About Donatello Urbani

This author has not yet filled in any details.
So far Donatello Urbani has created 681 blog entries.

Fremo Immagine – Mostra di Francesco Ciavaglioli a Roma – Fondazione Pastificio Cerere– Spazio Molini , fino al 6 aprile 2019.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

In uno spazio di archeologia industriale dove sembra che il tempo si sia fermato, sono esposte le opere di Francesco Ciavaglioli per la sua prima personale. “I sotterranei dello storico stabile si popolano di opere su carta, tela e vetro, alternando interventi site-specific a opere inedite. La ricerca dell’artista si basa sulle relazioni tra immagini e media, la sue opere presentano paesaggi innaturali, costruiti attraverso strategie e tecniche che riflettono sui principi di riproduzione alla base dell’immagine contemporanea, tra ripetizione e dissoluzione”.

20190319_190749

Piani sovrapposti, spaccati di paesaggi, rovi e stormi di uccelli, un immaginario semplice e quotidiano sotto il quale pulsa l’idea di una ripetività ossessiva, mentale e spirituale. Tecnica che rimanda a quelle già realizzate nelle factory newyorkesi da Andy Warholl dove i soggetti di questa rassegna non hanno esseri umani per protagonisti bensì la natura in una sua esaltazione, depositaria per eccellenza della bellezza in senso assoluto.

Roma – Via degli Ausoni, 7 – ex Pastificio Cerere fino al 6 aprile 2019 con ingresso gratuito

 

Kiribati – Mostra di Antonio Fiorentino a Roma Fondazione Pastificio Cerere

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Sedimenti, si accumulano nei fondali, detriti su detriti, costruzioni su costruzioni e, se nel passare del tempo si è distrutto, ora è arrivato il momento di recuperare, di reagire e di modificare la nostra quotidianità.

20190319_185726

L’opera personale dell’artista Antonio Fiorentino viene realizzata dopo il suo soggiorno avvenuto nell’estate del 2018, nelle isole Kiribati. Una serie di 33 isole sparse in Oceania. Kiribati si trova sulla linea internazionale del cambio di data ed é il primo stato a salutare la nuova alba, il nuovo giorno, il nuovo anno: in qualche modo si può dire che “sia nel futuro. Ma il futuro di questo paese è apocalittico perché rischia di scomparire per sempre nell’arco di pochi decenni, poiché l’innalzamento del livello dei mari causato dal riscaldamento globale, sta sommergendo a poco a poco il territorio delle isole”. La linea del tempo a Kiribati perde il suo confine, permette distorsioni che hanno portato l’artista “viaggiare nel tempo” in una dimensione sospesa e indefinita, casuale, in un continuo rimando volto a valutare la prospettiva a seconda della direzione percorsa. Fiorentino è un poeta, perché sa raccogliere emozioni, entusiasmi che sanno di mare, di sole, di sale, di vento, di canti antichi e d’infinito azzurro.

Il 15 aprile alle ore 19,00 sarà presentato in anteprima il video dal titolo “Kiribati” realizzato dallo stesso artista sull’isola.

Roma – Via degli Ausoni, n.7 fino al 19 luglio 2019 con ingresso gratuito

 

“Ricordi?”- Film di Valerio Mieli con Luca Marinelli e Linda Caridi nelle sale dal 21 marzo 2019

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il tempo, che va, che viene e che torna. Una storia d’amore a tre, un film bello e riuscito sulla scena dei ricordi personali in un mondo utopistico. Un vecchio adagio popolare vuole che i ricordi siano legati ai torti subiti. per tutti sia per quelli che ricordano il passato con ottimismo, che per gli altri che invece lo ricordano solo legato ad episodi di dolore e di sofferenza.

20190319_103812

Nella pellicola “Ricordi?”, per la seconda regia di Valerio Mieli, lei, ottimista, interpretata da Linda Caridi, incontra un lui, Luca Marinelli, pessimista, ed insieme vivono una bella storia d’amore sia pure portandosi dietro il fardello delle proprie angosce, perché è l’angoscia del ricordare che li accompagna sempre anche nei momenti felici.

20190319_110633

Il tempo, che si vuole “buon medico” nel sanare i ricordi, specie quelli brutti, gioca un brutto scherzo ai due giovani invertendo i relativi stati d’animo, portandoli così ad una inevitabile separazione. Entrambi tenteranno d’immedesimarsi nell’altro sia nel vedere quanto nel comprendere a parti invertite quanto avvenuto nella loro relazione.

