Namibia – Arte di una giovane generazione in mostra all’Art Forum Würth di Capena fino al 14 ottobre 2023

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Territorio e deserto Namib, protagonisti di questa rassegna allestita nello spazio espositivo del Centro Logistico Würth di Capena, a breve distanza dalla stazione di Fiano (Roma Nord) della A1. Oltre ad aver ispirato la denominazione della nazione “Namibia” entrambi sono importanti punti di riferimento della vita nazionale. Non sorprende quindi che un buon numero delle 85 opere d’arte presenti nel percorso espositivo s’ispiri proprio  sia alle peculiari caratteristiche del deserto  e dal colore rosso che assume la sabbia nelle prime ore del mattino, che alle varietà faunistiche e floreali, inclusa una pianta fossile vivente: “Welwitscha mirabilis”, scoperta nel 1859 dal medico/botanico austriaco Friedrich Welwitsch.

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Gli autori delle opere selezionate per l’esposizione – 33 in totale – vivono e lavorano in Namibia, e come recita il titolo, ”Arte di una giovane generazione” sono tutti, come scrivono i curatori: “nati poco prima dell’indipendenza e condividono una affiliazione storica, sociale e politica”. Taluni già attivi prima del 1990, anno dell’indipendenza, hanno vissuto e operato sotto l’occupazione sudafricana e subito l’apartheid. Grazie alla libertà conseguita, dopo un’aspra e dura lotta di liberazione, sono oggi liberi di esprimersi senza limitazioni in tutti i linguaggi artistici, taluni del tutto originali, esplorare i profondi cambiamenti in atto ed esprimersi in nuove tematiche e modalità espressive e tecniche: disegno, pittura, fotografia – ma anche forme espressive più tradizionali come il “quilting”, l’arte della trapunta,- il riciclo, l’incisione su linoleum e su cartone, oltre  a sculture in pietra, ferro, legno e cera.

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                                                             Ismael Shivute: “Fino alla prossima generazione” – 2015 – Tecnica mista su legno.

Sempre i curatori scrivono in proposito: “….la nuova generazione riunisce quindi tutti gli artisti contemporanei, giovani e meno giovani, che assieme contribuiscono ad instaurare un nuovo status quo, ricorrendo alle tematiche dell’identità culturale e personale, ma anche della coscienza sociale. A metà strada tra la tradizione e l’esplorazione contemporanea, in mostra dialogano modalità espressive di artisti di età diverse che si confrontano su grandi temi come il paesaggio namibiano (Barbara Böhlke, Paul Kiddo, Nicky Marais), la spiritualità (Lukas Amakali, Papa Ndasuunje Shikongeni), la vita rurale (Salinde Willem, Frans Nambinga) e le questioni di attualità politica e sociale (Fillipus Sheehama, Alpheus Mvula).

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                    Gruppo di sculture realizzate da autori vari con l’utilizzo di materiali locali: dalla arenaria rossa, alla pietra e al marmo:

Sebbene numerosi artisti si soffermino sul passato (Margaret Courtney-Clarke, Peter Mwahalukange, Elia Shiwoohamba) e si prefiggano di mostrare le ultime vestigia di un’identità minacciata, l’indipendenza del Paese ha anche visto l’emergere di nuove problematiche come il consumo eccessivo (Fillipus Sheehama, Ismael Shivute), la disuguaglianza sociale (Petrus Amuthenu, Ilovu Homateni) e il problema della comunicazione (Urte R. Remmert). Combattuti tra il ricordo del loro patrimonio culturale e la realtà sociale, politica ed economica odierna, gli artisti namibiani contemporanei restituiscono una visione eterogenea del loro paese”.

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                                                                          Saara Nekomba: “Prova a metterti nei miei guanti” – Tecnica mista

Una rassegna quanto mai interessante che presenta una varietà di tecniche che attraversano le generazioni e riflettono la ricca e prolifica scena artistica della Namibia di oggi.

