Civitatis – Piattaforma web per il turismo

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Lo scopo che si prefigge questa piattaforma spagnola è ben chiaro: aprirsi al mercato turistico italiano raddoppiando la cifra di 600.000 utilizzatori italiani che nel 2024 si sono serviti dei loro servizi raggiungendo quota di 1.200.000 utenti.

La loro offerta, presentata nel Centro Multimediale Interattivo dell’Ufficio Turistico Spagnola di Roma – Piazza di Spagna –, rivolta tanto a privati viaggiatori quanto a tutti gli operatori turistici, incluse le agenzie di viaggio, si basa essenzialmente su tre obbiettivi:

  • Espansione dell’offerta: nuove esperienze, destinazioni e attività su misura per i viaggiatori italiani.
  • Innovazione tecnologica: miglioramenti costanti alla piattaforma per garantire un’esperienza di prenotazione rapida e intuitiva.
  • Collaborazioni locali: rafforzare il legame con operatori e istituzioni italiane per promuovere il turismo sia in Italia che all’estero. Infatti, Civitatis sta sviluppando il suo team locale sul territorio per promuovere queste azioni.

Un turismo più agevole, sicuro e facile è, senza ombra di dubbio, a tutto vantaggio dei viaggiatori spesso costretti a compiere scelte difficili e al buio che spesso hanno compromesso la buona riuscita del viaggio o della vacanza. Ben venga l’innovazione tecnologica anche nel turismo.

 

 

 

Apre a Roma – Via Mario dei Fiori, 99 – La Ménagèr: concept restaurant, caffetteria, cocktail bar, libreria, store e flower shop.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Il modello da seguire nella realizzazione è stato quello presente da tempo a Firenze in Via Ginori. La sede romana si trova a due passi da Piazza di Spagna nel celebre locale che negli anni 80/90 del secolo scorso ha ospitato Gilda, storico ritrovo del jet set romano.

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Mille metri quadri destinati al buon cibo dove l’accurata attenzione alla materia prima è d’obbligo per la realizzazione di piatti raffinati, accompagnati da una carta dei vini curata, con un’ampia selezione di etichette italiane e francesi.

20241114_184217 Tra le specialità proposte: primo piatto spaghetto aglio, olio, peperoncino, prezzemolo e bottarga seguito dal filetto alla Wellington e quello alla Rossini.

20241114_190821Un particolare tocco di raffinata leggera eleganza è offerto dal flower shop: un’opportunità in più per  vivere un’esperienza speciale.

 

Le Creuset apre a Roma Via Frattina, n.96 un prestigioso punto vendita di stoviglie e articoli per la cucina.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Il cibo è buono quando fa bene e il buon cibo parte dalla pentola. Può sembrare uno slogan ma non lo è. Su questo principio s’ispira tutta la linea casa prodotta e venduta da “Le Creuset”. La linea “Zero Grassi” grazie al particolare rivestimento consente la cottura del cibo senza condimenti con grande beneficio per la salute ed è affiancata da altrettanti articoli che grazie ai particolari materiali usati, quali pietra, gress, vetro, ceramica, acciaio inox, ghisa e alluminio consentono cotture improntate tutte alla salubrità.

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La nuova signature boutique di Roma – Via Frattina, n.96 – espone un’ampia gamma delle produzioni Le Creuset che, in aggiunta alla salubrità, sono state realizzate in vari colori con il preciso intento di aggiungere note allegre nelle cucine troppo spesso caratterizzate da cupe monocromie.

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Di particolari note allegre è la tavola delle festività che oltre tutto offre preziosi spunti per eventuali regali da rivolgere a quanti desideriamo ricordare in occasioni speciali come quelle in calendario nei prossimi giorni.

