Dal Cuore Alle Mani: Duecento creazioni della Maison Dolce&Gabbana in mostra al Palazzo delle Esposizioni fino al 13 agosto 2025

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Dopo Milano e Parigi, la mostra “Dal cuore alle mani” è ospitata al piano nobile del PalaExpo di Roma fino al 13 agosto 2025. Quanto mai aderente alle caratteristiche proprie di questa maison di moda è il titolo “Dal cuore alle mani: ”il cuore simbolo per eccellenza della venerazione e depositario dei più nobili sentimenti della religiosità cristianità espresso nel “Sacro cuore di Gesù”, è assunto come logos e punto di riferimento da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per la loro casa di mode dove il “fare a mano” si assume come termine fisso del “ben fare” ed entra in stretto dialogo con le caratteristiche proprie di quelle religiose.

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Come riportato nel comunicato stampa: “Il percorso espositivo si sviluppa in un susseguirsi di grandi sale  immersive su una superficie di circa 1.500 mq, esplorando il pensiero creativo e non convenzionale del brand nel mondo del lusso – elegante, sensuale e unico, ma anche ironico, irriverente e rivoluzionario.

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Le creazioni sono raccontate attraverso una serie di temi che evidenziano le molteplici influenze culturali italiane alle radici di Dolce&Gabbana: dall’arte all’architettura, dall’artigianato d’eccellenza al folklore, dalla musica all’Opera, il Balletto, il Teatro e, naturalmente, le suggestioni della “dolce vita”.

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Una vetrina dell’impareggiabile maestria e dell’artigianalità espresse dal marchio, Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana è una lettera d’amore aperta alla cultura italiana, da sempre ispirazione e musa delle creazioni di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, dei quali ripercorre lo straordinario processo creativo – dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, attraverso cui le stesse prendono forma. L’esposizione, inoltre, include il lavoro di selezionati artisti visivi in dialogo con la creatività di Dolce&Gabbana”.

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Roma, via Nazionale,194 – Biglietti disponibili su mostradolcegabbana.com – Informazioni palazzoesposizioniroma.it –  Facebook:@Palazzo Esposizioni –  Instagram: @palazzoesposizioni  – Twitter:@Esposizioni  – Orari da domenica a mercoledì10.00-20.00da giovedì a sabato10.00-22.30Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura – Biglietti  Intero € 17 – ridotto € 15 -ragazzi dai 7 ai 18 anni € 10 – Accessibilità: il Palazzo Esposizioni di Roma è accessibile alle persone con ridotta capacità motoria o sensoriale da tre ingressi privi di barriere architettoniche

La Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano – Presentazione Comunidad di Madrid e Museo Thyssen-Bornemisza

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

I due eventi si sono svolti– 7 maggio 2025 ore 18,30 – al Cinema Barberini di Roma. La serata inaugurale del Festival Cinematografico Spagnolo-Latino americano è stata caratterizzata anche dalla Presentazione delle proposte turistiche offerte dalla Comunidad di Madrid e Museo Thyssen-Bornemisza e dalla proiezione fuori concorso del film/documentario “The Sleeper. Il Caravaggio Perdido”. Di particolare interesse sono le iniziative predisposte per i turisti  a “museo chiuso” che prevedono oltre la visita al museo anche altre di interesse culturale, shopping e enogastronomico. Maggiori notizie ed informazioni si possono avere dalle agenzie di viaggio al momento della prenotazione del soggiorno nella città di Madrid oppure sul sito web https://tourspainit.travelexpert.academy/

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Al termine della serata finale – 11 maggio 2025 – sono stati dichiarati i vincitori dei vari premi inseriti nella 18^ Edizione della Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano:

  • Premio del Pubblico Urban Vision è stato assegnato ex aequo a El 47 di Marcel Barrena e Soy Nevenka di Icìar Bollaìn, due opere che hanno saputo conquistare in egual misura l’entusiasmo e l’emozione degli spettatori.
  • Premio Giuria Giovani, novità di quest’anno, assegnato da una giuria composta da studenti de “La Sapienza Università di Roma”, è andato a Querido Trópico di Ana Endara.
  • Premio IILA-Cinema, organizzato dall’IILA – Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana e rivolto a registi latinoamericani minori di 40 anni con l’obiettivo di supportare e valorizzare i nuovi talenti latinoamericani, è stato invece assegnato a Kinradi Marco Panatonic (Perù, 2023), nella categoria Lungometraggi di finzione, e Neirud di Fernanda Faya (Brasile, 2023), nella categoria Lungometraggi documentari.

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La Nueva Ola non finisce qui, dal 6 all’8 giugno prosegue a Capalbio al Cinema Nuovo Tirreno, a Napoli FOQUS Quartieri Spagnoli dal 26 al 29 giungo, a Messina Capo Peloro a fine luglio. Tra i diversi appuntamenti del Festival che preseguirà in tour per la penisola fine a fine anno si segnala la nuova tappa a Brescia, al Nuovo Eden, dal 17 al 21 settembre. Questa rassegna è un evento ideato, prodotto e organizzato da EXIT media, con il sostegno dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Acción Cultural Española, Regione Lazio, IILA – Instituto Italo-Latinoamericano, Ufficio del turismo spagnolo, Instituto Cervantes di Roma, la Real Accademia di Spagna a Roma e il patrocinio delle ambasciate di Bolivia, Colombia, Costa Rica, Messico, Perù, Uruguay.

Riapre un monumento particolare – Passetto di Borgo -, con un calendario di visite guidate a cura di Coopculture

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

La Soprintendente Speciale per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, Daniela Porro insieme al Direttore Generale Musei, Massimo Osanna hanno inaugurato la riapertura del Passetto di Borgo, il suggestivo passaggio fortificato tra Vaticano e Castel Sant’Angelo, storica via di fuga dei Pontefici romani.

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Da comunicato stampa: ”Il Passetto di Borgo, progettato per collegare il Vaticano con Castel Sant’Angelo, vanta una storia ricca e stratificata. Le prime fortificazioni dell’area risalgono all’impero del re ostrogoto Totila nel VI secolo d.C. Successivamente, Papa Leone IV, nel IX secolo, ampliò le difese costruendo una cinta muraria a protezione del Vaticano e della Basilica di San Pietro, per contrastare i ripetuti attacchi dei Saraceni.

