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Ritorna dopo l’interruzione di un anno “All’ombra del Colosseo”- Sempre comico fu quest’ermo colle.

Donatello Urbani

Ritorno in grande stile e per di più nel palco del Parco del Colle Oppio, proprio dove nel 1990 fu accolta la prima edizione di questa rassegna del teatro comico, perla indiscussa  di primaria importanza fra le tante iniziative dell’Estate Romana.

All'ombra del Colosseo - logo 2017

Il ricco cartellone con ben 23 spettacoli e più di 40 artisti sul palco prevede:

sabato 19 agosto,- giorno inaugurale, il duo comico Pablo e Pedro (al secolo Fabrizio Nardi e Nico di Renzo) con “Comicidio”.

domenica 20 agosto – Alessandro Serra in “Effetto Serra e ritorno”: il comico ripercorre la storia di “Noi Italiani” (Romani) attraverso i ricordi della sua infanzia insieme a quelli impressi nella memoria del pubblico che interagirà con lui.

lunedì 21 agosto,- direttamente dal programma cult di Comedy Central “Stand Up Comedy”, i nuovi volti della comicità si alternano sul palco portando in scena idee controverse, stralci di vissuto e punti di vista; una serata di ilarità graffiante, satira senza peli sulla lingua, poesia e turpiloqui.

martedì 22 agosto,- invece, è la volta di Geppo che con il suo personaggio nato sul web, inviterà tutti alla sana e gratuita risata, da sempre mission del Geppo Show.

mercoledì 23 agosto – Gabriele Cirilli attraversa tutti generi del teatro comico, dalla commedia degli equivoci al cabaret, racconti di vita vissuta comici ma che toccano anche le corde del cuore: canzoni da cantante vero, nuovi monologhi e gag irresistibili.

giovedì 24 agosto – il comico e cantate Dado torna All’Ombra del Colosseo con il suo “Recital”.

venerdì 25 agosto,- invece, protagonista della serata è Antonio Giuliani che replicherà nella rassegna anche il 3 e l’8 settembre portando in scena uno spettacolo capace di evidenziare la bellezza della nostra nazione, ripercorrendo vizi e virtù del nostro essere italiani.

sabato 26 agosto,- Giorgio Montanini nel suo nuovo monologo, rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una, schernendo il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico.

domenica 27,- è la volta di Andrea Rivera con il suo spettacolo “Ho risorto”, dal titolo mistico e ambiguo. A Roma, infatti, “ho risorto” significa “ho risolto”. È la sua resurrezione da un periodo non facile dopo il viaggio nel mondo della televisione, lui che ha sempre comunicato meglio per la strada che in tv.

lunedì 28 agosto,- è in scena il fortunato gruppo comico di SCQR capitanato da Marco Capretti. La performance dal vivo dei protagonisti della trasmissione televisiva sulla comicità romana andata in onda su SKY Comedy Central.

martedì 29 agosto – In scena Rodolfo Laganà che osserva con sguardo ironico venato di cinismo la società di oggi e le sue evoluzioni. Vizi e virtù dell’italiano medio non sfuggono alla sua attenzione e analizzando lo scorrere del tempo, regala momenti esilaranti senza tralasciare anche qualche spunto di riflessione.

mercoledì 30 agosto e mercoledi 6 settembre – Antonello Costa che porta in scena i personaggi che hanno reso noto il comico, quali Don Antonino lo zio siculo o Sergio il cugino esaurito e molti altri. Il tutto intervallato dal corpo di ballo e dai numeri musicali.

giovedì 31 agosto -, Riccardo Rossi. Con il suo spettacolo “Così Rossi che più rossi non si può”, l’artista romano impagina in un unico spettacolo vent’anni di carriera, portando sul palco i suoi innumerevoli ritratti di persone e situazioni analizzate nel suo modo assolutamente visionario e dissacrante.

venerdì 1 settembre – Alessandro Di Carlo porterà in scena tutta la sua verve e vis comica come nella migliore tradizione dei suoi spettacoli, vere e proprie esperienze empatiche tra l’artista e il pubblico.

sabato 2 settembre – Rosalia Porcaro per la prima volta sul palco del Colle Oppio, presenta “Donne”. Attraverso Veronica, Natascia, la signora Carmela e la signora Assundham, Rosalia Porcaro introduce in una galleria di personaggi, donne, dalle mille speranze e sogni infranti.

lunedì 4 settembre – Alberto Farina presenta “La mia famiglia e altre volgarità”. La storia del suo delirante mondo, raccontata in tono ironico tra aneddoti, vita di coppia e una stravagante famiglia.

martedì 5 settembre – Cinzia Leone con “Mamma sei sempre nei miei pensieri, spostati”, spettacolo sulla “mammità”, sul distacco dal cordone ombelicale, su come la mamma condiziona i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, e tutto il nostro essere.

giovedì 7 settembre –  è la volta di Stefano Fabrizi a riempire la serata con il suo spettacolo “Trova l’intruso”, dopo dieci anni dal suo ultimo monologo sul palco della rassegna, con un testo completamente nuovo tra satira sociale e luoghi comuni.

domenica 10 settembre,- chiude la rassegna Nino Taranto con “Te lo dico adesso non te lo dico più”. Dopo anni da quando ha calcato il suo primo palcoscenico è giunto per l’artista il momento di raccontare e raccontarsi, senza tralasciare neanche una risata o un aneddoto.

 

BIGLIETTI: Prevendite abituali o su www.allombradelcolosseo.it – Inizio spettacoli alle ore 21,45 Ingresso: Viale Cesare Ceradini snc / Viale del Monte Oppio- Ingresso diversamente abili, sedie a rotelle e passeggini: viale del Monte Oppio Infoline: +39 366 4188060.

Come arrivare: Metro linea B Colosseo, Metro linea A Vittorio Emanuele, Metro A/B Termini Linee tram: 3, 14 ,15 – Parcheggio: disponibile nelle zone limitrofe.

SPONZFest 2017. – All’incontré – Яivoluzioni e mondi al Яovesvio

Donatello Urbani

L’Alta Irpinia, per la quinta volta, in festa dal 21 al 27 agosto con il festival “SponzFest” ideato e voluto da Vinicio Capossela, uno dei maggiori interpreti della cultura musicale italiana, che mette insieme, come usa fare a Calitri, sua cittadina natale in provincia di Avellino, e nell’Alta Irpinia i saporiti minestroni di verdure, le tradizioni musicali e folcloristiche di questa terra, con gli eventi storici e politici accaduti negli anni ad iniziare dalla rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917. Proprio quest’anno ricorre il centenario della rivoluzione russa del ’17, uno dei maggiori eventi storici dello scorso secolo, che è miseramente caduto insieme al muro di Berlino nella tarda primavera del 1989. Il breve lasso di tempo che ci separa dalla fine della rivoluzione russa, impedisce agli storici attuali di emettere un serio giudizio critico sull’intero evento, in particolare sui principi che lo ispirarono 100 anni fa e come questi si siano modificati nel corso degli anni grazie principalmente all’opera dei successori di Lenin, che ne fu il padre e l’iniziatore. Questo riferimento “all’incontrè” come si usa comandare ai ballerini nel corso di una danza popolare locale, è senza dubbio un primo giudizio critico, nato forse oltre le intenzioni degli organizzatori, ed emesso dalla saggezza popolare dei “proletari”, la classe sociale che più delle altre era al centro delle attenzioni e delle azioni di questa rivoluzione.

