“Il Tesoro di Santa Rosa – Un monastero di Arte, Fede e Luce.” – In mostra a Viterbo

Donatello Urbani

Non sono molte le città che possono vantare una patrona autoctona, nata ed operante per tutta la vita sempre nella propria città. Viterbo è una di queste con Santa Rosa. Il 3 settembre di ciascun anno si festeggia la ricorrenza con una processione che coinvolge l’intera città accompagnata, lungo le strade cittadine, da una spettacolare macchina processionale del peso di varie tonnellate, alta decine di metri, trasportata a spalla da un gruppo di cittadini noti come “I Facchini di Santa Rosa”.

viterbo-1                                                                                                                Viterbo: Scorcio panoramico presente nel sito del Comune

In occasione dei festeggiamenti di quest’anno 2017 a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, insieme al Comune di Viterbo e varie istituzioni private, fra le quali la Fondazione Carivit – Cassa di Risparmio di Viterbo- e il Centro studi Santa Rosa, è stata allestita nell’antico monastero, che ospita i resti mortali della Santa, una mostra nell’intento di esporre, insieme per la prima volta consegnandoli al godimento pubblico, preziosi manufatti tra cui manoscritti,documenti, dipinti, ceramiche e argenti sacri che intendono ricostruire la vita della Santa e le vicende meno note del monastero. Se nella lettura del testo ci fermassimo alla prima parte di presentazione della mostra: “Il Tesoro di Santa Rosa”, potremmo aspettarci un’esposizione di oggetti preziosi dal grande valore economico; niente di tutto questo! In realtà, come ha tenuto a precisare la Sovrintendente Alfonsina Russo: “Il tesoro di Santa Rosa è un patrimonio culturale e spirituale diffuso su tutta la popolazione della Tuscia e del Viterbese”. Questa, senza dubbio, è la maggiore caratteristica presente nell’importante rassegna che, in assoluto per la prima volta, svincola i valori economici da quelli intellettivi e spirituali a tutto vantaggio del vivere civile in armonia con i veri valori che dovrebbero essere presenti, purtroppo non sempre, nella nostra società.

Il percorso espositivo si articola in  quattro aree tematiche che presentano oggetti che narrano l’antico monastero e la sua decorazione; la vita di Santa Rosa e la sua canonizzazione; le monache di Santa Rosa e la vita nel monastero e, per finire, la devozione popolare con gli ex voto.

Balletta        Francesco d’Antonio Zacchi, detto Il Balletta (Viterbo, notizie dal 1430, + prima del 1476): “La Madonna del latte”. Affresco su laterizio

Fra i tanti oggetti esposti rivestono particolare importanza la teca contenente il corpo della santa insieme ad alcuni dipinti di grande interesse storico artistico, come quelli restaurati appositamente per l’esposizione dalla Carivit, quali la quattrocentesca Madonna del Latte, opera dell’artista viterbese Balletta, dipinta su una tegola e un olio su tela del XVI secolo raffigurante Sant’Orsola. Particolarmente interessanti sono il bozzetto di Marco Benefial (gentilmente concesso da Intesa San Paolo) con “La prova del fuoco”; le riproduzioni degli acquerelli secenteschi del Sabatini con la storia della Santa, dipinta a metà del Quattrocento da Benozzo Gozzoli nell’antica chiesa andata distrutta; i preziosi documenti relativi alla santificazione, fra i quali il manoscritto del 1457 contenente il processo di canonizzazione e le cosiddette “Lettere patenti” di 13 comunità limitrofe che lo sostenevano. Ciascuna lettera è munita di sigillo e si ritiene che siano i più antichi (1457) finora noti per quei comuni.

refUltCena                      Scuola del Cavalier d’Arpino: “L’ultima cena”. Dipinto murale presente nel Refettorio del Convento. 1612 rilevata dal cartiglio.

Nella sala del refettorio, dove dipinti murali appena restaurati consentono di calarsi nella vita del monastero, sono esposti gli antichi “Abadessati”, documenti conventuali che testimoniano i periodi delle varie Badesse insieme a ceramiche antiche ed elaborate oreficerie. Alcune ceramiche recano il nome per esteso della monaca che, messo in relazione con i nomi presenti nei registri dei Capitoli, ha permesso di attribuire con esattezza l’oggetto alla religiosa e di ricostruire uno spaccato della storia del monastero compreso tra la fine del XVI e il XVIII secolo. Infine gli ex voto, esposti anche virtualmente grazie ad una nuova postazione multimediale, testimoniano la devozione popolare verso la Santa e, nello stesso tempo, offrono uno spaccato sull’arte pittorica popolare nel viterbese.

Una visita a questa rassegna offre veramente una preziosa opportunità per godere di opere d’arte  che sono accompagnate anche da una profonda ispirazione per la fede e la spiritualità.

“Rosa” tiene a precisare il Prof. Attilio Bartoli Langeli, Presidente del Cenrtro Studi Santa Rosa di Viterbo, nel presentarci la figura della Santa, “ è una Santa giovane, povera e rivoluzionaria i cui resti, dal Tredicesimo secolo, sono ospitati nel Monastero posto nel cuore della città di Viterbo. Attorno al suo culto patronale, la Città dei Papi si stringe in una celebre festa incentrata sulla processione della statua con la luminosa macchina di S. Rosa, che esprime, in momenti di grande suggestione, il calore dei fedeli e l’attualità di una lunga storia”.

del_piombo_sebastiano_511_pieta                                                                                                         Sebastiano Luciani detto Del Piombo: “Pietà” – Museo Civico di Viterbo

