The Sweet Sixties – Narrazioni di Moda – Mostra-performance al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – Roma – Sale delle Armerie Superiori fino al 21 maggio 2023

Testo Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Moda, ma cos’è la moda? Ricercata, semplicissima immaginaria, di colore……, la moda è molto di più.

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Malgrado il termine sia mediaticamente molto inflazionato, ancor oggi è una domanda ricorrente. Questa mostra vuole esaltare il talento creativo degli stilisti che hanno saputo trarre ispirazione in un giuoco di rimandi, allusioni, godimento e felicità creativa. “La Swinging London”, scrivono i curatori Stefano Dominella e Guillermo Mariotto, “ la minigonna di Mary Quant, le visioni da indossare di Ossie Clark, le vetrine coloratissime di Carnaby Street a Soho e lo sbarco sulla Luna: l’eredità associata all’immaginario estetico degli anni Sessanta costituisce un bacino semantico reinterpretabile sotto molteplici aspetti. Età violentemente rivoluzionaria soltanto nel suo epilogo, lo scenario degli anni Sessanta agisce in realtà come nume tutelare delle contaminazioni visive tipiche del mondo della moda.
Di qui la volontà di indagare il lato straordinariamente dolce della decade “fluttuante” – così il settimanale Time definiva Londra nel 1966 – attraverso un’antologia fatta di atmosfere e citazioni raffinatamente sixties. Nel caso di questa mostra, la rappresentazione degli anni Sessanta attraverso gli stili degli abiti e dei loro creatori, ci consente di rivivere uno dei periodi più densi di innovazione e trasgressione della nostra storia più recente, di coglierne l’entusiastica identificazione dei giovani con un modo di vestire che racconta l’esigenza di allargare i propri orizzonti culturali e geografici. Cinquanta creazioni per cinque capitoli, cinque sale, cinque filoni narrativi per raccontare la parte più leggera e sognante degli anni Sessanta.

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Tutto prende inizio da Carnaby Street, la prima sala, con due look creati e curati da Guillermo Mariotto, co-curatore della performance, che troneggiano al centro dell’ambiente. Ecco le passanti, le cui mise riproducono il look di giovani donne alle prese con una sessione di shopping nelle boutique cult di Londra.

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Il secondo capitolo riflette invece sulle libere associazioni vestimentarie: da una parte le stampe naturalistiche, rigogliose anche attraverso il plumage coloratissimo di Ken Scott, dall’altra il denim e gli angioletti dichiaratamente pop di Fiorucci.

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Si arriva così alla terza sala, realtà in cui sono le atmosfere lunari di Courrèges, Pierre Cardin, Paco Rabanne, Valentino Garavani ad essere riscoperte sotto forma di metallo, pvc e cappelli a mo’ di casco. Un presagio stilistico, quello della Space Age, che di lì a poco vedrà un uomo solcare il suolo lunare per la prima volta.

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E poi è la volta dei colori e dei ricami con cui l’alta moda vestiva i borghesi per le grandi occasioni – le tinte audaci, il glamour e le paillettes iridescenti rivivono grazie ad una selezione di abiti d’archivio tra cui quelli della sartoria Battilocchi, Jole Veneziani, Gattinoni, Lancetti, Mila Schön e Carosa.

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Infine, nella sala Optical, il ritmo degli Sweet Sixties rallenta e si sofferma sull’accostamento geometrico dei due colori (non colori) per antonomasia: il bianco e il nero. Si finisce con il celebrare l’arte – si citano il testamento creativo di Giuseppe Capogrossi e l’operato dei Pittori maledetti di Roma – e con il ricordare la straordinaria potenza evocativa della moda, che questo progetto in fieri utilizza come sistema d’indagine e di ricerca dai contorni mobili e sfumati per rileggere un’epoca sospesa tra mille possibilità. Bella, dolce e moderna come allora.”
Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Lungotevere Castello, 50 – 00193 Roma Tel. +39 06 68191100 – Ufficio Promozione e Comunicazione – email dms-rm.comunicazione@cultura.gov.it

PEC: dms-rm@pec.cultura.gov.it – PEO: dms-rm@cultura.gov.it www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it   – www.castelsantangelo.beniculturali.it

La Moda in carta velina – Uno sguardo sulle buone pratiche della moda agli inizi del secolo scorso.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Scrigno di attrazioni. Molteplici e diversificate sono quelle che si possono incontrare nelle sale del Museo Boncompagni – Ludovisi dalle ceramiche alla pittura. Di grande attrazione la bella collezione di capi di alta moda realizzati dai più prestigiosi “atelier” presenti in città già agli inizi del 900, alcuni dei quali tuttora operanti.

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Sono tante le mode che si sono susseguite all’insegna di quella pluralità che questo museo vuole offrire. Interessante quanto mai è stata l’iniziativa intrapresa dalla direttrice dott.ssa Matilde Amaturo nel voler offrire una conferenza “La Moda in carta velina”, curata da Maria Rita Spinetti sui primi anni della moda italiana che iniziò a prendere fisionomia nel 1871 con l’avvento dello Stato Italiano. Il primo “Journal de mode” cominciò a stamparsi a Parigi nel 1786. Grande sviluppo ebbe la moda al tempo del secondo impero (sarto Worth).