Calitri Via-A.-del-Re1                                                    Calitri (AV): Scorcio del paese in Via A. del Re. Foto courtesy del sito presente in Google

Altro evento storico legato all’anno 17 è la riforma luterana del 1517. Di questa riforma, invece, abbiamo studi interdisciplinari, giudizi critici e storici emessi da eminenti studiosi, molto consolidati, ed il comando “all’incontrè” può essere solo richiamato se abbinato al pensiero religioso e culturale della popolazione dell’Alta Irpinia. La vera intenzione primaria degli organizzatori, al di la dei giudizi critici sugli eventi storici, è stata proprio quella di proporre un festival che fosse rovesciato nell’organizzazione ma non nei contenuti. Infatti basta dare uno sguardo ai protagonisti ed interpreti dei principali spettacoli per accorgersi che avranno un ruolo di primaria importanza i maggiori animatori della cultura e dell’intrattenimento dei nostri giorni, non solo nazionali,  quali, oltre Vinicio Capossela, Erri De Luca, Massimo Zamboni, Emir Kosturica con la No Smoking Band, e molti altri.

Calitri rovescioVirginia Zanetti: Performance collettiva 2017 “I Pilastri della Terra”. Foto courtesy presente sul programma ufficiale del Festival

Il primo giorno, 21 agosto 2017, tanto per restare in chiave “incontré”, inizia con il risposo, proprio come Nostro Signore fece al termine del settimo giorno della creazione. Così a Calitri s’inizia con la ri-creazione ed il bello avverrà tutto nei sei giorni successivi dal 22 al 27 agosto.

In sintesi il programma:

21-22 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Stazione di Conza – Cairano – Andretta;
23-24 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Calitri;
Dal 21 agosto Teatro Degli Alberi Uomo e Degli Uomini Cervo di Michele Mariano. Località Santa Lucia Calitri (ogni sera dal tramonto alle 23.00 ca.);
Dal 21 Sciopero alla rovescia Murales a cura del Collettivo Fx. Calitri;
Dal 23 agosto I pilastri della terra Installazione di Virginia Zanetti. Calitri;
23 agosto The Prince of Venusia. Proiezione del cortometraggio di Silvio Giordano. Borgo Castello;
24 agosto ЯICAVATO Performance di Andrea d’Amore. Grotte – Calitri;
25 agosto Omaggio a Pippa Bacca. Proiezione del film La Sposa di Joël Curtz. Incontro con Mariangela Capossela, Tommaso Evangelista e Bahar Adan della galleria G-art di Istanbul. Ex-cinema Rossini Calitri;

26 agosto- Al mattino, come nei precedenti giorni a partire dal mercoledi, lezione della Libera Università per Ripetenti, mentre in prima serata ci sarà la Grande Parata del 17, spettacoli ed intrattenimenti con grandi interpreti, alla quale seguirà La Grande Notte, con il concerto di Alessio Franchini e del Circolo dei Baccanali fino alle luci dell’alba;

27 agosto- Verso sera ci sarà la Festa inaugurale con lo spettacolo teatrale a tema sul mondo di sotto, quello infernale nell’antichissimo loco dove Virgilio pose le bocche dell’Ade: la Mefite – Rocca San Felice – Villa Maina –. L’inaugurazione vera propria sarà all’Abbazia del Goleto – Sant’Angelo dei Lombardi-  con intervento introduttivo, canti e danze medievali ed il gran finale con la presentazione ufficiale della quinta edizione dello “SPONZFest 2017” .

hqdefaultLocomotiva D345 in livrea d’origine trainante le carrozze “Corbellini”. Foto courtesy della Fondazione  FS. Italiane

Di non minor interesse sono alcune attività collaterali quali quelle programmate  con la Fondazione F.S. Italiane e la Regione Campania nei giorni 25, 26 e 27 Agosto per consentire anche quest’anno un viaggio su treno storico in occasione dello Sponz Fest di Calitri. Un’esperienza di viaggio unica viaggiando a bordo di carrozze passeggeri degli anni ’50 “Corbellini” trainate da locomotiva diesel di fine ’60 D.345 in livrea d’orgine.I biglietti sono in vendita su tutti i canali Trenitalia a partire dal 22 Giugno 2017: sito web www.trenitalia.com , app per smartphone Trenitalia, biglietterie e self service in stazione, agenzie di viaggio abilitate.

Altrettanto importanti e di notevole interesse sono alcune attività stanziali, così definite dagli organizzatori, quali:

Ciclo-officina “BiciSponziamo”, destinata a bambini e adulti, aperta tutte le mattine, dalle 9:30 alle 12:30. Guidata dal ciclo-nauta Claudio Ferraro (consigliere FIAB Avellino Senza Rotelle).Temi delle singole giornate: Essere un ciclo-nauta (21 agosto), mini-percorso ludico educativo; La bici del ciclo-nauta (22 agosto), ovvero manutenzione della bicicletta, da come si ripara una camera d’aria, come si regolano i freni a come si oliano gli ingranaggi;
Come guida un ciclo-nauta (23 agosto), ovvero come si conduce la bicicletta, come si sta in sella, come si evitano eventuali ostacoli, come si riducono gli sforzi, si evitano gli infortuni. Come si nutre un ciclo-nauta (24 agosto), con tema principale della giornata l’alimentazione più adeguata per l’uso quotidiano della bicicletta. Il riposo della bici del ciclo-nauta (25 agosto), con tema principale della giornata il lavaggio della bici e la sua sistemazione per lunghi periodi di inutilizzo.

Calitri Arco-di-Zampaglione1                              Calitri: Arco di Zampaglione. Foto courtesy del sito presente in Google

Libera università per ripetenti:

Conferenza/lezione di  Domenico D’Alelio, scienziato ecologo e presidente FIAB Avellino Senza Rotelle (22 agosto) con tema: “Ma ‘sta natura poi a che serve? Scopriamolo insieme, pedalando all’incontrer”;  Cosimo Chiffi, economista e associato FIAB Avellino Senza Rotelle (24 agosto): portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto ed esperto di bikenomics che parlerà sui mille guadagni generati dall’utilizzo della bicicletta, per fini ludici e non.

Pedalando sull’acqua: Info point permanente sul lavoro condotto negli ultimi anni dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto per la promozione di questa “greenway”, con storie, immagini e sensazioni riportate dai “ciclo-esploratori dell’Acquedotto”. “Ciclo-vagazioni” o escursioni giornaliere in bicicletta, con andatura rilassata e sensoriale, con partenza scenografica dal centro di Calitri alle ore 9:30, condotte da FIAB in conformità alle proprie norme di sicurezza (utilizzo casco, guanti e corpetto rifrangente, bici in buono stato e sottoscrizione di assicurazione RC e infortunio in loco); le visite turistiche saranno svolte in collaborazione con il Touring Club Italiano. E’ bene dotarsi di mezzo proprio, sebbene potrebbe essere possibile affittare bicicletta in loco (anche a pedalata assistita), in base alla disponibilità. Programma delle ciclo escursioni (Per informazioni e prenotazioni: fiabavellino@gmail.com)

 

– Calitri-Aquilonia (21 agosto), ca. 40 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri-Bisaccia (23 agosto), ca. 50 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri città (25 agosto), < 10 km, difficoltà facile, secondo gli standard FIAB;

– Calitri- Atella, sui ponti dell’Acquedotto (26 agosto), ca. 80 km, difficoltà elevata,secondo gli standard FIAB. Escursione guidata dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, con la partecipazione di FIAB Avellino Senza Rotelle.

Calitri, interessante cittadina dell’Alta Irpinia in provincia di Avellino al confine con la regione Basilicata, propone un fine agosto all’insegna del divertimento e della cultura con il SponzFest2017, un interessante evento  che può essere sintetizzato nelle parole del suo ideatore e Direttore Artistico,Vinicio Capossela: “Partiamo dalla fine e arriviamo all’inizio. Ecco vi aspettiamo dalla fine”

Villa Adriana grande riapertura del Teatro Marittimo e della Sala dei Filosofi.