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Leone IV – “Il Papa Restauratore” – 847/855 d.C. –   A lui si deve la costruzione delle mura leonine  dopo le distruzioni e saccheggi da parte degli arabi, sulle quali verrà edificato il Passetto di Borgo . Il reperto fa parte dell’esposizione allestita nel Bastione S, Marco all’interno di Castel S. Angelo

Nel 1277, sotto Papa Niccolò III Orsini, fu realizzato il collegamento tra il Passetto e Castel Sant’Angelo, con l’intento di garantire un passaggio sicuro per i Pontefici. Successivi interventi, come quello di Alessandro VI Borgia (1492-1503), aggiunsero un passaggio coperto, conferendo al Passetto l’aspetto che conosciamo oggi.

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La funzione difensiva e strategica del Passetto divenne celebre durante il Sacco di Roma del 1527, quando Papa Clemente VII riuscì a sfuggire alle milizie imperiali di Carlo V utilizzandolo come via di fuga verso Castel Sant’Angelo. Questa via sicura permise al Pontefice di mettersi al riparo e, successivamente, di progettare la sua fuga verso Orvieto.

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                                                                                                                                                             Confine tra Stato Italiano e Vaticano

Nel 1565, sotto il pontificato di Pio IV Medici, furono realizzate ulteriori modifiche urbanistiche con la costruzione delle mura di Borgo Pio, Vittorio e Angelico, segnando il passaggio del Passetto da struttura difensiva a elemento urbano integrato.

Oggi, grazie al completamento dei lavori di restauro e alla nuova proposta di valorizzazione, il Passetto di Borgo torna a raccontare le sue storie, accogliendo i visitatori in un percorso che intreccia passato e presente, offrendo un’esperienza unica di scoperta e conoscenza”.

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SCHEDA INFORMATIVA

Nuova apertura con visite guidate, a cura di Coopcultura con archeologi e storici dell’arte sono disponibili da adesso con un calendario in continua implementazione e acquistabili sulla piattaforma www.museiitaliani.it oppure sull’app Musei Italiani scaricabile su App Store o Google Play. Prevedono le formule della visita guidata diurna “solo Passetto”, della visita guidata diurna “Passetto+ accesso a Castel Sant’Angelo” e della visita speciale notturna. A breve disponibili visite accessibili anche per i visitatori con difficoltà motoria.

L’ingresso al Passetto di Borgo avviene dalla Torre del Mascherino, Piazza della Città Leonina.

Per ulteriori informazioni: 0639967100

 

Roma nel cinema a pennello – Roma cinematografara in mostra a Palazzo Merulana fino all’ì8 dicembre 2024

Redazione

Ben 50 bozzetti pittorici di grandi artisti, realizzati per la stampa tipografica dei manifesti per immortalare uno straordinario viaggio nella città più filmata al mondo, insieme a New York e Parigi. Da comunicato stampa: “Opere, disegnate a tempera su carta o cartoncino, la mostra si propone di articolare una sorta di racconto per film e attori dal dopoguerra agli anni ’80, di Roma come set cinematografico. Dall’apparizione sconvolgente del neorealismo di Roma città aperta, Ladri di biciclette, Umberto D al mito del cinema attraverso la Magnani di Bellissima, al noir comico e grottesco della serie del “Monnezza”, dalla Roma papalina di Luigi Magni a quella di Germi di Un maledetto imbroglio (tratto da Quer Pasticciaccio brutto de Via Merulana), dalla Roma di Poveri ma belli, de I soliti ignoti e di Febbre da cavallo a quella di Accattone e Mamma Roma.

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I film non cominciavano sugli schermi delle sale ma sui cartelloni nelle strade. Tutto questo fino all’avvento di photoshop, che ha scritto la parola fine a questa grande storia “disegnandone” un’altra. La pittura cinematografica, espressione di sintesi elevata dell’incontro tra arte e impresa, almeno fino alla fine degli anni ’80 ha rappresentato il punto più alto dell’azione promozionale, finalizzata ad affascinare e catturare il pubblico.

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La mostra vuole celebrare anche gli anniversari di grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale: il cinquantenario della morte di Vittorio De Sica e di Pietro Germi, il centenario della nascita di Marcello Mastroianni e il novantesimo compleanno di Sophia Loren. Gli anniversari sono evocati nel manifesto della mostra, che immortala il volto del commissario di “Un maledetto imbroglio” e la scena iconica dello spogliarello in “Ieri, oggi e domani” che, con la regia di Vittorio De Sica, vinse l’Oscar come miglior film straniero.

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L’esposizione prevede, poi, l’omaggio a due grandi icone del cinema: Federico Fellini, che ha girato i  suoi  film  nel  mitico  Studio  5  di  Cinecittà,  e  Alberto  Sordi simbolo della Capitale di cui è stato Sindaco per un giorno, grazie alla felice scelta di  Francesco  Rutelli.  Fellini, con il suo occhio onirico, ha scelto Roma come  set privilegiato, evidenziando con “La dolce vita” e i paesaggi fantastici costruiti a Cinecittà  (dalla  laguna  veneziana  de  Il  Casanova  al  passaggio  del  mitico  Rex  di Amarcord)  l’intera,  proteiforme,  trasformazione  di  Roma  dalle  macerie  del  dopoguerra  a  capitale  contemporanea,  dalla  “Hollywood  sul  Tevere”  agli  anni  di  piombo, dalla città in ricostruzione al caos metropolitano del consumismo, dai colossal di  Cinecittà  all’Estate  Romana  di  Nicolini. Infine Alberto Sordi che come Sceicco, Vitellone, Americano, Vigile, Giornalista, Prete e tanti altri memorabili personaggi, ha declinato, in maniera indimenticabile, i multiformi aspetti di Roma e dei Romani.”

