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ELIZABETH UNIQUE HOTEL – Dimora charme che rivoluziona l’ospitalità negli hotel cinque stelle

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

In una delle vie più anonime di Roma, tra via del Corso e via della Frezza,  tra le preziose mura di Palazzo Pulieri Ginetti, nobile residenza oggi gestita dalla Famiglia Curatella, storica famiglia di albergatori, si trova l’hotel cinque stelle più esclusivo e raffinato della città.

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Il nome dell’hotel è un omaggio alla Signora Elisabetta, madre e nonna dei fondatori: figura femminile chiave, che ha lasciato dietro di sé le tracce indelebili del proprio amore e l’esempio di un’accoglienza autentica e unica che ha rappresentato nella maniera migliore il concept della raffinata ospitalità proprio degli hotel 5 stelle tanto a Roma quanto nelle loro strutture alberghiere presenti nelle città di Bologna e Venezia.

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 Maurizio Cannavacciulo: “Suppellettili” – 2012 – Opera in vendita                            Michael Gambino: “Dreams” – 2015 – Opera in vendita

Giuseppe Falconieri, già Generale Manager di realtà alberghiere anche internazionali, è stato chiamato a svolgere le funzioni gestionali con incarico di consulente apicale della proprietà e a guidare la direzione creativa e operativa di questo innovativo progetto che si basa su una filosofia realizzata in un’esclusività inedita e visionaria che si riassume nelle parole dello stesso Falconieri: “Il lusso non è apparire, bensì essere compresi e trovare appagamento nei piccoli dettagli e ispirazione nelle suggestioni artistiche con un percorso virtuale antico a contemporaneo, nel privilegio di entrare a far parte di una community di viaggiatori illuminati”. Entrando nella reception si avverte le netta sensazione di essere entrati in una residenza esclusiva dove alle arti è riservato il compito di porgere il benvenuto.

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  Simafra: “Chaotic” – 2018 cm.150X400- L’opera é esposta sulla parete sinistra del corridoio

Corridoio nell’Hotel Elisabeth Unique

Opere di pittori, prevalentemente contemporanei  di scuola romana, senza dimenticare anche artisti stranieri, selezionate dal gallerista Fabrizio Russo, segnano un vero e proprio percorso espositivo, accompagnato da un sottofondo musicale,  lungo l’intera area fino agli spazi  personali e riservati agli ospiti.  Grande attenzione è riservata alla musica. E’ messa a disposizione dei clienti una scelta di brani musicali alcuni registrati direttamente nel corso di serate organizzate all’interno dell’hotel. Altra grande attenzione sulla quale si è concentrata una particolare cura sono i servizi offerti agli ospiti ad iniziare da una colazione gourmet che inizia la mattina alle 7 e si protrae fino alle 14,30. Sono offerti prodotti accuratamente selezionati tra le migliori eccellenze “made in Italy” che hanno, tanto  nella coltivazioni e produzione biologica quanto nella freschezza e accuratezza della preparazione, le loro più importanti peculiarità. Identica politica è seguita anche nell’offerta di bevande ad iniziare dai vini, selezionati da Luca Maroni, importante enologo italiano autore di vari testi, guide e promotore di una selezione dei migliori vini italiani dell’anno in corso.

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Due proposte inserite nel ricco menu del brunch: “La carbonara” a sinistra e “Cous-Cous di pesce” sul lato destro

Le attenzioni messe in campo sono molteplici, da quelle ecologiche, con l’esclusione assoluta della plastica, all’ organizzazione  di visite guidate alle più significative realtà culturali e monumentali della città, solo per citarne alcune. Il numero delle camere disponibili è di 27 alle quali si aggiungono altre 6 realizzate in una dependance nello stabile di fronte. Quanto scrive Giuseppe Falconieri nel manifesto redatto per l’occasione dell’inaugurazione, è senza dubbio, il miglior pensiero conclusivo: “Qualità reale, non solo percepita. Ogni dettaglio, sia esso estetico o di servizio, è stato concepito e costruito senza alcun compromesso”.

“Elisabeth Unique Hotel” – Roma Via delle Colonnette, 35 – www.ehrome.com  – info@ehrome.com  – fax +39.06.3219979

ETERNAL CITY. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects

Testo e foto di Donatello Urbani

L’archivio fotografico del Royal Institute of British Architects (RIBA), ordine professionale che  promuove l’educazione alla qualità dell’architettura, fondato nel 1834 a Londra, conserva nel suo archivio fotografico ben 1,7 milioni di immagini. Un nutrito numero di queste  fotografie, opera di fotografi prevalentemente inglesi, salvo  alcune immagini dei fondi dell’Architectural Press Archive, sono state scattate in territorio italiano con una particolare attenzione alla città di Roma.

20180628_105911 Monica Pidgeon: “Tempio di Vespasiano” – 1961. La strada cuttadina che attraversava i Fori fu eliminata alcuni anni dopo.

