Roma – La collezione dei marmi antichi Torlonia in esposizione nei Musei Capitolini e Palazzo Caffarelli dal 25 marzo 2020 al 10 gennaio 2021

Donatello Urbani

Grazie ad un accordo stipulato il 15 marzo 2016 tra il Ministro dei Beni Culturali On.le Dario Franceschini ed il Principe Alessandro Torlonia, sarà offerta ai romani, a partire dal prossimo 20 marzo 2020, la grande opportunità di poter ammirare la più grande ed importante collezione al mondo di marmi antichi, di proprietà privata, in una delle sedi museali più prestigiose della città di Roma: i Musei Capitolini e l’attiguo Palazzo Caffarelli. Un ruolo determinante in questa operazione lo ha svolto il Gruppo Bulgari che ha finanziato i restauri dell’intera collezione, 620 opere delle quali una cospicua parte, circa 90, saranno esposte per l’occasione e successivamente destinate a compiere un tour nelle principali sedi museale di tutto il pianeta. Le richieste pervenute da istituzioni internazionali sono moltissime, fa assicurato il Ministro Franceschini,  è costringerà gli organizzatori e promotori di questa iniziativa, a compiere una drastica selezione fra gli aspiranti enti espositori. Al momento, comunque non è stato possibile visionare le opere scultoree che verranno esposte e questo ha impedito la pubblicazione d’immagini costringendoci a rinviare al prossimo mese di marzo un esauriente servizio su questa rassegna che ha in se tutte le buone premesse per essere un grande successo espositivo.

Pompei e Santorini – L’Eternità in un giorno

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Due catastrofi rilette in chiave attuale. Dal giorno in cui avvennero, a Pompei ed Akrotiri, nell’isola greca di Santorini, ad oggi sono trascorsi molti secoli e quelli che allora furono luoghi di tragedia, oggi sono delle attrazioni, anche turistiche, tanto da meritare una mostra come quella allestita alle Scuderie del Quirinale.

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Pompei: affresco “Nozze di Alessandro e Rossane o Marte e Venere”       –                Pompei: “Ermafrodito aggredito da satiro”

Il percorso espositivo ricostruisce attraverso l’esposizione di preziosi reperti archeologici e opere d’arte che nei vari secoli hanno attirato le attenzioni di molti artisti,  “un viaggio nel tempo alla scoperta delle due antiche città. Accomunate da un’identica fine e preservate nei millenni dalle ceneri vulcaniche”.  Gli oltre 300 oggetti esposti fra statue, vasi, affreschi, rilievi, gemme, incunaboli e quadri vogliono richiamare l’attenzione del visitatore sia sulle catastrofi naturali,  che per  raccontare oltre tremila anni di storia dall’età del bronzo ai nostri giorni.

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Akrotiri: Affresco dei giovani pescatori-Tarda età del bronzo -Akrotiri: Brocca con decorazione pittorica- Media età del bronzo

L’esposizione offre un confronto inedito fra due siti antichi: Pompei, investita dall’esplosione del Vesuvio nel 79 d.C. riscoperta nella prima metà del Settecento, e Akrotiri, sull’isola di Santorini, distrutta a metà del secondo millennio a.C. da una spaventosa eruzione e riportata alla luce nella seconda metà del Novecento.  Sono questi luoghi unici che “occupano una posizione incomparabile nella coscienza collettiva, perché offrono un’immagine viva dell’antico, spesso difficilmente leggibile nella stratificazione storica”, come scrivono i curatori.

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Ricostruzione di ambiente pompeiano                                                             Renato Gottuso: “Eruzione dell’Etna” – Olio su tela 1983

Interessanti attività divulgative e didattiche, rivolte anche ai giovani e ragazzi, che prevedono laboratori, incontri  e appuntamenti, alcuni al Teatro Argentina, condotti da archeologi, intellettuali e giornalisti, approfondiscono  e indagano il fenomeno eruttivo dal punto di vista scientifico, geologico e sociale, oltre a proporre una sorta di passeggiata virtuale all’interno delle sale della mostra.