Altrettanto interessante è il percorso turistico che affianca quello espositivo di questa rassegna in una simbiosi tale da raggiungere il reciproco completamento. A breve distanza dal Monastero di Santa Rosa si trova il Museo Civico, dove sono esposti, insieme ad alcune opere di grande valore artistico quali la “Pietà” di Sebastiano del Piombo, alcuni bozzetti delle antiche macchine processionali di Santa Rosa. Lasciato questo Museo, si può raggiungere il vicino Museo Archeologico dove sono esposte uniche testimonianze di arte etrusca recuperata prevalentemente nelle vicine necropoli della Tuscia quali Vulci, Tarquinia, Cerveteri e molte altre. Qualora si voglia prolungare la permanenza di un giorno, in un qualunque fine settimana, Viterbo offre di tutto e di più per soddisfare anche i palati più raffinati ed esigenti, sono solo in senso enogastronomico. Il bellissimo Duomo, vero scrigno di molteplici capolavori artistici è una meta obbligata. Inoltre in vari fine settimana a cura dell’Ufficio Turistico Comunale vengono organizzate delle passeggiate fra le strade cittadine che non hanno tutt’ora tradito l’originale aspetto medievale narranti la storia d’importanti figure femminili vissute quì fra quelle antiche pietre di tufo.  Per un’assistenza turistica diretta e ricevere informazioni sulle varie iniziative culturali si può contattare telefonicamente l’Ufficio Turistico Comunale al numero 0761.226427. Un valido aiuto su come muoversi in città è offerto dall’app “Viterbo ART City”, realizzata da ARM23 in partenariato con la locale amministrazione comunale, che porta tanto i turisti che la popolazione locale alla scoperta delle bellezze di Viterbo. “L’applicazione nasce al fine di regalare a quanti visitano la città, in forma del tutto gratuita, un valido strumento in grado di far godere le bellezze artistiche e culturali che Viterbo custodisce in maniera coinvolgente e innovativa” dice Luisa Ciambella, Vice Sindaco di Viterbo, che prosegue affermando: “L’app, disponibile per dispositivi iOS e Android, permette agli utenti, attraverso un sistema di geolocalizzazione, d’individuare l’esatta posizione della Macchina di Santa Rosa durante tutte le tappe previste in tempo reale. Inoltre consente ai visitatori di scoprire, in maniera interattiva, i punti d’interesse artistico e culturale presenti nelle vie della città, corredati da dettagliate informazioni in una realtà aumentata da esclusivi audio immersivi appositamente realizzati. L’app, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile dagli store Android e iOS e prevede la possibilità di acquisti in-app per accedere ai contenuti speciali di alcuni punti d’interesse”.

Viterbo – Monastero di Santa Rosa – Via di Santa Rosa, n.33 dal 2 settembre 2017 al 6 gennaio 2018, con ingresso gratuito e Orario dalle 9.30-12.30; 15.30-20 (fino al 13 settembre) e a partire dal 14 settembre dalle ore 15.30-19.00. Info: Tel. 0761 342887;  e-mail: monasterosantarosa@alice.it  – www.sabap-rm-met.beniculturali.it

 

I nuovi scavi e restauri nell’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme hanno ridestato interesse turistico su una zona ricca di preziose testimonianze storiche, culturali e religiose.

Testo e foto di Donatello Urbani

Dall’arrivo dei piemontesi a Roma, così chiamavano i romani l’esercito italiano, l’area di Santa Croce in Gerusalemme ebbe una destinazione quasi esclusiva a caserma militare con una vasta piazza d’armi centrale attorno alla quale erano stati costruiti numerosi fabbricati. In occasione dei lavori di restauro e ristrutturazione intrapresi nel 2016 è venuto alla luce un pavimento mosaicato. Un primo esame, succeduto all’euforia iniziale, ha messo in luce chiaramente come lo stesso fosse  in stretto collegamento con due “domus” adiacenti facenti parte dei quartieri destinati ai dignitari della corte di Elena, madre dell’imperatore Costantino, qui insediatasi nel “Sessorium” – termine che indica un luogo di soggiorno imperiale- al confine con le mura aureliane.

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La prima domus è detta “dei ritratti” per i busti dei proprietari effigiati nel pavimento a mosaico in due triclini è, allo stato attuale, la più interessante fra le due. L’altra fu chiamata “della fontana” proprio per la presenza nel cortile di una fontana rivestita di lastrine di marmo bianco. Lo scavo stratigrafico, iniziato nel mese di maggio 2017, ha fornito precise indicazioni sull’intera planimetria della domus dei ritratti con un primo ambiente, forse solo parzialmente coperto, destinato ad atrio ed altri due locali di cui uno, un corridoio che era di snodo verso i diversi settori della casa, mentre l’altro, una terza stanza scoperta destinata a locale di servizio, é un ambiente delimitato da tufelli e laterizi con una vasca in cocciopesto collegata ad una canaletta di deflusso e un piano adibito a bancale e probabilmente anche alla cottura dei cibi.

burstL’interesse culturale e storico del luogo non si limita alla sola area archeologica. Destinato fin dal IX^ secolo a.C. ad area funeraria si trasformò a partire dal V^ secolo a.C. in area di grande interesse per la confluenza di tre grandi strade: Labicana, Prenestina, Celimontana e ben otto acquedotti, tra cui quello Claudio, la più antica testimonianza del comprensorio, risalente al 52 d.C., ed ancor oggi visitabile. Negli anni compresi tra il 42 ed il 38 a.C. con il riassetto urbanistico della città voluto da Augusto, l’area fu trasformata in quartiere residenziale con grandi ville e domus private immerse in magnifici e vasti giardini, conosciuti come “horti”. Famosi per la loro presenza, ancor oggi parzialmente presenti nella zona, furono quelli di Mecenate, con l’auditorium oggi raggiungibile da via Merulana, e gli Horti Variani che l’imperatore Elagabalo (218/222 d.CV.) acquisì a demanio imperiale e trasformò in una sua nuova residenza “Sessorium”, strutturata in nuclei monumentali che facevano perno su un atrio corrispondente all’attuale Basilica di Santa Croce. Della villa facevano parte anche l’anfiteatro Castrense ed il Circo Variano, utilizzati per giochi e corse di cavali, nonché le Terme Eleniane, edificate successivamente da Alessandro Severo (222/235 d.C.). La costruzione delle mura aureliane anticipò il ridimensionamento dell’intera costruzione, l’anfiteatro e il circo furono inglobati nelle mura, che  avverrà con Elena, madre di Costantino, che la destinò in parte ad alloggi privati di funzionari della corte, oltre quella destinata alla famiglia imperiale, trasformando il grandioso atrio in Cappella Palatina dedicata al culto della Croce di Cristo, ancor oggi praticato nell’omonima Basilica. Il degrado che seguì alla morte di Elena e alle tante vicende storiche accadute nella nostra città, escluso il fiorente culto religioso alla Croce di Cristo mai cessato negli anni, è decisamente finito grazie anche a questi lavori di ripristino con nuova fruibilità dell’area archeologica, nonché alla presenza di una importante istituzione quale il Museo degli Strumenti Musicali. L’area archeologica è aperta tutto l’anno su prenotazione il 1° e 3° sabato del mese, anche con visite guidate, per singoli alle ore 10,15 e per gruppi alle ore 9,00 e 11,30. Informazioni e prenotazioni sul sito web www.coopculture.it/heritage.cfm?id=65 e al numero telefonico 06.3996770.

