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“Il Cielo di Roma 2018 – III Edizione” – Dal 24 al 27 maggio nei locali dell’Ex Cartiera Roma Via Appia Antica, 42

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

In nessun mese dell’anno come a maggio possiamo ammirare la natura in tutto il suo splendore, ed è logico che lungo tutto il periodo si susseguano manifestazioni come questa “Il cielo di Roma” che ruota intorno alla data del 24 maggio giorno in cui venne istituito, in Svezia, il primo parco europeo.  Perno della manifestazione è il  Parco dell’Appia via Appia Antica 42 nell’area  dell’ex Cartiera Roma, dove nel piazzale antistante i capannoni sono stati installati vari telescopi per poter osservare il cielo sia di giorno che di notte, partecipare ai numerosissimi laboratori naturalistici, scoprire il Planetario e i meteoriti attraverso collegamenti con l’Harizona ed il Virtual Telescope e poi assistere ad un seminario sull’Astroturismo sabato pomeriggio e uno su Padre Angelo Secchi sj,  fondatore dell’astrofisica, nel bicentenario dalla sua nascita.

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L’osservazione del cielo, comunque, non si limita alla solo astronomia ma include anche tutti gli esseri viventi che nello spazio extraterreno hanno il loro ambiente naturale. Così c’è la possibilità di assistere alla liberazione dei pipistrelli,  passeggiare di notte con la LIPU e scoprire la vita e abitudini di molti esseri volatili notturni, oppure assistere a concerti e manifestazioni ludiche  all’aria aperta nel più scrupoloso rispetto della natura. Una vera attrazione è presente nei capannoni dell’ex Cartiera Roma che oggi dismessa la lavorazione ospitano reperti di archeologia.

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Tutto è partito dalla volontà della Regione Lazio che con i suoi parchi aderisce alla Settimana europea dei parchi. In proposito dichiara l’Assessore Agricoltura, Ambiente e Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali, Enrica Onorati: “Il nostro sistema di aree naturali protette partecipa con un articolato programma di appuntamenti. Il sistema dei parchi regionale proporrà come tema principe il Cielo del Lazio, nella sua accezione più ampia. Saranno decine le attività organizzate in questi giorni, per diffondere la conoscenza della rete di aree protette laziali di grande pregio paesaggistico e di alto valore ambientale, importantissime nella conservazione e nel riequilibrio della biodiversità, rendendole protagoniste, insieme ai cittadini, di una esperienza indimenticabile. Il Cielo di Roma – Il Cielo del Lazio è il doppio titolo scelto per declinare l’insieme degli eventi e delle manifestazioni dei prossimi giorni, un’immersione totale nella scienza e nella natura dei Parchi della Regione Lazio”.

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Durante la manifestazione sarà possibile vedere gli ultimi modelli delle attrezzature astronomiche presentati dai principali operatori del settore, effettuare esperimenti di fisica, ascoltare conferenze sulle onde gravitazionali, visitare una mostra sulla biodiversità e la citizen science, partecipare alla raccolta dati su specie rare nel parco insieme ai ricercatori, informarsi sull’inquinamento luminoso e molto altro. Altra grande attrazione, oltre l’osservazione dell’universo con i telescopi, saranno gli incontri e le visite che si possono effettuare nei vari stand che ospitano le associazioni di astrofili quali quelle che hanno sede a Frasso Sabino – www.ara.roma.it – e nei Monti Lucretili – www.astrisroma.org – dai quali è possibile apprendere nozioni pratiche di come guardare il cielo.

Per prenotazioni www.eventbrite.it  La manifestazione rientra nella #Settimanaeuropeadeiparchi.

Sergio & Sergei – Il professore ed il cosmonauta

Testo e Foto di Donatello Urbani

Il principale evento storico del secolo scorso è senza dubbio la caduta del comunismo e dell’Unione Sovietica e la conseguente rinascita della Russia. Proprio  su un episodio legato a questo evento s’incentra il racconto narrato nel  film “Sergio & Sergei – Il professore ed il cosmonauta”.