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Dire “Belle Époque” richiama alla mente immagini di mondanità e frivolezza, di donne belle ed eleganti che frequentano il teatro, le feste e gli atelier di grandi sarti, rigorosamente francesi. Accanto a questa élite viveva tuttavia un mondo femminile con gli stessi obblighi di vita sociale, ma non con le stesse possibilità economiche.

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In un tempo in cui la “signora” doveva avere l’abito adatto non solo per ogni avvenimento, ma per ogni ora del giorno, seguire la moda era un vero problema quotidiano. Un grande aiuto veniva dai “cartamodelli” che in carta velina fornivano, in varie misure, le forme del vestito da riportare sulla stoffa e permettevano di realizzare l’abito ammirato su un disegno.

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Questi cartamodelli, che si trovano ancora in alcune mercerie, comparvero dalla fine dell’Ottocento nei giornali dedicati alla moda o in cataloghi pubblicati dalla stessa ditta produttrice.

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La Moda Universale Butterick è un esempio di questi cataloghi, piacevole da sfogliare per le illustrazioni, ma soprattutto per i commenti e i consigli che le accompagnano e che descrivono con efficacia il mondo variegato delle sartine e delle signore “dalle mani d’oro” che potevano, con l’aiuto dei cartamodelli, essere sempre “distintissime” seguendo la moda del giorno.

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La conferenza ha preso spunto dal fortuito ritrovamento da parte della relatrice di questi cataloghi conservati negli archivi di famiglia dagli ultimi decenni del 1800 fino alla scoppio della prima guerra mondiale. Curioso è il fatto che con il ritorno della pace e l’affermarsi di nuovi modi di vita, le gonne si scorciano notevolmente, la moda “charleston”, così come il ritorno della pace dopo la seconda guerra mondiale segna l’uso del pantalone, con preferenza per il “jeans”, da parte delle signore. In ogni epoca la moda ha tratto spunti e ispirazione dagli eventi storici accrescendo valore alla donna e offrendo, nel contempo, commenti e nuove teorie alla storia degli uomini.

Roma – Museo Boncompagni-Ludovisi – Via Boncompagni, 18, Info Tel. 06.428240’74 – e.mail dms-rm,museoboncompagni@cultura.gov.it

Jia Ruskaja. Danzò e Piacque – Costumi, fotografie, documenti (1921/1940) in mostra a Roma nel Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti decorative, il costume e la Moda dei secoli XIX e XX

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

Le ballerine danzano volteggiando nella sala vuota, il resto è magia.

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Io sono russa. Questa è la traduzione di Jia Ruskaja, pseudonimo di Evgenija Fëdorovna Borisenko (in russo: Евгения Фёдоровна Борисенко?; (Kerč’, 6 gennaio 1902Roma19 aprile 1970), danzatricecoreografainsegnante e direttrice didattica russa naturalizzata italiana a seguito del matrimonio con  Aldo Borelli, direttore del Corriere della Sera. Fuggì dalla Russia per la Svizzera  dopo  la rivoluzione d’ottobre in compagnia del padre, un ufficiale dell’esercito imperiale russo. Frequentò la facoltà di medicina a Ginevra. Sposò nel 1920 Evans Daniel Pole, da cui ebbe un figlio. L’anno seguente giunse in Italia per intraprendere il lavoro artistico con un recital di “azioni mimiche e danze”, e in seguito, al Teatro dell’Esposizione di Milano, interpretò Sumitra di Carlo Clausetti. Alla danza alternò anche un attività cinematografica partecipando a vari film: Giuditta e Oloferne di Baldassarre Negroni. La danza, comunque, rappresentò sempre il suo “vero grande amore” aprendo alcune scuole a Milano. Alla fine potrà contare su un teatro all’aperto di oltre 2000 posti. Importante fu anche l’attività di coreografa, creando la Danza del sacrificio, dall’Ifigenia in Aulide su musica di Ildebrando Pizzetti (1935), e Il Ratto di Persefone, su musica di Ennio Porrino (1937). Una sua scuola vinse il “lauro” d’argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Nel 1940 fondò la Regia Scuola di danza, riservata alle donne – inizialmente annessa all’Accademia d’arte drammatica e divenuta autonoma nel 1948 con la denominazione di Accademia Nazionale di Danza – che dirigerà sino al 1970.

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                                                                                Foto courtesy Wikipedia Enciclopedia on line

La sua tomba si trova nel Cimitero Acattolico di Testaccio a Roma.

La mostra, patrocinata anche da Confcommercio Imprese per l’Italia –Terziario Donna Roma, propone, come scrivono gli organizzatori: “un inedito e affascinante racconto per abiti di scena indossati dalla stessa Jia Ruskaja, fatti realizzare per le sue produzioni insieme a documenti storici, esposti per la prima volta, appartenenti all’archivio storico della Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza. Vesti, tuniche, corsetti e gonne della prima produzione artistica della Ruskaja, oltre a libri, programmi di sala, bozzetti, scritti e immagini in bianco e nero sono i protagonisti di questo seducente viaggio in grado di ripercorre le tappe principali di un periodo di grande fermento artistico, talora in grado di rievocare anche il mito della classicità, i cui codici e valori estetici si ritrovano nell’ Orchestica.

