Sardegna: Isola Megalitica – Un mondo in evoluzione che non dimentica le sue origini.

Mariagrazia Fiorentino

Mostra presente in quattro grandi Musei per un progetto paneuropeo. Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli sono le tappe di un evento internazionale dedicato alle antichissime culture megalitiche della Sardegna, compresa quella nuragica, per la prima volta al centro dell’attenzione internazionale.

Il Ministro  della Cultura On.le Dario Franceschini, nel suo intervento sottolinea che “…si tratta di una grande iniziativa, un segnale concreto per riaprire… C’é un grande interesse per la cultura, per un turismo colto, intelligente e di qualità….”La Regione Autonoma della Sardegna, proseguendo il progetto pluriennale di Heritage Tourism, finanziato dall’Unione Europea e dedicato all’archeologia, vuole individuare un canale turistico che affianchi quello estivo allestendo un grande evento espositivo che vuole evidenziare le grandi civiltà megalitiche nate e sviluppatesi nell’isola e testimoniate da oltre 7mila siti archeologici e una moltitudine di prestigiosi reperti quali l’eccezionale prestito del Museo Nazionale di Cagliari di uno dei Guerrieri di Mont’e Prama.

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Le antichissime culture megalitiche della Sardegna e in particolare la cultura Nuragica a partire da luglio saranno al centro, per la prima volta, di un incredibile evento internazionale, che toccherà a partire dal 30 giugno 2021 fino a settembre del 2022  quattro importanti città europee e i loro prestigiosi musei, rivelando al pubblico storie e testimonianze materiali, paesaggi e civiltà affascinanti e uniche, per molti versi ancora avvolte nelle nebbie della ricerca.

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Riflettori puntati, come scrivono i curatori: “…sulle sepolture delle “domus de janas”diepoca neolitica ed eneolitica e sulle iconicheriproduzioni statuarie di “deemadri”,talvolta veri e propri capolavori artistici; sulle incredibiliarchitetturedei nuraghi che hanno caratterizzato l’Età del Bronzo nell’Isola e sullecosiddette“tombe di giganti”; sui contatti tra civiltà lontane e suglieccezionalibronzetti nuragici raffiguranti donne, uomini, guerrieri eanimali; su spade votive, modellini di edifici e di navi e sugli incredibili,monumentaliGuerrieri di Mont’e Prama: autorappresentazione di unpassato mitico riferito all’apogeo dell’Età nuragica,ma in piena Età delFerro…..”

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E’ la prima iniziativa importante post covid 19 per il nostro paese, prima tappa Berlino Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria (dal 30/06/21 al30/09/21); a seguire, Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 19/10/21 al 16/01/22); Museo Archeologico Nazionale di Salonicco (dall’11/02/22 al 15/05/22); ed infine Napoli MANN MuseoArcheologico Nazionale (dal 10/06/22 all’11/09/22) che ospiterà questo evento nel prestigioso salone della meridiana e nei tre grandi giardini all’aperto per offrire ai visitatori… “un quadro completo per conoscere meglio questa regione”, come affermato dal Direttore del Museo MANN Dott. Paolo Giulierini.

Il catalogo che accompagnerà la mostra é una coedizione Skira / Il Cigno GG Edizioni e pubblicato in 5 lingue: italiano, inglese, tedesco, russo e greco.

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Il percorso espositivo inizia dal periodo recente e finale del Neolitico, quando si diffondono le”domus de janas”scavate nella roccia, ovvero in lingua sarda le “case delle fate odelle streghe” – in diversi casi successivamente monumentalizzate in facciata – oquando sidiffondono i dolmen e poi, in Età del Rame, quindi nel cuore della civiltà nuragica, vero simbolo dell’unicitàdella Sardegna. Nello stesso contesto, ispirati al megalitismo, sono anche gli edifici legati al campofunerario e i luoghi di culto, pur con tutti i mutamenti della religiosità che si possonosupporre nell’ampia fase nuragica. Le “tombe di giganti”, così chiamate a livello popolare a causa delle imponentidimensioni,che nell’immaginario venivano collegate al gigantismo dei defunti,erano in realtà sepolture comunitarie ospitanti anche centinaia di individui econnesse forse al culto degli antenati, davanti alle quali venivano praticati rituali eofferte, spesso al cospetto della rappresentazione di divinità (betili). Allo stesso modo anchei luoghi di culto e i santuarisi articolano in numerosetipologie edilizie tutte improntate al megalitismo:tempi a pozzo, fonti sacre e templia megaronsono diffusi in tutta la Sardegna a partire dal Bronzo Recente e spesso ledifferenti tipologie coesistono all’interno dello stesso complesso.

