Quest’olio l’ho fatto io – Una simpatica iniziativa giunta alla quinta edizione rivolta alla conoscenza e alla promozione dell’olio d’oliva extravergine prodotto direttamente sul campo dai consumatori.

Donatello Urbani

Come tutte le cose belle e buone anche l’olio  di oliva extravergine è nelle mire di agguerriti  malfattori che sotto mentite spoglie di sofisticatori di generi alimentari  si avvalgono nelle loro attività delle tante opportunità che la scienza offre loro insieme alle più moderne e sofisticate tecnologie. Le doti salutistiche dell’olio di oliva extravergine, alla stregua della nobiltà della pianta di olivo, sono note e rispettate dagli uomini fin dalla notte dei tempi.

image002                                                                                    Esemplare monumentale  di pianta di olivo cultivar “Raio”.

Alcuni cultivar (specie di pianta) , quale il “Raio” caratteristiche dell’Italia e totalmente assenti nei paesi esteri, hanno in elevate quantità le proprietà salutistiche quali  i “Polifenoli”, molecole anti-ossidanti per eccellenza, da un minimo di 400 mg/kg fino ad oltre 600 mg/kg. Acido Oleico medio 79,14 ± 1,14 %, che rende l’olio altamente fluido ed asciutto nella bocca. Questi livelli possono variare in funzione del sistema di estrazione e dell’epoca di raccolta. L’acido oleico presente nell’Arbequina, il cultivar caratteristico delle Spagna e Penisola Iberica, varia da 52% a 70% secondo le condizioni pedoclimatiche, il contenuto in polifenoli va da 50 mg/kg a 100 mg/kg. Il confronto con questa cultivar è appropriato in quanto l’olio in commercio appartiene per la gran parte ai frutti della stessa varietà. Da non trascurare anche il Profilo Sensoriale, che si presenta di Colore giallo con riflessi verdi, talvolta di colore verde smeraldo se l’annata è particolarmente siccitosa quale l’attuale. Infine i sapori dei nostri olii di Raio cultivar, non molto differenti dagli olii pugliesi, si presentano con: “Fruttato intenso, sentori di erba appena falciata, leggero carciofo, pianta di pomodoro e un ottimo bilanciamento tra le note amare e piccanti”. Vei diagramma sotto riportato:                             IMG_20171121_183202

Azioni promosse ad alterare queste qualità, oltre ad essere illegali, si rivolgono contro un prodotto ed una pianta ritenute da sempre sacre. I ramoscelli di olivo, nell’antica Grecia, coronavano le teste dei vincitori delle Olimpiadi, così come quelle dei più importanti cittadini romani, sia per meriti politici che militari.  Significativi in proposito sono anche i riferimenti e le citazioni sull’olivo riportate dalle Sacre Scritture Bibliche. Uno per tutti vale l’episodio trascritto sul libro della Genesi quando narra che all’indomani del diluvio universale, Noè si affida ad un ramoscello di olivo per accertare l’ avvenuta fine della grande catastrofe. La sacralità della pianta poi, è rafforzata dal Salmo 52 che recita: “Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre”. Infine all’olio si demanda il compito di ufficializzare i premier delle comunità quale “Unto del Signore”. Tutte queste virtù hanno esposto l’olio di oliva, in particolare quello extravergine di prima spremitura a freddo, alle malefatte di tanti adulteratori senza o con pochi scrupoli.   Le difese di cui possono avvalersi i consumatori per scoprire adulterazioni e sofisticazioni non sono molte, sia pure integrate da quelle offerte dalle pubbliche autorità alle quali è demandato il compito di tutela della salute dei cittadini. Una simpatica iniziativa rivolta alla tutela dei consumatori è stata quella di mettere in contatto diretto produttori e consumatori di olio d’oliva extravergine messa in piedi, questa del 2017 è la quinta edizione, dagli operatori turistici Medintour Consortium insieme all’Hotel Villa di Bisceglie con il patrocinio dell’omonima amministrazione comunale. Una prima tutela è quella di far intervenire il consumatore nella raccolta della olive direttamente sul campo ed il programma, riportato di seguito, è stato predisposto tenendo in evidenza questa buona opportunità. Programma dei due week-end:

-venerdi 24 novembre oppure 1 dicembre 2017: Arrivo all’hotel Villa ****S. Sistemazione nelle camere riservate. Pranzo. Presentazione del programma d’attività. Cena. Dopo cena Torneo di Burraco e pernottamento.