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Urte R. Remmert: “Parla con me per trovare una nuova lingua namibiana” – 2015 – Collage su carta. (in Namibia sono presenti 33 gruppi etnici che parlano 16 diversi idiomi):

La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Swiridoff, pagine 239 costo €.35,00 in mostra, con la prefazione di C. Sylvia Weber, direttrice della Collezione Würth, un saggio di Hercules Viljoen, ex direttore della Galleria Nazionale d’Arte della Namibia e di Ulrich Sacker, ex-direttore del Goethe Institut a Windhoek, Namibia.

Art Forum Würth Capena – Viale della Buona Fortuna, n.2 – Ingresso gratuito solo su prenotazione per e-mail: art.forum@wuerth.it – oppure telefono: 06/90103800. Orario di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì: 10.00 – 17.00. Da tenere presente l’apertura straordinaria ogni primo venerdì del mese (festivi esclusi) dalle ore 10.00 alle ore 20.00 e sabato e domenica aperto per eventi e laboratori creativi. Festivi chiuso

Korea Week – Uno sguardo sulla Repubblica della Corea del Sud con una manifestazione multidisciplinare: “Korea Week” – Roma dal 20 al 23 0ttore 2022

Donatello Urbani

Meta ancora non troppo nota agli italiani, la Corea del Sud riserva ai viaggiatori esperenziali, quanto di meglio offre oggi il mondo turistico.

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              Al centro della foto la Direttrice dell’Istituto di Cultura della Corea di Roma con due suoi collaboratori

Organizzata dall’Istituto Culturale Coreano, dall’Ambasciata della Repubblica della Corea del Sud e Kocis, in collaborazione con Hanbok Advacement Center, Seoul Art Center, Gana Art, Tucker Film, Officine UBU e Lucky Red, la settimana della cultura coreana – “Korea Week”- che si terrà a Roma dal 20 al 23 ottobre p.v., vuole come affermato in conferenza stampa dalla Direttrice dell’Istituto Culturale Coreano, Chun Ye Jin, “essere un’iniziativa improntata all’amicizia ed alla conoscenza delle reciproche culture, coreana ed italiana, accumunate da  radici risalenti ad alcuni millenni fa. Per questa edizione della Korea Week abbiamo preparato un talk-show su turismo e cucina coreana. Inoltre per far scoprire vari aspetti della cultura coreana abbiamo organizzato vari eventi che uniscono la tradizione con il moderno e speriamo che il pubblico possa accorrere numeroso e apprezzare il tutto”.

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  La cucina coreana é apprezzata in tutto il mondo. Nella tavola sono state imbandite alcune delle pietanze caratteristiche

In dettaglio il programma prevede:

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                                                    Foto cu0rtesy dell’Ufficio Stampa dell’Istituto Culturale Coreano di Roma

Giovedì 20 Ottobre alle 19 – Inaugurazione della settimana con un evento d’eccezione: la prima mostra in Italia di Park Dae-sung, (in arte “Sosan” che significa piccolo monte), uno dei più importanti pittori di arte coreana, pittura a inchiostro e acqua, tecnica pittorica monocromatica tipica dell’Estremo Oriente. I soggetti di questa arte definita “Sansuhwa” sono esclusivamente paesaggi di “acque e monti”) sulle orme della tecnica pittorica monocromatica tipica dell’Estremo Oriente. Un’occasione unica che l’Istituto Culturale Coreano ha reso possibile grazie alla collaborazione con una delle più importanti Gallerie d’Arte in Corea, la “Gana Art”. Ingresso gratuito senza prenotazione. Per gli altri incontri, tutti gratuiti, è richiesta la prenotazione con link sul sito dell’Istituto Culturale Coreano.

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Kimchi-Pietanza tra le più rappresentative della cucina coreana, ricco di vitamine, minerali e probiotici.  Il suo processo di preparazione chiamato Kimjang é stato dichiarato patrimonio UNESCO.

Venerdì 21 Ottobre alle ore 19 - The Space Moderno – Roma Piazza della Repubblica, n,43/54 – incontro con Selvaggia Lucarelli, scrittrice e giornalista, e Lorenzo Biagiarelli, chef e food blogger: una serata dedicata alla loro esperienza, culturale e gastronomica, sul recente viaggio in Corea.

