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Pollock e la Scuola di New York – In mostra al Vittoriano – Ala Brasini – fino al 24 febbraio 2019

Testo e foto di Donatello Urbani

Per molti storici e critici d’arte l’11 agosto 1956, data della morte di Jackson Pollock, segna la nascita dell’arte contemporanea ed il definitivo trasferimento del principale centro di riferimento delle arti visive da Parigi e New York. L’artista si era fatto notare già da vario tempo nel mondo della pittura ma la vera notorietà arriva nel 1949 con un reportage sulla rivista “Life” che si chiedeva se fosse veramente Jackson Pollok il più importante artista americano vivente. L’artista, in effetti non ha legami né anagrafici né culturali con la vecchia Europa. Nasce a Cody, Wyoming, nel 1912 e le cronache dicono la sua difficile infanzia dovuta al suo carattere ribelle alle buone regole sia della famiglia che della scuola. Una leggenda, alimentata dalla passione per le culture locali,  vuole che la sua cultura si sia formata vivendo a contatto con le tribù indiane rimanendone fortemente influenzata. Importante per la sua carriera artistica è l’incontro, nella metà degli anni trenta, con Lenore (Lee) Krasner, anche lei artista, di cui s’innamora e che sposerà nel 1945. Insieme si trasferiscono a Spings nel Long Island.

20181009_125159                          Jackson Pollock: “Number 17″ 1950. Oil, enamel, and aluminiun paint on composition board

Qui in un capannone industriale Pollock scopre il “dripping”, un modo di dipingere del tutto inedito, un mix tra la ritualità di una danza indiana primitiva e la modernità di un’arte pre-perfomatica. Le dimensioni dei suoi quadri sono sempre più grandi, come dimostra la tela Number 27 esposta in questa rassegna che è lunga oltre 3 metri,  al punto tale da coinvolgere tutto il corpo nella realizzazione, come documentato sia da foto che da brevi filmati del regista tedesco Hans Namuth. I lavori di Pollock sconvolgono completamente i canoni ordinari che hanno costituito una regola inamovibile fino allora e richiamano le attenzioni  su di loro di tutto il mondo dell’arte in particolare dei collezionisti fra i quali spicca per importanza Peggy Guggenhein. La sua vita sregolata, condizionata da una forte dipendenza dall’alcool,  si conclude schiantandosi al volante della propria auto, l’11 agosto 1956, dopo l’ennesima notte brava.

20181009_125220                                                               Jackson Pollock: “Untitled” – 1950. Pennello, inchiostro su carta

Queste note biografiche dell’artista sono illustrate nella prima sezione del percorso espositivo che in complesso si articola in altre cinque sezioni nelle quali sono documentate e messe a confronto con quelle di Pollock le opere dei principale artisti, tutti ispirati  dal nuovo corso dell’arte newyorkese. Scrive in proposito il curatore Luca Beatrice: “…..Jackson Pollock è la super star della pittura americana ma non è solo. Esagerando riconosce che ci sono cinquecento miei coetanei a New York che fanno un lavoro importante”. La seconda sezione presenta le opere di pittori che già a partire dagli anni quaranta dello scorso secolo si allontanano dal realismo e dalla figurazione vedendo nell’astratto il segno di un tempo nuovo. Sono, solo per citarne alcuni,  Arshile Gorky, di origine armena, Robert Mothervel, William Baziotes, nato in Grecia, Mark Tobey, le cui opere sono invase da una fitta calligrafia che si esprime nella purezza del bianco, mentre Bradley Walker Tomlin è tra i precursori, fin dai primi anni Quaranta, del nascente Espressionismo Astratto. La terza sezione è dedicata a Franz Kline, considerato insieme a Polloch, Rothko e de Kooning, tra i massimi interpreti della scuola di New York.