-sabato 25 novembre oppure 2 dicembre 2017: Prima colazione in hotel. Partenza per Cerignola verso l’estesa, meravigliosa e rigogliosa tenuta dell’ Azienda Agricola “Dottor Simone” dove raccoglieremo le olive direttamente dagli alberi secolari. Coffee – break offerta nell’attigua Masseria Bella Veduta di proprietà della famiglia. Successivamente trasferimento al frantoio in Bisceglie, dove le olive raccolte dagli ospiti verranno conferite per l’estrazione a freddo dell’olio nuovo. Degustazione di un light lunch con prodotti tipici e mini corso descrittivo-olfattivo sull’olio di oliva. Possibilità di acquisto nello store attiguo a prezzi scontati. Incontro con le autorità comunali e degustazione del dolce tipico locale “il Sospiro al limone o Dolce Nuziale di Lucrezia Borgia”. Rientro in hotel. Cena di Gala . Pernottamento.

-domenica 26 novembre oppure 3 dicembre 2017: Prima colazione in hotel e trasferimento a Trani. Visita libera del centro antico e della cattedrale con la possibilità di assistere alla SS. Messa (h. 11:30). Rientro in hotel. Pranzo e … arrivederci a Castellaneta Marinaper il prossimo incontro promosso da Medintour Consortium : “Percorso nella terra del Mito conla Raccolta degli Agrumi” di prossima programmazione.

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La salubrità e la provenienza dell’oliva è la prima garanzia di buona qualità del prodotto. Inoltre la diretta partecipazione o raccolta delle olive consente al consumatore di verificare personalmente la loro buona qualità che, come stabilisce la legge italiana,  deve provenire solo da piante alle quali sono stati obbligatoriamente riservati trattamenti con prodotti innocui  alla salute, cosa che non sempre avviene in quasi tutti i paesi olivicoli esteri. Un passaggio alquanto delicato  si ha nei “frantoi” dove avviene la trasformazione dell’oliva in olio. Inutile soffermarsi sulle garanzie offerte dalla partecipazione diretta alle varie fasi della lavorazione che, comunque, avviene in maniera tale che le possibilità d’intervento esterno sono ridotte ai minimi indispensabili.

“Quest’olio l’ho fatto io…”…a Bisceglie – Informazioni e prenotazioni info@medintour.it – tel.331.3528526 – mimmosantoro47@gmail.com –tel.360.828644.

MERCATO MEDITERRANEO – Le eccellenze agroalimentari del “Mare nostrum” presenti alla Fiera di Roma dal 23 al 26 novembre 2017.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e  Donatello Urbani

Questa prima edizione del Mercato Mediterraneo non si é limitata alla sola esposizione di prodotti agroalimentari, bensì é stata, come hanno rilevato gli organizzatori, un vero “ grande mercato alimentare, luogo d’incontro e discussione su cui hanno trovato una convergenza culture e civiltà differenti legate all’alimentazione. Food corner, showcooking e itinerari del gusto, ma soprattutto storie e linguaggi millenari, arte cultura e musica, nuovi scenari e contaminazioni presenti nel l mangiare mediterraneo si sono incontrate e dibattute nel fitto programma d’incontri, percorsi tematici didattici,  laboratori, workshop, tutti gratuiti, previa prenotazione, sui temi più caldi legati al food in un’ottica mediterranea”. L’intero evento ha trovato ospitalità in 2 saloni della Fiera di Roma con cinque macro aree espositive.

dav                                           Il cous-cous preparato secondo la tradizione culinaria marocchina dalla Signora Hnia Ouardi

La più vasta di queste é stata riservata alla Civiltà del Grano  al cui interno sono state tracciate diverse vie fra le quali quella del Cous Cous. Questa forma di grano antichissima é stato presentato insieme a tutti gli ingredienti per realizzarla secondo le tradizioni culinarie di vari paesi, quali il Marocco, Algeria, Tunisia oppure il nostro Trapanese. Un’interessante prova pratica si è svolta nell’area show coking su come si realizza, secondo la miglior tradizione culinaria marocchina, un buon piatto di cous cous a cura di Bouchra Elwali in collaborazione con Hnia Ouardi.Altra via importante é stata quella della Pizza attraverso una storia di acqua, farina, sale, olio di oliva extravergine e pomodoro che, per la sua importanza, arriva ad essere un’identità della cultura di un popolo come giustamente gli ha riconosciuto l’UNESCO. Da non trascurare anche i laboratori dedicati alla realizzazione e cottura di pane e pizza, curati da CNA e Rossopomodoro.