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La religiosità delle genti nuragiche è qui rappresentata al suo massimo gradodall’enorme numero diex voto figurati in bronzo- i cosiddetti “bronzetti” di cui lamostra darà conto con alcuni reperti di grandissimo interesse- che riproduconofigure umane, maschili e femminili nei diversi ruoli della società, ma anche animali,oggetti e persino edifici. Proprio la produzione della bronzistica figurata offre unospaccato vivace della società nuragica, del vestiario, della gestualità, delle armi,dei sistemi alimentari; mentre la presenza dicollane e vaghi in ambra, rinvenutinegli scavi degli ultimi trent’anni in tanti santuari della Sardegna,testimonia stretticollegamentidell’Isola non solo con il mondo mediterraneo,ma anche con lereticommerciali e culturali della Penisola e dell’Europa centrale.

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Anche nell’Età del Ferro (I millennio a.C.), in una società in cui si sono profondamentemodificate le dinamiche sociali, economiche e costruttive, i nuraghi, pur non edificatida vari secoli, continuano a essere centrali nell’immaginario collettivoquale simbolodi unpassato mitico in cui tutta la popolazione dell’Isola si riconosce. Finito il tempo degli ingegnosi e arditi costruttori di torri nuragiche, si diffondonodunque leminiature di tali edifici, in pietra, ceramica, bronzoe anche in materialideperibili, utilizzate probabilmente come altari in rituali collettivie rinvenuti infatti alcentro di edifici megalitici intesi come “capanne delle riunioni”.

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È questo il momento in cui alcuni gruppi emergono sugli altri e si formano le prime aristocrazie. A Mont’e Prama una di queste si autorappresenta e si autocelebra con un complesso scultoreo unico nel suo genere, composto da quasi 40 imponenti statue in pietra di Guerrieri, Arcieri e Pugilatori, oltre a modelli di nuraghe e betili.Per la nuova società, il tempo lontano degli eroi era oggetto di venerazione e di richiamo identitario.

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Un dato tuttavia è certo: la civiltà nuragica era ormai al tramonto. Nonostante questo, il suo retaggio continuerà ad essere leggibile attraverso i secoli, malgrado il mutare dell’orizzonte semantico: dapprima con l’arrivo dei Fenici attestati lungo le coste sarde a partire dal IX secolo a.C, quindi con la presa dell’Isola da parte di Cartagine, alla fine del VI secolo, e poi con l’arrivo dei Romani. Anche dopo la conquista romana (238 a.C.) l’eredità nuragica appare leggibile, come testimoniano i resti della cultura materiale in mostra e in alcuni casi le fonti epigrafiche che ci restituiscono una onomastica prelatina. Persino in età medievale i nuraghi e addirittura le “domus de janas” sono ancora oggetto di riutilizzo e molti villaggi medievali si addensano intorno alle torri nuragiche.

Giuseppe Modica ospite fino al 24 ottobre 2021 del Museo Hendrik Christian Andersen con una mostra dal titolo: “Atelier Giuseppe Modica 1990-2021”

Donatello Urbani

L’invito che i due curatori della mostra, Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini, rivolgono ai visitatori è non solo quello di entrare nell’atelier dell’artista, bensì volgere lo sguardo fuori della finestra e osservare il mondo esterno e cogliere tanti precisi istanti di accadimenti che saranno gli indiscussi protagonisti delle opere di Giuseppe Modica a partire dagli anni 90 del secolo scorso e fino ai nostri giorni.