Quelle selezionate per questa  mostra dal titolo “Eternal City. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects”,  esposte nella sala Zanardelli del Vittoriano fino al 28 ottobre 2018,  privilegiano uno sguardo ampio e scrupoloso al dettaglio archeologico come al paesaggio, passando per la scala intermedia dell’architettura della nostra città. Come è stato rilevato nel corso della conferenza stampa di presentazione della rassegna, Roma possiede non uno, bensì mille volti, che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto, identità distinte che talvolta si contraddicono e altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.

20180628_111314                                                      James Anderson: “Il Tevere con San Pietro e Csatel Sant’Angelo” -1870 circa

Scrivono in proposito  i curatori: “Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno interpretato i monumenti e l’immagine complessiva”. Gran parte degli autori delle fotografie erano pittori/fotografi che sistemarono le macchine fotografiche negli stessi luoghi che offrivano panorami e scorci di vita vissuta validi anche per opere pittoriche.

20180628_111621                                                                                      Monica Pidgeon: “Stazione Termini” – 1961

L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il Foro, sono sostanzialmente ripresi con minime varianti su quelle che sarebbero state le scelte compiute da un pittore. Per quanti hanno la memoria storica di quella Roma scomparsa  presente nelle fotografie esposte,  l’intero percorso espositivo che occupa anche gli spazi di recente apertura,  si tingerà di nostalgia, per i più giovani invece avrà un sapore romantico; su tutti i visitatori, di rimando, specialmente per quanti hanno Roma nel cuore, contribuirà a rafforzare  il vincolo che li lega alla loro “eternal city”.

20180628_110939               Complesso del Vittoriano: Spazi espositivi nella sala Zanardelli recentemente inaugurati ed aperti al pubblico

Roma, Monumento a Vittorio Emanuele II – Il Vittoriano –  Sala Zanardelli – Piazza dell’Ara Coeli fino al  28 ottobre 2018 con ingresso gratuito. L’esposizione, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita nell’ambito di Artcity Estate 2018

Storie dal Palatino

Testo e foto di Donatello Urbani

La lunga storia del Palatino, il colle che ha ospitato il centro del potere dell’antica Roma, raccontato con visite guidate, dalla sua nascita e fino alla sua musealizzazione nel percorso del Parco Archeologico del Colosseo in sinergia tra La Soprintendenza e l’Università la Sapienza di Roma che da oltre 30 anni cura gli scavi in questa area. Un’occasione unica offerta ai visitatori dei Fori per assistere da vicino ai lavori di scavo nel cantiere archeologico degli “Horrea Vespasiani” sulla via Nova.

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                                                    L’area degli Horrea Vestasiani sullo sfondo la sostruzione del Colle Palatino

Un’occasione di archeologia pubblica in cui è protagonista la storia di un settore delle pendici settentrionali del Palatino che sarà narrata attraverso le diverse “storie” frutto della ricerca, dei ritrovamenti e le ricostruzioni archeologiche degli ultimi vent’anni. Il direttore del Parco archeologico del Colosseo Dott.ssa Alfonsina Russo e il direttore dello scavo Prof. Paolo Carafa aprono questo primo appuntamento di archeologia pubblica nel Parco archeologico del Colosseo, esito di una lunga collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza. Siamo alle pendici settentrionali del Palatino in un’area che inizialmente intorno al X secolo a.C, fu occupata da nuclei di capanne.

20180626_103509                                                                                          L’area del Tempio di Vesta

In epoca successiva tra il 775 e il 750 a.C. questo primo insediamento fu distrutto per lasciare il posto a una fortificazione con cinta muraria, conosciuta come la Roma Quadrata di Romolo, che circondava il colle Palatino con tanto di bastioni e fossato difensivo. L’area all’esterno delle mura fu suddivisa in lotti che furono occupati da vari santuari tra i quali il Tempio di Vesta e una residenza regia. Dopo il 550 a.C. circa,  le mura furono distrutte il fossato colmato e sopra questa area fu costruita la Prima Via Sacra. Ai lati della stessa via furono costruite nuove lussuose abitazioni. Una di queste abitazioni era di proprietà di Cicerone e dette origine, in occasione della confisca da parte di Silla, alla famosa allocuzione “Cicero pro domo mea”. Tutto cambiò di nuovo dopo l’incendio neroniano del 64 d.C. Venne costruita una nuova Via Sacra fiancheggiata da portici e sul quartiere residenziale furono costruiti dall’imperatore Vespasiano  dei magazzini – horrea – per la conservazione di derrate alimentari, e non solo. Dell’originaria sistemazione urbanistica restano solo la Casa delle Vestali ed il Tempio di Vesta, mentre la Porta Mugonia, una della quattro di accesso al colle Palatino, ed il Tempio di Giove Statore trovarono una diversa ubicazione sempre nella stessa zona. Tutta l’area dei Fori  nelle parole del prof. Paolo Carafa, direttore scientifico dello scavo, avrà vita difficile.