 

Roma nel cinema a pennello – Roma cinematografara in mostra a Palazzo Merulana fino all’ì8 dicembre 2024

Redazione

Ben 50 bozzetti pittorici di grandi artisti, realizzati per la stampa tipografica dei manifesti per immortalare uno straordinario viaggio nella città più filmata al mondo, insieme a New York e Parigi. Da comunicato stampa: “Opere, disegnate a tempera su carta o cartoncino, la mostra si propone di articolare una sorta di racconto per film e attori dal dopoguerra agli anni ’80, di Roma come set cinematografico. Dall’apparizione sconvolgente del neorealismo di Roma città aperta, Ladri di biciclette, Umberto D al mito del cinema attraverso la Magnani di Bellissima, al noir comico e grottesco della serie del “Monnezza”, dalla Roma papalina di Luigi Magni a quella di Germi di Un maledetto imbroglio (tratto da Quer Pasticciaccio brutto de Via Merulana), dalla Roma di Poveri ma belli, de I soliti ignoti e di Febbre da cavallo a quella di Accattone e Mamma Roma.

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I film non cominciavano sugli schermi delle sale ma sui cartelloni nelle strade. Tutto questo fino all’avvento di photoshop, che ha scritto la parola fine a questa grande storia “disegnandone” un’altra. La pittura cinematografica, espressione di sintesi elevata dell’incontro tra arte e impresa, almeno fino alla fine degli anni ’80 ha rappresentato il punto più alto dell’azione promozionale, finalizzata ad affascinare e catturare il pubblico.

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La mostra vuole celebrare anche gli anniversari di grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale: il cinquantenario della morte di Vittorio De Sica e di Pietro Germi, il centenario della nascita di Marcello Mastroianni e il novantesimo compleanno di Sophia Loren. Gli anniversari sono evocati nel manifesto della mostra, che immortala il volto del commissario di “Un maledetto imbroglio” e la scena iconica dello spogliarello in “Ieri, oggi e domani” che, con la regia di Vittorio De Sica, vinse l’Oscar come miglior film straniero.

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L’esposizione prevede, poi, l’omaggio a due grandi icone del cinema: Federico Fellini, che ha girato i  suoi  film  nel  mitico  Studio  5  di  Cinecittà,  e  Alberto  Sordi simbolo della Capitale di cui è stato Sindaco per un giorno, grazie alla felice scelta di  Francesco  Rutelli.  Fellini, con il suo occhio onirico, ha scelto Roma come  set privilegiato, evidenziando con “La dolce vita” e i paesaggi fantastici costruiti a Cinecittà  (dalla  laguna  veneziana  de  Il  Casanova  al  passaggio  del  mitico  Rex  di Amarcord)  l’intera,  proteiforme,  trasformazione  di  Roma  dalle  macerie  del  dopoguerra  a  capitale  contemporanea,  dalla  “Hollywood  sul  Tevere”  agli  anni  di  piombo, dalla città in ricostruzione al caos metropolitano del consumismo, dai colossal di  Cinecittà  all’Estate  Romana  di  Nicolini. Infine Alberto Sordi che come Sceicco, Vitellone, Americano, Vigile, Giornalista, Prete e tanti altri memorabili personaggi, ha declinato, in maniera indimenticabile, i multiformi aspetti di Roma e dei Romani.”

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Modalità di visita: Mercoledì – domenica ore 12 – 20 (ultimo ingresso alle 19) Biglietto Intero euro 12.00 – Biglietto Ridotto 10.00. info www.palazzomerulana.it

 

 

Il Bio a raccolta a Roma il 30 ottobre 2024 – Richieste e proposte dei produttori per un’agricoltura biologica al passo con i tempi.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Punto centrale e di partenza di questa seconda assemblea romana di Federbio è stato il riconoscimento attuale della validità del Manifesto dei Produttori Agricoli Biologici redatto un anno fa. In sintesi il biologico e biodinamico sono:

  • Innovazione sociale economica e ambientale con al centro l’agricoltura rigenerativa;
  • Espressioni future dell’agricoltura uniche a garantire il raggiungimento del 25% della superficie coltivabile con biotecnologie e quindi bisognosi di investimenti, supporto tecnico, innovazione organizzativa, formazione e ricerca incentrate sull’agroecologia.