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Modalità di visita: Mercoledì – domenica ore 12 – 20 (ultimo ingresso alle 19) Biglietto Intero euro 12.00 – Biglietto Ridotto 10.00. info www.palazzomerulana.it

 

 

Zigaina – Incisioni, edizioni e libri d’artista – In mostra all’ Istituto Centrale per la Grafica – Palazzo della Calcografia fino al 17 novembre 2024

Mariagrazia Fiorentino

Talvolta è una divinità che ti aiuta, oppure una rabbia, o la voglia sfrenata di agire con la felicità di un gabbiano. – G.Zigaina

Evento voluto dalla Regione Friuli Venezia Giulia per ricordare il centenario della nascita dell’artista Giuseppe Zigaina un realista e idealista che ha saputo cogliere le tendenze del suo tempo fondendole armoniosamente nell’arte dell’incisione e della letteratura, un interprete acuto del nostro tempo, capace di leggere e rappresentare le inquietudini e le speranze dell’uomo contemporaneo.

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Una serie d’iniziative fuori della capitale nel territorio friulano accompagna questa mostra, per maggiori informazioni e prenotazioni email cultura@comune.cervignanodelfriuli.ud.it

Danilo De Marco, ritratto fotografico di Giuseppe Zigaina

                                                                            Danilo De Marco – Ritratto fotografico di Giuseppe Zigaina

Da comunicato stampa: “In esposizione oltre 50 opere iconografiche tra puntesecche, acqueforti e acquetinte, una decina di edizioni d’arte e libri d’artista ed alcune lastre provenienti dall’archivio del Maestro situato nella sua casa-studio a Cervignano del Friuli. In mostra, inoltre, un disegno del 1951 e un video del 1983 che mostra Zigaina nella Stamperia A/S di Udine intento alla realizzazione di una acquaforte……

Giuseppe Zigaina inizia a incidere a 40 anni, quando è già un pittore affermato. I suoi esordi calcografici lo vedono a Roma, nel 1965, incidere a puntasecca le prime lastre presso la Stamperia Romero. Il mondo incisorio dell’artista racconta il buio dell’uomo e della storia: sono dormitori, lager, fucilati ad avere il sopravvento nei temi che Zigaina incide con forza per i molti anni a venire.

Da allora la grafica è elemento naturale a fianco della sua pittura e della scrittura ed è vissuta come elemento nodale della sua complessa dimensione espressiva. In breve tempo Zigaina si qualificherà tra i principali incisori italiani e sarà l’acquaforte la sua tecnica prediletta, quella con cui passare intere giornate e “vivere straordinarie avventure”, come dice lui stesso.

Oggi il suo archivio a Cervignano del Friuli e il catalogo generale dell’opera incisa, rubricata fino al 1994, danno conto di oltre quattrocento lastre incise, sedici stamperie frequentate e un lavoro che nel solcare la lastra conduce ad uno “sprofondare nell’immagine” di cui l’artista scrive in memorabili testi sull’incisione. Un segno ne vuole un altro a sostegno e si procede sino a “sprofondare nell’immagine” – G.Zigaina

Zigaina nella sua tarda età si dedica in modo particolare alle edizioni d’arte e al libro d’artista, caratterizzato nella sua parte calcografica dal rimaneggiamento e dall’assemblaggio di matrici realizzate in differenti periodi della sua vita, così da coinvolgere nel fare tecnico il processo di elaborazione poetica in cui il tempo e la memoria giocano il ruolo non direzionale, ma avvolgente l’esistenza”.

Istituto centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia – Via della Stamperia, 6 – Roma – Orario di apertura: Martedì – domenica 10.00 – 19.00 – Ingresso libero info: www.grafica.beniculturali.it

 

Il francescanesimo a Roma – Museo di Roma Palazzo Braschi – con la mostra: “Laudato sie: Natura e Scienza. L’eredità culturale di Frate Francesco” fino al 6 gennaio 2025

Donatello Urbani

Un evento più che una mostra che ruota intorno al “Cantico delle Creature”, un testo straordinario che ha anche dato l’incipit alla letteratura italiana. Il percorso espositivo allestito al secondo piano di Palazzo Braschi vuole essere un itinerario nato dall’intuizione di Frate Francesco con un inedito sguardo sul mondo culturale e scientifico francescano che in linea con il pensiero dominante in quegli anni analizza le cosi dette scienze naturali: matematica, astronomia, fisica e medicina, attraverso 93 rari e preziosi manoscritti medievali e antichi testi a stampa, alcuni esposti al pubblico per la prima volta.

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                                                                              Raimondo Lullo “Arbor scientiae” – Lione 1635

Questa rassegna nasce oltre che per ricordare l’ottavo centenario della composizione del “Cantico di Frate Sole” o “Cantico delle Creature”, la cui più antica copia risalente al 1285 ed esposta in questa rassegna, è custodita nella biblioteca del Sacro Convento di Assisi, anche la ricorrenza dell’ottocentesimo anniversario della morte di San Francesco avvenuta nel 1226.

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                                                  Giovanni éPaolo Gallucci “Theatrum mundi et temporis” – Venezia 1588

La mostra prevede un ampio ricorso al linguaggio multimediale, in particolare con due ambienti immersivi, uno all’inizio del percorso dedicato al Cantico di Frate Sole che permette di entrare in contatto con l’innovazione della visione del mondo e il sentimento religioso universale del Santo di  Assisi e uno al termine della visita Cum tucte le tue creature: piante, animali e uomini nel quale si richiama l’attenzione sugli sviluppi delle scienze nel corso dei secoli in una visione “integrale” del Creato.

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                                                      Juan Amusco de Valverde “La autonomi del corpo umano” – Venezia 1588

L’accurata selezione dei 93 manoscritti e libri scientifici a stampa esposti, curata da un prestigioso comitato scientifico, è stata raccolta in nove sezioni:

Laudato sie: lo stupore riconoscente di fronte al Creato.  L’ispirazione delle origini: Bibbia, Teologia, Filosofia

I Francescani e il sapere enciclopedico.

 Sora luna e le stelle: astronomia e geografia.  

Del numero e della visione: matematica e ottica.

Nel mondo tutto è movimento: la fisica.

Gli elementi, i minerali, i metalli e la loro trasformazione: l’alchimia.

La Fabrica del corpo: medicina, anatomia e chirurgia.

Cum tucte le tue creature: piante, animali e uomini.

Di particolare interesse per la città di Roma la sezione La Fabrica del corpo: medicina, anatomia e chirurgia dove emerge l’interesse che i francescani ebbero anche per la medicina e per tutto ciò che vi era connesso, per la presenza, oltre quella del Policlinico fondato dal frate francescano Agostino Gemelli, ritenuta la migliore struttura ospedaliera presente in Italia, anche di prestigiose di facoltà, medicina e farmacia.

