Nuovo collegamento aereo tra Roma/Fiumicino e Alicante – Costa Blanca.

Testo Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Giovedì 22 febbraio presso il Centro Multimediale Interattivo dell’Ufficio Turistico Spagnolo in Roma Piazza di Spagna 55, è stato presentato l’evento “In viaggio nella Costa Blanca con Wizz Air”.

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Il Dott. Jose F. Mancebo, direttore dell’ente del turismo della Costa Blanca, ha posto in rilievo le attrattive turistiche della Costa Blanca in particolare di Alicante. La città di Alicante ti aspetta per vivere esperienze uniche dalla gastronomia internazionale al buon cibo con le dieci stelle Michelin che la contraddistinguono.

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                                                                             Dott. Jose F. Mancebo, direttore dell’ente del turismo della Costa Blanca,

Vino di lusso di Alicante con oltre 16 cantine visitabili prodotto nella stessa provincia, 300 giorni di sole con una temperatura media di 18 gradi, 244 kilometri di costa, con tutti gli sport nautici desiderati, 14 bandiere bleu e i piccoli borghi dell’entroterra che parlano al cuore, le tradizioni folcloristiche, i castelli e le torri di difesa, patrimonio UNESCO, campi da golf e percorsi trekking, 345 hotel, 44 camping, oltre 21 mila appartamenti e 241 case rurali, collegamenti aerei con oltre 110 destinazioni, treno alta velocità, fanno di Alicante una meta irrinunciabile, un mosaico di sensazioni. Per saperne di più turismo@costablanca.org – costablanca.org

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                                                                         Dott.ssa Tamara Nikiforova, Corporate Communications Manager di Wizz Air

La Dott.ssa Tamara Nikiforova, Corporate Communications Manager di Wizz Air, ha presentato il vettore aereo così come, dal prossimo mese di aprile 2024, il nuovo collegamento aereo tra la città di Roma FCO e Alicante.

Il Mondo Fluttuante – Ukiyoe, Visioni dal Giappone. Museo di Roma Palazzo Braschi fino al 23 giugno 2024

Mariagrazia Fiorentino

La mostra è una visione d’insieme che fornisce i fondamenti per una corretta prospettiva su questa arte antica per sensibilizzare le emozioni, il corpo e la mente che trasformano l’essere umano.

5.Kikugawa Eizan_Raccolta moderna di bambini come tesori

Da comunicato stampa:”…..La mostra, presenta centocinquanta capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, focalizzandosi su quello che stato il filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l’ukiyoe. Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”, si tratta di un genere pittorico nato in epoca Edo (1603-1868) che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta. Quello che si ricava dalla mostra è una panoramica dei circa duecentocinquant’anni sotto il governo militare dei Tokugawa, un lungo periodo di pace segnato da grandi cambiamenti sociali, economici ed artistici che si chiuse con la riapertura forzata del Paese agli scambi con le potenze occidentali a partire dalla metà dell’Ottocento e la Restaurazione Meiji che riportò al centro del potere l’Imperatore. Sono rappresentati i più importanti maestri dell’ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi più noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada che rappresentò l’apice e forse anche il dissolvimento del genere quando i tempi stavano ormai cambiando. La tecnica dell’ukiyoe, importata dalla Cina, implementò la diffusione di immagini e libri permettendo una produzione in serie grazie anche al talento degli artisti ingaggiati. La produzione di stampe, infatti, rappresentò un vero e proprio mercato, tantissimi furono gli artisti e i professionisti, tra pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi, che lavoravano in atelier sotto la direzione di un editore il quale sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, e immetteva le opere sul mercato…..”

8.Kitagawa Utumaro_Giovani donne e inserviente raccolgono i cachi_B

La mostra presenta centocinquanta capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, focalizzandosi su quello che è stato il filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l’ukiyoe. Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”, si tratta di un genere pittorico nato in epoca Edo (1603-1868) che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.

11.Utagawa Kuniyoshi_Esibizione a Nishi Ryogoku, dalla serie Hayatake Torakichi. Fiori di Edo, foglie che pendono dagli alberi

Quello che si ricava dalla mostra è una panoramica dei circa duecentocinquant’anni sotto il governo militare dei Tokugawa, un lungo periodo di pace segnato da grandi cambiamenti sociali, economici ed artistici che si chiuse con la riapertura forzata del Paese agli scambi con le potenze occidentali a partire dalla metà dell’Ottocento e la Restaurazione Meiji che riportò al centro del potere l’Imperatore.

