NUGO, Il nuovo modo di viaggiare

Donatello Urbani

Una app scaricabile sul telefono portatile rende possibile acquistare soluzioni di viaggio integrando e combinando diverse modalità di trasporto alla quale hanno aderito circa 400 vettori con corse e orari, di cui 50 già acquistabili. In una settimana, la prima in cui è stato divulgato, si sono registrati 14mila download dagli store Android e iOS, grazie anche all’assistenza fornita ai viaggiatori attraverso nugo magazine, la rivista travel digitale in italiano e inglese. Nugo, pronunciata niugo alla maniera inglese, si presenta come la start up che favorisce la mobilità collettiva integrata “door to door”, semplificando la pianificazione del viaggio proponendo mezzi di trasporto pubblici, collettivi e condivisi in tutta Italia. Da oggi treni, metropolitane, autobus, traghetti, car e bike sharing, taxi, oltre a prenotare la sosta dell’auto nei parcheggi delle stazioni ferroviarie sono alla portata di un semplice contatto sul proprio telefono portatile.

IMG_20180621_205519                                                                                       Foto: courtesy Mariagrazia Fiorentino

E’ sufficiente impostare un account e tutto è a portata di mano  nell’insegna dello stretto ed unico rapporto tra viaggiatore e vettore con la preclusione di qualsiasi intervento da parte di altri che non siano stati richiesti con l’account. Certamente il problema dell’esclusività e segretezza della transazione se lo sono posto anche i promotori della app e dai contatti avuti sembra che il sistema offra tutte le maggiori garanzie di sicurezza e riservatezza anche alla luce di quanto accaduto in questi ultimi tempi. Tutto questo è stato confermato anche dalle dichiarazioni di Gianluigi Castelli, Amministratore Delegato di nugo: “nugo ha un obiettivo ben definito: rendere gli spostamenti più comodi e facili, grazie alla possibilità di acquistare con un’unica transazione tutti i biglietti del proprio viaggio, e migliorare l’esperienza dei viaggiatori. Siamo impegnati per espandere il numero di aziende di mobilità e trasporto presenti a bordo di nugo, per offrire così itinerari sempre più completi e competitivi. Vogliamo dimostrare che si può lasciare a casa l’auto privata, a beneficio non solo della travel experience dei passeggeri ma anche dell’ambiente.”

Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo. In mostra a Roma nel Palazzo delle Esposizioni

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La scoperta vera e propria delle Dolomiti, quei monti di pietra che si ergono con cime frastagliate fra i fiumi Rienza, Piave, Adige, Brenta e Isarco è abbastanza recente e non ha una data ben definita ma è sorta in un susseguirsi di eventi, lungo un lasso di tempo abbastanza lungo e  che arriva fino ai giorni nostri con la mostra delle foto scattate da Georg Tappeiner che sono esposte, fino al 2 settembre ,nello spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni a Roma. La grande attenzione su di loro nacque dopo la scoperta, avvenuta nel 1789/90, da parte del francese Déodat de Dolomieu di un minerale presente nella loro formazione rocciosa che fu battezzato in suo onore dolomite e che sua volta originò anche il nome dell’intera catena montagnosa. Altra notizia interessante è la scoperta fatta dal geologo tedesco Ferdinand von Richthofen, omonimo dell’altrettanto famoso asso dell’aviazione Barone Rosso, che provò scientificamente come le Dolomiti altro non sono che gigantesche scogliere coralline fossili. Queste notizie dettero origine a flussi prima di alpinisti protesi alla conquista delle vette e successivamente di escursionisti e poi turisti che qui individuarono spettacolari mete per le loro vacanze sia estive che invernali.

IMG_20180619_192641                                                                      Georg Tappeiner: La luna piena sopra la Pala di San Martino

Un ultimo importante riconoscimento è avvenuto con la proclamazione da parte dall’UNESCO delle Dolomiti patrimonio naturale mondiale dell’umanità. La conferma di tutto questo è offerta dalle fotografie presenti lungo tutto il percorso espositivo. Momento migliore per allestire una mostra di questo genere non poteva essere scelto. Abbiamo le vacanze estive che bussano alla porta e, dopo aver visto questa rassegna, si rafforza in noi la decisione che non ci sia niente di meglio che far entrare nei nostri programmi un soggiorno fra questi magnifici paesaggi.

Roma – Palazzo delle Esposizioni, Via Nazionale, 194 fino al 2 settembre 2018 con accesso da  Via Milano e ingresso gratuito nei giorni domenica martedi mercoledi e giovedi dalle ore 10 alle 20 nei giorni di venerdi e sabato dalle 10,00 alle 22,30. Info e prenotazioni www.palazzoesposizioni.it – telefoniche 06.39967500.

Rieti fra cammini ed eccellenze del territorio

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Nei primi anni del 1200 (1220?), Frate Francesco, ocpite nel territorio reatino ai piedi del monte Terminillo, proprio dove oggigiorno sorge il Convento Francescano La Foresta, fu rapito dal fascino che si sprigionava, allora come oggi, da queste terre in maniera così coinvolgente da lasciare una testimonianza poetica di notevole valore tanto letterario quanto emotivamente religiosa. Così ha scritto: “….Laudato sì,mì Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba…..” e concludeva il suo cantico con un appello rivolto agli uomini invitando tutti a servire le creature di Dio con grande umiltà: “ Laudate et benedicete mì Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate”. (In appendice é trascritto per intero il Cantico delle Creature di Frate Francesco). Non é possibile, però, apprezzare e capire il paesaggio reatino, se il nostro occhio non é abituato a scorgere il segno che l’uomo ha lasciato. Le vigne ed i piantoni di olivi che a loro volta sembrano ai boschi che popolano i rilievi più alti in un’armonia quasi perfetta con le vette dei monti in cui spicca la maestosa mole del Terminillo.

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Antonio Di Carlo con alle spalle la vite di “Cesenese Nero” vecchia di oltre 150 anni.