20181009_130418                                                                  Sam Francis: “Abstraction”- 1959. Olio e colori acrilici su lino

Le opere esposte nella quarta sezione ci mettono di fronte al passaggio dalla gestualità e dal vigore dell’Espressionismo Astratto ai Color Field che anticipano le caratteristiche proprie sia del Minimalismo che della Pop Art. In questo contesto si muovono anche artiste femminili, oltre la Lee Krasner, quali Helen Frankenthaler e Grace Hartigan. Scrivono i curatori: “Con Sam Francis la seconda rivoluzione è finalmente compiuta: La nuova pittura è ormai dentro la necessaria sintesi contemporanea che in breve condurrà al Minimalismo, un processo di spoliazione che allontana il dipingere dall’enfasi gestuale dell’Espressionismo Astratto. La quinta e la sesta, ultima sezione, ci presentano rispettivamente Willem de Kooning, di orine olandese, e Mark Rothko, nato in Lettonia.

20181009_130536                                                                Willem de Kooning: “La porta sul fiume”. 1960. Olio su lino.

Il primo pur essendo vicino all’Action Painting non è, come scrivono i curatori: “completamente espressionista astratto perché, pur abbracciandone i principi teorici, non abbandona però la figurazione, conservando nella composizione la presenza di elementi realistici spesso visibili”. Le opere di Rothko, per lo più di grandi dimensioni, presentano, nelle parole scritte dai curatori: “…pennellate stese di colore che tracciano rettangoli luminosi e vibranti, dopo il caos gestuale e segnico dell’Espressionismo Astratto”.

Roma – Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – Via San Pietro in Carcere (Lato Fori Imoperiali) fino al 24 febbraio 2019 con orario di apertura alle 9,30 e chiusura dal lunedi al giovedi alle 19,30 – Venerdi e sabato fino alle 22,00 e domenica fino alle 20,30. Costo del biglietto d’ingresso, inclusa l’audioguida,  €.15,00 intero ed €.13,00, ridotto. Congiunto all’altra rassegna su Warhol, intero €.24,00, ridotto €.20,00. Sono previste riduzioni, facilitazioni e gratuità. Informazioni  tel.06.8715111 – sito web www.ilvittoriano.com

Officine Italia – Gruppo Ethos – Subentra ad Eataly nel punto ristoro di Piazza della Repubblica a Roma

Testo e foto di Donatello Urbani

Quattro piani di autentica enogastronomia italiana che si offrono in un punto strategico della città e di facile accesso tanto ai romani quanto ai turisti sotto l’etichetta “Officine Italia”. Officine perché si usano le mani nel preparare i piatti tutti con materie prime di alta qualità, Italia per ricordare un territorio che offre vere eccellenze enogastronomiche.

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La presentazione è di Marco Menoncello, manager di questa nuova realtà, che afferma: “Il Gruppo Ethos scommette su una nuova entusiasmante avventura, e dopo la collaborazione con Eataly decide di rinnovare l’esperienza romana con un progetto che si preannuncia ricco di novità. Ruota tutto su un format particolare che non ci parla solo di un ristorante ma di un’esperienza che dalla griglia  passa alla pizza, al bar per giungere allo spazio dedicato al mercato dove il racconto diventa un punto fondamentale  dove l’acquisto è consapevole. Esperienza questa già sperimentata con successo a Mestre e che si prefigge di riportarci alla riscoperta dell’artigianalità in cucina”.

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Il tutto si articola in ben 1500 metri quadri con un orario che va dalle 8 di mattina alle 24 della sera in cui partendo dalla colazione si arriva alla cena passando per l’aperitivo ed il pranzo attraverso “un percorso culinario in cui tutti i cinque sensi sono i protagonisti”, come affermato da Beppe Scotti, AD del Gruppo Ethos. Una particolare attenzione è stata riservata ai ristoranti che sono rigorosamente tematici con aree distinte riservate alla carne, alla pasta e alla pizza con possibilità di cenare o pranzare in qualsiasi sala consumando qualsiasi pietanza.

