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Pixar – 30 anni di animazione

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Leggere il futuro è considerato da sempre una delle imprese più difficili e rischiose. Così la mostra “Pixar – 30 anni di animazione”, allestita a Roma nel Palazzo delle Esposizioni, nelle intenzioni dei curatori oltre a rendere omaggio alla casa editrice icona dell’animazione oggi stella dell’impero della Walt Disney, ipotizza il possibile futuro che attende le arti grafiche, applicate, pittoriche e visive in genere.

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Bob Pauley”Woody e Buzz” Toy Story. Penello e matita                 Teddy Newton”Elstigirl” Gli Incredibili.Pennello e matita su fotocopia

Dipingere con i tradizionali strumenti ed apparati dall’uso consolidato apparterrà al passato ed il computer ricoprirà, sia pure gradatamente, sempre più gli spazi che prima erano di competenza esclusiva di colori e pennelli. In questa rassegna sono esposte oltre 400 opere che, come affermato nel corso della conferenza stampa, “mostrano lo spettacolare patrimonio artistico creato per ciascun film. Fatti di disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerello, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano, tutti lavori nei quali l’arte ed il design giocano un ruolo essenziale e danno vita, insieme all’animazione digitale , al prodotto finito”.

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Tia W.Kratter, layout di GeelweeBoedoe “Formicaio”. Acrilico su cartoncino      Bud Luckey, colore Ralph Eggleton “Woody”.Tecnica mista

Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: Personaggi, Storie, Mondi, alle quali si aggiunge una selezione di video, proiezioni e due spettacolari installazioni: L’Art Scape e lo Zoetrope, che, attraverso la tecnologia digitale fanno rivivere le opere in esposizione grazie al suggestivo fascino dell’animazione. Nel corso dell’intero periodo di esposizione- terminerà il 20 gennaio 2019 – saranno proiettati film  che hanno reso famosa la casa produttrice insieme ad un ciclo d’incontri dove alcuni esperti faranno conoscere ai presenti le loro esperienze di lavoro e di studio adottate nel corso della realizzazione dei loro cartoni animati. Completeranno questo programma parallelo all’esposizione vari laboratori didattici riservati tanto ai giovani, alle scuole quanto ai grandi e famiglie. Dopo aver toccato Roma questa rassegna, inaugurata a New York alcuni anni fa, giungerà nel Messico per poi proseguire con alcune nazioni dell’Estremo Oriente.

Catalogo ricco d’immagini, quasi tutte a colori distribuite in 185 pagine, come si conviene  per illustrare una mostra di animazione.

Roma – Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale, 194 fino al 20 gennaio 2019 con orari nei giorni di domenica martedi, mercoledi, giovedi dalle 10,00 alle 20,00  e nei giorni di venerdi e sabato dalle 10,00 alle 22,30. Lunedi chiuso. Costo dei biglietti d’ingresso: intero €.12,50 – ridotto €.10,00 sono previste riduzioni e gratuità info al tel. 06.39967500 e sito web www.palazzoesposizioni.it

Lorenzo Lotto e le Marche

Testo e foto di Donatello Urbani

Lorenzo Lotto, uno dei più importanti artisti del nostro rinascimento, veneziano di nascita e di formazione artistica, trovò nelle Marche la sua terra di elezione tanto che proprio all’interno del Santuario di Loreto, dedicato alla Madonna, della quale era sincero devoto, ha trovato la sua sepoltura. A far tempo dal prossimo 19 ottobre e fino al 10 febbraio 2019, la Regione Marche insieme a varie istituzioni pubbliche e private, ha promosso una mostra che partendo dalla sede di Macerata si estende in vati centri lotteschi quali Ancona, Cingoli. Jesi. Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino. L’intento  che va oltre il doveroso riconoscimento ad un artista sincero amante la terra marchigiana è stato quella di tenere viva l’attenzione sulle località colpite dai recenti eventi sismici. L’occasione buona è stata offerta dalle attenzioni che varie importanti istituzioni museali hanno recentemente avuto su questo artista che proprio in varie località di questa regione è tutt’ora presente con ben 25 opere. Onore al merito degli organizzatori di questa bella iniziativa che affonda il suo intimo essere nelle profonde e ben consolidate radici culturali di questa regione, è stata quella di non spostare dai luoghi dove le opere furono commissionate all’artista Lorenzo Lotto  e amorevolmente custodite e conservate nei secoli dalla popolazione locale.

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Testimonianza di questo è offerta dal Museo di Recanati dove sono esposte ben tre opere commissionate a Lotto per ornare alcune chiese, fra queste “L’Annunciazione”, un autentico capolavoro  che trova ampie documentazioni in tutti i testi di storia dell’arte e, nello stesso tempo, rende doverosa testimonianza dell’autentica fede e venerazione verso la Madonna nutrita dall’artista stesso. Di non minor interesse è l’offerta turistica insita in questa iniziativa sia perché giunge in un periodo destagionalizzato dai richiami ed interessi turistici, sia per le buone e convenienti proposte offerte dagli operatori turistici locali che interessano, in un arco di tempo relativamente lungo, località che meritano a pieno titolo di essere visitate anche se coinvolte in questa mostra itinerante.

