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Red – Read Eat Dream – “Profumi di cultura e sapori enogastronomici” – Uno spazio per il cibo di qualità, i libri, la letteratura e le passioni della nostra vita.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La cultura ha veramente un profumo? Per anni l’ho identificato con quello dei quotidiani freschi di  stampa quanto si usavano i caratteri a piombo e la carta  presentata una ruvidità tale da avvertire il suo spessore semplicemente toccandola. Oggi questo profumo non è più avvertibile, appartiene al tempo passato. Però, malgrado i diversi e più moderni metodi di stampa, il fascino derivato dall’essere o meno fresco di stampa, tutto questo è facilmente avvertibile in una libreria fra gli scaffali che conservano in bella mostra tanti libri, pronti per essere presi in mano, consultati e letti dai clienti.

files (7)                                                                                                                                  Sala libri al piano meno uno

Questo fascino che per tante ragioni si è notevolmente affievolito, specie fra i giovani, per un’infinità di ragioni non tutte plausibili, può essere nuovamente riportato in auge da alcune valide iniziative intraprese sia dai librai che dagli editori, gestori di punti vendita. “La Feltrinelli”, in questa ottica, ha aperto in cinque città altrettanti centri nella formula “Red – Ead e Dream –“ dove l’attività libraria è affiancata, con l’intervento di personale altamente specializzato, da quella enogastronomica. Sorseggiare un caffè , un buon bicchiere di vino oppure gustare alcune specialità culinarie preparate da uno chef professionista, anche in occasione di eventi appositamente programmati,  sotto gli occhi dell’ultima nata novità editoriale, offre senza dubbio stimoli nuovi sia culturali che enogastronomici. Fra le cinque città dove questo è possibile c’è Roma, Via Tomacelli, 23 – zona che molto presto avrà un’attrazione archeologica di grande interesse in più, oltre quella della vicina Ara Pacis, con l’inaugurazione del Mausoleo di Augusto, i cui lavori di ristrutturane protratti per lunghi anni, sono quasi giunti alla sospirata fine.

files (4)                                                                                                                                    Sala bistrot al primo piano

Questo esercizio commerciale romano si sviluppa su tre piani: una sala libri, di gran fascino, al piano meno uno che prosegue anche al piano terra con il bistrot ed il bar; al primo piano si trovano una sala bistrot coperta ed uno spazio scoperto sulla terrazza adi bito ad identica destinazione. Il tutto si sviluppa su una superficie totale di 530 metri quadrati.

La presentazione dell’intera struttura non poteva che essere riservata al Direttore: “La cultura enogastronomica fa da collante all’esperienza culturale e al palinsesto d’intrattenimento che caratterizzano l’identità RED. In occasione dell’apertura di via Tomacelli, l’offerta food di RED è stata ulteriormente arricchita. Oggi RED si presenta come il “bistrot italiano moderno”. Una cucina semplice, con un’attenta selezione delle materie prime di qualità, articolata in una serie di piatti che si ispirano al meglio della tradizione italiana, ma rivisitati con un tocco contemporaneo. A pranzo e a cena RED offre autentici pilastri della tradizione gastronomica italiana: una proposta per creare a tavola un’atmosfera accogliente che invita alla conversazione. Letture, idee, passioni. Una libreria ricca, aggiornata, fornita di oltre 10 mila titoli. Da RED via Tomacelli è disponibile il meglio della proposta culturale targata laFeltrinelli. Novità editoriali, proposte tematiche, i grandi classici. RED è soprattutto voglia di condividere le proprie passioni. È curiosità verso nuove tendenze, generi musicali emergenti, proposte culturali sempre originali. Gli eventi di RED sono disegnati per coinvolgere le persone attraverso performance dal vivo, show-cooking, aperitivi in lingua straniera, dj-set, laboratori per bambini.”

files (2)                                                                                                                La cucina con chef ed aiuti di Red: Read, Eat, Dream

Gli altri punti vendita in Italia, tutti posizionati in luoghi strategici situati nelle aree metropolitane, nei centri storici e nelle mete dello shopping contemporaneo, sono presenti a: Milano, in piazza di Gae Aulenti; in piazza della Repubblica a Firenze; a Parma in via Farini; a Scalo Milano, Shopping Village alle porte di Milano (Locate di Triulzi) e a Verona, dove RED è tra le prime realtà ad essersi insediata nel grande progetto di riqualificazione degli ex Magazzini Generali.

Roma – Via Tomacelli, n.23.- I servizi forniti sono: dalle ore 8,30, colazione; dalle ore 12,00 il pranzo; dalle 18,00, aperitivo e cena. Per iscrizioni e prenotazioni dei mercoledi in lingua, conversazioni con una docente madrelingua in francese, inglese e spagnolo, consultare il sito “pretaparler”, costo €.15,00 inclusa una consumazione ed un assaggio da menu. Per le date ed orari dei: “Giovedi apertivo con l’Autore”; i venerdi: “Musica life e Dj-set” e gli “Showcooking” consultare il sito www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/RED.html

Francesco Trombadori: In mostra alla Galleria Comunale d’Arte Moderna con“L’essenziale verità delle cose”.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Questa rassegna allestita alla Galleria Comunale d’Arte Moderna – Via Francesco Crispi, Roma – è un omaggio dovuto ad un artista che, pur essendo di origini siciliane, ha vissuto  la sua vita artistica a Roma divenendo una figura di primo piano in molte manifestazioni culturali  come quando con i compagni d’Accademia Cipriano Efisio Oppo, Virgilio Guidi e Carlo Socrate – tutti operanti a Villa Strohl-Fern,  darà vita alla Prima Scuola Romana. Gli anni precedenti la prima guerra mondiale così come i successivi inclusi quelli che interesseranno anche la seconda guerra mondiale, vedono Roma e gli artisti italiani occupati in profonde dispute critiche sull’arte moderna.