20180626_112416                                                                                      L’area in prossimità della porta Mugonia

La Roma delle invasioni barbariche e  negli anni successivi, passando dal campo vaccino fino all’arrivo dei Piemontesi, vivrà solo sopra la vecchia città con costruzioni, come nel caso di Santa Maria Antiqua,  adattate sulle preesistenti oppure recuperando sui resti della vecchia capitale imperiali quanto necessario per sopravvivere. E’ augurabile che giornate quali quella del 26 giugno scorso vengano ripetute con una certa frequenza. Sono delle buone occasioni per consentire a molti cittadini, specialmente romani, per gettare uno sguardo sulla più prestigiosa istituzione universitaria della nostra città.

NUGO, Il nuovo modo di viaggiare

Donatello Urbani

Una app scaricabile sul telefono portatile rende possibile acquistare soluzioni di viaggio integrando e combinando diverse modalità di trasporto alla quale hanno aderito circa 400 vettori con corse e orari, di cui 50 già acquistabili. In una settimana, la prima in cui è stato divulgato, si sono registrati 14mila download dagli store Android e iOS, grazie anche all’assistenza fornita ai viaggiatori attraverso nugo magazine, la rivista travel digitale in italiano e inglese. Nugo, pronunciata niugo alla maniera inglese, si presenta come la start up che favorisce la mobilità collettiva integrata “door to door”, semplificando la pianificazione del viaggio proponendo mezzi di trasporto pubblici, collettivi e condivisi in tutta Italia. Da oggi treni, metropolitane, autobus, traghetti, car e bike sharing, taxi, oltre a prenotare la sosta dell’auto nei parcheggi delle stazioni ferroviarie sono alla portata di un semplice contatto sul proprio telefono portatile.

IMG_20180621_205519                                                                                       Foto: courtesy Mariagrazia Fiorentino

E’ sufficiente impostare un account e tutto è a portata di mano  nell’insegna dello stretto ed unico rapporto tra viaggiatore e vettore con la preclusione di qualsiasi intervento da parte di altri che non siano stati richiesti con l’account. Certamente il problema dell’esclusività e segretezza della transazione se lo sono posto anche i promotori della app e dai contatti avuti sembra che il sistema offra tutte le maggiori garanzie di sicurezza e riservatezza anche alla luce di quanto accaduto in questi ultimi tempi. Tutto questo è stato confermato anche dalle dichiarazioni di Gianluigi Castelli, Amministratore Delegato di nugo: “nugo ha un obiettivo ben definito: rendere gli spostamenti più comodi e facili, grazie alla possibilità di acquistare con un’unica transazione tutti i biglietti del proprio viaggio, e migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Siamo impegnati per espandere il numero di aziende di mobilità e trasporto presenti a bordo di nugo, per offrire così itinerari sempre più completi e competitivi. Vogliamo dimostrare che si può lasciare a casa l’auto privata, a beneficio non solo della travel experience dei passeggeri ma anche dell’ambiente.”

Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo. In mostra a Roma nel Palazzo delle Esposizioni

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La scoperta vera e propria delle Dolomiti, quei monti di pietra che si ergono con cime frastagliate fra i fiumi Rienza, Piave, Adige, Brenta e Isarco è abbastanza recente e non ha una data ben definita ma è sorta in un susseguirsi di eventi, lungo un lasso di tempo abbastanza lungo e  che arriva fino ai giorni nostri con la mostra delle foto scattate da Georg Tappeiner che sono esposte, fino al 2 settembre ,nello spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni a Roma. La grande attenzione su di loro nacque dopo la scoperta, avvenuta nel 1789/90, da parte del francese Déodat de Dolomieu di un minerale presente nella loro formazione rocciosa che fu battezzato in suo onore dolomite e che sua volta originò anche il nome dell’intera catena montagnosa. Altra notizia interessante è la scoperta fatta dal geologo tedesco Ferdinand von Richthofen, omonimo dell’altrettanto famoso asso dell’aviazione Barone Rosso, che provò scientificamente come le Dolomiti altro non sono che gigantesche scogliere coralline fossili. Queste notizie dettero origine a flussi prima di alpinisti protesi alla conquista delle vette e successivamente di escursionisti e poi turisti che qui individuarono spettacolari mete per le loro vacanze sia estive che invernali.

IMG_20180619_192641                                                                      Georg Tappeiner: La luna piena sopra la Pala di San Martino

Un ultimo importante riconoscimento è avvenuto con la proclamazione da parte dall’UNESCO delle Dolomiti patrimonio naturale mondiale dell’umanità. La conferma di tutto questo è offerta dalle fotografie presenti lungo tutto il percorso espositivo. Momento migliore per allestire una mostra di questo genere non poteva essere scelto. Abbiamo le vacanze estive che bussano alla porta e, dopo aver visto questa rassegna, si rafforza in noi la decisione che non ci sia niente di meglio che far entrare nei nostri programmi un soggiorno fra questi magnifici paesaggi.