5Bz6_zMw                                                               Giuseppe Modica: “Anticoronavirus – Oltre il buio un orizzonte di luce” 2020

“La mostra che il Museo Hendrik Andersen dedica a Giuseppe Modica”,  come scrivono i curatori, “è un tributo alla sua carriera lunga e prolifica e, al tempo stesso, un omaggio a Hendrik Christian Andersen, nella casa museo dove sono raccolte quasi tutte le sue opere più importanti. Il percorso espositivo s’incentra sul tema dell’atelier, soggetto fra i più studiati dal pittore siciliano ed è proprio in questo contesto museale che s’inserisce la mostra di Giuseppe Modica. Qui all’ interno del suo atelier incontriamo i soggetti e i temi cari all’artista che Gabriele Simongini, co-curatore della mostra li presenta allo spettatore come in un…” viaggio dentro l’opera fra miraggi, riflessi, rifrazioni, esiti in controluce, rispecchiamenti. Ci lasciamo andare perdendoci in questi labirinti della visione mediterranea, sapendo che ammiriamo un’illusione che ci porta altrove, forse un’utopia dello sguardo capace di dialogare efficacemente con quell’afflato utopistico e ideale che, pur in modi diversi, ovunque si diffonde nel Museo Andersen. La vicinanza della realtà visibile viene trasfigurata nella lontananza dell’aura metafisica. Il quadro diventa un dispositivo di moltiplicazione visiva e riflessivo/speculativa”.

j83IwVvA                                                                         Giuseppe Modica: “Omaggio ad Antonello da Messina” – 1998

Il percorso espositivo si apre su un’opera emblematica di Modica, un omaggio al San Girolamo nello studio di Antonello da Messina con l’opera Omaggio ad Antonello (S. Girolamo nello studio)del 1990-91. In proposito scrivono i curatori: “Qui l’artista si ritrae seduto mentre dipinge, e lo studio, uno spazio assolato e aderente allo straordinario registro compositivo dell’opera di Antonello, si trasforma nell’atelier dell’artista, come a voler consacrare il valore della pittura”. L’Atelier è uno spazio privato che appartiene solo all’Artista; che i curatori ce lo presentano come “…il luogo di un labirintico intreccio di impressioni del quotidiano e di memorie culturali che prendono forma in oggetti-personaggio: la macchina fotografica, lo specchio, la squadra, il cubo di Dürer e le enigmatiche presenze di Man Ray.”

F9GkTnCA                                                                                    Giusppe Modica: “Le rotte della tragedia” – 2020

Oltre gli oggetti che ci rimandano agli indirizzi artistici seguiti dall’artista, quali quelli metafisici, i veri protagonisti li troviamo sul fronte dell’attualità con alcune opere dedicate al dramma dei migranti nel Mediterraneo e alla condizione di solitudine causata dall’attuale pandemia. Significativa la descrizione dei curatori che scrivono: “L’atelier diventa una tela solitaria immersa nell’intensa luce dello studio d’artista dove lo sguardo dello spettatore si accende sulla geografia del dolore o si trasforma in uno spazio quasi buio con una visione minimale del mondo.”  Prezioso per una precisa lettura dell’esposizione è il catalogo  edito da Silvana Editoriale con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dedicato al Centenario della nascita di Leonardo Sciascia.

Roma – Museo Hendrik Christian Andersen – Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, fino al 24 ottobre 2012 con ingresso gratuito, dal martedì al sabato, dalle ore 9.30 alle 19.30 (ultimo accesso ore 19.00). Chiuso la domenica e il lunedì. Ingresso contingentato fino ad un massimo di 15 persone in contemporanea -per i gruppi fino a quindici persone con guida è prevista la prenotazione via mail da martedì a sabato –il singolo utente può prenotare al massimo per altre tre persone (totale quattro). Info: tel. +39 06 3219089 – sito web: www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it  – e. mail dms-rm.museoandersen@beniculturali.it  – Social: FB: MuseoHendrikChristianAndersenTW: @MuseoAndersen

Mostra al Palazzo delle Esposizioni: “Toccare la bellezza: Maria Montessori – Bruno Munari”