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Sergio: il professore cubano mentre riascolta il messaggio radio lanciato dallo spazio da Sergei: il cosmonauta sovietico

Il passaggio da Unione Sovietica a Russia non fu affatto indolore. L’intera struttura amministrativa dello stato seguì da vicino l’annientamento dell’intero apparato politico comunista. Tutto collassò e così non ci furono più i fondi per proseguire nella scoperta e nella conquista dello spazio extraterrestre  compresi i voli ancora in orbita nello spazio. L’episodio narrato nel film è realmente accaduto al cosmonauta sovietico Sergei Krikalev che partito dall’Unione Sovietica  il 18 maggio 1991 alla volta della stazione orbitante MIR, al suo rientro sulla terra il 25 marzo 1992, trovò un nuovo paese e una nuova bandiera. Il racconto è ambientato, sia sulla navetta che nella capitale cubana e vede protagonisti un ben assortito cast di attori che interpretano magistralmente , anche con risvolti sarcastici,  gli aspetti più significativi delle due società: una che si accinge ad una radicale trasformazione, l’altra protesa a tenere in piedi un regime che  fra ottusi apparati di partito e burocratici vede venire a mancare un punto di riferimento importante, anche economico, obbligando i cubani ad arrangiarsi in improvvisate attività pur di riuscire a tirare avanti.

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Peter: il terzo radioamatore organizzatore insieme a Sergio del rientro sulla terra di Sergei giunto al limite della sopravvivenza.

Perno centrale è l’amicizia nata sulle onde radio e coniugata in due diversi aspetti: nel primo quella tra i due Sergio, Tomas Cao nei panni di un professore di filosofia marxista all’università dell’Avana e Héctor Noas in quella dell’astronauta dimenticato nello spazio; la seconda vede sempre protagonista il professore cubano che si relaziona  sulle onde radio con un ebreo di origine polacca emigrato negli USA, interpretato da Ron Perlman, dove ha avuto un passato legato ai servizi segreti della CIA che ha avuto il buon gusto di mettere in chiaro su un libro, croce per la CIA, che lo serveglia, e delizia per tanti lettori che gli consentono un buon tenore di vita. E’ proprio l’amicizia, quella vera che va oltre le frontiere ed i regimi politici, che sbroglierà l’intricata vicenda e permetterà di trovare una soluzione, sia pure grazie all’intervento ed ai soldi di una nota casa di bibite, come avvenuto nella realtà, e porre fine all’ultimo viaggio interspaziale dell’ormai defunta Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: URSS.

La Settima Onda

Mariagrazia Fiorentino

Il titolo è stato scelto dal produttore, uscirà il 24 maggio p.v. in 30 copie in varie città italiane. E’ un’opera prima nata da un’idea di Massimo Bonetti che ne firma anche la regia.

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“Su un mirabile sfondo di mare cristallino, sole, terre brulle e profumi mediterranei, due uomini, due vite profondamente diverse tra loro sono destinate ad incontrarsi. Le loro storie s’intrecciano in uno strano ma intenso legame, che semplicemente nasce e cresce, pur contaminato da sofferenze passate e presenti, sopite e mai lenite. E’ la storia di Tanino, un giovane pescatore di un paese del sud appassionato e sognatore, provato quotidianamente da vicende familiari e personali un po’ sfortunate, che un giorno ha un incontro con qualcuno con cui, a poco a poco, scopre di avere in comune un insospettabile e quanto mai profondo amore per qualcosa che finisce per renderli molto simili nella loro diversità”.

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E’ un trailer pieno di emozioni, una storia quotidiana: la precarietà del lavoro, i sentimenti che si trasmettono nel tempo in una atmosfera quasi pirandelliana. Un cast di grande qualità che vede come interpreti principali Alessandro Haber, che come un camaleonte riesce a trasformarsi con una bellissima interpretazione che tocca le corde del cuore. Francesco Montanari e Valeria Solarino. Le musiche originali sono di Pericle Odierna. Un film decisamente da non perdere. Bravi a tutti!

 

Al via il primo atto della X^ Edizione di VisiTuscia. Dal 25 al 27 maggio 2018

Testo della redazione

Protagonisti di questa prima fase della X^ Edizione di VisiTuscia saranno i Comuni di Canino, Marta, Capodimonte e Viterbo vincitori del bando della Regione Lazio sulle “Reti d’Impresa su Strada” (Discover Canino, Visit Marta, Naturalmente Capodimonte e Enjoy Viterbo). Alla seconda fase che si svolgerà a fine ottobre/inizio novembre con il Workshop che vedrà impegnati gli operatori della domanda e dell’offerta e una trentina di Buyer nazionali ed esteri della domanda Vi parteciperanno un centinaio di aziende turistiche (Hotel, Agriturismo, Terme, Agenzie di Viaggio, Ristoranti, ecc.) e dell’agroalimentare.La manifestazione è promossa dal CAT -Centro Assistenza Tecnica Sviluppo Imprese di Viterbo, in partenariato con la Provincia di Viterbo e la locale Camera di Commercio. Sostengono altresì l’evento con il loro patrocinio, l’Enit-Agenzia, la Regione Lazio e l’Ente Bilaterale del Turismo del Lazio, oltre alle Associazioni di categoria del settore.