Macerata – Palazzo Bonaccorsi – Musei Civici – Via Don Minzoni, 24  dal 19 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019  dal martedi alla domenica- lunedi chiuso – dalle ore 10,00 alle 18,00. Biglietto d’ingresso intero €.10,00, ridotto €.8,00. Sono previste gratuità, facilitazioni e riduzioni varie per le quali si rimanda per informazioni al tel.0733.256361 – Sferisferio 0733.271709, e anche per le altre località ai siti web www.mostralottomarche.itwww.italytolive.it – e. mail info@italytolive.it

Marcello Mariani “Il Tempo dell’Angelo 1956/2014” – In mostra al Vittoriano – Ala Brasini (Lato Fori Imperiali).

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un’occasione più unica che rara è presente nelle tre aree espositive del Vittoriano per scoprire il profondo legame tra due avanguardie statunitensi fra le più importanti sorte nel dopoguerra: Pop Art e Action Painting, nei suoi massimi esponenti, Andy Warhol e Jackson Pollock, e la pittura informale italiana, rappresentata da uno dei suoi massimi esponenti Marcello Mariani.

IMG_20181001_185321                                                           Senza titolo – 1956. Tecnica mista e collage su tela applicata su tavola

La rassegna che espone le opere pittoriche di Mariani, promossa dalla Regione Abruzzo, curata dalla storico dell’arte e saggista Gabriele Simongini, ripercorre i 60 di carriera di questo artista, tutti improntati su una costante personale ed autonoma riflessione sull’arte informale in controtendenza con quella seguita da troppi artisti italiani che furono  seguaci  imitatori dell’arte d’oltre oceano. Significativo in proposito quanto scrive il curatore Simongini: “La sua formazione era stata influenzata, per certi aspetti, dall’esempio e dall’opera di certi artisti come Licini, Burri, Fontana, Beuys e Raushenberg che lo indussero a sviluppare una visione sempre più poetica, intensa ed anarchica del mondo. La pittura come territorio magico in cui ripercorre le fratture, le divisioni, le separazioni come rito di passaggio dal visibile all’invisibile, come lavorio inesausto di purificazione interiore in contatto con i sommovimenti segreti del mondo”.

IMG_20181001_185636                                                                       Forma archetipa 91 – 2010. Olio e tecnica mista su tela

Sempre Simongini ci offre una spiegazione del titolo della rassegna: “ Il Tempo dell’Angelo fa riferimento al fatto che spesso nelle opere di Mariani affiorano con forza abbagliante, da dimensioni sovrumane,  presenze angeliche che sono anche scariche di energia catartica, epifanie luminose e portatrici di un vento di rinnovamento”.  Le opere presenti lungo tutto il percorso espositivo ci offrono uno spaccato di tutta la carriera artistica di Mariani, lunga quasi sessant’anni, in cui l’artista si è imposto tanto in ambito nazionale quanto internazionale per la costante “riflessione sulla pittura informale, evoluta poi in un linguaggio libero da qualsiasi definizione precostituita”, come scrive il curatore. Di particolare intensità sono le opere che Mariani creò dopo la terribile esperienza  del terremoto che nel 2009 distrusse L’Aquila. In quella circostanza l’artista, fra le altre cose, perse il suo atelier e questo, non avendo più un riferimento dove creare le proprie opere, fu certamente la molla che lo spinse a girovagare fra le macerie e da queste trarre ispirazione e stimoli per le proprie opere. Altrettanto significativa è la produzione del post terremoto quando tolte le macerie fonte d’ispirazione furono le prime ricostruzioni.  Ulteriore testimonianza di questa tragedia sono le fotografie di Gianni Berengo Gardin con uno speciale reportage sull’amico di sempre Marcello Mariani. “20 scatti, come scrivono i curatori, realizzati prima del sisma dal grande maestro della fotografia che ci restituiscono uno spaccato di vita intima e potente di Mariani”.

Roma – Complesso del Vittoriano – Via San Pietro in Carcere – Ala Brasini (Lato Fori Imperiali) fino al 4 novembre 2018 con ingresso gratuito con orari; dal Lunedi al Giovedi 9,30/19,30 – Venerdi e Sabato 9,30/22,00 e Domenica 9,30/20,30

Je suis l’autre – Giacometti Picasso e gli altri. Il primitivismo nella scultura del Novecento.

Testo e foto di Donatello Urbani

Mostre di scultura non sono così frequenti a Roma e questa allestita nelle suggestive sale delle Terme di Diocleziano, che normalmente ospitano opere archeologiche di scultura classica, può essere salutata con vera soddisfazione anche per il soggetto considerato sicuramente innovativo. Il titolo, in lingua francese, vuole chiaramente indicarci il luogo di nascita di un nuovo stile e modo di scolpire definito “Primitivismo” che nacque in Francia nella seconda metà dell’Ottocento quando i colonizzatori iniziarono a raccogliere e mettere insieme manufatti realizzati da artigiani ed artisti prodotti nei territori d’oltre mare, come si usava chiamare allora le terre colonizzate.