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Un percorso che, per la prima volta, porta alla luce i tanti aspetti e le innumerevoli esperienze vissute da Jia Ruskaja, una donna all’avanguardia e che ben rappresenta un più moderno empowerment al femminile, caratterizzato da quella propulsione che risalta risorse e capacità e che distingue donne particolarmente valorose e innovative.

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La mostra si articola in un percorso espositivo di abiti di scena realizzati dal 1935 al 1939, di cui Ruskaja è stata coreografa, nonché costumista, vere e proprie opere d’arte ideate insieme alla sua disegnatrice personale Eugenia Rossi”.

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                                  Prima macchina da cucire costruita nel 1865 da Frister & Rossman in Germania Mod. A1 o N1

Ospita questa mostra il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX. Senza ombra di smentita questo museo è il più affascinante fra i tanti presenti a Roma anche per l’edificio, in stile barocchetto romano, donato allo Stato Italiano dalla principessa Blanceflor de Bildt Boncompagni. Al suo interno sono esposti numerosi lasciti privati che ben si integrano con il vivace clima culturale dei primi decenni del Novecento, tra cui una collezione di abiti realizzati da celebri stilisti e importanti sartorie, prevalentemente romane, che illustrano l’evoluzione della moda italiana del secolo scorso.

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Roma – Museo Boncompagni Ludovisi – Via Boncompagni, 18. Mostra Jia Ruskaja. Danzò e piacque – Costumi, fotografie, documenti (1921/1940). Fino al 20 marzo 2022. Ingresso gratuito. Orario di visita: dal martedì alla domenica ore 9.00–19.00; ultimo accesso ore 18.30, Chiusura: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre. Info: Tel. 06 42824074. Mail: dms-rm.museoboncompagni@beniculturali.it. Sito web: https://www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/. FB: https://www.facebook.com/MuseoBoncompagniLudovisi. Ufficio comunicazione e social network: dms-rm.social@beniculturali.it.

 

Wedding Night Dream: Nuovi suggerimenti per il giorno più bello della vita

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Malgrado la dura legge della natura e le sue opere revisioniste, spesso disgregatrici, il giorno del matrimonio resta l’evento principe nella vita delle persone. Il territorio dove questo evento riscuote particolari attenzioni, è la Sabina, quello per intenderci, che comprende Mentana, Monterotondo, Guidonia, Fonte Nuova, Torrita Tiberina e la provincia di Rieti.

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E’ questa una regione che si sta aprendo al settore wedding in una declinazione eco e green che rispecchia le peculiarità del territorio, esaltando la propria attitudine all’accoglienza di matrimoni da tutto il mondo, maturata nel tempo e frutto anche di una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Plutarco – Vite Parallele – nel descrivere la vita di Romolo e gli indirizzi da lui seguiti nella scelta della moglie – rimarrà folgorato da Ersilia, già moglie del Re Sabino Tito Tazio -, ci lascia una preziosa testimonianza sul valore che in Sabina riveste il matrimonio e in quale considerazione era presente nel sentire dell’intera popolazione.

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Il rispetto di questi valori e l’esaltazione di questi elementi caratteristici della Sabina, sono stati alla base dello spettacolare evento “Wedding Night Dream”, andato in scena giovedì 18 luglio e realizzato per sancire questo nuovo partenariato tra la Wedding Planner e Event Designer Barbara Vissani, La Vie En Blanc Atelier per gli abiti e la residenza “La Torretta”, con le sue affascinanti strutture ricettive. Una sfilata ed un gala, accompagnata da un dinner, hanno saputo evidenziare le idilliache atmosfere agresti e i delicati cromatismi di questa terra, esaltati dalle dardeggianti luci del tramonto che hanno colorato di romantiche sfumature rosate un momento memorabile. Il defilée a bordo piscina, magistralmente coordinato da Regina Scerrato, è stato l’evento clou della serata ed ha visto protagoniste 20 creazioni della Maison di Giorgia Albanese, che è stata presentata come: “autentica custode di una tradizione di quattro generazioni di donne della moda che ha scelto questo territorio spinta da motivazioni imprenditoriali ma anche dal sentimento che lega la sua famiglia alla Sabina dagli inizi del secolo scorso”.

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Il defilée degli abiti, definito dalla brava presentatrice dell’evento Erika Gottardi, ” in cui prevalevano le eleganti sfumature dell’argento, ha esaltato nella giusta misura  i pregiati tessuti, i pizzi valenciennes e chantilly, fino all’autentico un coupe de théâtre” dell’ultima uscita di una modella/sposa sulla falsariga della “Nascita di Venere”, – già immortalata nel celebre dipinto di Sandro Botticelli – , dalle acque cristalline della maestosa piscina. Spettacolari sono state le creazioni in morbido tulle con pizzi rebrodé o in impalpabile georgette in seta arricchiti da preziose stole ricamate in argento”. Interessanti sono gli studi e le particolari ricerche che la maison effettua sui tessuti, alcuni con caratteristiche futuribili – “Wearable Art” – destinati,, in un domani sempre più vicino, ad accogliere, registrare e trasmettere stati di salute o emotivi presenti nei protagonisti della cerimonia.