20181005_192740                                                                                                          La sala delle Naiadi

La sala delle Naiadi, all’ultimo piano, è il fiore all’occhiello di questa location dove dalla bellissima vetrata si può ammirare Piazza dell’Esedra con la bella Fontana delle Naiadi in tutta la sua bellezza. E’ questo il posto perfetto sia per un pranzo di lavoro che per un pre-cena romantico, grazie alla riservatezza offerta dalla separazione di alcuni gradini dai restanti locali. Una visita, anche per acquistare un ricordo di Roma, merita il mercato allestito al piano seminterrato: In 160 metri quadri, spazio destinato ad accogliere anche gruppi di turisti, è a disposizione del cliente un vasto assortimento merceologico che va dalla pasta, al riso, alle farine e cereali, prodotti salati, cioccolato,confetture, mieli, biscotti, torroni, prodotti per la prima colazione, caffè,tè,tisane e creme spalmabili, insieme a prodotti realizzati da artigiani e aziende agricole di eccellenza del territorio nazionale.

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Punto di forza è l’enoteca che offre la possibilità di scegliere tra centinaia di etichette italiane, vini naturali, biologici e biodinamici, oltre ad una selezione di birre artigianali italiane. Quanto mai significative sono le parole rivolte da Marco Menoncello al termine della presentazione: “ Questo spazio più che un luogo è un momento, quello giusto, per sempre, o per concedersi anche solo un attimo di golosa felicità”.

Roma – Piazza delle Repubblica, 41, sempre aperto fino alle 24,00 e il sabato fino all’1 di notte. Informazioni sul sito officineitalia.bio oppure telefoniche 06.45509130

Moro 2017 – L’ultimo vino nato nell’azienda agricola biologica Marco Carpineti di Cori

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e  Donatello Urbani

La presentazione dell’ultimo nato nell’azienda agricola biologica Marco Carpineti ha coinciso con l’ingresso a pieno titolo nella dirigenza dell’azienda della figlia Isabella. Regola imperativa mai messa in discussione e seguita da sempre in agricoltura è stata “mai privarsi dell’apporto e del lavoro delle donne”.

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I compiti affidati oggi nella conduzione di un azienda agricola all’altra metà del cielo sono in linea con i tempi dove, come tiene a precisare il titolare, Marco Carpineti, primeggiano nuove tecniche gestionali e nuovi percorsi economici che affiancandosi  alle tecniche biologiche e biodinamiche vogliono che tutto sia in perfetto equilibrio ed in sintonia con la natura. Tenendo fermi questi principi la ricerca verso le nuove  frontiere vitivinicole che sono da sempre perseguite dall’azienda agricola Carpineti, sono state illustrate dal titolare, Marco che ha affermato:”Si narra che a Cori fin dall’antichità, si coltivassero due varietà di Greco: il Moro e il Giallo appartenenti alla famiglia del Greco Bianco. Gli acini verdi scuri del Moro e quelli trasparenti del Giallo, vengono raccolti e selezionati nelle prime ore del mattino e macerati a freddo. Solo un 30% fermenterà e si affinerà in barriques di rovere. L’intero processo è testimonianza del perfetto connubio tra tradizione e innovazione”. Certamente un brindisi con il Moro 2017 è quanto di più appropriato per accompagnare l’ingresso nell’azienda agricola familiare di Isabella :”Cin-Cin e ad maiora”.

Ti presento Sofia – Dal 31 ottobre p.v. al cinema

Mariagrazia Fiorentino

Regia di Guido Chiesa con Micaela Ramazzotti e Fabio De Luigi. E’ un film che fa sorridere, riflettere, piangere creando dei paradossi incredibili. “Gabriele (Fabio De Luigi), ex rocker divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia. Un giorno nella vita di Gabriele ripiomba Mara (Micaela Ramazzotti), un’amica che non vede da parecchi anni ma al loro primo appuntamento Mara rivela a Gabriele di detestare i bambini.Travolto dalla passione, Gabriele inventa assurde situazioni per nascondere la sua paternità”.  Ma come tutte le grandi scelte a volte nascono da un trauma.

In viaggio con Adele – Regia di Alessandro Capitani dal 18 ottobre p.v. al cinema con Alessandro Haber e Sara Serraiocco.