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In proposito Francesco Trombadori, che alterna la vita artistica con quella di critico d’arte, collaborando con prestigiose riviste specializzate, scriveva: “Moderna non è certo l’arte perché rispecchia il nostro tempo, che allora si tratterebbe di una questione di moda e formale. L’arte, moderna come anche antica, è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle cose con profonda umanità e spiritualità … “. Prendendo le spunto da questo pensiero è stata battezzata questa rassegna. Il percorso espositivo, pur non avendo una netta divisione in più sezioni, può, per nostra comodità, essere suddiviso in due parti. Nella prima sono esposti lavori prodotti negli anni giovanili sia nella natia Siracusa quali i disegni e le prove d’illustratore, sotto l’influenza della “Jugend Münchner illustrierte” ed alcune opere pittoriche quali “Siracusa mia” del 1919 con influenze divisioniste ed alcuni lavori dei primi giorni di soggiorno romano con “Il Viale di Villa Strohl-Fern” e “Alberi controluce”.

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La seconda parte della rassegna, come scrivono i curatori: “…è incentrata sulle opere dipinte all’indomani della Prima Guerra Mondiale. Trombadori è ora vicino all’ambiente di “Valori Plastici”, la rivista fondata da Mario Broglio e, sulla scorta delle suggestioni del cosiddetto “Realismo Magico” di Bontempelli, avvia una profonda riflessione sull’antico in rapporto dialettico con le istanze dell’avanguardia e della tradizione”. In questa sezione si possono includere anche i lavori realizzati a ridosso della seconda guerra mondiale fino al 1961, ultimi anni della sua  produzione. Sono gli anni questi un cui Trombadori frequenta il Caffè Greco, Rosati o Aragno, tutti locali dove incontrare artisti ed intellettuali romani e scambiare o condividere con loro idee sulle tante tendenze artistiche di quel periodo.

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E’ il periodo quando Roma ed i paesaggi romani sono gli indiscussi protagonisti delle opere di Trombadori e dove l’assenza di persone e le atmosfere rarefatte ritratte sono in netto contrasto con i rumori, la confusa e dinamica vita della città, incluse le periferie, che proprio negli anni del dopoguerra iniziano ad animarsi fino a rendersi quasi invivibili. Lorenzo Trucchi scrive in proposito nel 1958 ispirandosi a queste opere: “Una Roma chiara, deserta, silenziosa, umbertina e archeologica, barocca e borghese…..”

Roma – Galleria d’Arte Moderna – Via Francesco Crispi, 24 fino all’11 febbraio 2018 dal martedi alla domenica dalle 10,00 alle 18,30. Biglietto d’ingresso intero €.7.50 – ridotto €.6,50, per i residenti a Roma è concessa una riduzione di €.1,00- Gratuità come indicate dalla legge. Con il biglietto del Museo è possibile richiedere una visita allo studio del pittore. Informazioni tel.060608 o sito web www.galleriaartemodernaroma.itwww.musiincomune.it , obbligo di prenotazione.

Elisabeth Peyton & Camille Claudel insieme in una mostra a Villa Medici– Accademia di Francia– dal suggestivo titolo “Eternelle Idole”.

Testo e foto di Donatello Urbani

Dalla visita a questa mostra, magistralmente allestita negli affascinanti spazi di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, mi aspettavo una risposta sull’evoluzione subita dagli idoli femminili a partire dagli ultimi anni  fine ‘800, fino ai nostri giorni, in una società molto diversa dalla nostra quali quella francese e statunitense. Le due artiste che devono accompagnarmi in questo percorso ed appagare anche le mie curiosità, sono Camille Claudel (1864/1943), francese, e la newyorkese contemporanea Elisabeth Peyton,  entrambe quasi sconosciute in Italia.

dav                                                                                                                Camille Claudel: “L’Abandon” – 1905. Bronzo

Camille, una delle maggiori scultrici del suo tempo, si presenta e parla di se stessa attraverso le sue opere, esposte per la prima volta a Villa Medici. “L’Abandon” e ancora di più con il “Portrait de Rodin” ci testimoniano quanto importante sia stato per lei l’incontro con il grande maestro Rodin sia per la sua vita sentimentale che in quella artistica. Scrive in proposito la curatrice Chiara Parisi: “Inizialmente allieva dello scultore francese Rodin (1840/1917) in seguito sua amante ed artista lei stessa, Claudel fu modella e musa per diverse opere dello scultore che si possono vedere a Villa Medici, come il sensuale abbraccio “L’Eternel Printepems” del 1884 e i suoi ritratti”.

IMG_20171011_115937                                                                                                                       Elisabeth Peyton:David”- 2016. Olio su tavola

Sempre grazie alle parole della curatrice sappiamo che: “Elisabeth Peyton ha concepito l’Eternel Idole intorno ad un particolare modo d’espressione umana. Piuttosto che presentare una testimonianza storica o un omaggio, il suo obbiettivo è riflettere sui modi in cui gli artisti si relazionano uno all’altro nel tempo.” Il percorso espositivo che pone a confronto le opere di due artiste, prodotte a distanza di cento ani l’una dall’altra,  inizia prima di varcare il monumentale portone d’ingresso di Villa Medici. Su un grande telo che copre la facciata sono assemblate a cura di Elisabeth Peyton diverse immagini: la foto di un’opera di Camille Claudel: “Les Amants”, scattata nell’atelier dell’artista nel 1913, a fianco ad un ritratto di David Bowie, realizzata da Elisabeth Peyton nel 2016. Entrambe le opere ci pongono di fronte  e ci anticipano il messaggio, compreso il suo valore idealizzato, che sarà sviluppato in maniera più approfondita ed esauriente da tutte le altre esposte all’interno della villa. “Della Dama con l’Ermellino di (Leonardo) Da Vinci, “da una conversazione di Elisabeth Peyton con David Fray riportata sul catalogo, “ho letto che è stato il suo primo vero ritratto, in senso profano, con tratti psicologici. Questo si vede nel personaggio, e sarei curiosa di sapere la relazione che c’era tra di loro, non so cosa sia, ma si avverte una sorta di tenerezza e mi piacerebbe davvero sapere come lo ha dipinto quel quadro. Non lo saprò mai, certo. Non si può sapere. Però questo è il motivo per cui l’ho dipinto….”, riferimento al ritratto sulla facciata.  Questa dichiarazione di Elisabeth si pone in una stretta relazione di comunanza d’idee con l’opera di Camille, come chiaramente indicato nel titolo. Gli oltre cento anni che separano le due opere riprodotte nel “telero” confermano come anche il loro messaggio superi brillantemente i limiti imposti dal tempo ed abbia in se tutte le naturali caratteristiche per essere eterno.