Antonio Di Carlo, un giovane agricoltore titolare, insieme ai familiari, della cantine Le Macchie e del Ristorante La Foresta, forse anche per la condivisione con Frate Francesco di questi magnifici paesaggi, ha accolto per intero l’appello del fraticello ed ha iniziato a ricercare quanto di bello e di buono questa terra produce. Così ha scoperto, nel terreno di un vicino, una vecchia vite di oltre 150 anni di età appartenente ad un cultivar autoctono; “Cesenese Nero”, miracolosamente salvatasi dall’infezione provocata da un insetto dal nome scientifico Daktulosphaira vitifoliae, volgarmente conosciuta come fillossera, che colpì nella seconda metà dell’ottocento (1880 la sua prima apparizione in Italia) l’intera coltivazione vitinicola italiana annientandola completamente nel corso di vari anni. Da questa infezione si salvarono pochi vigneti, perlopiù quelli che avevano viti innestate su barbatelle americane – portainnesti – dalla radice amara, quali la “Vitis riparia” una delle specie americane resistenti alle radicicole. Questa tecnica é un mezzo preventivo di lotta biologica a tutti gli effetti ed é stato l’unico vero metodo di controllo efficace e applicabile su vasta scala. In definitiva questa tecnica ha rivoluzionato l’intera viticoltura europea risollevandone le sorti.  Attualmente quello che ha rappresentato nel XIX secolo una delle piaghe più terribili dell’agricoltura europea, é diventato un insetto pressochè innocuo, il cuiinteresse é ormai relegato ai soli ambiti storici, culturali e biologici. La coltivazione di viti non innestate su barbatella americana viene detta su “piede franco”. In Italia la coltivazione della vite du piede franco viene praticata in molte parti, principalmente sull’Etna, in alcuni vigneti valdostani, nella zona del Carignano del Sulcis rosso Doc, oltre le pochissime sopravvissute come il nostro cultivar Cesenese Nero che rappresenta oggi una rara e preziosa reliquia da custodire gelosamente.

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Vigneto e campionatura della produzione della “Camtina Le Macchie”

Da questa vite annualmente sono tolti circa 300 tralci che in appositi vivai, controllati e custoditi dalla Regione Lazio, vengono prodotte altrettante piante di vite, tutte di piede franco, che messe a dimora sui terreni di questa zona, hanno consentito la commercializzazione del vino IGP Cesenese Lazio che, nelle bottiglie sotto il nome L’Ultimo Baluardo, rappresenta il prodotto di punta della Cantina Le Macchie. Le particolari condizioni climatiche presenti  in questi terreni localizzati ai piedi del monte Terminillo, ad un’altezza superiore ai 500 mt. sul livello del mare, hanno dato buoni risultati anche nella produzioni di vini bianchi, gewuirztraminer, riesling e malvasia oltre ad un rosato Lazio IGP prodotto da vitigni Sangiovese e Montepulciano. A margine di questa campagna di ricerca di cloni autoctoni e specie di vitigni da impiantare su questi terreni di montagna, c’è l’aspetto sociale che ne è derivato dal momento che non solo tutto questo ha fermato l’esodo dei giovani verso la città ma addirittura ha messo in atto un movimento di ritorno verso la campagna grazie a queste nuove forme di fare agricoltura  e agriturismo.

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Ristorante “La Fioresta: Due rivisitazioni di piatti delle cucina contadina: gricia e anatra arrosto.

Il ristorante “La Foresta” offre con la sua affermazione commerciale estesasi anche extra provincia reatina, un’importante testimonianza di come anche la cucina che ha radici nella gustosa cultura contadina trovi una grande interpretazione nei piatti predisposti da chef  una volta rivisitati nei gusti della più esigente clientela. Restando in tema territorio non può passare inosservata l’offerta turistica della Città di Rieti. In questi ultimissimi anni con lo svilupparsi dei “cammini” sui percorsi religiosi quali quelli di San Francesco (La Verna/Roma)  e di San Benedetto (Subiaco, Cascia, Norcia, Cassino) o di puro trekking: (Monti Sibillini e Riserva Naturale dei Monti Cervia e Navegna – vedi la nostra recente recensione su questa testata-), Rieti è divenuta punto centrale per gli slow travel (turismo lento) assumendo il prestigioso ruolo di “Capitale dei cammini”. Le attrattive culturali e turistiche presenti in città non sono assolutamente da trascurare. Un’interessante proposta turistico/culturale, nata di recente, offre la scoperta di una città sotterranea preesistente a quella attuale elevatasi sopra le prime costruzioni per impedirne l’allagamento nel corso delle piene del fiume Velino e più vicina alla rocca dove sorgeva l’originario centro abitato. Lungo le sponde del fiume Velino si era sviluppata una città che viveva di attività acquatiche sia nel trasporto di materiali su chiatte dal fondo piatto, sia quelle vere proprie offerte dallo scorrere dell’acqua, quali la macinatura di cereali e di sfruttamento della forza idraulica.

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Due immagini di Rieti Sotterranea

Lungo parte di questi spazi, oggi ipogei, in prevalenza ricavati nei fornici della strada sopraelevata, sono stati allestiti veri e propri percorsi turistici da parte di volontari che curano anche la parte ludica e didattica con visite guidate. Interessanti anche gli spazi dove sono state collocate delle opere d’arte sonore che rendono le visite guidate veri propri percorsi culturali interattivi dove è richiesta la partecipazione diretta dei visitatori invitati a percuotere e far suonare le opere esposte.

Informazioni e maggiori notizie : per il Ristorante La Foresta s.r.l. – Rieti 02100 Via Foresta, n.51 Tel. 0746.220455, oppure 0746.228837; fax 0746.222000; mobile 333.2504160; la Cantina Le Macchie – Castelfranco di Rieti – Via Casanuova, n.5 Rieti 02100; e.mail info@cantinalemacchie.it; sito web: www.cantinalemacchie.it. Per le visite guidate alla città di Rieti e nei maggiori luoghi turistici del territorio, tutte da prenotare via e.mail rietidascoprire@vodafone.it; sito web: www.rietidascoprire.it; telefono mobile 347.7279591.