Mariagrazia Fiorentino

E’ la storia di un padre e una figlia che si ritrovano in un contesto di assurdità e di solitudine, soli e bisognosi d’amore. “Adele, Sara Serraiocco, é una ragazza speciale libera da freni e inibizioni, indossa solo un pigiama rosa con le orecchie da coniglio, e colora il suo mondo di Post-it, dove scrive tutto quello che le passa per la testa. Cinico e ipocondriaco, Aldo (Alessandro Haber) é un attore di teatro che si trova alla vigilia della sua ultima grande opportunità nel mondo del cinema. L’improvvisa morte della mamma di Adele sconvolge i piani di Aldo che scopre, solo allora, di essere il padre di Adele. Uniti dalla solitudinee dal bisogno di amore i due si scopriranno poco a poco”. Dice Haber: “Bisogna guardare con attenzione il diverso”.

Klimt & Schiele. Eros e psiche.

Mariagrazia Fiorentino

Soggetto e sceneggiatura di Arianna Marelli con la partecipazione di Lorenzo Richelmy. Un film evento su Klimt e i grandi del suo tempo,  su scandali, sogni e ossessioni della Vienna dell’epoca d’oro attraverso le opere dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches Museum del Leopold Museum, del Sigmund Freud del Wien Museum. Una pellicola per gli appassionati dell’arte e del bello.

A.I.S. Lazio – Associazione Italiana Sommelier – Festa d’inaugurazione dell’anno sociale 2018/2019

Testo e Foto di Donatello Urbani

L’occasione offerta dalla festa d’inizio anno sociale 2018/2019 ha coinciso anche con la consegna dei diplomi di fine corso agli allievi nuovi sommelier che sono stati festeggiati con i vini prodotti nelle due maggiori isole italiane: Sicilia e Sardegna.

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Presenti alla cerimonia che si è svolta nei saloni dell’ A.Roma Lifestyle Hotel, oltre i soci dell’AIS Lazio, tutto il mondo del vino  dai produttori ai venditori fino alla stampa specializzata. Le parole della Presidente dell’AIS Lazio, Angelica Mosetti, hanno messo in risalto le finalità dell’associazione fondata nel 1965 e che da allora opera con il preciso obbiettivo di promuovere “la cultura del vino come identità ed espressione univoca del territorio valorizzando le eccellenze vinicole e qualificando la figura professionale del sommelier nell’ambito dell’enogastronomia”.

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Partendo da queste premesse si muoverà l’attività associativa  anche per l’anno 2018/19 dove i corsi per sommelier costituiscono un fiore all’occhiello.

Informazioni sul sito web www.aislazio.it – o per e.mail sommelier.roma@aislazio.it

Pixar – 30 anni di animazione

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Leggere il futuro è considerato da sempre una delle imprese più difficili e rischiose. Così la mostra “Pixar – 30 anni di animazione”, allestita a Roma nel Palazzo delle Esposizioni, nelle intenzioni dei curatori oltre a rendere omaggio alla casa editrice icona dell’animazione oggi stella dell’impero della Walt Disney, ipotizza il possibile futuro che attende le arti grafiche, applicate, pittoriche e visive in genere.

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Bob Pauley”Woody e Buzz” Toy Story. Penello e matita                 Teddy Newton”Elstigirl” Gli Incredibili.Pennello e matita su fotocopia

Dipingere con i tradizionali strumenti ed apparati dall’uso consolidato apparterrà al passato ed il computer ricoprirà, sia pure gradatamente, sempre più gli spazi che prima erano di competenza esclusiva di colori e pennelli. In questa rassegna sono esposte oltre 400 opere che, come affermato nel corso della conferenza stampa, “mostrano lo spettacolare patrimonio artistico creato per ciascun film. Fatti di disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerello, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano, tutti lavori nei quali l’arte ed il design giocano un ruolo essenziale e danno vita, insieme all’animazione digitale , al prodotto finito”.