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Auguste Rodin: “Ritratto di Camillòe Claudel” – !884                                                                                                                                Camille Claudel: “Ritratto di Auguste Rodin-1888/89

Strumento indispensabile all’esatta lettura di questa rassegna è il catalogo Edito da Electa, ricco di tavole a colori e testi in triplice lingua: francese, italiano ed inglese. Pag. 96 costo €.22,00.

Roma – Accademia di Francia – Villa Medici – Viale Trinità dei Monti, n.1, fino al 7 gennaio 2018 dal martedi alla domenica dalle ore 10,00 alle 19,00. Biglietto d’ingresso €.6,00, gratuito agli inferiori dei 18 anni. Gruppi €.1,00 previa prenotazione al dipartimento della Didattica via e.mail didattica@villamedici.it. Biglietto integrato con la visita a Villa Medici e ai giardini intero €.12,00 ridotto €.6,00 per categorie varie. Informazioni sul sito www.villamedici.it – tel. +39.06.67611

“Rinascente” – Inaugura a Roma il flagship store sempre aperto dove si trova di tutto, cultura inclusa.

Testo e foto di Donatello Urbani

La nuova filosofia di gestione della grande distribuzione trova la sua migliore interpretazione in questo grande magazzino a pochi passi dalla Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. Rinascente dopo quasi 150 anni dall’apertura del primo centro milanese ed esattamente 100 anni dopo la nascita del nome ideato da Gabriele D’Annunzio nel 1917, ha consolidato la sua presenza a Roma prendendo dimora in  uno stabile che  è stato oggetto negli ultimi 11 anni di un complesso lavoro di ristrutturazione, in perfetta armonia con il contesto che lo ospita, valorizzando le ricchezze storico-culturali del territorio. Questa politica, rivisitata e corretta sulle orme delle nuove tendenze commerciali, fa perno su un  sito archeologico visitabile al piano meno 1 che ha riportato alla luce uno dei tesori di Roma Antica: l’Acquedotto Vergine già inaugurato da Augusto nel 19 a.C.. Questo rinvenimento ha stimolato nella giusta direzione la sensibilità degli attuali dirigenti che, previo contatto – riferimenti sul sito web – hanno istituto un vera e propria attività didattica, con tanto di visite guidate. Uno stimolo in più disponibile per i visitatori che possono aggiungere nello shopper oltre  a quanto di meglio prodotto nel mondo con una particolare attenzione al “made in Italy”,  anche un pezzo importante della nostra storia e della nostra cultura.

mde Scorcio dell’acquedotto Vergine venuto alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione del palazzo destinato ad ospitare la sede romana della Rinascente

Gli architetti Claudio Silvestrin e Giuliana Salmaso, oltre la progettazione delle diverse aree dei vari piani che pongono in primo piano le peculiarietà commerciali, hanno sviluppato con connotazioni estetiche ben precise, l’opportunità storico-culturale offerta al visitatore da queste testimonianze archeologiche in modo che possano accompagnarlo, anche con l’ausilio di preziosi video, in un vero e proprio viaggio nel tempo, che inizia attraversando le linee decisamente contemporanee di Design Supermarket, negozi perimetrali, Tax Free Lounge e Ufficio Clienti e  giunge alle rovine millenarie dell’antico reperto, che incanta con la sua forza e bellezza. L’Acquedotto Vergine è un acquedotto romano ancora funzionante dopo venti secoli ed alimenta quasi tutte le più importanti e grandiose fontane del centro, incluse la Barcaccia di Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi. Esso caratterizza l’intero spazio espositivo che è stato studiato in modo da consentire di poterlo ammirare direttamente in tutto il suo splendore, rendere ambito uno spazio che può accogliere meeting ed eventi culturali, fungere, infine, da depositario e custode delle qualità di assoluta distinzione che caratterizzano tutte le altre sezioni.

IMG_20171011_124501Pavimento musivo con tessere in bianco e nero appartenuto ad una ricca domus di epoca imperiale romana rinvenuto nella sede romana della Rinascente e visibile solo in video.

“Lo store incorpora e avvolge”, come è stato affermato nel corso della conferenza stampa la mattina dell’inaugurazione, “un piccolo edificio dei primi del ‘900 denominato “Palazzetto”, un vero e proprio palazzo nel palazzo, che su diversi piani diventa parte integrante e suggestiva dell’architettura espositiva. Altro elemento architettonico distintivo è il cavedio, che attraversa in altezza tutti i piani consentendo alla luce di diffondersi e conferendo all’ambiente assoluto splendore. E poi ancora le terrazze al 6 piano, che completano la food hall e le sue ricercate proposte ristorative con un’emozionante vista su una delle città più belle del mondo”.

dav                                                                                                              Scorcio panoramico dei 7 piani visti dal piano terra

Questa presentazione ha avuto un seguito ad una visita generale guidata da una giovane quanto cortese hostes che è partita dal piano terra dove si trovano esposti prodotti di Gioielleria, Orologeria, Accessori moda donna Occhiali da sole oltre gli ingressi e le 7 vetrine che si affacciano sulla strada.

