The Good Burger – Un burger per tutte le stagioni

Donatello Urbani

Non sono un frequentatore di burgerie. Da sempre vivo nella convinzione che sostituire un buon piatto di spaghetti occorra ricorrere a qualcosa di convincente e forte tanto nel gusto quanto nella soddisfazione che procurano questo campione della nostra gastronomia. Devo confessare anche una piccola remora sul cibo, come nel caso dei burger, pensato prevalentemente per giovani utilizzatori.

dav

 

L’occasione buona per mettere a dura prova le mie convinzioni è giunta un sabato carico d’impegni e con tempi limitati per una pausa pranzo con piatti impegnativi. The Good Burger, il nuovo esercizio romano di Via Gioberti, 19 a due passi dalla Stazione Termini, offriva al primo sguardo quanto di meglio potessi desiderare. Locale accogliente e lo spazio cottura pietanze in bella vista.

dav

 

Vasta la scelta offerta anche per vegetariani, in un esauriente menu che ogni giovedi offre il secondo burger a soli €.3,00. Alla soddisfazione offerta dalla location e dalla cortese accoglienza si è aggiunta quella procurata dalle pietanze: ottima la presentazione così come la combinazione dei prodotti in una ben equilibrata combinazione di gusto. Meritano una citazione al merito il “veggie burger” da abbinare alle “patate dolci”, due confezioni veramente di gran gusto.

sdr

 

Esperienza più che positiva con ampia rivisitazione dei vecchi pregiudizi, consigliabile anche per turisti con tempi limitati per la pausa sia per il pranzo che in una qualsiasi sosta per un drink, gelato, shake o un boccale di birra.

Roma – Via Gioberti, 19 – orario continuato.

 

Macfrut e Fieravicola 2023 a Rimini dal 3 al 5 maggio 2023

Donatello Urbani – Testo e foto

L’edizione numero 40 della fiera internazionale dell’ortofrutta Macfrut che quest’anno si svolge in parallelo con Fieravicola  merita qualcosa di speciale. Come ha ricordato Renzo Piraccini, Presidente di Macfrut e Fieravicola, avrà numeri di tutto rispetto: con 1100 espositori, +35% di aree espositive, +50% di espositori esteri, 1500 buyer da tutto il mondo. Tra le novità: il Padiglione Sudamerica, stand nazionali di Arabia Saudita ed Egitto, il ritorno della Cina. E ancora, i Saloni tematici, le aree dinamiche, Calabria Regione Partner. Ortofrutta settore chiave del made in Italy: 15 miliardi la produzione, 10 dei quali verso l’export (fresco e trasformato). A questo vanno aggiunti i Saloni tematici sui trend del momento (Biosolutions, International Blueberry Days, Spezie ed Erbe Officinali, Pomodoro, Vivaismo), un doppio campo prova con le novità tecniche e tecnologiche del settore, un centinaio di eventi ospitati nel corso della fiera. Tutto questo fa di Macfrut una fiera diversa nel panorama mondiale per la sua capacità di unire in un solo evento tre asset strategici per la crescita del settore ortofrutticolo: Business, Conoscenza e Networking.

dav

“Fiera di filiera”,. Sempre nelle parole del Presidente Piraccini e questo gli consente di avere e presentare una visione globale dell’intero comparto che in Italia, riveste grande importanza sia economica che sociale, basti pensare che ogni italiano consuma 126 kg di fra frutta e verdura. Importanti sono inoltre i risvolti internazionali legati a questo evento. Tra le novità è presente un Padiglione interamente dedicato al Sud America con new entry come Messico (12 aziende) e Salvador (6 imprese), insieme a Perù, Cile, Venezuela, Costarica, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana e Colombia con una ventina di aziende.

dav

Altri Paesi del Sud America (Honduras, Haiti, ecc.) saranno presenti nello stand istituzionale di IILA e nel “Foro PYMES”, promosso dalla stessa IILA per consolidare i rapporti tra le piccole e medie imprese italiane e latino americane, dedicato alle filiere agroalimentari. Ad oggi sono già 120 le imprese di quell’area che hanno aderito. Il focus con il Sud America è organizzato in collaborazione con IILA (Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana), Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI), AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo) e Agenzia ICE.