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Le proposte avanzate da un gruppo di agricoltori e allevatori bio; da una tavola rotonda che ha dibattuto su: “Semplificazione burocratica,  rapporti di filiera e marchio nazionale per un biologico italiano al giusto prezzo” moderata da Antonio Cianciullo, giornalista UffPost, alla quale hanno partecipato Maria Letizia Gardoni,  Presidente Coldiretti Bio; Giuseppe Di Noia, Presidente ANABIO-CIA; Marco Paravicini, Vicepresidente Federbio; Nicoletta Maffini, Presidente Assobio: nonche dalla stessa Presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, che ne ha tratto le conclusioni, sono state: (Da comunicato stampa)

  • Al bio serve un ‘giusto prezzo’ e un tetto alla burocrazia, per permettere di produrre cibo sano e pulito, per garantire il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei lavoratori e quelli della terra, che renda accessibili ai cittadini alimenti di qualità e di una semplificazione burocratica per mantenere la posizione di testa nel mercato europeo (fatturato + 4,9% in termini di volume e + 4,5% in valore negli ultimi 12 mesi e ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato)
  • l’esigenza di accelerare ulteriormente la crescita del bio sottolineando i vantaggi che vengono da scelte agricole, come quelle dell’agroecologia, che riducono il peso dell’import di prodotti di sintesi chimica, accorciano la distanza tra produttore e consumatore, rafforzano il ruolo delle comunità locali e dei distretti di produzione. Anche la crisi climatica spinge nella stessa direzione.
  • La richiesta del settore per il “giusto prezzo”, definito da una Commissione Unica Nazionale (CUN) che regoli il mercato del biologico, in maniera indipendente da quello dei prodotti convenzionali e definito in un patto sociale tra produttori e consumatori (proposta Di Noia) in modo da ridurre i troppi passaggi di mani con la conseguente lievitazione del prezzo di acquisto.
  • Obiettivi impegnativi – per l’Italia il target del 25% di campi bio è anticipato al 2027 – che richiedono inoltre di alleggerire gli oneri legati a un sistema di certificazione troppo burocratico”.

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Il biologico è innovazione e può pertanto trasferire pratiche sostenibili al resto dell’agricoltura che ha bisogno di guardare alla transizione ecologica, spiega Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio. “La differenza la possono fare gli agricoltori, perché sono loro che detengono i valori fondamentali dell’agricoltura biologica, come la cura della fertilità del suolo e della biodiversità. Ma superare le criticità che minacciano la tenuta delle imprese agricole è necessario affrontare con decisione i temi prioritari contenuti nel Manifesto. In particolare, la semplificazione delle normative e la garanzia di un “giusto prezzo” per i prodotti biologici. Per questo occorre valorizzare gli agricoltori nell’ambito della filiera anche attraverso il marchio del biologico italiano”.

 

Federturismo Confindustria discute sul futuro dell’industria turistica nell’Assemblea Pubblica del 29 ottobre 2024

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Ai saluti istituzionali rivolti ai partecipanti da Leopoldo Destro, Delegato del Presidente per i Trasporti, Logistica e Industria del Turismo di Confindustria, è’ seguita la relazione della Presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli che, dopo aver riferito sui buoni risultati della stagione turistica in corso, ha tracciato le linee programmatiche sui nuovi turismi e le future attività ed iniziative a partire dalla prossima stagione turistica 2025.

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Di particolare importanza oltre il Giubileo 2025, con l’introduzione di una “Carta del Pellegrino”, le Olimpiadi Invernali Milano Cortina del 2026, saranno il Forum Internazionale del G/7 sull’industria turistica, gli Stati Generali del Turismo del prossimo 10 aprile 2025, nonché alcune riflessioni sull’intelligenza artificiale applicata al turismo.