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Dopo un variegato antipasto cocktail di benvenuto a bordo piscina – da non mancare pane, possibilmente bruscato, con olio della Sabina -,  e la sfilata degli abiti da sposa, gli chef di Pepe Catering, storica realtà della ristorazione in Sabina diretta da Daniele Pepe, hanno deliziato i palati con delicati ravioli con fonduta di burrata, pistacchio e zafferano, gustosi paccheri con speck melanzane e provola, ai quali hanno fatto seguito uno squisito filetto di bovino con granella di pistacchio, rucola su crostino, tortino di verdure e ventaglio di zucchine.

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Un buffet di dolci, frutta tagliata e golosità varie, a bordo piscina, è stato il degno epilogo di questa magica notte.

Il 70^ Anniversario dei Patti Bilaterali tra l’Italia e l’Indonesia ricordato con una sfilata di moda degli allievi del terzo anno di corso all’Accademia Koefia di Roma

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Memorabilia: Guardaroba impossibile, così è stato battezzato l’evento nella sede diplomatica della Repubblica Indonesiana di Roma voluto per ricordare non solo un evento diplomatico, avvento 70 anni fa con la firma dei Patti Bilaterali tra Italia e Indonesia, ma, allo stesso tempo, rappresentasse anche un prezioso testimone delle rispettive culture. L’evento ricordato  per l’occasione, visto con gli occhi di oggi, può apparire come uno dei tanti accordi diplomatici stipulati dalle due Repubbliche. In effetti l’Indonesia era  uscita, da poco tempo, da una lunga e difficile lotta con l’Olanda per conquistare l’indipendenza e l’Italia, ancora ferita dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale, cercava di ristabilire buone relazioni con gli Stati Europei in vista di una possibile unione  sfruttando un comune sentire presente in alcuni stati, Olanda compresa.

20190710_203908S.E. l’Ambasciatrice della Repubblica Indonesiana in Italia, Sig,ra Esti Andayani,  prepara il piatto di “Tumpeng” da offrire agli ospiti d’onore della serata: Direttore e Docenti dell’Accademia Koefia di Roma. Il “Tumpeng”, piatto a base di riso dalla forma conica, è composto da insieme varie pietanze provenienti da ogni elemento del creato: patate dolci e noccioline,  cresciute dentro il terreno; verdure, fuori dal terreno, mondo vegetale; bestiame quali polli, manzo e uova, mondo animale e frutti di mare, acciughe e gamberetti, provenienti dalle acque. La tradizione vuole che sia servito in tutte le celebrazioni, anche in preghiere religiose, e la forma conica simboleggia la sacralità, il santuario (pagoda) e la gratitudine verso l’Onnipotenza Divina.

L’evento in questione, festeggiato anche con un buffet di piatti tradizionali indonesiani, era, quindi, meritevole della massima attenzione da entrambe le parti, proprio nel ricordo di quello iniziale. I due Stati, insieme, hanno contribuito al suo buon successo: l’Italia con l’Accademia di Moda Koefia, la più antica presente a Roma e senza dubbio anche una delle più prestigiose, e l’Indonesia, attraverso la propria Ambasciata, mettendo a disposizione degli allievi del terzo anno di corso, quello finale, i tessuti “Batik”, dichiarato bene intangibile e patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, per la realizzazione di modelli, interpreti degli stili sartoriali di entrambi gli Stati. La migliore presentazione delle realizzazioni si trova nelle parole di Bianca Lami, “deus ex machina” dell’Accademia Koefia: “ …la sfilata, Memorabilia: Guadaroba impossibile, vede in passerella 50 creazioni degli studenti del III^ anno, realizzate a mano come nella storica tradizione dell’Accademia e con in più la consapevolezza che il tessuto, come l’abito, sono portatori di una memoria storica e culturale fatta di continuità e d’innovazione, di gesti, di procedure, di significati condivisi che lo stilista, come fosse un curatore museale, attinge continuamente dal Guardaroba della memoria per rianimare oggetti di culto del passato e farli (ri)vivere comodamente nel presente ….”.

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Una nota interessante quanto curiosa è offerta dai tessuti utilizzati: Batik, provenienti da vari territori indonesiani quali Madura e Jombang, Giava orientale, da Semarang, Giava centrale, caratterizzati dal colore giallo utilizzati tanto la mattina che la sera. Oltre questi sono stati utilizzati tessuti Tenun, realizzati con colori naturali derivati dalla corteccia degli alberi a Nusa Tenggara Barat, Nusa Tenggara Occidentale, e da Nusa Tenggara Timur, Nusa Tenggara Orientale. Il Tenun realizzati a Padang e a Buton, sud-est Sulawesi, sono tessuti con fili metallici e sono utilizzati per abiti indossati nei matrimoni. Proprio questi tessuti, utilizzati insieme a quelli di lino, cotone, seta e tulle, stampati con i motivi dei Batik hanno contribuito alla originalità della collezione esposta nelle varie sale. Significative in proposito le parole di Gianfranco Ferré, firma prestigiosa del fashion internazionale: “Credo di poter dire che il mio stile senza l’Oriente sarebbe stato profondamente diverso”.

