“Peroni Cruda” chiude la mostra “Acqua e Birra per Roma Capitale”

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

E’ stato un eccezionale finissage  quello offerto dalla mostra dal titolo “Acqua e Birra per Roma Capitale” dove la birra Peroni Cruda, riconosciuta la migliore al mondo per l’anno 2018, è stata la vera  coprotagonista. Il periodo espositivo della piccola quanto interessante mostra che ha raccontato il legame tra la Città di Roma, la sua acqua e la  birra prodotta da oltre un secolo dalla Peroni quì in città, è terminato in bellezza.

Peroni Cruda 3                                                      Birra Peroni Cruda a Sant’Ivo alla Sapienza- Foto courtesy Ufficio Stampa Utopia

Acqua e birra in abbinamento hanno richiamato su di loro le attenzioni di questa rassegna ed insieme ci hanno offerto una dimostrazione del ruolo importante che rivestono nella vita dell’uomo e, per questo,  entrambe sono oggetto di cure e attenzioni. (Vedi la recensione sulla rassegna “Acqua e Birra per Roma Capitale” presente in altra pagina di questa rivista). Proprio la volontà di offrire sempre attraverso la ricerca un prodotto che sia sempre al top della qualità e della salubrità, è stata la politica produttiva  seguita dalla Birra Peroni.  Anche questo, fra tutti gli altri, è stato l’incentivo per produrre una  birra “non pastorizzata” che già all’esordio è stata la più pluripremiata della famiglia Peroni e, per l’occasione del finissage, anche la protagonista dell’ultima giornata della mostra. Le caratteristiche che distinguono Peroni Cruda hanno permesso a questa birra di essere nominata, tra gli altri riconoscimenti ottenuti, International Style Lager of The Year in occasione del New York International Beer Competition 2018.

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Distinguendosi tra le oltre 600 birre, provenienti da 14 Paesi che hanno preso parte all’ultima edizione della competizione nel cuore di Manhattan, Peroni Cruda è stata dunque riconosciuta quest’anno come miglior birra a livello internazionale della sua categoria. “Una birra speciale, dunque, per una location altrettanto prestigiosa, come quella dell’Archivio di Stato nel complesso di S. Ivo alla Sapienza che ha ospitato questa rassegna,” ha dichiarato Ludovica Lioy, Peroni Family Brand Manager, che nel proseguo ha affermato: “Peroni Cruda ha contributo a tenere alto in questi due anni l’onore del made in Italy nel mondo. La sua qualità, riconosciuta dai consumatori ma anche dai principali esperti del settore, deriva dall’ingrediente principale, il Malto 100% Italiano, e dal processo produttivo che, grazie alle basse temperature e alla microfiltrazione dei lieviti, garantisce un prodotto stabile nel tempo che mantiene, ad ogni assaggio, la stessa freschezza della birra come appena spillata in birrificio. Questo è il motivo per cui Peroni Cruda  è buona come appena fatta e rende il privilegio dei nostri mastri birrai un piacere per tutti”.  Una dichiarazione importante questa che indirizza i consumatori di birra a scegliere, senza esitazioni, Peroni Cruda quale miglior compagna di questa estate.

ELIZABETH UNIQUE HOTEL – Dimora charme che rivoluziona l’ospitalità negli hotel cinque stelle

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

In una delle vie più anonime di Roma, tra via del Corso e via della Frezza,  tra le preziose mura di Palazzo Pulieri Ginetti, nobile residenza oggi gestita dalla Famiglia Curatella, storica famiglia di albergatori, si trova l’hotel cinque stelle più esclusivo e raffinato della città.

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Il nome dell’hotel è un omaggio alla Signora Elisabetta, madre e nonna dei fondatori: figura femminile chiave, che ha lasciato dietro di sé le tracce indelebili del proprio amore e l’esempio di un’accoglienza autentica e unica che ha rappresentato nella maniera migliore il concept della raffinata ospitalità proprio degli hotel 5 stelle tanto a Roma quanto nelle loro strutture alberghiere presenti nelle città di Bologna e Venezia.

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 Maurizio Cannavacciulo: “Suppellettili” – 2012 – Opera in vendita                            Michael Gambino: “Dreams” – 2015 – Opera in vendita

Giuseppe Falconieri, già Generale Manager di realtà alberghiere anche internazionali, è stato chiamato a svolgere le funzioni gestionali con incarico di consulente apicale della proprietà e a guidare la direzione creativa e operativa di questo innovativo progetto che si basa su una filosofia realizzata in un’esclusività inedita e visionaria che si riassume nelle parole dello stesso Falconieri: “Il lusso non è apparire, bensì essere compresi e trovare appagamento nei piccoli dettagli e ispirazione nelle suggestioni artistiche con un percorso virtuale antico a contemporaneo, nel privilegio di entrare a far parte di una community di viaggiatori illuminati”. Entrando nella reception si avverte le netta sensazione di essere entrati in una residenza esclusiva dove alle arti è riservato il compito di porgere il benvenuto.