I restanti piani magistralmente sono stati tutti dedicati al meglio di moda, bellezza, design e gourmet, firmato dai marchi più prestigiosi del Made in Italy e del panorama internazionale. Le altre aree espositive interessano:

dav                                                                                                                        Punti espositivi/vendita del piano terra

  • Il primo piano propone il meglio del mondo beauty, con i prodotti di ultima generazione, le fragranze più esclusive e i make up da star; parte del piano è dedicata alle collezioni intimo, firmate da marchi che fanno sognare, in un’atmosfera di eterea seduzione;
  • Il secondo piano, dedicato all’uomo fashion. L’Universal Design Studio, nell’allestimento, si è ispirato all’area metropolitana di Roma dando forma a un’astrazione della piazza con chiari riferimenti all’architettura civile del secolo scorso. Mentre la shoe area, ospitata nel “Palazzetto” e ricca di eleganti dettagli, s’ispira ai grandiosi saloni dei palazzi romani.
  • Il terzo piano ospita le stanze dello stile maschile. Quasi metà del piano è suddiviso in Rooms, che si sviluppano lungo il suo perimetro e diventano gli shop in shop dove i marchi più prestigiosi del formale uomo ambientano le loro collezioni. Mentre nella parte centrale del piano gli spazi dedicati allo smart casual sono allestiti come Lofts, con poche pareti e rivestimenti che rendono i volumi evocativi della romanità. Il “Palazzetto”, con i suoi spazi dal tono intimo e privato, si rivela invece perfetto per le collezioni underwear e beachwear.
  • Il quarto piano è dedicato agli high-end designer della moda donna. L’interno del “Palazzetto”, con le calzature luxury, è pensato come una biblioteca dalle texture ricche, mentre il resto del piano ha un’allure decisamente più moderna e minimal.
  • Al quinto piano sono esposte le collezioni donna Modern & contemporary ready to wear, accessori donna con un’area per il Denim bar e Sneakers area
  • Al sesto e settimo piano si trovano le Food Hall, Ristoranti, Food market, Caffè, Lounge bar, Terrazza con vista panoramica. Questi sono gli spazi dove La cucina combina le espressioni più elevate delle tradizioni gastronomiche che si affacciano sul Mediterraneo, valorizzate con materie prime biologiche e altamente selezionate. Qui il visitatore si trova immerso in un magnifico giardino tra i tetti di Roma dove vengono servite, in una versione tutta contemporanea,  assolute eccellenze della gastronomia e della pasticceria insieme a  un’infinita selezione di distillati di tutti i paesi mediterranei.

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 Area ristorazione. In primo piano il logo della Sede roamana della Rinascente dove le parole ROMA danno forma ai due lati esterni ad un singolare capitello                                          

Perfettamente in linea con la presentazione sono le parole del Direttore:”Con un’offerta così unica ed eclettica, il nuovo flagship store rappresenterà un punto di riferimento per i romani e per i milioni di turisti che ogni anno visitano la Capitale. Una destinazione assoluta per lo shopping, il luogo ideale per scoprire stimoli culturali sempre nuovi e vivere esperienze fuori dal comune”.

Roma – Ingressi da Via del Tritone 61, e  Via dei Due Macelli 23, Il negozio è aperto 7 giorni su /7 dalle ore 9:30 alle ore 23:00. Per informazioni si prega di contattare Letizia Novali Digital Marketing & Corporate Communication Manager., e.mail: Letizia.novali@rinascente.it – Ph. +390246771445 oppure Karla Otto, e.mail rinascente@karlaotto.com Ph. +390265569880. Sito web  www.rinascente.it . Da seguire anche su @laRinascente

Acqualagna: “52^ Fiera nazionale del tartufo Bianco”

Mariagrazia Fiorentino

Tutti gli amanti/estimatori del “Tuber magnatum pico”, sanno che Acqualagna è l’indiscussa capitale italiana di questo ricercatissimo prodotto, conosciuto volgarmente come tartufo bianco. Nei week-end dal 29 ottobre al 1 novembre e nei successivi 4 e 5 per riprendere l’11 e 12 novembre 2017 in cui si svolge la 52^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, Acqualagna assume anche la centralità mondiale del commercio di questo prezioso tubero.

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Oltre i buongustai, anche i commercianti e i cercatori accorrono da ogni parte del mondo in questa graziosa cittadina marchigiana per avere riferimenti precisi su quanto gravita intorno a questo particolare universo  che per la sua importanza, si pensi che si produce solo in tartufaie prive di agenti inquinanti, è stato proposto patrimonio immateriale dell’umanità riconosciuto e protetto dall’UNESCO. In proposito, lo stesso Sindaco Andrea Pierotti,  afferma: “A partire da domenica 29 ottobre, per un totale di sei giorni, Acqualagna si apre all’Italia e al mondo e invita i visitatori italiani e stranieri a immergersi in una tradizione secolare attraverso la grande mostra mercato, il salotto da gustare tra coking show con chef stellati, spettacoli e degustazioni, percorsi mostre, laboratori didattici e creativi per adulti r bambini, esperienze sensoriali visive e olfattive insieme a momenti di grande passione nell’assaggio di un sapore unico, il più prezioso di questa terra”. L’intera manifestazione ruota interno all’intera cittadina, in particolare alcuni punti sono i centri focali quali Piazza Enrico Mattei che accoglie gli stands di tartufo fresco e dei ristoratori alle prese con ricette prelibate. Altre mete della fiera sono:

  • Il Palazzo del gusto: dove il cibo di qualità è il protagonista indiscusso;
  • Il Palatartufo: un palcoscenico esclusivo dove si possono scoprire i primi attori e le migliori produzioni legate al mondo che ruota intorno al tartufo;
  • Il salotto da gustare e conoscere, con l’aiuto di esperti, questo interessante mondo legato ad esclusivi sapori e sensazioni.

Diga del FurloAcqualagna – Un’escursione di sicuro interessante è quella prevista al bacino idroelettrico che per l’occasione é organizzata a cura dell’Ufficio turisatico.