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Busto in pietra raffigurante un antenato fondatore del villaggio                                                          Mirko Basaldella:”Idolo”-1961

Queste opere, una volta giunte nella madre patria, passarono di mano dai colonizzatori ai galleristi e ai collezionisti destando anche le attenzioni degli artisti della prima metà del XX secolo che nel frattempo avevano aperto nuovi orizzonti e prospettive alle arti figurative.          

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Scultura in legno e capelli umani: Principe Tschibinda Iluba –                                                              Pablo Picasso:”Visage”-1961

Questa nuova visione che non informava trasversalmente una sola corrente artistica entrò a far parte di precise scelte stilistiche  ed importanti come il cubismo, l’espressionismo tedesco anche nella versione francese chiamata “fauve” e di molte altre “avanguardie”, fino alle soglie della modernità quando a partire dagli anni 1960 un’altra forma di colonialismo, ben più sofisticata della precedente, denominata globalizzazione porrà il primitivismo fra le correnti artistiche passate. Così non sorprende che questa bellissima mostra allestita lungo le grandi  Aule delle Terme di Diocleziano, metta a confronto i totem, i bastoni magici degli sciamani, i  simboli rappresentativi delle civiltà che prima di allora erano ritenute primitive e le maschere funerarie che sembrano dire chi sei tu che mi guardi?,  con le opere di artisti ritenuti pietre miliari delle arti figurative quali Picasso, Giacometti, Man Ray, Georges Braque, Jean Dubuffet, Arnaldo Pomodoro, Piero Manzoni, Mirko Basaldella, Pietro Consagra, Marino Marini e Enrico Bay, solo per citarne alcuni.

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Sezione di pilastro di legno posto all’ingresso di una “casa delle anime” .            Arnaldo Pomodoro: “Colonna del viaggiatore” – 1962

L’essersi ispirati ai simboli primitivi identificativi di popolazioni  diverse, aprendosi culturalmente ad esse ed aver battezzato il loro movimento artistico “Privitimismo”, fu un’apertura ed un passo importante verso quei principi di democrazia ed eguaglianza che molti artisti, prevalentemente europei, fecero propri nel secolo scorso in cui tendenze autoritarie e dittatoriali sembravano dovessero affermarsi proprio in quelle nazioni ritenute avanguardie di civiltà senza riserve.

Roma – Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano – Via Enrico De Nicola, 78 fino al 20 gennaio 2019 con orario dalle 9,00 alle 19,30 dal martedi alla domenica. Biglietto d’ingresso €.12,00, ridotto €.10,00, ridotto scuola €.5,00, con data aperta €.13,00. Costi biglietti d’ingresso mostra  + museo €.15,00 acquistabile solo on line su www.museonazionalesomano.beniculturali.it.  Riduzioni e gratuità come stabilite dalla legge. Info sul sito www.electa.it – tel.06.39967700

Galleria Nazionale di Arte Antica a Palazzo Berberini ospita contemporaneamente due mostre che espongono, insieme ad altre opere pittoriche, due capolavori dell’arte Italiana: L’Ecce Homo di Andrea Mantegna e I Maestri della Madonna Straus

Testo e foto di Donatello Urbani

Dopo cinquecentotrenta anni Andrea Mantegna ritorna a Roma e, per l’occasione, occupa uno spazio di gran prestigio del Palazzo Barberini nel quale è stata allestita una mostra con una sua opera proveniente dal Museo Jacquemart  Andrè di Parigi che prende il nome “La stanza di Mantegna” dove “L’Ecce Homo” occupa il ruolo di primo piano.

20180926_105117                                             Andrea Mantegna; “Ecce Homo” – 1500 circa. Tempera su tela montata su tavola

A Roma non si conservano opere autografe di Mantegna e questa rassegna è un’occasione unica  per stabilire un approccio con un  grande interprete della pittura italiana della seconda metà del quattrocento e del primo cinquecento. Per l’occasione sono state scelte altre cinque opere che completano l’esposizione della sala che comprendono oltre la “Madonna con il Bambino tra i Santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa” ritenuta un’opera giovanile di Mantegna, insieme ad altra “Madonna col Bambino” di Giovanni Battista Cima da Conegliano, un raro ritratto su pergamena di Giorgio Schiavone, un bronzo raffigurante” Mosé “di Andrea Briosco, detto il Riccio e il disegno di Scuola Mantegnesca  con soggetto “Ercole e Anteo”.