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                                                                       Ambroise Parè “Opera chirurgica” – Francoforte 1594

Una rassegna questa che va oltre la semplice esposizione di preziosi reperti ma testimonia un ritorno più pensoso e consapevole al Cantico di Frate Sole, alla luce di quella che è stata la concreta esperienza dei seguaci di frate Francesco che, come affermato dai curatori, “non sono solo una sublime, episodica e inimitabile, intuizione estatica, bensì un senso di comunione con Dio e la natura ispiratrice di un percorso di pensiero che, senza rifuggire dall’impegno appassionato e faticoso della ricerca intellettuale, può maturare in una visione del mondo”.

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                                                                          Iacopo Dondi “Erbario volgare” – Venezia 1536

Museo di Roma – Palazzo Braschi – Piazza San Pantaleo, 10 – Piazza Navona, 2 – 00186 Roma fino al 6 gennaio 2025. Dal martedì alla domenica ore 10:00-19:00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Nei giorni 24 e 31 dicembre orario 10:00-14:00. Giorni di chiusura lunedì e 25 dicembre. Costi biglietto d’ingresso: INTERO € 13,00 – RIDOTTO € 11,00 – SPECIALE SCUOLE € 4,00 ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni) – SPECIALE FAMIGLIA € 22,00 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni) – SPECIALE FAMIGLIA € 11,00 (1 adulto più figli al di sotto dei 18 anni) BIGLIETTO CUMULATIVO MUSEO DI ROMA + MOSTRA: € 18,00 biglietto “cumulativo” intero per i residenti a Roma non possessori della “MIC Card”; € 14,00 biglietto “cumulativo” ridotto per i residenti a Roma non possessori della “MIC Card”; € 19,00 biglietto “cumulativo” intero per i non residenti a Roma; € 15,00 biglietto “cumulativo” ridotto per i non residenti a Roma; Ingresso con biglietto gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.

Ingresso con biglietto gratuito al solo Museo di Roma per i possessori della “MIC Card”, i quali potranno, invece, accedere alla Mostra con l’acquisto del biglietto “solo Mostra” ridotto secondo la tariffazione sopra indicata. I possessori della “ROMA PASS” potranno accedere alla Mostra con l’acquisto del biglietto “solo Mostra” ridotto secondo la tariffazione sopra indicata. Si precisa che, nel caso in cui le tariffe della biglietteria dovessero cambiare in seguito alla firma della presente Convenzione e/o durante il periodo di Mostra, anche la biglietteria della Mostra potrà proporzionalmente modificarsi rispetto a quanto sopra indicato restando però invariato il valore dell’integrazione sopra indicata ad eccezione delle seguenti ricorrenze: le eventuali giornate in cui è prevista l’emissione di un biglietto d’ingresso al Museo e alla Mostra gratuito secondo disposizioni istituzionali; le eventuali aperture straordinarie stabilite dall’Amministrazione di Roma Capitale; l’esposizione di una ulteriore mostra all’interno di altre sale del Museo

Da comunicato stampa:

Nel 1225, in un momento di grande sofferenza, Francesco, afflitto da gravi e dolorose malattie, invoca Dio il quale gli si rivela promettendogli il Paradiso come ricompensa.

A seguito di questa rassicurazione – nota come certificatio – Francesco compone delle Laudi di ammirazione estatica per la bellezza della natura e del creato.

La copia più antica del Cantico di Frate Sole, custodita nella Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, è arrivata a noi in una raccolta di fascicoli del XIII secolo riguardanti san Francesco, le origini dell’Ordine dei frati Minori e santa Chiara.

L’innovazione di san Francesco consiste nel riconoscere una inusuale fratellanza tra tutti gli esseri inanimati del creato: il Sole, la Luna, le Stelle, il Vento, l’Acqua e il Fuoco.

Ode di riconciliazione e rispetto tra uomo e natura, il Cantico è un inno profondamente moderno e

universale che ha attraversato indenne ottocento anni della nostra storia.

Cantico di Frate Sole

Altissimu, onnipotente, bon Signore,

Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedizione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfane,

e nullu homo ène dignu Te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature,

spezialmente messor lo frate Sole,

lo qual è iorno et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l’ài formate clarite e preziose e belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento

e per aere e nubilo e sereno et onne tempo,

per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,

la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la notte:

et ello è bello e iocundo e robustoso e forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta e governa,

e produce diversi frutti con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore

e sostengo infirmitate e tribulazione.

Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente po’ skappare:

guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,

ka la morte secunda no ’l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore e rengraziate

e serviateli cum grande humilitate.

Francesco d’Assisi

 

Leonardo da Vinci ricordato nel 572^ anniversario della nascita al Museo/Mostra “Il Genio e le Invenzioni”al Palazzo della Cancelleria di Roma e nell’esposizione di opere dell’artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“…..nulla egli toccò che non trasmutasse in bellezza eterna.” – Berenson

In occasione del 572 anniversario della nascita di Leonardo da Vinci, il Museo/Mostra permanente  allestita nel Palazzo della Cancelleria a Roma dove sono esposte ben 65 riproduzioni delle più note macchine interattive progettate da Leonardo, è stata incrementata con varie riproduzioni di alcuni disegni relativi alle diverse aree di studio del genio del Rinascimento: ingegneria, tecnologia, musica, botanica, aeronautica, anatomia, cucina, robot, autocarri, ponti girevoli, macchine da stampa, sottomarini, apparati scenografici e molte altre.

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L’indiscusso fascino e interesse che si avverte lungo tutto il percorso espositivo è stato notevolmente ampliato con l’inserimento al suo interno delle opere dell’artista italo-spagnolo Francesco Astiaso Garcia.

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Fin dalla Genesi, la donna è stata plasmata da Dio come “aiuto simile” all’uomo (Genesi 2,18). Creatura di ineguagliabile bellezza e forza interiore, ella custodisce il mistero della vita, donando al mondo il frutto del suo grembo e nutrendo con amorevole dedizione la famiglia, focolare di affetti e di speranza. Tutto questo l’artista riesce a trasmettere nelle sue opere.