Loredana Salzano porta a Roma- Villa Pignatelli- un pezzo delle Isole Eolie con la mostra “Isola: Aeolian Islands”

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un sottile “file rouge” lega la location di questa mostra abilmente curata da Sveva Manfredi Zavaglia, dal titolo- “Isola: Aeolian Islands”- con il quartiere dei villini Liberty, stile non troppo presente a Roma. Le opere artistiche che per l’occasione testimoniano i due stili, infatti, oltre il piacevole impatto visivo, sono entrambe insolite e meritano, pertanto, di essere osservati con buona attenzione. Completano questo dualismo le parole della stessa artista che dice: “E’ stimolante mettere di fronte in un dialogo ipotetico due realtà, due luoghi fisici ma soprattutto mentali e culturali un po’ agli antipodi eppure complementari. Le isole  con la loro attitudine mediterranea e Roma sempre caput mundi. Mi piaceva l’idea del confronto. Ma il principio fondamentale che volevo passasse è quello dell’isola come condizione e come metafora della donna. Un microcosmo ritenuto fragile. Ma, secondo me, ha proprio nella fragilità la sua forza. La forza delle isole minori (chiaro il riferimento al vivere e lavorare a Lipari- n.d.a.) è la forza delle donne. La fragilità deve tornare ad essere considerata un dono, un valore.

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Interno di Villa Pignatelli: L’installazione esposta “Cartina emotiva della trinacria” – A destra: “Smontato”-Tecnica mista su tela-2012

Da questa premessa parte la creazione delle sue opere, indipendentemente che siano pittoriche, scultoree o in ceramica, tutte cariche di colori intensi e della luce propria delle Isole Eolie dove si ergono ad indiscussi simboli  tanto la libertà, che la passione e la voglia di vivere. Non ci possono essere parole migliori di quelle che l’artista stessa vuole regalarci: “ Il mio modo di creare è circolare per cui non ha un inizio e una fina individuabile. Certe volte parte da un concetto e c’è uno studio che procede per schizzi. Altre volte è l’istinto puro che parte dalla materia o da una forma incrociata per caso per strada o sulla battigia. Di sicuro so che creo quasi sempre con il sottofondo della musica di Giovanni Sòllima. Credo che la musica sia una forma d’arte superiore e che abbia la capacità di armonizzare tutto”. Completa questa autopresentazione quanto scrive la curatrice: “…l’uso di materiali e sfumature di colori densi e materici. Come il blu intenso e sfacciettato del mare dove vive o il rosso esplosivo e magmatico affiancato alla figura del Vulcano; il tutto in perfetta armonia di contrasti e forme…..”

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“Ceneri di Pirandello”-2008, rivisitazioni- Installazione- Tecnica mista su tela  – “Nostra Signora dei vulcani”- 2018 tecnica mista su tela

Significativa in proposito la tela “Nostra Signora dei Vulcani” che, a buon diritto, avrebbe tutte le caratteristiche per essere assunta a immagine rappresentativa dell’intera rassegna.

Roma – Via Boncompagni, 12 – Villa Pignatelli –  fino al 28 maggio 2018 con ingresso gratuito. Visitabile su prenotazione al n°+39.348.7256902 dalle ore 15,00 alle 20,00 dal lunedi al venerdi.

 

WOW – Wonderful Outdoor Week – Progetto ambizioso per scoprire il turismo outdoor tra le Langhe e le Alpi in provincia di Cuneo.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il progetto WOW – Wonderful, Outdoor, Week – messo a punto dalla Provincia di Cuneo, insieme alle sue due aziende turistiche locali, l’ATL del Cuneese e l’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero, e alla Fondazione CRC ed alla Camera di Commercio di Cuneo, si propone di offrire ai turisti  la scoperta del proprio territorio compreso tra le Langhe e le Alpi attraverso la valorizzazione e l’incentivazione delle attività legate al turismo outdoor, quello riferito al turismo fuori porta.

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Entrambe le foto sono courtesy dell’Ufficio Stampa dell’ATL Cuneo

Le parole di Paolo Buongioanni, magistrale interprete di Presidente della locale Azienda di Promozione Turistica, riassumono  chiaramente l’intendimento che sottintende questo ambizioso progetto: “Gli splendidi paesaggi che offrono le colline vitate, i noccioleti e i boschi di Langhe e Roero, le città d’arte e le vedute mozzafiato delle montagne alpine rappresentano, infatti, luoghi perfetti e unici per il turista appassionato di sport e outdoor. Un territorio che merita di essere scoperto e gustato nelle varie declinazioni dello sport all’aria aperta: camminata, running, trekking, nordic walking trail-ultratrail, ciclismo, mtb, e-bike, handbike, pesca sportiva, rafting, moto, volo in mongolfiera, arrampicata, corsa in montagna, insomma…Sport per tutti!”.  Un cospiquo quanto allettante calendario di eventi, raduni, convegni ecc. è possibile trovare consultando il sito www.wowoutdoor.it .