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Tia W.Kratter, layout di GeelweeBoedoe “Formicaio”. Acrilico su cartoncino      Bud Luckey, colore Ralph Eggleton “Woody”.Tecnica mista

Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: Personaggi, Storie, Mondi, alle quali si aggiunge una selezione di video, proiezioni e due spettacolari installazioni: L’Art Scape e lo Zoetrope, che, attraverso la tecnologia digitale fanno rivivere le opere in esposizione grazie al suggestivo fascino dell’animazione. Nel corso dell’intero periodo di esposizione- terminerà il 20 gennaio 2019 – saranno proiettati film  che hanno reso famosa la casa produttrice insieme ad un ciclo d’incontri dove alcuni esperti faranno conoscere ai presenti le loro esperienze di lavoro e di studio adottate nel corso della realizzazione dei loro cartoni animati. Completeranno questo programma parallelo all’esposizione vari laboratori didattici riservati tanto ai giovani, alle scuole quanto ai grandi e famiglie. Dopo aver toccato Roma questa rassegna, inaugurata a New York alcuni anni fa, giungerà nel Messico per poi proseguire con alcune nazioni dell’Estremo Oriente.

Catalogo ricco d’immagini, quasi tutte a colori distribuite in 185 pagine, come si conviene  per illustrare una mostra di animazione.

Roma – Palazzo delle Esposizioni – Via Nazionale, 194 fino al 20 gennaio 2019 con orari nei giorni di domenica martedi, mercoledi, giovedi dalle 10,00 alle 20,00  e nei giorni di venerdi e sabato dalle 10,00 alle 22,30. Lunedi chiuso. Costo dei biglietti d’ingresso: intero €.12,50 – ridotto €.10,00 sono previste riduzioni e gratuità info al tel. 06.39967500 e sito web www.palazzoesposizioni.it

Lorenzo Lotto e le Marche

Testo e foto di Donatello Urbani

Lorenzo Lotto, uno dei più importanti artisti del nostro rinascimento, veneziano di nascita e di formazione artistica, trovò nelle Marche la sua terra di elezione tanto che proprio all’interno del Santuario di Loreto, dedicato alla Madonna, della quale era sincero devoto, ha trovato la sua sepoltura. A far tempo dal prossimo 19 ottobre e fino al 10 febbraio 2019, la Regione Marche insieme a varie istituzioni pubbliche e private, ha promosso una mostra che partendo dalla sede di Macerata si estende in vati centri lotteschi quali Ancona, Cingoli. Jesi. Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino. L’intento  che va oltre il doveroso riconoscimento ad un artista sincero amante la terra marchigiana è stato quella di tenere viva l’attenzione sulle località colpite dai recenti eventi sismici. L’occasione buona è stata offerta dalle attenzioni che varie importanti istituzioni museali hanno recentemente avuto su questo artista che proprio in varie località di questa regione è tutt’ora presente con ben 25 opere. Onore al merito degli organizzatori di questa bella iniziativa che affonda il suo intimo essere nelle profonde e ben consolidate radici culturali di questa regione, è stata quella di non spostare dai luoghi dove le opere furono commissionate all’artista Lorenzo Lotto  e amorevolmente custodite e conservate nei secoli dalla popolazione locale.

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Testimonianza di questo è offerta dal Museo di Recanati dove sono esposte ben tre opere commissionate a Lotto per ornare alcune chiese, fra queste “L’Annunciazione”, un autentico capolavoro  che trova ampie documentazioni in tutti i testi di storia dell’arte e, nello stesso tempo, rende doverosa testimonianza dell’autentica fede e venerazione verso la Madonna nutrita dall’artista stesso. Di non minor interesse è l’offerta turistica insita in questa iniziativa sia perché giunge in un periodo destagionalizzato dai richiami ed interessi turistici, sia per le buone e convenienti proposte offerte dagli operatori turistici locali che interessano, in un arco di tempo relativamente lungo, località che meritano a pieno titolo di essere visitate anche se coinvolte in questa mostra itinerante.