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La tavola rotonda seguita ai due  sopra ricordati interventi, coordinata da Massimiliano Vavassori, Direttore delle relazioni istituzionali e del Centro studi del Touring Club Italiano, ha discusso de : “I temi strategici per il turismo italiano: Cooperazione Internazionale, Promozione e sviluppo” con gli interventi di On.le Gianluca Caramanna, X Commissione Attività produttive, Commercio e turismo della Camera dei Deputati; Massimo Deandreis, Direttore generale SRM (società della Banca Intesa San Paolo); Ivana Jelinic, Amministratore Delegato ENIT S.p.A.; Marina Lalli, Presidente Federturismo Confindustria; Emiliana Limosani, Chief Commercial Officier ITA Airways e CEO di volare. Le conclusioni sono state affidate alla Ministro del Turismo Sen. Daniela Santanchè.

Federagenti – 75 anniversario ricordato a Roma con un’Assemblea Pubblica con un significativo O.d.G. “Mare: è risiko, ma non è un gioco”

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La cura di quel delicato rapporto fra mare e terra per la tutela degli armatori, ma anche della Pubblica Amministrazione e dei fornitori di servizi alla nave, è il compito primario della Federagenti. L’Assemblea pubblica degli iscritti convocata a Roma lo scorso 25 ottobre, vuole essere un’occasione importante per sottolineare il ruolo costante speso al servizio dell’interscambio via mare di merci e persone.

Da comunicato stampa: “Da uomini concreti, in grado di cogliere anche solo nell’espressione di un comandante o dallo spostamento di un traffico, i segnali inconfondibili sia di pericoli che di opportunità, si è deciso di organizzare l’Assemblea che celebra i 75 anni della Federazione come un risiko, non un gioco, ma un esercizio di visione per individuare ciò che ancora non esiste, ma potrebbe verificarsi. Sempre cavalcando le onde che si infrangono sulle banchine dei porti.
Il 25 ottobre a Roma “Mare: è risiko, ma non è un gioco”, l’Assemblea Pubblica Federagenti per anticipare, a partire dai traffici marittimi, quanto potrebbe accadere”.

 

 

 

Acqualagna – 59^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco – Cartoceto – 47^ Mostra Mercato dell’Olio di Oliva

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Giorni di fuoco: fornelli fumanti nei giorni 26, 27 ottobre e 1 – 2 – 3 – 9 e 10 novembre 2024 attendono Acqualagna e Cartoceto, due centri marchigiani, in provincia di Pesaro/Urbino, depositari di due autentiche eccellenze della gastronomia nazionale: il Tartufo Bianco di Acqualagna e l’Olio extravergine di Oliva di Cartoceto. Oltre 50 eventi sono stati inseriti in un ricco programma di cooking show, presentazioni, incontri, visite guidate nei centri storici, escursioni sul territorio, conferenze e premiazioni.

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Acqualagna – Centro nevralgico delle iniziative programmate Piazza Enrico Mattei- Fra queste meritano una menzione il “Ristotartufo”, piatti della tradizione culinaria locale e internazionale a base di tartufo bianco; “Mercato del Gusto” prodotti tipici locali, nazionali, eccellenze agroalimentari e artigianato locale; “Salotto da gustare” con la cucina stellata e realizzazioni di cuochi e chef famosi.

Iniziative di grande interesse:

  • Premio Ruscella d’oro 2024 – La ruscella rappresenta la fatica e l’attività del tartufaio che per l’occasione viene conferita a personalità nazionali e internazionali che si distinguono per la loro attività.
  • Gara Nazionale delle città del tartufo – giunta quest’anno alla seconda edizione.
  • Premio Enrico Mattei – quale riconoscimento intitolato ad un conterraneo di grande valore.
  • La cerca del tartufo – campagna promozionale rivolta alle famiglie, inclusi i bambini, tutti i giorni, esclusa la domenica, con partenza dal Parco della Repubblica,
  • Mani in pasta – Scuola di cucina per bambini curata da Antonio Bedini dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani,
  • Borsa del Tartufo di Acqualagna – punto di riferimento per le quotazioni di tartufo bianco stabilite in base alle richieste di mercato ed all’andamento climatico stagionale.
  • Il Camping Club di Pesaro gestirà l’accoglienza dei turisti in camper, Info 348 3020780.