Entracque (29)Foto courtesy dell’Ufficio Stampa dell’ATL Cuneo

Altrettanto importanti sono state le parole spese in favore del turismo lento, quello che interessa da vicino quanti, per età o condizioni d’impossibilità fisica, non si sentono più attratti dalle attività sportive che richiedono impegno fisico. Muoversi in ambienti incontaminati, privi di smog ed inquinamenti vari, gioca una forte attrattiva specie nelle persone di  seconda, terza e quarta età. Fuori porta, inoltre, si possono visitare perle culturali di primissima importanza sparse tra chiese, monasteri, santuari e abbazie così come tra i tanti musei  che pur non eccellendo in vastità espongono collezioni di grande interesse anche etnoantropologico che testimoniano, oltre la cultura, la vita quotidiana della popolazione locale.

IMG_20180516_192323Paolo Buongioanni ascolta divertito la testimonianza della motociclista/enduro Monica Dorigatti “Cromilla” sulle emozioni avvertite nel percorso della “Via del sale”

Una particolare presentazione è stata riservata alla “Via del Sale”, quella che, negli anni passati, collegava il mare al territorio interno del cunese. Di recente è stata recuperata ed offerta al turismo trekking, biking ed enduro motociclistico.  Nelle testimonianze di alcuni che hanno già percorso questa antica via, il percorso  è stato presentato tanto difficile quanto  affascinante e carico di emozioni.

Non che la città di Cuneo meriti di essere trascurata; tutt’altro! Una passeggiata fra i  tesori artistici, il verde dei parchi, dei giardini e dei lunghi viali, le ampie piazze, le belle chiese gotiche e barocche, i palazzi medievali  del centro storico, il richiamo dei lunghi portici e delle vetrine di Via Roma e Corso Nizza che conducono alla vastissima e centrale Piazza Galimberti, fanno di Cuneo una città unica. Cuneo, costruita su di un altopiano tra i fiumi Stura e Gesso, è, nel contempo, capoluogo della Provincia Granda e capitale di prelibatezze gastronomiche con formaggi come il Raschera delle Valli Monregalesi, il Castelmagno della Val Grana e il “Tumin del Mel” della Valle Varaita, con i suoi vini unici al mondo, con le castagne e i marrons glacés, con i funghi e le lumache della Val Vermenagna che degnamente esaltano sua maestà imperiale il tartufo bianco di Alba e, a loro volta, beneficiano della compagnia di eccellenze enologiche quali il Barolo, la Barbera, Freisa. Brachetto e molti altri, ottimi anche i bianchi, solo per citarne alcuni.

Miglior pensiero conclusivo della presentazione non si può trovare se non nelle parole di Beppe Artuffo, Presidente del Comitato per il Turismo Outdoor in Provincia di Cuneo: “Il turismo outdoor completa pienamente l’offerta turistica della nostra area, destagionalizzando le iniziative principali dei singoli territori, montano e collinare, rappresentando quindi un collante utile per uno sviluppo turistico a 360°. Le attività degli educational risultano fondamentali per far sì che operatori e giornalisti conoscano direttamente le nostre eccellenze”.

Birra Peroni in mostra a Sant’Ivo alla Sapienza con “Acqua e Birra per Roma Capitale”

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Birra Peroni cresce con Roma. Una prova tangibile è offerta dalla mostra, visitabile gratuitamente fino al 15 giugno, presso la Biblioteca Alessandrina, nel Compresso di S. Ivo alla Sapienza- Archivio di Stato di Roma,  che si presenta ai visitatori con questa credenziale: “Acqua e Birra per Roma Capitale – Economia, demografia e alimentazione negli archivi storici di Acqua Marcia e Birra Peroni”. La bella rassegna  ha, come obbiettivo principale, quello di porre in risalto il rapporto tra la storica azienda Birra Peroni e l’Acqua Pia Antica Marcia entrambe presenti nella nostra città già sotto lo Stato Pontificio.