Museo Nazionale Romano – Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale – TPC – restituisce il 59^ frammento del grande Rilievo in marmo del Mitra Tauroctonos.

Mariagrazia Fiorentino

Manca solo un piccolo frammento relativo alla mano destra, il sessantesimo di un magnifico “puzzle”, per completare interamente il pregevole rilievo marmoreo che raffigura il dio Mitra nell’atto di uccidere il toro, -opera artisticamente pregevole e databile al II  / III sec. d.C.- conservata alle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano.

1500031531059_RICOMPOSIZIONE_MITRA_2                                                             Ricomposizione del rilievo raffigurante il dio Mitra. Visibile sotto la mano il 60° frammento mancante.

In attesa della completa ricomposizione, in questi giorni di piena estate, c’è stata la consegna  del  59° tassello di questo grande rilievo in marmo lunense del Mitra tauroctonos, raffigurante la testa del toro e la mano sinistra del dio. Questa consegna del pezzo alla Soprintendenza Archeologica Romana  ha consentito la ricomposizione definitiva dell’importantissimo rilievo marmoreo.L’importante recupero è stato possibile grazie all’azione che il Nucleo Carabinieri TPC svolge, quotidianamente, nella lotta alla dispersione del patrimonio culturale italiano. In questo caso il Nucleo Carabinieri TPC di Cagliari, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, nell’ambito di una ampia attività d’indagine, ha portato al sequestro di questo reperto insieme anche ad altri beni culturali.Questa operazione nasce nel mese di febbraio di quest’anno da un controllo amministrativo ad un negozio di antiquariato del cagliaritano, durante il quale i militari del locale Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno notato esposti due frammenti in marmo di verosimile interesse archeologico. I titolari dell’esercizio non sono stati in grado di fornire legittimanti dati di provenienza,  pertanto sono stati sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, interpellata nel frattempo, dopo un accurato esame, ha giudicato i beni autentici, di sicuro interesse archeologico e riconducibili a maestranze altamente qualificate del II-III secolo d.C.La descrizione del seguito è affidata alle parole del Generale di Brigata Fabrizio Parrulli, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale: “Considerato il pregio dei reperti, abbiamo proseguito le indagini effettuando ricerche sul web e nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal TPC, con mirate verifiche delle opere riferibili alla rappresentazione del culto del dio Mitra nel mondo antico romano. Durante tali ricerche, l’attenzione di un militare si è concentrata sull’immagine del grande rilievo esposto alle Terme di Diocleziano in cui appariva, in piena evidenza, l’assenza della parte raffigurante la testa del toro e la mano del dio. Una prima sovrapposizione fotografica di uno dei due reperti sequestrati, che rappresentava lo stesso soggetto del tassello mancante al rilievo delle Terme di Diocleziano con l’immagine acquisita dal web del bene esposto,  ci ha permesso di rilevare numerose e significative attinenze formali e stilistiche tali da far considerare plausibile l’appartenenza del frammento al rilievo”.I controlli successivi hanno comprovato, senza ombra di dubbio, che le parti risultavano compatibili, anzi, perfettamente combacianti ed è stato tecnicamente possibile ricollocare il frammento nel fregio con raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro esposto nelle sale museali delle Terme. Si tratta del 59° frammento di un manufatto straordinario, sia per la qualità dell’esecuzione sia per le vicende che ne hanno consentito la ricomposizione.rilievo MITRA TAUROCTONOS©MNR_ph L. Mandato                          L’intero rilievo mitraico dopo la collocazione del pezzo mancante rintracciato dai Carabinieri TPC

Altrettanto avventurosa è l’intera cronaca della ricomposizione di questo rilievo iniziata nel 1964, a Roma, in località Tor Cervara (sulla Via Tiburtina) con un’operazione di bonifica da residuati bellici in cui furono rinvenuti 57 frammenti di marmo lunense che andavano a comporre un grande rilievo. Una volta ricostituito, questo presentava la raffigurazione del dio Mitra che uccide il toro. Purtroppo risultavano mancanti le spalle e la testa del dio e altre parti fra cui il muso dell’animale. Nel 1965, il rilievo fu acquisito nelle raccolte del Museo Nazionale Romano dove fu collocato nelle ‘Grandi Aule’ delle Terme di Diocleziano. In occasione della mostra sui culti orientali nell’Impero Romano – allestita nel 2013 a Karlsruhe – è stato materialmente possibile ricongiungere le varie parti poiché tutte presenti contemporaneamente nella cittadina tedesca.

A seguito di accordi culturali istituiti fra la Direzione Generale per le Antichità e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, con il Badisches Landesmuseum di Karlsruhe (Germania), è stata possibile aggiungere al rilievo il 58° pezzo e, nel contempo, confermare l’ipotesi, già avanzata da uno studioso alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, secondo cui il frammento lapideo con volto di Mitra, acquisito per donazione dal Museo di Karlsruhe, fosse pertinente al rilievo da Tor Cervara conservato nel Museo delle Terme di Diocleziano.

Forse in qualche cantina di un abitante di Tor Cervara, o di qualche romano già abitante in quel quartiere, fra i tanti oggetti dimenticati si troverebbe anche il 60° pezzo relativo alla mano destra del dio Mitra. Una campagna di sensibilizzazione fra i romani intesa a rintracciare questo ultimo pezzo potrebbe portare alla completa ricomposizione dell’intero rilievo e contemporaneamente portare all’onore della cronaca un onesto cittadino benemerito del patrimonio culturale nazionale.

A puro titolo di cronaca: il valore commerciale attuale del rilievo supera i due milioni di euro.

 

Roma, Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Telefono: +39 06 477881. Fax: +39 06 4814125. E-mail: mn-rm@beniculturali.it

Ritorna dopo l’interruzione di un anno “All’ombra del Colosseo”- Sempre comico fu quest’ermo colle.

Donatello Urbani

Ritorno in grande stile e per di più nel palco del Parco del Colle Oppio, proprio dove nel 1990 fu accolta la prima edizione di questa rassegna del teatro comico, perla indiscussa  di primaria importanza fra le tante iniziative dell’Estate Romana.