IMG_20171123_155452Angolo dello stand “Graziella” dove, in una cucina antica ricostruita, venivano preparati gustosi assaggi di maccheroni al pomodoro.

Complementare a questa area il bellissimo stand della “Graziella” – Industria conserve alimentari di San Valentino Torio (SA) – www.graziella.com numero verde 800529783 – dove facevano bella mostra di sè, insieme alla famosa conserva di pomodoro, una nutrita serie di conserve ed ingredienti necessari a una buona cucina rispettosa della nostra tradizione culinaria. In proposito ciascun visitatore ha ricevuto in omaggio il “Quaderno di Graziella”: un prezioso ricettario dove le confezioni dei vari prodotti dal doppio concentrato ai peperoni, passando per i filetti, la passata, la polpa, i pelati di pomodoro fino ai piselli, fagioli, lenticchie e tutti i legumi, trovano dettagliatamente descritto il loro miglior utilizzo in modo da rendere al massimo nella cottura ed offrire anche il giusto sapore. Interessante l’opportunità offerta ai consumatori per richiedere la consegna diretta di prodotti con marchio Graziella alla propria abitazione con un notevole abbattimento dei costi.

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Alla “Civiltà del mare” è dedicata la seconda grande area che a sua volta ha accolto un percorso trasversale che partendo dai Sali marini integrali prodotti nelle nostre saline arriva ai salgemma dei giacimenti rocciosi fino a quelli utilizzati nella trasformazione e conservazione dei prodotti del mare, della terra, per la cura del corpo, giunge ai profili delle barche, i venti, le stelle, l’orientamento, i mestieri di pesca e tutte quelle tradizione gastronomiche che hanno rappresentato, durante i secoli, un carattere distintivo della cultura e della storia del bacino mediterraneo.

IMG_20171123_163742Il piatto di “sgombro ai sapori selvaggi” nella sua completezza realizzato dallo chef Valerio Volpi. In primo piano anche una bottiglietta contenente estratto di salvia, indispensabile aroma per la completezza dal gusto.

Importanti nell’area show coking, anche in questo caso, le varie dimostrazioni  pratiche per il miglior utilizzo del pesce dalla sfilettatura alla cottura vera e propria. Cosi il giovane chef Valerio Volpi dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino si è cimentato, di fronte ad un attento pubblico, nel presentare  la preparazione e relativa cottura dello “Sgombro ai sapori selvaggi”. Prova non facile tenuto conto che questo tipo di pesce, un po’ come tutto il pesce azzurro, troppo spesso è bistrattato proprio per le difficoltà insite nella cottura che, se realizzata superficialmente, non offre buoni risultati. In questa occasione il risultato finale è stato ottimo e la carne ha offerto una morbidezza unica ed impensabile per questa specie di pesce. La preparazione non è poi tanto facile, forse è consigliabile sperimentarla prima con una visita all’Osteria a Fiumicino dove oltre lo sgombro è possibile ampliare l’incontro ad altre specie locali che giornalmente vengono scelte fra quelle giornalmente pescate  e offerte in vendita nel vicino porto dai pescatori. (Osteria dell’Orologio – Via Della Torre Clementina, 114 tel. 06.6505251 – e.mail: gerardafine@gmail.com – consigliabile la prenotazione)

Extravergine è la terza grande area dedicata all’olio in tutte le sue sfumature e declinazioni dei suoi nutrimenti essenziali. Questo ingrediente simbolo della dieta mediterranea é stato il file rouge della via Etnobotanica dove si raccontano le piante e le erbe di un territorio che trovano nella biodiversità il loro punto di forza. Interessanti sono stati gli sguardi riservati alle erbe spontanee, radici e fiori per realizzare liquori, sciroppi e decotti. Uno spazio importante è stato riservato al miele in mostra con tutti i suoi profumi, colori e aromi. “Il nostro punto di forza” fa osservare Paolo Rinelli dell’apicoltura Fiorentini Maria di Fiumicino (RM) tel. 328.7034781 – www.apiculturafiorentinimaria.it – e.mail apissima@inwind.it – “sono la melata, il miele allo zenzero e un preparato di miele e nocciola che ha incontrato un notevole successo fra i giovanissimi”.