20180621_170000 Ricostruzione di Rieti Sotterranea presente nel libro di Rita Giovannelli. I fornici della strada sopraelevata hanno originato la città ipogea

Per una conoscenza più approfondita dei percorsi turistici nella città si consiglia il libro scritto da Rita Giovannelli “RIETI Sotterranea – la magia di una scoperta” , ricco di numerose foto a colori a cura di Massimo Renzi e d’immagini con ricostruzioni storiche,  pagine 112 costo €.9,50 presente nelle migliori librerie oppure da richiedere direttamente all’autrice agli indirizzi dell’Associazione Rieti da scoprire sopra riportati.

Cantico delle Creature:                                   

« Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e ‘honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;

beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male. Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »

 

Notti magiche al Castello Aragonese di Ischia con Ischia Film Festival 2018

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

Per la sedicesima volta a partire dal prossimo 30 giugno e fino al successivo 7 luglio, il Castello Aragonese di Ischia anima le serate estive dell’Isola di Ischia, uno dei poli di maggior fascino ed attrazione turistica presenti nel nostro paese con il Film Festival 2018. Gli organizzatori, nel corso della conferenza stampa di presentazione, hanno posto una particolare attenzione sull’importanza di questa rassegna degna di rappresentare al meglio i giorni clou delle ferie estive che uno dei maggiori centri turistici italiani offre ai frequentatori dell’isola. Infatti sono ben 113 le opere che verranno proiettate in 5 diverse sale  di questa prestigiosa location, unanimemente riconosciuta come una delle meraviglie del mondo, capace di ospitare circa 740 posti a sedere.  Sarà uno spaccato nel senso più ampio della rappresentatività territoriale e settoriale della produzione cinematografica  in quanto fra le pellicole in visione ben 33 sono delle anteprime di cui 8 mondiali, e  provengono da trenta paesi diversi quali Nepal o Burkina Faso, solo per citarne alcuni. Una prima suddivisione per le proiezioni in programma può comprendere le pellicole ammesse al:

– Concorso internazionale per 10 opere di lungometraggio e 26 di cortometraggio fra le quali verranno scelti i vincitori;

– Concorso documentari DOC: 15 storie straordinarie che affrontano le realtà presenti nelle nostre società, anche più crude, che vanno dal rapporto con la malattia, a quello con un padre troppo ingombrante, oppure dalla resistenza culturale in Burkina Faso  alle ragazze rapite in Nigeria da Boko Haram agli operai che in Vietnam assemblano l’hight tec dei quali non possiamo fare a meno;

– La meglio cinematografia italiana: 22 opere corali tra commedie, documentari, musical, supereroi incluso un gioiello dell’animazione a dimostrazione che la nostra produzione cinematografica, merito anche di Napoli e della Campania, sta vivendo un periodo di grande creatività e qualità;

–  Anteprima: quattro grandi film internazionali: The Greenaway Alphabet (Paesi bassi di Saskia Boddeke); Gringo (USA di Nash Edgerton); Ocean’s 8 (USA di Gary Ross); Io, Dio e Bin Laden (USA di Larry Charles);

– Location Negata: 16 pellicole che narrano di luoghi che non ci sono più, oppure non più raggiungibili o che ancora non c’é oppure che c’è anche se non dovrebbe esserci nel suo negare l’essenza stessa dell’essere umano;

– Scenari Campani:  17 pellicole che narrano di come valorizzare il territorio e la cultura della Regione Campania.

IMG_20180618_185957Il fondatore dell’Ischia Film Festival Michelangelo Messina, sulla sinistra, affiancato dal direttore artistico Boris Sollazzo- Foto D.Urbani

Significativo, in chiusura di conferenza, è stato l’intervento  dell’animatore e fondatore di questo Festival Michelangelo Messina che nel precisare l’importanza che riveste il turismo nella Regione Campana, ci dice come questa sua iniziativa voglia inserirsi proprio nella finalità di filmturismo. Il 6 luglio si terrà, sempre all’interno del Castello Aragonese, un convegno su cinema e turismo nell’intento di rendere questa iniziativa ancora più aderente alle finalità turistiche che ambisce ad avere.

Un nutrito numero di ospiti del mondo del cinema animeranno le serate nelle quali sono previsti riconoscimenti e premi per i personaggi che hanno rappresentato delle pietre miliari nell’arte cinematografica.

Per saperne di più anche su orari e calendario delle proiezioni si consiglia  consultare il sito web www.ischiafilmfestival.it oppure richiedere notizie per e.mail a:  info@ischiafilmfestival.it

Campus Peroni – La birra con malto italiano al 100% entra a pieno titolo fra le eccellenze nazionali.

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Dalla collaborazione tra la Birra Peroni, Crea – Centro per la ricerca in agricoltura- e le Università di Firenze, Perugia, Teramo e della Tuscia, è nato Il Campus Peroni, istituzione indirizzata all’industria birraria per la promozione della cultura della qualità e della sostenibilità in campo agricolo e cerealicolo in particolare.

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Tiene a precisare Federico Sannella, Direttore delle relazioni esterne della Birra Peroni: “L’orzo distico dal quale deriva il malto, elemento principe nella nostra produzione di birre, è prodotto da oltre 1.500 agricoltori su circa 17.000 ettari di campi coltivati ad orzo biologicamente nelle regioni Umbria, Lazio, Marche, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli, Campania e Puglia. Il nostro intento è offrire una piattaforma per fare squadra tra industria e agricoltura con la collaborazione di centri di ricerca ed istituzioni universitarie. La buona qualità ottenuta consente alle nostre birre di essere le preferite dai consumatori in tutto il mondo. Le nostre attenzioni sono rivolte tanto al miglioramento delle qualità, quanto alla maggiore sostenibilità nelle coltivazioni ed alla comunicazione agli agricoltori per una precisa attuazione nelle lavorazioni sul campo. A tutto questo fa riscontro il nostro impegno verso i consumatori in modo da consentire loro di avere una precisa tracciabilità sull’etichetta dell’orzo 100% italiano utilizzato nella produzione delle nostre birre.”