Testo di Giorgia Lattanzi – Foto courtesy Wikipedia – Enciclopedia web

Lo scorso venerdì 28 luglio si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione e riapertura al pubblico del Teatro Marittimo; presenti il Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali  e del Turismo On. Ilaria Borletti Buitoni, Andrea Bruciati Direttore Istituto Villa Adriana  e Villa D’Este, Alfonsina Russo, Soprintendente per l’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

I restauri, iniziati nel 2014 sono terminati nel 2016, eseguiti su finanziamento del CIPE, per un valore di 1.200.000 euro, hanno risolto i problemi statici degli edifici e ripulito le intere strutture dai segni del tempo, dalle spoliazioni e dal degrado, in particolare nel Teatro Marittimo e nella Sala dei Filosofi.

Canopus_vanaf_serapium                                            Tivoli: Villa Adriana: “Il canopo”. Uno degli angoli di maggior fascino dell’intero complesso

Restituire a Villa Adriana due luoghi così preziosi permette di reintegrare la lettura complessiva di questo luogo considerato una delle più belle ville archeologiche del mondo. Si getta così una  nuova luce sugli intenti dell’Istituto di Villa Adriana e Villa D’Este che in occasione del biennio dedicato ad Adriano intende proseguire l’ampliamento delle zone aperte al pubblico.

Il Teatro Marittimo é definito “VILLA nella VILLA” da Andrea Bruciati, luogo che meglio riflette la figura intellettuale dell’Imperatore, personalità amante della meditazione, della conoscenza, così attento a mantenere viva la cultura greca,  di cui ne praticava i rituali. Il carattere di Adriano viene così descritto dagli storici: “Egli fu insieme austero e faceto, serio e giocoso, temporeggiatore e affrettato, avaro e liberale, simulatore e aperto, crudele e elementare e sempre vario in tutto”. (S.H.A. HADR – 14.11).  Proprio in questi luoghi può essere definito il suo pensiero urbanista,  che traduce  in architettura gli aspetti del suo intelletto e della sua politica.

Il monumento è datato al 118-125 d.C.  da una testimonianza trovata impressa sui mattoni utilizzati nelle costruzioni murarie. Qui l’Imperatore Adriano aveva la sua Domus, è qui che si ritirava. Il Teatro Marittimo concepito come luogo di snodo, dal quale era possibile accedere alle diverse zone della villa e fungere da ritiro privato dell’Imperatore, è  formato da un ambulacro coperto con volte a botte, parzialmente ricostruito con un diametro complessivo di m 43. Da un lato è costituito dalla parete perimetrale e dall’altro da uno splendido colonnato con capitelli del periodo ionico in marmo cipollino,(solo in parte originali), lo stesso marmo utilizzato per la scultura del coccodrillo che si trova nel canopo. Le colonne affacciano sul canale profondo m 1,5 ed attraversabile da ponti di legno azionati dall’interno. Oltre il canale si trovava l’isola, una villa in miniatura dotata di tutti gli ambienti che caratterizzavano le abitudini del tempo. Terme, camere residenziali e corte interna. I rivestimenti erano unicamente marmorei, lo testimoniano i solchi rimasti sui pavimenti all’interno dell’isola.

Villa_adriana_canopos

Una delle pietre utilizzate fu il Bekhen, molto simile al basalto, di colore grigio scuro, di provenienza egizia, utilizzata anche in scultura nella ritrattistica. Dopo il periodo di Adriano non ci sono più testimonianze del suo utilizzo. Anche il Verde Antico, che venne introdotto a Roma proprio durante il regno di Adriano proveniva dalla Tessaglia, regione greca, la cui provenienza era testimoniata da iscrizioni  rupestri sui blocchi. Proprio ad Adriano si deve la risistemazione della rete viaria che permetteva il trasporto dei marmi dalle cave dell’Asia Minore e della Grecia al porto da cui partivano le navi statuarie dirette a Roma.

Ligorio, architetto della vicina Villa D’Este, fu il primo a scoprire  questo luogo e lo denominò Teatro Marittimo proprio per la presenza dell’acqua nel canale e dei bassorilievi degli architravi raffiguranti  animali marini. L’acqua è un elemento importante, vicino scorre l’Aniene ed  è uno dei motivi per cui  Adriano scelse di edificare qui la sua Villa. La suggestione suscitata da questi luoghi, arriverà ad influenzare gli stili  delle architetture barocche e  delle Ville Venete.

Gli interventi di restauro si sono concentrati sulle pareti perimetrali e la difficoltà iniziale è stata quella dell’innalzamento dei ponteggi che non potevano poggiare sulle pareti per non comprometterne la stabilita in quanto strutture autoportanti.

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La sommità delle pareti era molto danneggiata e garantirne la conservazione  e il loro consolidamento è uno degli obbiettivi raggiunti. Inoltre sono state reintegrate le trame murarie mediante la pulizia

e l’ inserimento di elementi in tufo o di mattoni a cortina. In alcuni punti sono state utilizzate barre d’acciaio per ancorare le pareti là dove erano più sottili.

Una delle porte situate lungo l’anello centrale dava l’accesso all’adiacente Sala dei Filosofi a alla biblioteca di Adriano.

La vasta aula rettangolare absidata (m17x14, alt.  13) si presenta come una vera basilica con copertura a capriate.

Il materiale utilizzato per la costruzione è il tufo visibile nell’opus reticulatum delle pareti. Le cave di tufo erano all’interno della Villa a differenza di quelle di travertino che invece si trovavano fuori.  L’ambiente è caratterizzato dalle sette nicchie inserite negli absidi che contenevano i volumina, rotoli dove era possibile leggere i testi scritti sia in latino che in greco. Anche in questo stupendo ambiente i lavori di restauro si sono concentrati sul consolidamento delle pareti mediante iniezioni di resine e bande metalliche.

Tutto questo contribuisce ad aggiungere fascino ed attrazione ad un luogo dove ancora é possibile  avvertire le intenzioni che a suo tempo ispirarono Adriano: “Qui si governa l’intero mondo conosciuto”.

 

Tivoli (RM) – Largo Marguerite Yourcenar 1, Tivoli (RM) – Area Archeologica di Villa Adriana è aperta tutti i giorni dalle ore: 9.00-17.00 dal 2 gennaio al 31 gennaio- 9.00-18.00 dal 1 febbraio al 29 febbraio – 9.00–18.30 mese di marzo  – 9.00–19.00 dall’ultima domenica di marzo al 30 aprile – 9.00–19.30 dal 1 maggio al 31 agosto – 9.00–19.00 dal 1 settembre al 30 settembre – 9.00–18.30 mese di ottobre  – 9.00-17.00 dall’ultima domenica di ottobre al 31 dicembre. La biglietteria chiude un’ora e mezza prima. Costo del biglietto d’ingresso €. 8 intero – €.4,00 ridotto. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

Carlo Caldara in mostra al Vittoriano con “True Story”.