L’esposizione presente al piano zero del Palazo delle Esposizioni di Roma fino al 27 febbraio 2022 è organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo é stata voluta dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona, in collaborazione con la Fondazione Chiaravalle Montessori e l’Associazione Bruno Munari e con il prezioso contributo dell’Opera Nazionale Montessori. Il senso del tatto e l’esperienza del bello sono stati duramente colpiti dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria. Accettando una sfida che può sembrare audace, dopo il grande successo al Museo Tattile Statale Omero di Ancona, nel centenario del Manifesto del tattilismo di Filippo T. Marinetti, la mostra, coordinata nell’edizione romana dal Laboratorio d’arte dell’Azienda Speciale Palaexpo, rimette al centro l’importanza del toccare e il suo valore estetico ed educativo. E’ questa un’occasione per conoscere meglio due tra i più illustri protagonisti della cultura italiana moderna, riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo e per la prima volta insieme in un’esposizione, attraverso il pensiero e i materiali di Maria Montessori e i progetti e i lavori originali di Bruno Munari. Partiti da esperienze, formazioni e riflessioni differenti, trovano proprio nell’esperienza estetica tattile un possibile punto di incontro.

L’allestimento, si articola in cinque nuclei tematici: le forme, i materiali, la pelle delle cose, alfabeti e narrazioni tattili, manipolare e interagire. Ogni sezione racconta il dialogo tra i due protagonisti attraverso oggetti, libri, strumenti esposti su tavoli appositamente ideati e disegnati, le cui forme sono in dialogo con le opere a parete. A conclusione del percorso l’ultimo tavolo-laboratorio permette ai visitatori di osservare, manipolare e sperimentare in sicurezza una selezione di opere e oggetti che approfondiranno, ogni mese, aspetti e collegamenti diversi.Una mostra dinamica che guarda verso il futuro e la possibilità di poter tornare a vivere a pieno le esperienze tattili e multisensoriali con una nuova e più matura consapevolezza.

 

Laocoon Zoo – Mostra di arte antica, moderna e contemporanea curata da Monica Cardarelli e Marco Fabio Apolloni con protagonisti gli animali

Redazione

Una positività, fra le pochissime, lasciataci dal Covid-19: guardare i nostri amici animali con nuovi occhi: Le lunghe, interminabili ore d’isolamento fra le mura domestiche sono state accompagnate spesso da un animale. Gli stessi disegnati, dipinti, scolpiti, forgiati nella ceramica che sono i protagonisti di una nuova, interessante e divertente mostra che la Galleria del Laocoonte inaugurerà il prossimo 16 giugno a Roma in anticipo rispetto alla sua inaugurazione nella sede di Londra per la London Art Week nel mese di luglio. Scrivono in proposito i curatori nel presentare questa bella iniziativa: “Sono più di 100 opere di arte antica, di Novecento e contemporaneo. Gatti, cani, scimmie, struzzi, ippopotami, galli, elefanti, e tanti altri animali che inteneriscono, commuovono, incuriosiscono, incantano e fanno sorridere per la loro irresistibile comicità. Il mondo sarebbe un posto molto più triste senza di loro e l’arte troppo seria. Molti artisti devono proprio agli animali, la loro fortuna. Antonio Raineri verso la fine del Settecento fu reso celere dai suoi innumerevoli, variopinti uccelli esotici. Tofanari è del Novecento il perfetto animalier. Andrea Spadini (1912 – 1983) fu adorato dalle star di Hollywood soprattutto per le sue esilaranti scimmie, famosissimo è il suo gigantesco girotondo di animali intorno alla Torre dell’orologio musicale di Central Park, di cui in mostra alcuni bozzetti preparatori in terracotta. Per Marino Marini (1901 – Viareggio 1980) i cavalli furono una magnifica ossessione. Per Pericle Fazzini il gatto un poetico scherzo. Per Patrick Alò (1975) gli animali prendono vita da rottami di metallo genialmente assemblati. Oltre questi saranno in mostra opere di: Gaetano Monti, Joseph Gott, Libero Andreotti, Duilio Cambellotti, Alberto Martini, Marcello Dudovich, Enrico Sacchetti, Primo Sinopico, Pippo Rizzo, Orfeo Tamburri, Torquato Tamagnini, Pino Pascali, Leoncillo, Fabrizio Clerici, Eugene Berman, Alberto Ziveri ed altri ancora”. Il Catalogo della mostra è curato da Monica Cardarelli e Marco Fabio Apolloni. (Edizione D’Arte 2021)