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Da comunicato stampa: “pittore e fotografo di fama internazionale. Nel corso della sua carriera artistica si è fatto apprezzare per la sua capacità di ritrarre la figura umana in modo da fissarne su tela l’essenza spirituale. Ha realizzato affreschi e pitture murali sia all’estero che in Italia, esponendo le sue opere in numerose gallerie d’Arte. Inoltre, dal 2011 collabora con il Vaticano per cui realizza commissioni artistiche. I quadri proposti all’interno della Mostra di Leonardo sono delle rivisitazioni delle celebri opere di Leonardo Da Vinci come la Gioconda, la Scapigliata, la Madonna del Garofano, la Dama con l’ermellino e tante altre. Per saperne di più sull’artista consultare il sito www.francescoastiaso.com

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E ancora, al fianco di Astiaso Garcia, anche le opere di Mario Taddei, artista, studioso ed esperto di multimedialità, dei codici e delle macchine di Leonardo da Vinci. La sua cifra stilistica si basa sulla rielaborazione digitale di figure ispirare ai manoscritti del maestro”.

Roma – Palazzo della Cancelleria – Piazza della Cancelleria, n.1 – Orari dal lunedi al venerdi dalle 9,30 alle 19,00 -. Weekend e festivi fino alle 19,30 – Costo biglietto d’ingresso acquistabile anche on-line: €.9,00 – 19/64 anni – studenti ed anziani. (over 65 anni) €.7,00 – bambini €.6,00 (5/12 anni)- gratis fino a 4 anni.

 

 

Arriva al traguardo il Carro di Eretum – Museo Archeologico di Fara in Sabina (RI) – dopo oltre mezzo secolo

“A quel tempo i Sabini portavano oro e non erano meno degli Etruschi amanti delle raffinatezze” –

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La partenza di questa avvincente avventura inizia nel 1934 quando un distaccamento militare segnalò la presenza di una necropoli in territorio di Montelibretti, utilizzata dalla popolazione di Eretum che insieme a Cures erano i maggiori e più importanti centri abitativi della Sabina Tiberina. Quando nel 1970 iniziarono i lavori di scavo archeologico, a cura del Prof. Massimo Pallottino, dell’Università La Sapienza di Roma, le prime dieci tombe scavate non presentarono alcuna rilevanza storico/culturale, mentre la XI^, collocata sul Colle del Forno, apparve subito appartenere ad una famiglia aristocratica, come indicavano le dimensioni e l’intera struttura, e risultò, purtroppo, profanata da ignoti tombaroli che, dopo averla parzialmente distrutta, avevano lasciato in situ solo vari oggetti da loro ritenuti di scarsa importanza.

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Le ricerche intraprese segnalarono, dopo vari anni, l’esposizione di un corredo funerario appartenuto ad un principe sabino, cosi recitava la didascalia, nel Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, in Danimarca, che lo aveva acquistato, insieme a parte del corredo funerario, dal noto trafficante di reperti archeologici Giacomo Medici. La restituzione del materiale conservato a Copenaghen, 328 reperti, avvenne nel 2016, dopo una lunga trattativa, e, come ha ricordato nel suo intervento la Dott.ssa Francesca Licordari,  della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, iniziò da parte di archeologi italiani e della stessa lo studio e la catalogazione di tutto il materiale con quella passione che solo un giovane riesce a comunicare. La definitiva esposizione di tutto il materiale recuperato nel Palazzo Brancaleoni, sede del Museo Archeologico di Fara in Sabina (RI) le cui sale contengono anche manufatti e reperti provenienti da insediamenti sabini fino all’età romana, è avvenuta con una cerimonia lo scorso 17 marzo.

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Da comunicato stampa: “Tra i numerosi e splendidi reperti recuperati dalla città di Eretum si conserva anche un nucleo di 12 lamine in bronzo sbalzato di fattura greca ma prodotte in Etruria nell’orizzonte cronologico del tardo orientalizzante, fabbricate da abilissimi orafi per decorare un calesse da parata destinato ad un principe sabino di cui non abbiamo altre notizie né conosciamo il nome…..

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Furono accurate le ricerche attraverso le quali si ricostruì il percorso dei materiali trafugati: l’acquisto del corredo da parte di trafficanti di opere d’arte e della successiva vendita al Ny Carlsberg Glyptotek. A seguito di queste ricerche il Ministero della Cultura si attivò per il recupero e nel 2016 il complesso funerario venne restituito all’Italia.

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Dopo l’acquisto del corredo il Museo danese avviò una campagna di restauri finalizzata ad allestire una tomba, che comunque permise agli studiosi italiani di visionare i reperti e stabilire senza ombra di dubbio la provenienza dalla necropoli di Colle del Forno in quanto i reperti recuperati e depositati nel Museo di Fara in Sabina erano in perfetta connessione con quelli conservati nel museo danese.

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La tomba XI restituisce tutto lo splendore di una famiglia di Re e Regine, grandi guerrieri e donne di potere, che affermano il proprio ruolo sociale e politico attraverso l’esibizione di oggetti che oggi definiremo iconici, indossati in cerimonie pubbliche e riti religiosi.”

Restano ancora da recuperare alcuni reperti, tra i quali un bellissimo elmo in bronzo, venduti al Museo Archeologico di Magonza per la restituzione dei quali sono in corso trattive che ci auguriamo abbiamo pieno successo il prima possibile.

Museo Archeologico di Fara in Sabina (RI) – Piazza del Duomo, n.3 – Lunedi, Mercoledi, Venerdi 9,00/14,00 – Martedi e Giovedi 9,00/14,00 e 15,00/18,00 Informazioni tel. 0765.277321 – 2779244 email info@museofarainsabina.it -. Biglietti d’ingresso € 3,00 – Museo Civico Archeologico – Intero € 5,00 Visita guidata al Museo Archeologico e al Museo del Silenzio del Monastero delle Clarisse – Ridotto € 3,50 Over 65, centri anziani accreditati, gruppi, guide turistiche e accompagnatori turistici in visita personale, giornalisti iscritti all’albo – Ridotto scuole € 3,00 Scuole di ogni ordine e grado. Gratuito per professori ed accompagnatori nella misura di 1 ogni 20 alunni. € 3,50 per eventuali accompagnatori eccedenti – Gratuito 0-6 anni e diversamente abili Integrato € 8,00  – Visita guidata al Museo Archeologico, al Museo del Silenzio e al Museo dell’Olio di Castelnuovo di Farfa (RI) Integrato ridotto € 6,50 Gruppi (almeno 10 persone) Integrato ridotto € 5,00
Target 7/14 anni Integrato gratuito 0-6 anni e diversamente abili Percorso –  “Caccia la Tesoro” € 3,50/bambino (interno al Museo)

 

 

 

Al via il ciclo di mostre virtuali con “Pàthos. Valori, passioni, virtù”. In mostra 80 capolavori di oltre 60 artisti raffiguranti le passioni, i valori e le emozioni di personaggi femminili che hanno segnato la storia antica.