15.Katsushika Hokusai_Veduta del tramonto presso il ponte Ryōgoku dalla sponda del pontile di Honmaya

Sono rappresentati i più importanti maestri dell’ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi più noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada che rappresentò l’apice e forse anche il dissolvimento del genere quando i tempi stavano ormai cambiando. La tecnica dell’ukiyoe, importata dalla Cina, implementò la diffusione di immagini e libri permettendo una produzione in serie grazie anche al talento degli artisti ingaggiati. La produzione di stampe, infatti, rappresentò un vero e proprio mercato, tantissimi furono gli artisti e i professionisti, tra pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi, che lavoravano in atelier sotto la direzione di un editore il quale sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, e immetteva le opere sul mercato.

19.Utagawa Hiroshige_Miho no Matsubara nella provincia di Suruga dalla serie Trentasei vedute del Fuji

La grande novità che l’ukiyoe convogliava erano i soggetti, completamente diversi dalla grande pittura parietale aristocratica al servizio dei potenti e dalle scuole classiche di Kyoto. A Edo a dettare gusti e le mode era la classe cittadina emergente, composta soprattutto di mercanti arricchiti che, pur non avendo potere politico, cominciarono a permettersi il godimento del lusso e di intrattenimenti di ogni genere. Ukiyio, che fino ad allora era stato inteso nel senso di attaccamento all’illusorio mondo terreno da cui rifuggire, secondo l’insegnamento buddhista, ora prendeva un senso opposto di godimento dell’attimo fugace e di tutto ciò che era alla moda”……

18.Katsushika Hokusai_La Grande Onda presso la costa di Kanagawa

Immagini di un mondo effimero ma che ci introducono in una società estremamente colta, quello dei luoghi celebri Meisho (blou di Prussia) è il filone più apprezzato internazionalmente, grazie alla veduta della “Grande onda” di Kanagawa.

Museo di Roma a Palazzo Braschi Piazza San Pantaleo 10, Roma. Orari dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00. La biglietteria chiude alle ore 18.00. Giorno di chiusura: lunedì. Biglietto “solo Mostra”: intero € 15,00 – ridotto € 13,00. Preventita: € 1,00. Per maggiori informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museodiroma.itwww.museiincomune.it

“greenroad” Evento finale – Incontro a Roma Palazzo Falletti 20.02.2024 -Strumenti finanziari per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici.

Testo Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Come poter favorire in modo costruttivo l’attuale superamento in materia di energia, guardando alle reali opportunità offerte per il miglioramento dell’efficienza energetica e la loro riqualificazione., Greenroad è il progetto europeo volto a facilitare la mobilitazione degli investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano attraverso la costituzione di tavole rotonde nazionali e focus group territoriali in cui stakeholders pubblici e privati, nazionali e locali, possono confrontarsi per individuare e proporre le soluzioni più adatte a soddisfare le esigenze del mercato.

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Gli obbiettivi individuare misure, buone pratiche e soluzioni di finanziamento più idonee ed efficaci per stimolare gli investimenti…. Facilitare lo sviluppo ed il monitoraggio delle politiche di efficienza energetica sia a livello nazionale che locale.

Fieramente in Piemonte – Piccole sagre, grandi prodotti – Presentati a Roma per iniziativa della Regione Piemonte – Assessorato all’Agricoltura e Cibo.

Testo Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Tradizione e innovazione. Sono presenti a “Fieramente in Piemonte 1182 comuni con tante diversità di prodotti perché ogni campanile ha la sua storia”, sottolinea Marco Protopapa, Assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, nel suo intervento; “perché usi, costumi e tradizioni sono la fortuna di un territorio e un prodotto di qualità senza storia non si vende”. Mettere in rete i piccoli comuni, dice Andrea Marelli, fa parte di un progetto di globalizzazione interessante e innovativo che unisce tradizione e cultura.

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Da comunicato stampa: ” Fieramente in Piemonte ha il suo Punto di forza nella qualità dei prodotti agroalimentari: 23 Dop del cibo, 59 vini a denominazione (18 Docg e 41 Doc), ai quali si aggiungono i 343 Pat, prodotti agroalimentari tradizionali, e propone una rassegna di 58 fiere e sagre sul territorio regionale, indicate da 54 Comuni piemontesi, che per primi hanno aderito all’iniziativa e altri si stanno aggiungendo alla lista. E’ possibile prendere visione degli eventi tramite un motore di ricerca sul sito di Visit Piemonte: https://www.visitpiemonte.com/it/gusto/fieramente-piemonte-piccole-sagre-grandi-prodotti

Per ogni fiera e sagra è presente una scheda informativa dedicata, che contiene le principali informazioni sull’evento e dalla quale si possono approfondire le caratteristiche dei prodotti enogastronomici oggetto delle sagre, sul portale istituzionale Piemonte Agri Qualità:  http://www.piemonteagri.it/qualita/it/

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Fra le eccellenze presentate a Roma “La Fiera della Città della Nocciola” a  Castellero alla sua 42^ Edizione, la “Sagra del Gorgonzola DOP” a Cavallermaggiore e la “Formaggetta di Capra” del Consorzio per la tutela del formaggio  di Roccaverano DOP.”