All'ombra del Colosseo - logo 2017

Il ricco cartellone con ben 23 spettacoli e più di 40 artisti sul palco prevede:

sabato 19 agosto,- giorno inaugurale, il duo comico Pablo e Pedro (al secolo Fabrizio Nardi e Nico di Renzo) con “Comicidio”.

domenica 20 agosto – Alessandro Serra in “Effetto Serra e ritorno”: il comico ripercorre la storia di “Noi Italiani” (Romani) attraverso i ricordi della sua infanzia insieme a quelli impressi nella memoria del pubblico che interagirà con lui.

lunedì 21 agosto,- direttamente dal programma cult di Comedy Central “Stand Up Comedy”, i nuovi volti della comicità si alternano sul palco portando in scena idee controverse, stralci di vissuto e punti di vista; una serata di ilarità graffiante, satira senza peli sulla lingua, poesia e turpiloqui.

martedì 22 agosto,- invece, è la volta di Geppo che con il suo personaggio nato sul web, inviterà tutti alla sana e gratuita risata, da sempre mission del Geppo Show.

mercoledì 23 agosto – Gabriele Cirilli attraversa tutti generi del teatro comico, dalla commedia degli equivoci al cabaret, racconti di vita vissuta comici ma che toccano anche le corde del cuore: canzoni da cantante vero, nuovi monologhi e gag irresistibili.

giovedì 24 agosto – il comico e cantate Dado torna All’Ombra del Colosseo con il suo “Recital”.

venerdì 25 agosto,- invece, protagonista della serata è Antonio Giuliani che replicherà nella rassegna anche il 3 e l’8 settembre portando in scena uno spettacolo capace di evidenziare la bellezza della nostra nazione, ripercorrendo vizi e virtù del nostro essere italiani.

sabato 26 agosto,- Giorgio Montanini nel suo nuovo monologo, rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una, schernendo il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico.

domenica 27,- è la volta di Andrea Rivera con il suo spettacolo “Ho risorto”, dal titolo mistico e ambiguo. A Roma, infatti, “ho risorto” significa “ho risolto”. È la sua resurrezione da un periodo non facile dopo il viaggio nel mondo della televisione, lui che ha sempre comunicato meglio per la strada che in tv.

lunedì 28 agosto,- è in scena il fortunato gruppo comico di SCQR capitanato da Marco Capretti. La performance dal vivo dei protagonisti della trasmissione televisiva sulla comicità romana andata in onda su SKY Comedy Central.

martedì 29 agosto – In scena Rodolfo Laganà che osserva con sguardo ironico venato di cinismo la società di oggi e le sue evoluzioni. Vizi e virtù dell’italiano medio non sfuggono alla sua attenzione e analizzando lo scorrere del tempo, regala momenti esilaranti senza tralasciare anche qualche spunto di riflessione.

mercoledì 30 agosto e mercoledi 6 settembre – Antonello Costa che porta in scena i personaggi che hanno reso noto il comico, quali Don Antonino lo zio siculo o Sergio il cugino esaurito e molti altri. Il tutto intervallato dal corpo di ballo e dai numeri musicali.

giovedì 31 agosto -, Riccardo Rossi. Con il suo spettacolo “Così Rossi che più rossi non si può”, l’artista romano impagina in un unico spettacolo vent’anni di carriera, portando sul palco i suoi innumerevoli ritratti di persone e situazioni analizzate nel suo modo assolutamente visionario e dissacrante.

venerdì 1 settembre – Alessandro Di Carlo porterà in scena tutta la sua verve e vis comica come nella migliore tradizione dei suoi spettacoli, vere e proprie esperienze empatiche tra l’artista e il pubblico.

sabato 2 settembre – Rosalia Porcaro per la prima volta sul palco del Colle Oppio, presenta “Donne”. Attraverso Veronica, Natascia, la signora Carmela e la signora Assundham, Rosalia Porcaro introduce in una galleria di personaggi, donne, dalle mille speranze e sogni infranti.

lunedì 4 settembre – Alberto Farina presenta “La mia famiglia e altre volgarità”. La storia del suo delirante mondo, raccontata in tono ironico tra aneddoti, vita di coppia e una stravagante famiglia.

martedì 5 settembre – Cinzia Leone con “Mamma sei sempre nei miei pensieri, spostati”, spettacolo sulla “mammità”, sul distacco dal cordone ombelicale, su come la mamma condiziona i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, e tutto il nostro essere.

giovedì 7 settembre –  è la volta di Stefano Fabrizi a riempire la serata con il suo spettacolo “Trova l’intruso”, dopo dieci anni dal suo ultimo monologo sul palco della rassegna, con un testo completamente nuovo tra satira sociale e luoghi comuni.

domenica 10 settembre,- chiude la rassegna Nino Taranto con “Te lo dico adesso non te lo dico più”. Dopo anni da quando ha calcato il suo primo palcoscenico è giunto per l’artista il momento di raccontare e raccontarsi, senza tralasciare neanche una risata o un aneddoto.

 

BIGLIETTI: Prevendite abituali o su www.allombradelcolosseo.it – Inizio spettacoli alle ore 21,45 Ingresso: Viale Cesare Ceradini snc / Viale del Monte Oppio- Ingresso diversamente abili, sedie a rotelle e passeggini: viale del Monte Oppio Infoline: +39 366 4188060.

Come arrivare: Metro linea B Colosseo, Metro linea A Vittorio Emanuele, Metro A/B Termini Linee tram: 3, 14 ,15 – Parcheggio: disponibile nelle zone limitrofe.