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                                                                Giovanni Cima da Conegliano: “Madonna con il Bambino”

“Questa selezione”, nelle parole del curatore Michele Di Monte, “è incentrata sul capolavoro di Andrea Mantegna Ecce Homo, chiara sintesi d’inizio cinquecento tra le esigenze della pittura devozionale e una costruzione scientifica delle forme anatomiche e dello spazio.” La sala attigua accoglie l’altra mostra dal titolo “Gotico americano. I Maestri della Madonna Straus”  che ruota intorno a due tavole, rare quanto pregiate, del trecento italiano tra i pezzi più importanti della collezione del Museum of  Fine  Arts di Houston. Entrambe le tavole tra loro complementari sia stilisticamente che per essere al centro di uno scambio di opere pittoriche fra le due istituzioni museali.  Sono giunte qui a Roma alla Galleria Nazionale dì’Arte Antica in cambio del prestito del Ritratto di Enrico VIII di Hans Holbein che farà parte delle opere esposte nella mostra sui Tudor organizzata dal Museum of Fine Arts di Houston. La prima tavola, la più antica, “Madonna con il Bambino”, conosciuta come opera del Maestro senese della Madonna di Straus,  è attribuita ad un pittore delle metà del XIV secolo, influenzato dalla maniera di Simone Martini, del quale tramanda i modi raffinati e preziosamente stilizzati. La seconda tavola anch’essa raffigurante una “Madonna con il Bambino” e conosciuta come opere del Maestro della Madonna di Straus è invece attribuita ad un anonimo pittore fiorentino degli inizi del XV secolo erede della tradizione della pittura gotica toscana. Il comune riferimento alla “Madonna di Straus” è dovuto al collezionista statunitense Perxcy Selden Straus (1876/1944) che insieme alla moglie Edith Abraham (1882/1957) raccolse molte opere pittoriche tra cui alcuni capolavori della pittura italiana gotica e rinascimentale, successivamente acquistati dal Museo di Houston. Tutte queste opere  sono testimoni di un’importante fase della storia del collezionismo d’arte europeo della fine del XIX secolo, segnato dalla crescente passione per le opere del Rinascimento italiano con una particolare predilezione per i maestri delle scuole toscane e veneta. Grazie a queste nuove forme di gestione dei beni culturali è oggi possibile ammirare capolavori d’arte che diversamente sarebbero stati gelosamente interdetti alla pubblica fruibilità.

Roma – Palazzo Barberini – Via delle Quattro Fontane, 13, fino al 27 gennaio 2019 con orario dalle 8,30 alle 19,00 dal martedi alla domenica. Biglietto d’ingresso intero €.12,00 ridotto €.6,00 e consente di visitare anche le collezioni museale dei Palazzi Barberini e Corsini con una validità di 10 giorni dalla timbratura.  Info www.barberinicorsini.orgcomunicazione@barberinicorsini.org

 

Andy Warhol – Al complesso del Vittoriano

Testo di Giorgia Lattanzi e Mariagrazia Fiorentino – foto Donatello Urbani

Sono trascorsi trent’anni ma il tempo e l’arte di Andy Warhol, padre della Pop Art, è come non se ne fosse mai andato. Una mostra antologica con circa 170 opere ripercorre le tappe della sua carriera e inaugura uno sguardo d’eccezione sul mondo della società newyorkèse che l’artista ha amato e catturato in tutte le sue manifestazioni: Musica, Moda, Fotografia, Cinema.

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Alla ricerca di “15 minuti di notorietà” che ha trovato inizialmente nascosta dentro quei prodotti di consumo di massa come la celebre Coca Cola o le zuppe della Campbell’s (1962). L’industria alimentare iniziò a fare prodotti uguali per tutti. Sia i poveri che i miliardari bevevano e mangiavano gli stessi sapori. Una rivoluzione che il timido disegnatore, chiamato inizialmente Andy lo straccione, non si fece sfuggire e sulla quale edificò il suo impero. L’arte divenne un Oggetto di Consumo. Warhol nel 1963 ha dato vita alla sua Silver Factory.

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Iniziando a creare opere d’arte che potessero raggiungere le masse. Inizia così un lungo periodo di produzione artistica ispirata al mondo della mondaneità che lui tanto amava ed è grazie all’uso della serigrafia che può realizzare infinite combinazioni di ritratti e di effetti cromatici sempre diversi. L’euforica combinazione tra soggetti, colori e polaroid sembrano soddisfare e alimentare il genio dell’artista che sfrutta la notorietà delle icone del suo tempo per dar vita ad un operazione POP senza precedenti.

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                               Liz                                                                                                                                                            Marylin

La famosissima serie delle Marilyn (1967), i Self-Pportrait di LIiz(1964), di Mao, di Mick Jagger, parlano lo stesso linguaggio stilistico delle sue amate Drag Queen (1975). Ancora una volta annullando la differenza tra le classi sociali. La sua impronta era ormai entrata in tutti i settori ed infatti nel 1967 disegna un’altra icona dei nostri tempi: la copertina del disco dei Velevt Undergroun e Nico con la celebre Banana. Nel 1969 fonda la rivista Interview  grazie alla quale eseguirà una serie ininterrotta di scatti fotografici a tutte le star del cinema e soprattutto della moda tra cui il giovane Giorgio Armani, Gianni Versace, Valentino. Catturando in quegli scatti tutti i volti che hanno reso celebre il “sogno americano”.