Roma – Scuderie del Quirinale – Mostra “Pompei e Santorini – L’Eternità in un Giorno” fino al 6 gennaio 2020 con orari: dalla domenica al giovedi dalle 10,00 alle 20,00 – venerdi e sabato fino alle 22,30. Costo del biglietto d’ingresso,. Inclusa audio guida: €.15,00 intero ed €.13,00 ridotto. Sono previste gratuità ed agevolazioni varie. Informazioni e prenotazioni tel. 02.92897722 – email info@scuderiedelquirinale.itgruppi@scuderiedelquirinale.it-  web www.scuderiedelquirinale.it

“RAW”: Rome Art Week 2019 – Presentata la IV edizione 21-26 ottobre 2019

Testo e foto di Donatello Urbani

Per l’edizione di quest’anno 2019 – la IV in ordine cronologico –  Rome Art Week si è avvalsa della collaborazione di Palazzo Merulana;  “Istituzione che condivide la missione di apertura verso il territorio per l’emersione di buone pratiche artistiche e culturali del contemporaneo a Roma”, come scrivono i curatori. RAW è una manifestazione a cadenza annuale che ha l’obiettivo di costruire una rete tra le strutture espositive, gli artisti, i critici e i curatori d’arte e proponendo contenuti diversificati ad un pubblico eterogeneo. Rome Art Week offre, infatti, la possibilità di dimostrare le potenzialità, spesso nascoste e poco conosciute presenti Roma  in termini di arte contemporanea. Forti delle  passate esperienze e dei buoni risultati ottenuti: l’edizione 2018 ha portato alla creazione di 441 eventi che hanno coinvolto ben 25.000 persone tra collezionisti, appassionati, addetti al settore artistico e curiosi, questa edizione di Rome Art Week 2109  vede  la partecipazione di 142 strutture, 322 artisti e 27 curatori.

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Le iniziative offerte ruotano tutte intorno all’apertura al pubblico di gallerie e spazi espositivi ai quali si aggiungono eventi e mostre allestite per l’occasione con l’intento di proporre un’ aggiornata prospettiva sull’arte contemporanea. Gli artisti, galleristi, esperti e personalità del mondo delle arti visive  coinvolti in questa IV edizione sono: Giovanni Albanese, Paolo Balmas, Angelo Bellobono, Francesco Buonerba, Lorenzo Canova, Valentino er, Teitziana D’Acchille, Alberto Dambruoso, Roberto Gramiccia, Helia Hamedani, Claudio Strinati, Saverio Verini. Il sito romeartweek.com offre una mappatura delle diverse realtà artistiche che operano nella città di Roma permettendo agli iscritti di presentare al pubblico la propria struttura durante tutto l’anno. Inoltre per facilitare i percorsi e per permettere al pubblico di poter partecipare a più incontri possibili, la città di Roma è stata suddivisa in cinque zone, a seconda del numero di gallerie e di artisti presenti in ciascuna di esse: a ogni zona è stato suggerito un giorno della settimana per il vernissage. Gallerie e artisti di una stessa zona, con una collaborazione indipendente ma sincronizzata, che si propone di raggiungere un notevole afflusso di persone. Rome Art Week è un progetto culturale totalmente indipendente e no profit promosso da Kou – Associazione per la promozione delle Arti visive,  con la collaborazione sia di privati che d’istituzioni pubbliche

Roma: dal 21 al 26 ottobre 2019. Info sito web romeartweek.com – email info@romeartweek.com

 

“Mangia, Gioca, Ama COREA” – WebToon” – Immersione nel fumetto digitale inaugura la settimana della Cultura Coreana al Centro Culturale della Repubblica Coreana

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Già da qualche anno, a fine settembre/prima settimana di ottobre, il Centro Culturale Coreano bandisce a Roma la settimana della cultura coreana.

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Una interessante iniziativa che nell’edizione 2019 oltre la scoperta di una civiltà raffinata dove una cucina dai sapori nuovi per i romani, quanto eccellente, ha presentato un gioco di gran fascino il “WebToon”.  Il WeTonn – formato dalla combinazione delle parole World Wide Web e Cartoon – è un fumetto digitale nato nel 2003 dall’attivazione di servizi mobili a pagamento previsti nel sistema internet.