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La nuova bottiglia che al momento affiancherà il classico “Peroncino” avrà pertanto una nuova etichettatura con la dizione “Malto 100% italiano” e  metterà in risalto il marchio che si richiama a quello utilizzato nel 1846 da Giovanni Peroni. Nel corso dei vari interventi succedutesi alla presentazione del Campus Peroni è stata data particolare attenzione a questo modello virtuoso di stretta collaborazione tra ricerca, formazione e produzione, agricola e industriale, che consente di guardare con fiducia all’agroalimentare del futuro in modo da renderlo replicabile anche in altri settori. In perfetta sintonia sono state le parole della Sottosegretario di Stato On.le Alessandra Pesce, che ha affermato: “Vogliamo creare le condizioni per facilitare progetti di questo tenore per gli evidenti risvolti ambientali, sociali ed economici per la nostra agricoltura”.

I Bus Rossi di City Sightseeing e Make A Wish Italia insieme per regalare un sogno ai bambini affetti da gravi malattie.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il feeling che unisce City Sightseeing e Make A Wish Italia non é certo quello della condivisione in lingua inglese dei loro nomi. Il 29 aprile scorso sono andati ben oltre e con un’azione comune, un euro per ogni viaggiatore sui Bus Rossi della Società City Sightseeing che accompagnano in 10 città italiane i turisti alla scoperta dei luoghi e monumenti più significativi, integrati da contributi volontari di dipendenti, hanno raccolto la considerevole somma di ben 12 mila euro. L’azione in se stessa, oltre ad essere altamente meritoria, è di quelle che non possono essere ignorate in quanto diretta a favore di bambini affetti da gravi malattie per regalare loro un sorriso e appagare un loro desiderio, sperando che non sia l’ultimo, che rappresenti una pausa e spezzi, sia pure per un giorno solo, la loro lunga catena di sofferenze e dolori. Make A Wish Italia è un’organizzazione No Profit nata nel 2004 con lo scopo di realizzare i desideri di bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni di età affetti da gravi patologie. E’ Sune Frontani, Direttore Generale e Cofondatrice di Make A Wish Italia, a presentare le finalità della organizzazione: “Il valore di un desiderio è enorme: un sogno esaudito fa capire che nulla è impossibile e ha il potere di migliorare la qualità della loro vita. Infatti specifiche ricerche hanno dimostrato che le emozioni positive che ne derivano generano concreti benefici per i bambini malati e le loro famiglie: l’89% dei bambini diventano emotivamente più forti,, l’81% dei genitori affermano che i bambini affrontano meglio le terapie, e il 98% delle famiglie torna a sentirsi di nuovo una “famiglia normale” (fonte Wish Impact Study Result, March 2011 – MAV America). A conferma della sua serietà, nel 2017 ha destinato l’82% delle proprie spese alla realizzazione dei desideri dei bambini. Make A Wish Italia è affiliata a Make A Wish International, una delle organizzazioni più note  al mondo presente in 50 paesi, con 40 affiliate, 40mila volontari e 415mila desideri realizzati. Dalla sua fondazione Make A Wish Italia ha realizzato ben 1820 desideri di bambini malati di cui 4 nell’anno corrente”.

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La consegna dell’assegno di  €.12.000,00, cifra record mai raggiunta nelle precedenti tre edizioni, è avvenuto nella sede romana di City Sightseeing con una semplice e significativa cerimonia nel corso della quale Fabiola Cilia ha dichiarato: “Siamo fieri di aver compiuto per il 4° anno un azione di solidarietà ai bambini meno fortunati di altri  e  per quanti hanno attraversato questa dolorosa esperienza rappresenta un gesto di grandissima importanza”.

TIVOLI CHIAMA! – IL FESTIVAL DELLE ARTI – 4° edizione. Dall’8 luglio al 4 agosto 2018

Mariagrazia Fiorentino – Donatello Urbani

E’ una grande rivoluzione culturale, sociale, economica che grazie all’impegno di tutti è già intorno a noi. La strada è lunga e il lavoro di ognuno porta i suoi frutti. Anche sul piano della formazione è importante creare una rete unica con un progetto condiviso e organizzato. Perché la vacanza non è fatta solo di qualche mezza giornata trascorsa in un museo, ma di un soggiorno in albergo, di una cena in ristorante o una passeggiata nelle tante ville della città di Tivoli e del territorio circostante.

Villa Adriana - Teatro marittimo                                                                    Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Dopo il grande successo delle precedenti edizioni prende il via dall’ 8 luglio al 4 agosto 2018 la quarta edizione di “Tivoli Chiama! – Il Festival delle Arti”, rassegna culturale per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e paesaggistico attraverso lo spettacolo dal vivo. La rassegna é nata nel 2015 grazie a un bando del Mibact al quale il Comune di Tivoli ha partecipato con un progetto che si è posizionato al terzo posto in graduatoria. Il Festival è realizzato e finanziato dal Comune di Tivoli, con il sostegno della SIAE e di Artisti 7607, in collaborazione con il Mibact . con l’Istituto Villa Adriana e Villa D’Este ed ha come madrina l’attrice Franca Valeri che in proposito del nome della rassegna dice: “Tivoli chiama, con il suo passato, con le sue ville, con la sua gente. Chiama perché ha molte cose da dire. Ascoltatele, la cultura è serenità”. L’organizzazione e la produzione esecutiva sono affidati all’A.T.C.L. Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio di cui il Comune di Tivoli è socio e cofondatore.

Villa_adriana_canopos                                                                  Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

Le iniziative proposte s’inseriscono in spazi in cui paesaggio, tradizione e arte rappresentano un unicum, straordinario e irripetibile. Attraverso teatro e musica gli spettatori potranno vivere un’esperienza indimenticabile nei suggestivi siti storico-archeologici di Villa D’Este, Santuario di Ercole Vincitore e Villa Adriana e nelle Piazze Rivarola e Garibaldi. Villa d’Este, Villa Gregoriana e Villa Adriana non sono musei ma luoghi viventi con i loro parchi che cambiano i colori secondo l’andamento delle stagioni.