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Cartoceto – Il territorio, tra le colline dell’alta valle del Metauro, vanta un microclima che ha favorito, fin dal XIII secolo, la produzione di olio extravergine di oliva – EVO – tanto da vantare l’unica certificazione DOP della Regione Marche.

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L’Azienda Agricola Biologica di Giuliano Berloni ne è capofila all’interno della suggestiva zona DOP di Cartoceto. “L’amore per la terra e la salvaguardia dell’ambiente uniti alla passione per le proprie origini ha spinto la famiglia ad intraprendere questa affascinante attività.” Il Liquor d’Ulivi, un liquore digestivo, amabile di sapore dolce balsamico è il fiore all’occhiello dell’azienda. www.liquordulivi.it  Da 47 anni le prime due domeniche di novembre sono occupate dalla mostra mercato con il “Cartoceto DOP, il Festival”.

20241022_190922Per l’occasione sia il borgo che l’intero territorio, ospitano percorsi naturalistici, eventi e attività culturali tanto che la città capoluogo di provincia, Pesaro cede a Cartoceto, nella terza settimana di novembre, lo scettro di “Capitale della Cultura 2024”.

Maggiori notizie ed informazioni IAT Cartoceto tel. 0721. 898437 – sito www.prolococartoceto.it – email cartocetopuntoiat@gmail.com

 

Italian Renewables Investment Forum 2024 – La parola ai protagonisti della transizione energetica in Italia.

Mariagrazia Fiorentino

Aumentano gli investimenti nelle rinnovabili anche nel 2024, ma l’attuale quadro normativo frena la crescita (gli effetti saranno evidenti già a partire dal 2026) è quanto è emerso nel dibattito svoltosi al MAXXI di Roma lo scorso 10 ottobre. L’obbiettivo preposto è quanto mai ambizioso quanto impegnativo: coprire il 65% del fabbisogno elettrico nazionale con energia rinnovabile entro il 2030. Un obiettivo sfidante, come riportato nel comunicato stampa, “se si considera che attualmente, la quota in Italia è pari al 36,8%, ancora lontana da quella di altri Paesi europei come la Spagna (52%), la Germania (50%) e la Francia (27%), che però conta sul nucleare. L’Italia avrebbe tutte le potenzialità per raggiungere questo obiettivo, alla luce dei trend di crescita della potenza rinnovabile installata, ma è destinata a scontrarsi con l’attuale quadro regolatorio. Negli ultimi cinque anni il mercato italiano delle energie rinnovabili è cresciuto in modo significativo, anche grazie ai numerosi progetti finanziati da investitori internazionali”.  Nota dolente le autorizzazioni prescritte per la costruzione di nuovi impianti (permitting).  Attualmente il settore si trova in una situazione di “attesa” sia per capire come si muoveranno le Regioni nell’attuazione del DM Aree Idonee, sia per valutare quale sarà il destino del solare a seguito dei divieti introdotti dal DL Agricoltura. Da comunicato stampa: “le sofferenze derivano dalla mancanza di un contesto regolatorio stabile nel tempo e coerente con la strategia energetica nazionale, a partire dagli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il 2030. I decreti Agricoltura ed Aree Idonee, tanto attesi, ora rischiano di rallentare – se non bloccare – le installazioni (soprattutto il fotovoltaico), mentre i provvedimenti che potrebbero favorirle sono ancora in fase di definizione. Ritardi permangono anche sull’avvio del decreto FER X che è ancora oggetto di confronto con Bruxelles. È in discussione anche il Testo Unico Rinnovabili, concepito per mettere ordine nei processi autorizzativi ma che sembra lontano da riuscire a semplificare gli iter. Le uniche note positive – è emerso dai lavori – riguardano la pubblicazione dello schema di incentivazione FER 2 per le rinnovabili innovative (e di cui si aspettano le regole operative del GSE) e l’impugnazione da parte del governo della moratoria della regione Sardegna che ha sospeso per 18 mesi i processi di autorizzazione e fermato la costruzione di impianti già avviati”.