Sono storie di comunità, lavoro, famiglia per far conoscere questi borghi ricchi di umanità e cultura.

 

Manuel Felisi al Museo Bilotti di Roma fino al 21 aprile 2024

Testo Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Un progetto dell’artista per il Museo Carlo Bilotti dedicato al mondo animale: un bestiario raffigurato su grandi tavole di legno posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico più antico d’Italia. La mostra intende, inoltre, aprire ad una crescente coscienza antispecista e figurare relazioni basate sul riconoscimento della diversità tra l’essere umano e l’altro. Lo splendido catalogo che accompagna la mostra con la prefazione di Gabriele Simongini è un vero volume d’arte sia d’informazione visiva che accademica.

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Nota critica del curatore della mostra, Gabriele Simongini estratta dal catalogo pubblicato da Gangemi Editore: “

Campi (F)Elisi della pittura/natura

Partiamo dall’illuminante saggezza di Carl Gustav Jung: “Quanto più invecchio e quanto più osservo gli animali, tanto maggiore è il rispetto che nutro per loro. Il modo in cui l’animale vive il mondo dev’essere di una ineguagliabile pienezza e singolarità”. E ancora: “Gli dei sono simboleggiati da animali; perfino lo Spirito Santo è un uccello, tutti gli dei dell’antichità come quelli dei popoli primitivi sono contemporaneamente animali”. Solo tenendo presenti parole come rispetto, pienezza e singolarità, possiamo avvicinarci nel modo giusto al ciclo di opere di Manuel Felisi che hanno come protagonisti gli animali, resi in scala reale, 1:1, per proporre un impatto forte e concreto con la nostra stessa presenza mentre contempliamo i quadri, perlopiù di grandi dimensioni. E poi il nostro artista pensa anche ai bambini, molti dei quali, nati e cresciuti in unaciviltà ipermediatica in cui la conoscenza del mondo si esplica perlopiù attraverso il filtro asettico degli schermi (smartphone, tablet, televisori, ecc.), non hanno mai visto tanti di questi animali nelle loro dimensioni reali, quelle in cui li ha rappresentati appunto il nostro artista, dai più mastodontici agli insetti più piccoli, fra micro e macro. Inoltre, con un occhio alla percezione superstimolata e sovraeccitata del nostro tempo, la staticità iconica delle tavole dialogherà in mostra con animazioni digitali che avranno come protagonisti sempre gli animali. E certamente una mostra come questa, anche per l’attenzione ai bambini, non avrebbe potuto trovare sede più adatta del Museo Bilotti, nel cuore di Villa Borghese e vicino al Bioparco, con cui sono previste iniziative in comune, sotto il segno dell’importante ed emblematica collaborazione, che non ha precedenti dal punto di vista artistico, instaurata per l’occasione dalla Galleria Russo con il National Geographic.