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Atto di compravendita di acqua fra l’Acqua marcia e la Birra Peroni: 30 ance per 360 lire –    Fontanella denominata “Nasoneo

Tiene, in proposito,  a dichiarare Daniela Brignone, curatrice del progetto scientifico e dei testi del catalogo: “Questa mostra celebra la sua storia”. L’esposizione, infatti, vanta importanti testimonianze storiche che sottolineano la stretta connessione tra Birra Peroni e l’Acqua Pia Antica Marcia, azienda nata nel 1869 per gestire l’acquedotto romano e vendere l’acqua insieme a alcuni dei servizi idrici della capitale che, ancora oggi gestisce. “La storia di Birra Peroni è indissolubilmente legata all’Italia” , dichiara Federico Sannella, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di Birra Peroni. “L’azienda è nata oltre 170 anni fa, è cresciuta grazie ai talenti italiani e, con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione, si è radicata nel territorio italiano espandendosi da Nord verso Sud, diventando parte integrante della vita economica e sociale del Paese. Grazie alla collaborazione con l’Archivio di Stato di Roma abbiamo l’occasione di mostrare una parte importante della crescita industriale e commerciale di Birra Peroni, nonché ripercorrere le tracce del legame con la città di Roma dove è presente con uno dei tre stabilimenti produttivi. Via dei due Macelli, Colosseo, la cittadella di Porta Pia e Tor Sapienza sono solo alcuni dei luoghi che hanno segnato la crescita dell’azienda che oggi più di ieri celebra l’Italia e gli italiani tra passato, presente, futuro, tradizione e innovazione.”

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A questo intervento ha fatto riscontro quanto dichiarato Paolo Buonora, Direttore Archivio di Stato di Roma: “L’idea della mostra nasce da due occasioni: l’acquisizione da parte degli Archivi di Stato del grande archivio dell’Acqua Marcia di Roma, che sarà presto una ricca sorgente d’informazione storica sulla città; l’attività di valorizzazione dell’Archivio Storico Birra Peroni, tutelato dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio e conservato con cura presso lo stabilimento romano sulla via Collatina. Il rapporto storico tra l’acqua e la birra s’innesta sulla crescita urbana e demografica della Capitale facendo sì che le Società dell’Acqua Marcia e Birra Peroni leghino indissolubilmente il proprio destino a quello della Città Eterna. L’Archivio di Stato di Roma ha promosso dunque questa mostra, assieme all’Archivio Storico Birra Peroni, nella convinzione di trovarsi di fronte a due casi di archivi d’impresa paradigmatici nel rapporto che hanno con la storia urbana.”

Roma – Biblioteca Alessandrina – Archivio di Stato di Roma, -Corso del Rinascimento, 40. Mostra “ACQUA E BIRRA PER ROMA CAPITALE – Economia, demografia e alimentazione negli archivi storici di Acqua Marcia e Birra Peroni”, visitabile gratuitamente  fino al 15 giugno 2018.

MATTARELLO – Un anello in più si aggiunge alla catena di ristorazione che fa della cucina romana il proprio cult

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Lo slogan che annuncia l’apertura a Romaper giovedi 18 maggio, del nuovo locale a Via Bari, nei pressi di Piazza Bologna, è in linea perfetta con quella seguita nella cucina “Ce semo presi anche Piazza Bologna”. Non solo la scritta ma le pietanze stesse, senza contare l’ambiente che già negli arredi si rifà alle classiche “Hostariae”, ci regalano un pezzo di romanità esaltando una filone, quello della ristorazione che troppo spesso ha parlato, e non solo specie nelle porzioni, americano.

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Mi aspettavo, quando ho fatto una previsita all’apertura ufficiale, di trovarmi di fronte la famosa sequenza di Alberto Sordi in cui sentenzia: “Maccaroni, m’avete provocato e mò ve magno!”. Forse arriverà in seguito ed affiancherà a pieno merito e diritto le specialità della cucina romana scritte sulle pareti a scanso di buoni equivoci. Un tocco di modernità però si respira nella distribuzioni dei locali proprio nell’area prevista e  destinata all’accoglienza della clientela giovanile che la signora Rita Suatoni, uno dei soci della catena, tiene a mostrarmi con un certa soddisfazione, quasi come una vittoria personale.

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Inoltre a dirigere la cucina c’è un giovane chef: Giulio Burtone,  che è facile vedere ed assistere alla cottura/preparazione delle pietanze attraverso la grande apertura che consente una visione a 360 gradi e scambiare con lui qualche parola, se non troppo indaffarato. L’aria cordiale e popolare non poteva non trovare riscontro anche dei prezzi. La controprova è sempre possibile andandoli a trovare!