Roma – Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale, 194 fino al 2 settembre 2018 con accesso da  Via Milano e ingresso gratuito nei giorni domenica martedi mercoledi e giovedi dalle ore 10 alle 20 nei giorni di venerdi e sabato dalle 10,00 alle 22,30. Info e prenotazioni www.palazzoesposizioni.it – telefoniche 06.39967500.

Rieti fra cammini ed eccellenze del territorio

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Nei primi anni del 1200 (1220?), Frate Francesco, ocpite nel territorio reatino ai piedi del monte Terminillo, proprio dove oggigiorno sorge il Convento Francescano La Foresta, fu rapito dal fascino che si sprigionava, allora come oggi, da queste terre in maniera così coinvolgente da lasciare una testimonianza poetica di notevole valore tanto letterario quanto emotivamente religiosa. Così ha scritto: “….Laudato sì,mì Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba…..” e concludeva il suo cantico con un appello rivolto agli uomini invitando tutti a servire le creature di Dio con grande umiltà: “ Laudate et benedicete mì Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate”. (In appendice é trascritto per intero il Cantico delle Creature di Frate Francesco). Non é possibile, però, apprezzare e capire il paesaggio reatino, se il nostro occhio non é abituato a scorgere il segno che l’uomo ha lasciato. Le vigne ed i piantoni di olivi che a loro volta sembrano ai boschi che popolano i rilievi più alti in un’armonia quasi perfetta con le vette dei monti in cui spicca la maestosa mole del Terminillo.

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Antonio Di Carlo con alle spalle la vite di “Cesenese Nero” vecchia di oltre 150 anni.

Antonio Di Carlo, un giovane agricoltore titolare, insieme ai familiari, della cantine Le Macchie e del Ristorante La Foresta, forse anche per la condivisione con Frate Francesco di questi magnifici paesaggi, ha accolto per intero l’appello del fraticello ed ha iniziato a ricercare quanto di bello e di buono questa terra produce. Così ha scoperto, nel terreno di un vicino, una vecchia vite di oltre 150 anni di età appartenente ad un cultivar autoctono; “Cesenese Nero”, miracolosamente salvatasi dall’infezione provocata da un insetto dal nome scientifico Daktulosphaira vitifoliae, volgarmente conosciuta come fillossera, che colpì nella seconda metà dell’ottocento (1880 la sua prima apparizione in Italia) l’intera coltivazione vitinicola italiana annientandola completamente nel corso di vari anni. Da questa infezione si salvarono pochi vigneti, perlopiù quelli che avevano viti innestate su barbatelle americane – portainnesti – dalla radice amara, quali la “Vitis riparia” una delle specie americane resistenti alle radicicole. Questa tecnica é un mezzo preventivo di lotta biologica a tutti gli effetti ed é stato l’unico vero metodo di controllo efficace e applicabile su vasta scala. In definitiva questa tecnica ha rivoluzionato l’intera viticoltura europea risollevandone le sorti.  Attualmente quello che ha rappresentato nel XIX secolo una delle piaghe più terribili dell’agricoltura europea, é diventato un insetto pressochè innocuo, il cuiinteresse é ormai relegato ai soli ambiti storici, culturali e biologici. La coltivazione di viti non innestate su barbatella americana viene detta su “piede franco”. In Italia la coltivazione della vite du piede franco viene praticata in molte parti, principalmente sull’Etna, in alcuni vigneti valdostani, nella zona del Carignano del Sulcis rosso Doc, oltre le pochissime sopravvissute come il nostro cultivar Cesenese Nero che rappresenta oggi una rara e preziosa reliquia da custodire gelosamente.

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Vigneto e campionatura della produzione della “Camtina Le Macchie”

Da questa vite annualmente sono tolti circa 300 tralci che in appositi vivai, controllati e custoditi dalla Regione Lazio, vengono prodotte altrettante piante di vite, tutte di piede franco, che messe a dimora sui terreni di questa zona, hanno consentito la commercializzazione del vino IGP Cesenese Lazio che, nelle bottiglie sotto il nome L’Ultimo Baluardo, rappresenta il prodotto di punta della Cantina Le Macchie. Le particolari condizioni climatiche presenti  in questi terreni localizzati ai piedi del monte Terminillo, ad un’altezza superiore ai 500 mt. sul livello del mare, hanno dato buoni risultati anche nella produzioni di vini bianchi, gewuirztraminer, riesling e malvasia oltre ad un rosato Lazio IGP prodotto da vitigni Sangiovese e Montepulciano. A margine di questa campagna di ricerca di cloni autoctoni e specie di vitigni da impiantare su questi terreni di montagna, c’è l’aspetto sociale che ne è derivato dal momento che non solo tutto questo ha fermato l’esodo dei giovani verso la città ma addirittura ha messo in atto un movimento di ritorno verso la campagna grazie a queste nuove forme di fare agricoltura  e agriturismo.