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L’intera collezione, che con molta probabilità dopo Roma prenderà la via per l’Indonesia, ha fatto parte delle sfilate di AltaRoma –  Luglio 2019, ottenendo un notevole successo in particolare da parte della stampa specializzata che ha posto in evidenza come, pur interpretando due culture, profondamente diverse e apparentemente distanti, sia riuscita a contaminarsi in una reciproca rigenerazione.

Presentato a Roma il primo Osservatorio Italiano del Destination Wedding Tourism

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

I mille volti del turismo. Uno di grande importanza che ha richiamato su di se fascino e interesse  da parte dei vari operatori turistici, è legato al “fenomeno wedding” in tutti i suoi elementi, sia di valore che di conoscenza intrinseca del fenomeno,  tanto da meritarsi l’istituzione di uno specifico osservatorio, dell’intero settore, capace di porsi quale obiettivo primario quello di fornire informazioni utili al sistema nazionale (operatori, enti, giornalisti, esperti, etc.). Momento importante capace di aprire una fase nuova per questo comparto turistico in continua crescita, che sinora ha fruito di dati e rilevamenti parziali ed insufficienti, per inquadrare bene tale segmento nel mondo del turismo italiano, è stata la nascita del Primo Osservatorio Italiano del Destination Wedding Tourism – curato da JFC e promosso da ‘Buy Wedding in Italy’ .

0Dalla sinistra: Massimo Ferruzzi, Bianca Trusiani e Valerio Schönfeld – Foto courtesy dell’Ufficio Stampa EdiHouse di Giulio Biasion

Nell’intervento di Valerio Schönfeld, fondatore e direttore di BWI, si conoscono le finalità di questa iniziativa che: “A differenza dei vari sistemi di monitoraggio ed osservatori già attivi su altri segmenti di mercato e che già altri enti realizzano, la metodologia qui adottata non si limita alla pura analisi statistica, ma si sviluppa attraverso varie fasi di studio realizzate durante diversi periodi dell’anno, concentrandosi su fattori fenomenologici, economici, sociologici, di forte interesse. Riteniamo che ciò che realmente serve a tutti coloro che si occupano di questa tematica non sia la sola verifica “a posteriori” di ciò che è stato, quanto invece un continuo monitoraggio durante tutto l’anno ed il confronto con il territorio, le indicazioni degli operatori, il mercato, il tour operating, i referenti, i giornalisti, le aziende di servizio, i wedding planner, gli stakeholders internazionali, etc.

Per questo motivo l’Osservatorio Italiano del Destination Wedding Tourism è costruito in base alle esigenze reali di conoscenza delle tematiche d’interesse, in quanto:

  1. analizza il prodotto turistico wedding e ne valuta le potenzialità di sviluppo sul mercato globale;
  2. sonda il mercato per verificare costantemente il livello di appeal e di penetrazione commerciale delle offerte delle singole destinazioni, il loro valore sul mercato e l’interesse futuro;
  3. segnala le novità più interessanti, location e destinazioni, che investono verso questo segmento;
  4. propone l’intersecazione tra mercato e prodotto, indica i possibili investimenti di prodotto/servizi;
  5. mantiene un contatto periodico e diretto con i più significativi stakeholders del settore;
  6. fornisce indicazioni sull’andamento annuale fornendo la base statistica sviluppata sul rapporto diretto con gli stessi operatori (sistema integrato di rilevazione diretta);
  7. oltre al “contatto” con gli operatori del settore ricettivo, sviluppa l’analisi in tutti gli ambiti di interesse per il segmento wedding: dalla ristorazione/catering alle location private e pubbliche, dal settore del wedding fawors all’entertainment, dagli abiti da sposa al noleggio auto, etc.

L’Osservatorio, seppure relativo al “Wedding Tourism in Italia”, fornirà una serie di indicatori – sociologici, tendenziali ed economici – sulla congiuntura economica del settore wedding”.

Palazzo Brancaccio, ospita la XXII edizione di World of Fashion chiudendo di fatto la settimana romana dedicata alla Moda.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino – press.eurintuni@virgilio.it – e Donatello Urbani – donatello.urbani@gmail.com

Comunque la si voglia vedere ed attribuirgli infiniti valori e significati, il Mondo della Moda – World of Fashion –  come ha battezzato la sua rassegna di modelli, Nino Graziano Luca, resta tutt’ora ancorato saldamente alla definizione che a suo tempo gli attribuì Giulio Carlo Argan: “…si tratta di opere d’arte o di manifatture dell’antico artigianato (il cui livello non è sempre inferiore a quello delle opere d’arte propriamente dette)…”. La XXII edizione di World of Fashion che si è svolta nei magnifici saloni liberty di Palazzo Brancaccio, ha percorso proprio il sentiero dell’antico mestiere dell’artigianato sartoriale con una piccola deviazione verso la “wearable tecnology”, l’abito 4.0 realizzato con materiali di riciclo, già pronto, in un prossimo futuro, ad accogliere sensori led che rilevano dati corporei, dalla pressione sanguigna al rispetto degli orari nelle terapie farmacologiche.