SPONZFest 2017. – All’incontré – Яivoluzioni e mondi al Яovesvio

Donatello Urbani

L’Alta Irpinia, per la quinta volta, in festa dal 21 al 27 agosto con il festival “SponzFest” ideato e voluto da Vinicio Capossela, uno dei maggiori interpreti della cultura musicale italiana, che mette insieme, come usa fare a Calitri, sua cittadina natale in provincia di Avellino, e nell’Alta Irpinia i saporiti minestroni di verdure, le tradizioni musicali e folcloristiche di questa terra, con gli eventi storici e politici accaduti negli anni ad iniziare dalla rivoluzione bolscevica dell’ottobre 1917. Proprio quest’anno ricorre il centenario della rivoluzione russa del ’17, uno dei maggiori eventi storici dello scorso secolo, che è miseramente caduto insieme al muro di Berlino nella tarda primavera del 1989. Il breve lasso di tempo che ci separa dalla fine della rivoluzione russa, impedisce agli storici attuali di emettere un serio giudizio critico sull’intero evento, in particolare sui principi che lo ispirarono 100 anni fa e come questi si siano modificati nel corso degli anni grazie principalmente all’opera dei successori di Lenin, che ne fu il padre e l’iniziatore. Questo riferimento “all’incontrè” come si usa comandare ai ballerini nel corso di una danza popolare locale, è senza dubbio un primo giudizio critico, nato forse oltre le intenzioni degli organizzatori, ed emesso dalla saggezza popolare dei “proletari”, la classe sociale che più delle altre era al centro delle attenzioni e delle azioni di questa rivoluzione.

Calitri Via-A.-del-Re1                                                    Calitri (AV): Scorcio del paese in Via A. del Re. Foto courtesy del sito presente in Google

Altro evento storico legato all’anno 17 è la riforma luterana del 1517. Di questa riforma, invece, abbiamo studi interdisciplinari, giudizi critici e storici emessi da eminenti studiosi, molto consolidati, ed il comando “all’incontrè” può essere solo richiamato se abbinato al pensiero religioso e culturale della popolazione dell’Alta Irpinia. La vera intenzione primaria degli organizzatori, al di la dei giudizi critici sugli eventi storici, è stata proprio quella di proporre un festival che fosse rovesciato nell’organizzazione ma non nei contenuti. Infatti basta dare uno sguardo ai protagonisti ed interpreti dei principali spettacoli per accorgersi che avranno un ruolo di primaria importanza i maggiori animatori della cultura e dell’intrattenimento dei nostri giorni, non solo nazionali,  quali, oltre Vinicio Capossela, Erri De Luca, Massimo Zamboni, Emir Kosturica con la No Smoking Band, e molti altri.

Calitri rovescioVirginia Zanetti: Performance collettiva 2017 “I Pilastri della Terra”. Foto courtesy presente sul programma ufficiale del Festival

Il primo giorno, 21 agosto 2017, tanto per restare in chiave “incontré”, inizia con il risposo, proprio come Nostro Signore fece al termine del settimo giorno della creazione. Così a Calitri s’inizia con la ri-creazione ed il bello avverrà tutto nei sei giorni successivi dal 22 al 27 agosto.

In sintesi il programma:

21-22 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Stazione di Conza – Cairano – Andretta;
23-24 agosto Gears (Ingranaggi) Installazione-performance di Michele Giangrande. Calitri;
Dal 21 agosto Teatro Degli Alberi Uomo e Degli Uomini Cervo di Michele Mariano. Località Santa Lucia Calitri (ogni sera dal tramonto alle 23.00 ca.);
Dal 21 Sciopero alla rovescia Murales a cura del Collettivo Fx. Calitri;
Dal 23 agosto I pilastri della terra Installazione di Virginia Zanetti. Calitri;
23 agosto The Prince of Venusia. Proiezione del cortometraggio di Silvio Giordano. Borgo Castello;
24 agosto ЯICAVATO Performance di Andrea d’Amore. Grotte – Calitri;
25 agosto Omaggio a Pippa Bacca. Proiezione del film La Sposa di Joël Curtz. Incontro con Mariangela Capossela, Tommaso Evangelista e Bahar Adan della galleria G-art di Istanbul. Ex-cinema Rossini Calitri;

26 agosto- Al mattino, come nei precedenti giorni a partire dal mercoledi, lezione della Libera Università per Ripetenti, mentre in prima serata ci sarà la Grande Parata del 17, spettacoli ed intrattenimenti con grandi interpreti, alla quale seguirà La Grande Notte, con il concerto di Alessio Franchini e del Circolo dei Baccanali fino alle luci dell’alba;

27 agosto- Verso sera ci sarà la Festa inaugurale con lo spettacolo teatrale a tema sul mondo di sotto, quello infernale nell’antichissimo loco dove Virgilio pose le bocche dell’Ade: la Mefite – Rocca San Felice – Villa Maina –. L’inaugurazione vera propria sarà all’Abbazia del Goleto – Sant’Angelo dei Lombardi-  con intervento introduttivo, canti e danze medievali ed il gran finale con la presentazione ufficiale della quinta edizione dello “SPONZFest 2017” .

hqdefaultLocomotiva D345 in livrea d’origine trainante le carrozze “Corbellini”. Foto courtesy della Fondazione  FS. Italiane

Di non minor interesse sono alcune attività collaterali quali quelle programmate  con la Fondazione F.S. Italiane e la Regione Campania nei giorni 25, 26 e 27 Agosto per consentire anche quest’anno un viaggio su treno storico in occasione dello Sponz Fest di Calitri. Un’esperienza di viaggio unica viaggiando a bordo di carrozze passeggeri degli anni ’50 “Corbellini” trainate da locomotiva diesel di fine ’60 D.345 in livrea d’orgine.I biglietti sono in vendita su tutti i canali Trenitalia a partire dal 22 Giugno 2017: sito web www.trenitalia.com , app per smartphone Trenitalia, biglietterie e self service in stazione, agenzie di viaggio abilitate.

Altrettanto importanti e di notevole interesse sono alcune attività stanziali, così definite dagli organizzatori, quali:

Ciclo-officina “BiciSponziamo”, destinata a bambini e adulti, aperta tutte le mattine, dalle 9:30 alle 12:30. Guidata dal ciclo-nauta Claudio Ferraro (consigliere FIAB Avellino Senza Rotelle).Temi delle singole giornate: Essere un ciclo-nauta (21 agosto), mini-percorso ludico educativo; La bici del ciclo-nauta (22 agosto), ovvero manutenzione della bicicletta, da come si ripara una camera d’aria, come si regolano i freni a come si oliano gli ingranaggi;
Come guida un ciclo-nauta (23 agosto), ovvero come si conduce la bicicletta, come si sta in sella, come si evitano eventuali ostacoli, come si riducono gli sforzi, si evitano gli infortuni. Come si nutre un ciclo-nauta (24 agosto), con tema principale della giornata l’alimentazione più adeguata per l’uso quotidiano della bicicletta. Il riposo della bici del ciclo-nauta (25 agosto), con tema principale della giornata il lavaggio della bici e la sua sistemazione per lunghi periodi di inutilizzo.

