.

Diverse centinaia di gessi e le loro matrici (rilievi e statue) sono quindi state riunite al Louvre durante il regno del Re Sole”. Calcando questa falsa riga si dipana l’intero percorso espositivo che partendo dalla prime acquisizioni  presenti conservate a Palazzo Mancini, allora sede dell’Accademia di Francia, giunge alla metà del XVIII secolo e proseguire successivamente negli anni quando la scoperta dei siti di Pompei ed Ercolano rafforza l’interesse degli studiosi arricchendo le collezioni con riproduzioni di nuovi modelli. E’ infatti nel  XVIII secolo che si concentrano le attenzioni sulla statuaria antica e l’interesse dei francesi anche per la scultura che in quegli anni si produceva in Italia.

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Calco in gesso a sinistra:”Galata morente”. La statua, copia in marmo di originale greco, si trova nella collezione dei Musei Capitolini

Un esempio ne sono i modelli in gesso di Michelangelo e del Bernini richiesti da Luigi XIV che sono stati riprodotti e inviati in Francia dove, ancora oggi, sono stati fonte d’ispirazione per diverse generazioni di artisti. Attenzioni che proseguiranno anche nel XIX secolo con l’Accademia di Francia a Roma che conosce l’ultima grande campagna di presa d’impronte. In proposito i curatori scrivono: “Il museo degli Studi  e la Scuola di Belle Arti di Parigi, affidano a Jean-Auguste-Dominique Ingres, Direttore dell’Accademia di Francia, il compito di inviare – a Parigi (n.d.a.) – da Roma i modelli antichi più prestigiosi. In questo periodo inoltre grazie ai lavori degli archeologi aumenta considerevolmente la conoscenza dell’antica Grecia, proprio in virtù di ciò, nel 1845, l’Accademia dona ai suoi borsisti la possibilità di recarsi sui luoghi di scavo per studiare i nuovi modelli. La Scuola Francese di Atene nasce infatti l’anno seguente, nel 1846. I modelli greci arrivano dunque a Roma dove gli studi del filellenista Jean Gaspard Félix Ravaisson-Mollien cercano di ritrovare la Grecia in Italia”. Un progressivo disinteresse per l’attività di riprodurre modelli di gesso caratterizza gli anni del XX secolo, sia a Roma che a Parigi, mettendo in disparte le collezioni di gessi. In entrambi i casi, i modelli vengono messi nei depositi e non sono più accessibili né visibili. Il Direttore ad interim dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Stéphane Gaillard, consapevole dell’importanza rivestita da queste collezioni che dopo importanti interventi  conservativi e di restauro, condotte durante gli ultimi vent’anni,  sono oggi pronte per essere esposte in questa mostra “Un’antichità moderna”, che ha come scopo principale quello di riproporne la memoria e di riscriverne la storia che parte dal XVII  ed arriva ai giorni nostri.

Accademia di Francia a Roma – Villa Medici viale Trinità dei Monti, 1 – 00187 Roma – fino al 1 marzo 2020 con orari da martedì alla domenica, chiuso il lunedì, dalle 12 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30).Biglietto doppio per la mostra e la visita guidata dei giardini e di Villa Medici: €.12,00 – ridotto €.6,00. Biglietto solo per la mostra: €.6,00; accesso gratuito per persone sotto i 18 anni. Info T +39 06 67611 www.villamedici.it

 

Corrado Cagli: Folgorazioni e Mutazioni – Uno spaccato sui percorsi artistici e umani di un importante esponente della pittura del ‘900 in mostra fino al 6 gennaio 2020 al Museo di Palazzo Cipolla a Roma

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Non è certo un paradosso  affermare che il percorso artistico di Corrado Cagli abbia tratto vantaggio dalle leggi raziali del 1938 che bandivano gli ebrei dal territorio nazionale, costringendolo ad essere prima profugo in Francia e successivamente negli Stati Uniti. Gli indiscussi disagi sofferti dal lato umano  furono in parte compensati  dalla possibilità di poter venire in contatto con mondi artistici tanto importanti, quanto diversi da quello romano, all’interno del quale si era formato e nel quale si esprimeva la sua arte.