“La finalità ultima – sottolinea l’Ass.re alla Cultura Urbano Barberini – è quella di creare un sistema integrato che favorisca una sinergia tra le attività culturali, turistiche e imprenditoriali e i beni culturali, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile, in armonia con la vocazione propria del territorio tiburtino, trasformando Tivoli in una vera e propria “Fabbrica di Cultura” per gli artisti, favorendo la crescita di un pubblico che si affezioni alla città e ai suoi luoghi. Le “Arti” in questo modo saranno lo strumento attraverso il quale accrescere e coltivare sentimenti d’identità e aggregazione, insieme ad innovazione, contemporaneità e interculturalità”.

Minolta DSC                                                                 Tivoli: Villa d’Este – Foto courtesy enciclopedia Wikipedia

Il cartellone si presenta ricco di appuntamenti con grandi nomi della cultura e dello spettacolo:

– L’8 luglio l’apertura sarà affidata all’attore Elio Germano accompagnato dalla musica dal vivo di Teho Teardo, nella splendida cornice di Villa Adriana.

Il 13 luglio il Festival proseguirà con il concerto di Massimo Ranieri dal titolo Malìa al Santuario di Ercole Vincitore; l’artista sarà accompagnato da una formazione composta da perle della musica italiana quali Enrico Rava alla tromba e al flicorno, Sebi Burgio al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso, Marco Guidolotti ai sassofoni e Stefano Bagnoli alla batteria.

Il 20 luglio Sempre al Santuario di Ercole andrà in scena il concerto-spettacolo di Syria “Perché non canti più” dedicato a Gabriella Ferri

Il 1 agosto “Tecno – Filò” di e con l’attore Marco Paolini.

-  Il 28 luglio, si terrà un concerto per la prima volta a Piazza Rivarola, con alle spalle la splendida cornice del Tempio della Sibilla e Ponte Gregoriano Enrico Capuano e la Tammurriata Rock si esibiranno in un concerto indimenticabile, ad ingresso libero.

Il 31 luglio serata speciale a Villa d’Este “Auguri Franca!” in onore della madrina del festival, la grande attrice-autrice Franca Valeri in occasione del suo compleanno.

- Il 04 agosto, concerto di chiusura del Festival affidato a Demo Morselli e Marcello Cirillo accompagnati da una Big Band che si terrà in Piazza Garibaldi, concludendo la kermesse con una grande festa di piazza.

600px-Villa_adriana2                                                                      Tivoli: Villa Adriana – Foto courtesy Donatello Urbani

L’occasione di questo festival offre l’opportunità di presentare  su “ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio”, organismo di distribuzione, promozione e formazione del pubblico, oggi Circuito Multidisciplinare (teatro, danza, musica), riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) e dalla Regione Lazio. Le parole di Urbano Barberini, assessore alla Cultura del Comune di Tivoli, offrono una presentazione di particolare efficacia:”Da oltre 30 anni l’ATCL sostiene la diffusione dello spettacolo dal vivo sul tutto il territorio regionale, alla ricerca di una politica culturale capace di superare la forza centripeta della Capitale, attraverso progetti dedicati a piccoli e grandi comuni e aprendo a una prospettiva europea, al fine di modulare un’idea di “identità” regionale “altra” in costante divenire. Queste identità sono al tempo stesso ricchezze, possibilità, prospettive, opportunità per una crescita che proprio nello spettacolo e nella cultura trova un volano capace di esaltare le specificità e di favorire l’incontro arricchendo il singolo individuo e la collettività. Mediante una capillare attività presso gli Enti Locali, ATCL svolge un servizio a forte caratterizzazione sociale finalizzato alla crescita qualitativa e quantitativa e del pubblico e all’affermazione della funzione sociale ed economica dello spettacolo dal vivo. L’azione si caratterizza per l’interdisciplinarietà della proposta, la ricerca e la contemporaneità dei linguaggi, il sostegno dei nuovi talenti, la riscoperta delle tradizioni, vocazioni, bellezze dei territori, la presenza all’interno del mondo della scuola e del disagio sociale, l’attività di consulenza e assistenza per operatori ed Enti Locali. Allo stesso tempo l’ATCL guarda verso un orizzonte più ampio, con la necessità di espandere la propria rete oltre i confini regionali e nazionali per condividere percorsi e strategie comunitarie anche attraverso una “Rete dei Teatri”.

Info: C.T.S. Piazza Palatina.2 Tivoli – e.mail biglietteria@tivoli-chiama.com – tel.0774.311608

ArtCity – Estate 18 -. Arte, musica e spettacoli a Roma e nel Lazio.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Per molti romani le serate estive sono accompagnate frequentemente da afa e noia. Merito da riconoscere ad alcune istituzione pubbliche è l’aver programmato serate all’insegna della cultura quali valide alternative. Fra queste iniziative, come avvenuto nel 2017, un posto di rilievo meritano quelle programmate dal Polo Museale del Lazio con “ArtCity – Estate 18”  che dal prossimo 26  giugno fino a novembre, vede coinvolte ben 46 diverse locations tra Roma ed il territorio laziale. ArtCity è un progetto organico d’iniziative culturali, nato nei musei e per i musei, che unisce sotto un ombrello comune oltre centocinquanta iniziative di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo.

20180622_113829Castel Sant’Angelo: Le olearie volute da Papa Urbano VIII, Barberini, XVII secolo, per l’approvvigionamento del prezioso prodotto utile e necessario sia per l’alimentazione che per illuminazione e scopi bellici quale deterrente da usare, una volta ben riscaldato, contro i nemici.