A questo interessante programma se ne aggiunge un altro, altrettanto allettante, con finalità turistiche che si riassume nelle parole del responsabile dell’ufficio: “La Fiera di Acqualagna è un grande contenitore per turisti che vogliono vivere un’esperienza unica e indimenticabile. Vivere l’appassionante ricerca del tartufo, scoprirne i segreti, gli aneddoti con i cercatori che guideranno i turisti all’interno delle tartufaie con i loro cani per simulare la caccia all’oro bianco, sarà un’esperienza indimenticabile che per questa occasione viene allargata anche ai bambini dai 4 ai 14 anni”. Inoltre sono previste passeggiate sul territorio con finalità sia turistiche che escursionistiche rivolte alla scoperta delle tante eccellenze enogastronomiche. Da non trascurare anche l’iscrizione gratuita al “Club Amici di Acqualagna Capitale del Tartufo” che consente di ricevere informazioni, suggerimenti culinari utili al miglior utilizzo in cucina del tartufo, sconti su molti esercizi commerciali, ristoranti e hotel. Per essere sempre informati, infine, sul andamento dei prezzi e le situazioni di mercato è stata istituita la Borsa del tartufo online, unica in Italia e consultabile sul sito del comune www.acqualagna.com .

Informazioni complete sul programma ed il calendario delle attrattive previsto per questa edizione 2017 della Mostra del Tartufo Bianco di Acqualagna, si possono ottenere contattando l’Ufficio del Turismo tel. +39.0721.796741- per e.mail  a turismo@acqualagna.com oppure sul sito web www.acqualagna.com -.

“Long Way From Home” – Il nuovo album di Peter Cincotti che anticipa il tour in 5 tappe in Italia -Firenze, Roma, Salerno, Bari e Milano – previsto per Dicembre

Mariagrazia Fiorentino

E’ uscito oggi 13 ottobre il nuovo album di Peter Cincotti, cittadino newyorkese, per Freddy Eggs Records/Artist First, con 12 tracce che hanno chiari riferimenti alla terra italiana, patria dei suoi bisnonni, e all’amore ereditato verso queste terre ancora presenti nelle sue composizioni. “Molte canzoni di questo disco sono stata ispirate specificamente dall’Italia “Roman Skyes” l’ho scritta seduto in un taxi per le strade di Roma; “Palermo” mi è venuta in sogno. Quindi, consapevolmente o inconsapevolmente, tra tutto il mio viaggiare nel mondo, le mie esperienze in Italia hanno particolarmente segnato questo album in modo che nessun altro paese ha fatto”, così si esprime Cincotti in una vera e propria dedica all’Italia.

IMG_20171013_170126                                                                                          La copertina del nuovo album

“Long Way From Home” è il suo quinto album in studio, a cinque anni dal precedente “Metropolis”, scritto arrangiato e prodotto dallo stesso Peter Cincotti negli ultimi due anni e contiene 12 tracce in cui il musicista mescola con naturalezza pop, rock, blues, hip hop, funk e jazz nel suo stile unico ed inconfondibile. In questo album Peter Cincotti  ci offre un saggio della sua abilità nel suonare il pianoforte in maniera ancora più ritmica dei precedenti lavori con un progetto capace di essere la guida sonora in un universo musicale  personalissimo e complesso, travolgente e solare intimo e ricercato. “Mai prima d’ora ho usato il pianoforte in questo modo. Alcuni anni fa ho iniziato ad avere delle idee per un album che portasse un pianoforte più attivo, più ritmico nel paesaggio della musica moderna”, così il musicista presenta questa sua ultima fatica.

Attualmente è impegnato in una lunga tournèe mondiale per presentare il nuovo progetto. Sarà in Italia nel prossimo dicembre per cinque concerti da tenersi in cinque diverse città:

  • Martedi 12 dicembre al Teatro Puccini di Firenze;
  • Mercoledi 13 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma;
  • Giovedi 14 dicembre a Salerno Modo;
  • Venerdi 15 dicembre al Teatro Forma di Bari;
  • Martedi 5 dicembre a Milano Bleunote.

“LA NAVE DEI FOLLI” – Imponente dipinto di Patrizia Comand al centro di un’interessante mostra a Palazzo Cipolla.

Testo e foto di Donatello Urbani

Questa opera, dipinta tra il 2013 e il 2014, trae ispirazione dall’omonimo  poema satirico-morale in versi di Sebastian Brant, pubblicato nel febbraio 1494, durante il Carnevale altorenano, e alle cui “illustrazioni” aveva collaborato con varie xilografie anche un giovane Albrecht  Dürer.

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“L’imponente dipinto, nel suo racconto simbolico e allo stesso tempo ironico, crea un universo visivo e narrativo originale e autonomo, dove fluttuano o danzano figure allegoriche, dai chiari riferimenti al poema di Brant ma anche alla nostra attualità” dice il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo, importante istituzione culturale della nostra città.

04-DEI VECCHI MATTI                                                                                                            Patrizia Comand: “Dei vecchi matti”
Il percorso espositivo ci presenta, insieme al grande dipinto, 20 disegni preparatori, ispirati a 20 capitoli dell’opera, che sottolineano lo stile attento e preciso della pittrice e rendono visibile il legame con l’opera letteraria che l’ha ispirata. “L’arte è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle cose con profonda umanità e spiritualità…” è un messaggio di un nostro grande maestro dei primi anni del novecento che trova in questa mostra una conferma della sua validità malgrado siano trascorsi cento anni. Se poi a questi si aggiunge un pizzico di satira, come fa Patrizia Comand, il messaggio pittorico assume un valore in più a tutto guadagno di lasciare i visitatori con l’animo sollevato.