Un altro Padiglione è dedicato all’Africa da sempre ampiamente rappresentata a Macfrut. Sono 19 i Paesi presenti, alcuni dei quali con un nutrito numero di imprese al seguito come nel caso di Ghana (30 aziende), Egitto (22), Nigeria (10), Algeria (10).

Un’altra novità è lo stand nazionale dell’Arabia Saudita, per la prima volta a Macfrut, area nella quale nel settembre scorso era stata presentata la 40esima edizione della fiera, mentre una presenza importante l’avrà anche la Turchia. Di rilievo è il ritorno della Cina, alla kermesse con 30 imprese, alla prima partecipazione a una fiera estera dopo il Covid.

I Comuni liberi da pesticidi – I territori amano il bio

Donatello Urbani

La valorizzazione della grande tradizione agroalimentare e vitivinicola italiana insieme allo spirito di collaborazione fra enti preposti e territori/sindaci che vivono questa realtà ogni giorno, è fondamentale per condividere proposte e ragionare su un sistema Italia sempre più capace di competere sul piano internazionale e sui grandi mercati. Dai Comuni arrivano alcune possibili soluzioni per l’eliminazione delle sostanze chimiche in agricoltura, nelle aree verdi cittadine e nelle mense scolastiche Sono quasi cento i “Comuni Liberi da pesticidi”. Assegnate nel corso del convegno  del 29 marzo u.s. organizzato a Roma – Palazzo Valentini – da FederBio, 11 menzioni speciali “Comuni amici del bio” . L’evento “I Territori amano il Bio”, parte del più ampio progetto Cambia la Terra, promosso da FederBio insieme con Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente, Slow Food e WWF.  ha offerta l’occasione per rilanciare la seconda edizione dell’assemblea delle amministrazioni locali che aderiscono all’elenco dei Comuni Liberi da Pesticidi. Uno scambio di idee e proposte fra quanti sono impegnati nello sviluppo dei metodi biologici, sia nei campi e nelle aree verdi urbane che nelle mense pubbliche. Novità di quest’anno, è la realizzazione di un database che raccoglie tutte le ordinanze emesse dalle amministrazioni pubbliche che vanno nella direzione di un territorio libero da sostanze chimiche, in agricoltura, nelle aree verdi ma anche nelle mense pubbliche, ovvero nello specifico nelle scuole. Disponibile sul sito di Cambia la Terra, rappresenta un importante strumento di facilitazione per tutte le realtà che desiderano avviare politiche a supporto di una transizione ecologica sempre più necessaria. A presentarlo, durante l’evento I territori amano il bio, Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, insieme a Rocco Ferraro, consigliere delegato Ambiente, Transizione ecologica, Aree Protette, Tutela degli animali di Città metropolitana di Roma Capitale; Fabio Bonanno, referente dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma sul tema della food policy; Laura La Spada, Slow Food Italia; Natalija Svrtan, Rete delle Città Libere dai Pesticidi; Franco Ferroni, comitato dei Garanti Cambia la Terra. Due tavole rotonde alle quali hanno partecipato oltre ai rappresentanti degli Enti Organizzatori, delegazioni d’istituzioni locali ed esperti della materia, hanno ampliato e dibattuto i vari temi, proposte e possibili soluzioni dibattute in questo convegno.

Per saperne di più consultare il sito  www.beingorganic.euwww.cambialaterra.it

 

AssoDistil il settore distillatorio è sempre più green. Una fotografia dell’approccio alla sostenibilità dell’intero settore. – Roma 23/2/2023

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Goccia a goccia: I favi distillano miele l’agrime….che ‘l dolor distilla/ per li occhi miei (F.Petrarca).

