Berverly Pepper – Tra Todi ed il mondo- 8 dicembre 2018 / settembre 2019

Mariagrazia Fiorentino

La città di Todi celebra per un intero anno l’instancabile attività della grande scultrice americana “quale ambasciatrice dell’arte contemporanea nel mondo”, con mostre,eventi ed un parco di sue sculture.

IMG-20181129-WA0062-500x667Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria, con l’artista Beverly Pepper nel corso della conferenza stampa nella sede della Stampa Estera

Un anno magico che darà alla città di Todi un gusto particolare, tiene a precisare Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria. Beverly, emozione, manualità ed interpretazione espressiva così l’artista diventa  padrona della materia di cui si serve a tal punto da poterla trattare come meglio gli aggrada, arrivando a raggiungere una sensazione d’inspiegabile libertà e d’immenso assoluto. Nelle opere di Beverly Pepper si avverte il vibrare e il pulsare sotto le dita che l’artista ha percepito nel realizzare il respiro e gli odori come se la materia prendesse vita.

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“Le celebrazioni della città a Beverly Pepper avranno infine il loro culmine il 14 settembre 2019 con l’inaugurazione del Parco di Beverly Pepper, primo parco monotematico di scultura contemporanea in Umbria e il primo dell’artista nel mondo. Si tratta di un percorso naturalistico-urbano immerso nel verde, che collegherà il Tempio di Santa Maria della Consolazione con il centro storico, disegnato e progettato appositamente dall’artista e costellato da una serie di sue sculture donate alla città. Il progetto comprende la bonifica del parco e l’installazione definitiva delle sculture, per consentire l’interazione costante delle opere d’arte con il contesto paesaggistico.  Oltre alle venti sculture monumentali (realizzate in diversi materiali e in diversi periodi artistici) donate da Beverly Pepper alla città, non mancheranno le San Martino Altars e la riedizione delle Todi Columns. Le celebrazioni saranno accompagnate da due pubblicazioni: un catalogo che racconta la storia e la nuova installazione delle Todi Columns e un libro sul Parco di Beverly Pepper.”

Per saperne di più su tutti gli eventi in corso consultare il sito www.fondazioneprogettibeverlypepper.com

Daniel Buren per Palazzo De Angelis

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Lo stile eclettico/floreale/decò in architettura è quasi assente nella città di Roma malgrado le tante costruzioni messe in cantiere negli anni fine ottocento primi novecento, epoca in cui era di moda e  prosperava in tutte le altre città europee.  In realtà nel centro storico nelle vicinanze di Fontana di Trevi, Via Marco Minghetti, esiste una piccola isola con alcune costruzioni che si rifanno, sia pure molto velatamente, a questo stile: uno di questi è Palazzo De Angelis, dal nome dell’architetto che lo progettò per conto del Principe Maffeo Barberini Colonna Sciarra. Oggi questo palazzo è stato acquistato dall’impresa immobiliare Leggiero Real Estate S.p.A. con l’intento di destinarlo ad albergo di categoria 5* per il gruppo spagnolo Iberostar Hotels & Resort.

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Questi lavori di trasformazione prevedono anche un progetto di riqualificazione capace di richiamare artisticamente la zona e dare decoro ed abbellimento all’edificio. Progetto quanto mai necessario per la città considerando il grave stato di abbandono e degrado che in questi ultimi due anni ha pesato gravemente su Roma. Ben venga quindi qualcuno che, sia pure con fini commerciali, pensa a rendere più bella e vivibile la città. A compiere  questa operazione è stato chiamato l’artista francese Daniel Buren famoso per i “Lavori in situ” capaci di stabilire un dialogo fra l’opera progettata ed il luogo destinato ad accoglierla. E’ lo stesso artista che ci presenta quanto previsto in questa occasione: “Strisce alternate colorate, denominate strumento visivo, che permettono di rilevare i particolari del luogo in cui sono destinate impiegate in seno a dispositivi specifici e a volte complessi, tra pittura, scultura e architettura”. Nella tarda primavera 2019 l’intera opera sarà terminata e per quella data prevedere una visita a Roma e quanto mai opportuna non fosse altro per assistere di persona ad un interessante dialogo fra le tante opere d’arte antica  e moderna con questa contemporanea unica e nuova per  il suo genere nella città eterna.