20190319_121527

Questo dovrebbe essere la spinta per una riappacificazione che lo spettatore è invitato a immaginare sulle note della bellissima colonna sonora che magicamente si animano prendendo forma visiva anche per porre un lieto fine a questa storia d’amore.

Scappo a Casa – Film con Aldo Baglio per la regia di Enrico Lando nelle sale dal 21 marzo 2019.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

L’eterno dilemma dell’essere o dell’avere è al centro del film “Scappo a casa” sia pure riproposto in chiave attuale con finalità e aspettative proprie dei nostri giorni.

IMG_20190318_104527

Michele, abile meccanico in un garage frequentato da VIP, magistralmente interpretato da Aldo Baglio, è, come scrive lo stesso Aldo nel presentare il suo personaggio: “un uomo superficiale, vive di apparenza, disprezza tutto ciò che è diverso dal suo mondo. L’unica cosa che lo stimola è il mantenimento dei suoi status symbol: forma fisica, belle auto, belle donne.” Un viaggio a Budapest per conto del titolare del garage che gli mette a disposizione un ultimo modello di super sportiva, lo mette a dura prova facendogli vivere esperienze di vita molto diverse da quella vissuta fino allora che, lentamente, lo porteranno a scoprire un Michele sconosciuto, che sa mettersi in gioco a tal punto da effettuare un radicale cambiamento di vita molto diversa e che gli darà anche maggiori soddisfazioni e stimoli, fino a pochi giorni prima, sconosciuti e bistrattati. Come affermato nel film: “solo gli imbecilli non cambiano mai idea” e Michele, oltretutto, è anche una persona intelligente.

IMG_20190318_122946

“Scappo a Casa”, come presentato in conferenza stampa, “è una storia d’incroci inaspettati e sentimenti fortissimi, raccontata attraverso la grande comicità e la stralunata delicatezza umoristica che caratterizza da sempre la vena esilarante di Aldo”.

Roma – In mostra un’importante selezione di fotografie di Robert Mapplethorpe alla Galleria Nazionale Corsini.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

 

La fotografia è un sogno, cultura, libertà. La mostra dal titolo “Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile”, curata da Flaminia Gennari Santori, Direttore delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini, é tutta incentrata su un possibile dialogo tra passato e presente, tra le opere d’arte esposte in via permanente nella Galleria e le fotografie scattate da uno dei più discussi fotografi del secolo scorso. Questo dialogo non è nuovo alla politica espositiva seguita dalla direzione delle due Gallerie Nazionali ed è iniziato con l’esposizione di Parade di Picasso nel 2017 e la rassegna Eco e Narciso nel 2018. Dialogo, come avvenuto in questa rassegna, non necessariamente deve seguire una comune linea artistica, anzi, come voluto per questa occasione, si è cercato deliberatamente d’impostarlo su temi dissonanti e provocatori, che fossero in netto contrasto fra di loro.

20190314_113400

                                                                                   Ken and Lydia and Tyler – 1985

Così scrive nel suo testo Flaminia Gennari Santori: “… fare una mostra su Robert Mapplethorpe è ispirata alla pratica collezionistica dell’artista, avido raccoglitore di fotografie storiche, passione che condivideva con il compagno Sam Wagstaff, la cui collezione fotografica – composta in larghissima parte di ritratti, figure e paesaggi – costituisce un fondo straordinario del dipartimento di fotografia del Getty Museum di Los Angeles. La mostra è un evento unico poiché le foto sono state in varie occasioni accostate alle opere di artisti del passato – Michelangelo, Hendrick Goltzius, Auguste Rodin – attraverso dialoghi sorprendenti e rivelatori, ma questa è la prima volta che vengono esposte nel contesto di una quadreria settecentesca.

20190314_112746_001

20190314_112837

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In alto sulla sinistra: Papa Clemente XII- Lorenzo Corsini                                                Italian Devil (Diavolo) – 1988

La selezione delle opere e la loro collocazione nella Galleria rispondono a diverse intenzioni: mettere in luce aspetti del lavoro di Mapplethorpe che risuonano in modo particolare con la Galleria Corsini, intesa come spazio — fisico e concettuale — del collezionismo, per innescare una relazione inedita tra i visitatori, le opere e gli ambienti della Galleria. Mapplethorpe non è mai stato alla Galleria Corsini, ma senz’altro avrebbe trovato interessanti le sale ancora allestite secondo il gusto del cardinale Neri (1685 – 1770), il creatore della collezione che visse in questo appartamento dal 1738 alla morte….”