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Fu lo stesso Warhol che scoprì, in questa atmosfera magica di NY, un ragazzo che diventerà poi uno dei più famosi ed emblematici precursori del graffitismo americano J.M.Basquiat. Nel 1984 venne commissionato a Warhol un gruppo di opere basate sull’ultima cena di Leonardo Da Vinci dal collezionista greco Iolas che le espose a Milano presso il “Palazzo delle Stelline”. Fu proprio in questa occasione che il collezionista Eugenio Falcioni conobbe le opere dell’imperatore  americano della Pop Art. Prima di quest’incontro, il signor Falconi collezionava solo opere d’Arte Antica e in seguito inizia ad appassionarsi a Warhol divenendo ad oggi il maggior collezionista sul territorio nazionale italiano. Il collezionista Iolas costruì ad Atene una villa di 1300mq, una casa museo per ospitare la sua collezione. Dopo la sua morte l’intera area fu venduta ed in seguito espropriata dal Ministero dei Beni Culturali; una manovra burocratica che bloccò qualsiasi tipo di intervento di recupero. Attualmente la villa è in uno stato di degrado ed è stata “vandalizzata”. Mi chiedo, se per ironia della sorte, qualche ignoto writers non abbia dipinto lì una sua opera, apportando così il suo contributo ad un sogno, mai realizzato, di uno dei collezionisti più importanti del secolo scorso?

Roma – Complesso del Vittoriano- Ala Brasini Via San Pietro in Carcere, Roma. Fino al 3 febbraio 2019. Biglietti d’ingresso: Intero € 13.00 – Ridotto € 11.00. Info www.ilvittoriano.com

Hotel Reloaded – Il design come chiave di sviluppo del settore turistico/alberghiero

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Si è svolto a Roma, Palazzo Wedekind, oggi 3 ottobre alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Forestali e del Turismo On.le Gian Marco Centinaio, il convegno organizzato da Federlegnoarredo e Associazione Italiana Confindustria Alberghi, che ha svolto i temi: “Il valore delle filiere del Turismo e del Legno-Arredo in Italia, il ruolo del Made in Italy per la competitività dei settori”, e il “Il design chiave dello sviluppo del settore alberghiero. Esempi di riqualificazione e tracce per pensare al futuro”. Il Ministro nel suo intervento ha tenuto a sottolineare che: ” il turismo offre numeri di grande rilievo per far crescere una filiera importante dove tutto deve essere perfetto, quindi la programmazione è determinante”. (Far si che il ricordo della vacanza in Italia sia la migliore della propria vita). Altrettanto degni di nota gli interventi dei relatori Domenico Sturabotti della Fondazione Symbola e  Marco Piva della Studio Piva sul recupero e la riqualificazione e nuove costruzioni di hotels, spazi congressuali in tutto il mondo, fornendo una chiave di lettura su un’idea complessiva del bello. Livia Peraldo Matton, di Elledecor, Arnaldo Aiolfi di Club Med, Sofia Gioia Vedani Planetaria Hotels, Emanuele Orsini, Presidente Federlegnoarredo e Giorgio Palmucci, Presidente Italiana Confindustria Alberghi.

Bar d’Italia – La Guida del Gambero Rosso 2019

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La collaborazione tra Gambero Rosso, editore, e Jilly, produttore di caffè, risale alla prima edizione di 19 anni fa, – a 5 anni fa invece risale quella con Sanbitter della San Pellegrino, – nel redigere la più importante guida dei “Bar d’Italia”, il locale  per antonomasia più amato dagli italiani. Sono le parole di Marina Savoia, curatrice dell’edizione 2019, ad introdurci nella presentazione di questa guida: “Più di 1300 indirizzi diversi riuniti in una guida sfaccettata, proprio come la tipologia di locale preso in esame. Questa 19esima edizione della Guida Bar D’Italia del Gambero Rosso, raccoglie le migliori realtà della Penisola e, al contempo, ogni anno scatta un’istantanea di tutto quel complesso mondo che si cela dietro la definizione di bar. Se si facesse un collage di tutte queste fotografie, ci si accorgerebbe di come questo universo sia mutato radicalmente nel corso di quasi due decadi, e sia tuttora in evoluzione. Se rimane sempre vivo il suo significato intrinseco di simbolo di uno stile di vita che rappresenta il costume di una nazione, di luogo di incontro, di spazio dove vivere un momento di relax a ogni ora del giorno, è pur vero che la tendenza negli ultimi anni ci ha regalato un’immagine di luogo a tutto tondo e polifunzionale, capace di cambiare veste con il trascorrere delle ore e disegnare una proposta ad hoc sempre più centrata e attenta al dettaglio, corredata da una cornice in cui non di rado trovano spazio design, luci giuste, in un perfetto connubio tra forma e sostanza”.