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In fin dei conti anche noi esseri umani siamo animali ma Felisi, da sempre sensibile osservatore della natura (si pensi alle sue opere vertiginosamente incentrate sugli alberi), dedica la sua attenzione agli altri animali, quelli che guardiamo dall’alto in basso, con indifferenza e noncuranza, quelli che mangiamo o che uccidiamo, quelli su cui sperimentiamo torturandoli, quelli di cui mettiamo in costante pericolo l’esistenza distruggendo il loro habitat naturale. Ma siamo così sicuri di essere superiori? Non c’era proprio alcuna ragione perché gli dei antichi fossero contemporaneamente animali, come ha scritto Jung? E non ha forse colto nel segno un grandepittore come Ennio Calabria quando mi ha detto, recentemente, che “gli animali sono il volto di Dio”? Non dovremmo finalmente smetterla di giudicarli poco sensibili o poco intelligenti solo perché le loro qualità straordinarie, e spesso a noi ignote, ci sfuggono completamente e non sono valutabili secondo i nostri criteri antropocentrici? A questo proposito sentiamo ancora Jung: “Come tutti gli animali e le piante, la scimmia possiede istintivamente la saggezza della natura, ma la saggezza è rappresentata da una creatura che non è cosciente di sé, e quindi non può propriamente dirsi saggezza. Per esempio, la lucciola rappresenta il segreto di produrre luce senza calore; l’uomo non è in grado di produrre il 98 per cento di luce senza dispendio di calore, mentre la lucciola sì, conosce il segreto. Se si potesse trasformare la lucciola in una creatura consapevole del fatto di possedere un segreto simile, ecco che avremmo un uomo di intelligenza e sapienza molto superiori alle nostre; sarebbe probabilmente un grande scienziato o un grande inventore, capace di trasformare tutta la nostra tecnologia”. Lo scrittore, sociologo e antropologo Roger Callois esaltava un antropomorfismo alla rovescia, nel quale l’uomo, lungi dall’attribuire, e a volte con condiscendenza, le sue proprie emozioni agli altri esseri viventi, partecipa con umiltà a tutto quello che è incluso o era incluso nei tre regni. Così Manuel Felisi, novello Noè, porta nella grande Arca della pittura l’immagine/memoria di animali la cui esistenza è spesso minacciata dalla nostra folle e pervasiva aggressione ambientale. E i titoli delle opere con quei numeri misteriosi indicano quanti esemplari di ciascun animale rimangono attualmente sulla Terra, prima che gli esseri umani li facciano diminuire progressivamente. Tanto che quelle cifre sono quanto mai effimere, destinate a cambiare, in una sorta di tragico conto alla rovescia che tutti ci dovremmo impegnare concretamente a fermare. Così, se molte specie di animali vanno drasticamente a ridursi, noi esseri umani aumentiamo continuamente: la nostra presenza sempre più nociva è richiamata in mostra da un’opera con incisa la scritta “OTTO MILIARDI”, che indica l’attuale popolazione del nostro pianeta, nella quale il visitatore si specchierà non appena uscito dalla saletta proiezioni, proprio dietro alle tavole sugli insetti e forse non a caso collocata in questa ubicazione visto che dobbiamo tornare ad accettare umilmente la nostra piccolezza a fronte della smisurata grandezza del mondo e del cosmo. Sospesi fra apparizione e scomparsa, non di rado trasformati in presenze fantasmatiche (si guardi la capra o l’orso polare, ad esempio), gli animali di Felisi ci fissano quasi increduli, stagliandosi in scala reale su sfondi vagamente floreali che sembrano evocare anche la raffinatezza dell’Art Dèco e comunque un tempo che già appartiene alla dimensione del ricordo.

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Del resto, la memoria è parte integrante di quelle garze e tessuti che fanno da sfondo e che rimandano, nella vita di Felisi, al ricordo dei suoi inizi creativi messi alla prova sulle lenzuola della nonna. E’ come se il nostro artista ci dicesse che questi animali un tempo erano protagonisti della Terra mentre ora sono ridotti quasi a sfondi decorativi, nell’era del cosiddetto “Capitalocene”, termine con cui, in contrapposizione ad Antropocene, si intende mettere in luce le durature conseguenze negative del sistema capitalista sul piano economico-sociale, culturale e ambientale. Così gli animali giunti al Museo Bilotti sembrano diventare testimoni dell’accusa contro di noi in un processo immaginario e quasi fiabesco, visto che anche nelle favole ci sono aspetti malinconici o addirittura drammatici. E ci direbbero, se potessero parlare come per incantesimo, “noi siamo qui, davanti a voi, non siamo oggetti da consumare e buttare via, siamo esseri viventi e sentiamo pienamente tutto quello che ci accade”.

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Questa sorta di richiamo della natura a cui ha risposto Felisi è nato durante la fase più acuta della pandemia di COVID-19, quando, chiusi in casa, nonostante tutto, abbiamo riscoperto la bellezza imprevista e metafisica delle nostre città deserte ed abbiamo guardato con maggior calma ed attenzione ad un sorprendente rigoglio naturale perfino nelle nostre metropoli. Forse, proprio allora, qualcuno di noi, tra cui Felisi, ha iniziato a chiedersi se in fin dei conti la nostra presenza di esseri umani non rappresenti un pericolo costante per il resto del mondo e per gli animali in primis.