20190314_112349

                                                                                                Winter Landscape, 1979

Il percorso espositivo che raccoglie quarantacinque opere, si concentra su alcuni temi che contraddistinguono l’opera di Robert Mapplethorpe (1946-1989), si snoda in tutte le sale del museo, inizia nella cosiddetta Anticamera dove Winter Landscape, un raro paesaggio del 1979, è esposto sotto Paesaggio con Rinaldo e Armida di Gaspard Dughet. Per prosegue poi nella Prima Galleria, nella Galleria del Cardinale, nella Camera del Camino e passando per l’alcova di Cristina di Svezia, prosegue nel Gabinetto Verde, nella Sala Verde, nella Sala Rossa per concludersi In una piccola stanza adiacente dove sono esposte alcune fotografie più esplicite affiancate a immagini di fiori. La mostra “Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile”, come affermato dalla curatrice: “è un’occasione straordinaria per guardare le sue fotografie da punti di vista inusuali e riscoprire la collezione del museo in una luce contemporanea”. Accompagna la mostra un piccolo catalogo, preziosa guida per una lettura corretta delle opere.

Roma, Galleria Corsini, via della Lungara 10 – fino al 30 giugno 2019 dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00; giorno di chiusura il : martedì. Biglietto d’ingresso: Intero 12 € – Ridotto 2 € (per i giovani dai 18 ai 25 anni) . Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito per i minori di 18 anni ed altre categorie previste dalla legge.

Ferrovie dello Stato Italiane presenta il nuovo Polo Mercitalia

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Le Ferrovie dello Stato Italiano presentano il primo servizio al mondo di alta velocità dedicato alle merci. Il Polo Mercitalia nasce nel 2017 quale Gruppo FS Italiane che operano nel “business” del trasporto delle merci e nella logistica con finalità indirizzate nell’ottimizzazione dei servizi del trasporto delle merci e relativi servizi.

20190308_120305

Ad oggi si compone di sette società che hanno in Mercitalia Logistics, la capogruppo e alla quale si riferiscono Mercitalia Rail, trasporto merci in Italia; TX Logistik, trasporto merci in Germania e in diversi paesi europei; Mercitalia Intermodal, trasporto combinato Strada/Rotaia in Italia; Mercitalia Shunting & Terminal, attività di primo e ultimo miglio ferroviario e uno dei maggiori gestori di “inland” in Italia; Mercitalia Maintenance, specializzata nella manutenzione di carri ferroviari; TERALP (Terminal Alp Transit), società che ha come finalità la realizzazione di infrastrutture terminalistiche all’avanguardia.

20190308_115940

Al momento il fatturato consolidato di questo Polo è di oltre un miliardo di euro l’anno ed occupa più di 5 mila addetti sia in Italia che all’estero e dispone, inoltre, di una delle flotte più importanti di locomotori e carri in Europa. Importante è anche l’investimento previsto che ammonta ad un miliardo di euro per i prossimi cinque anni. In relazione al piano d’investimenti previsti è stata presentata la prima di 40 locomotive E494 di ultima generazione, costruita negli stabilimenti di Vado Ligure (SV) da Bombardier, con una potenza di 6,4 MW ed una velocità massima di Km.140 orari dotata dei più moderni sistemi di sicurezza e confort per il personale.

20190308_111258

Il potenziamento ferroviario del trasporto merci riveste una particolare importanza per le sue caratteristiche di sostenibilità e ridotta emissione di CO 2 nell’atmosfera. E’ questo l’argomento principe in questi giorni dibattuto e supportato da manifestazioni tornate di grande attualità e che confermano, tra l’altro, anche la grande importanza delle scelte aziendali compiute dalle Ferrovie dello Stato Italiane.

L’Eroe – Film di Cristiano Anania in programmazione dal 21 marzo

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Può un semplice reporter, neppure dotato di grandi qualità giornalistiche, impegnato in una piccola redazione di provincia, divenire di punto in bianco un eroe nazionale? Le probabilità sono identiche a quelle della vincita del primo premio nella Lotteria Nazionale con l’acquisto di un solo biglietto. Tuttavia l’impresa riesce a Giorgio, magistralmente interpretato da Salvatore Esposito, ex Genny Savastano in Gomorra, grazie ad un sequestro del giovanissimo rampollo maschio della famiglia più in vista della cittadina. Il sequestro di persona, per qualsiasi scopo perpetrato, è un’azione fra le più ignobili e lo è ancor di più quando vede vittima un ragazzo. Reato che pur scuotendo profondamente l’opinione pubblica nazionale, catapulta, quasi come un gioco perverso, una redazione di provincia, impegnata fino a ieri nella cronaca di piccoli furti in abitazioni, maltrattamenti fra i coniugi, beghe politiche locali quant’altro, fra le grandi media informing nazionali.