Visite su appuntamento  con orario dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 dal martedì al venerdì. Galleria del Laocoonte: tel.+39 06 68308994 oppure per Email: info@laocoontegalleria.it

Dalla parte di Beatrice: Al Museo Barracco La Vita Nova nelle opere di 10 artiste italiane- Un omaggio tutto al femminile per il sommo poeta

Dante - Giosetta FioroniRedazione

Il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco a Roma, 0spita fino al 19 settembre 2021 la mostra La Vita Nova. L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste, progetto speciale che dopo Roma proseguirà a Napoli presso il Museo Madre, partner dell’iniziativa. La mostra coinvolge 10 artiste italiane contemporanee di diverse generazioni: Micol Assaël (Roma, 1979), la fotografa Letizia Battaglia (Palermo, 1935), Elisabetta Benassi (Roma, 1966), Marta dell’Angelo (Pavia, 1970), l’artista e film-maker Rä di Martino (Roma, 1975), Giosetta Fioroni (Roma, 1932), Marzia Migliora (Alessandria, 1972), Sabina Mirri (Roma, 1957), Elisa Montessori (Genova, 1931) e un’opera di arte visiva della poetessa Patrizia Cavalli (Todi, 1947).

Dante - Elisabetta BENASSI 1

                                                                                                             Elisabetta Benassi

Il progetto di questa mostra prende spunto dal celebre testo giovanile di Dante Alighieri, proponendosi di chiedere alle artiste un’opera ispirata ai temi della Vita Nova: la celebrazione dell’amore; l’apparizione e la santificazione della donna amata; il connubio amore e morte; l’elevazione spirituale e la ricerca di Dio attraverso l’amore terreno, ma anche la crudeltà dell’amore come appare nell’inquietante sogno di Dante che immagina Beatrice nell’atto di mangiare il suo cuore.

Tutti temi che possono essere rielaborati attraverso quella ricerca visiva che, soprattutto le artiste dalla seconda metà del Novecento, hanno abbracciato a partire dalla propria esperienza personale. Del resto, la novità del testo di Dante fu proprio quella di porsi in forma autobiografica, in una sorta di diario che indaga il sentimento d’amore e lo distilla in un’opera letteraria dai forti elementi visivi. Il tema di questa mostra non è illustrativo. Vuole piuttosto offrire un confronto ravvicinato fra la contemporanea sensibilità di un’artista donna e l’eternità di un testo che, al di là delle tante interpretazioni mistiche, esoteriche e allegoriche, resta un paradigma del discorso d’amore nella cultura d’Occidente.

Scenario di questo appassionante e avvincente percorso espositivo, che mette in scena 10 modi diversi di fare arte nell’affrontare le tematiche proposte, è il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco. Questa splendida sede, che reca la firma di Antonio da Sangallo, fa da cornice alla raccolta di antichità donata da Giovanni Barracco alla città di Roma nel 1904. Oggi, la collezione Baracco, costituita da reperti di atemporale bellezza – che vanno dall’arte egizia a quella Sumera e Assira, dalla scultura ellenistica alla pittura a fresco romana – si interseca con le opere delle artiste, creando uno spazio intimo e insieme corale, pieno di suggestioni.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da All’Insegna del Mare, la casa editrice fondata nel 2019 dal Centro Studi Roccantica assieme a Franco Cardini e Roberto Mancini. Corredato da un intervento storico-critico della curatrice Alessandra Mammì e da un testo firmato dall’italianista e professore all’ Università per Stranieri di Perugia, Floriana Calitti.