Promuovere l’innovazione selezionando vitigni adatti ad una viticoltura sostenibile per mitigare gli effetti indesiderati ai cambiamenti climatici.

dav

Il report  presentato in sintesi:

Uno studio accurato che, seguendo i lavori precedenti, vuole porre l’accento sul ruolo dell’industria distillatoria nei confronti della sostenibilità ambientale. 

Dal rapporto emerge come questo settore incarni in sé l’essenza della sostenibilità e della circolarità offrendo un contributo concreto e significativo al miglioramento della qualità dell’ambiente. 

L’obiettivo dello studio, raccontato per l’occasione dalle voci di Antonio Emaldi, Presidente di AssoDistil, e Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil, è illustrare l’evoluzione nel biennio dei principali indicatori della sostenibilità ambientale, economica e sociale del comparto. 

Nel Report si è poi voluto dare particolare rilievo all’analisi della sostenibilità ambientale con approfondimenti su consumi energetici, emissioni in atmosfera e gestione dei residui di processo e dei rifiuti.

Per concludere la tecnologia deve sempre più adeguarsi per entrare a far parte di quei sistemi complessi e articolati di sviluppo del territorio

Agricoltura Biodinamica: perché é una cosa seria. Il sistema agroecologico che può contribuire all’autosufficienza alimentare e alla mitigazione dei danni climatici.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“Noi abbiamo avuto la terra in eredità dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”

La sede romana dell’Associazione Stampa Estera ha accolto l’8 aprile u.s. una conferenza stampa intesa alla presentazione da parte di autorevoli personalità del mondo scientifico e agricolo dell’iniziativa: “’Progettiamo il Futuro” come percorso d’innovazione e preparatorio al centenario della nascita dell’Agricoltura Biodinamica ad opera di Rudolf Steiner nel giugno1924.

dav

La presentazione è stata curata da Carlo Triarico, Presidente  dell’Associazione Biodinamica, che ha affermato: ”Abbiamo ritenuto opportuno avviare un itinerario d’incontri di studio e di co-progettazione in giro per l’Italia per determinare insieme agli agricoltori e ai cittadini   come   l’agricoltura biodinamica possa contribuire efficacemente all’autosufficienza alimentare. Partendo dalle tecniche fondanti che la rendono un sistema produttivo a bassissimo impatto ambientale e un metodo che contribuisce alla mitigazione dei danni climatici e dei rischi ambientali”.

L’agricoltura biodinamica è il metodo fondatore dell’agricoltura biologica (gli standard biodinamici hanno anche ispirato il Regolamento CE n. 2092/91 sull’agricoltura biologica). Sempre Triarico sottolinea che “ … la   biodinamica offre una via sostenibile, basata sull’economia circolare, le filiere corte e organiche. È un metodo agroecologico caratterizzato da bassa intensità energetica in grado di ripristinare terreni asfittici restituendo loro la fertilità, d’incrementare la biodiversità agraria e naturale, di migliorare ambiente e alimentazione, di favorire il benessere animale e di coltivare anche aree marginali e aride, portandole alla produttività. Tutto questo è alla base dell’autosufficienza alimentare italiana ed europea”. Le esperienze biodinamiche nel Sud del mondo hanno permesso la rinascita d’intere   aree desertificate. Non solo, la biodinamica contribuisce a un settore, quello del biologico, che vede l’Italia in posizione avanzata rispetto al resto d’Europa, con il 16% di coltivazioni contro l’8% della media UE. Un settore che merita di essere sostenuto anche in virtù della   sua forza di volano economico.

dav

La conferenza ha voluto dar voce anche  alle testimonianze d’imprenditori del settore biodinamico che hanno portato esempi di applicazioni biodinamiche di successo in Italia e in aree di crisi, talvolta in collaborazione e sinergia con la FAO. “La Transizione agricola che ci attende è verso un’economia generativa e circolare, in cui si garantiscono ecosistemi e comunità verdi. Molto di quanto descritto si ritrova già nell’approccio biodinamico che, al pari del biologico, rientra nel filone dell’agro-sostenibilità e rispecchia molto quell’ecologia integrale richiamata dall’enciclica papale, d’interconnessioni tra uomo e natura“ dichiara Raffaella Pergamo, ricercatrice CREA, centro di Politiche e Bioeconomia.