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“L’Autoritratto Tempi difficili” fornisce una visione quanto mai fedele delle ansie e delle sofferenze sofferte dall’artista negli immediatamente precedenti all’entrata in vigore di questa disumana legge. L’uomo triste, affranto, quasi ripiegato su se stesso è l’antitesi a quello realmente presente che dovrebbe presentarci un artista che ha intelletto e capacità per intravedere davanti a se anni di successi e di soddisfazioni.

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Il percorso espositivo presenta un ampio repertorio di dipinti scelti su un cospicuo corpus di disegni, sculture, bozzetti e costumi teatrali, arazzi e grafiche, per un totale di circa 200 opere, molte delle quali provenienti da collezioni private, tutte allestite all’interno del Museo di Palazzo Cipolla in Roma, Via del Corso. L’intento dei curatori, come affermato nel corso della conferenza stampa è stato quello di presentare: “…al pubblico la visione dei maggiori cicli pittorici realizzati dall’artista: dai primi lavori giovanili in maiolica a quelli realizzati a olio o con altre tecniche del periodo della Scuola Romana (1928 – 1938), dalle prove neometafisiche (1946 – 1947) elaborate a New York agli studi sulla Quarta dimensione (1949), per poi passare ai Motivi cellulari (1949), alle Impronte dirette e indirette (1950), alle eteree Metamorfosi (1957 – 1968), alle Variazioni orfiche (1957), alla suggestiva ed enigmatica serie delle Carte (1958 – 1963) e infine concludere con le Mutazioni modulari sviluppate fino alla metà degli anni Settanta.”

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Quanto mai appropriate le parole del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che promuove la mostra: “Già negli anni ’30 Cagli è una figura di spicco dell’arte italiana e rappresenta il Paese in rassegne internazionali prestigiose: da molti viene visto come esponente privilegiato di una via italiana alla modernità, alternativa al Futurismo da una parte e alla tradizionale arte del Novecento dall’altra. Successivamente, la condizione precaria e lo stile di vita nomade del periodo di esilio americano lo portano a produrre arte con quella che il saggista Raffaele Bedarida ha definito “schizofrenia stilistica”, cosa che ha reso i lavori di quel tempo assai significativi a livello personale e non solo”.

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Una rassegna di grande interesse e fedele testimone dell’arte italiana del secolo scorso dove le contaminazioni e la ricerca di collaborazioni, da parte degli artisti italiani, anche al di fuori dei confini territoriali furono fortemente sentiti e presenti.

Il catalogo, edito da Silvana editoriale é introdotto da un saggio critico del curatore Bruno Corà, con prefazione del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, presenta contributi e saggi d’importanti specialisti del mondo artistico oltre a un considerevole apparato storico critico e una selezione degli scritti dell’artista a cura di Giuseppe Briguglio dell’Archivio Cagli di Roma.

Roma – Palazzo Cipolla – Via del Corso 320 fino al 6 gennaio 2020 dal martedi alla domenica dalle ore 10,00 alle 20,00. Biglietto d’ingresso intero €.7,00 – ridotto €.5,00, acquistabili anche on-line. Sono previste facilitazioni e riduzioni varie.

Festa per i 70 anni dell’Associazione Skal International Roma – Suggerimenti e consigli dei professionisti del turismo