20190305_113355

                                        I due interpreti principali: Marta Gastini – Marta – e Salvatore Esposito – Giorgio -.

Tutto questo può anche rappresentare una vera grande occasione per un giornalista che da tempo attende un rilancio per la sua carriera e la sua professione miseramente bistratta dai superiori, proprio come è successo al nostro Eroe. Il film, però, è un “noir” a tutto tondo, con tanto di colpevoli, veri presunti, così come per gli innocenti ingiustamente accusati, colpi di scena e finale a sorpresa che non viene svelata fino all’ultima scena.

 

Roma – Ministero dei Beni e le Attività Culturali – Firma del protocollo per la restituite al Messico 594 tavolette votive trafugate dai luoghi di culto.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Gli ambienti monumentali della “Crociera” del Collegio Romano, sono stati la cornice ideale per esporre i 594 dipinti ex voto, illecitamente sottratti al patrimonio culturale messicano ed esportati illegalmente in Italia.

20190306_112739

Con una cerimonia ufficiale il 6 u.s. è stato firmato il protocollo di restituzione alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturale Alberto Bonisoli e della Segretario della Cultura Dottoressa Alejandra Frausto Guerrero degli Stati Uniti Messicani.

20190306_120023

Nelle raffigurazioni pittoriche la Madonna viene rappresentata in mille modi diversi, perché di lei non possediamo alcun ritratto iconografico sicuro.

20190306_120537                                                                    Nostra Signora di Guadalupe Patrona del Messico

Eppure a un certo momento, questa mancanza venne sentita e la pietà popolare pur di avere l’effige “vera” di Maria immagini ideali: ma non per questo meno care al nostro cuore, care anche se non siano uscite da pennelli celebri, perché non è il valore artistico a determinare la venerazione verso un’immagine mariana, bensì la copia delle grazie che la fede impreta dall’onnipotenza divina e come ci sono quadri famosi, che noi ammiriamo nelle sale di un museo senza che essi ci suggeriscano un solo palpito di devozione, esistono invece a centinaia, nei santuari di tutto il mondo cattolico, immagini senza alcuna pretesa artistica attorno alle quali è un plebiscito di fede e di gratitudine che si rinnova di secolo in secolo.

20190306_120114

Le opere restituite per l’occasione, furono asportate tra il 1960 ed il 1970 da vari luoghi di culto del Messico.Individuate grazie all’archivio della Banca Dati del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, furono da questi sequestrate nel giugno del 2016, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Erano tutte esposte in due musei, uno lombardo e l’altro piemontese, ove erano giunte a seguito di una donazione da parte di un noto collezionista milanese, nel frattempo deceduto.

20190306_122117

“Grazie all’esperienza dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale”, come ha rilevato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, “supportati dagli esperti del Ministero per i beni e le attività culturali, è stato possibile, sulla base dell’analisi iconografica e delle iscrizioni presenti, ricondurre i dipinti al Messico. I successivi accertamenti, esperiti sul canale diplomatico, hanno permesso di acquisire, dall’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Segretariato della Cultura messicana di Città del Messico, la conferma dell’appartenenza degli ex voto al patrimonio culturale del Paese centroamericano.

20190306_121711

La cerimonia odierna, che segue quelle avvenute nel 2014 e nel 2016 in cui sono stati restituiti agli Stati Uniti Messicani molti altri reperti archeologici provenienti da scavi illegali, testimonia la proficua e consolidata collaborazione tra l’Italia e il Messico nella lotta al traffico illecito di beni culturali, ulteriormente qualificata dall’istituzione, nel marzo 2018, della “Unidad de Tutela del Patrimonio Cultural” della Divisione di Gendarmeria della Policía Federal de México. Il reparto, che è nato sul modello dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, anche a seguito della sensibilizzazione prodotta, in ambito internazionale, dall’iniziativa italiana della Task Force “Unite4Heritage”, si occuperà di tutelare il ricchissimo patrimonio culturale di quel Paese”.

Hermès dietro le quinte- Gli spazi del Museo dell’Ara Pacis ospitano un incontro con gli artigiani di Hermès

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Non solo bellezza, raffinatezza, eleganza, caratteristiche che tutti riconoscono ai prodotti con marchio Hermès; dal 9 marzo molti romani potranno affermare che a queste si aggiungano una grande manualità artigianale nella realizzazioni di tutto quanto è presente nel mercato della “fashion” con questo marchio.