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Ristorante “La Fioresta: Due rivisitazioni di piatti delle cucina contadina: gricia e anatra arrosto.

Il ristorante “La Foresta” offre con la sua affermazione commerciale estesasi anche extra provincia reatina, un’importante testimonianza di come anche la cucina che ha radici nella gustosa cultura contadina trovi una grande interpretazione nei piatti predisposti da chef  una volta rivisitati nei gusti della più esigente clientela. Restando in tema territorio non può passare inosservata l’offerta turistica della Città di Rieti. In questi ultimissimi anni con lo svilupparsi dei “cammini” sui percorsi religiosi quali quelli di San Francesco (La Verna/Roma)  e di San Benedetto (Subiaco, Cascia, Norcia, Cassino) o di puro trekking: (Monti Sibillini e Riserva Naturale dei Monti Cervia e Navegna – vedi la nostra recente recensione su questa testata-), Rieti è divenuta punto centrale per gli slow travel (turismo lento) assumendo il prestigioso ruolo di “Capitale dei cammini”. Le attrattive culturali e turistiche presenti in città non sono assolutamente da trascurare. Un’interessante proposta turistico/culturale, nata di recente, offre la scoperta di una città sotterranea preesistente a quella attuale elevatasi sopra le prime costruzioni per impedirne l’allagamento nel corso delle piene del fiume Velino e più vicina alla rocca dove sorgeva l’originario centro abitato. Lungo le sponde del fiume Velino si era sviluppata una città che viveva di attività acquatiche sia nel trasporto di materiali su chiatte dal fondo piatto, sia quelle vere proprie offerte dallo scorrere dell’acqua, quali la macinatura di cereali e di sfruttamento della forza idraulica.

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Due immagini di Rieti Sotterranea

Lungo parte di questi spazi, oggi ipogei, in prevalenza ricavati nei fornici della strada sopraelevata, sono stati allestiti veri e propri percorsi turistici da parte di volontari che curano anche la parte ludica e didattica con visite guidate. Interessanti anche gli spazi dove sono state collocate delle opere d’arte sonore che rendono le visite guidate veri propri percorsi culturali interattivi dove è richiesta la partecipazione diretta dei visitatori invitati a percuotere e far suonare le opere esposte.

Informazioni e maggiori notizie : per il Ristorante La Foresta s.r.l. – Rieti 02100 Via Foresta, n.51 Tel. 0746.220455, oppure 0746.228837; fax 0746.222000; mobile 333.2504160; la Cantina Le Macchie – Castelfranco di Rieti – Via Casanuova, n.5 Rieti 02100; e.mail info@cantinalemacchie.it; sito web: www.cantinalemacchie.it. Per le visite guidate alla città di Rieti e nei maggiori luoghi turistici del territorio, tutte da prenotare via e.mail rietidascoprire@vodafone.it; sito web: www.rietidascoprire.it; telefono mobile 347.7279591.

20180621_170000 Ricostruzione di Rieti Sotterranea presente nel libro di Rita Giovannelli. I fornici della strada sopraelevata hanno originato la città ipogea

Per una conoscenza più approfondita dei percorsi turistici nella città si consiglia il libro scritto da Rita Giovannelli “RIETI Sotterranea – la magia di una scoperta” , ricco di numerose foto a colori a cura di Massimo Renzi e d’immagini con ricostruzioni storiche,  pagine 112 costo €.9,50 presente nelle migliori librerie oppure da richiedere direttamente all’autrice agli indirizzi dell’Associazione Rieti da scoprire sopra riportati.

Cantico delle Creature:                                   

« Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;

beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »

 

Notti magiche al Castello Aragonese di Ischia con Ischia Film Festival 2018

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

Per la sedicesima volta a partire dal prossimo 30 giugno e fino al successivo 7 luglio, il Castello Aragonese di Ischia anima le serate estive dell’Isola di Ischia, uno dei poli di maggior fascino ed attrazione turistica presenti nel nostro paese con il Film Festival 2018. Gli organizzatori, nel corso della conferenza stampa di presentazione, hanno posto una particolare attenzione sull’importanza di questa rassegna degna di rappresentare al meglio i giorni clou delle ferie estive che uno dei maggiori centri turistici italiani offre ai frequentatori dell’isola. Infatti sono ben 113 le opere che verranno proiettate in 5 diverse sale  di questa prestigiosa location, unanimemente riconosciuta come una delle meraviglie del mondo, capace di ospitare circa 740 posti a sedere.  Sarà uno spaccato nel senso più ampio della rappresentatività territoriale e settoriale della produzione cinematografica  in quanto fra le pellicole in visione ben 33 sono delle anteprime di cui 8 mondiali, e  provengono da trenta paesi diversi quali Nepal o Burkina Faso, solo per citarne alcuni. Una prima suddivisione per le proiezioni in programma può comprendere le pellicole ammesse al:

– Concorso internazionale per 10 opere di lungometraggio e 26 di cortometraggio fra le quali verranno scelti i vincitori;

– Concorso documentari DOC: 15 storie straordinarie che affrontano le realtà presenti nelle nostre società, anche più crude, che vanno dal rapporto con la malattia, a quello con un padre troppo ingombrante, oppure dalla resistenza culturale in Burkina Faso  alle ragazze rapite in Nigeria da Boko Haram agli operai che in Vietnam assemblano l’hight tec dei quali non possiamo fare a meno;

– La meglio cinematografia italiana: 22 opere corali tra commedie, documentari, musical, supereroi incluso un gioiello dell’animazione a dimostrazione che la nostra produzione cinematografica, merito anche di Napoli e della Campania, sta vivendo un periodo di grande creatività e qualità;

–  Anteprima: quattro grandi film internazionali: The Greenaway Alphabet (Paesi bassi di Saskia Boddeke); Gringo (USA di Nash Edgerton); Ocean’s 8 (USA di Gary Ross); Io, Dio e Bin Laden (USA di Larry Charles);

– Location Negata: 16 pellicole che narrano di luoghi che non ci sono più, oppure non più raggiungibili o che ancora non c’é oppure che c’è anche se non dovrebbe esserci nel suo negare l’essenza stessa dell’essere umano;

– Scenari Campani:  17 pellicole che narrano di come valorizzare il territorio e la cultura della Regione Campania.

IMG_20180618_185957Il fondatore dell’Ischia Film Festival Michelangelo Messina, sulla sinistra, affiancato dal direttore artistico Boris Sollazzo- Foto D.Urbani

Significativo, in chiusura di conferenza, è stato l’intervento  dell’animatore e fondatore di questo Festival Michelangelo Messina che nel precisare l’importanza che riveste il turismo nella Regione Campana, ci dice come questa sua iniziativa voglia inserirsi proprio nella finalità di filmturismo. Il 6 luglio si terrà, sempre all’interno del Castello Aragonese, un convegno su cinema e turismo nell’intento di rendere questa iniziativa ancora più aderente alle finalità turistiche che ambisce ad avere.

Un nutrito numero di ospiti del mondo del cinema animeranno le serate nelle quali sono previsti riconoscimenti e premi per i personaggi che hanno rappresentato delle pietre miliari nell’arte cinematografica.

Per saperne di più anche su orari e calendario delle proiezioni si consiglia  consultare il sito web www.ischiafilmfestival.it oppure richiedere notizie per e.mail a:  info@ischiafilmfestival.it

Campus Peroni – La birra con malto italiano al 100% entra a pieno titolo fra le eccellenze nazionali.

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Dalla collaborazione tra la Birra Peroni, Crea – Centro per la ricerca in agricoltura- e le Università di Firenze, Perugia, Teramo e della Tuscia, è nato Il Campus Peroni, istituzione indirizzata all’industria birraria per la promozione della cultura della qualità e della sostenibilità in campo agricolo e cerealicolo in particolare.

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Tiene a precisare Federico Sannella, Direttore delle relazioni esterne della Birra Peroni: “L’orzo distico dal quale deriva il malto, elemento principe nella nostra produzione di birre, è prodotto da oltre 1.500 agricoltori su circa 17.000 ettari di campi coltivati ad orzo biologicamente nelle regioni Umbria, Lazio, Marche, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli, Campania e Puglia. Il nostro intento è offrire una piattaforma per fare squadra tra industria e agricoltura con la collaborazione di centri di ricerca ed istituzioni universitarie. La buona qualità ottenuta consente alle nostre birre di essere le preferite dai consumatori in tutto il mondo. Le nostre attenzioni sono rivolte tanto al miglioramento delle qualità, quanto alla maggiore sostenibilità nelle coltivazioni ed alla comunicazione agli agricoltori per una precisa attuazione nelle lavorazioni sul campo. A tutto questo fa riscontro il nostro impegno verso i consumatori in modo da consentire loro di avere una precisa tracciabilità sull’etichetta dell’orzo 100% italiano utilizzato nella produzione delle nostre birre.”

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La nuova bottiglia che al momento affiancherà il classico “Peroncino” avrà pertanto una nuova etichettatura con la dizione “Malto 100% italiano” e  metterà in risalto il marchio che si richiama a quello utilizzato nel 1846 da Giovanni Peroni. Nel corso dei vari interventi succedutesi alla presentazione del Campus Peroni è stata data particolare attenzione a questo modello virtuoso di stretta collaborazione tra ricerca, formazione e produzione, agricola e industriale, che consente di guardare con fiducia all’agroalimentare del futuro in modo da renderlo replicabile anche in altri settori. In perfetta sintonia sono state le parole della Sottosegretario di Stato On.le Alessandra Pesce, che ha affermato: “Vogliamo creare le condizioni per facilitare progetti di questo tenore per gli evidenti risvolti ambientali, sociali ed economici per la nostra agricoltura”.