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

Verità e realtà dovrebbero sempre essere unite e marciare di comune accordo in tutti gli eventi della nostra vita quotidiana. Carlo Caldara nella rassegna allestita nell’Ala Brasini del Vittoriano dal significativo titolo “True story”, vuole indagare su questi due concetti attraverso le sue opere nate e realizzate attraverso il corto circuito messo in piedi tra la realtà vissuta e reale, generate dagli eventi, e quella così detta virtuale dei media, del web e dei social network dove questa, pur essendo ugualmente vera attraverso una presenza su uno schermo o su altri supporti, è generata da un link di un computer. Scrivono in proposito i curatori nel catalogo prodotto da Show Eventi per Pandion Edizioni: “Carlo Caldara lavora con la presenza simultanea di immagine e parole. E le sue parole sono frasi brevissime che hanno l’aspetto di sentenze”, scritte con un linguaggio semplice nel presentare una storia che per essere vera – True Story – prosegue lo scritto ,“non ha bisogno di essere vissuta nel mondo reale, esiste una realtà virtuale che può essere ugualmente vera”.

davCarlo Caldara con alle spalle una delle due installazioni: Fili di nylon che sorreggono lettere con la sritta True Story

Lungo il percorso espositivo sono esposte due sculture, altrettante installazioni e 25 opere pittoriche realizzate tutte con materiali ecosostenibili sia metallici che compositi riciclati. Alquanto particolare è stata la realizzazione delle opere pittoriche dove sono state impiegate, in una tecnica mista, fotografie e colori ad olio su bibond (fogli di alluminio riciclato). Su ciascuna opera sono stati rappresentati i maggiori eventi, molti purtroppo irrisolti, che hanno caratterizzato questi ultimi anni della nostra società. Immigrati, asocialità, terrorismo, conquiste scientifiche e spaziali sono tutte lì impresse su materiali riciclati e drammaticamente presenti tutt’oggi nella nostra società in tante storie vere specchiate su pannelli che celano epigrammi frutto delle particolari riflessioni dell’artista.

IMG_20170724_182836                                                              Punch, 2017. Pittura e materiali vari. Dimensioni 40100

Le due installazioni invece sono composte: una da lettere appese ad un filo di nylon che compongono la frase “True Story”, mentre l’altra riporta la stessa frase su un sacco da pugile, sport che Caldara ha praticato, con il chiaro intento di proporre ai visitatori una riflessione sulla  nostra vita di tutti i giorni dove tutti siamo chiamati a combattere paure e debolezze.

Non è solo una nota di colore, ma questa mostra nel suo intero progetto espositivo sarà accolta nel Padiglione Nazionale del Guatemala in occasione della Biennale di Architettura che si svolgerà a Venezia  dall’8 settembre all’8 ottobre 2017 mentre, nei prossimi mesi, Carlo Caldara sarà protagonista d’importanti esposizioni nelle città di New York, Pechino e Parigi.

Catalogo bilingue italiano/inglese, pagine 84 costo €.18,00-

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali)

Epos – Chao Ge, la lirica della luce. In mostra al Vittoriano

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

IMG_20170726_195650                                                                                 Chao Ge: “Lago nella prateria”- 2017. Tempera

“La pittura è un’impresa ardua ma importante. Per quanto mi riguarda, io ho prestato costantemente attenzione all’esistenza dell’uomo, ai suoi drammi e all’eterno presente in lui” –

Paintimg i san ardous but important challenge. Asa fas as I am concerned, I constantly paid my attention to Humanity, to his dramas and to eternity in it.

Dai Pensieri di Chao Ge riportati nel catalogo.

Gli spazi che la nostra città dedica agli artisti provenienti dall’oriente, in particolare dalla Cina,  sono veramente importanti non solo per vincere il provincialismo che affligge le nostre arti visive, purtroppo sempre incombente, quanto per ristabilire il ruolo che di diritto spetta  a Roma per essere stata l’indiscussa capitale d’importanti movimenti artistici che hanno interessato per vari secoli i tempi passati. Dopo Li Chevalier, nata a Pechino ma con atelier e residenza a Parigi, accolta al Macro Testaccio, il Vittoriano, grazie ad Arthemisia, società privata leader in Italia nell’organizzazione di eventi d’arte, apre i suoi prestigiosi spazi dell’Ala Brasini, quella per intenderci riservata ai gradi eventi espositivi, all’artista Chao Ge, proveniente dalla Mongolia Interna, nazione giuridicamente facente parte della Repubblica Popolare Cinese, con una mostra dal significativo titolo “Chao Ge – La lirica della luce”.

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Chao Ge: Ricordi romani dal precedente soggiorno in Italia

Monastero di Santa Maria. Tempera                                                                                                                            Via Sacra 2008- Tempera

Lo stesso artista nel 2006 fu accolto, sempre al Vittoriano, con una piccola rassegna nella quale vennero presentate poche opere, alquanto significative e dal grande valore artistico, sempre a seguito di accordi fra i due stati, Italia e Cina.

IMG_20170726_195450                                                                                       Chao Ge: “Lago in Mongolia”- 2012. Tempera

In questa occasione il percorso espositivo accoglie circa 80 opere tra oli su tela, tempere e disegni che descrivono i luoghi ed i personaggi dell’Asia Centrale e della Mongolia Interna, terra dai paesaggi sterminati che è stata di passaggio per avventurieri e conquistatori e da sempre nel cuore dell’artista tanto da farne il soggetto maggiormente rappresentato nelle proprie opere pittoriche.

Il titolo Epos ci rimanda ai temi storici, ed un’intera sezione accoglie solo paesaggi e scenari paesaggistici, senza alterarne la naturale bellezza e che in passato furono attraversati da personaggi quali Marco Polo o Gengis Kan, solo per citarne due fra i tanti. Le linee guida che hanno ispirato le pitture sono fedeli interpretazioni delle descrizioni spesso colme di stupore, anche se fantasiose, riportate nei resoconti da ciascuno di questi eccezionali viaggiatori, oppure redatte da cronisti e storici o, come nel caso del “Il milione”, da Rustichello Pisano su dettato dello stesso Marco Polo.

IMG_20170726_190243Chao Ge: “Il corridoio di Hexi” – 2008. Opera inserita nella sezione dedicata a Marco Polo. La diversa illuminazione è stata voluta per inserire i diversi spazi temporali (giorni/notti) utili ad attraversare  questo corridoio.

Significativo in proposito é il pensiero di Chao Ge: “Vado ricercando quello spirito in grado di dare sostegno, tipico dell’umanità fin dagli albori della storia, raro in questa epoca, ma la cui esistenza è fondamentale. In un mondo in rapida trasformazione, anelo a ripercorrere tutto ciò che è perenne ed immutabile per opporlo a questo mondo esasperatamente volubile”.

“I am looking for that supporting spirit, typical of humanity since the dawn of history, rare in this time but whose existence is essential. In a world where everythingh quickly changes. I dream to rediscover immutable and perpetual things to oppose to this excessively friendship and social justice”. 

IMG_20170726_184724                                                                             Chao Ge: “Donna seduta” – 1993. Olio su tela

Epos ha identica valenza anche nella ritrattistica, altro importante filone artistico presente in questa rassegna, che s’ispira chiaramente  ai canoni della raffigurazione classica e agli insegnamenti dei grandi maestri europei del passato, come è stato rilevato dal Prof. Claudio Strinati, uno dei cocuratori italiani ed autore di un importante saggio presente nel bellissimo catalogo edito da Segni d’Arte. Significative in proposito sono state le parole dello stesso artista Chao Ge che in occasione dell’inaugurazione ha voluto mettere in risalto come tutta la sua opera sia figlia della profonda riforma avvenuta in Cina nel 1978 e che gli ha consentito di, parole sue, “potersi avvicinare  alle culture e alle arti degli altri paesi, in particolari europee ed italiane”. Una riforma, quella avvenuta in Cina, molto importante e che ha permesso a questo artista, come a molti altri, di aprire nuovi orizzonti alla propria arte e rivendicare, nel contempo, la propria personalità a livello percettivo contro tutti i tentativi di massificazione e cancellazione dell’individuo imposti precedentemente nella Cina di Mao.

IMG_20170726_195724                                                                               Chao Ge; “Berretto” – 2017. Tempera

Concetti questi che Chao Ge così riepiloga nei suoi pensieri: “Un paese o un popolo che possiede degli storici, dei letterati e degli artisti seri è in grado di determinare tra la sua gente un sistema di valori e una capacità di comprensione superiori”.