20190930_200655Il Direttore dell’Istituto Culturale Coreano a Roma saluta gli ospiti e presenta i 9 webtoon in esposizione presentati da 3 diverse piattaforme

La giovane tutor che il Centro Culturale Coreano ha messo a disposizione dei visitatori ci dice che: “diversamente dal Comic Book americano, il WebToon presenta la caratteristica di essere  pubblicato regolarmente da un unico autore e,  diversamente dai manga giapponesi e dai nostri sistemi di scrittura, si sviluppa da sinistra a destra”.  Attualmente in Corea i vari webtoon sono seguiti da oltre 10 milioni di persone dove su 40 piattaforme, settimanalmente, vengono caricati oltre 5 mila nuovi episodi realizzati da oltre 4 mila autori.

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Un gioco in più disponibile sul cellulare o vari device? Non solo e non proprio perché sono fonte d’ispirazione e d’interazione per chiunque che tramite una lavagna digitale può seguire e imitare i vari beniamini dei webtoon.  In sintesi, con un po’ di approssimazione, si può identificare sia come un programma cartoon che come un cosplay grafico digitale, facendo prendere parte attiva ai lettori alle avventure dei propri beniamini, nel webtoon preferito, volendo anche con la propria immagine. La presentazione di questo nuovo gioco per noi italiani sarà presente fino al 13 novembre 2019 all’interno dell’Istituto Culturale Coreano – Via Nomentana, 12 – dove è possibile prendere visione anche delle numerose attività – corsi di lingua e letteratura coreana, corsi di cucina, concerti, conferenze, ecc. –  promosse da questa prestigiosa Istituzione Culturale.

Per saperne di più: www.culturacorea.it – e.mail: info@culturacorea.it – fb: /istitutoculturalecoreano

Canova – Eterna Bellezza – In mostra a Roma – Palazzo Braschi – una ricostruzione, in prevalenza calchi, del percorso artistico di un grande della scultura maturato fra le mura della città eterna.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

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Malgrado la cattiva fama attribuita alla città di Roma e del Papa negli anni d’illuminismo, specialmente fra gli artisti, il giovane Antonio Canova si trasferisce nell’Urbe nel 1779 e vi rimarrà per circa 50 anni stabilendo un feeling con la città come attesta la prima delle 13 sezioni in cui si articola il percorso espositivo della mostra “Canova – Eterna Bellezza”, allestita nel piano nobile di Palazzo Braschi.

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Filippo Albacini: “Busto di Antonio Canova”- 1816722                                           Antonio Canova: “Amorino alato” – Marmo – 1793/95

Nelle altre dodici sezioni la rassegna pone in evidenza il profondo colloquio di Canova con il mondo classico nell’intento di  far rinascere, come scrivono i curatori:  l’Antico nel Moderno e di plasmare il moderno attraverso il filtro dell’antico”. Di grande interesse la sezione che illustra le attività dello studio canoviano in Via San Giacomo, con l’esposizione di bozzetti in terracotta, piccoli gessi, modelli di grande formato, marmi e calchi in gesso di sculture già realizzate e definito dai curatori “un’officina senza eguali per l’epoca, tappa obbligata per artisti, aristocratici intenditori e viaggiatori di passaggio nell’Urbe”.

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Un notevole contributo all’arte fu offerto da Canova nell’incarico rivestito dal 1802 quali Ispettore delle Belle Arti dello Stato della Chiesa. Forte di questo incarico, a lui si deve il recupero delle opere d’arte trafugate nel saccheggio compiuto da Napoleone a Roma.

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Originale degli Statuti dell’Accademia di S. Luca redatti da Canova-Lettera di Canova indirizzata al Segretario dell’Accademia di S.Luca

La visita alla mostra, pur avendo fascino e interesse, privilegia l’esposizione di calchi, copie e documenti originali sulla vita dell’artista, come la lettera e gli Statuti prestati eccezionalmente dall’Accademia di San Luca, una documentazione unica. Pertanto si consiglia  d’integrare la visita a questa mostra con un percorso canoviano sulla città con visite mirate a chiese, quali la Basilica di San Pietro e musei, con la Galleria Borghese, dove sono esposte opere originali al fine di avere un riferimento  preciso sulla grande qualità artistica di Antonio Canova.