I Bus Rossi di City Sightseeing e Make A Wish Italia insieme per regalare un sogno ai bambini affetti da gravi malattie.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il feeling che unisce City Sightseeing e Make A Wish Italia non é certo quello della condivisione in lingua inglese dei loro nomi. Il 29 aprile scorso sono andati ben oltre e con un’azione comune, un euro per ogni viaggiatore sui Bus Rossi della Società City Sightseeing che accompagnano in 10 città italiane i turisti alla scoperta dei luoghi e monumenti più significativi, integrati da contributi volontari di dipendenti, hanno raccolto la considerevole somma di ben 12 mila euro. L’azione in se stessa, oltre ad essere altamente meritoria, è di quelle che non possono essere ignorate in quanto diretta a favore di bambini affetti da gravi malattie per regalare loro un sorriso e appagare un loro desiderio, sperando che non sia l’ultimo, che rappresenti una pausa e spezzi, sia pure per un giorno solo, la loro lunga catena di sofferenze e dolori. Make A Wish Italia è un’organizzazione No Profit nata nel 2004 con lo scopo di realizzare i desideri di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni di età affetti da gravi patologie. E’ Sune Frontani, Direttore Generale e Cofondatrice di Make A Wish Italia, a presentare le finalità della organizzazione: “Il valore di un desiderio è enorme: un sogno esaudito fa capire che nulla è impossibile e ha il potere di migliorare la qualità della loro vita. Infatti specifiche ricerche hanno dimostrato che le emozioni positive che ne derivano generano concreti benefici per i bambini malati e le loro famiglie: l’89% dei bambini diventano emotivamente più forti,, l’81% dei genitori affermano che i bambini affrontano meglio le terapie, e il 98% delle famiglie torna a sentirsi di nuovo una “famiglia normale” (fonte Wish Impact Study Result, March 2011 – MAV America). A conferma della sua serietà, nel 2017 ha destinato l’82% delle proprie spese alla realizzazione dei desideri dei bambini. Make A Wish Italia è affiliata a Make A Wish International, una delle organizzazioni più note  al mondo presente in 50 paesi, con 40 affiliate, 40mila volontari e 415mila desideri realizzati. Dalla sua fondazione Make A Wish Italia ha realizzato ben 1820 desideri di bambini malati di cui 4 nell’anno corrente”.

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La consegna dell’assegno di  €.12.000,00, cifra record mai raggiunta nelle precedenti tre edizioni, è avvenuto nella sede romana di City Sightseeing con una semplice e significativa cerimonia nel corso della quale Fabiola Cilia ha dichiarato: “Siamo fieri di aver compiuto per il 4° anno un azione di solidarietà ai bambini meno fortunati di altri  e  per quanti hanno attraversato questa dolorosa esperienza rappresenta un gesto di grandissima importanza”.

TIVOLI CHIAMA! – IL FESTIVAL DELLE ARTI – 4° edizione. Dall’8 luglio al 4 agosto 2018

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

E’ una grande rivoluzione culturale, sociale, economica che grazie all’impegno di tutti è già intorno a noi. La strada è lunga e il lavoro di ognuno porta i suoi frutti. Anche sul piano della formazione è importante creare una rete unica con un progetto condiviso e organizzato. Perché la vacanza non è fatta solo di qualche mezza giornata trascorsa in un museo, ma di un soggiorno in albergo, di una cena in ristorante o una passeggiata nelle tante ville della città di Tivoli e del territorio circostante.

Villa Adriana - Teatro marittimo                                                                    Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni prende il via dall’ 8 luglio al 4 agosto 2018 la quarta edizione di “Tivoli Chiama! – Il Festival delle Arti”, rassegna culturale per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e paesaggistico attraverso lo spettacolo dal vivo. La rassegna é nata nel 2015 grazie a un bando del Mibact al quale il Comune di Tivoli ha partecipato con un progetto che si è posizionato al terzo posto in graduatoria. Il Festival è realizzato e finanziato dal Comune di Tivoli, con il sostegno della SIAE e di Artisti 7607, in collaborazione con il Mibact . con l’Istituto Villa Adriana e Villa D’Este ed ha come madrina l’attrice Franca Valeri che in proposito del nome della rassegna dice: “Tivoli chiama, con il suo passato, con le sue ville, con la sua gente. Chiama perché ha molte cose da dire. Ascoltatele, la cultura è serenità”. L’organizzazione e la produzione esecutiva sono affidati all’A.T.C.L. Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio di cui il Comune di Tivoli è socio e cofondatore.