Calitri Arco-di-Zampaglione1                              Calitri: Arco di Zampaglione. Foto courtesy del sito presente in Google

Libera università per ripetenti:

Conferenza/lezione di  Domenico D’Alelio, scienziato ecologo e presidente FIAB Avellino Senza Rotelle (22 agosto) con tema: “Ma ‘sta natura poi a che serve? Scopriamolo insieme, pedalando all’incontrer”;  Cosimo Chiffi, economista e associato FIAB Avellino Senza Rotelle (24 agosto): portavoce del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto ed esperto di bikenomics che parlerà sui mille guadagni generati dall’utilizzo della bicicletta, per fini ludici e non.

Pedalando sull’acqua: Info point permanente sul lavoro condotto negli ultimi anni dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto per la promozione di questa “greenway”, con storie, immagini e sensazioni riportate dai “ciclo-esploratori dell’Acquedotto”. “Ciclo-vagazioni” o escursioni giornaliere in bicicletta, con andatura rilassata e sensoriale, con partenza scenografica dal centro di Calitri alle ore 9:30, condotte da FIAB in conformità alle proprie norme di sicurezza (utilizzo casco, guanti e corpetto rifrangente, bici in buono stato e sottoscrizione di assicurazione RC e infortunio in loco); le visite turistiche saranno svolte in collaborazione con il Touring Club Italiano. E’ bene dotarsi di mezzo proprio, sebbene potrebbe essere possibile affittare bicicletta in loco (anche a pedalata assistita), in base alla disponibilità. Programma delle ciclo escursioni (Per informazioni e prenotazioni: fiabavellino@gmail.com)

 

– Calitri-Aquilonia (21 agosto), ca. 40 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri-Bisaccia (23 agosto), ca. 50 km, difficoltà media, secondo gli standard FIAB;

– Calitri città (25 agosto), < 10 km, difficoltà facile, secondo gli standard FIAB;

– Calitri- Atella, sui ponti dell’Acquedotto (26 agosto), ca. 80 km, difficoltà elevata,secondo gli standard FIAB. Escursione guidata dal Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto, con la partecipazione di FIAB Avellino Senza Rotelle.

Calitri, interessante cittadina dell’Alta Irpinia in provincia di Avellino al confine con la regione Basilicata, propone un fine agosto all’insegna del divertimento e della cultura con il SponzFest2017, un interessante evento  che può essere sintetizzato nelle parole del suo ideatore e Direttore Artistico,Vinicio Capossela: “Partiamo dalla fine e arriviamo all’inizio. Ecco vi aspettiamo dalla fine”

Villa Adriana grande riapertura del Teatro Marittimo e della Sala dei Filosofi.

Testo di Giorgia Lattanzi – Foto courtesy Wikipedia – Enciclopedia web

Lo scorso venerdì 28 luglio si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione e riapertura al pubblico del Teatro Marittimo; presenti il Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali  e del Turismo On. Ilaria Borletti Buitoni, Andrea Bruciati Direttore Istituto Villa Adriana  e Villa D’Este, Alfonsina Russo, Soprintendente per l’Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

I restauri, iniziati nel 2014 sono terminati nel 2016, eseguiti su finanziamento del CIPE, per un valore di 1.200.000 euro, hanno risolto i problemi statici degli edifici e ripulito le intere strutture dai segni del tempo, dalle spoliazioni e dal degrado, in particolare nel Teatro Marittimo e nella Sala dei Filosofi.

Canopus_vanaf_serapium                                            Tivoli: Villa Adriana: “Il canopo”. Uno degli angoli di maggior fascino dell’intero complesso

Restituire a Villa Adriana due luoghi così preziosi permette di reintegrare la lettura complessiva di questo luogo considerato una delle più belle ville archeologiche del mondo. Si getta così una  nuova luce sugli intenti dell’Istituto di Villa Adriana e Villa D’Este che in occasione del biennio dedicato ad Adriano intende proseguire l’ampliamento delle zone aperte al pubblico.

Il Teatro Marittimo é definito “VILLA nella VILLA” da Andrea Bruciati, luogo che meglio riflette la figura intellettuale dell’Imperatore, personalità amante della meditazione, della conoscenza, così attento a mantenere viva la cultura greca,  di cui ne praticava i rituali. Il carattere di Adriano viene così descritto dagli storici: “Egli fu insieme austero e faceto, serio e giocoso, temporeggiatore e affrettato, avaro e liberale, simulatore e aperto, crudele e elementare e sempre vario in tutto”. (S.H.A. HADR – 14.11).  Proprio in questi luoghi può essere definito il suo pensiero urbanista,  che traduce  in architettura gli aspetti del suo intelletto e della sua politica.

Il monumento è datato al 118-125 d.C.  da una testimonianza trovata impressa sui mattoni utilizzati nelle costruzioni murarie. Qui l’Imperatore Adriano aveva la sua Domus, è qui che si ritirava. Il Teatro Marittimo concepito come luogo di snodo, dal quale era possibile accedere alle diverse zone della villa e fungere da ritiro privato dell’Imperatore, è  formato da un ambulacro coperto con volte a botte, parzialmente ricostruito con un diametro complessivo di m 43. Da un lato è costituito dalla parete perimetrale e dall’altro da uno splendido colonnato con capitelli del periodo ionico in marmo cipollino,(solo in parte originali), lo stesso marmo utilizzato per la scultura del coccodrillo che si trova nel canopo. Le colonne affacciano sul canale profondo m 1,5 ed attraversabile da ponti di legno azionati dall’interno. Oltre il canale si trovava l’isola, una villa in miniatura dotata di tutti gli ambienti che caratterizzavano le abitudini del tempo. Terme, camere residenziali e corte interna. I rivestimenti erano unicamente marmorei, lo testimoniano i solchi rimasti sui pavimenti all’interno dell’isola.

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Una delle pietre utilizzate fu il Bekhen, molto simile al basalto, di colore grigio scuro, di provenienza egizia, utilizzata anche in scultura nella ritrattistica. Dopo il periodo di Adriano non ci sono più testimonianze del suo utilizzo. Anche il Verde Antico, che venne introdotto a Roma proprio durante il regno di Adriano proveniva dalla Tessaglia, regione greca, la cui provenienza era testimoniata da iscrizioni  rupestri sui blocchi. Proprio ad Adriano si deve la risistemazione della rete viaria che permetteva il trasporto dei marmi dalle cave dell’Asia Minore e della Grecia al porto da cui partivano le navi statuarie dirette a Roma.