Roma – Palazzo Braschi Museo di Roma –  Piazza Navona, 2 e Piazza San Pantaleo, 10 – fino al 15 marzo 2020 dal lunedi alla domenica dalle ore 10,00 alle 19,00. Informazioni su costo dei biglietti d’ingresso (previste varie combinazioni), prenotazioni e visite guidate telefono 060608 – siti web www.museodiroma.itwww.museiincomune.itwww.sovraintendenzaroma.itwww.arthemisia.it

 

 

 

Il Leone e la Montagna – Scavi italiani in Sudan – Esposti al Museo d’Arte Antica Giovanni Barracco fino al 19 gennaio 2010 preziosi reperti frutto delle campagne di scavo italiane in Sudan

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Questa piccola quanto interessante rassegna, allestita su due piani del Museo d’Arte Antica “Giovanni Barracco” e realizzata grazie alla collaborazione fra due istituzioni universitarie Italiane: la Sapienza di Roma e la Ca’ Foscari di Venezia, espone preziosi reperti frutto di campagne di scavo di missioni archeologiche italiane in Sudan sul sito del Jebel Barkal e fornisce un quadro quanto mai interessante ed aggiornato dell’area cerimoniale di epoca meroitica fiorita nell’antica città di Napata intorno al I^ secolo d.C. Come scrivono i curatori nel prezioso catalogo edito da Gangemi Editore: “Il sito fu frequentato dagli Egizi dalla seconda metà del II^ millennio a.C. e conosce una lunga storia legata al prestigio dei suoi edifici sacri e al connesso settore palaziale che testimonia del valore di Napata come città regale, dove i sovrani del regno di Kush – antico nome che per gli Egizi identifica la terra di Nubia come entità politica – sono incoronati e confermati nel loro potere”.

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L’ultimo di questi settori regali, datato al regno del sovrano meroitico Natakamani  (I^ sec. d.C.) costituisce l’area di scavo della Missione Italiana che iniziò la sua attività nel lontano 1973 sotto la direzione del prof. Sergio Donadoni, Università La Sapienza di Roma, e proseguita poi fino ad oggi da egittologi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Negli anni l’indagine ha delineato le caratteristiche proprie di un vasto spazio dominato da un grande palazzo regale e da varie strutture satelliti. Nel loro insieme tutti questi edifici rappresentano l’interpretazione meroitica di città regale di matrice ellenistica.

davMedaglione in terracotta smaltata con busto frontale di menade che regge due grappoli d’uva. Stile Ellenizzante

Lungo il percorso espositivo è possibile ammirare accanto a reperti originali, anche vari calchi, alcuni dei quali andati perduti a causa di una violenta inondazione. Interessante anche le ricostruzioni in 3D sia di strutture architettoniche che di alcuni oggetti di gran pregio che non è stato possibile esporre in questa rassegna.

Roma – Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco – Corso Vittorio Emanuele, n.66/A, fino al 19 gennaio 2020 nei giorni dal martedi alla domenica con orario 10,00/16,00 ed ingresso gratuito

 

Carthago – Il mito immortale- In una grande mostra al Colosseo e Foro Romano fino al 29 marzo 2020

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

“Carthago delenda est” (Cartagine deve essere distrutta). Questa proposta fu approvata nel 147 a.C. dal Senato Repubblicano romano e fu affidato a Publio Cornelio Scipione Emiliano il compito di attuarla. Cartagine fu presa dopo un assedio di due anni  a data alle fiamme. Bruciò per 17 giorni consecutivi e la leggenda vuole che sopra le macerie fumanti i Romani cospargessero sale nell’intento d’impedire che sopra di esse  sorgesse una nuova città.