Una sana agricoltura sarà possibile solo se ci saranno bravi e coscienti agricoltori, sostenuti da un commercio lungimirante ed equo e da consumatori consapevoli e attenti.

Il tour “Progettiamo il Futuro”, che prevede una serie d’incontri di studio e di coprogettazione, toccherà Roma, Milano, Padova, Torino, Bologna, Bolzano, Firenze, Napoli, Pescara, Bari, Palermo e altre città ancora. La prossima tappa sarà a Roma il 9 aprile, presso l’azienda agricola Agricoltura Nuova, via Val di Perna n. 315. La partecipazione è gratuita, è necessario iscriversi tramite invio di e-mail a: info@biodinamica.org.

 

 

“Luce e Salute” – Evento promosso a Roma dalla Fondazione Salmoiraghi & Viganò

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

La Fondazione ha promosso il 7 aprile c.m. un nuovo appuntamento, nell’ambito del programma “Incontriamo l’oculista”, la pluriennale campagna d’informazione scientifica e prevenzione che ha lo scopo di diffondere la cultura della salute degli occhi.

“In me volgeva sue luci beate”  (Ugo Foscolo)

Il tema centrale svoltosi all’Harry’s Bar Hotel e Restaurant ha interessato il rapporto tra luce solare e salute del nostro corpo in particolare gli occhi e la pelle incluso il suo impatto sulla rappresentazione di ciò che vediamo attraverso la creatività e i linguaggi artistici come il cinema e la fotografia. Sono presenti il Dott. Luigi Mele, medico chirurgo oculista, la dermatologa Dott. Annalisa Pizzetti, Enrico Vanzina, regista cinematografico e Adolfo Franzò, fotografo ritrattista autore della mostra, divenuta poi un libro catalogo “Shut Close Your Eyes” che, come scrive nell’incipit dello stesso, “…un sogno che non si legge è come una lettera che non viene aperta”. La fotografia è un procedimento ottico-meccanico e chimico mediante il quale si ottengono immagini dovute alle variazioni prodotte dalla luce. Nel suo intervento il Dott. Mele ricorda che l’occhio è una macchina fotografica. La luce è una forma di energia che causa delle sensazioni nella vista diretta. “Il sole, tanto importante quanto pericoloso”. La Dott. Pizzetti fa presente che la cute è la parte più estesa degli organi e l’esposizione del corpo o di parte di esso alla luce del sole o artificiale, ha anche uno scopo terapeutico. Infine Vanzina, afferma: “…il cinema è un racconto per immagini, i brutti film sono quelli in cui ci sono troppe parole, le luci più belle sono quelle del mattino e della sera, questa è la magia del cinema”.

Per saperne di più sugli scopi e attività della Fondazione, consultare il sito www.fondazionesalmoiraghievigano.it.

 

 

Associazione Pandolea: le Donne dell’Olio – Premiati i vincitori della IV^ Edizione del Premio Letterario Ranieri Filo della Torre

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’olivo, in tutte le sue manifestazioni: dall’albero all’olio passando per le olive, é da tempo immemorabile fonte d’ispirazione preferita dagli artisti, in particolare scrittori e poeti. Neppure Pablo Neruda si è salvato dal contagio, per nostra fortuna, e ci ha lasciato una lirica di grande valore, sia artistica che letteraria, dedicata all’olio di oliva:

“Il prodigio,

la capsula perfetta

dell’uliva

che riempie il fogliame

con le sue costellazioni:

più tardii recipienti,

il miracolo, l’olio.

     lo amo

20200221_114000

Il bando lanciato dall’Associazione Pandolea – Le Donne dell’Olio – per il premio Ranieri Filo della Torre,  personaggio di primo piano nell’olivicultura italiana, giunto quest’anno alla IV^ edizione, oltre  scrittori e poeti coinvolgeva anche studenti e ricercatori di scienze agricole. In occasione della premiazione avvenuta nella sede centrale della Confederazione Italiana Agricoltori – CIA – ben 14 tesi di laurea hanno affiancato testi letterari e poesie. Inframezzati  nelle parole di saluto e ringraziamento dei partecipanti e dei premiati, alcuni pensieri sull’olio  extravergine di oliva hanno raccolto consensi e plauso fra i partecipanti: “… olio dolce sulla pelle e forte nella gola…. Olio che sa di casa….”.