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’evento da festeggiare – 70^ compleanno dello Skal International Roma –  meritava  di essere ricordato con qualcosa di eccezionale e, per l’occasione,  sono state chiamate a Roma le Associazioni consorelle da tutta Europa, più qualcun’altra affiliata non europea. Dal 14 al 17 novembre 2019,  Skal Roma ha organizzato   i “Rome Skal Days” con un fitto  programma  di eventi che hanno riscosso plauso ed approvazione da tutti i partecipanti. Nel corso di queste occasioni è stato annunciato  il progetto Skal per Amatrice e la nascita  del primo Skal Europe Day  con  un workshop  B2B, voluto per questa occasione e in assoluto prima iniziativa di questo genere per lo Skal International, con sistema appuntamenti. Inoltre si è tenuto un Forum sul Futuro del Turismo Europeo, coordinato da Tito Livio Mongelli e con  la partecipazione della prof.ssa  Mara Manente del CISET,  Università Di Venezia  sui  “Trend del  Turismo Europeo”. Notevole, per importanza, è stata la firma di un accordo che prevede la nascita dello Skal Europe Network .  L’evento SKAL EUROPE DAY si terrà in futuro sempre ogni 16 novembre,  in una diversa città europea sede di un Club Skal International. La prossima città ospitante sarà Belfast in Irlanda. Ad oggi i paesi partecipanti agli eventi in calendario sono Italia, Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, India, Irlanda, Lussemburgo, Monaco, Romania, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria, UK e, extra Europa, gli USA .

 

Pasticcieri & pasticcerie di Gambero Rosso 2020 – L’unica guida riservata al solo “mondo della dolcezza”

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Al variegato mondo della dolcezza in occasione della presentazione della Guida 2020 “Pasticceri & Pasticcerie” edita da Gambero Rosso, è stato abbinato anche il mondo della gioventù e, trattandosi in prevalenza di un settore dove la presenza femminile gioca un ruolo di grande importanza, la definizione completa, in una tripla vincente, potrebbe essere: “Mondo della dolcezza, della Gioventù e della Bellezza”.

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Edvige Simoncelli: premio “Migliori Pastry Chef”                                             Assistenti della Pasticceria “Sciampagna” di Marineo (PA)

La guida 2020 Pasticceri & Pasticcerie oltre ad essere l’unica al mondo che da sette anni tratta diel mondo dolce , dominio di pasticceri e pasticcerie, offre una panoramica dettagliata e quanto mai informata su un settore indispensabile al turismo nazionale, come rilevato da Laura Mantovano, direttore, e Marina Savoia, curatore, nel corso della presentazione. Prova ne sia l’interesse riservato ai Pastry Chef, i migliori premiati con targa e diploma, la cui professionalità deve esaltare e coordinare in dolcezza, anche nella scelta del vino o liquore, l’intero pasto consumato tanto in ristorante che in hotel.

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Consegna dell’attestato Tre Torte alla  Pasticceria “Sal De Riso”-Costa d’Amalfi- Minori                   Assistenti della Pasticceria “Sal De Riso”

La classificazione dei 580 locali recensiti, di cui le novità sono ben oltre 50, è avvenuta seguendo rigorosi criteri che hanno generato una classifica con un punteggio di Una Torta da 75 a 769/100; Due Torte da 80 a 89/100e Tre Torte da 90 a 100/100. Guidano la classifica con tre torte Igino Massari, Pasticceria Veneto di Brescia con 95 punti,  mentre i premi speciali sono stati assegnati a Bompiani – Roma – per la pasticceria salata; Harry’s Pasticceria di Trieste per la Novità dell’Anno  e a Lavinia Franco e Marco Battaglia, pasticceria Marlà – Milano – , quali Pasticceri Emergenti. Scorrendo le pagine ha richiamato la nostra attenzione la Lombardia quale regione più dolce d’Italia seguita da Campania, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Toscana e Trentino-Alto Adige.

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Consegna dell’attestato a Igino Massari Pasticceria Veneto di Brescia                              Foto di gruppo dei classificati con Tre Torte

Una dolcezza diffusa in tutto il paese che fa da contrappeso alle tante difficoltà che affliggono la popolazione; come affermato nella conferenza stampa: “Il dolce é un dono d’amore e la pasticceria é la voglia di gratificazione”. Interpreti di questo le parole di Igino Massari, maglia rosa dei pasticceri: “La dolcezza è la nemica principale della tristezza. Noi pasticceri siamo in prima linea e in concorrenza con gli psichiatri per combattere la depressione. Viva lo zucchero!”.

Guida 2020 “Pasticceri e Pasticcerie” – Editore Gambero Rosso – pagine 352 costo €.14,90. In vendita nelle migliori librerie e sul sito www.gamberorosso.it