Macerata – Palazzo Bonaccorsi – Musei Civici – Via Don Minzoni, 24  dal 19 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019  dal martedi alla domenica- lunedi chiuso – dalle ore 10,00 alle 18,00. Biglietto d’ingresso intero €.10,00, ridotto €.8,00. Sono previste gratuità, facilitazioni e riduzioni varie per le quali si rimanda per informazioni al tel.0733.256361 – Sferisferio 0733.271709, e anche per le altre località ai siti web www.mostralottomarche.itwww.italytolive.it – e. mail info@italytolive.it

Marcello Mariani “Il Tempo dell’Angelo 1956/2014” – In mostra al Vittoriano – Ala Brasini (Lato Fori Imperiali).

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un’occasione più unica che rara è presente nelle tre aree espositive del Vittoriano per scoprire il profondo legame tra due avanguardie statunitensi fra le più importanti sorte nel dopoguerra: Pop Art e Action Painting, nei suoi massimi esponenti, Andy Warhol e Jackson Pollock, e la pittura informale italiana, rappresentata da uno dei suoi massimi esponenti Marcello Mariani.

IMG_20181001_185321                                                           Senza titolo – 1956. Tecnica mista e collage su tela applicata su tavola

La rassegna che espone le opere pittoriche di Mariani, promossa dalla Regione Abruzzo, curata dalla storico dell’arte e saggista Gabriele Simongini, ripercorre i 60 di carriera di questo artista, tutti improntati su una costante personale ed autonoma riflessione sull’arte informale in controtendenza con quella seguita da troppi artisti italiani che furono  seguaci  imitatori dell’arte d’oltre oceano. Significativo in proposito quanto scrive il curatore Simongini: “La sua formazione era stata influenzata, per certi aspetti, dall’esempio e dall’opera di certi artisti come Licini, Burri, Fontana, Beuys e Raushenberg che lo indussero a sviluppare una visione sempre più poetica, intensa ed anarchica del mondo. La pittura come territorio magico in cui ripercorre le fratture, le divisioni, le separazioni come rito di passaggio dal visibile all’invisibile, come lavorio inesausto di purificazione interiore in contatto con i sommovimenti segreti del mondo”.

IMG_20181001_185636                                                                       Forma archetipa 91 – 2010. Olio e tecnica mista su tela

Sempre Simongini ci offre una spiegazione del titolo della rassegna: “ Il Tempo dell’Angelo fa riferimento al fatto che spesso nelle opere di Mariani affiorano con forza abbagliante, da dimensioni sovrumane,  presenze angeliche che sono anche scariche di energia catartica, epifanie luminose e portatrici di un vento di rinnovamento”.  Le opere presenti lungo tutto il percorso espositivo ci offrono uno spaccato di tutta la carriera artistica di Mariani, lunga quasi sessant’anni, in cui l’artista si è imposto tanto in ambito nazionale quanto internazionale per la costante “riflessione sulla pittura informale, evoluta poi in un linguaggio libero da qualsiasi definizione precostituita”, come scrive il curatore. Di particolare intensità sono le opere che Mariani creò dopo la terribile esperienza  del terremoto che nel 2009 distrusse L’Aquila. In quella circostanza l’artista, fra le altre cose, perse il suo atelier e questo, non avendo più un riferimento dove creare le proprie opere, fu certamente la molla che lo spinse a girovagare fra le macerie e da queste trarre ispirazione e stimoli per le proprie opere. Altrettanto significativa è la produzione del post terremoto quando tolte le macerie fonte d’ispirazione furono le prime ricostruzioni.  Ulteriore testimonianza di questa tragedia sono le fotografie di Gianni Berengo Gardin con uno speciale reportage sull’amico di sempre Marcello Mariani. “20 scatti, come scrivono i curatori, realizzati prima del sisma dal grande maestro della fotografia che ci restituiscono uno spaccato di vita intima e potente di Mariani”.

Roma – Complesso del Vittoriano – Via San Pietro in Carcere – Ala Brasini (Lato Fori Imperiali) fino al 4 novembre 2018 con ingresso gratuito con orari; dal Lunedi al Giovedi 9,30/19,30 – Venerdi e Sabato 9,30/22,00 e Domenica 9,30/20,30