20200221_11563120200221_123528

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una premiazione speciale, inoltre, ha interessato Rosaria Marino, direttrice dell’area sicurezza alimentare della ASLRoma 1, la scrittrice Antonella Lattanzi e Stefano Magno, chirurgo senologo della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS di Roma che per l’occasione ha definito “l’olio uno dei pilastri della dieta mediterranea, un vero farmaco nutricentrico, una sapienza millenaria che viene dai nostri antenati”. Un “tocco” d’internazionalità  è stato offerto dalla premiazione, anch’essa speciale, del sindaco di Agrinio – Grecia – Giorgios Papanastasiou. L’invito rivolto dalla presidente di Pandolea, Loriana Abbruzzetti, per la prossima V^ Edizione, ha  seguito la conferma che questa avrà carattere internazionale  e vedrà coinvolti artisti provenienti da tutti i paesi dove la cultura dell’olio di oliva e la coltivazione dell’olivo rivestono primaria importanza.

I testi selezionati e premiati sono stati raccolti in un libro: “50 sfumature di olio. Poesie e racconti”, pubblicato da ZINES Agra Editrice, pagine 128 costo €.14,00.

Per ulteriori notizie sito www.pandolea.it – e.mail info@pandolea.it – tel.339.5373175.

 

Eden – Piano per la valorizzazione dei territori e per la promozione di un turismo lento. Le mete eccellenti wellness italiane selezionate dall’Europa con Mibact ed Enit

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima” – Dalai Lama.

Il progetto europeo Eden, il più grande al mondo nel settore del turismo sostenibile ,vede la Valdichiana Senese quale destinazione numero uno in Italia affiancata dalle nuove località più salutari selezionate dall’Europa con Mibact ed Enit: Alto Reno Terme, Duino Aurisina, Frasassi/Genga, Manciano. Nell’intervento della Sottosegretaria al Ministero MIBAC, Lorenza Bonaccorsi,  si  possono avere notizie sull’importanza che riveste questo progetto per il turismo italiano ritenuto: “Un’iniziativa importante nel solco del percorso che stiamo portando avanti come Mibact, legato alla valorizzazione dei territori, alla promozione di un turismo lento e in grado di aiutare a diffondere i flussi su tutto il territorio nazionale, mantenendo un’elevata qualità dell’offerta. Il Progetto Eden è l’esempio del livello di qualità diffusa raggiunto dal turismo italiano e in particolare parliamo dei piccoli centri, i borghi d’Italia, che sempre più puntano sulle esperienze del benessere, sulle attività all’aperto e sull’enogastronomia”.  Sotto la sigla Eden (European Destinations of Excellence Network), si nascondono tante buone  occasioni per porre all’attenzione degli operatori turistici le mete di wellness italiane eccellenti.  Al primo posto si sono classificati i Comuni che compongono la Valdichiana Senese, che entreranno a far parte del circuito che promuove le nuove località salubri. Nelle posizioni ‘top five’ delle nuove destinazioni più salutari, selezionate dall’Europa con Mibact ed Enit, si sono collocati anche Alto Reno Terme (Bo), Duino Aurisina (Ts), Frasassi/Genga (An), Manciano (Gr). “Questo progetto ha sviluppato la voglia di molte località anche minori di mettersi in gioco nel mondo del turismo – ha sottolineato Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo Enit -, consentendo di mostrare quello che si ha e di delineare i progetti futuri. Il turismo è bellezza ed anche economia: svilupparlo nei centri minori serve anche a contrastare lo spopolamento e a creare occasioni soprattutto per i giovani. Il progetto crea nuovi flussi turistici e consente di sviluppare le peculiarità di ogni territorio, spingendo ogni dimensione locale a valorizzare le proprie tradizioni mettendole a sistema”.