Nelle parole della Direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli si trovano le vere finalità di quanto programmato: ”Si tratta della politica del gigante con le mani da orologiaio, ovvero di una struttura di grandi dimensioni, come il Polo Museale del Lazio, che, appunto, aspira a realizzare lavori di precisione. L’idea è creare occasioni di visita attraverso attività pensate su misura, capaci di sfruttare l’attitudine a vivere nuove esperienze che le persone in genere rivelano soprattutto d’estate: questo, naturalmente, tenendo fermi la tutela e il decoro dei luoghi, il rigore scientifico e la qualità artistica. Il progetto mira certamente a diffondere la conoscenza dei luoghi d’arte del Lazio presso cittadini e turisti. Il vero obiettivo consiste però nel farveli tornare, innescando un processo di fidelizzazione che trasformi il Museo in un motore di crescita culturale e di coesione sociale. Immutato rispetto alla precedente edizione resta l’impegno nel recupero e nella valorizzazione delle collezioni permanenti: basti citare il restauro degli strumenti musicali conservati a Castel Sant’Angelo, come la spinetta cinquecentesca che Maurizio Croci suonerà il 13 settembre all’interno della Sala Paolina, la sala di rappresentanza fatta decorare da Paolo III Farnese. Sul territorio è stata prestata attenzione al Museo della Navi Romane di Nemi con il progetto teatrale per ciechi, ipovedenti e vedenti, “I figli della frettolosa”, che annuncia il percorso di visita stabile capace di rispondere alle esigenze dei fruitori con esigenze specifiche. Già nel 2017, del resto, ArtCity ha fatto registrare un rimarchevole successo di critica – come dimostrano i tre volumi di rassegna stampa – e ancor più di pubblico: poco meno di 600.000 persone, infatti, sono state presenti alle varie iniziative”.

20180622_114732La Direttrice del Polo Museale del Lazio, dott.ssa Edith Gabrielli in occasione dell’inaugurazione delle Olearie di Castel S.Angelo, ultima attrattiva venuta ad aggiungersi al già articolato ed interessante percorso organizzato all’interno di questo prestigioso sito archeologico

A questi fanno riscontro nel territorio regionale ben settantacinque appuntamenti di musica, danza e teatro, con presenze di calibro internazionale e tre residenze d’artista a Oriolo Romano, Nemi e Sperlonga. Degni di grande attenzione sono due progetti pilota. Il primo a Palestrina. Di concerto con il Comune sarà allestita una rassegna intitolata Luci su Fortuna  accompagnata da una serie di visite guidate al Santuario della Fortuna Primigenia e al Museo Archeologico. Il secondo esperimento coinvolge Sora, cittadina in cui non ha sede alcun museo del Polo, così il progetto ArtCity ha previsto, in collaborazione con il  Comune, una Mostra d’Arte Cinematografica dedicata a Vittorio De Sica.

A seguire una sintetica presentazione delle rassegne che interesseranno la città di Roma: Il Museo come non l’hai mai visto apre le porte di giorno e di notte a percorsi ‘segreti’ in alcuni dei monumenti più celebri di Roma e del Lazio: il Passetto, le prigioni, la stufetta di Clemente VII e le Olearie di Urbano VIII a Castel Sant’Angelo, appena restaurate e visitabili per la prima volta. Visite quanto mai interessanti sono anche la marciaronda, i sottotetti e il Belvedere di Palazzo Venezia, i sotterranei del Vittoriano. Nel corso delle visite alle sedi museali sarà possibile fruire anche delle mostre di respiro internazionale allestite nelle varie sale, come Armi e potere nell’Europa del Rinascimento, presente nella doppia sede di Palazzo Venezia e Castel Sant’Angelo, e Eternal City nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects presente dal prossimo 29 giugno all’interno del complesso del Vittoriano. In contemporanea la musica, antica e contemporanea, teatro e danza, saranno in scena, nel senso vero della parola, con Il giardino ritrovato a Palazzo Venezia, Sere d’Arte a Castel Sant’Angelo, Musica al Vittoriano a cura di Ernesto Assante e ancora In musica, In scena e Luci su Fortuna in tutti e quarantasei i luoghi d’arte del Polo Museale del Lazio, all’insegna della qualità e della sperimentazione. Una particolare segnalazione, a ben guardare le attività di tutte le locations ne sarebbero meritevoli, desidero rivolgerla al “Giardino ritrovato”  di Palazzo Venezia che ha programmato questi primi incontri  il:                                                  Sollima                                               Giovanni Sollima – Foto courtesy Ufficio Stampa Polo Museale del Lazio

26 giugno – Giovanni Sollima e i Solisti Aquilani, una serata all’insegna della musica di Vivaldi, Donizetti, Bach, Boccherini e dello stesso Sollima; e il

28 giugno invece sarà la volta della prima conversazione del ciclo “L’architettura racconta”. Nel suo intervento dal titolo Come raccontare l’architettura, Francesco Dal Co parlerà della sezione Vatican Chapels della 16° Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia, da lui recentemente curata.

Una particolate attenzione è stata riservata a un progetto dedicato ai bambini che propone una modalità innovativa per vivere il patrimonio culturale attraverso l’incontro con le arti sceniche. Gli spettacoli programmati prevedono infatti un confronto tra museo e teatro e  avranno luogo in tutto il Lazio, dal Palazzo Farnese di Caprarola all’Abbazia greca di San Nilo a Grottaferrata fino a Villa Lante a Bagnaia.

Viene infine raccomandata da parte degli organizzatori di seguire con attenzione le Modalità di visita e accesso alle iniziative di ARTCITY. Per questo motivo per assistere alle iniziative del programma è sufficiente, negli spazi in cui è previsto, acquistare il solo biglietto del museo in cui si svolgono, ovviamente fino a esaurimento posti. Per la stessa ragione nei siti che non hanno biglietto l’ingresso è libero, sempre fino a esaurimento posti. In occasione di ArtCITY (26 giugno – 11 novembre) per la visita di Castel Sant’Angelo e di Palazzo Venezia, è istituito un biglietto unico che garantisce un ingresso in ciascuno dei due siti e consente l’accesso all’evento serale solo nel sito e nel giorno della prima visita. Nei siti in cui si svolgono le iniziative di ArtCITY Estate 18 sono in vigore le seguenti riduzioni e gratuità.Biglietto ridotto per cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni.Biglietto gratuito per minori di 18 anni, studenti e docenti dell’U.E. ed altre categorie previste dalla legge. Per informazioni e aggiornamenti www.art-city.it

Roma, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette, in mostra “Libri d’Artista di Vittorio Fava”. Magicamente ricreata la fantastica biblioteca del Principe Giovanni Torlonia Junior.