Fra i vari interventi è stato di particolare interesse quello di Alessandro Marangoni, ceo di Althesys , organizzatrice dell’evento , che ha affermato: “Continua la fase di crescita straordinaria per gli investimenti nelle energie rinnovabili in Italia nonostante le sfide economiche globali e quelle nazionali derivanti dalle complessità normative e autorizzative. Tra gli elementi da sottolineare c’è sicuramente il crescente interesse proveniente da molti player anche internazionali per progetti di accumulo, ma anche lo sviluppo dell’eolico offshore. Restano però sul futuro del settore una serie di incognite che influenzeranno le scelte degli investitori: il ridimensionamento sensibile dei prezzi elettrici in Europa, dopo due anni di picchi; la tenuta della capacità della rete, sottoposta a carichi crescenti anche a causa della cattiva distribuzione regionale sbilanciata al Sud; infine, il Governo ha annunciato il ritorno del nucleare, ovviamente di nuova generazione, una tecnologia che potenzialmente potrebbe condizionare lo scenario energetico del prossimo decennio e drenare in futuro risorse previste per le rinnovabili”.

Certificazione di Origine per il caffè brasiliano

Certificazione di Origine per il caffè brasiliano

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Bisogna allungare l’orizzonte, non accorciarlo.

La prima Denominazione di Origine del caffè brasiliano risale al 2013 – Regione del Cerrado Mineiro – ma già dal 2005 fu istituita l’Indicazione di Provenienza. La Denominazione di Origine – DO –  è, come affermato nel corso della sua presentazione all’Ambasciata del Brasile a Roma, “un diritto di proprietà intellettuale col quale si attesta che un determinato prodotto possiede qualità o caratteristiche dovute esclusivamente o essenzialmente all’ambiente geografico compresi i fattori naturali e umani”.

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I produttori di caffè che decidono di aderirvi devono rispettare un rigoroso disciplinare che prevede, come nel caso fissato dalla Regione del Cerrado Mineiro, produttrice il 40% di tutto il caffè brasiliano – 6 milioni di sacchi- : le aziende produttrici devono trovarsi nell’area geografica della regione; trovarsi ad un’altitudine minima di mt.800 – massima 1300 s.l.m.; il produttore deve essere membro di un’associazione o di una cooperativa affiliata alla Federazione dei Produttori di Caffè del Cerrado; conferire lotti di caffè che abbiano ottenuto un punteggio minimo di qualità di 80 punti basato sulla metodologia SCA; presentare una dichiarazione di conformità alla legislazione sociale ed ambientale del Brasile; i lotti devono essere depositati in magazzini accreditati; la conformità ai criteri sopra descritti consente l’accesso ai marchi ed ai certificati di qualità ed autenticità di origine della Denominazione di Origine Regione del Cerrado Mineiro. A tutto questo si aggiungono 5 dispositivi di verifica dell’autenticità: 1- Imballaggi ufficiali della Denominazione di Origine, 2- Certificati di qualità e di origine; 3- marchi di origine (per caffè crudo o per caffè tostati); 4 – sistema di tracciabilità; 5 – Fingerprint (metodo scientifico per l’identificazione dell0rigine del chicco di caffè. Da non trascurare infine che molti dei 4.500 produttori di caffè del Cerrado Mineiro adottano l’Agricoltura Rigenerativa dove si praticano regole di sostenibilità ambientale e non sono ammessi i fertilizzanti chimici tradizionali e comunque inquinanti.

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Animatori dell’iniziativa, oltre i rappresentanti ministeriali e diplomatici della Repubblica del Brasile, il Caffè Illy, che commercializza una confezione di 250 gr. di caffe arabica con le indicazioni di origine e i rappresentanti della regione del Cerrado Mineiro insieme a alcuni produttori di caffè che hanno voluto dare il maggior risalto possibile a questo incontro.

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Se volete gustare un super caffè del Cerrado Mineiro, recatevi a Roma in Via Piave, n.8 da Le Levain Cafè, – tel. 06.43682011 – 376.2067672 – dove gentilezza e cortesia sono di casa. Per saperne di più www.picapaucaffe.com – shop.lelevainroma.it