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Perfino la scelta di dipingere su tavole di legno è stata condizionata, in quei mesi di lockdown, dalla difficile reperibilità di tele ma Felisi l’ha portata avanti coerentemente anche dopo, forse perché il legno in quanto materiale naturale è il più adatto ad accogliere quella sorta di ecosistema ideale o di zoo senza gabbie dipinti dal nostro artista. E naturale è, ancora, la cenere che spesso viene posata sugli sfondi e che è l’esito delle lunghe passeggiate nei boschi di Felisi, concepite come occasioni fondamentali di riflessione e contemplazione. Le immagini degli animali invece, con un intento quasi documentario e “filologico”, sono prelevate da fotografie e vanno a riempire la sagoma bianca predisposta sulla tela, accolte dagli sfondi che spesso si estendono e diventano quasi tatuaggi sulla loro pelle. L’impaginazione visiva, nell’horror vacui complessivo (per certi aspetti, fra cui una comune radice concettuale, viene perfino in mente il Boetti della serie “Tutto”, mutatis mutandis) è resa con una profonda attenzione agli equilibri compositivi e alla centralità assoluta dell’animale. In queste opere di Felisi la profonda, positiva umanità della pittura (ha detto Gerhard Richter: “dipingere è una delle capacità intrinseche dell’uomo, come ballare e cantare, una capacità che ha senso, con cui conviviamo, qualcosa di assolutamente umano”) conserva il ricordo di quella natura che forse, continuando di questo passo, non esisterà più. Non a caso, in questo mondo votato all’oblio e devoto soltanto al culto economico/tecnologico, la pittura (intesa anche come sapienza tecnica tramandata fra generazioni), la memoria e la natura sono sempre più a rischio di cancellazione, a beneficio di una civiltà del simulacro, dell’artificio, del virtuale, del transumanesimo. Del resto, come ha detto Ian Bremmer, “gran parte degli umani non consuma più verità, né la cerca: assorbe ciò che gli viene algoritmicamente somministrato. Il rapporto con figli, animali domestici, amici, non può essere affidato all’Ai. Ma gli esseri umani ormai vivono sempre  più come se fossero algoritmi: l’intelligenza artificiale comincerà a sostituire l’umanità di queste relazioni”. Il problema di fondo è quindi la sopravvivenza di ciò che definiamo umano in un mondo in cui tutto appare disumano, con la priorità di tornare a sentirci parte di un tutto in cui ogni essere è collegato agli altri, per vivere in armonia con la natura (come ha recentemente auspicato, con fin troppo ottimismo, l’Onu indicando nel 2050 la data entro cui raggiungere questa difficilissima aspirazione, visto il nostro stile di vita distruttivo e iperconsumistico).

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In qualche modo, le opere di Felisi ci sollecitano senza alcuna retorica ad acquisire una nuova consapevolezza di vita e di comportamenti, mettendo da parte la nostra arrogante e aggressiva superiorità di tirannici Signori del mondo e imparando a rispettare quelle creature meravigliose. E tutto può iniziare guardandole negli occhi, in scala 1:1, come avviene in questa mostra, per avviare un percorso verso la mentenaturale e verso una sorta di spiritualità ecologica volta a costruire una cosmologia unitaria e soprattutto ad annullare quell’ossessione del dominio pervasivo e totalizzante che pensiamo d’imporre al pianeta Terra”.

Roma – Museo Carlo Bilotti – www.museocarlobilotti.itVia Fiorello La Guardia, 6 e Viale dell’Aranciera 4 – 00197  Ingresso Gratuito -Orari: dal martedì al venerdì ore 10.00 – 16.00; il sabato e la domenica ore 10.00 – 19.00

Bioparco di RomaPiazzale del Giardino Zoologico, 1 – 00197 Roma – Aperto tutti i giorni – orari di apertura su:  bioparco.it  - Presentando il Biglietto del Museo Carlo Bilotti riduzione di € 4

 

 

 

 

 

Il Turismo a Esperienza Europa sala “David Sassoli”

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“Almeno una volta l’anno vai in un posto dove non sei mai stato prima”. Questo pensiero non è mio ma del “Dalai Lama” e il Parco Nazionale delle Cinque Terre racchiude perfettamente questo pensiero

Un convegno su “Overtourism? Riflessioni per la tutela del patrimonio nazionale ed un turismo sostenibile. Il caso del Parco delle Cinque Terre” e l’inaugurazione di una mostra fotografica sui muri a secco del Parco, sono stati al centro dei colloqui della mattina del 13 u.s. nella sede romana Esperienza Europa – David Sassoli.