Ligorio, architetto della vicina Villa D’Este, fu il primo a scoprire  questo luogo e lo denominò Teatro Marittimo proprio per la presenza dell’acqua nel canale e dei bassorilievi degli architravi raffiguranti  animali marini. L’acqua è un elemento importante, vicino scorre l’Aniene ed  è uno dei motivi per cui  Adriano scelse di edificare qui la sua Villa. La suggestione suscitata da questi luoghi, arriverà ad influenzare gli stili  delle architetture barocche e  delle Ville Venete.

Gli interventi di restauro si sono concentrati sulle pareti perimetrali e la difficoltà iniziale è stata quella dell’innalzamento dei ponteggi che non potevano poggiare sulle pareti per non comprometterne la stabilita in quanto strutture autoportanti.

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La sommità delle pareti era molto danneggiata e garantirne la conservazione  e il loro consolidamento è uno degli obbiettivi raggiunti. Inoltre sono state reintegrate le trame murarie mediante la pulizia

e l’ inserimento di elementi in tufo o di mattoni a cortina. In alcuni punti sono state utilizzate barre d’acciaio per ancorare le pareti là dove erano più sottili.

Una delle porte situate lungo l’anello centrale dava l’accesso all’adiacente Sala dei Filosofi a alla biblioteca di Adriano.

La vasta aula rettangolare absidata (m17x14, alt.  13) si presenta come una vera basilica con copertura a capriate.

Il materiale utilizzato per la costruzione è il tufo visibile nell’opus reticulatum delle pareti. Le cave di tufo erano all’interno della Villa a differenza di quelle di travertino che invece si trovavano fuori.  L’ambiente è caratterizzato dalle sette nicchie inserite negli absidi che contenevano i volumina, rotoli dove era possibile leggere i testi scritti sia in latino che in greco. Anche in questo stupendo ambiente i lavori di restauro si sono concentrati sul consolidamento delle pareti mediante iniezioni di resine e bande metalliche.

Tutto questo contribuisce ad aggiungere fascino ed attrazione ad un luogo dove ancora é possibile  avvertire le intenzioni che a suo tempo ispirarono Adriano: “Qui si governa l’intero mondo conosciuto”.

 

Tivoli (RM) – Largo Marguerite Yourcenar 1, Tivoli (RM) – Area Archeologica di Villa Adriana è aperta tutti i giorni dalle ore: 9.00-17.00 dal 2 gennaio al 31 gennaio- 9.00-18.00 dal 1 febbraio al 29 febbraio – 9.00–18.30 mese di marzo  – 9.00–19.00 dall’ultima domenica di marzo al 30 aprile – 9.00–19.30 dal 1 maggio al 31 agosto – 9.00–19.00 dal 1 settembre al 30 settembre – 9.00–18.30 mese di ottobre  – 9.00-17.00 dall’ultima domenica di ottobre al 31 dicembre. La biglietteria chiude un’ora e mezza prima. Costo del biglietto d’ingresso €. 8 intero – €.4,00 ridotto. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese

Carlo Caldara in mostra al Vittoriano con “True Story”.

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

Verità e realtà dovrebbero sempre essere unite e marciare di comune accordo in tutti gli eventi della nostra vita quotidiana. Carlo Caldara nella rassegna allestita nell’Ala Brasini del Vittoriano dal significativo titolo “True story”, vuole indagare su questi due concetti attraverso le sue opere nate e realizzate attraverso il corto circuito messo in piedi tra la realtà vissuta e reale, generate dagli eventi, e quella così detta virtuale dei media, del web e dei social network dove questa, pur essendo ugualmente vera attraverso una presenza su uno schermo o su altri supporti, è generata da un link di un computer. Scrivono in proposito i curatori nel catalogo prodotto da Show Eventi per Pandion Edizioni: “Carlo Caldara lavora con la presenza simultanea di immagine e parole. E le sue parole sono frasi brevissime che hanno l’aspetto di sentenze”, scritte con un linguaggio semplice nel presentare una storia che per essere vera – True Story – prosegue lo scritto ,“non ha bisogno di essere vissuta nel mondo reale, esiste una realtà virtuale che può essere ugualmente vera”.

davCarlo Caldara con alle spalle una delle due installazioni: Fili di nylon che sorreggono lettere con la sritta True Story

Lungo il percorso espositivo sono esposte due sculture, altrettante installazioni e 25 opere pittoriche realizzate tutte con materiali ecosostenibili sia metallici che compositi riciclati. Alquanto particolare è stata la realizzazione delle opere pittoriche dove sono state impiegate, in una tecnica mista, fotografie e colori ad olio su bibond (fogli di alluminio riciclato). Su ciascuna opera sono stati rappresentati i maggiori eventi, molti purtroppo irrisolti, che hanno caratterizzato questi ultimi anni della nostra società. Immigrati, asocialità, terrorismo, conquiste scientifiche e spaziali sono tutte lì impresse su materiali riciclati e drammaticamente presenti tutt’oggi nella nostra società in tante storie vere specchiate su pannelli che celano epigrammi frutto delle particolari riflessioni dell’artista.

IMG_20170724_182836                                                              Punch, 2017. Pittura e materiali vari. Dimensioni 40100

Le due installazioni invece sono composte: una da lettere appese ad un filo di nylon che compongono la frase “True Story”, mentre l’altra riporta la stessa frase su un sacco da pugile, sport che Caldara ha praticato, con il chiaro intento di proporre ai visitatori una riflessione sulla  nostra vita di tutti i giorni dove tutti siamo chiamati a combattere paure e debolezze.

Non è solo una nota di colore, ma questa mostra nel suo intero progetto espositivo sarà accolta nel Padiglione Nazionale del Guatemala in occasione della Biennale di Architettura che si svolgerà a Venezia  dall’8 settembre all’8 ottobre 2017 mentre, nei prossimi mesi, Carlo Caldara sarà protagonista d’importanti esposizioni nelle città di New York, Pechino e Parigi.