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La gioielleria e oroficeria puniche sono state ereditate dall’oriente. Le lavorazioni si concentarono in prevalenza su martellatura, sbalzo, granulazione e filigrana, oltre l’intaglio di pietre dure, gemme, osso avorio e conchiglie.

A distanza di oltre 21 secoli Roma rende omaggio all’antica rivale con una bellissima mostra che prende il nome di “Carthago”, allestita in due diverse “location”: Colosseo e  Foro Romano (Rampa imperiale del palazzo di Domiziano e Tempio di Romolo). Oltre quattrocento reperti, alcuni di gran pregio, ci coinvolgono nelle rilettura di quelle vicende storiche che coinvolsero nell’arco di oltre un secolo (dal 246 al 146 a.C.) le due maggiori potenze militari e commerciali  negli anni che precedettero l’avvento di Cristo.

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Busto di Annibale e riproduzione di un conducente di elefante con i quali attraversarono le Alpi con relativo armamento e bordature

Il confronto fra le due antagoniste non si limitò alle sole vicende belliche ma coinvolse anche gli scambi commerciali e culturali che, come scrivono i curatori, partono proprio dalle guerre puniche che passando per  l’età augustea giungono “alla complessità del processo di romanizzazione che ha portato Roma ad annientare nella battaglia delle Egadi (241 a.C.), quella che era ormai divenuta l’unica temibile rivale per il controllo del mare”. E proprio dalle Egadi: rostri delle navi che i  romani contrapposero  agli elefanti di Annibale, provengono reperti, mai esposti prima, quali risultato della campagna di ricerca subaquea condotta dalla Soprintendenza del Mare siciliana. Esperti di campagne militari indicano sul predomino del mare la vittoria di Roma su Cartagine.

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Busto di Publio Cornelio Scipione Emiliano, detto l’Africano, e originale di un rostro, l’arma vincente dei romani nella seconda guerra punica

L’ampio percorso espositivo si completa nel Foro Romano coinvolgendo prima il Tempio di Romolo “con i casi di studio di Nora e Pantelleria e prosegue nella rampa imperiale dove è ampiamente illustrata la rifondazione della nuova Colonia Concordia Iulia Carthago che nel corso dell’intera età imperiale, con un’estensione di oltre 200 ettari, divenne una città monumentale dotata di edifici da spettacolo e lussuose abitazioni private famose ovunque per la ricchezza dei loro mosaici policromi, alcuni dei quali esposti in questa rassegna”, nelle parole dei curatori. Di grande effetto alcuni mosaici provenienti da vari luoghi di culto del nascente cristianesimo, di cui Cartagine è stata uno dei principali centri propulsivi.

20190926_141247Mosaico con “La Dama di Cartagine”. L’attribuzione è attualmente contesa fra gli specialisti, molto probabilmente riproduce S.Monica, madre di S.Agostino, originaria di Ippona, città vicina a Cartagine

Le parole del Direttore del Parco Archeologico del Colosseo,  Dott.ssa Alfonsina Russo,sono quanto mai esplicative sull’esatta lettura di questa rassegna definita come: “Un’esposizione che restituisce la forza e la fortuna dell’incontro delle diverse culture insediate lungo le rive del nostro mare”.-

Roma – Colosseo – Foro Romano fino al 29 marzo 2020. Informazioni sugli orari e costi del biglietto d’ingresso, previste varie facilitazioni e gratuità, sul sito www.parcocolosseo.it – prevendita e prenotazione di visite guidate tel. 06.39967700 – www.coopculture.it

 

MIRABILIA URBIS – Roma dal 7 al 13 ottobre 2019

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il progetto vuole sensibilizzare la presenza nei Rioni Parione e Regola delle attività culturali, artigianali e abitative che rischiano di scomparire, insieme agli abitanti che un tempo caratterizzavano questi Rioni creando un file rouge tra passato e presente. Le ottobrate romane sono famose in tutto il mondo e ancora una volta, Roma diventa ogni giorno un po’ più magica “Mirabilia Urbis” e sul finire delle giornate estive, ancora lunghe, in qualche modo perfette. per visitare questi luoghi.