20180925_113954Le Stelle della Guida Bar d’Italia del Gambero Rosso. Gli esercizi premiati più volte con Tre Chicci e Tre Tazzine nel corso degli anni

Il nostro primo incontro con il bar inizia già nel primo mattino con i lieviti che si accompagnano a caffè, cappuccini e un’infinita serie di altre bevande, per passare alla pausa pranzo, che scorre tra piatti leggeri e intriganti o panini gourmet fino alla merenda, da trascorrere in compagnia di selezioni di tè e infusi pregiati o di un gelato artigianale. L’aperitivo serale continua a mantenere il suo appeal, e sempre più spesso è affidato a mani competenti e a ingredienti di eccellenza per cocktail d’autore da abbinare a stuzzichini e finger che talvolta sono veri piatti in miniatura. Sempre nelle parole della Signora Savoia si rileva che: “Questa sua versatilità ha stimolato la fantasia e la sperimentazione: il bar si è dimostrato non solo un’entità che accoglie le istanze di un mondo che cambia, a partire dalla necessità di adeguarsi alla diffusione sempre maggiore d’intolleranze alimentari, ma anche un luogo in cui fare innovazione e creare nuovi stili a tutto vantaggio della crescita complessiva del settore in termini di qualità”. A queste parole fanno riscontro quelle pronunciate da Andrea Illy, titolare della più importante industria di trasformazione e commercializzazione del caffè: “Gli italiani non rinunciano facilmente alla tazzina di caffè. Ce lo raccontano i numeri. I dati di giugno 2018 elaborati dall’ufficio della FIPE parlano di 5,4 milioni di connazionali che scelgono il bar per cominciare la giornata: nelle preferenze domina l’accoppiata cornetto e caffè, e quest’ultimo spopola con il 95% dei consensi. Ma se è vero che gli stessi dati affermano che dei 150 mila locali sul territorio nazionale una fetta importante è rappresentata dai morning e breakfast bar (il 30%), è anche vero che si sta facendo strada quella che per ora è una nicchia ma che non è più tempo di ignorare. Non più solo un gesto veloce dietro al bancone, il caffè sta acquisendo, grazie a un grande lavoro di formazione e una netta spinta verso la qualità, il ruolo di bevanda da meditazione da assaporare in modo “slow”, in maniera consapevole e informata. Cresce il numero dei bar di ricerca in cui ci si impegna in tutta la filiera, dalla selezione della materia prima di gran livello alla lavorazione di microlotti in grado di offrire un ventaglio aromatico ampio. Metodi di estrazione alternativi all’espresso e specialty coffee sono termini e concetti che stanno entrando nel vocabolario di un pubblico sempre più curioso, disposto ad apprendere dai baristi più capaci e scegliere poi in autonomia miscele e tipologia: tradizionale espresso, aeropress, v60, syphon, cold brew, moka e così via”.  La Guida, oltre riportare ben 1300 indirizzi che spaziano da Nord a Sud sul territorio nazionale, valuta in Chicchi (a giudicare la qualità del caffè) e Tazzine (che esprimono un voto sull’offerta complessiva del locale) premiando i migliori locali presi in considerazione. Entrambi i simboli rappresentano un utile strumento per muoversi in un panorama variegato. Quest’anno sono 44 i locali che hanno raggiunto il massimo punteggio che spaziano da realtà di provincia per giungere alle storiche insegne di grandi capoluoghi,  dalle giovani imprese nate da visioni lungimiranti fino ai nomi importanti della pasticceria, della ristorazione tricolore e dei bar di grandi alberghi.

Ai nuovi locali meritevoli dei 3 Chicchi e 3 Tazzine – Gilli di Firenze, icona cittadina dal 1733, il Bar Zucca di Torino, riferimento per l’aperitivo (e non solo) torinese fin dagli anni Settanta,  e Spazio Pane e Caffè di Roma, l’idea di bar all’italiana del celebre chef Niko Romito in cui a guidare le danze, oltre all’imperdibile pane tanto caro al cuoco abruzzese e qui declinato in mille modi, è l’idea di una proposta sana, moderna e genuina oltre che sfiziosa e impeccabile, come riportato nella motivazione, hanno fatto seguito per le colazioni dell’anno cinque locali che offrono le proposte più curiose, originali e intriganti. Meritano una segnalazione il Caffè degli Specchi di Trieste, che propone diverse formule breakfast tra cui German, French, Hawaian, American, insieme a Checchi di Brescia, in cui pancake, croque monsieur e chia pudding sono disponibili dalle 9 alle 19, o ancora Sirani a Bagnolo Mella, dove il buongiorno può avere il sapore di squisite dolcezze ma anche, volendo, di zuppa di ceci e gamberi al bacon, motivazioni riportate sui relativi diplomi di premiazione. Hanno chiuso le premiazioni dei migliori cocktail bar d’Italia e dell’aperitivo dell’anno. Sono dieci i locali riportati nella guida che si distinguono come i migliori d’Italia . Si aggiudica il titolo di miglior aperitivo per il 2019 La Ménagère di Firenze.