Roma – Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco – Corso Vittorio Emanuele II – Fino al 19 settembre 2021 con ingresso gratuito e nel rispetto delle norme anti Covid19. Informazioni e prenotazioni delle visite www.museiincomuneroma.it

ONLY WINE: Il Vino per la ripartenza dal dopo Covid-19 a Città di Castello

Redazione

Oltremodo appropriata la scelta della bella cittadina umbra: Città di Catello, che ha eletto il principe dei prodotti del territorio per affidargli il compito di far ripartire l’economia locale dopo lo sconquasso lasciato dalla pandemia Covid-19. Il vino, non solo locale, sarà il protagonista di ONLY WINE: La prima manifestazione enoica aperta al pubblico e agli addetti al settore, interamente outdoor, nel rispetto delle regole di sicurezza vigenti. Sabato 19 giugno nell’orario 14:30/21:00 e Domenica 20 giugno dalle 11:00 alle 13:00 sarà offerta una degustazione tecnica per la stampa e gli addetti al settore. Banchi d’assaggio allestiti nel parco di Palazzo Vitelli Sant’Egidio – Città di Castello (PG). Protagonisti saranno i 100 produttori con appezzamenti al di sotto dei 7 ettari e meno di 40 anni di età. L’OnlyWine di quest’anno vuole offrire un “trampolino” di ri-lancio alle proprie cantine provate dalla crisi. Gli organizzatori si sono mossi seguendo i dati raccolti con un report elaborato dall’Ac Company che ha evidenziato come l’80% delle cantine ha avuto un calo di quasi il 50% del fatturato. Fino a qualche settimana fa sembrava un miraggio e invece l’OnlyWine scenderà in campo nel 2021 per lanciare la sua “sfida” alla pandemia, prendendo per mano i 100 produttori under 40 e le piccole cantine al di sotto dei 7 ettari, che stanno aspettando da un anno di poter tornare in pista. La decisione è stata presa dall’Ac Company guidata da Andrea Castellani, ideatore della manifestazione in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier nella figura del Presidente di AIS Umbria Sandro Camilli. La manifestazione avrà una nuova veste attraverso un nuovo format che prevede una filiera interamente outdoor. L’evento si svolgerà, infatti, presso Palazzo Vitelli Sant’Egidio a Città di Castello occupando l’intero parco per l’area espositiva il 19 e 20 giugno 2021. “Quest’anno ci presentiamo anche con dati alla mano – afferma Castellani – abbiamo, infatti, raccolto elementi estremamente significativi grazie alla somministrazione di un questionario alle nostre cantine da cui estrapoliamo un fermo immagine che racconta di un settore in forte difficoltà”. Ad avere avuto un calo di circa il 50% del fatturato sono, infatti, quasi l’80% dei piccoli produttori dell’Only Wine. Circa il 24% addirittura super anche il 50% nell’ultimo anno. La maggior parte delle aziende ha da 0 a 5 dipendenti (85%) contro il 5,3% che supera i 10. Il 68% ha al vertice dell’azienda un uomo, contro il 31% che tinge di rosa la leadership. La maggior parte ha appezzamenti da 5 a 7 ettari e si trova tra il Nord (42%), e il Centro (42%) Italia. Solo il 13% viene dal Sud e il 2% dalle Isole. Per l’e-commerce non si sono lasciati trovare impreparati perché ben il 76% ha avuto la possibilità di usufruirne, contro il 23,7% che ne ha dovuto fare a meno. La maggior parte di loro non ha avuto accesso ad agevolazioni statati (52,6%) e per molti di loro l’assenza di turisti, la chiusura del mercato Horeca e la confusione legata alle normative hanno creato non pochi problemi. Per la metà di loro è la prima volta che partecipa all’OnlyWine e più del 71% lo vive come una “rinascita”. Una grande responsabilità, quindi, per questa manifestazione che giunge alla sua VII edizione. Costretta ad adeguare la logistica non cambia, però, lo spirito e conferma, infatti, i suoi storici testimonial: Luca Martini, già sommelier Campione del Mondo; Francesco Saverio Russo, Wine Educator e blogger di Wine Blog Roll, e Chiara Giannotti, Wine Educator e fondatrice di Vino.Tv. La domenica mattina sarà dedicata alla stampa e agli addetti al settore, che avranno la possibilità di partecipare alla degustazione tecnica dei prodotti delle cantine di OnlyWine. Sarà ovviamente garantita la sicurezza di partecipanti ed espositori rispettando le tutte normative in essere.

Maggiori notizie sul sito www.onlywine.it