20200109_131508

 

Il Comitato Nazionale di Valutazione, presieduto dal Dipartimento del Turismo e costituito da ENIT, Anci e Coordinamento Regionale per il Turismo, ha esaminato le candidature pervenute sulla base di criteri europei e nazionali, nonché attraverso visite sul territorio per poi selezionare le destinazioni Eden (1 vincente e 4 classificate) da segnalare alla Commissione Europea. Il processo di selezione delle destinazioni turistiche di eccellenza nel campo del turismo del benessere genererà un circuito virtuoso con effetti moltiplicatori connessi ad un incremento dei flussi turistici. Alla conferenza stampa svoltasi al MIBAC erano presenti numerosi sindaci, tutti nei loro interventi, seguiti alla consegna di attestato e della bandiera, hanno rilevato la caratteristiche principale delle loro attività rivolte al turismo ed improntate sempre più sulle esperienze messe a disposizione dei visitatori con servizi ineccepibili accompagnati da iniziative rivolte al benessere, alle attività all’aperto e sull’enogastronomia. Molte di queste località sono attualmente raggiungibili con il treno come riportato sul travel book “Wellness” edito da Trenitalia che indica come affrontare il viaggio fin dal primo momento per vivere un’esperienza unica.

 

Campus Peroni- Dal campo al consumatore

Fra le varie eccellenze dell’agricoltura italiana, quella promossa dalla Peroni, principale produttore di birra in Italia – che va sotto il nome “Campus Peroni” assume un particolare valore. L’iniziativa infatti vuole mettere in contatto diretto produttori agricoli e consumatori. Dopo un primo anno di applicazione si è tenuto a Roma il primo convegno sulle attività svolte in questo periodo che ha visto la partecipazione dello staf dirigenziale della Birra Peroni,  di Saplo,  di CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – e dei Dipartimenti di Scienze Agrarie degli Atenei di Teramo, Perugia, Firenze, Tuscia, Padova e Salerno. Campus Peroni, nato per sostenere la cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo, promuove iniziative di formazione dedicate sia agli studenti delle università coinvolte sia agli imprenditori agricoli della filiera Birra Peroni che quotidianamente lavorano per la produzione della migliore qualità di orzo da birra.

sdr                                    L’intervento della Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova.

E’ stata questa l’occasione per porre all’attenzione dei consumatori un messaggio salutistico e “per discutere e confrontarsi sull’impatto e lo sviluppo che l’innovazione tecnologica apporta alla filiera agricola e i benefici che genera in termini di competitività economica e sostenibilità ambientale, accrescendo costantemente la consapevolezza dei consumatori verso scelte sempre più informate” come affermato dai vari relatori, fra i quali la Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova. “La tracciabilità e la trasparenza della filiera produttiva sono la nostra priorità” – dichiara Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne di Birra Peroni. “Campus Peroni è un luogo di condivisione d’intenti, d’interessi e di risorse che può contribuire in termini di sistema all’evoluzione del comparto agricolo e cerealicolo italiano. È un luogo aperto alla creazione di partnership che possano contribuire a innovare il settore agricolo. Uno dei compiti fondamentali di Campus è quello di anticipare i tempi e guardare al futuro per illustrare alla filiera quali sono le tematiche trasversali che influiranno e influenzeranno il settore e incideranno sulla qualità delle materie prime e del Made in Italy”.

davFederico Sannella, al centro, saluta insieme al Prof. Michele Pisante, Università di Teramo, di spalle, l’ex Ministro delle Risorse Agricole Maurizio Martina.