20191007_195922                                                                         Jonathan Monk: “Untitled”. 2019 . Scrittura al neon

“Il progetto espositivo ideato da Carlo Caloro e prodotto da artQ13 è curato da Giuliana Benassi vede coinvolti circa venti artisti italiani e internazionali: Alterazioni Video, Josè Angelino, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Carlo Caloro, Federica Di Carlo, Stanislao Di Giugno, Rä di Martino, Flavio Favelli, Grossi Maglioni, Hortensia Mi Kafchin, Britta Lenk, Via Lewandowsky, Girolamo Marri, Diego Miguel Mirabella, Jonathan Monk, Matteo Nasini, Lulù Nuti, Giuseppe Pietroniro, Calixto Ramirez, Julian Rosefeldt, Corrado Sassi, Alice Schivardi, Lamberto Teotino.

20191007_192837(0) Lulù Nuti: “Giocattolo animato”. L’artista che vive a Parigi ha voluto ristabilire un collegamento con il rione della sua l’infanzia

 La mostra Mirabilia Urbis si configura come un particolare cammino che attraversa tappe dislocate in diversi spazi, sia commerciali che istituzionali, tra i Rioni Parione e Regola: dedalo di vie e vicoli che caratterizzano una delle aree del centro più peculiari di Roma.

Il titolo, preso in prestito dalle antiche guide turistiche per pellegrini nate nel Medioevo, nasce dalla necessità di tracciare e mappare un percorso inedito e inaspettato proponendo al visitatore un’esperienza di avvicinamento al luogo totalmente nuova. Attraverso le opere degli artisti, la mostra intende analizzare le trasformazioni di questa zona di Roma, registrando i mutamenti che hanno portato al cambiamento di strutture sociali, economiche, amministrative, politiche, culturali e artistiche su cui poggiano i valori fondanti della realtà contemporanea.

20191007_194012Elena Bellantoni: “. Brainwah”. 2019. Performace. Sulle mantelle utilizzate dai parrucchieri nel lavaggio della testa sono riportate frasi pronunciate dall’On.le Matteo Salvini nel corso dell’ultima campagna elettorale.

 Gli artisti, tramite le loro esperienze artistiche, costruiscono un percorso inedito caratterizzato da una grande varietà di linguaggi espressivi: dal video alla performance, dall’installazione ambientale alla fotografia, pittura e scultura, disegnando percorsi paralleli e sovrapposti capaci di offrire una lettura nuova della geografia culturale e storica dell’area. Le opere incontano gli spazi interpretandone la storia, mettendosi in dialogo con le caratteristiche peculiari di un luogo o provocando contrasti visivi, in alcuni casi diventando mimetiche e in altri ancora provocatorie o celebrative.

20191007_200846                                                           Laboratorio del liutaio Michel Eggiman (originario della Svizzera)

 Tra gli spazi coinvolti nel progetto, solo per citarne alcuni, il Cinema Farnese, la storica libreria Fahrenheit 451, Palazzo Falconieri sede dell’Accademia d’Ungheria in Roma, lo storico esercizio Hollywood, la bottega del liutaio e la sede di Colli Independent Art Gallery.

 Il visitatore, con mappa alla mano, potrà sentirsi “pellegrino contemporaneo” e immergersi nel percorso a piedi o a bordo di una navetta messa a disposizione dall’organizzazione, scegliendo autonomamente i vari itinerari e la durata delle soste”.

20191007_195206Carlo Caloro (Lupa) e Via Lewandowsky: “Natura expelles furca tamen usque recurret (Potrai scacciare la natura col forcone tuttavia sempre tprnerà)”. Installazione 2019

Un libro-catalogo, edito da Viaindustria e publishing, pieno di spunti, mappe e contenuti, accompagna queste passeggiate come i pellegrini di un tempo. Pagine 319 €.10,00 (se ne consiglia l’acquisto!). Ai visitatori sarà distribuita gratuitamente una mappa dei tre itinerari  previsti con  varie performance che incotreranno durante i percorsi,

info & contatti T. 340 9613486 | T. 340 1238485 comunicazione@artq13.com
 www.artq13.it facebook.com/artq13

Roma – Videocittà – Due mostre completamente diverse nelle ex caserme di Via Guido Reni, 7, nell’ambito del “Festival della visione” dal 9 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020.