In tutt’altra direzione s’indirizza la quarta area espositiva  “Metterci la faccia” riservata ai convegni, incontri con stakeholders, personaggi ed interlocutori che rappresentano la politica, l’attualità e la cultura pronti a dibattere i temi che riguardano il Mar Mediterraneo in tutti i suoi aspetti. Erudite “Lectio magistralis” quali quella sui Fenici del Prof. Michael Sommers dell’Università di Liverpool si sono alternati a semplici conferenze o dialoghi tra gli ambasciatori dei paesi mediterranei, curati dalla Fondazione Craxi, su temi vari quali quello di “Come si sta comunicando il mondo del cibo” che sarà al centro del  prossimo Festival Internazionale del Giornalismo Alimentare.

Le “Contaminazioni” in tutti i loro aspetti sono gli argomenti affrontati nella quinta ed ultima area, dove ad iniziare da alcuni itinerari tematici, come la via delle spezie o del cous-cous, messo in evidenza come le contaminazioni hanno portato benessere, gusto ed armonia.

Interessante é stato, infine, il ricco programma di laboratori incentrati tutti su la sana alimentazione quali la “Raccolta di erbe spontanee”  oppure “Come sfilettare un pesce” per ottimizzare al meglio le potenzialità delle carni.

Fiera Roma – Ingresso Est – Via Portuense, 1645

GOMORRA INTERNATIONAL – Dal 17 novembre, per la terza volta, torna in 12 episodi ogni venerdi alle 21,15 su Sky Atlantic HD e su Sky On Demand.

Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La fonte d’ispirazione è sempre il romanzo di Roberto Saviano che attinge a piene mani alla cronaca nera dei nostri giorni  e che Sky Atlantic, Catleya e Fandango in collaborazione con Beta Film hanno  spettacolarizzato per renderlo accettabile ai propri abbonati. Le novità di rilievo ci sono offerte dalle nuove piazze: prima a Roma e poi in Bulgaria, dove le location,  insieme alle riprese,  si sono trasferite dopo aver abbandonato le storiche sedi di Secondigliano e delle Vele di Napoli . Che la camorra non fosse solo cosa italiana é cosa arcinota e tutti, solo pochi malpensanti esteri, classificandoci tutti mafiosi o camorristi, hanno frainteso il desiderio di noi italiani di non nascondere la sporcizia  della nostra casa sotto il tappeto buono ma vogliamo esporla, anche in forme di spettacolo, nella speranza che una buona presa di coscienza da parte del pubblico faccia terminare il fenomeno malavitoso.

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Produttori, attori, registi e scenografi della terza serie di Gomorra, nel corso della conferenza stampa. Foto courtesy di Donatello Urbani.

Ancora più interessante è la notizia confermata nel corso della conferenza stampa che grazie al successo,  in particolare all’estero,riscontrato nelle precedenti due puntate questa serie è al centro delle attenzioni dei distributori internazionali tanto che le richieste di acquisto dei diritti pervenute a tutt’oggi coprono per oltre l’80% i costi di produzione. E’ avvenuto pertanto un doppio canale di esportazione: i luoghi delle riprese che si sono globalizzati ed uno altrettanto importante legato a un prodotto “made in Italy” che una volta esportato genera un buon ritorno economico. Acqua passata anche per le polemiche che hanno accompagnato  sia il romanzo che i primi due episodi per essere gli sponsor della camorra. Gli intenti dei produttori si pongono obbiettivi contrari da raggiungere.

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                                                                       Gomorra Terza Serie: I principali protagonisti

Significativo in proposito è il personaggio di Ciro di Marzio, interpretato magistralmente da Marco D’Amore, che, nelle sue parole, é presentato come : “… giunto a punto di non ritorno all’indomani della perdita di un figlio per non influire su di lui. Tutto questo ha contribuito a fargli sfiorire una certa bellezza sfrontata, cruenta. E’ un uomo molto più dimesso, stanco, forse desideroso di morire”. In contrapposizione  al ruolo di Ciro c’é quello di Gennaro Savastano, Genny nel linguaggio dei vicini, che Salvatore Esposito, suo interprete, ce lo presenta come: …in continua discesa verso gli inferi ora che ha scelto di essere il capo famiglia con il pesante ritorno di un aumento di nemici e una diminuzione delle persone di cui fidarsi”. Importanti sono anche i ruoli giocati dalle donne, significativi quello di Chanel, interpretato da Cristina Donadio, di Patrizia, Cristiana Dell’Anna, e di Azzurra, Ivana Lotito, che deve barcamenarsi fra i classici due galli dello stesso pollaio, il marito Genny ed il padre, Giuseppe Avitabile, interpretato da Gianfranco Gallo. Tutti personaggi che, nelle parole degli sceneggiatori: “Sono come soldati che combattono una guerra senza fine con tanto di alleanze, anche internazionali, in uno scenario sempre più globalizzato”.