Roma, Palazzo Cipolla – Via del Corso, 320 – fino al 12 Novembre 2017, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10,00 alle ore 19,00. Biglietto d’ingresso intero € 3,00; gratuito bambini sotto i 6 anni, visitatori diversamente abili (incluso 1 accompagnatore). Maggiori informazioni per ulteriori facilitazioni sul Web Site: http://www.fondazioneterzopilastromediterraneo.it/

Konrad Mägi – L’arte pittorica estone arriva a Roma con il suo maggior rappresentante.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il semestre di Presidenza Estone della Comunità Europea  ed il centesimo anniversario della nascita della Repubblica dell’Estonia, vengono ricordati a Roma con una mostra di opere d’arte realizzate dal padre indiscusso della pittura estone che, nello stesso tempo, è considerato anche uno tra i “più eccentrici protagonisti dell’arte europea nel fatidico ventennio intorno alla prima guerra mondiale” parole del curatore. Questa mostra, la più importante fino ad oggi realizzata al di fuori dell’Estonia, é allestita nelle sale della Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea, e, fra i tanti fini che si propone di raggiungere, non nasconde quello di far conoscere agli italiani uno stato del nord Europa poco noto sia culturalmente che geograficamente.

IMG_20171009_131137Konrad Mägi: “Paesaggio con nuvola rossa”- 1913/14. Olio su tela. Museo nazionale d’Arte della Repubblica Estone.

Nessuno più di Mägi (1878/1925) può suscitare interesse e destare meraviglia per queste terre nordiche che, nei loro colori  presentano bellezze e fascino sconosciuti ai nostri occhi così come altrettanto sconosciute sono le sue opere pittoriche. Le particolari vicende umane insieme alle condizioni economiche che interessarono questo artista in vari periodi della vita, lo condussero  a soggiorni, più o meno lunghi, in vari città europee incluse Venezia, Capri e Roma lasciandoci testimonianze molto interessanti.  Scrive ad un amico durante il suo soggiorno nella nostra città: “Nella mia natura c’è forse davvero molto di una persona del sud. Tutta Roma ha qualcosa che la rende ogni giorno più interessante, Ad ogni modo non intendo lasciare questa terra a cuor leggero.” Al suo ritorno in patria realizzerà opere notevoli sulla scorta degli appunti e schizzi che aveva preso durante il suo soggiorno in Italia. Scrivono i curatori: “Si tratta di quadri pieni di elementi mistici e misteriosi: porte e finestre chiuse e scure, rovine, un cielo blu scuro, etc…I quadri dipinti sono l’influsso delle impressioni italiane costituiscono anche l’ultimo periodo creativo coerente nell’opera di Konrad Mägi”. Rivisitare i nostri paesaggi e le nostre città con gli occhi di uno straniero del nord Europa è senza ombra di dubbio uno cosa stimolante e che pone anche una profonda riflessione interiore. Quali sono i veri colori dei nostri paesaggi e del nostro cielo? I  romani di quegli anni si vestivano ed avevano veramente quelle espressioni in volto, così come sono raffigurati?  E noi quanto siamo diversi dai nostri antenati?

IMG_20171009_132122Konrad Mägi: “Motivo romano”- 1921/1922. Olio su tela. Museo Nazionale d’Arte della Repubblica Estone.

La natura, comunque, principalmente quella dei paesaggi estoni, è il soggetto principale e quasi esclusivo delle opere di Mägi nelle quali traspare un amore sviscerato quasi una venerazione religiosa che supera il mito in se stesso e la colloca nel gradino più alto delle cose da amare e da rispettare. Questa importante comunicazione è presente lungo tutto il percorso espositivo quasi come un messaggio ecologico che rinnova dentro di noi l’amore verso la natura stessa e suscita il desiderio di conoscere altri territori che tutto sommato, seppur lontani, grazie ai moderni mezzo di trasporto, sono a un tiro di schioppo da casa nostra.

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Konrad Mägi: “Venezia” 1922(1923. Matita su carta                               Konrad Mägi: “Venezia”-1922/1923. Olio su tela. Collezione privata.

Importante il catalogo accompagnato da un interessante quanto corposo testo sulla vita e le opere di Mägi opera di Eero Epner, curatore di questa mostra, con traduzione di Daniele Monticelli, per le edizioni Enn Kunila Srl Sperare Tannilla Raamatutrukikoda.

Roma- Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Viale delle Belle Arti, 131 fino al 28 gennaio 2018 con orario dalle 10,00 alle 18,00. Informazioni tel.06.32298221

L’ICONA RUSSA – Preghiera e Misericordia.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il ritorno alle relazioni diplomatiche tra il Sovrano Ordine di Malta e la Repubblica Russa trovano in questa rassegna, allestita al piano terra di Palazzo Braschi, sede istituzionale del Museo di Roma, la loro ragion d’essere. La seconda parte del titolo: “Preghiera e Misericordia” richiama l’attenzione su due componenti importanti della vita spirituale cristiana e nello stesso tempo traccia un percorso che presumibilmente sarà alla base delle attività delle due diplomazie. I rapporti fra la Russia ed il Sovrano Ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta ha una lunga tradizione di reciproca collaborazione e questa mostra s’inserisce nella riconferma di un antico rapporto non solo diplomatico.

IMG_20171009_110251I beati Prokopij e Ioann di Ustjug, con veduta di Velikij Ustjug. Terzoquarto del XVIII secolo Velikij Ustjug. Museo dell’icona russa. Legno su tempera. Opera brecuperata prima dell’acquisizione del museo.

Tutto iniziò con la cacciata dei Cavalieri maltesi nel 1798 dall’isola di Malta, concessa dall’imperatore Carlo V^, per mano di Napoleone,  quando lo Zar di Russia offrì loro ospitalità a San Pietroburgo dove rimasero fino al 1834, data in cui  si trasferirono a Roma, dove tutt’ora risiedono ed hanno la loro sede principale. Un evento così importante non poteva che essere ricordato con una altrettanto importante iniziativa culturale. Questo progetto espositivo rivolge uno sguardo molto al di sopra del mero evento culturale che vede come protagonisti principali le due chiese cristiane: cattolica e ortodossa russa.

IMG_20171009_110502Madre di Dio della Passione. Fine del XVII secolo. Russia centrale. Museo Andrej Rublev. Legno, tempera. Opera recuperata da S.R. Bragin nel 1999.