Mariagrazia Fiorentino

Un museo on line unico che permette di avere una visione globale di opere sia museali che provenienti dai depositi, collezioni private o fondazioni che si trovano in varie parti del mondo. Un museo catalogo “unicum” che permette a qualsiasi persona di usufruirne anche per chi si trova in un borgo sperduto del mondo, “perché le opere per meglio conservarsi non devono viaggiare, (non sono una compagnia di giro)” questo è anche il pensiero del curatore della mostra Angelo Massa. La dott.ssa Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese, nel suo intervento, sottolinea l’importanza di questa nuova forma di apprendimento virtuale di cui lo stesso Museo ne è capofila. L’istituzione museale, oltre promuovere le proprie collezioni, deve dare una proposta didattica ed educativa attraverso spazi laboratori dedicati che coniugano linguaggi tecnologici, analogici, digitali e artistici, non solo per bambini e ragazzi, ma soprattutto per adulti.

copertina                                      Domenico Brusasorci: “Suicidio di Cleopatra” 1515/1516 – Proprietà di Crèdit Agricole Italia

Da comunicato stampa: “Prorogata fino al 15 maggio 2024 “Pàthos. Valori, passioni, virtù” Mostra promossa da Acri Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di Raccolte A seguito del successo riscontrato, la mostra virtuale “Pàthos. Valori, passioni, virtù” – curata dallo storico dell’arte Angelo Mazza, promossa dalla Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e realizzata nell’ambito di R’Accolte – è stata prorogata fino al 15 maggio 2024. La proroga è stata annunciata in occasione dell’evento “Arte e @rte. I linguaggi della bellezza”, tenutosi lo scorso 13 marzo a Roma presso la sede centrale di Acri, promotore dell’incontro. Con il coinvolgimento di personalità di spicco del mondo della cultura – dotate di competenze, conoscenze e capacità scientifiche e comunicative nell’ambito dell’arte – sono stati affrontati diversi temi legati alla divulgazione artistica. L’obiettivo era mettere a confronto il mondo classico e tradizionale con quello contemporaneo, in modo da individuarne i punti di forza ma anche sollevando alcune criticità, creando insieme un dialogo condiviso e costruttivo. I protagonisti dell’evento – che ha visto la partecipazione di un vasto numero di giornalisti, addetti ai lavori e appassionati d’arte – sono stati: il giornalista e conduttore televisivo e radiofonico Nicolas Ballario, la giovane divulgatrice Benedetta Colombo – nota con il nome di @benedetta.artefacile – e lo storico dell’arte e curatore della mostra Angelo Mazza. Insieme a loro si è dialogato sul fenomeno della digitalizzazione dell’arte, sull’impatto dei social media e della realtà aumentata e su come le modalità tradizionali e quelle di ultima generazione al giorno d’oggi coesistano, rendendo l’arte sempre più accessibile.

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                                                            Guido Reni: “Lucrezia” – 1635/1640 circa – Proprietà di Fondazione Carisbo

Hanno preso parte al confronto anche il nuovo Presidente di Acri Giovanni Azzone, la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti e il Presidente della Commissione per i Beni e le Attività Culturali di Acri Donatella Pieri. Le video dichiarazioni di tutti i partecipanti all’incontro si possono scaricare da questo link: https://drive.google.com/drive/folders/1sLc3e-9nnYoyfvdAC3LQAMM4mU0-oFiq È inoltre possibile rivedere l’intero evento accedendo a questo link: https://raccolte.acri.it/it/pathos-raccolte/ “Pàthos. Valori, passioni, virtù”, inaugurata lo scorso 30 gennaio 2024, segna l’inizio di una nuova fase d’impegno di valorizzazione culturale da parte di R’Accolte, il più grande catalogo multimediale in Italia, che con l’avvio di questa prima mostra virtuale offre al pubblico l’opportunità di esplorare e comprendere le collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria in modi del tutto innovativi. L’esposizione, visitabile gratuitamente su www.pathos-raccolte.it, esplora in 10 stanze l’iconografia di numerose figure femminili dell’antichità e del Vecchio Testamento, divenute simbolo di uno specifico sentimento, emblema di valori, passioni e virtù. Al centro dell’esposizione le vicende di grandi eroine, come Cleopatra, Lucrezia, Eva, Betsabea, Rebecca e Giuditta, raffigurate da importanti artisti che hanno fatto la storia dell’arte. Elisabetta Sirani, Guercino, Parmigianino, Guido Reni, Giambattista Tiepolo, Giacinto Gemignani e Agostino Carracci sono solo alcuni dei nomi dei 60 artisti che hanno messo in luce le varie interpretazioni dei racconti biblici attraverso prevalentemente dipinti – ma anche incisioni, maioliche, bronzi e terrecotte – presentando al pubblico online una selezione di 80 capolavori che coprono un arco temporale dal XVI al XX secolo, provenienti da 31 Fondazioni. R’Accolte continuerà a celebrare e diffondere il ricco patrimonio delle collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancaria con l’avvio di nuove mostre virtuali, proseguendo sulla scia del successo ottenuto con “Pàthos. Valori, passioni, virtù”. Inoltre, è in fase di realizzazione un ampio programma di eventi e di iniziative culturali. Le Fondazioni per l’Arte: un impegno decennale nella promozione culturale Le Fondazioni di origine bancaria sono organizzazioni non profit, private e autonome, rappresentate collettivamente da Acri, il cui settore primario di intervento è proprio la cura e l’accessibilità dei beni culturali. Dal 2000 a oggi, a questo settore le Fondazioni hanno destinato complessivamente oltre 7,5 miliardi di euro, contribuendo significativamente allo sviluppo culturale delle comunità di riferimento e dell’intero Paese. Gli interventi sostenuti consistono prevalentemente in percorsi di creazione artistica, conservazione e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, con particolare attenzione all’accessibilità dei giovani e delle fasce più fragili delle comunità. Proprio con la medesima finalità, nel 2012 è nato R’Accolte, il grande catalogo multimediale delle opere d’arte delle Fondazioni, che ha reso alla portata di tutti le loro collezioni d’arte. Dal suo avvio, R’Accolte ha reso accessibili oltre 15.000 opere, censite secondo i più accurati standard internazionali, appartenenti a 78 collezioni, spaziando dal mondo antico al contemporaneo.