Sidival Fila: le cuciture dell’autenticità.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

A ben vedere le opere di Sidival Fila sono un concentrato in tutte le loro sfaccettature dell’arte contemporanea. In questa ottica osservando le tele esposte alla Gallerja di Via della Lupa a Roma, appare evidente che é stata superata brillantemente la barriera imposta dall’uso dei materiali: ai pennelli sono subentrati ago e filo e la stessa immagine ha ceduto al colore parte del predominio assoluto che ha avuto fin dal nascere delle arti visive ponendo in risalto, come scrive il critico d’arte Bruno Corà: “linearismi fluidi di colore riferibili alla ”pittura d’azione” di Pollock.

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Delle sue opere, comunque, è lo stesso artista a fornire un giudizio quanto mai chiarificatrice: Il primo quadro è uguale all’ultimo, e questo richiede all’osservatore attento un supplemento di fantasioso intelletto per scoprire in queste valori e significati che le rendono uniche e singolari, come vuole il titolo di questa esposizioni “cuciture dell’autenticità”. Una visita a questa rassegna ha in se, senza dubbio, stimoli a attrattive senza pari e sempre nuove.

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Roma – La Gallerja, Via della Lupa, 24 (Fontanella Borghese), fino al 19 gennaio 2019 dal martedi al sabato dalle ore 11,00 alle 13,30 e dalle 15,00 alle 19,30. Info tel. 06.68801662 – sito web: www.gallerja.it – e.mail: info@gallerja.it

IL Mosaico Parla Francese

Testo e foto di Giorgia Lattanzi

Nel cuore di Parigi l’Association 59 Rivoli presenta la seconda edizione del festival del Mosaico Contemporaneo, inaugurata il 1°novebre e terminata l’11 novembre del 2018. Manifestazione diretta dall’artista mosaicista italiano Luigi Laferla, che vede esposte le opere di sei mosaicisti : ANNECECILE  LOPEZ- TOYO HARU KII – LUCA NARDINI – ENZO TINARELLI – GIULIANO BABINI – MOREJE.

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Provengono da formazioni differenti: da Ravenna, a Spilimbergo, passando per il Giappone;  restituendo un confronto per il mosaico d’oggi. Regalando ai fortunati visitatori punti di vista fra loro lontani eppure comunicanti grazie al linguaggio internazionale che il mosaico finalmente inizia a parlare. Lo scrittore Carlo Levi affermava che “le parole sono Pietre” e in questa mostra sono state raccontate delle storie fatte di tessere di mosaico, tagliate a mano una ad una e poi ancora scaldate dalle mani dello stesso artista che ne sceglie le fattezze e le accosta una dopo l’altra sino a ricomporre quell’immagine che rispecchia il suo stato d’animo. Una superficie nuova dal sapore così antico.

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Si antico perchè il mosaico accompagna con discreto silenzio l’umanità fin dai tempi della scrittura, non a caso le prime forme di questa arte nascono nelle corti dei Re Sumeri, e da lì in poi ha penetrato in tutte le civiltà lasciandosi plasmare dai gusti degli uomini.

Inizio a descrivere le opere esposte partendo dall’unica donna, la Lopez i cui mosaici sono delle ricostruzioni di paesaggi naturali, dove la superficie musiva sembra fotografare dei deserti o delle valli rocciose o delle distese lunari e le singole tessere corrono tra le insenature dei piani che sembrano sprofondare in fossati e poi risalire e brillare alla luce del sole. Qui gli accostamenti dei materiali,  le pietre o le paste di vetro sono taglienti e si lasciano contemplare come un vero paesaggio osservato da un altezza lontana.

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Enzo Tinarelli cambia registro, le sue opere sono morbidi accostamenti di piani cromatici. Piatti ed omogenei e coloratissimi. Ricordano un pò le giocose vesti di un arlecchino poggiate su cornici di pietra.

Luca Nardini, giovane artista friulano mescola sapientemente l’arte del mosaico con quella della ceramica, creando opere molto originali e di inedita bellezza. Ispirato dai paesaggi naturali di una regione ancora per certi aspetti incontaminata, realizza elaborati che ricordano laghi incantati. I singoli frammenti in ceramica dalle colorazioni splendenti, sono utilizzati come tessere di mosaico, poggiati su fondi di malte color terra. C’ è anche un ritratto di una donna che somiglia ad una fata, che indossa un berretto pieno di gemme preziose e di piume.