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  Simafra: “Chaotic” – 2018 cm.150X400- L’opera é esposta sulla parete sinistra del corridoio

Corridoio nell’Hotel Elisabeth Unique

Opere di pittori, prevalentemente contemporanei  di scuola romana, senza dimenticare anche artisti stranieri, selezionate dal gallerista Fabrizio Russo, segnano un vero e proprio percorso espositivo, accompagnato da un sottofondo musicale,  lungo l’intera area fino agli spazi  personali e riservati agli ospiti.  Grande attenzione è riservata alla musica. E’ messa a disposizione dei clienti una scelta di brani musicali alcuni registrati direttamente nel corso di serate organizzate all’interno dell’hotel. Altra grande attenzione sulla quale si è concentrata una particolare cura sono i servizi offerti agli ospiti ad iniziare da una colazione gourmet che inizia la mattina alle 7 e si protrae fino alle 14,30. Sono offerti prodotti accuratamente selezionati tra le migliori eccellenze “made in Italy” che hanno, tanto  nella coltivazioni e produzione biologica quanto nella freschezza e accuratezza della preparazione, le loro più importanti peculiarità. Identica politica è seguita anche nell’offerta di bevande ad iniziare dai vini, selezionati da Luca Maroni, importante enologo italiano autore di vari testi, guide e promotore di una selezione dei migliori vini italiani dell’anno in corso.

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Due proposte inserite nel ricco menu del brunch: “La carbonara” a sinistra e “Cous-Cous di pesce” sul lato destro

Le attenzioni messe in campo sono molteplici, da quelle ecologiche, con l’esclusione assoluta della plastica, all’ organizzazione  di visite guidate alle più significative realtà culturali e monumentali della città, solo per citarne alcune. Il numero delle camere disponibili è di 27 alle quali si aggiungono altre 6 realizzate in una dependance nello stabile di fronte. Quanto scrive Giuseppe Falconieri nel manifesto redatto per l’occasione dell’inaugurazione, è senza dubbio, il miglior pensiero conclusivo: “Qualità reale, non solo percepita. Ogni dettaglio, sia esso estetico o di servizio, è stato concepito e costruito senza alcun compromesso”.

“Elisabeth Unique Hotel” – Roma Via delle Colonnette, 35 – www.ehrome.com  – info@ehrome.com  – fax +39.06.3219979

ETERNAL CITY. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects

Testo e foto di Donatello Urbani

L’archivio fotografico del Royal Institute of British Architects (RIBA), ordine professionale che  promuove l’educazione alla qualità dell’architettura, fondato nel 1834 a Londra, conserva nel suo archivio fotografico ben 1,7 milioni di immagini. Un nutrito numero di queste  fotografie, opera di fotografi prevalentemente inglesi, salvo  alcune immagini dei fondi dell’Architectural Press Archive, sono state scattate in territorio italiano con una particolare attenzione alla città di Roma.

20180628_105911 Monica Pidgeon: “Tempio di Vespasiano” – 1961. La strada cuttadina che attraversava i Fori fu eliminata alcuni anni dopo.

Quelle selezionate per questa  mostra dal titolo “Eternal City. Roma nella collezione fotografica del Royal Institute of British Architects”,  esposte nella sala Zanardelli del Vittoriano fino al 28 ottobre 2018,  privilegiano uno sguardo ampio e scrupoloso al dettaglio archeologico come al paesaggio, passando per la scala intermedia dell’architettura della nostra città. Come è stato rilevato nel corso della conferenza stampa di presentazione della rassegna, Roma possiede non uno, bensì mille volti, che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto, identità distinte che talvolta si contraddicono e altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.

20180628_111314                                                      James Anderson: “Il Tevere con San Pietro e Csatel Sant’Angelo” -1870 circa

Scrivono in proposito  i curatori: “Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno interpretato i monumenti e l’immagine complessiva”. Gran parte degli autori delle fotografie erano pittori/fotografi che sistemarono le macchine fotografiche negli stessi luoghi che offrivano panorami e scorci di vita vissuta validi anche per opere pittoriche.