Arriva a Roma la “Fabbrica-Museo del Cioccolato” il parco tematico più goloso – Laboratori, degustazioni e decine di appuntamenti per tre mesi di dolcezza alla Fiera di Roma dal 18 novembre 2017 al 18 febbraio 2018.

Testo di Mariagrazia Fiorentino – Foto di Donatello Urbani

Una vera e propria “casa del cioccolato” inserita in un villaggio tematico con tanto di educational entertainment sul cioccolato. L’iniziativa già presentata a Salonicco nel 2014 e ad Atene l’anno successivo, arriva anche da noi in Italia, grazie a un accordo tra i nuovi gestori della Fiera Roma, tutti protesi in un faraonico progetto di rilancio di questa istituzione dopo anni di coma che sembrava irreversibile, con Helexpo, importante soggetto fieristico greco.  Da Roma La Fabbrica-Museo del Cioccolato inizia un lungo viaggio costellato da tante destinazioni sparse in tutto il mondo. In Italia dopo Roma toccherà le città di Palermo, Torino e Venezia.

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Il percorso, articolato fra i moderni capannoni della Fiera di Roma, inizia con la biblioteca del cioccolato, una speciale ricostruzione dell’ambiente vegetale del centroamerica con tanto di rovine dei templi Incas, dove si potranno percepire il caldo e l’umidità della giungla amazzonica e ricevere in ricordo dei veri chicchi di cacao. In questo ambiente è stata posizionata anche una capanna amazzonica che dovrà accompagnarci, con l’ausilio di un video, in un viaggio nel tempo alla scoperta della storia del cioccolato. Nel successivo ambiente ci troveremo in mezzo ad un  labirinto dove è stato allestito un angolo del face painting, per golosissimi trucchi e proseguire con  la mostra degli strumenti musicali in cioccolato, in cui sono esposti undici pezzi unici riprodotti a grandezza naturale, tra cui tromba, chitarra, tamburo e xilofono. Un’attrazione fantastica avrà la cascata del cioccolato più grande d’Europa che, con i suoi 1200 litri di cioccolato liquido; una proposta in chiave dolce del fascino che sprigionano le grandi cascate di Iguazù.

01 ROME                                                      Capanna Amazzonica- Foto courtesy Ufficio Stampa Mauriozio Quattrini

Non mancheranno anche, sparsi fra le varie aree tematiche laboratori, tanto del cioccolato che dei biscotti, in cui imparare le tecniche di lavorazione del cioccolato, corsi di degustazione e preparazione, con numerosissime attività ludiche ed educative. Carica di simpatia l’area predisposta per incontri con animatori e tutor fra i quali, di sicura attrazione, sarà quello con uno scienziato pazzo che cerca di scoprire la ricetta segreta per creare il cioccolato più buono al mondo. Si devono al padrone di casa, amministratore unico di Fiera di Roma Pietro Piccinetti. le parole conclusive: “Nel periodo di svolgimento della Fabbrica-Museo del Cioccolato verranno organizzati concerti, spettacoli teatrali, esibizioni di giocoleria e teatro dei burattini. Inoltre, può essere concordata anche la realizzazione di eventi privati, aziendali e incontri didattici con le scuole. Nell’area shopping, appositamente costruita e attrezzata, si potrà visitare un punto vendita con centinaia di prodotti, mentre, nello spazio caffè-cioccolateria-ristorante, sarà possibile gustare caffè e una grande varietà di cioccolato di ottima qualità, scegliere un dolce o un pasto leggero. Ad arricchire l’offerta del parco tematico, ci sarà l’Italia del Cioccolato, ovvero, la riproduzione dello stivale con i monumenti più importanti, e poi, la vasca di cioccolato, per originali foto di gruppo o individuali e lo spazio educativo, nel quale i bambini saranno coinvolti in giochi esperenziali e teatrali, ricevendo in modo divertente e piacevole tutte le informazioni sulla corretta alimentazione e sulla salute. Importante ricordare, specialmente a tutti i giovani, che dopo aver gustato del buon cioccolato è d’obbligo lavarsi i denti”.