INFORMAZIONI UTILI TITOLO MOSTRA: Pàthos. Valori, passioni, virtù A CURA DI: Angelo Mazza QUANDO: Fino al 15 maggio 2024 DOVE: Online su www.pathos-raccolte.it PROMOSSA DA: Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa NELL’AMBITO DI: R’accolte – https://raccolte.acri.it/

Il VIVE – Museo Vittoriano e Palazzo Venezia – annuncia l’inizio dei lavori di restauro delle sculture del Vittoriano grazie al contributo di Bulgari. Un intervento di alto mecenatismo a favore di uno dei simboli dell’identità nazionale per tramandarne la memoria alle future generazioni

oMariagrazia Fiorentino – Foto cuortesy Enciclopedia Libera Wikipedia

Roma è da sempre il più grande museo all’aperto del mondo, ogni angolo conserva tracce di una cultura millenaria, una città che riserva continue emozioni, in questo contesto è inserito l’Altare della Patria, monumento storico a Vittorio Emanuele II. Lo stesso, inoltre, raccoglie le bandiere di guerra dei reparti delle unità navali radiate dal Quadro del Naviglio dello Stato, nonche quelle delle Forze Armate che parteciparono ai combattimenti in terra, mare e cielo dall’Unità d’Italia fino all’epoca attuale, il sacrario del Milite Ignoto e molto altro. La luce che spesso lo invade, le architetture, i marmi e i bronzi dorati ne fanno un unicum al mondo.

Da comunicato stampa: “Il progetto di restauro delle sculture del Vittoriano costituisce motivo di grande orgoglio per il nostro Istituto. Si tratta di opere di notevole pregio artistico, storico e anche simbolico, perché materializzano valori fondanti del nostro Risorgimento e, insieme, della nostra Costituzione. Preservarle e valorizzarle è nostro imprescindibile dovere, in particolare nei confronti delle nuove generazioni. Una responsabilità sociale e culturale che ha trovato in Bulgari piena condivisione e che rappresenta un esempio vincente di collaborazione fra pubblico e privato, in grado di creare valore condiviso a beneficio della collettività”, afferma Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia.

“Il legame tra Bulgari e Roma è imprescindibile”. Commenta Jean-Christophe Babin, Ceo del Gruppo Bulgari. “La città eterna è per Bulgari non sono il luogo in cui il brand nacque 140 anni fa, ma anche una inesauribile fonte di ispirazione per tutte le creazioni della Maison. Monumenti, Palazzi, architetture che osserviamo quotidianamente e che dobbiamo preservare in omaggio alla Storia di questa meravigliosa città. L’impegno di Bulgari nel Restauro delle opere scultoree del Vittoriano è un onore oltre che un dovere a far sì che Roma preservi opere così importanti rendendole il più possibile fruibili al pubblico. Siamo orgogliosi di poter contribuire ed essere da esempio a chi, come noi, comprende il valore inesauribile di tanta bellezza”.

Diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, il progetto di restauro – articolato in tre fasi e che vedrà la sua conclusione entro il mese di settembre 2024 –coinvolge le sculture in marmo raffiguranti il Mare Adriatico di Emilio Quadrelli e il Mar Tirreno di Pietro Canonica, le sculture in bronzo dorato raffiguranti Il Pensiero di Giulio Monteverde e L’Azione di Francesco Jerace e i pennoni di Gaetano Vannicola con le Vittorie di Edoardo Rubino e Edoardo De Albertis.

In linea con il continuo e proficuo dialogo che il VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia preserva da sempre con la propria comunità, il cantiere di restauro sarà concepito come un cantiere “aperto”; in tal modo cittadini e turisti potranno osservare gli operatori dal vivo, salire sui ponteggi in occasione di visite guidate nonché verificare il procedere dell’intervento attraverso un “diario del restauro” pubblicato sul sito dell’Istituto con cadenza settimanale.

I lavori di restauro in dettaglio prevedono: “Introduzione –  Il progetto di restauro delle sculture del Vittoriano rappresenta un importante esempio di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano. Il Vittoriano, che domina il centro di Roma, è un simbolo della Repubblica e della nostra identità nazionale e, al tempo stesso, una grande opera d’arte e d’architettura. Il restauro delle sculture del prospetto principale del Vittoriano è il frutto della condivisione di obiettivi tra il VIVE-Vittoriano e Palazzo Venezia e Bulgari che, con il suo sostegno finanziario tramite l’Art Bonus, conferma il forte legame con la città di Roma ed il suo inestimabile patrimonio. Un’iniziativa, dunque che non solo preserva e valorizza il patrimonio storico-culturale, custode della nostra identità nazionale, ma che rappresenta anche un esempio di collaborazione strategica tra settore pubblico e privato volto alla creazione di valore condiviso anche a beneficio delle future generazioni. Il progetto e gli obiettivi Il progetto coinvolge le sculture in marmo raffiguranti il Mare Adriatico di Emilio Quadrelli e il Mar Tirreno di Pietro Canonica, e sculture in bronzo dorato raffiguranti Il Pensiero di Giulio Monteverde e L’Azione di Francesco Jerace e i pennoni di Gaetano Vannicola con le Vittorie di Edoardo Rubino e Edoardo De Albertis. Il restauro, diretto da Edith Gabrielli e eseguito da Susanna Sarmati, mira a garantire la conservazione delle opere e a restituire loro la piena leggibilità, compresa la finitura dorata degli elementi in bronzo. Il cantiere sarà concepito, sul modello di quello dell’Altare della Patria, come un cantiere “aperto”, in modo che cittadini e turisti abbiamo la possibilità di osservare gli operatori dal vivo, di salire sui ponteggi in occasione di visite guidate e di verificare il procedere dell’intervento attraverso un “diario del restauro”, ovvero un report video pubblicato ogni settimana sul sito istituzionale del VIVE. I lavori avranno inizio il 4 marzo 2024 e si articoleranno in tre fasi, concludendosi il 25 settembre 2024. L’intero costo è sostenuto da Bulgari mediante l’Art Bonus e secondo i termini della convenzione firmata il 29 dicembre 2023. 2 Le opere da restaurare Le fontane con il Mare Adriatico di Emilio Quadrelli e il Mar Tirreno di Pietro Canonica Le personificazioni dell’Adriatico e del Tirreno, ispirate ai modelli romani collocati da Michelangelo nel vicino Campidoglio, sovrastano le due fontane ai lati dell’ingresso. Ai lati dell’ingresso principale si trovano due fontane: la fontana ad oriente con Il Mare Adriatico è del milanese Emilio Quadrelli (1863-1925); la fontana ad occidente con Il Mar Tirreno del piemontese Pietro Canonica (1869-1959). Incaricati nel 1908, i due artisti consegnarono le opere nel 1911, in tempo per l’inaugurazione del monumento il 4 giugno 1911. Il modello delle due figure sono le statue di fiumi che, in antico nelle Terme di Costantino, nel Rinascimento furono collocate da Michelangelo sulla piazza del Campidoglio, ai piedi della scalinata del Palazzo Senatorio,