Vivere la natura e la cultura nella Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il Lago dei Turano, bacino artificiale risalente agli anni ‘20/30 dello scorso secolo realizzato con finalità di produzione dell’energia elettrica, può essere considerato il cuore della Riserva Regionale Naturale dei Monti Navegna e Cervia che, malgrado non abbia una grande estensione, solo 3.600 (tremilaseicento) ettari, riveste una grande importanza nell’ecosistema regionale grazie alle sua collocazione geografica posta al centro del Lazio, regione fin troppo antropizzata. La grande rilevanza dell’ambiente naturalistico è offerta dalla presenza di numerose istituzioni  e testimonianze culturali presenti nei centri abitati dei quali alcuni, classificati tra i Borghi più Belli d’Italia, attendono solo di essere scoperti e valorizzati.

IMG_20180510_114556                                                                     Panoramica di Vallecupola (Rocca Sinibalda – Rieti)

Proprio sul turismo vengono riposte grandi speranze sia attraverso una campagna promozionale che nelle intenzioni dei pubblici amministratori dovrebbe contribuire ad arrestare la fuga delle popolazioni da questi territori  contribuendo al loro sviluppo economico, sia destagionalizzando le iniziative principali dei singoli territori, indipendentemente dalla loro collocazione montana, collinare o lacustre. “Solo facendoci conoscere possiamo suscitare interesse e venirci a trovare” è il pensiero riassunto in poche parole del Direttore delle Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia, dott. Luigi Russo che ci ha accompagnato in un possibile percorso turistico sul territorio.  L’inizio del nostro tour è a Rocca Sinibalda, la cittadina dominata dal Castello medievale che fra i suoi ultimi proprietari vanta la statunitense Caresse Crosby, Polly, inventrice del reggiseno e membro autorevole dell’avanguardia “generazione perduta”, colonia di artisti statunitensi emigrati nel dopoguerra in Europa.

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Strada di Vallecupola                                                                                                                                Portale di abitazione a Vallecupola

Di non minor interesse turistico/culturale è Vallecupola, la frazione del Comune di Rocca Sinibalda dal quale dista una decina di kilometri, abitata stabilmente nel periodo invernale solo da una coppia di coniugi. La signora conserva di questo Borgo la cultura, la storia e le leggende che amabilmente si presta a raccontarle ai turisti di passaggio. A Vallecupola ha sede la Biblioteca Angelo Di Mario, ospitata proprio nella omonima casa museo, sorte entrambe per volere di questo importante esponente della cultura nazionale.  Angelo Di Mario nacque in questa cittadina il 12 aprile 1925 e qui riposa dal 12 agosto 2013. Della sua attività culturale ed artistica si sono interessate le maggiori istituzioni mondiali e si estrinseca in centinaia di articoli su riviste specializzate, 5 libri sulla lingua etrusca, 13 libri di poesia e ben 500 sculture in bronzo e ceramica. La figlia, Maria Grazia, si è assunta l’onere di conservarne la memoria attraverso la gestione della Biblioteca, ricca di circa 6.000 tra volumi e riviste, di recente riconosciuta anche dalla Regione Lazio come Biblioteca Casa Museo. “Qui il visitatore”, tiene a dichiarare Maria Grazia Di Mario, “ha la possibilità d’incontrare  la vita personale ed artistica di mio padre”. I giorni di apertura sono il venerdi nelle ore 9,30/13,30 e 14,00/18,00; il sabato ore 9,00/19,00 e la domenica su prenotazione telefonica al 347.3628200 oppure per e.mail bibliotecadimario@libero.it.

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Sibilla Cumana e Re David- In basso la Crocifissione                                                                 Il Volto Santo

Un importante ciclo pittorico è presente nella chiesa parrocchiale di Vallecupola legato al culto religioso del “Volto Santo”, riprodotto nella semicupola del coro dietro l’altar maggiore. Le qualità pittoriche del soggetto principale: la figura del Cristo Trionfante, non sono delle più eccelse, contrariamente al restante ciclo di affreschi che presentano espliciti riferimenti michelangioleschi sia nelle Sibille affiancate dai Profeti  Progenitori: Abramo e David, sia in vari episodi riferiti alla vita terrena di Gesù presenti nel registro inferiore. Una significativa testimonianza della cultura diffusa presente in questo Borgo è offerta dai preziosi portali d’ingresso delle abitazioni scolpiti in pietra locale dove abbondano i riferimenti alla cultura e le credenze presenti nella popolazione, da quelle religiose a quelle apotropaiche passando per i simboli di benvenuto agli ospiti.  Il comprensorio naturalistico che gravita intorno al lago del Turano comprende borghi inclusi nell’associazione  tra I Borghi più Belli d’Italia, che annualmente pubblica un’interessante guida, già recensita anche in questa testata. Tutti questi borghi meriterebbero una menzione particolare, due di questi, forse perché meno noti, meritano una speciale attenzione: Collalto Sabino e Paganico Sabino.    sdr