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Gli onori di casa sono stati assolti dal Dott. Massimo Pronio, responsabile della comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, mentre la Dott.ssa Donatella Bianchi, Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, ha illustrato i temi che saranno dibattuti dai vari relatori, eurodeputati, membri del Parlamento italiano, sindaci, assessori comunali e esperti di problematiche del turismo. I vari interventi hanno interessato a tutto campo il settore turismo ponendo l’accento su tutti quei fenomeni che sono d’intralcio alla regolare sostenibilità e fruibilità sia del territorio che dell’accoglienza riservata ai turisti. Molte le idee ed altrettante le proposte che attendono una attuazione, alcune con una certa urgenza, delle quali daremo dettagliata descrizione al momento del loro nascere. Federico Parolotto, nel suo intervento ha illustrato con professionalità e alta competenza lo studio preliminare e ipotesi progettuale dei flussi turistici del Parco Nazionale Delle Cinque Terre dove le infrastrutture e la biodiversità fanno la differenza in un territorio fragile, aprire un dialogo e coinvolgere Trenitalia per verificare la compatibilità per trovare un accordo comune con treni storici e una delle proposte presentate

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La tutela del territorio è stato uno dei temi principe su cui è stata posta particolare attenzione tanto che a cura del Parco Nazionale della Cinque Terre in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e  l’Ufficio in Italia del Parlamento europeo è stata organizzata nel piano interrato della sede di Esperienza Europa sala “David Sassoli”, una mostra fotografica con l’obbiettivo di promuovere nel Parco delle Cinque Terre il recupero e la manutenzione di circa 7 mila kilometri di muri a secco, distribuiti in circa 5 ettari, con lo scopo di far conoscere l’importanza che riveste, far aumentare la resilienza dei versanti ai cambiamenti climatici per proteggere la popolazione dai rischi derivanti da frane e alluvioni.

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Il percorso espositivo è articolato in sedici fotografie ed un video, ciascuna foto è accompagnata da un QR Code attraverso il quale, come scrivono i curatori, “è possibile approfondire i dettagli del progetto che grazie a diverse attività quali la redazione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici con un particolare focus sul paesaggio terrazzato, il posizionamento di quattro stazioni di monitoraggio multi parametriche, corsi di formazione per disoccupati e migranti, favorisce l’inclusione sociale e garantisce il trasferimento della conoscenza delle tecniche costruttive dei muri a secco alle nuove generazioni”.

Roma – Esperienza Europa sala “David Sassoli” Piazza Venezia n.6c –  Mostra “Stonewalls” fino al 13 marzo 2024 con ingresso libero.

Guercino. Il Mestiere del pittore – In mostra oltre 100 opere dal 23 marzo al 28 luglio 2024 a Torino, Musei Reali – Sale Chiablese

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591 – Bologna 1666)  ha un posto di primo piano nelle grandi esposizioni previste per l’anno 2024, grazie anche a nuovi ed importanti studi compiuti in questi ultimi anni. All’indomani della riapertura della Pinacoteca Civica di Cento, è stata presentata al Ministero della Cultura a Roma la ricchissima esposizione che i Musei Reali di Torino hanno organizzato nelle Sale Chiablese per giungere a Roma nel prossimo autunno – Scuderie del Quirinale con temi diversi.

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Nel suo intervento Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei, afferma: ”questa esposizione torinese sarà una mostra eventi del 2024 e avrà un notevole successo perché è una mostra di grande rilievo con prestiti internazionali che fa riflettere sull’importanza della stessa.”…. Questa esposizione torinese vuole riservare una particolare attenzione al mestiere del pittore che nel Seicento si esprime in maniera oltremodo significativa sulla figura del Guercino, uno dei maggiori protagonisti della scena artistica dell’epoca.  Scrivono le curatrici: “Ripercorrendo temi e aspetti che attraversano tutta la carriera del Maestro, grazie a capolavori di primo piano, la mostra intende dare conto più in generale della professione del pittore a quel tempo: le sfide del mestiere, i sistemi di produzione, l’organizzazione della bottega, le dinamiche del mercato e delle committenze….. Le importanti opere riunite a Torino nell’occasione – inclusi due dipinti inediti di collezioni private e le tele che permettono lo straordinario ricongiungimento dopo 400 anni del ciclo Ludovisi – sono dunque particolarmente significative per questo racconto, sviluppato in 10 sezioni tematiche tra confronti, parallelismi, testimonianze.