Le opere esposte, realizzate da botteghe e laboratori di grande notorietà e prestigio, presentano tre diversi cicli che esaltano a loro volta tre diverse figure: la Madre di Dio, Odigitria, Cristo, dal Pantocratore all’Entrata a Gerusalemme e alla Trasfigurazione, ed infine i Santi Monaci Russi ad iniziare da San Sergio, figura centrale di santità nella chiesa ortodossa russa.

IMG_20171009_110115I venerabili Evfimij e Chariton di Sjanzem. Seconda metà del XVIII secolo. Terre di Vologda. Museo di Andrej Rublev. Legno, tempera. Opera recuperata prima dell’acquidizione del museo.

Da non trascurare, infine, anche il valore ed il messaggio artistico proprie di queste sacre icone che può essere riassunto dalle parole del curatore contenute nel prezioso catalogo edito dal Museo Andrej Rublev sia in italiano che in russo: “Scopo fondamentale della mostra è quello di testimoniare, attraverso immagini iconiche, l’eccellenza delle maestranze russe, capaci di rinnovare ogni volta la suggestione spirituale pur attenendosi fermamente alla tradizione figurativa. Agli occhi degli spettatori l’icona si fa quindi rappresentazione di una spiritualità forte e diventa veicolo di un invito all’idea dell’amore perfetto di Dio per l’uomo”.

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Vladimir Tatlin: Composizione con superfici trasparenti                                                       Dimitrij Gutov: Madre di Dio Grande Panagia

L’arte iconografica in Russia  non ha interessato solo i secoli passati, in particolare XVII^ e XVIII^ sec., quando scuole e maniere pittoriche locali goderono di particolare fortuna come quella di Kargopol, regione del Volga del bacino del fiume Kama, ma è giunta, sia pure nelle mutate forme artistiche nate sei secoli successivi, fino ai giorni nostri. A dimostrazione di questo in mostra sono esposte due opere altamente significative, una realizzata da Vladimir Tatlin nel 1916 dal titolo “Composizione con superfici trasparanti”, dai chiari contenuti avanguardistici, ed una scultura in metallo, con saldatura e forgiatura, realizzata da Dimitri Gutov nel 2012 dal titolo “Madre di Dio Grande Panagia (Orante).

Roma – Palazzo Braschi  – Piazza San Pantaleo, 10 – Piazza Navona, 2 fino al 3 dicembre 2017 dal martedi alla domenica con orario 10,00/19,00 ed ingresso gratuito per i visitatori del Museo di Roma Palazzo Braschi, muniti di biglietto

MANGASIA. Wonderlands of Asian Comics – La prima mostra al mondo sulla storia del fumetto asiatico. DIGITALLIFE 2017 – Arte e nuove tecnologie

Testo e foto di Donatello Urbani

Due rassegne importanti che dovrebbero essere anche il punto di partenza di un nuovo corso che l’Amministrazione Comunale Capitolina intende iniziare per un rilancio sostanziale sia del Palazzo delle Esposizione che dei due Macro, Testaccio e Via Nizza. Da troppo tempo lamentavamo, in coro con importanti rappresentanti della vita cittadina, il completo abbandono di questi rappresentativi  centri culturali romani prova ne sia che da circa un anno e mezzo erano tutte prive di un direttore.

IMG_20171006_115326MANGASIA. Wonderlands of Asia Comics. – Allestita  al piano superiore espone un importante ed ampia selezione di tavole originali e volumi di fumetti asiatici, molti di questi quasi del tutto sconosciuti al di fuori dei confini nazionali. Questa rassegna, inoltre, concentra la propria attenzione “su un progetto creativo che sottintende alla creazione di un fumetto, offrendo in visione le sceneggiature, gli schizzi ed i layout delle pagine finite” come scrivono i curatori. Il titolo che si compone di due parole: “Manga”, termine coniato nel 1814 dal maestro Katsushika Hokusai, ed “Asia”,  ci introduce sul tema principale svolto lungo tutto il percorso espositivo. Manga è un genere di fumetto nato in Giappone e da lì si è diffuso in tutta l’Asia, e nel resto del mondo. La particolarità è offerta dai contenuti che questi fumetti hanno assunto in ciascuna nazione. Di volta in volta le loro vignette hanno fatto leva in toto sui principi propri sia del pensiero filosofico, oppure etico senza disdegnare quello religioso. Ciascun fumetto manga ha percorso un proprio sentiero, diverso in ciascuna nazione, facendo propri i caratteri nazionali di volta in volta incontrati. Questa rassegna come scrivono i curatori “…si concentra sull’evoluzione dell’arte del fumetto in Asia orientale, meridionale e sud-orientale. Non ci avventuriamo più ad ovest del Pakistan né più a nord della Mongolia e del Giappone. Anche così si tratta di una regione enorme comprendente una ventina di paesi di dimensioni diverse, dai piccoli territori e stati insulari come Hong Kong e Singapore alle due nazioni più popolate del  pianeta: la Cina e l’India….”.

IMG_20171006_114905La prima sezione, fra le sei in cui si articola il percorso espositivo, è una mappa dei territori in cui si è sviluppato il fumetto. Tra questi, oltre a quelli affermatesi in Giappone come una vera e propria industria culturale, sono esposti  i, “manhua” prodotti  in Cina  e i “manhwa” diffusi sia  in Corea che i “cergan” in Indonesia e i “Komiks” nelle Filippine.

I miti e le leggende sono i temi affrontati dai fumetti esposti nella seconda sezione che ripropongono, con un linguaggio nuovo e più congeniale alle attuali giovani generazioni, racconti imbevuti di verità eterne e messaggi di valore universale. Notevole successo hanno trovato in India i due massimi poemi epici indiani, il “Mahabharata e il Ramayana in cui sono narrate rispettivamente le vicende di Krishna e Rama.