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                                                        Foto cu0rtesy dell’Ufficio Stampa dell’Istituto Culturale Coreano di Roma

Sabato 22 Ottobre dalle ore 12 alle ore 19 –  Due importanti incontri:

  1. A) Presso A.s.d. Studio danza Artemosa, via Cutilia 41 – K-Pop Academy in edizione speciale: Masterclass di danza per tutti i K-Pop addicted. Una full immersion di danza per tutti con i K-Pop Cover Dancer e la partecipazione di Xinuz, coreografo e ballerino che collabora attivamente con i BTS
  2. B) La sera alle ore 19 appuntamento all’Istituto Culturale Coreano, via Nomentana 12 – per la proiezione di un balletto drammatico su grande schermo che rappresenta in maniera immersiva la vita dell’attivista An Jeung Geun e del suo desiderio per l’indipendenza coreana. Lo spettacolo “An Jung Geun, la Danza dal Paradiso” è presentato dal Seoul Art Center. Lo spettacolo è una proiezione registrata.

Domenica 23 ore 16 ancora K Pop, ma al Teatro Orione – Via Tortona 7 – con un ospite amatissimo dai giovani: lo YouTuber Marco Ferrara conosciuto come Seoul Mafia! Uno dei primissimi pionieri del K-Pop in Italia torna in patria per condurre dal vivo il “K-Pop Talk & Dance” . Parteciperanno anche i migliori performer locali di K-Pop Cover Dance (Francesca De Filippis, Blax Square crew e Y-Knot crew) con un ricco programma di coreografie e brani dei più celebri gruppi K-Pop.

Da Lunedì 24 Ottobre a Mercoledì 26 Ottobre – Tris di Film Coreani – The Space Moderno, P.za della Repubblica 43/45. I dialoghi dei film saranno in versione originale son sottotitoli in italiano.

Lunedì 24 Ottobre ore 19 con “Nido di Vipere” – Beasts Clawing at Straws – dell’emergente regista coreano Kim Yong-hoon con cast d’eccezione composto da Jeon Do-yeon (Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes 2007), Youn Yuh-jung (vincitrice dell’Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2021 per “Minari”) e Jung Woo-sung.

Martedì 25 Ottobre ore 19 è la volta di “Escape from Mogadishu” presentato quest’anno al Florence Korea Film Fest e al Far East Film Festival. Il film racconta, in maniera alternativa, il rapporto tra le due Coree traendo spunto da fatti realmente accaduti.

Mercoledì 26 Ottobre ore 19 – Giorno in cui ricorre il 6^ anniversario della presenza in Roma dell’Istituto di Cultura Coreano. Fine dell’intera manifestazione con la proiezione dsel film “Decision to Leave” (La donna del mistero), opera del celebre e pluripremiato regista coreano Park Chan-wook (divenuto celebre a livello internazionale con “Old Boy”) e vincitore quest’anno a Cannes, con questo film, del “Prix de la mise en scène”.

Maggiori informazioni sul sito dell’Istituto Culturale Coreano dove è possibile, sempre, prenotare visite alla loro sede romana in Via Nomentana, n.12 e partecipare, inoltre, alle varie iniziative, quali concerti e mostre temporanee oppure ai vari corsi annuali in lingua coreana, cultura, gastronomia ed altri.

Palazzo Bonaparte a Roma ospita fino al 26 marzo 2023 un’interessante mostra su Van Gogh

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Van Gogh: una straordinaria sensibilità alla luce e al colore che costituiscono la base della sua arte a favore del solo colore.

Van Gogh uomo e artista: trascurato e non amato in vita, esaltato e venerato dopo la morte tanto, come ha commentato il critico d’arte Costantino D’Orazio, da generare una vera e propria Van Gogh mania. Il merito nella realizzazione di questa inversione di tendenza si deve alla cognata Johanna Bonger, moglie dell’amato fratello Theo, unica erede, dopo la morte del marito, di un buon numero di quadri e disegni e centinaia di lettere scritte a suo marito dall’amato fratello, alcune di queste presenti in mostra.  Saggia, dotata di ottime doti manageriali e buona conoscenza delle arti, Johanna riesce, nell’arco di pochi anni, a creare un notevole interesse sulle opere del cognato Vincent che nel corso degli anni verranno vendute – 192 dipinti e 55 disegni – a cifre considerevoli.