Fiera Roma – Ingresso Est – Via Portuense, 1645  dal 18 novembre 2017 al 18 febbraio 2018, con orario: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00, per le sole scuole, dalle 14.00 alle 19.00. Sabato, Domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00; nei giorni 24 dicembre e 31 dicembre, orario 10,00/16.00; il 25 dicembre 14.00/20.00; chiusura tutti i lunedì di dicembre 4-11-18. Costo del biglietto: 13 euro (ingresso gratuito per i bambini sotto i 90 cm di altezza). Informazioni telefono: 06 65074 200; web http://www.fabbricamuseocioccolato.it; Facebook:https://www.facebook.com/fabbricamuseocioccolato Youtube:https://www.youtube.com/watch?v=7FA3iZAEPR0

Arezzo ospita per la sedicesima volta, dal 17 al 19 novembre, il più importante evento dedicato al mondo dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale .

Donatello Urbani

La vita della campagna ha avuto, da sempre, una forte attrattiva, principalmente fra i ceti borghesi e meno abbienti della società italiana. La città di Arezzo può vantare di essere al centro di quella parte d’Italia che ancora ha conservato un paesaggio per molti versi rimasto quasi intatto dove il ruolo della campagna è stato posto al centro di tutti i maggiori aspetti della vita, da quello sociale a quello economico. Questa prerogativa non poteva essere trascurata dalle varie istituzioni cittadine, prima fra tutte da Arezzo Fiere, istituendo, con la collaborazione tecnico-scientifica di Agro Camera – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma, un Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura Multifunzionale.

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                    Logos ufficiale –  girasole con edificio agricolo – adottato dalle aziende agricole che svolgono attività di agriturismo.Gi

La moderna sede espositiva di Arezzo Fiere e Congressi, destinata ad accogliere questo evento, occupa dal 17 al 19 novembre 2017, un’estensione di ben mq. 18.000. Al suo interno oltre allo svolgimento del più importante evento, che è anche il primo nato in Italia, verranno dibattuti in appositi seminari temi di grande attualità interamente dedicati alle novità intervenute in questi ultimi anni nel mondo dell’agricoltura e dell’agriturismo, specie nei rapporti con le istituzioni statali e regionali per quanto attiene all’accoglienza e alla sua gestione in senso lato con l’adozione di validi segni identificativi anche a garanzia della buona qualità offerta. Le aree espositive amplieranno i temi principe dell’agricoltura ed agriturismo con quelli della didattica ludico ricreativa e sociale, allargando i riferimenti anche all’apicoltura, alle energie rinnovabili e ai prodotti e servizi per fare impresa e per vivere in campagna. Di non minor interesse saranno gli eventi programmati per questa sessione e che interesseranno master, convegni e seminari, worshop B2B, corsi, varie prove pratiche  e dimostrazioni guidate dalla gestione dello spazio verde alla potatura degli alberi, per finire  con le degustazioni e il campionato di cucina contadina.

Regina indiscussa sarà comunque la campagna nei suoi più svariati aspetti, da quello paesaggistico a quello socio economico e culturale. Offrire un soggiorno in campagna che non si limiti solo all’aspetto relax o escursionistico è uno degli obbiettivi che si prefiggono gli attuali operatori agricoli. Si pensi alle opportunità offerte per incontrare testimonianze storiche ed archeologiche del tutto sconosciute e spesso trascurate anche dalle guide specialistiche perché fuori rotta e non sempre di facile raggiungibilità.

330px-2011-08-28-155148nic                                                                                          Scorcio del borgo di Anciolina

Distante non più di km.30 dalla città di Arezzo, – strada provinciale dei Sette Ponti, direzione Loro Ciuffenna, – si trova il centro abitato dell’Anciolina che si sviluppa sul fianco occidentale del massiccio del monte Pratomagno, alla sommità di un colle che consente una vastissima visuale a sud ovest fino al lago Trasimeno e al monte Amiata. La posizione, altamente strategica in passato, è a picco sulla scoscesa vallata del torrente Agna di Pratovalle. Il territorio su cui sorge il paese ha spiccate caratteristiche montane e si trova ai limiti superiori della fascia del castagno.