20180925_123555               Intervista al titolare de “La Pasqualina” di Almenno San Bartolomeo (BG) vincitore del Premio Illy Bar dell’Anno 2019

Infine il Premio Illy Bar dell’Anno che una giuria di esperti del settore ha assegnato a “La Pasqualina” di Almenno San Bartolomeo (BG) per la qualità assoluta dei prodotti, per la ricerca senza sconti della salubrità e l’attività didattica e di diffusione della cultura alimentare ha chiuso la presentazione della guida e relativa premiazione dei migliori locali.  Una menzione speciale è stata assegnata a Staccoli Caffè di Cattolica per la proposta di qualità particolarmente alta sul territorio, dalla ricerca delle materie prime alla loro trasformazione, declinando la tradizione in modo contemporaneo.

Bar d’Italia del Gambero Rosso 2019 | euro 10,00 | La guida sarà acquistabile in edicola e libreria dalla prima settimana di ottobre. Già disponibile  on line.

La collaborazione tra Trenitalia e Grandi Giardini offre l’opportunità di scoprire il patrimonio verde italiano sparso in 22 diverse località dell’intero territorio nazionale.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

A breve distanza di tempo dall’accordo con l’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, questa volta ha preso il via la collaborazione tra Trenitalia e Grandi Giardini Italiani, associazione che al suo interno accoglie oltre 130 giardini di cui 22 sono raggiungibili con i treni regionali e con le Frecce di Trenitalia. In occasione della presentazione di questo accordo Trenitalia ha distribuito  un  travel book dedicato ai Giardini.

Giardino di Boboli_Archivio Grandi Giardini Italiani

                                                    Firenze “Giardino di Boboli” – Foto dall’Archivio di Grandi Giardini Italiani

Dei 134 Grandi Giardini Italiani, dislocati in 15 Regioni, con oltre 8 milioni di visitatori l’anno, – ha affermato Maria Annunziata Giaconia, Direttore Divisione Passeggeri Regionali, – 22 sono facilmente raggiungibili con i treni regionali o con le Frecce e distano non oltre i 2 km dalle stazioni ferroviarie più vicine: in Piemonte Isola Bella e Parco Pallavicino dalla stazione di Stresa (VB); in Liguria Villa Ormond da Sanremo (IM), Villa Grock da Imperia, i Giardini di Villa della Pergola da Alassio (SV), Villa Durazzo Pallavicini da Genova Pegli e Villa Durazzo da S. Margherita-Portofino; in Lombardia Villa Necchi Campiglio e l’Orto Botanico di Brera da Milano Centrale; in Trentino Alto Adige il Parco delle Terme di Levico da Levico (TN); in Veneto Giardino Giusti da Verona Porta Vescovo e l’Orto Botanico da Padova; in Toscana Giardino di Boboli e Giardino Bardini da Firenze Santa Maria Novella; nel Lazio Giardino di Palazzo Colonna da Roma Termini, Giardini Vaticani da Roma S. Pietro, Villa d’Este da Tivoli (RM) e Ville Pontificie da Castel Gandolfo (RM); in Campania la Reggia di Caserta; in Sicilia l’Orto botanico da Palermo Centrale, l’Orto botanico da Catania Centrale e il Giardino di Casa Pennisi da Acireale (CT). La partnership ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio botanico e naturalistico del Belpaese, con giardini e orti raggiungibili con il mezzo di trasporto più ecologico, conveniente, sicuro e, grazie anche all’arrivo di nuovi treni, sempre più confortevole. Questa nuova grande iniziativa turistica offerta con uno sguardo particolare rivolta al turista straniero, è un’ottima occasione per far conoscere, a tutti i clienti Trenitalia, i tanti meravigliosi luoghi che si possono scoprire grazie al treno. Eccellenze del nostro patrimonio verde valorizzate in chiave di mobilità sostenibile e conveniente, dimenticando lo stress dell’auto. Le destinazioni dei Grandi Giardini Italiani saranno promosse sia sugli schermi delle self-service regionalizzate sia sul palinsesto video a bordo dei treni regionali: Trenitalia viene così designata Official Railway Carrier di Grandi Giardini Italiani. A tutti gli abbonati regionali Trenitalia e ai possessori di biglietto di corsa semplice sarà riservato uno sconto di €3,50 sull’acquisto della Guida Grandi Giardini Italiani, contenente tutte le informazioni necessarie per organizzare un viaggio in uno dei meravigliosi parchi nostrani, acquistabile al prezzo di €10,50 anziché €14.

Settimana del Pianeta Terra dal 14 al 21 ottobre – L’Italia alla scoperta delle Geoscienze. Una società più informata è una società più coinvolta.

Mariagrazia Fiorentino

Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima” (Dalai Lama).