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Abito in seta di Leucio  – Abito realizzato in materiale riciclato. Notevoli le fasce bianche realizzate con la tecnica dell’Origami

Seguendo questa linea si sono mossi, nel realizzare i loro capi, gli stilisti James Dimech (Malta), noto per la sua “Wearable Art” fatta di splendidi abiti realizzati principalmente con materiali di riciclo ecosostenibili; e, a chiudere la sfilata, Eva Scala (Repubblica Ceca) che, dopo aver lavorato con Alexander Mc Queen a Londra, ha presentato in anteprima una collezione realizzata con le sete di San Leucio, l’antico opificio fondato nel 1821 da Ferdinando IV di Borbone. Futuro e antica manifattura hanno avuto un ulteriore riscontro nella folta partecipazione di giovani stilisti, ed insieme, non solo in questo evento, hanno caratterizzato l’ultima rassegna di AltaRoma.

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Da segnalare, inoltre, in questa XXII edizione del World of Fashion, lo spazio riservato al Progetto M.I.A. (Moda incontro aperto) di Maurizio Passeri ed Ino Mantilla che, in un unico blocco moda, ha presentato le creazioni di tre stilisti provenienti dal Messico, dall’Italia e dalla Colombia. Nel corso dell’evento, come avvenuto nelle precedenti edizioni, sono stati consegnati i World of Fashion Award agli stilisti partecipanti, agli Enti e personalità impegnati nella promozione della moda, dell’arte e di progetti etici. I premi come sempre sono stati realizzati dal Maestro Orafo del Festival di Sanremo Michele Affidato. «Il World of Fashion – ha commentato Nino Graziano Luca – lancia un messaggio di speranza: il dialogo tra le culture è possibile se si usano i linguaggi della moda e più in generale delle arti». “Una filosofia, come rilevato nel corso della serata, confermata sia dal backstage che dalla scena e dalla perfetta interazione tra gli stilisti e l’atmosfera in platea”.

AltaRoma apre le manifestazioni con i colori dell’Amecica Latina

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino – press.euurintuni@virgilio.it e Donatello Urbani – donatello.urbani@gmail.com

Il buondì si vede dal mattino. Anche in questa occasione il vecchio adagio non si è smentito. I ritmi ed i colori della moda latino americana sono sbarcati a Roma per dare inizio alla rassegna di AltaRoma con un importante evento patrocinato da CNA Federmoda e da diverse ambasciate dei Paesi centro/sud americani. La manifestazione, articolata su due giornate nel calendario dell’Alta Moda Capitolina,  si è svolta a Palazzo Ferrajoli, una delle più prestigiose dimore storiche di Roma, in Piazza Colonna, ed ha avuto per protagonisti alcuni stilisti provenienti dal Brasile, Cuba, Ecuador e dal Messico. Tutto questo è il frutto del lavoro diplomatico di Elsy Aparicio, responsabile del progetto Latin American Fashion, che ha saputo raccordare fra loro le varie sedi diplomatiche di questi paesi, presenti in Italia, con il fondamentale supporto istituzionale dell’IILA – Istituto Italo Latino Americano – di Roma, dell’Ambasciata  del Messico in Italia e dell’incaricata culturale Maria Teresa Ceron.

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Le nuove professionalità sartoriali nate in terra latino americana fanno perno sulla grande cultura indigena che seppur coltivata con un diverso approccio etico e filosofico, ci offre una moda che nasce dalla gioia di vivere, dal rispetto per la natura, dalla voglia di sorridere alla vita con un approccio creativo estremamente professionale. La creatività di questi designer, come affermato nel corso della presentazione dei modelli, si è sviluppata velocemente, fino a raggiungere capacità costruttive e realizzative assolutamente in linea con quelle degli omologhi occidentali, dimostrando, inoltre,  di saper fare la differenza attraverso elementi creativi di assoluto valore e fuori dai canoni tradizionali, testimoni della cultura e del sentimento Latino Americano.