L’artista giapponese Toyuharu Kii utilizza il bianco, e gioca sulle forme irregolari e morbide, contorni che spariscono nelle pareti e lasciano intravedere le ombre delle superfici musive che creano delicatissimi disegni. Delicate forme che lo spettatore può modellare a piacimento nel suo sguardo che corre tra le file di pietre che a tratti diventano frammenti di oro scintillante. Un grande mosaicista presente alla mostra, Verdiano Marzi, scorge la siluette di una donna.

Il mosaico è tante cose, è gioco e simulazione di altro ed altro ancora. Lo si può ammirare nelle cornici musive che racchiudono simulando dei muri i cieli dipinti.

C’è spazio anche per un istallazione che vede sprofondare un libro, simbolo di un umanesimo in via d’estinzione,  immerso nel cemento. Insieme al libro però galleggiano anche le tessere di vetro che sono le singole persone. Moltitudini che con il proprio colore tolgono il grigiore al cemento.

A patto che ci si voglia mettere in discussione e continuare a giocare !

Questo rito sociale non è fatto solo di “clic” o di società liquida, non ci si può nasconde dentro una realtà digitale e dimenticare lo scambio reale e la ricchezza del confronto diretto.

Ringrazio il mio amico Laferla per aver organizzato questa mostra dove il mosaico conquista uno spazio e chiama a sé l’attenzione di una critica che fatica un po’ a rimuovere la polvere sopra ad un arte si di origini antiche ma  carica di espressioni contemporanee.

 

Marcello Mariani – Il tempo dell’Angelo – 1956/2014 – A cura di Gabriele Simongini

Mariagrazia Fiorentino

Il catalogo vuole proporre al pubblico un’appassionante lettura del lavoro di questo straordinario artista italiano come sostenuto da importanti studiosi italiani e si avvale dei contributi di:

Danilo Maestosi “La vita che riprende a respirare”;

Claudio Strinati “Nel cuore della materia. L’espressionismo astratto di Marcello Mariani – 1957/2007”:

Sergio Zavoli “A Marcello Mariani”;

Enrico Crispolti “Memoria e lirismo nel percorso di Mariani”;

Marcello Mariani visto da Gianni Berengo Gardin.

Marcello Mariani è una delle figure più interessante e originali della pittura italiana ed europea, la mostra “Il Tempo dell’Angelo – 1956/2014” allestita nel Complesso del Vittoriano a Roma ha avuto un successo di pubblico con oltre 40 mila visitatori. Come scrive il curatore, Gabriele Simongini, Marcello Mariani “incastona a sbalzo frammenti e polveri d’intonaco, schegge polvere di mattoni, cornici scoperte e recuperate tra i detriti. Finestre di una tragedia che si ribalta in speranza, ritagli di carta o di pagine di antichi diari incollati sullo sfondo, ragnatele di reti, segni, colature …”.

IMG_20181001_185321                            Senza titolo – 1956 tecnica mista e collage su tela applicata su tavola – Foto courtesy Donatello Urbani                          

Un’artista mai eccedente, con una genialità soffusa, lenticolare e tenace come era nel suo carattere, con una serietà espressiva inattaccabile figlia di una tecnica singolare e precisa, di riflessioni profonde ed elaborazioni, sempre anticipatrici per quanto al passo con il correre del suo tempo.

Catalogo a cura di Skira Editore pag. 79.

Julien Friedler – Behind the World – In mostra al Vittoriano fino al 2 dicembre.

Testo e foto di Donatello Urbani

Un’installazione “La Foret des Ames” intorno alla quale ruotano 20 opere, tutte di grandi dimensioni, ci presentano il mondo di questo artista belga, Julien Friedler, giunto alla pittura dalla psicanalisi e da un’intensa attività letteraria. Una descrizione precisa dei valori e significati presenti in queste opere si trova nella dichiarazione che ha rilasciato la curatrice Dominique Stella: “Dipinti e installazione sono i portavoce di un immaginario ricolmo e costituiscono i segni visibili di una verità che l’artista sviluppa attraverso tematiche dal taglio del tutto personale. Julien Friedler si fa portatore  di una visione umanista, delineata tramite le opere ma anche con un’attività di condivisione che porta avanti attraverso l’associazione Spirt of  Boz che esprime l’urgenza di riconciliare azione e contemplazione nell’intento di promuovere un pensiero umanista e catartico. L’arte è per l’artista azione inclusiva di tutte le forme espressive, derivanti dalla propria o altrui esperienza e comporta sfaccettature contrapposte, le une d’ispirazione collettiva, le altre di meditazione individuale”.