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Murales di Paganico Sabino e, sulla foto di destra, una strada interna del borgo.                                                                                                                                                                                                                                                                 

Il maggior richiamo turistico messo in campo da Paganico Sabino è quello culturale, oltre quello naturalistico comune a tutti gli altri borghi della valle del Turano e del Salto. La realizzazione di itinerari della cultura, predisposti dalla pubblica amministrazione, intendono offrire ai visitatori un itinerario chiamato “I percorsi della nostra cultura” . Questi si snodano all’interno del centro storico e  sono assistiti da pannelli didattici che forniscono notizie storiche insieme a quelle sulla cultura, folclore e tradizioni locali. Ai piedi della Torre Portaia, struttura pertinente all’antico incastellamento nonché al borgo murato, è possibile avere notizie tanto sulla storia di Paganico quanto su una fonte storica importante  – “La Pietrascritta” –  che ne attesta inconfutabilmente la ultramillenaria vita civile e politica. Da qui inizia anche l’itinerario che conduce  al Belvedere della Rocca – “U Regolu” , chiamato dai locali – una balconata a sbalzo sulla gola dell’Obito che offre uno scorcio d’indiscusso fascino sulla valle sottostante. Lungo il percorso s’incotra “Jurmu” il “Murales del Pastore, un’ opera della street art, che allo stesso tempo è anche un documento della vita  che si svolge all’interno della comunità. Una immersione totale nella cultura e nel folclore locale è testimoniato da due eventi che affondano la loro radice nelle tradizione culturale, religiosa e folcloristica. Il “Ballo della Pantasima” o “Ballo delle Pantasime” e la “Moresca”.  Scrive Enrico Bonanni , cultore delle tradizioni locali, in una sua preziosa pubblicazione dal titolo “Il ballo delle Pantasime”: “Nel mese di agosto i festeggiamenti in onore della Madonna erano particolarmente sentiti da tutti quei pastori transumanti, i quali dopo aver svernato con le loro greggi nelle terre della campagna romana, tornavano in paese per riunirsi alle loro famiglie”. Volendo affiancare a questo culto ufficiale un altro recuperato dalla tradizione locale, con l’intento sia di marginalizzarlo che di andare oltre con la fantasia, si riscopre “La Pantasima” quale madonna pagana, così come dalla critica moderna è stata più volte definita. Nella differenzazione questa non poteva essere bella come la Madonna ufficiale ed allora le sue fattezze assumono le sembianze dell’orrido, dello spropositato e del grottesco insieme. Anzi più grottesca è la sua rappresentazione più alto sembra essere il grado di denigrazione che la comunità le riserva in quanto personificazione del male.  La festa terminerà con l’incendio della Pantasima dopo un ballo sfrenato accompagnato dall’ilarità di tutto il popolo. Altrettanto significativi della cultura popolare  sono le rievocazioni storiche di eventi realmente accaduti in terra Sabina nei secoli passati.

IMG_20180516_160422Scena della Moresa a Paganico Sabino:”La Resa dei Turchi”-Foto tratta dalla pubblicazione “Rituali carnevaleschi” di Anastasio Spagnoli

Così nel periodo del carnevale avvengono queste rievocazioni con feste  e giochi. Anche in questo caso abbiamo un’ ampia documentazione nel trattato di Anastasio Spagnoli  dal titolo “Rituali Carnevaleschi a Paganico Sabino” anch’esso edito, come il precedente, a cura  delle amministrazioni regionali, provinciale e comunali. Come rileva l’autore, fra questi rituali  assumono particolare importanza quello delle danze armate dove i Mori sono identificati come demoni e, nella rappresentazione,  l’eroica popolazione da vita ad una specie di rivincita sulle scorribande dei Saraceni realmente avvenute in Sabina tra l’876 ed il 916, che furono causa di  morti e distruzioni delle quali si conserva ancor oggi una triste memoria. Anche in questo caso alla base di tutto c’è il desiderio di sconfiggere il male conservandone memoria con un gioco rituale che ne impedisca il ritorno grazie anche al coinvolgimento della popolazione locale nei ruoli di personaggi che ne furono i principali protagonisti nel riscatto.