Guercino

Il percorso espositivo inizia con la presentazione dell’autoritratto dell’artista. Qui Guercino ci appare, circa quarantenne, e con gli strumenti del mestiere per svilupparsi nelle successive sezioni dove partendo dalla fase della formazione, definite dalle curatrici: debitrice, come per tutti i pittori, dello studio di opere di grandi maestri e dell’incontro con personalità che incidono nella maturazione di un artista: per Guercino punti di riferimento furono in particolare Ludovico Carracci, ammirato a Bologna ma anche a Cento…. Quindi l’incontro con la realtà e la spiccata vocazione per il quotidiano, che nei primi anni apre alle opere di paesaggio in analogia con quanto proposto da altri artisti come Annibale Carracci, Domenichino e Agostino Tassi di cui la mostra dà testimonianza insieme a importanti disegni di Guercino della Biblioteca Reale di Torino e alle pitture murali di Casa Pannini, che il giovane pittore realizza a Cento tra il 1615 e il 1617 insieme a collaboratori”. L’ Accademia del nudo ”sarà la fase successiva: Guercino ormai famoso in patria, apre la sua Accademia nel 1616 – così come era uso per i migliori -, facendone un punto di riferimento per molti giovani artisti. Prima di affrontare il tema della bottega e delle sue dinamiche, la mostra ricorda le fasi dell’affermazione del pittore e la geografia delle committenze, che sempre nella carriera di un artista rivestono un ruolo centralIn questo contesto, fondamentale risulta la figura di Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna e dal 1621 papa Gregorio XV. Questi aveva già conosciuto Guercino grazie alla mediazione di padre Mirandola, grande promotore dell’artista di Cento, e all’apprezzamento di Ludovico Carracci folgorato, come sappiamo, dalla pittura del giovane artista e chiamato dall’arcivescovo Ludovisi a valutare il costo delle opere da lui commissionate.

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                                                                    Guercino – “Susanna ei vecchioni” – 1617 – Museo del Prado Madrid

Tra il 1617 e il 1618 Guercino realizza infatti per Alessandro Ludovisi e il nipote Ludovico, quattro grandi tele, eccezionalmente riunite dopo quattro secoli nella mostra di Torino: Lot e le figlie proveniente da San Lorenzo a El Escorial, Susanna e i vecchioni prestata dal Museo del Prado, la Resurrezione di Tabita dalle Gallerie degli Uffizi- Palazzo Pitti e Il Ritorno del figliol prodigo dei Musei Reali. Un’infilata di preziosi disegni del centese racconta dell’iter creativo e del momento fondamentale dell’invenzione tramite l’opera grafica: emblematico il “caso” della Vestizione di San Guglielmo ricordato grazie a tre degli oltre venti disegni preparatori originali. Le ultime tre sezioni della mostra sono dedicate ad alcuni dei temi e dei soggetti più aderenti alla realtà del tempo o di particolare successo e dunque maggiormente indagati dal pittore e dalla bottega.
E’ il caso delle novità scientifiche legate al rivoluzionario pensiero galileiano, che accendono l’interesse di committenti, intellettuali e artisti compreso Guercino, il quale su richiesta dei Medici dipinge il famoso Atlante che regge il globo (Museo Bardini di Firenze) e con sguardo disincantato disegna invece il Mago Brumio, testimonianza delle credenze popolari ancora diffuse. Quindi, il “gran teatro della pittura barocca” con altri capolavori, tra cui Il ritorno del figliol prodigo (1627-28) della Galleria Borghese proveniente dalla collezione romana dei Lancellotti, o Amnon e Tamar dalla Galleria Estense di Modena.

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                    Paolo Antonio Barbieri e  Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino – “L ‘Ortolana” – 1655 – Collezione Privata   

Il Seicento porta all’estremo il gusto per la rappresentazione degli affetti, la gestualità accesa, la visione ravvicinata e coinvolgente degli eventi e Guercino è un vero maestro in questo, sia nelle resa delle figure che nel dipingere l’apparato scenico ricco di particolari. La resa teatrale delle tensioni e delle psicologie, dei drammi e delle passioni si coglie anche in uno dei soggetti più amati e di successo dell’arte del tempo e della  produzione guerciniana. Guercino mette magistralmente in scena l’ultimo atto della tragedia, rendendo partecipe lo spettatore e trasportandolo nella sublime emozione dello spettacolo barocco”.

Torino –  Musei Reali – Sale Chiablese Torino – Piazzetta Reale, Dal 23 marzo al 28 luglio 2024. Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Costo del biglietto d’ingresso: Intero mostra: 15 € Ridotto mostra: 13 € (gruppi con prenotazioni, insegnanti, 18 – 25 anni, convenzioni partner mostra: ARCI, NOVACOOP) Ridotto mostra: 7 € (visitatori da 12 a 17 anni) Integrato Mostra + Musei Reali Intero: 25 € Integrato Mostra + Leonardo Intero: 25 € Tour Reale intero: 30 € (Mostra + Musei Reali + Leonardo) Tour Reale ridotto: 15 € (18-25 anni) Gratuito (0-11 anni, Abbonamento Musei Piemonte, Torino Piemonte Card, Royal Pass, 1 accompagnatore per disabili; Giornalisti; Dipendenti MIC; 2 accompagnatori per gruppi scolastici; soci ICOM) Prevendita biglietto mostra online: 2 € Prenotazione turno gruppo mostra: 15 € Prenotazione turno scuola mostra: 10€ INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI T +39 0111 9560449 info.torino@coopculture.it Gruppi: tour@coopculture.it Scuole: edu@coopculture.it www.coopculture.it