A country with historians, intellectuals and seroius artican determine among its people a higher system of values and higher understanding ability”.

Aria nuova, dunque, si respira in queste opere, fresca ed aperta a grandi spazi alla stregua di come fisicamente sono presenti nella steppa mongola investendo, in contemporanea, anche un importante “desiderio di sperimentare con l’osservatore, in una forte unione emozionale, un’arte che sia un’affermazione dei grandi valori della vita e dell’essere umano” come scrive l’altra cocuratrice Nicolina Bianchi, critico d’arte, Editore e Direttore della Casa Editrice Segni d’Arte.

Catalogo trilingue: italiano, inglese e cinese, pagine 148 costo €.15,00.

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali) fino al 26 settembre 2017 con ingresso libero ed orari dal lunedi al giovedi 9,30 / 19,30; venerdi e sabato 9,30 / 22,00; la domenica 9,30 / 20,30.

L’ Ospitale Santa Francesca Romana insieme al Giardino delle Delizie di Donna Olimpia Maidalchini trova la sua sistemazione definitiva nell’Hostello Borgo Ripa, in contemporanea al ritorno alla piena fruibilità della chiesa di Santa Maria in Cappella.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Le tante vicende che hanno fatto la storia della città di Roma molto spesso sono legate a luoghi che li hanno visti fare da cornice, se non addirittura esserne protagonisti, accumulandosi spesso una a ridosso dell’altra in modo tale da formare delle vere e proprie stratificazioni così come avviene per il suolo.

CAM09883Roma: Chiesa di Santa Maria in Cappella: Lapide che ricorda l’editto di Papa Urbano II^  la costruzione e l’apertura al culto della chiesa.

La sponda sinistra del fiume Tevere quasi a ridosso del ponte Sulplicio, proprio quello che riporta alla memoria personaggi quali Porsenna e Muzio Scevola, può dire di avere tutte queste prerogative. Qui, infatti, nell’anno 1087 nelle vicinanze della ripa dove era il porto fluviale di Roma, fu costruita, per volere di papa Urbano II^, una chiesa, o meglio una cappella, con il preciso scopo di fornire il servizio religioso, ruolo non di secondo piano, ai crociati in partenza per la Terra Santa. Un lapide posta subito dopo la porta d’ingresso della cappella, ricorda questa consacrazione  che viene indicata come sorta nel luogo chiamato “ad pinea”,  forse per la presenza di una pigna.                                    CAM09879                                          Chiesa di Santa Maria in Cappella: Crocifisso in micromosaico opera di Francesco Borromini,

Nell’anno 1425, quando la chiesa era già conosciuta come Santa Maria in Cappella, dedica che conserva tutt’ora, su iniziativa della nobildonna Francesca Ponziani, figura di primo piano nella storia della città con il nome di Santa Francesca Romana, nella chiesa furono ospitati i malati di peste e proprio qui iniziarono i primi passi di quella che in futuro sarà la Fondazione Santa Francesca Romana. Il 9 marzo di ciascun anno, giorno della morte di Santa Francesca Romana, avvenuto nell’anno 1440- sia in questa cappella che nel convento di Tor de Specchi, dove si trova la casa madre della congregazione religiosa fondata dalla Santa, si svolgono delle partecipate cerimonie religiose nel ricordo di una pagina di storia di primaria importanza nella vita della città tanto che Francesca Ponziani, nata a Trastevere nel 1384, sarà per sempre Francesca Romana, santa e patrona, insieme ai Santi Pietro e Paolo, della città di Roma. Come per il 29 giugno, giorno di festa a Roma in ricordo dei Santi Pietro e Paolo, anche il giorno 9 marzo meriterebbe identico trattamento, anche perché nella tradizione popolare è considerato giorno di precetto e contrassegnato da eventi di grande interesse culturale. Fra i tanti festeggiamenti meritano un posto di primo piano la cerimonia in Santa Maria in Cappella e l’apertura al pubblico del convento di Tor de Specchi, evento eccezionale perché sede dell’Ordine di Clausura delle Oblate di Santa Francesca Romana.

AntoniazzoRomanoRoma: Convento delle Oblate di Santa Francesca Romana. Affresco di Antoniazzo Romano – Foto courtesy Enciclopedia Wikipedia

L’interno di questo convento fu affrescato da Antoniazzo Romano con episodi della vita della Santa e, cosa interessantissima, sotto ogni riquadro  affrescato una didascalia in volgare, raro esempio di scrittura in italiano, in ambiente religioso, presente a Roma, città del Papa, dove la lingua ufficiale, almeno sui documenti scritti, non poteva essere che in lingua latina.

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Abside della Chisa S:Maria in Cappella  –                                                                          Acquasantiera composta con materiali  di recupero.        

Le attività filantropiche della Fondazione Santa Francesca Romana furono riportate in vita nel 1859 con l’Ospitale Santa Francesca Romana per vecchi indigenti, dal Principe Filippo Andrea V^ Doria Pamphjli. I discendenti di questa nobile famiglia erano gli eredi di Donna Olimpia Maidalchini, originaria proprietaria in città del vasto territorio di Ripa Grande dove sorgeva, insieme  al giardino delle delizie, la sua magnifica residenza. Donna Olimpia Maidalchini era la Pimpaccia per i romani a causa dei suoi commerci a carattere speculativo e dell’agire privato alquanto disinvolto ritenuto disdicevole, specie per la cognata di Papa Innocenza X^. Negli anni successivi sono intervenute varie modifiche nella vita dell’Ospitale fino a quando, di recente, la Regione Lazio lo obbligò alla riduzione del numero degli assistiti, dagli oltre cento iniziale, ad un numero che non doveva superare i 40. Si sono così liberati  locali non più utilizzati dai ricoverati che, su iniziativa di un imprenditore alberghiero trasteverino, titolare della catena alberghiera Eitch,  sono stati trasformati in “Eitch Borgo Ripa”, un nuovo ostello nel cuore di Trastevere che con stile raffinato e prezzi contenuti é in grado di offrire ospitalità  ed esperienza di viaggio nell’atmosfera caratteristica di un quartiere della città dove la romanità si respira in ogni angolo. A questa ospitalità non potevano mancare i piatti della tradizione enogastronomica romana. Questo importante incarico è stato affidato a Luciano, uno dei più noti ristoratori di Trastevere che ha impiantato di sana pianta il Ristorante “Da Luciano a Borgo Ripa”, utilizzando sia il giardino, quello che ospitava nei primi anni del 1600 il giardino delle delizie di Donna Olimpia, che parte dei locali dell’ex Ospitale, tanto suggestivi quanto carichi di fascino sono quelli dell’ex lavatoio trasformati in sala ristorante.

Le parole conclusive della presentazione alla stampa che meglio rappresentano questa nuova forma di ospitalità nella nostra città, la offre Marco Scaffardi, della Eitch: “Al rientro, dopo una giornata di piacere o di lavoro, vi aspettiamo nel Borgo per degustare prelibatezze tipiche romane, sorseggiare uno dei tanti cocktail, creati da prestigiosi barman, serviti nei nostri corner elegantemente incastonati sotto gli archi del giardino. Inoltre Borgo Ripa offre per matrimoni, disponibile anche una cappella privata oltre la magnifica chiesa di Santa Maria in Cappella, eventi privati, meeting aziendali, seminari, con uno sguardo interessato anche al turismo di gruppo, un salone con una capacità fino a 250 persone, un giardino bellissimo e ampi locali appositamente attrezzati, il tutto all’insegna di raffinata ospitalità ed un’ampia scelta enogastronomica”.

Un angolo suggestivo quanto storicamente importante ritorna con Borgo Ripa in tutto il suo splendore nella vita culturale e turistica romana come un acquarello di Pinelli.