Testo e foto di Donatello Urbani

Ciascun oggetto, anche il più insignificante, racchiude dentro di se un messaggio artistico. Vittorio Fava con un’operazione di recupero di svariati oggetti, i più disparati possibili, ha reso attuale questo concetto inserendo tanto nella copertina che nelle pagine interne di 20 libri, tutti sfogliabili e artisticamente animati, disegni, scritte, collage di merletti, bottoni, frammenti di ceramica, legno, medaglie, monete.

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I libri sono stati realizzati dal Maestro in vari anni, alcuni  proprio per questa circostanza, per stabilire un continuo dialogo con la Casina delle Civette, e riproporre quella ambientazione  e spirito culturale, presente all’interno già con la loro disposizione su leggii, appositamente realizzati dall’Artista, per  ricreare anche visivamente quella fantastica biblioteca che il Principe Giovanni Torlonia Jr. avrebbe potuto avere nella sua fascinosa Casina. Quali saranno state le letture del Principe? A questa domanda rispondono i curatori: “Trattati d’arte, di alchimia, di zoologia – alla luce di civette, lumache, serpenti e pipistrelli raffigurati nella casa –, botanica, visto il suo amore per le piante; ci sarà stato il libro dell’ospite. Cosa è rimasto di tutti questi libri? Nulla. Ed ecco che Vittorio Fava ha ricostruito la biblioteca perduta”. Certamente il Principe Giovanni Torlonia, che tante ore trascorreva nella sua Casina, tra studi esoterici e riflessioni filosofiche, avrà consultato dei libri e quelli presentati da Vittorio Fava avrebbero riscontrato la sua benevola predilezione.

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L’idea della mostra è maturata nell’artista lo scorso anno, come ha tenuto a precisare la Direttrice della casina delle Civette Maria Grazia Massafra, quando ha realizzato il “Codice della Civetta diurna” per partecipare alla mostra “Tre civette sul comò” nello scorso gennaio 2017. “Anche in questa circostanza  aveva presentato la sua opera disposta su un leggio in legno da lui costruito, nella Hall della Casina. Il pubblico si fermava incuriosito, chiedeva spiegazioni, era affascinato… Da qui l’idea di disporre nella Casina dei libri in rapporto con gli spazi e con i gusti e le predilezioni dell’antico proprietario”. Il percorso espositivo che occupa per intero tutti i locali della Casina presenta opere che trovano nella loro collocazione un motivo di dialogo in più; così nel Fumoir c’è il “Grande Libro della Musica”, mentre nella Stanza del Chiodo, dominata dalla bellissima vetrata di Cambellotti, c’è un libro dedicato a questo artista. La camera da letto del Principe, di cui era ben nota la predilezione per l’alchimia e l’esoterismo, ospita i libri “Cleopatra alchimista” e il “Grande Libro dell’Alchimia”, con una adeguata seggiola per poterlo consultare. Nella Stanza della Fata, c’è un libro sulle loro sorellastre, le Streghe. Nel Bagno del Principe, dove sopravvive un frammento dell’antico rivestimento di ceramica, vi è il “Libro della Ceramica”.

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Tutti i libri hanno un loro preciso messaggio sono tutti da consultare, leggere e scoprire il messaggio che vogliono regalarci. Interessante, quanto singolare, il libro posto nella Hall, il “Libro dell’Ospite”. Questo libro presenta pagine bianche dove, chi vorrà, potrà scrivere un suo pensiero sulla mostra, sui libri, sulla Casina sulle Civette…, lasciando, facoltativamente, la sua mail. Tra i testi di coloro che avranno scritto lasciando anche la loro mail, una giuria, formata dall’artista e dalle due curatrici, individuerà i più belli, che saranno letti e premiati il giorno prima della chiusura della mostra.
In occasione della mostra, i visitatori potranno partecipare alle seguenti iniziative gratuite. È necessario essere in possesso del biglietto del museo da acquistare presso il Casino Nobile:
Sabato 30 giugno – e  Domenica  2 settembre – ore 16.30: Visita guidata della mostra con l’artista che legge alcuni suoi testi (domenica gratuita).
Sabato 8 settembre – ore 16.30: Intervista all’artista con Giorgio Di Genova, Fiammetta Iori, Maria Grazia Massafra e Stefania Severi.
Sabato 29 settembre – ore 11.30: Lettura dei testi più interessanti lasciati dai visitatori sul Libro dell’Ospite e premiazione del migliore (premio piccolo libro) e del secondo e terzo classificato (premio un libretto-biglietto da visita).La giuria, il cui giudizio è insindacabile, è composta da Vittorio Fava, Maria Grazia Massafra e Stefania Severi.
Roma Musei di Villa Torlonia, Museo della Casina delle Civette, via Nomentana 70, Roma fino al 30 settembre 2018 dal martedì alla domenica con orario ore 9.00-19.00. Biglietti d’ingresso € 6,00 intero; € 5,00 ridotto. La mostra è parte integrante della visita. Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) € 5,00 intero; € 4,00 ridotto. Ingresso gratuito per tutti i residenti a Roma e nell’area della Città Metropolitana la prima domenica del mese. Info  060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)  www.museivillatorlonia.it; www.museiincomune.it

EBRAICA Festival Internazionale di Cultura- Roma – dal 23 al 27 giugno 2018

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Da oltre duemila anni la comunità ebraica è presente a Roma. Malgrado una così lunga presenza si può affermare che  i romani, tanto in passato quanto al presente, non hanno mai conosciuto a pieno la ultramillenaria cultura che caratterizza questa comunità. Momenti di reciproci e pacifici incontri ce ne sono stati tantissimi, molti caratterizzati anche da una perfetta socializzazione, basti pensare alla gastronomia “giudia”, così conosciuta, che a Roma ha trovato  una perfetta interpretazione nei carciofi e nei tagliolini cacio e pepe. Ben vengano, quindi, iniziative quali “Ebraica – Festival Internazionale di Cultura- Roma – che, come avviene nel resto del mondo, dal 23 al 27 giugno 2018 tanto la cultura che il pensiero ebraico si aprono all’intera popolazione con il preciso intento di farsi conoscere.