Fontana_dell'Adriatico_-_Vittoriano,_Roma

Quadrelli rappresenta Il Mare Adriatico disteso con lo sguardo rivolto a oriente, mentre porta la mano destra alla fronte, quasi a proteggersi dalla luce, e appoggia la sinistra sulla testa del leone, simbolo di Venezia.

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Canonica presenta Il Mar Tirreno sdraiato con il volto rivolto verso oriente. Una mano poggia sulla testa della Lupa capitolina, il più noto dei simboli di Roma, l’altra su un bassorilievo ornato della figura di Partenope, che allude invece alla città di Napoli. Nella mitologia greca, infatti, la sirena Partenope con il suo canto ammaliava i naviganti, i quali perdevano il controllo e finivano contro gli scogli. Quando Ulisse riuscì a passare indenne, Partenope si uccise. Il suo corpo fu portato dalle onde proprio sulle rive del golfo di Napoli dove divenne oggetto di venerazione. Le due fontane costituiscono, inoltre, un bell’esempio di ingegneria idraulica. Esse richiedevano un’enorme quantità di acqua e dunque il loro funzionamento risultava molto oneroso. Per risolvere il problema furono dunque installati due gruppi di motore-pompa che prendevano l’acqua dalla vasca inferiore e la sollevavano fino alla tazza superiore, garantendone così il ricircolo. Contestualmente si realizzò anche un serbatoio della capacità di 500 metri cubi per consentire il rapido riempimento delle fontane dopo le operazioni di pulizia e anche di alzare e abbassare la cancellata. Il Pensiero di Giulio Monteverde e L’Azione di Francesco Jerace Ai lati della cancellata svettano due gruppi in bronzo dorato, alti 10 metri.

Il_Pensiero_-_Vittoriano,_Roma

A oriente è posto Il Pensiero dello scultore piemontese Giulio Monteverde (1837-1917). Monteverde ricevette l’incarico nel 1907 e lo concluse nel 1910, in tempo dunque per la cerimonia di inaugurazione del Monumento il 4 giugno 1911 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Monteverde immaginò Il Pensiero con le ali spiegate, che poggia la mano sulla spalla de La Saggezza, raffigurata con l’elmo e lo scudo della dea classica Minerva. La Saggezza a sua volta tende la mano a Il Popolo Italiano che giace ai suoi piedi. Il gruppo si completa con La Discordia con il flagello che trascina lontano La Tirannia, riconoscibile per la chioma di serpi e, sulla parte posteriore, con Il Genio della guerra, rappresentato con le armi romane.

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A occidente si trova L’Azione del calabrese Francesco Jerace (1853-1937). Jerace ottenne l’incarico sempre nel 1907 ma consegnò il lavoro solo nel 1912; il 4 giugno 1911 bisognò dunque collocare al suo posto un modello provvisorio, di pari forma e dimensioni. Jerace armonizza in quest’opera il proprio linguaggio realista con l’ispirazione classicista del Vittoriano. L’Azione di guerra appare come una donna con gli attributi dell’esercito piemontese, ossia l’elmo del re Carlo Alberto, la maglia con l’effigie dell’Ordine dell’Annunziata e la bandiera con l’iscrizione “Italia e Vittorio Emanuele”. La figura sovrasta un soldato garibaldino con accanto un ‘gabbione’ – ovvero la cesta che riempita di terra serviva nelle barricate da fortificazione temporanea – il leone di Venezia in atto di calpestare l’oppressore, una donna con la clava, un ragazzo che incita alla battaglia e La Giovane Italia con in fronte i simboli della Massoneria, compasso, squadra e sole splendente. Le Vittorie alate e i pennoni Una monumentale scalinata a due rampe collega l’ingresso del Vittoriano al primo terrazzamento sul quale insiste l’Altare della Patria. Alla fine del parapetto svettano due Vittorie alate in bronzo eseguite tra il 1908 e il 1911 da due scultori differenti.

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La Vittoria situata sulla destra di chi guarda è del torinese Edoardo Rubino (1871-1954).

Vittoria_alata_di_sinistra_-_Vittoriano,_Roma

La Vittoria sulla sinistra spetta al genovese Edoardo De Albertis (1874-1950). L’iconografia è ripresa dal mondo classico: la Vittoria, dunque, è raffigurata come una giovane donna, con la palma in una mano e la corona d’alloro nell’altra. Entrambe le figure poggiano sulla prua di un’antica nave romana, ornata da una testa di lupo e munita di un rostro. 5 Alle spalle di ciascuna Vittoria svetta un pinnacolo in bronzo, eseguito da Gaetano Vannicola (1859-1923). Il pinnacolo, munito di una base decorata con festoni, culmina con un’aquila.