A queste sono seguite le dichiarazioni di Enrico Galasso, Amministratore Delegato Birra Peroni  che ha affermato:“Il mercato nel quale opera Birra Peroni è in costante evoluzione, segue le trasformazioni delle abitudini di consumo dei clienti che sono sempre più informati sulla qualità dei prodotti e sulle innovazioni aziendali. I prossimi anni saranno determinanti per rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori e quindi ai nuovi trend di mercato, continuando a produrre birre di eccellenza in modo sempre più trasparente e sostenibile”.Per tutte le news su Campus Peroni, da oggi è possibile visitare il blog  Campus.birraperoni.it

Automonitoraggio della glicemia – Come cambia per la generazione dei nativi digitali. E non solo

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La promozione di questo automonitoraggio della glicemia  si deve alla Società Italiana di Diabetologia (SID) con il preciso intento di adeguare un nuovo trattamento del diabete grazie alle moderne tecnologie che mettono a disposizioni dei pazienti nuovi metodi di somministrazione del farmaco, l’unico al momento, l’insulina. L’uso dei nuovi device di automonitoraggio, che affrancano dalle ripetute ‘punturine’ al dito, cresce al ritmo del 10-15 per cento l’anno e aiuterà a rivedere le ‘istruzioni per l’uso’ della gestione del diabete. Secondo gli esperti sono strumenti preziosi per i giovani con diabete ‘tipo 1’ ma anche per i ‘tipo 2’ in terapia insulinica multi-iniettiva, siano essi persone in piena attività lavorativa o anziani ai quali il caregiver può controllare comodamente la glicemia più volte al giorno.

dav

Si deve al Presidente della SID, prof. Francesco Purrello, la presentazione di questo automonitoraggio: “Da alcuni anni è disponibile la tecnologia del monitoraggio in continuo del glucosio (continuous glucose monitoring, CGM) che si realizza per mezzo di strumenti altamente tecnologici, i cosiddetti ‘sensori glicemici’. Si tratta di device grandi poco più di una moneta e leggermente più spessi, che si fissano alla cute con un adesivo e che, attraverso una cannulina , posizionata sotto cute, consentono di rilevare continuamente il livello del glucosio nel liquido interstiziale del sottocutaneo. E questo 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana, fornendo così varie centinaia di valori al giorno. Attualmente sono disponibili due tipi di sistemi di monitoraggio continuo del glucosio: il CGM in tempo reale (real-time CGM, rtCGM) e il CGM a rilevazione intermittente (intermittently viewed CGM, iCGM), detto anche monitoraggio ‘flash’ del glucosio (flash glucose monitoring, FGM). Entrambi i sistemi forniscono informazioni riguardo ai livelli di glucosio attuali e pregressi, indicano la direzione (la tendenza) verso cui si sta modificando e la velocità di variazione del livello di glucosio, fornendo così informazioni preziose per prevenire pericolosi sbalzi di glicemia nelle ore successive.

mde

Per alcuni di questi sistemi è possibile attivare degli allarmi che scattano in caso di ipoglicemia o iperglicemia. Sono delle novità high tech di grande rilevanza soprattutto per i pazienti con diabete di tipo 1 in trattamento insulinico. Tra la necessità di misurare più volte al giorno la glicemia attraverso il classico automonitoraggio sulla gocciolina di sangue del polpastrello e la grande propensione dei nativi digitali ad adottare soluzioni high tech, in Italia l’uso delle tecnologie basate sui sensori per la misura del glucosio è in rapido aumento. Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, l’uso delle tecnologie basate sui sensori glicemici fa registrare una crescita del 10-15 per cento l’anno. Questi apparati consentono lettura dei valori della glicemia passando il cellulare sopra un discreto sensore ‘a moneta’, posizionato sulla parte alta del braccio o premendo il pulsantino di un glucosensore ‘indossato’ sull’addome o ancora leggendole su un ricevitore al quale arrivano ‘notizie’ da un minuscolo glucosensore impiantato sottocute”. E’ augurabile che quanto prima siano disponibili anche delle pompe che iniettano insulina nella quantità rilevata dai sensori, lasciando al paziente il solo incarico di ricarica delle batterie degli apparti, tarata in 14 giorni, e il rabbocco del medicinale.

Maggiori notizie ed informazioni sul sito www.siditalia.it