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Il tema dell’edizione 2018 è “Time&Life” in quanto indirizza lo sguardo verso i grandi temi del cambiamento e dell’innovazione con l’obbiettivo “di approfondire il concetto del tempo come paradigma fondamentale della relazione tra vita ed esseri umani,  intorno alla quale raccogliere il contributo e le riflessioni di filosofi, intellettuali, scrittori, scienziati  e artisti. Tempo come scansione fondamentale della vita dell’uomo, della sua  dimensione  materiale e immateriale, fisica e metafisica, antica e contemporanea, vista da una riflessione che, come sempre, parte in seno all’ebraismo, “una religione del tempo” come scrive il grande rabbino Abraham Joshua Heschel” dalle parole della Presidente Ruth Dureghello.  Importanti in questa edizione i contributi offerti dall’Ambasciata d’Israele, dal Patrocinio del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e dalla media partnership con la RAI, che per quest’undicesima edizione si aggiunge la prestigiosa collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Settore Alta Formazione. Le location interessate dal festival saranno l’antico quartiere ebraico, il Palazzo della Cultura e i Giardini del Tempio, con l’aggiunta dell’Isola del Cinema all’Isola Tiberina. Il calendario degli eventi programmati prevede:

la Notte della Cabbalà, sabato 23 giugno, serata straordinaria tra Cabbalà, mistica ebraica, tradizioni musicali e culinarie millenarie e la straordinaria opportunità di visitare gratuitamente il Museo Ebraico, la Grande Sinagoga e la Fondazione Museo della Shoah – Casina dei Vallati dove sarà allestita la  mostra “1938. Vite spezzate”, secondo capitolo del ciclo di esposizioni che la Fondazione Museo della Shoah – Onlus ha realizzato in occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali in Italia. Evento di apertura del Festival, la mostra Donne straordinarie. 1948 Nascita di una Nazione (promossa dalla Comunità Ebraica di Roma in collaborazione con CDEC e ADEI-WIZO-sezione di Milano nell’ambito di  Ebraica-Festival Internazionale di Cultura e curata da Marco Panella, Ariela Piattelli e Raffaella Spizzichino, che illustra per immagini la partecipazione delle donne alla nascita, alla crescita e allo sviluppo dello Stato d’Israele. Tra gli eventi più attesi: A Jewish Jazz Story l’esibizione del Trio Dimitrij  e la tavola rotonda “Conversazione con la Storia. L’inchiesta sul Caso Mortara” con Franca Leosini, David Kertzer e Serena Di Nepi; a seguire l’incontro “Fammi sognare Fammi vivere” con David Gerbi e Raffaele Morelli per parlare dei sogni dal punto di vista ebraico e psicologico, di come i sogni hanno il potere di trasformarci, migliorarci, se ascoltiamo la loro “voce” e comprendiamo il loro messaggio;

20180619_123028                       La Casina dei Vallati, sede del Museo della Shoah e nello sfondo il fronterspizio del Portico di Ottavia

domenica 24  incontro con il regista e autore israeliano Shemi Zarhin che, insieme ad Alessandro D’Alatri, presenterà il suo primo romanzo e uno tra i suoi film più celebri.

Lunedì 25 Israele raccontata dai suoi scrittori, nell’incontro “Dicono della mia terra. Pagine su Israele” e attraverso  lo spettacolo, che si avvale della partecipazione di Maria Rosaria Omaggio e Pino Quartullo e delle musiche di Oscar Bonelli.   Interessante sarà l’incontro sul tema: “Tempus fugit: l’intelligenza artificiale e la cognizione del tempo”, che si svolgerà alle ore 21.00, moderato da Marco Panella e gli interventi di Rav. Riccardo Di Segni, Paolo Benanti (docente di Etica della Tecnologia all’Università Gregoriana), Paolo Merialdo (docente al Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre) e Massimo C. Comparini (Ceo di E-Geos).

Martedì 26 “Her Israeli Story. Donne israeliane tra arte e letteratura” in una performance al femminile di letteratura e arte visiva contemporanea con l’attrice Ketty Di Porto che presenterà alcune delle più interessanti e creative voci israeliane dell’ultima decade.

20180619_110240                                             Roma: Museo Ebraico: Ricostruzione con reperti originali della mensa dello Shabat

Per celebrare le tradizioni millenarie della cucina ebraica, il Palazzo della Cultura ospiterà  una serie di incontri da Lunedì 25 a Mercoledì 27 giugno, che esplorano proprio il legame e l’importanza del tempo nella cucina ebraica, come i vari paesi di origine degli ebrei l’hanno influenzata, fino all’evoluzione dei mercati kosher, halāl e biologico e al loro impatto a livello sociale e multiculturale.

II festival chiuderà la sua undicesima edizione mercoledì 27 con “A testa alta. Storia di Moretto”, uno spettacolo diretto da Antonello Capurso con Ludovico Fremont e Micol Pavoncello, ispirato al libro “Duello nel Ghetto” (Rizzoli) di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi, in cui si racconta l’avvincente storia di Pacifico Di Consiglio, detto Moretto. Una storia morale e allo stesso tempo romantica, avventurosa e rocambolesca: la vita di Pacifico Di Consiglio, pugile dilettante, ebreo romano, che sfidò il nazifascismo senza mai chinare la testa, diventando un esempio e un monito vivente negli anni più oscuri del Paese, dopo le leggi razziali del 1938 e durante l’occupazione nazista che testimonia come si può tenere la testa alta e restare liberi.

Informazioni sul sito www.ebraicafestival.it  oppure telefonando  al 366 45 80 652