20190308_131901(0)20190308_132022

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’incontro, è stato affermato nel corso della sua presentazione alla stampa, è un “Festival itinerante dei savoir-faire creato nel 2011”, già presentato in 35 paesi prima di fermarsi a Roma. In questa occasione, gli artigiani di dieci mestieri della “maison” parigina incontrano il pubblico per mostrare e condividere la loro maestria, il loro sapere, la loro esperienza e la loro passione per il lavoro che eseguono.

20190308_132748

In uno spazio di circa 1.000 m2, è stato allestito un percorso di dieci moduli in cui è possibile scoprire il talento delle mani sapienti di altrettanti abili artigiani che trasformano la materia creando borse, selle, carré, cravatte, gioielli, orologi, guanti, foulard e porcellana.

20190308_132857

Dalla nascita di Hermès, avvenuta nel 1837, sei generazioni di artigiani intraprendenti e appassionati  si sono alternati, fino ad oggi, nei ruoli dirigenziale della “maison” e hanno contribuito alla diffusione dei suoi valori: un savoir-faire frutto del culto per i materiali migliori lavorati con eccellenza e amore per gli oggetti belli creati per durare nel tempo nello spirito d’innovazione. Alla fine del 2018, Hermès conta 13.764 dipendenti dei quali più di 4.500 sono artigiani.

20190308_134442

In un contesto come questo non poteva mancare la raffinatezza dell’alta qualità della cucina italiana affidata al servizio catering dell’Enoteca La Torre di Roma.

20190308_141411

Roma – Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta fino al 16 marzo 2019 con ingresso libero ed orario dalle 12.00 alle 20.00

Vincenzo Scolamiero al Museo Bilotti con la mostra “Della declinante ombra”

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Sia il titolo di questa rassegna “Della declinante Ombra” che le opere esposte che presentano tutte una predominanza di un colore sugli altri, quasi una monocromia, hanno un chiaro riferimento allo spazio espositivo – location – del Parco di Villa Borghese e alla netta dominanza del colore verde all’esterno del museo.

20190307_120219 20190307_120231

E’ lo stesso artista Vincenzo Scolamiero che confessa un’attrazione inspiegabile verso la monocromia anche quando si è trattato di collaborare alla realizzazione di un libro-opera, in sette esemplari numerati e firmati dagli autori, dove le sue opere pittoriche, realizzate con inchiostri di china e pigmenti, hanno costituito un tutt’uno con le note musicali autografe di Silvia Colasanti, tratte dalla partitura per il Quartetto d’Archi “Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio” edito dalla Casa Ricordi nel 2017. La visione delle opere pittoriche, con sovraesposte le note musicali, è accompagnata dall’esecuzione delle stesse da parte di un quartetto di archi.

20190307_120158

Un’emozione in più che esalta lo stretto connubio esistente fra le due arti: musica e pittura, certamente le più nobili oggi disponibili per l’essere umano. Un perfetto sincretismo che offre una visione, con sottofondo musicale, attraverso lo svolgersi di fotogrammi come in un film pittorico il cui tema è un invito a riflettere sulla continuità che lega gli esseri umani in un andamento circolare fatto di connessioni misteriose, sulla fragilità ma anche sulla gioia dell’assoluto.

20190307_114448

Lungo il percorso espositivo, che inizia al piano terra, è possibile prendere visione di tutto il percorso artistico compiuto negli anni da Vincenzo Scolamiero e che trova nelle parole del curatore, Gabriele Simongini, riportate nel bellissimo catalogo edito da De Luca Editore d’Arte, pagine 70 prezzo di copertina €.25,00 una perfetta descrizione: “La pittura di Scolamiero è evocativa, raffinata, sintetica ed è sempre attraversata da un vento malinconicamente inquieto che è prima di tutto soffio e respiro interiore. Una natura poetica suggerita attraverso piccoli antieroici gesti e reperti in un microcosmo fatto di cose minute, ramoscelli, foglie secche, ciuffi d’erba, ciottoli, giunchi, nidi, i cui equivalenti reali il visitatore attento e paziente potrà trovare nella Villa Borghese, prima e dopo aver visitato la mostra.”

20190307_114520

Roma – Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese – Viale Fiorello La Guardia, n.6 – fino al 9 giugno 2019. Ingresso GRATUITO ed orario dal martedi al venerdi 10.00/16,00 – sabato e domenica 10,00/19,00, consentito fino a mezz’ora prima degli orari di chiusura. Info tel 060608 siti weg www.museocarlobilotti.itwww.museiincomune.it