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Dal Messico sono arrivati Manuel Rodriguez, couturier che ha vestito le star del mondo dello spettacolo del suo Paese e la linea Tirza della stilista Sara Garcia Meza. Dall’Ecuador sono giunti: la stilista Gabriela Guasgua con la linea GiBAG – Handbags and Accessories che combina tessuti con materiali misti elaborati dagli artigiani della città di Otavalo e  dal Brasile Napoleao Cesar  i cui modelli sono una fusione di più stili e colori  con una predominante caraibica presente anche nei modelli degli stilisti Cubani Jacqueline Fumero, Ismael De la Caridad e Yosmany Larrea, in un tripudio di estro, energia, colori e vitalità.  A tutti gli stilisti partecipanti alla sfilata è stata consegnata una targa ricordo dell’evento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le nuove professionalità sartoriali nate in terra latino americana fanno perno sulla grande cultura indigena che seppur coltivata con un diverso approccio etico e filosofico, ci offre una moda che nasce dalla gioia di vivere, dal rispetto per la natura, dalla voglia di sorridere alla vita con un approccio creativo estremamente professionale. La creatività di questi designer, come affermato nel corso della presentazione dei modelli, si è sviluppata velocemente, fino a raggiungere capacità costruttive e realizzative assolutamente in linea con quelle degli omologhi occidentali, dimostrando, inoltre,  di saper fare la differenza attraverso elementi creativi di assoluto valore e fuori dai canoni tradizionali, testimoni della cultura e del sentimento Latino Americano. Dal Messico sono arrivati Manuel Rodriguez, couturier che ha vestito le star del mondo dello spettacolo del suo Paese e la linea Tirza della stilista Sara Garcia Meza. Dall’Ecuador sono giunti: la stilista Gabriela Guasgua con la linea GiBAG – Handbags and Accessories che combina tessuti con materiali misti elaborati dagli artigiani della città di Otavalo e  dal Brasile Napoleao Cesar  i cui modelli sono una fusione di più stili e colori  con una predominante caraibica presente anche nei modelli degli stilisti Cubani Jacqueline Fumero, Ismael De la Caridad e Yosmany Larrea, in un tripudio di estro, energia, colori e vitalità.  A tutti gli stilisti partecipanti alla sfilata è stata consegnata una targa ricordo dell’evento.

 

Alla tenuta La Tacita riflettori accesi sulle bellezze di Miss Mondo

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La luna è sogno. Splendeva nel parco il 25 u.s. Era una di quelle notti in cui pallida, fantasima, la luna splende nel buio come un cielo in un cielo. Che emozione per queste 25 ragazze che partecipano per le selezioni regionali di Miss Mondo.

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Fascino ed eleganza in passerella sposano l’incanto dei luoghi della prestigiosa struttura, ospitata all’interno di un parco naturalistico. Presso la Tenuta La Tacita Country Weddings, elegante e prestigiosa location nel cuore della Sabina, tra Roma e Rieti e spettacolare scenario d’incantevoli matrimoni e prestigiosi eventi, si è tenuta la selezione Finale per la Regione Lazio di “Miss Mondo”, imperdibile appuntamento con la bellezza femminile.Una qualificata giuria di giornalisti, esperti del settore hanno fatto da cornice fra cui Monica Indaco, manager della struttura, Roberto Carosi, titolare dell’omonima sartoria maschile, Barbara Vissani Wedding Planner e Wedding Designer.

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Le giovani partecipanti si sono espresse nel portamento, nelle arti e non solo. “Ho accolto con piacere la possibilità di ospitare questo evento che pone al centro dell’attenzione la bellezza e l’eleganza femminile – afferma Monica Indaco – decisamente in armonia con il fascino di questo luogo incantevole in cui si respira l’amore per l’ambiente e il gusto del bello, in un’equilibrata alternanza tra le maestose ed eleganti costruzioni e le incantevoli meraviglie della natura. La nostra Tenuta è infatti un’armoniosa composizione di più location immerse in un paesaggio superbo di 130 ettari in cui si alternano lo chalet delle rose, la piscina scenografica, il vigneto, la tartufaia, gli uliveti secolari, le sequoie importate dal Nord America, migliaia di piante di lavanda e, soprattutto, Vacunae Rosae, uno dei roseti più importanti al mondo. Una ricchezza di ambientazioni che accoglie con la medesima eleganza ricevimenti di nozze ed unioni civili con una analoga varietà che troviamo anche nella proposta enogastronomica, potendo scegliere tra la nostra prestigiosa ristorazione stellata, capitanata dal Maestro Antonio Sciullo – già insignito di 2* Michelin – e la possibilità di accogliere la cucina di catering esterni, avvalendosi di tutti i servizi offerti dalla Tenuta”.

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La serata del concorso, organizzato dallo stilista di Miss Mondo Lazio, Erasmo Fiorentino e dal coreografo Maurizio Serafini, si è aperta con la presentazione delle concorrenti e la selezione delle tre finaliste di “Model Lazio 2019” per l’assegnazione delle fasce “Talent” e “Beach Lazio 2019 con una selezione di combinati da spiaggia.  Eleganti abiti da sera sono stati indossati in occasione dell’uscita finale delle modelle, che ha decretato la vincitrice di “Model Lazio 2019”, Diana Giacometti. La vincitrice è stata insignita con la corona realizzata da Federica Galletti per la gioielleria Boccacci.

Per ulteriori informazioni sulla location “La Tacita” consultare il sito www.latacita.it oppure e.mail: info@latacita.it

Tutti Principi e Principesse per un giorno a Buonvicino (Cosenza) con Seduzioni & Gusto Festival

Mariagrazia Fiorentino  (press.eurintuni@virgilio.it) – Donatello Urbani (donatello.urbani@gmail.com)

Chi non ha sognato di essere trasformato nel corso della notte, da una Fatina Buona o da un Mago dai poteri soprannaturali, in un principe o in una principessa? Sono questi i personaggi protagonisti di molte favole e  che hanno occupato più di tutti gli altri  i desideri ed i sogni di tutti noi bambini. Il tempo che con il suo lento incidere ha segnato, più o meno velocemente, i nostri giorni non è riuscito a cancellare del tutto questi sogni e desideri infantili che in parte, sia pure in un angolo remoto e quasi impercettibile, continuano a vivere nel nostro cuore nel malcelato desiderio che una Fatina o un Mago lo facciano rivivere nuovamente. Gli psicologi hanno classificato scientificamente questo fenomeno con il nome “Complesso di Peter Pan”, il bambino che non voleva crescere nella continua ricerca dell’isola che non c’é. Non facciamoci fuorviare dalla scienza. Un passo contro corrente può segnare un attimo felice nella nostra vita.