Martedi 2 ottobre presso il Senato della Repubblica – Palazzo Madama – in Roma, è stata presentata la sesta Settimana del Pianeta Terra con interventi di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Silvio Seno, co-responsabile della Settimana del Pianeta terra, Professore Ordinario di Geologia strutturale presso l’Università degli Studi di Pavia, Rodolfo Coccioni, co-responsabile della Settimana del Pianeta Terra, Professore Ordinario di Paleontologia presso l’Università degli Studi di Urbino.

Dal Nord al Sud del paese è rappresentato il grande patrimonio culturale ancora non del tutto conosciuto del nostro paese. Piccoli e medi comuni che esprimono, nel loro insieme, un sistema di cultura che rappresentano le vera autenticità ed identità forte della nostra Italia. La settimana del Pianeta Terra nel Lazio si aprirà a Roma domenica 14 ottobre con la mostra dal titolo “Terra che sorpresa” Ospitata nella nuovissima sala espositiva Atrium del Museo Universitario di Scienze della Terra (MUST) dell’Università La Sapienza di Roma, il percorso espositivo introdurrà i visitatori direttamente all’interno del sistema solare con grandi immagini tra cui la più grande meteorite marziana del mondo, la più grande d’Italia, ma anche i-sense room per sperimentare l’interazione con la Terra. E ancora, saranno esposti minerali giganti, fossili, un sismometro e la collezione della dactyliotheca di Papa Leone XII. La mostra sarà visitabile fino al 28 giugno 2019.

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Di seguito, il dettaglio dei Geoeventi nel Lazio

Domenica, 14/10/2018 – Domenica, 21/10/2018 – Ore 9.00-13.00 – MostraMuseo Universitario di Scienze della Terra, Dipartimento di Scienze della Terra, Piazzale Aldo Moro 5, Roma. Iscrizione obbligatoria entro il 12/10/2018, gratuita

Domenica, 14/10/2018 – Ore 9.30-17.30 – Escursione Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani”, Piazza Jean Coste, Montecelio, Guidonia Montecelio (RM). Iscrizione obbligatoria entro il 12/10/2018, a pagamento

Domenica, 14/10/2018 Ore 9.30 – Visita guidata. Museo Geologico e delle Frane, Piazza S. Donato, Civita di Bagnoregio, Bagnoregio (VT) Iscrizione obbligatoria entro il 13/10/2018, a pagamento

Venerdì, 19/10/2018 – Ore 18.30 – Mostra e conferenzaLiceo Ginnasio Statale “Orazio”, Via Alberto Savinio 40, Roma. Iscrizione obbligatoria entro il 19/10/2018, gratuita

Venerdì, 19/10/2018 – Ore 17.00-21.00 – Visita guidata. Museo di Casal de’ Pazzi, Via Egidio Galbani 6, Roma. Iscrizione obbligatoria entro il 16/10/2018, gratuita

Sabato, 20/10/2018 – Ore 9.00-14.00 – Escursione Ponte di Mezzocammino e ansa morta di Spinaceto del Fiume Tevere, Via dell’Equitazione snc, Roma. Iscrizione obbligatoria entro il 12/10/2018, gratuita

Sabato, 20/10/2018 – Ore 17.00 – Visita guidata, presentazione e degustazione. Museo Geologico e delle Frane, Piazza S. Donato, Civita di Bagnoregio, Bagnoregio (VT). Iscrizione obbligatoria entro il 19/10/2018, a pagamento

Sabato, 20/10/2018 – Ore 9.30-17.30 – Visita guidata ed escursione Piazza Belvedere A. Nardi, Sant’Angelo Romano (RM). Iscrizione obbligatoria entro il 18/10/2018, a pagamento

Domenica, 21/10/2018 – Ore 9.00-18.00 – Visita guidata ed escursione. Geosito Sant’Angelo in Fortunula, Via Madonna delle Grazie, Villa Santa Lucia (FR). Iscrizione obbligatoria entro il 14/10/2018, a pagamento

Le altre regioni interessate con 140 eventi in totale sono: Abruzzo, Valle d’Aosta,  Lombardia, Piemonte, Toscana, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Sicilia, Trentino Alto Adige e Sardegna con un viaggio emozionante alla scoperta dell’oro nero del neolitico (ossidiana) il  21 ottobre alle ore 10,30. Merita una segnalazione particolare l’ iniziativa programmata dalla regione Puglia sulle Cave Ipogee di Cutrofiano domenica 21 ottobre alle ore 8,30. Un sistema di emozioni che è capace di trasmettere e di far vivere nel quotidiano, Annotazioni, riflessioni, racconti, immagini di esperienze sorprendenti e coinvolgenti che raggiungono ogni parte del nostro paese.

Per conoscere tutti gli eventi, visitare il sito www.settimanaterra.org. Maggiori informazioni: sul Sito: www.settimanaterra.org – Facebook: Settimana del Pianeta Terra – Twitter: @SettimanaTerra – Hashtag ufficiale: #SettimanaTerra