20181108_115820                                                                                       Crocifissione – 2016. Acrilico su tela

Oltre le parole tutte le opere esposte devono essere viste di persona, ciascuna ha una propria lettura e solo questa riesce a stabilire un contatto con il vero spirito che ha portato l’artista a realizzarle. Infatti all’interno dell’ultima sala si chiede ai visitatori di rispondere per scritto, su un quaderno, ad alcune domande che una volta unite a quelle raccolte finora in tutto il mondo, costituiscono la materia di cui sono composte le nove colonne-contenitori dell’opera la Foret des Ames.

20181108_120223                                                                                       Il clown androgeno – Acrilico su tela

Un esauriente catalogo accompagna la rassegna edito da La Route de la Soie, curato dal Vittoriano.

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini Via San Pietro in Carcere (Lato Fori Imperiali) fino al 2 dicembre 2018 con ingressi libero

Novembre In Arte – Nuovo evento alla Fiera di Roma dedicato all’arte moderna e contemporanea, all’artigianato, antiquariato e modernariato di qualità.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Numero zero per questo evento che nei padiglioni della Fiera di Roma fino al 2 dicembre 2019 si propone di presentare alla città di Roma una finestra importante sull’arte moderna e contemporanea con il prezioso coinvolgimento di importanti galleristi  italiani ed internazionali oltre un’interessante esposizione di oggetti di antiquariato e modernariato di valore anche culturale. Alta qualità e professionalità sono le note caratterizzanti questo nuovo evento che propone ai visitatori, attraverso gli oggetti esposti, pezzi di storia, tradizione e cultura nostrana sia pure in un mercato al quale si stanno avvicinando anche clienti giovani che amano l’arte e l’unicità.

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“Un appuntamento – commenta l’Amministratore unico e Direttore generale di Fiera Roma Pietro Piccinetti – del tutto nuovo per Roma e il suo territorio, che invece trova in questa città, simbolo per antonomasia di arte e bellezza, una cornice ideale. L’intera manifestazione si rivolge a un pubblico completo e variegato come collezionisti, professionisti del settore, investitori, buyers, addetti ai lavori, appassionati e un insieme di visitatori più orizzontale e curioso”. Il percorso espositivo di Novembre in Arte occupa ben due padiglioni nei quali  su uno sono raccolte  le collezioni d’arte moderna e contemporanea mentre nell’altro, che prende il nome di “Oltrel’Arte – L’Eredità del Futuro”, sono esposti oggetti di antiquariato e modernariato con una particolare attenzione al collezionismo e al vintage.

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Capri Otti: “25 novembre-Giornata internazionale contro la violenza sulle dinne”  –                            Mario Ceroli: “Les amis”

Sono circa 80 le gallerie del settore nazionale ed internazionale che nei loro stand espongono oltre 1000 incredibili e affascinanti opere di prestigiosi artisti come Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Mimmo Rotella, Mario Sironi, Vincenzo Balsamo, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Piero Dorazio, Enrico Castellani e di molti altri che hanno segnato la storia dell’arte moderna e contemporanea. Questo poi è affiancato da un ricco programma di attività culturali rappresentative del territorio e delle migliori esperienze nel campo delle arti visive, con una particolare cura sugli aspetti formativi e spazi dedicati alle Accademie, alle Fondazioni e alle altre forme del collettivo culturale Romano e Regionale. Tengono a precisare gli organizzatori: “ Ci siamo rivolti ad operatori, gallerie, editoria di settore  con l’intento di richiamare l’attenzione su progetti curatoriali e di talent scouting volti all’approfondimento e alla sperimentazione, e proporre in questa occasione un appuntamento unico per pubblico e operatori”.