20180628_111621                                                                                      Monica Pidgeon: “Stazione Termini” – 1961

L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il Foro, sono sostanzialmente ripresi con minime varianti su quelle che sarebbero state le scelte compiute da un pittore. Per quanti hanno la memoria storica di quella Roma scomparsa  presente nelle fotografie esposte,  l’intero percorso espositivo che occupa anche gli spazi di recente apertura,  si tingerà di nostalgia, per i più giovani invece avrà un sapore romantico; su tutti i visitatori, di rimando, specialmente per quanti hanno Roma nel cuore, contribuirà a rafforzare  il vincolo che li lega alla loro “eternal city”.

20180628_110939               Complesso del Vittoriano: Spazi espositivi nella sala Zanardelli recentemente inaugurati ed aperti al pubblico

Roma, Monumento a Vittorio Emanuele II – Il Vittoriano –  Sala Zanardelli – Piazza dell’Ara Coeli fino al  28 ottobre 2018 con ingresso gratuito. L’esposizione, promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, è inserita nell’ambito di Artcity Estate 2018

Storie dal Palatino

Testo e foto di Donatello Urbani

La lunga storia del Palatino, il colle che ha ospitato il centro del potere dell’antica Roma, raccontato con visite guidate, dalla sua nascita e fino alla sua musealizzazione nel percorso del Parco Archeologico del Colosseo in sinergia tra La Soprintendenza e l’Università la Sapienza di Roma che da oltre 30 anni cura gli scavi in questa area. Un’occasione unica offerta ai visitatori dei Fori per assistere da vicino ai lavori di scavo nel cantiere archeologico degli “Horrea Vespasiani” sulla via Nova.

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                                                    L’area degli Horrea Vestasiani sullo sfondo la sostruzione del Colle Palatino

Un’occasione di archeologia pubblica in cui è protagonista la storia di un settore delle pendici settentrionali del Palatino che sarà narrata attraverso le diverse “storie” frutto della ricerca, dei ritrovamenti e le ricostruzioni archeologiche degli ultimi vent’anni. Il direttore del Parco archeologico del Colosseo Dott.ssa Alfonsina Russo e il direttore dello scavo Prof. Paolo Carafa aprono questo primo appuntamento di archeologia pubblica nel Parco archeologico del Colosseo, esito di una lunga collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza. Siamo alle pendici settentrionali del Palatino in un’area che inizialmente intorno al X secolo a.C, fu occupata da nuclei di capanne.

20180626_103509                                                                                          L’area del Tempio di Vesta

In epoca successiva tra il 775 e il 750 a.C. questo primo insediamento fu distrutto per lasciare il posto a una fortificazione con cinta muraria, conosciuta come la Roma Quadrata di Romolo, che circondava il colle Palatino con tanto di bastioni e fossato difensivo. L’area all’esterno delle mura fu suddivisa in lotti che furono occupati da vari santuari tra i quali il Tempio di Vesta e una residenza regia. Dopo il 550 a.C. circa,  le mura furono distrutte il fossato colmato e sopra questa area fu costruita la Prima Via Sacra. Ai lati della stessa via furono costruite nuove lussuose abitazioni. Una di queste abitazioni era di proprietà di Cicerone e dette origine, in occasione della confisca da parte di Silla, alla famosa allocuzione “Cicero pro domo mea”. Tutto cambiò di nuovo dopo l’incendio neroniano del 64 d.C. Venne costruita una nuova Via Sacra fiancheggiata da portici e sul quartiere residenziale furono costruiti dall’imperatore Vespasiano  dei magazzini – horrea – per la conservazione di derrate alimentari, e non solo. Dell’originaria sistemazione urbanistica restano solo la Casa delle Vestali ed il Tempio di Vesta, mentre la Porta Mugonia, una della quattro di accesso al colle Palatino, ed il Tempio di Giove Statore trovarono una diversa ubicazione sempre nella stessa zona. Tutta l’area dei Fori  nelle parole del prof. Paolo Carafa, direttore scientifico dello scavo, avrà vita difficile.

20180626_112416                                                                                      L’area in prossimità della porta Mugonia

La Roma delle invasioni barbariche e  negli anni successivi, passando dal campo vaccino fino all’arrivo dei Piemontesi, vivrà solo sopra la vecchia città con costruzioni, come nel caso di Santa Maria Antiqua,  adattate sulle preesistenti oppure recuperando sui resti della vecchia capitale imperiali quanto necessario per sopravvivere. E’ augurabile che giornate quali quella del 26 giugno scorso vengano ripetute con una certa frequenza. Sono delle buone occasioni per consentire a molti cittadini, specialmente romani, per gettare uno sguardo sulla più prestigiosa istituzione universitaria della nostra città.