Roma – Chiesa di Santa Maria in Cappella – Via di Santa Maria in Cappella. Aperta al culto tutte le domeniche alle ore 9,00 celebrazione della S. Messa, nel pomeriggio recita del S. Rosario.

-Hostello “Borgo Ripa” – Lungotevere Ripa, n.3 . Sito web www.borgoripa.it – Per contatti con Marco Scaffardi, telefonare al n° 366.6454880 – e.mail: marco.scaffardi@borgoripa.it

VI^ Edizione “Show Room Party IILA” – L’Istituto Italo Latino Americano apre le porte della propria sede romana agli stilisti sudamericani.

Testo e Foto di Donatello Urbani

Nelle prime edizioni aveva il sapore di una propaggine del più grande evento di moda World of Fashion. A distanza di sei anni lo Show Room Party IILA 2017 si è svolto con caratteri e connotazioni proprie e con il preciso intento di presentare uno sguardo particolareggiato sulla moda e gli stilisti latino americani ed i loro rapporti professionali con il mondo del Fashion Italiano. Anche l’iniziale timore reverenziale verso il maestro ispiratore delle proprie realizzazioni, presente in più di uno stilista, non si avverte più e tutti i protagonisti della moda latino/americana percorrono le proprie strade in completa autonomia sia pure, come in alcuni emblematici esempi, si siano strette delle valide partner-ship e lungimiranti imprenditori italiani abbiano investito sulla moda “made in Sudamerica”.

dav                                                                              Modello di Milagros Ancheita stilista messicana

L’evento Show Room Party IILA ha consacrato questo rapporto paritario che intercorre tra il mondo della moda italiano e gli stilisti provenienti da: Argentina. Colombia, Guatemala, Messico, Perù e Repubblica Domenicana. In passerella una trentina di capi abilmente presentati da Nino Graziano Luca, ideatore del World of Fashion.

IMG_20170718_180639                                 Foulard di Grey Est. Dietro un’opera pittorica della stessa stilista: “Decisione definitiva”- tecnica mista su tela

La sfilata dei modelli è stata aperta dai coloratissimi foulard della stilista domenicana Grey Est, veri e propri capi di abbigliamento, in questo caso estivo, strettamente ispirati nei colori e nei disegni alle opere pittoriche della loro realizzatrice. Carattere identificativo comune a tutti questi capi è il preciso richiamo al ruolo e alla foggia che il “poncho” riveste nell’abbigliamento della popolazione sudamericana.

IMG_20170718_192416                                                                                           Realizzazione di Milagros Ancheita

Incantevoli ricami realizzati ad Oaxaca, città messicana dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, sono il punto di forza dei modelli fatti sfilare dalla stilista messicana Milagros Ancheita che ha voluto chiamare la propria collezione“Enamoramex”, come atto riconoscenza verso la terra della propria origine.

IMG_20170718_193556                                     Capo  della collezione “Luxused” degli stilisti David Peppicelli e Tommaso Pecchioli realizzata in Colombia

Ispirati al “casual” per uomo i capi realizzati in Colombia per il marchio “Luxused” dagli stilisti italiani David Peppicelli e Tommaso Pecchioli nei quali le camicie hanno un ruolo primario.

IMG_20170718_200332                                                                     Alcuni modelli dello stilista argentino Gustavo Guerrero

Dall’Argentina, infine, provengono i due stilisti Elvio Acevedo e Gustavo Guerrero che hanno presentato modelli dove la doppia ispirazione sudamericana ed europea ha trovato una ben riuscita convivenza.

dav                                                                      Collezione privata di cappelli peruviani di Elena Tricoli

Importante anche l’esposizione di gioielli e cappelli che sono stati parte integrante di un evento che non è stato solo di moda ma ha avuto tutti i connotati propri di una rassegna d’arte.

“Labirinti del Cuore – Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma”. Una mostra motore e pretesto per un’importante operazione di carattere culturale con nuove aperture di percorsi museali al Palazzo di Venezia e a Castel Sant’Angelo.

Testo e foto di Donatello Urbani

Tutto ruota intorno ad un unico quadro “Il doppio ritratto” attribuito con molta probabilità a Giorgione, Giorgio da Castelfranco,  probabilmente collezionato dal Cardinale Domenico Grimani ed entrato nelle raccolte permanenti del Palazzo di Venezia nel 1919, insieme ad altre opere appartenute al principe Fabrizio Ruffo di Motta Bagnara. Questa importante opera pittorica in occasione della mostra Labirinti del Cuore è stata presa a pretesto per un’operazione di carattere culturale intrapresa dalla dinamica direttrice del Polo Museale del Lazio, dott.ssa Edith Gabrielli, per dare notorietà alla più importante biblioteca di storia dell’arte presente in Italia, e fra le più accreditate al mondo, purtroppo misconosciuta agli italiani, in particolare ai romani, ed aprire nuovi percorsi sia sul Palazzo di Venezia che a Castel Sant’Angelo, Castello per i romani, dove in questi due monumenti, sono state allestite altrettante mostre, coordinate e interconnesse fra loro. Le due diverse sedi trattano lo stesso ed ampio tema attribuito a questa rassegna: “Labirinti del cuore – Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma”, sia pure sotto due diversi aspetti: a Palazzo di Venezia, già storica sede di rappresentanza della Serenissima Repubblica, le opere esposte pongono in particolare luce la presenza culturale dei Veneziani a Roma nonché i rapporti che intercorrevano fra la due città, mentre nella sede a Castel Sant’Angelo l’attenzione è posta sul sentimento e sulla ritrattistica che proprio in quegli anni, grazie  anche al determinante apporto di Giorgione, subirà una profonda svolta innovativa.

800px-Giorgione_100                                                                                  Giorgione: “Doppio ritratto” o “I due amici”

Un’ampia testimonianza è offerta in proposito proprio dal “Doppio Ritratto”, detto anche “I Due Amici” con l’impostazione delle due figure assolutamente nuova. Il primo piano è occupato da un ragazzo sontuosamente vestito che pensieroso ci osserva quasi con sguardo assente, tenendo con la mano sinistra un melangolo, simbolo della melancolia, mentre con la mano destra si sorregge la testa. Alle sue spalle  c’é un altro giovane, molto meno distinto sia nel vestire che nell’atteggiarsi. Un confronto fra le due figure porta a domandarci se veramente siano amici fra loro così come quanto sia diverso il messaggio che ci rivolgono sia nel lessico che nel contenuto, data la differente estrazione sociale.

Tema comune ad entrambe le sedi è il discorso riservato ai libri che viene ampiamente approfondito attraverso pregevoli edizioni che partono dalla “Hypnerotomachia Poliphilu”, stampata da Manuzio nel 1499 e arriva ad altre edizioni di opere del Petrarca, Bembo, Boccaccio, Francesco Barbati e Lodovico Casoni imperniate sullo specchio d’amore che cattura i flussi di vita presenti nei ritratti di dame, nei temi della musica, come con la colonna sonora che fa da sfondo ad un quadro dove è rappresentato uno spartito musicale.

Tintoretto - Donna che aore la veste                                                                                       Tintoretto: “Donna che apre la veste”

E’ nota la maestria di Giorgione anche come musicista. I 45 dipinti, le 27 sculture, i 36 libri a stampa, oltre i numerosi oggetti e disegni esposti in questa mostra, svolgono tutti un approfondito discorso sul tema della rassegna allargato anche ad altri collaterali quali la seduzione, significativa in proposito l’opera di Tintoretto “Donna che apre la veste”, proveniente dal Prado, che chiaramente c’introduce, insieme ad altre, sui principi che regolavano nel XVI secolo i vari “Labirinti del cuore”.