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Fra gli eventi collaterali più significativi di Novembre in Arte, meritano una segnalazione:

-La rassegna “Mario Sironi. I piccoli studi e la grande decorazione” promossa da Edizioni Cinquantasei Bologna in collaborazione con Oltrel’Arte, composta da più di 80 opere, di cui la maggior parte inedita, che vanno dal 1915 agli anni Trenta ed é visitabile durante tutto il periodo di Novembre in Arte. L’esposizione ha per indiscusso protagonista il grande pittore italiano Mario Sironi (1885 – 1961) e il suo linguaggio, fatto di forme solide e cupe, intense ed evocative, le quali hanno dato vita a un’arte sintetica ma al contempo monumentale. La mostra s’incentra principalmente su opere di piccole dimensioni, molte personali (studi di pubblicità, di copertine e di grandi quadri; scorci di paesaggio e ritratti di proporzioni ridotte), conservate dalla famiglia e successivamente catalogate. Tutte, incluse alcune opere di grandi dimensioni, oltre alcuni studi  preparatori ai mosaici e agli affreschi della grande decorazione, in cui Mario Sironi eccelleva, interessano il periodo dell’ante seconda guerra mondiale in cui, come scrive Maurizio Cecchetti, uno dei nostri più quotati critici d’arte, “la nostra arte fu un vertice assoluto in Europa sia per ampiezza di talenti sia per risultati raggiunti”. Oggi la critica d’arte riconosce in Mario Sironi, una volta superata una ingiusta “damnatio memoriae” per i suoi legami con il regime fascista, mai sconfessati dall’artista, una figura fra le più interessanti e originali della pittura italiana ed europea del Novecento attribuendogli una posizione preminente in questo olimpo insieme a Boccioni, Balla, De Chirico e pochi altri. Accompagna questa rassegna un’interessante pubblicazione per le Edizioni Cinquantasei a cura di Fabio Benzi e Andrea e Andrea Sironi-Strausswald,  pag.190 costo €.25,00.

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Mario Sironi: “Il porto” 1921. Inchiostro su carta di quaderno                    –                Grigorij Rytchov: “Sii forte” 1926. Lotografia

– La mostra “Oltre il muro. Tempere originali del cinema dell’ex Unione Sovietica”  allestita in apposito stand nell’ambito di Oltrel’Arte  anch’essa visitabile fino al 2 dicembre, in cui sono messe in risalto opere che hanno interessato l’arte cinematografica sovietica attraverso l’esposizione di 10 manifesti politico-propagandistici. E’ stata questa una delle forme espressive più importanti dell’arte del regime comunista. Le opere, di forte impatto visivo, sono provenienti dalla vasta collezione della Galleria d’Arte Cinquantasei (Bologna), per la maggior parte tempere su carta e cartoncino. Sempre per gli appassionati di cinema saranno inoltre trasmessi a rotazione 5 film in lingua originale sottotitolati in italiano.

– Il workshop della restauratrice Sara Penco in un affascinante focus dedicato al restauro. Il 1 dicembre nello stand n. B21 del padiglione n.5, dalle 17.00 alle 20.00, si svolgerà il workshop “Testimonianza sul restauro di opere d’arte a cura di Sara Penco” nel quale si racconterà e verranno mostrati dal vivo le tecniche di come avviene un restauro in tutte le sue fasi e quali sono le complessità dell’opera. Il 29 novembre dalle ore 18.00 alle 20.00, la stessa Sara Penco terrà una dimostrazione di restauro adatta ai bambini con il workshop “Il Restauro spiegato a mio figlio” che vedrà un intervento dal vivo su un dipinto antico e il coinvolgimento dei più piccoli in alcune prove di pulitura. Per partecipare ai workshop è obbligatoria la prenotazione a info@sistemapenco.com.  Il focus sul restauro sarà dimostrato anche attraverso opere quali la “Pietà”, dipinto michelangiolesco datato 1573 e ripreso dalla “Pietà di Ragusa” di Michelangelo e “Il martirio di San Lorenzo”, opera riconducibile a Danil Seiter di Vienna che lavorò a Torino durante il periodo barocco. Inoltre, i visitatori potranno usufruire di una consulenza e di un preventivo gratuito, previa prenotazione presso lo stand della restauratrice, sullo stato di conservazione delle opere d’arte in loro possesso. Sono necessarie le immagini (fronte e retro) professionali (o comunque di buona qualità da mostrare anche su tablet) del dipinto da sottoporre ad esame. Durante l’esame verrà esaminato lo stato di conservazione dell’opera ed i precedenti interventi di restauro con le indicazioni sulla tipologia di intervento da eseguire. Consigliata la prenotazione per e.mail: info@sistemapenco.com