078e962c-a0ee-46f2-83eb-749e301e29df                                                            Foto Courtesy dell’Ufficio Stampa Licia Gargiulo

La Pro Loco di Buonvicino, comune calabrese in provincia di Cosenza membro dell’Associazione dei  Borghi più Belli d’Italia, in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale, organizza nel mese di luglio, già da dodici anni, la manifestazione “Seduzioni & Gusto Festival” che nel corso del suo svolgimento consente ai partecipanti di vivere per tre giorni una realtà in chiave aristocratica. Per l’occasione nelle vesti del Mago onnipotente si è calato Nino Graziano Luca che in fatto di organizzazione eventi ha poteri soprannaturali,  mentre le vesti della Fatina Buona sono state indossate dalla Compagnia Nazionale di Danza Storica. Completano il tutto gli affascinanti scenari paesaggistici naturali del parco del Pollino insieme a quelli dell’immediato retroterra della costa ionica calabrese.

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A questi si aggiungono  l’impareggiabile enogastronomia che trova nelle oltre mille ricette riportate nel trattato Cucina Teorico Pratica di Ippolito Cavalcanti Duca di Buonvicino il suo completamento, senza dimenticare la buona quanto economicamente favorevole offerta di vari B&B, agriturismi, locande a gestione familiare, camping e vari hotel tanto in città quanto nella vicina cittadina di Diamante, distante solo pochi kilometri da Buonvicino. Il vero punto di forza comunque è il programma che ruota intorno al Gran Ballo, sapientemente condotto da Nino Graziano Luca e curato dalla Compagnia Nazionale di Danza Storica dove circa 100 danzatori in Costume dell’800, provenienti da molte città italiane e da alcune capitali europee, accompagneranno il pubblico, con eleganza e maestria, in quadriglie, valzer, contraddanze, polche e mazurche.

45a7b908-4f79-42b1-afe1-09892e0bd180Gli attori Giorgia Ferrero e Luca Avallone, aprono il “Gran Ballo di Primavera 2019″. Foto Courtesy dell’Ufficio Stampa Licia Gargiulo

Sono proprio queste danze che caratterizzeranno l’intera manifestazione“Seduzioni & Gusto Festival 2019” con un tocco di eleganza e raffinatezza segnando e aprendone la porta, anche all’Evento Moda che vede la partecipazione di numerosi stilisti emergenti finalisti del concorso internazionale di Moda Movie insieme a stilisti di Alta Moda. Tutto questo sarà accompagnato da spettacoli musicali, laboratori creativi dedicati ai più piccoli sulla moda e sulla gastronomia, premiazioni delle eccellenze di Calabria, Show coking, degustazioni, mostre artistiche, proiezioni di film e convegni. Una particolare menzione meritano le offerte enogastronomiche proposte dai vari ristoranti dove, in alcuni operano chef premiati in prestigiose competizioni culinarie, che propongono buffet ispirati al celebre trattato di Cucina Teorico Pratica di Ippolito Cavalcanti Duca di Buonvicino, largamente diffuso nel XIX secolo in tutto il Sud Italia.

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Pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1837 presenta numerose ricette dell’epoca provenienti dalle diverse classi sociali. Dal 1837 al 1865 se ne stamparono nove edizioni abbastanza diverse fra di loro in quanto venivano continuamente ampliate dall’autore. La Cucina teorico-pratica è un compendio di cucina tradizionale napoletana con alcune ricette d’ispirazione francese, in quanto la cucina d’Oltralpe era all’epoca molto presente sulle mense dell’aristocrazia o dell’alta borghesia. L’appendice ci riporta invece alla cucina casereccia in uso all’epoca presso il popolo.  Questa tredicesima edizione di Seduzione & Gusto Festival 2019 si terrà a Buonvicino (Cosenza) dal 12 al 14 luglio.

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In anticipo sull’evento di Buonvicino si è tenuto a Roma nell’elegante Palazzo Rospigliosi il Gran Ballo di Primavera organizzato da Nino Graziano Luca che ha visto la partecipazione della Compagnia Nazionale di Danza Storica con un ricevimento, finale, ispirato all’arte culinaria del Duca di Buonvicino.

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Ospiti della serata gli attori Giorgia Ferrero e Luca Avallone nonché lo stilista Massimiliano Giangrossi “che disegna e realizza da vero artista artigiano le creazioni sposa e haute couture nel suo atelier di San Benedetto del Tronto, seguendo l’alta tradizione sartoriale italiana con un’approfondita conoscenza delle più raffinate tecniche di consulenza d’immagine” come affermato nel corso della presentazione.