Villa_adriana_canopos                                                                  Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Le iniziative proposte s’inseriscono in spazi in cui paesaggio, tradizione e arte rappresentano un unicum, straordinario e irripetibile. Attraverso teatro e musica gli spettatori potranno vivere un’esperienza indimenticabile nei suggestivi siti storico-archeologici di Villa D’Este, Santuario di Ercole Vincitore e Villa Adriana e nelle Piazze Rivarola e Garibaldi. Villa d’Este, Villa Gregoriana e Villa Adriana non sono musei ma luoghi viventi con i loro parchi che cambiano i colori secondo l’andamento delle stagioni.

“La finalità ultima – sottolinea l’Ass.re alla Cultura Urbano Barberini – è quella di creare un sistema integrato che favorisca una sinergia tra le attività culturali, turistiche e imprenditoriali e i beni culturali, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile, in armonia con la vocazione propria del territorio tiburtino, trasformando Tivoli in una vera e propria “Fabbrica di Cultura” per gli artisti, favorendo la crescita di un pubblico che si affezioni alla città e ai suoi luoghi. Le “Arti” in questo modo saranno lo strumento attraverso il quale accrescere e coltivare sentimenti d’identità e aggregazione, insieme ad innovazione, contemporaneità e interculturalità”.

Minolta DSC                                                                 Tivoli: Villa d’Este – Foto courtesy enciclopedia Wikipedia

Il cartellone si presenta ricco di appuntamenti con grandi nomi della cultura e dello spettacolo:

– L’8 luglio l’apertura sarà affidata all’attore Elio Germano accompagnato dalla musica dal vivo di Teho Teardo, nella splendida cornice di Villa Adriana.

Il 13 luglio il Festival proseguirà con il concerto di Massimo Ranieri dal titolo Malìa al Santuario di Ercole Vincitore; l’artista sarà accompagnato da una formazione composta da perle della musica italiana quali Enrico Rava alla tromba e al flicorno, Sebi Burgio al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso, Marco Guidolotti ai sassofoni e Stefano Bagnoli alla batteria.

Il 20 luglio Sempre al Santuario di Ercole andrà in scena il concerto-spettacolo di Syria “Perché non canti più” dedicato a Gabriella Ferri

Il 1 agosto “Tecno – Filò” di e con l’attore Marco Paolini.

-  Il 28 luglio, si terrà un concerto per la prima volta a Piazza Rivarola, con alle spalle la splendida cornice del Tempio della Sibilla e Ponte Gregoriano Enrico Capuano e la Tammurriata Rock si esibiranno in un concerto indimenticabile, ad ingresso libero.

Il 31 luglio serata speciale a Villa d’Este “Auguri Franca!” in onore della madrina del festival, la grande attrice-autrice Franca Valeri in occasione del suo compleanno.

- Il 04 agosto, concerto di chiusura del Festival affidato a Demo Morselli e Marcello Cirillo accompagnati da una Big Band che si terrà in Piazza Garibaldi, concludendo la kermesse con una grande festa di piazza.

600px-Villa_adriana2                                                                      Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

L’occasione di questo festival offre l’opportunità di presentare  su “ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio”, organismo di distribuzione, promozione e formazione del pubblico, oggi Circuito Multidisciplinare (teatro, danza, musica), riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e dalla Regione Lazio. Le parole di Urbano Barberini, assessore alla Cultura del Comune di Tivoli, offrono una presentazione di particolare efficacia:”Da oltre 30 anni l’ATCL sostiene la diffusione dello spettacolo dal vivo sul tutto il territorio regionale, alla ricerca di una politica culturale capace di superare la forza centripeta della Capitale, attraverso progetti dedicati a piccoli e grandi comuni e aprendo a una prospettiva europea, al fine di modulare un’idea di “identità” regionale “altra” in costante divenire. Queste identità sono al tempo stesso ricchezze, possibilità, prospettive, opportunità per una crescita che proprio nello spettacolo e nella cultura trova un volano capace di esaltare le specificità e di favorire l’incontro arricchendo il singolo individuo e la collettività. Mediante una capillare attività presso gli Enti Locali, ATCL svolge un servizio a forte caratterizzazione sociale finalizzato alla crescita qualitativa e quantitativa e del pubblico e all’affermazione della funzione sociale ed economica dello spettacolo dal vivo. L’azione si caratterizza per l’interdisciplinarietà della proposta, la ricerca e la contemporaneità dei linguaggi, il sostegno dei nuovi talenti, la riscoperta delle tradizioni, vocazioni, bellezze dei territori, la presenza all’interno del mondo della scuola e del disagio sociale, l’attività di consulenza e assistenza per operatori ed Enti Locali. Allo stesso tempo l’ATCL guarda verso un orizzonte più ampio, con la necessità di espandere la propria rete oltre i confini regionali e nazionali per condividere percorsi e strategie comunitarie anche attraverso una “Rete dei Teatri”.

Info: C.T.S. Piazza Palatina.2 Tivoli – e.mail biglietteria@tivoli-chiama.com – tel.0774.311608