Fiera di Roma, Via Portuense 1645/1647, Roma fino  al 2 dicembre 2018 con orarti dal 26 al 29 novembre dalle 15.00 alle 20.00 dal 30 novembre al 2 dicembre dalle 10.00 alle 20.00. Biglietto d’ingresso  dal 26 al 29 ingresso gratuito dal 30 novembre al 2 dicembre 5 euro

 

Scarlett – Impossibile fuggire – Thriller psicologico per la regia di Luigi Boccia.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il film è ambientato in un viaggio ipotetico tra Roma e Firenze a bordo di un’auto. Una storia di malattia mentale, di disagi, abbandoni, una donna affetta da narcisismo patologico instabile, che reagisce in modo non equilibrato che spesso è violenta contro se stessa e verso gli altri.

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Giulia, interpretata da Miriam Galanti è la cavia di un esperimento ingegnoso ed agghiacciante per dimostrare che la tecnologia ci controlla e ci possiede in qualche modo.

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Un film da non perdere quando la normalità di un mondo che cambia è l’eccezione.

Gambero Rosso – Presentate le guide 2019: Pasticceri & Pasticcerie – BereBene

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Da molti anni entrambe le guide del Gambero Rosso Editore sono un punto di riferimento fisso e importante, tanto per i professionisti del settore enogastronomico e ancor di più per i clienti consumatori. In questi giorni a ridosso delle feste natalizie e di fine anno 2018 sono arrivate prima, in ordine di tempo “Pasticceri & Pasticcerie 2019” successivamente “BereBene 2019”.

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“Siamo la trasgressione per eccellenza”, sono le parole di uno dei pasticceri premiati e questa presentazione vale per tutto il settore sia quando s’interessa della pasticceria “classica”, capace  di mettere insieme e far convivere fra loro sia il bello che il buono a discapito di tutte le regole dietologiche, oppure della “sostenibile” che ha fatto della salubrità, leggerezza e bilanciamento di tutte le componenti un buon dolce il suo punto di forza e “capace d’integrarsi perfettamente in un’alimentazione variegata ed equilibrata”, come affermato nel corso della conferenza stampa. Sempre in questa occasione è stato analizzato il sottile filo rosso che collega le due prestigiose scuole affermando che: “ L’invito ad esplorare nuove frontiere del gusto non è una dichiarazione di guerra nei confronti della pasticceria accademica. Tutt’altro. L’intento è quello di valorizzare sempre più l’identità italiana …”. Ho voluto mettere alla prova quanto affermato chiedendo ad alcuni rappresentativi esponenti delle due scuole con un’identica domanda: “Esiste o può esistere una pasticceria vegana?”. La risposta ottenuta quasi all’unanimità è stata: “NO! Sarebbe un affronto alla professionalità per la grande limitazione imposta nell’utilizzo dei migliori ingredienti.”

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La guida “Pasticceri & Pasticcerie 2019” ha recensito ben 560 locali commerciali classificandoli e indicando per ciascuno il punteggio ottenuto: tre torte riservato a quanti hanno riportato un punteggio tra 90 e 100 – 24 quelle segnalate e premiate – ; due torte  da 80 a 89 centesimi – n.53 quelle indicate – e le restanti con una torta con punteggio riportato da 75 e 79/100. Oltre le premiate la guida segnala altri esercizi ai quali sono stati assegnati premi speciali come Pasticcere Emergente a Fabrizio Barbato; alle pasticcerie: Creazioni di Manerba del Garda per il dolce “Novità dell’anno”; alla Pasticcera di Argenta quale Miglior Pasticceria Salata  e a Rinaldini di Rimini per la Migliore Comunicazione Digitale, premiato anche con tre torte.

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Interessante anche l’appendice riportata nella guida di quest’anno dedicata ai migliori Pastry Chef che operano in alcuni grandi ristoranti italiani. La pasticceria da ristorazione è un altro interessantissimo capitolo tutto da valorizzare ed esplorare dell’universo dolce, nonchè una nuova strada da percorrere lungo la via della trasgressione.

Questa 2019 è la ventinovesima edizione della “Guida BereBene del Gambero Rosso”, che, per l’occasione, recensisce ben 895 etichette premiate per il miglior rapporto qualità/prezzo offerto.Protagonisti di questa guida, come affermato nel corso della presentazione: ”…sono i vini acquistati in enoteca o al supermercato per aiutare i fruitori nella scoperta delle denominazioni da quelle più conosciute, prodotte dalla grandi cantine cooperative, a quelle delle piccole realtà che solo il panorama vitivinicolo italiano è in grado di offrire”. Novità di quest’anno, insieme alle enoteche classiche indicate nella guida alla fine di quelle recensite per ogni regione, ci sono i wine bar dove è possibile accompagnare a grandi bottiglie le varie offerte gastronomiche del territorio.