 

 

 

Antonio Donghi a Palazzo Merulana con la mostra “La magia del silenzio” fino al 26 maggio 2024

Redazione

Quanto mai appropriata la presentazione del curatore di questa mostra, Fabio Benzi, che scrive: “ Trentaquattro opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che nel loro insieme rappresentano l’intero percorso di uno dei più grandi esponenti del Realismo magico. Una mostra “inclusiva” che offre nuove chiavi di lettura della poetica donghiana: da un lato la ricerca delle ragioni della sua improvvisa svolta artistica negli anni 22-23 e i suoi riferimenti all’arte antica; dall’altro una riflessione sul suo modello di “narrazione gentile” della romanità e della nuova condizione di modernità borghese”.

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Politici, saltimbanchi, giocolieri, cacciatori, pescatori, fanciulle, paesaggi e nature morte popolano il mondo pittorico di Antonio Donghi protagonista di questa interessante rassegna allestita nelle sale di Palazzo Merulana a Roma, Via Merulana, 121. Il percorso espositivo offre ai visitatori un ampio sguardo di carattere generale sull’opera e la personalità di Donghi anche attraverso diversi piccoli quadri che parlano un linguaggio efficace, raccontando piccole realtà: Donghi, infatti, non mira al risultato plateale ma, il suo obiettivo è carpire la realtà e lo fa dipingendo donne che ci stupiscono per la loro precisione e per la capacità dell’artista di cogliere l’insieme.

Donghi_PalazzoMerulana-52 La moderna critica d’arte vuole i quadri di Antonio Donghi, inseriti in un “universo apparentemente quotidiano ma, in realtà, specchio di una realtà “altra” straniante, magica, quasi allucinata. Il suo realismo pittorico, infatti, si fa ovunque esasperatamente preciso, sia nella resa levigata dei particolari, che nella definizione geometricamente esatta delle coordinate spaziali. Attraverso i suoi quadri, scopriamo che la banalità non è quello che sembra, perché Donghi ha la rara capacità di alterare la percezione della realtà e, in questo, risiede la sua contemporaneità”.

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Con l’occasione è stato presentato anche un interessante progetto culturale con il nome: “Open Merulana”, che grazie alla partecipazione al bando del Ministero della Cultura per l’accessibilità nei luoghi della cultura, finanziato dal PNRR, Palazzo Merulana ha potuto usufruire di risorse finanziarie per completare un percorso di buone pratiche per la creazione di un vero e proprio “Museo Gentile”. Tra le varie azioni un posto speciale è riservato alle istallazioni artistiche di Gaia Riposati e Massimo Di Leo, Nuvola Project, che animano alcune delle opere della mostra e altre tra le più significative della Collezione Cerasi, che è permanente ed esposta al secondo e terzo piano del museo. Attraverso un’applicazione dedicata, scaricabile da qr code, le opere prenderanno vita “magicamente” in un’installazione artistica in interazione fra intelligenza naturale e intelligenza artificiale, una vera e propria drammaturgia a cui gli autori hanno lavorato con la consulenza scientifica degli storici dell’arte del museo. L’operazione integra in realtà aumentata anche l’interpretazione di una attrice segnante in LIS per la perfetta accessibilità dell’esperienza di fruizione alle persone sorde e si è avvalsa per questi a spetti della consulenza e collaborazione dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi. Lo scopo è garantire un’esperienza culturale non residuale ma intensa e piena. Le opere animate saranno otto, di cui cinque finanziate dal MIC e tre finanziate da Unicredit che ha destinato parte delle risorse del progetto “Carta Etica” alla realizzazione di tre opere della Collezione Cerasi: Le Lavandaie e Gita in barca di Antonio Donghi e Primo Carnera di Giacomo Balla.

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Modalità di visita. La mostra è inclusa nel biglietto di ingresso di Palazzo Merulana, che comprende la visita alla Collezione Cerasi. E’ aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica ore 12-20. Biglietti: Intero € 12,00, Ridotto € 10,00 (Giovani under 26, adulti over 65, insegnanti in attività, possessori di Cartax2, possessori Lazio Youth card). Ridotto Scuole € 4,00. Gratuito (bambini e ragazzi under 7, un insegnante ogni 10 studenti, un accompagnatore ogni 10 persone, disabile con accompagnatore, possessori Pass Palazzo Merulana e Pass Palazzo Merulana Young, membri ICOM, guide turistiche con patentino). Maggiori informazioni: www.palazzomerulana.it