Catalogo bilingue italiano/inglese, pagine 84 costo €.18,00-

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali)

Epos – Chao Ge, la lirica della luce. In mostra al Vittoriano

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

IMG_20170726_195650                                                                                 Chao Ge: “Lago nella prateria”- 2017. Tempera

“La pittura è un’impresa ardua ma importante. Per quanto mi riguarda, io ho prestato costantemente attenzione all’esistenza dell’uomo, ai suoi drammi e all’eterno presente in lui” –

Paintimg i san ardous but important challenge. Asa fas as I am concerned, I constantly paid my attention to Humanity, to his dramas and to eternity in it.

Dai Pensieri di Chao Ge riportati nel catalogo.

Gli spazi che la nostra città dedica agli artisti provenienti dall’oriente, in particolare dalla Cina,  sono veramente importanti non solo per vincere il provincialismo che affligge le nostre arti visive, purtroppo sempre incombente, quanto per ristabilire il ruolo che di diritto spetta  a Roma per essere stata l’indiscussa capitale d’importanti movimenti artistici che hanno interessato per vari secoli i tempi passati. Dopo Li Chevalier, nata a Pechino ma con atelier e residenza a Parigi, accolta al Macro Testaccio, il Vittoriano, grazie ad Arthemisia, società privata leader in Italia nell’organizzazione di eventi d’arte, apre i suoi prestigiosi spazi dell’Ala Brasini, quella per intenderci riservata ai gradi eventi espositivi, all’artista Chao Ge, proveniente dalla Mongolia Interna, nazione giuridicamente facente parte della Repubblica Popolare Cinese, con una mostra dal significativo titolo “Chao Ge – La lirica della luce”.

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Chao Ge: Ricordi romani dal precedente soggiorno in Italia

Monastero di Santa Maria. Tempera                                                                                                                            Via Sacra 2008- Tempera

Lo stesso artista nel 2006 fu accolto, sempre al Vittoriano, con una piccola rassegna nella quale vennero presentate poche opere, alquanto significative e dal grande valore artistico, sempre a seguito di accordi fra i due stati, Italia e Cina.

IMG_20170726_195450                                                                                       Chao Ge: “Lago in Mongolia”- 2012. Tempera

In questa occasione il percorso espositivo accoglie circa 80 opere tra oli su tela, tempere e disegni che descrivono i luoghi ed i personaggi dell’Asia Centrale e della Mongolia Interna, terra dai paesaggi sterminati che è stata di passaggio per avventurieri e conquistatori e da sempre nel cuore dell’artista tanto da farne il soggetto maggiormente rappresentato nelle proprie opere pittoriche.

Il titolo Epos ci rimanda ai temi storici, ed un’intera sezione accoglie solo paesaggi e scenari paesaggistici, senza alterarne la naturale bellezza e che in passato furono attraversati da personaggi quali Marco Polo o Gengis Kan, solo per citarne due fra i tanti. Le linee guida che hanno ispirato le pitture sono fedeli interpretazioni delle descrizioni spesso colme di stupore, anche se fantasiose, riportate nei resoconti da ciascuno di questi eccezionali viaggiatori, oppure redatte da cronisti e storici o, come nel caso del “Il milione”, da Rustichello Pisano su dettato dello stesso Marco Polo.

IMG_20170726_190243Chao Ge: “Il corridoio di Hexi” – 2008. Opera inserita nella sezione dedicata a Marco Polo. La diversa illuminazione è stata voluta per inserire i diversi spazi temporali (giorni/notti) utili ad attraversare  questo corridoio.

Significativo in proposito é il pensiero di Chao Ge: “Vado ricercando quello spirito in grado di dare sostegno, tipico dell’umanità fin dagli albori della storia, raro in questa epoca, ma la cui esistenza è fondamentale. In un mondo in rapida trasformazione, anelo a ripercorrere tutto ciò che è perenne ed immutabile per opporlo a questo mondo esasperatamente volubile”.

“I am looking for that supporting spirit, typical of humanity since the dawn of history, rare in this time but whose existence is essential. In a world where everythingh quickly changes. I dream to rediscover immutable and perpetual things to oppose to this excessively friendship and social justice”. 

IMG_20170726_184724                                                                             Chao Ge: “Donna seduta” – 1993. Olio su tela

Epos ha identica valenza anche nella ritrattistica, altro importante filone artistico presente in questa rassegna, che s’ispira chiaramente  ai canoni della raffigurazione classica e agli insegnamenti dei grandi maestri europei del passato, come è stato rilevato dal Prof. Claudio Strinati, uno dei cocuratori italiani ed autore di un importante saggio presente nel bellissimo catalogo edito da Segni d’Arte. Significative in proposito sono state le parole dello stesso artista Chao Ge che in occasione dell’inaugurazione ha voluto mettere in risalto come tutta la sua opera sia figlia della profonda riforma avvenuta in Cina nel 1978 e che gli ha consentito di, parole sue, “potersi avvicinare  alle culture e alle arti degli altri paesi, in particolari europee ed italiane”. Una riforma, quella avvenuta in Cina, molto importante e che ha permesso a questo artista, come a molti altri, di aprire nuovi orizzonti alla propria arte e rivendicare, nel contempo, la propria personalità a livello percettivo contro tutti i tentativi di massificazione e cancellazione dell’individuo imposti precedentemente nella Cina di Mao.

IMG_20170726_195724                                                                               Chao Ge; “Berretto” – 2017. Tempera

Concetti questi che Chao Ge così riepiloga nei suoi pensieri: “Un paese o un popolo che possiede degli storici, dei letterati e degli artisti seri è in grado di determinare tra la sua gente un sistema di valori e una capacità di comprensione superiori”.

A country with historians, intellectuals and seroius artican determine among its people a higher system of values and higher understanding ability”.

Aria nuova, dunque, si respira in queste opere, fresca ed aperta a grandi spazi alla stregua di come fisicamente sono presenti nella steppa mongola investendo, in contemporanea, anche un importante “desiderio di sperimentare con l’osservatore, in una forte unione emozionale, un’arte che sia un’affermazione dei grandi valori della vita e dell’essere umano” come scrive l’altra cocuratrice Nicolina Bianchi, critico d’arte, Editore e Direttore della Casa Editrice Segni d’Arte.

Catalogo trilingue: italiano, inglese e cinese, pagine 148 costo €.15,00.

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali) fino al 26 settembre 2017 con ingresso libero ed orari dal lunedi al giovedi 9,30 / 19,30; venerdi e sabato 9,30 / 22,00; la domenica 9,30 / 20,30.