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Altrettanto rappresentativi delle eccellenze locali, come hanno fatto scuola i francesi con il terroir,  sono i vini e in questa occasione i vari produttori vitivinicoli giocano un ruolo importante in particolare quando tentano di riportare nelle loro produzioni gli antichi cultivar propri dei loro territori. Degna di ammirazione è l’iniziativa messa in atto da un gruppo di viticultori reatini che con la collaborazione della Regione Lazio, hanno messo a dimora prima e in produzione poi, vini prodotti con il vitigno “cesenese”, giunto nel reatino molto probabilmente dai porti adriatici – Cesena? –  attraverso la via Salaria. Significativa in proposito anche la dichiarazione che mi ha rilasciato Clemente Busi, recensito nella guida per il Chianti Rufina Governo ’16, ottimo vino prodotto con Sangiovese in purezza e tecnica di vinificazione antica, in vendita a €.10,00 in bottiglia da 750 ml., che ha integrato l’attività agricola con un moderno agriturismo in aggiunta a visite nel campo e degustazioni in cantina abbinate ai piatti della tradizione culinaria della Val di Sieve fiorentina – (Villa Travignoli – 50060 Pelago (FI) tel.+39.055 8361098 – 3348855707 – e.mail info@traviglioli.com – sito web www.travignoli.com) -. La serata di presentazione della guida prevedeva anche la premiazione delle migliori etichette suddivise sia in nazionali che in regionali, dove tutti i territori regionali si sono posti in evidenza salvo alcuni , come quelli toscani, che hanno visto una nutrita partecipazione.

Guida: “Pasticceri & Pasticcerie 2019” per Gambero Rosso Editore pag.351 costo €.14,90;

Guida: “BereBene 2019 – 1500 ottimi vini sotto i 13 euro” Gambero Rosso Editore pag.259 €.11,90

Dalla Terraferma alla Terra Promessa. Aliya Bet dall’Italia a Israele, 1945/1948.

Mariagrazia Fiorentino

Nel cuore del quartiere ebraico di Roma presso la Casina dei Vallati, Via del Portico d’Ottavia, 28, alla presenza del Ministro Plenipotenziario, Vice Ambasciatore di Israele in Italia, Ofra Farhi, del Ministro degli Esteri Italiano, Moavero  e del Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, Mario Venezia, è stata inaugurata questa rassegna, curata da Fiammetta Martegani e  Rachel Bonfil con l’allestimento dello studio Nicosia. “Per questi reduci, ricordare è un dovere, essi non vogliono dimenticare e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso e che i lager non sono stati un incidente, un imprevisto della storia. “Primo Levi Se questo è un uomo 1976” -. La mostra racconta attraverso circa 70 fotografie la storia dei profughi sopravvissuti alla shoah e il loro viaggio, che passa per l’Italia, per raggiungere la terra promessa, ovvero il nascente stato d’Israele.

fondazione                                                           Roma: Casina dei Vallati Museo della Shoah

Nella mostra é raccontato il ruolo dell’Italia che risultò essere la principale terra di partenza europea per le navi dei migranti verso la Terra d’Israele; questo avvenne anche grazie al beneplacito e al sostegno diretto e indiretto di figure di rilievo, a vari livelli, delle gerarchie istituzionali italiane. “In coda al treno viaggiava con noi verso l’Italia un vagone nuovo, stipato di giovani ebrei, ragazzi e ragazze, provenienti da tutti i paesi dell’Europa Orientale…….Una nave li attendeva a Bari…..ci sentivamo immensamente liberi e forti, padroni del mondo e del loro destino:” – Primo Levi La tregua, 1963 –

La mostra dopo Roma andrà in diverse città italiane. Catalogo Gangemi Editore International . pag.159.

Roma – Casina dei Vallati, fino al 13 gennaio 2019 con ingresso gratuito. Dalla domenica al lunedì ore 10.00 – 17.00; venerdì ore 10.00 – 13.00; chiuso sabato e festività ebraiche.