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Su questo pittore di origine olandese e morto suicida nel 1890 a soli 37 anni, esistono molte critiche, recensioni, testi e studi dei più svariati generi e questa rassegna con le sue circa 50 opere provenienti dal Museo Kroller- Muller, non intende tanto fornire una nuova immagine artistica ed umana quanto rinsaldarne la conoscenza. Dopo il lungo periodo post-covid 19 occorreva un’iniziativa culturale che fosse un’apripista di molte altre e, nello stesso tempo, ricordasse con le opere esposte anche il brutto e pesante periodo trascorso. In proposito la cocuratrice della mostra Francesca Villani commenta nel catalogo edito da Skira – pagine 208, di cui 142 a colori, €.35 – le opere di Van Gogh, realizzate in una “epica racchiusa nell’umanità sofferente”.

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Il percorso espositivo è suddiviso in 5 sezioni: alla prima introduttiva dedicata a Helene Kroller-Muller, fondatrice dell’omonimo museo, seguono 4 sezioni in cui le opere pittoriche, accompagnate da supporti video, ci introducono, in forma cronologica, nei luoghi di soggiorno in cui Van Gogh visse e che influirono maggiormente sulla sua vita artistica da quello olandese, dal soggiorno parigino, a quello ad Arles fino al St.Remy e a Auvers-Sur-Oise, dove ebbe fine la sua tormentata vita. La volontà, l’esplorazione dei luoghi che non sono più luoghi reali ma che diventano orizzonti mentali e non più fisici. Particolare enfasi, come scrivono i curatori, “è data al periodo del soggiorno parigino in cui l’artista si dedica ad un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante….. E’ di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza non sempre evidente nelle complesse corde dell’artista Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità”.

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Roma – Palazzo Bonaparte – P.za Venezia, n.5 (angolo Via del Corso), fino al 26 marzo 2023. Costi dei biglietti d’ingresso; intero €.18 – ridotto €.16 con inclusa l’audioguida; sono previste facilitazioni e gratuità. Informazioni tel. +39-06.8715111 sito www.mostrepalazzobonapartewww.arthemisia.it -

Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose – Macerata ricorda con una mostra diffusa sul territorio marchigiano un grande della pittura italiana.

Redazione

L’Accademia romana di San Luca ha ospitato, lo scorso 4 ottobre, la presentazione di una mostra su Carlo Crivelli, pittore di origine veneziana che operò quasi esclusivamente nel territorio marchigiano. La presenza di opere conservate e custodite sia in istituzioni culturali quali Palazzo Buonaccorsi in Macerata, città capofila di questa iniziativa, che religiose, quali nel Duomo di Ascoli Piceno il bellissimo polittico, è alla base di questa iniziativa. La presentazione è avvenuta con la partecipazione delle massime autorità cittadine maceratesi, dal Sindaco, Presidente anche della Provincia, al Rettore dell’Università e delle restauratrici.  Oltre la mostra, la presentazione ha interessato anche il più vasto progetto rivolto alla scoperta delle meraviglie della pittura di Carlo Crivelli (Venezia, 1430-1435 c. – Ascoli Piceno?, 1495) nel suo contesto di origine. Un percorso che parte da Palazzo Buonaccorsi di Macerata e prosegue in otto comuni delle Marche custodi di opere dell’artista o a esso collegate.

Scrivono in proposito i responsabili: “La mostra raccoglie sette dipinti, selezionati sulla base delle più aggiornate indagini scientifiche per mostrare le relazioni “meravigliose” tra opere, maestri coevi, musei e visitatori di oggi. Accanto alla Madonna con il Bambino di Macerata sono esposte opere di Carlo Crivelli provenienti dalla Pinacoteca Parrocchiale di Corridonia, dall’Accademia Carrara di Bergamo, dai Musei Vaticani, dal Poldi Pezzoli di Milano, dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma e un’opera inedita del fratello Vittore”.