1280px-Roma-palazzovenezia02           Foto courtesy Di scalleja – Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1020254    

Seguendo così il percorso espositivo di questa mostra nelle due diverse sedi viene offerta la visita ai nuovi percorsi aperti sia a Castel Sant’Angelo che al Palazzo di Venezia. Proprio in quest’ultimo la prima novità è offerta dall’unificazione dell’ingresso che porta sia alla Biblioteca Nazionale di Arte e Archeologia, al primo piano, che, al piano superiore, all’area museale ed a quella destinata ad accogliere rassegne d’arte temporanee.

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Palazzo di Venezia: Camminamento di ronda                                                                                               Il sottotetto del Palazzo di Venezia                                                                                                                                                                                                                                                          

Le vere novità, però, sono i nuovi percorsi che consentono di accedere, con prenotazione e un biglietto d’ingresso aggiuntivo, sia al camminamento di ronda, dal quale si gode un panorama mozzafiato sulla città, e da qui passare successivamente nel sottotetto dove sono tutt’ora presenti, ed efficienti, gli originali apparati di discesa e salita dei mastodontici lampadari dei saloni di rappresentanza. Di gran fascino è anche la successiva visita riservata all’altana dove oltre al paesaggio si può osservare la vita presente sul tetto del Palazzo, dimora preferita di gabbiani.

Roma_-_Catel_Sant'Angelo   Foto- Courtesy Di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33261011

Alquanto più articolati sono i nuovi percorsi aperti a Castel Sant’Angelo che consentono di accedere, oltre al solito percorso di ronda, al “Passetto di Borgo”, la via di fuga dei Papi in caso di assedio dei Palazzi Apostolici, come avvenuto nel 1527 ad opera dei Lanzichenecchi. Inoltre il nuovo percorso prevede anche l’accesso alle così dette “Sale Cambellotti”. Si tratta di tre ambienti destinati ad accogliere nel 1925 una mostra che esponeva i cimeli dell’esercito italiano, in particolare quelli relativi alla Grande Guerra Mondiale del 1915/18, decorate con dipinti e stucchi da Duilio Cambellotti, uno dei massimi interpreti dello stile Liberty. Questo nuovo stile artistico, nato sulle ceneri della “Belle epoque” negli anni immediatamente successivi al trattato di pace delle prima guerra mondiale, aveva in se, in particolare il liberty floreale, un forte sentimento antimilitarista e questo si avverte nell’opera di Cambellotti realizzata in un periodo dove i sentimenti di pace erano prevalenti su quelli militaristi che caratterizzeranno gli anni successivi.

CAM10678                                 Duilio Cambellotti: Decorazione del soffitto della sala delle colonne con alberi di alloro

Il nuovo percorso è inoltre integrato dalla visita alle “Prigioni storiche”, che accolsero fra gli altri detenuti anche Cagliostro, alle “Olearie”, ambienti adibiti un tempo a depositi alimentari, al cortile di Leone X, locale detto del Forno e alla “Stufetta di Clemente VII”, la sala da bagno del Pontefice celebre per gli affreschi della bottega di Raffaello. Tutta la visita è corredata da un sistema WI-FI, esteso all’intero perimetro del Castello e da una App scaricabile da tutti i dispositivi e particolarmente adatta agli smartphone. Questa App, disponibile in 7 lingue, mette tutti i visitatori in condizione di seguire il percorso, è integrata da una serie di “E Beacon, strumenti avveniristici installati in vari punti del percorso che intercettando i dispositivi aperti dal visitatore gli propongono, in automatico, i contenuti vocali e multimediali della App.

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Castel S.Angelo: Inizio del Passetto di Borgo                          Passetto di Borgo: Cancello che delimita il confine tra Italia e Stato Pontificio

Tutti questi nuovi percorsi museali, presenti sia al Palazzo di Venezia che a Castel Sant’Angelo, s’inseriscono nell’ambito di una interessante iniziativa culturale denominata “ARTECITY- Estate 2017” che prevede, nelle rispettive sedi, oltre cento intrattenimenti, prevalentemente serali, di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivi, voluti ed organizzati del Polo Museale del Lazio con l’intento di presentare, ai romani ed in particolare ai turisti in visita nella nostra città, che la cultura in Italia non si è fermata agli anni passati ma è viva e presente anche ai giorni nostri.

Difficilmente abbiamo l’opportunità di esprimere giudizi positivi su iniziative culturali, come in questo caso, che interessano direttamente anche il turismo in quanto, come avvenuto in passato, fra loro troppo slegate ed autonome sia dal contesto sociale che da quello economico del territorio. Un sentito quanto meritato plauso è diretto alla Dott.ssa Edith Gabrielli, Direttrice del Polo Museale del Lazio, per aver intrapreso, anche su indicazione del Ministero dei Beni Culturali e Turismo, un percorso virtuoso a tutto vantaggio della cultura, del turismo, dell’economia e della socialità della nostra regione.

Roma – Mostra: “Labirinti del cuore”  fino al 17 settembre 2017  con biglietto d’ingresso unico valido 3 giorni dal costo di €.14,00, intero ed €.7,00 ridotto. Solo ingresso alla mostra allestita a Palazzo di Venezia il biglietto d’ingresso costa €.10,00 intero ed €.5,00, ridotto. Il costo del biglietto d’ingresso a Castel Sant’Angelo, inclusa la possibilità di scaricare la App in 7 lingue per i nuovi percorsi, è di €.14,00 intero ed €.7,00 ridotto. Contributo aggiuntivo per la visita guidata al Castello Segreto (nuovi percorsi) costo €.5,00 intero ed €.2,50, ridotto per tutti i giorni di apertura con orario ore 10,00 e 16,00 in lingua inglese – ore 11,00 e 17,00 in italiano. Gli orari di apertura sono; Per il Palazzo di Venezia – ingresso da Piazza Venezia (non più da Via del Plebiscito) dal martedi alla domenica 8,30/19,30 – chiuso il lunedi. Per Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello, n.50, aperto tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 19,30,00. In entrambe le sedi ingresso gratuito la prima domenica del mese. Informazioni e prenotazioni per la mostra, i due musei e relativi percorsi: tel.0632810410 – per la mostra “Labirinti del cuore” sito web: www.mostragiorgione.it – per le iniziative di “Art City – estate 2017” www.art-city.it

Terrazze Gourmet – La guida edita da “La Pecora Nera” con le più belle terrazze, giardini e cortili di Roma da vedere e da gustare

Donatello Urbani

All’acquisizione di fama e fortuna delle terrazze, giardini e cortili cittadini romani hanno contribuito vari fattori, non ultimo il ponentino, il venticello che da sempre è un fedele compagno ristoratore nelle tante serate, non solo estive, dopo la calura pomeridiana. Salire in terrazza, fermarsi in giardino o nel cortile e ristorarsi con gelati e frutta fresca, in estate e stuzzichini nelle altre stagioni, sorseggiando un bicchiere di “cannellino” o “prosecco” ghiacciati, è una delle tante belle abitudini che i romani hanno trasmesso ai turisti presenti in città. Credo che l’idea di Eleonora Grasso di redigere una guida, per La Pecora Nera, editore da sempre sensibile alle nostre belle culture enogastronomiche, che riepilogasse le più famose ed attraenti terrazze, giardini e cortili cittadini, oggi presenti in molti hotel e ristoranti romani, sia nata proprio da questa nostra bella consuetudine. In oltre 240 pagine, accompagnate da 114 accattivanti fotografie e con un doppio testo Italiano/inglese, sono presentate circa 57 terrazze, giardini e cortili romani dove è possibile rifocillarsi oppure tenere riunioni di lavoro come a tenuto a precisare Alessandra Laterza, Cluster Director of sales & marketing, che con l’occasione della presentazione della guida, ha mostrato ai presenti quanto può offrire l’Hotel Capo d’Africa, un quattro stelle situato in via Capo d’Africa, 54, a due passi dal Colosseo, dalla Basilica di San Clemente e confinante con la chiesa dei Santissimi Quattro, proprio in termini di relax, eventi e commerciali.