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Arte virtuale Van Gogh e Calude Monet Experience

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Per la prima volta a Roma: Vedi, senti e vivi i luoghi che hanno ispirato i due giganti della pittura più amati di sempre. Dobbiamo ringraziare la tecnologia VR, strumento virtuale di ultima generazione per essere immersi a 360 gradi nei paesaggi, nelle atmosfere, nei colori di questi artisti. E’ un viaggio in cui il pubblico potrà partire da Van Gogh e ritornare a Monet e viceversa, come se ci trovassimo all’interno dell’opera ai tempi di  Arles e Giverny.

 Living Dinosaurs – Dopo lo straordinario tour mondiale la più grande mostra di dinosauri “animatronici” mai realizzata arriva in Italia!

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“Living dinoaurs” è una mostra educativa adatta a tutta la famiglia che accompagna i visitatori in un coinvolgente viaggio nel passato, fra Triceratops e Tyrannosauro Rex. Un’opportunità di gioco e sperimentazione, un percorso interattivo che favorisce il dialogo fra bambini, proponendo occasioni di creatività, scambio e sviluppo cognitivo.

Laboratori per bambini in entrambe le mostre. Per maggiori informazioni concultare i siti www.artevirtualeexperience.itwww.dinosaurslive.it

Tecniche d’evasione. Strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70. Roma – Palazzo delle Esposizioni 4 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020 a cura di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi

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Una mostra che vuole esporre al grande pubblico, soprattutto per quelli nati dal 1960 in poi, quello che era l’Ungheria per gli artisti in questo periodo storico, dove la parole libertà non poteva nemmeno essere pensata, figuriamoci detta. Opere, documenti sulle attività di un gruppo di artisti dissidenti ungheresi che sono state messe in salvo dal Ludwing Muzeum di Budapest. La mostra ha uno scopo primario, vuole rivelare l’interiorità dell’uomo. Nulla è davvero com’è, ma solo come ci può sembrare sulla base delle nostre facoltà di comprensione, oltre non ci è permesso andare.

– “Tra i migliori e più autentici episodi dell’arte contemporanea si contano quelli accaduti in clandestinità, nel retro degli apparati, di nascosto da istituzioni e comitati di amministrazione e la cui ricostruzione e testimonianza è già impresa di lotta. La storia dell’arte contemporanea diviene meravigliosa e commovente lì dove è stata ed è tuttora storia di clandestinità, sotterfugio, fuga ed elusione”. Giuseppe Garrera, uno dei due curatori: “La mostra è un pretesto è l’invisibilità del potere. Artisti che hanno pensato, fino al sarcasmo, di non volersi appiattire al potere, dove tutto era poliitico anche la malinconia”. Le Bau Haus e la Mail Art, con le cartoline di Endre Tot e le buste vuote con stampate la faccia dell’artista sfacciatamente sorridente (la censura controllava tutto anche un pensiero fugace). Endre Tót, Judit Kele, Sándor Pinczehelyi, Bálint Szombathy, András Baranyay, Tibor Csiky, Katalin Ladik, László Lakner, Dóra Maurer sono alcuni degli artisti ungheresi presenti in mostra. Oltre 90 lavori tra cui fotografie, collage, sculture, interventi urbani, operazioni concettuali, performance, mail art, poesia visiva, libri di artista testimoniano una protesta e un’avventura, con tecniche di fuga e aggiramento dei poteri anche solo per proclamare la propria diversità di pensiero in un sistema “che ci vuole tutti uguali e ugualmente felici”.  La mostra è divisa in 6 sezioni, nell’ultima sala le mostre mai realizzate “Sognare l’arte, Sognare il buio”. Un piccolo catalogo tascabile, veramente ben fatto, curato da G.Garrera e Sebastiano Triulzi accompagna la mostra, edito da Edizioni Cambia Una Virgola, pagine 77 costo €.9.00.