IMG_20171006_124907                                                                                     Pannello con raffogurate gesta narrate sul Ramayana

Ricreare e rivisitare il passato nazionale è il tema in cui si sviluppa la terza sezione. Ciascun governo delle diverse nazioni asiatiche  si pone l’obbiettivo di  rileggere e raccontare in vario modo la propria storia nazionale. Molti hanno utilizzato il fumetto nell’intento di raggiungere il numero maggiore possibile di cittadini. Lwe guerre per raggiungere l’indipendenza e l’affrancamento dalla colonizzazione hanno ceduto il posto  a temi attuali e controversi quali la corruzione e la violazione dei diritti umani. Paul Gravet, capo equipe di un gruppo di curatori, tiene ad affermare che: “In molti casi gli autori di fumetti si sostituiscono ai giornalisti raccontando vicende dimenticate o  ignorate dagli organi di stampa ufficiali.”

Come si realizza un fumetto? E’ quanto viene presentato nella quarta sezione. Scrivanie, carta, penna, inchiostri di vari tipi ed oggetti vari ci presentano un mestiere difficile sia da apprendere che da coltivare, ricco di soddisfazioni e non nel guadagnarsi da vivere.

La quinta sezione affronta un tema particolarmente scabroso: com’é interpretata la pornografia in vari paesi asiatici. Censure, vincoli giuridici, dettami religiosi sono sottintesi in diverse tavole dai contenuti spesso erotici oltre che pornografici.

IMG_20171006_114815                                                             Aya Takano: “Tking a ride on the Spiriti Boat” – 2014 -.Scultura gonfiabile

La sesta ed ultima sezione ci porta a scoprire i fumetti del futuro e come questi, in Asia, abbiamo influenzato ed interagito con gli altri mezzi espressivi: dai concerti rock  alla moda fino a contaminare la fantasia di tanti appassionati  nell’immedesimarsi nei panni degli eroi preferiti con il cos play. Le due sale al termine del percorso espositivo accolgono due attrazioni sensazionali: una scultura gonfiabile realizzata da Aya Takano nel 2014 dal titolo “Tking a ride on the Spiriti Boat” ed un installazione digitale interattiva dove un robot riproduce i movimenti di quanti si fermano ad osservarlo.

Ben 281 tavole originali ed oltre 200 volumi di fumetti ci parlano dei nostri vicini asiatici e tutto sommato ci fanno scoprire un mondo popolato da esseri umani non troppo diversi da noi che quotidianamente affronta e convive con difficoltà non così diverse dalle nostre. In contemporanea a questa rassegna ci saranno nella sala cinema del Palazzo delle Esposizioni – ingresso gratuito  da Via Milano fino ad esaurimento dei posti – una rassegna di capolavori del cinema di animazione giapponese a far luogo dal 19 ottobre e una serie di conferenze “Incontri a Mangasia” a partire dal prossimo 12 ottobre. Per entrambi consultare il calendario, sito web www.palazzoesposizioni.it . Importante il catalogo curato da Paul Gravett ed edito da Thames & Hudson.

Roma – Palazzo delle Esposizioni Via Nazionale, 184 fino al 21 gennaio 2018 con orari 10,00/20,00 nei giorni di domenica, materdi, mercoledi e giovedi-  0re 10,00/22,30 venerdi e sabato. Costo biglietto d’ingresso intero  €.12,50, ridotto €.10,00 – integrato con l’altra mostra Digitalife 2017, intero €.18,00, ridotto €.15,00. Sono previste riduzioni per età e gratuità di legge.

 

IMG_20171006_133755DIGITALLIFE – Arte e nuove teconologie-  Questa mostra che decisamente strizza l’occhio ad un pubblico giovane, presenta, giunte dalla Biennale dell’Image en Mouvement , nel primo piano del Palazzo delle Esposizioni, sei installazioni, una piattaforma KizArt di grande fascino, alcune talk e varie performance. “Le nuove arti visive” dice la curatrice Monique Veaute, “hanno abbandonato i vecchi mezzi tecnici a disposizione degli artisti, cavalletto, pennelli, colori, per assumerne altri  con caratteristiche digitali  che impongono agli stessi artisti conoscenze  matematiche sconosciute ai loro predecessori quali gli algoritmi.

La sezione principale, curata da Richard Castelli, vuole coinvolgere il visitatore in  una complessa e articolata architettura audiovisiva e ambienti digitali  in 3D da titolo <360>. Vari artisti presentano le loro realizzazioni di gran fascino quella  creata dall’artista tedesco Robert Henke che propone il visual concert dal titolo Lumiere III, performance di laser ad alta precisione ed in perfetta sincronia  con il suono.

mdeRobert Henke: “Lumiere III”.-performance di laser ad alta precisione ed in perfetta sincronia  con il suono in un visula concert.

Su invito della Fondazione Giuliani , la Biennale dell’Image en Mouvement (BIM), propone 13 film, perlopiù inediti in Italia, che esplorano la centralità dell’immagine nella cultura moderna. In altra sezione  incontriamo KizArt, una piattaforma realizzata con il coinvolgimenti di personalità dell’arte contemporanea dove ciascuno di questi propone un video che ha giudicato adeguato ai bambini da 0 a 14 anni. Il dialogo tra macchina ed uomo è al centro del  progetto proposto da Alex Braga dal titolo “Cracking Danilo Rea”, capace di spaziare dalla musica all’arte concettuale e che vede coinvolto il pianista Rea, celebre per le sue improvvisazioni che dal jazz arrivano alla classica e al contemporaneo. Infine il 2 dicembre, giorno di chiusura del Romaeuropa Festival il Prof. Massimo Bergamasco, Direttore dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed il performer Sterlac presentano il loro lavoro durante l’incontro “Where are we now?. Riferimenti contemporanei per l’esplorazione del futuro”.

Roma – Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale, 194 fino al 7 gennaio 2018 con identico orario della mostra Mangasia. Costo biglietto d’ingresso intero  €.12,50, ridotto €.10,00 – integrato con l’altra mostra Mangasia, intero €.18,00, ridotto €.15,00. Sono previste riduzioni per età e gratuità di legge. Info sui siti www.palazzoesposizioni.itwww.romaeuropa.net