IMG_20180510_162700                                                                               Salone di rappresentanza del Castello di Collalto Sabino

Collalto Sabino è definito un  nido d’aquila dalla guida dell’Associazione dei Borghi più belli d’Italia dell’edizione 2018 nella quale può vantare una bella recensione. La descrizione infatti prosegue presentandoci: “Le strade di pietra antica, le strade strette, i vicoli immersi in un silenzio irreale”,  posti in una cornice quasi da leggenda intorno al castello baronale. Questi  così come oggi ci appare, dopo essere stato ristrutturato dal barone Alfonso Soderini  nel XVI secolo, prima di quelli più recenti del secolo scorso, è indiscutibilmente la maggior attrazione turistica e la più importante testimonianza storica di questo borgo. Il passato, in particolare quello medievale, è annualmente rievocato attraverso  l’arte del duello affiancandosi a quelle che promuovono le specialità culinarie locali  inframezzate a  diverse rassegne musicali come la bella manifestazione “Borgosound”. Da non trascurare al fine turistico anche i percorsi naturalistici attraverso la Riserva Naturale Regionale Monte Cervia e Monte Navegna. Indiscusso è il vanto di essere il “Paese di Babbo Natale” testimoniato ai visitatori, grandi e piccoli,  dal fascino offerto dalla presenza della neve, immancabile in quel periodo, e dalle note melodiose delle zampogne. Per l’occasione si accompagnano i turisti a scoprire il borgo con le sue tante cantine ricche di buon cibo,di prodotti locali specie quelli del bosco, come la castagna,  e delle creazioni artigianali.

Comune a tutti questi caratteristici borghi è l’aver puntato sul turismo per valorizzare e porre in primo piano la cultura e le tradizioni che affondano le loro radici nei lontani tempi passati conservati con grande amore e riproposti anche con l’intendo di voler ricordare al turista di visitare questi luoghi con rispetto, senza far rumore, e con “piede leggero e sostenibile” come recita un’antica massima.

Sicilia: Il Grand Tour – Gli acquerelli di Fabrice Moireau in esposizione a Roma, Palazzo Cipolla

Testo e Foto di Donatello Urbani

A distanza di oltre due secoli le tappe del percorso tracciato da Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, non hanno perso niente dell’atavica bellezza il cui fascino è tutt’ora fonte di attrazione per i moderni artisti viaggiatori. Le circa 400 opere: acquerelli a colori, esposte nella mostra dal significativo titolo “Sicilia: Il Grand Tour” nelle sale del piano rialzato di Palazzo Cipolla in Via del Corso a Roma, realizzate dal pittore francese noto per avere immortalato in precedenza i tetti di Parigi, oggi patrimonio della Fondazione Dragotto, sono indiscutibili testimonianze artistiche che hanno al centro l’esaltazione di “paesaggi disegnati dalla natura per rileggere ciò che l’antichità e l’arte avevano consolidato in monumenti d’immenso valore”, come scrivono i curatori.

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Il tutto nasce grazie al Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente onorario della Fondazione Cultura e Arte, benemerita istituzione con finalità culturali e umanitarie, che nel corso della conferenza stampa ha dichiarato che questa rassegna: “…è per me un meraviglioso viaggio nella memoria, un’immersione nei luoghi, negli scorci, nei paesaggi più belli e suggestivi della mia terra natia, …..un inno all’isola che indusse Federico II di Svevia ad affermare che era a tal punto felice di vivere in Sicilia, da non invidiare a Dio il Paradiso”. Non sembri un’esagerazione, ma è proprio quanto affermato dal Prof. Avv Emmanuele che si respira lungo tutto il percorso espositivo che trova un valido contributo anche in un libro di successo, edito con identico titolo della mostra dalla Fondazione Tommaso Dragotto, che raccoglie tutte le opere commentate dal magistrato scrittore Lorenzo Matassa.

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A tal proposito scrivono i curatori della mostra,: “Già nel titolo c’è il richiamo alle suggestioni di quel fenomeno, tra il Settecento e la prima metà dell’Ottocento, che portò in Sicilia viaggiatori stranieri e uomini di cultura accompagnati da artisti del paesaggio. Così accadde a Goethe che visitò l’isola nel 1787: Il suo diario, illustrato da Christoph Heinrich Kniep, divenne leggenda”. Una rassegna che non nasconde affatto le finalità che si sono proposte gli organizzatori: lasciare nei visitatori una tale impressione capace  di far possedere per tutta la vita il ricordo di questa magnifica terra.

Roma – Palazzo Cipolla Via del Corso, 320 fino al 22 luglio 2018, tutti i giorni dalle ore 10,00 alle 20,00. Biglietto d’ingresso intero €.7,00 ridotto €.5,00. Informazioni telefoniche 06.22761260 e sul sito web www.civita.it