Hotel Capo Africa                                                                                                                           Scorcio della terrazza dellHotel Capo d’Africa

Le proposte turistiche offerte dalla città di Roma sono sempre più specialistiche e rivolte ad un turismo che ha alla sua base grande qualità ed accoglienza, come ha precisato anche l’Assessore allo sviluppo economico, turismo e lavoro, Adriano Meloni, in occasione della presentazione di questa guida. Roma vista dall’alto è un’eccellenza offerta ai turisti ed ai residenti assolutamente da non perdere.

“Swimming is Saving” – Mostra dei borsisti dell’Accademia di Francia – Villa Medici – a Roma.

Testo e foto di Donatello Urbani

Non tentate di tradurre il titolo“Swimming is Saving”. Inoltre ancora più problematici potrebbero apparire  riferimenti e legami tra questo e la mostra  allestita a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, che accoglie le opere d’arte realizzate da quindici borsiti nel corso di quest’anno in cui hanno risieduto nella nostra città. In questa opera di decifrazione, che comunque è carica di fascino ed attrazioni, è d’indubbio aiuto quanto scrive la curatrice, Chiara Parisi: “Un titolo che non ha alcun significato apparente, un nonsense. Un titolo che nasce da un errore. Un po’come accade con quelli di sistema dovuti ai bug di programmazione. Spesso però da un errore nascono nuovi significati, realtà inaspettate. Qual è l’origine di questo titolo che potremmo forzatamente ed erroneamente tradurre come “il nuoto salva, il nuoto è salvezza, il nuoto risparmia…”? Il nuoto è una disciplina, alla stregua di tutte le arti, necessità di un’immersione in acqua così nella lettura di un’opera è importante immergersi nelle idee dell’artista e vincere, come avviene per la forza delle onde,  la resistenza offerta dai propri convincimenti per accettare quelli che vengono proposti. Di grande aiuto è senza dubbio la guida predisposta proprio per venire incontro ai visitatori e metterli nella condizione di dare un senso logico alle opere esposte nel rispetto del pensiero dei loro autori, anche per il semplice fatto che, per scelta voluta, non esistono le didascalie così come sono assenti i classici pannelli esplicativi.

dav                                                                                    Installazione realizzata da Kenny Dunkan

Il percorso espositivo che raccoglie i progetti dei quindici artisti e creativi in residenza a Villa Medici,  si articola oltre il solito spazio riservato alle esposizioni temporanee, occupando tutto quanto è disponibile a Villa Medici, dalle grotte, al giardino, all’Atelier di Balthus, incluso il bel salone della musica. Questo non solo per dare la massima risonanza ad un’esposizione che presenta dei lavori ideati appositamente, alcuni dei quali saranno esposti in autunno a Parigi, nell’ambito del festival Viva Villa ! (Città internazionale delle arti – sito di Montmartre, 30 settembre – 7 ottobre 2017), quanto per richiamare l’attenzione sulla prima esposizione del ciclo L ORO, – inteso nel doppio significato di “Loro” come artisti ed “Oro” come patrimonio culturale- concepito, negli ambiziosi progetti della Direttrice Muriel Mayette-Holtz, “come un laboratorio, un terreno di confronto in cui s’incrociano discipline molteplici ed esperienze eterogenee che nascono all’interno di Villa Medici”, come ha tenuto a precisare nel corso della conferenza stampa.

davOlivier Kosta-Thefaine con un’opera che propone una lettura incrociata di Roma, città dalle tante fontane, con Ostia Antica con pezzi di mura mescolati e calchi di conchiglie.

Di questa esposizione scrive la curatrice: ”In Swimming is Saving la memoria e la coscienza collettive sono le protagoniste nei progetti di Lancelot Hamelin, scrittore e autore teatrale, e di Lucia Piccioni, storica dell’arte; l’artista Kenny Dunkan e la paesaggista Laure Thierrée operano con la strategia dell’infiltrazione urbana e architettonica; nuove composizioni in situ sono quelle create da Benjamin Attahir, compositore, violinista e direttore d’orchestra, Alvise Sinivia, musicista e performer, e Francesca Verunelli, compositrice e pianista; i progetti degli artisti Mathieu Kleyebe Abonnenc, Eva Jospin, Olivier Kosta-Théfaine, dei fotografi Simon Brodbeck & Lucie de Barbuat e del regista Simon Rouby aprono nuovi orizzonti fisici e concettuali agli spazi classici medicei; le sensazioni sono al centro dell’esperienza proposta da Sébastien Smirou, scrittore e psicanalista; il confronto viene esplorato da Stéphanie Ovide, restauratrice tessile, in collaborazione con la grande artista Etel Adnan”.

IMG_20170713_130326Stefanie Ovide e Etel Adnan: “Leporello” con i colori rappresentativi di Roma ricavati da piante e fiori presenti nel giardino di Villa Medici

Tutte le opere sono improntate all’originalità offerta dalla città di Roma e percepita da uno straniero che vi soggiorna per un lungo periodo come nel caso di Stefanie Ovide che  affascinata dall’evoluzione storica, sociologica e materiale ha collaborato con l’artista Etel Adnan alla creazione di un “Leporello” di sette metri di lunghezza con i colori ricavati dal processo di composizione naturale delle piante di Villa Medici. Oltre l’innegabile valore ed interesse artistico presente in ciascuna opera, colpisce  e desta interesse quanto e cosa ciascun artista ha percepito vivendo nella nostra città e questo, certamente, sarà il ricordo che lo accompagnerà lungo tutto il tempo della loro carriera artistica.

IMG_20170713_130813Francesca Verunelli mentre presenta un progetto composto di tre parti con l’utilizzo di un piano suonato elettronicamente dalla macchina

Nel corso del periodo espositivo alcuni artisti si esibiranno in performance come il duo franco-tedesco Simon Brodbeck & Lucie de Barbuat che utilizzando fotografia e video installazioni,indaga la percezione del reale e la sua rappresentazione. Il loro progetto a Villa Medici, In search of Eternity III, filma la visione di un spirito errante nella regione indiana del Maharashtra.

Programma delle Performance:

13 luglio: dalle ore 19, Kenny Dunkan, Spray Boy, Giardino alle ore 19.30, Laure Thierrée, Transumanza Urbana, Giardino alle ore 20, alle 21, alle 22, Alvise Sinivia, Cordes à vide, Grand Salon

- 15 luglio: alle ore 19, alle 20, alle 21, Benjamin Attahir, Swimming is NOT Saving, Violino: Renaud Capuçon, Sale Mostra alle ore 19.30, alle 20.30, alle 21.30, Sébastien Smirou, Le doigt dans l’oeil, Salon de Musique

- 18 luglio: dalle ore 19, Laure Thierrée, Il Paesaggio Costruttore: racconto di un progetto, Cinema

- 20 luglio: alle ore 19, Lancelot Hamelin, La notte dei sogni, Villa Medici

Roma – Accademia di Francia a Roma – Villa Medici viale Trinità dei Monti, 1 – Fino al 17 settembre 2017 con giorni e orari di apertura: dal martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 18.30). Chiuso il lunedì. Biglietto unico per la mostra e per la visita guidata a Villa Medici e ai giardini: 12€ (tariffa intera) – 6€ (tariffa ridotta). Ingresso gratuito solo per la mostra. Per i gruppi scolastici é necessaria la prenotazione al servizio Didattica da richiedere per e. mail a: didattica@villamedici.it. Informazioni  Tel. +39 06 67611 – sito web www.villamedici.it