Significativa dell’eccellente ospitalità tutt’ora presente nel territorio marchigiano, è la scelta effettuata, già oltre 500 anni fa, da Carlo Crivelli in fuga da Venezia perché condannato per concubinaggio con la moglie di un marinaio, di eleggere le Marche a nuova residenza, territorio oltretutto sensibile all’arte e alla sua protezione. Questo messaggio nel corso degli anni non è venuto mai meno ed è la miglior credenziale per gli odierni turisti interessati a buoni servizi e valide motivazioni ed esperienze culturali.

Macerata – Palazzo Buonaccorsi – mostra “Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose” fino al 12 febbraio 2023. Maggiori notizie sul sito www.musei.macerata.it

Bassano del Grappa ricorda con la mostra “Io Canova – Genio europeo” il grande scultore

Donatello Urbani

Quindici kilometri, circa, separano Possagno, cittadina veneta che ha dato i natali nel 1757 ad Antonio Canova e qui ricordato con una vasta quanto importante gipsoteca, da Bassano del Grappa, dove é conservato presso la Biblioteca Civica il più cospicuo “corpus” di documenti: 6685 manoscritti e circa 2000 disegni riguardanti questo grande artista. Una sinergia fra queste due cittadine, voluta da entrambe anche in funzione turistico/culturale, ha dato vita alla mostra “Io Canova – Genio europeo”, allestita nei Musei Civici di Bassano del Grappa, che, fra l’altro, cade nel duecentesimo anno dalla scomparsa dell’artista ed integra, come ha ricordato Vittorio Sgarbi, nel corso della conferenza stampa di presentazione, anche quella non avvenuta del centenario a causa di eventi politici e della marcia fascista su Roma.

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La rassegna, come scrivono i curatori, vuole restituire: “un’immagine inedita del grande scultore, affascinante ed attualissima, svelando l’uomo, il collezionista, il diplomatico, il protettore delle arti: una tra le personalità più significative del mondo culturale e politico a cavallo tra il XVIII e XIX secolo.” Il linguaggio artistico canoviano svolto nei due secoli che videro profonde ed importanti trasformazioni, superò i ristretti confini nazionali ed ebbe notevole riscontro nel mondo intero, dalle Americhe alla Russia. Da non far passare inosservato anche il rapporto di Canova con Roma. La città lo accolse ventenne, lo ospitò per quasi tutti i restanti anni della vita colmandolo di onori e gloria.

 

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                                  Francois-Xavier Fasbre: “Ritratto di Antonio Canova” – 1812 ca. olio su tela- Musée Fabre – Montpellier

L’arte romana, prevalentemente antica, ebbe una grande influenza sull’artista e nella realizzazione di una delle più significative opere scultoree: “Le tre grazie”, Canova s’ispirerà a una scultura del II secolo d.C. che, sapientemente restaurata, viene in questi giorni esposta nei Musei Vaticani.

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                 Antonio Canova: “Endemione dormiente”- 1819/1822 – Gesso e base in legno – R%avenna, Accademia di Belle Arti

L’intero percorso espositivo si articola in tre diverse prospettive che ci presentano questo personaggio in “L’uomo e l’artista”, “Canova e l’Europa”, “Canova nella storia”, quest’ultimo dedicato al rapporto con Napoleone e i Bonaparte ed i viaggi compiuti nel 1815 a Parigi per recuperare le opere d’arte trafugate da Napoleone nel corso della campagne militari in Italia e a Londra, per giudicare i marmi del Partenone e la loro esatta attribuzione  al grande scultore greco Fidia.

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                                                 Antonio Canova: “Autoritratto” – 1812 – gesso – Bassano del Grappa – Museo Civico

Evento importante questo che gli amanti del turismo esperenziale non possono assolutamente mancare. L’occasione offerta da questa rassegna, infatti, giustifica un’escursione in una terra dove sono presenti eccellenti servizi turistici abbinati ad un evento culturale di primaria importanza.

Bassano del Grappa – Mostra nei Musei Civici – P.za Garibaldi, 34 – “Io Canova – Genio Europeo” dal 15 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023. Ingressi €.12,00 intero ed €.10,00 , ridotto. Prenotazioni ed acquisto biglietti shop.midatiket.it/iocanova. Info: tel.+39.0424.519 901, sito www.museibassano.it