Forse il nome deriva dall’umbro ancla, aquila, un riferimento alla sua caratteristica di nido d’aquila. Molteplici fonti storiche attestano che l’area era interessata da insediamenti anteriori a quelli etruschi,  come testimoniato da scorie di lavorazione di metalli e dall’importante ritrovamento di un’ascia bronzea oggi al Museo Archeologico di Firenze. Il ruolo di stazione di segnalazione visiva aperta su tutto il Valdarno, la posizione che sovrasta la strada dei Sette Ponti, che congiunge Arezzo e Firenze, nonchè il Passo della Crocina, di valico dal Valdarno al Casentino, hanno contribuito a rendere strategicamente importante l’ Anciolina nei secoli a seguire. Significativa è in epoca medievale la testimonianza offerta dalla chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, originariamente situata all’interno del castellare, che si vuole attesti la conversione dei Longobardi al cristianesimo. Dall’anno mille, per corruzione fonetica il borgo divenne Lanciolina, assumendo in seguito due lance incrociate nel proprio gonfalone. Per molti anni fu feudo dei conti Guidi di Modigliana, gestito in loco dalla famiglia degli Ubertini di Soffena che fecero costruire un castello ad uso sia della guarnigione militare che loro residenza privata. Nota é la figura di Guicciardo da Loro per aver redatto il più antico documento inerente il borgo che attesta la cessione, nel 1065, della chiesa anciolinese di San Michele alla Badia di Santa Trinita in Alpe, sancita da Azzo di Britulo. Passò in seguito ai fiorentini nel 1324. I celebri Statuti di Lanciolina del 1505 ci offrono una preziosa testimonianza storica sulla vita di questo borgo, stabilmente abitato da una cinquantina di residenti (tale la cifra tanto nel 1583 che nel 1734), saliti a 150 solo nel 1908, col boom demografico successivo all’unità d’Italia. L’antica chiesa di San Michele Arcangelo fu restaurata per l’ultima volta nel 1862 con i ruderi della preesistente chiesa di origini alto-medievali, in quanto andata distrutta dal crollo della torre del castello. Il pregevole tabernacolo in pietra recuperato dalle macerie è stato rimurato nella nuova chiesa. L’antico castello si presenta oggi come un panoramico prato sommitale, senza edifici di sorta. Le abitazioni del paese, aggrappate alla sua pendice meridionale, sono tipiche costruzioni di montagna in pietra serena.

390px-LoroCiuffennaRoccaRicciardaBorgo3                                                                                Veduta panoramica del borgo di Rocca Ricciarda

Proseguendo sulla strada panoramica che arriva all’Abbazia di Vallombrosa s’incontra il centro abitato di Rocca Ricciarda, posta a 958 m s.l.m proprio sotto la sommità del Pratomagno.  Questo antico borgo medioevale è situato presso le sorgenti del fiume Ciuffenna, a circa 7 km dal capoluogo comunale. E’ costituito interamente da costruzioni in pietra disposte sotto uno sperone roccioso dove sono resti di antichi manufatti. In tempi passati ha ospitato un castello, noto fin dal 1191, del quale rimangono i ruderi sul versante verso il Pratomagno. Testimonianze storiche attestano che nel XII secolo il signore Guicciardo da Loro, del casato degli Ubertini, amava soggiornare nel maniero di Rocca Guicciarda, antico nome dell’abitato. La fortezza fu proprietà dei Conti Guidi e poi della famiglia Ricasoli. I suoi resti costituiscono dal 2003 il parco archeologico della Rocca. Grazie ad un lungo lavoro di scavo, iniziato nel 1997 dall’Università di Firenze, oltre al recupero e alla conseguente ristrutturazione, sono stati resi fruibili i resti del castello e del suo perimetro murario.

Questa singolare escursione racchiude tutte le caratteristiche dei tanti interessi che possono offrire i soggiorni in agriturismi dove il vivere sano trova nella cultura un compagno ideale.

Arezzo – Centro Fiere e Congressi Via L. Spallanzani, 23 dal 17 al 19 novembre 2017. Informazioni, preregistrazioni con possibilità di scaricare il biglietto a prezzo ridotto sul sito www.agrietour.it – e.mail: info@agrietour.it – tel.0575.9361