Guida “Pasticceri & Pasticcerie 2018 “ del Gambero Rosso

Testo a Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il mondo dolce dei pasticceri e delle pasticcerie trova già per la settima volta la più esauriente presentazione nella guida del Gambero Rosso. In 351 pagine, per un importo di €.14,90, sono indicate, divise per regioni partendo dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia, le più dolci strade che i golosi d’Italia possono percorrere  nel corso dell’anno 2018.

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Scrive Laura Mantovano nel corso della presentazione della guida da lei diretta; “Non a caso nell’ultimo anno sono nati locali di gran classe pensati per valorizzare i prodotti e regalare la migliore accoglienza ai clienti. Tutto questo senza perdere di vista la sostanza e la bontà della proposta, compresi esperimenti sempre più interessanti nel campo della pasticceria salata. Cambiano le forme e le tecniche – monoporzioni, barattoli, vaso cottura, ecc. – e c’è massima attenzione al sapore, alla valorizzazione del territorio e alla riscoperta dei classici dando loro, complici tecnica e creatività, una nuova e intrigante veste”.

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Su queste premesse e nel rispetto di un preciso decalogo sui comportamenti da tenere nel corso dei sopralluoghi, gli ispettori del Gambero Rosso hanno assegnato ai migliori locali da riportare nella guida con una torta per quanti hanno riportato un punteggio da 75 a 79/100; due torte per il punteggio da 80 a 89/100 e tre torte da 90 a 100/100. Il miglior punteggio con 95/100 è stato assegnato alla Pasticceria Veneto di Igino Massari di Brescia, premiato nel corso di una simpatica cerimonia nella bella terrazza dell’Hotel Bernini Bristol di Roma, insieme al miglior pasticcere emergente: Marcello Rapisardi della Pasticceria & Dessert di Milano; con la migliore comunicazione digitale alla Pasticceria Marisa di S.Giorgio alle Pertiche (PD); per la miglior pasticceria salata alla Martesana di Milano e la novità dell’anno riconosciuta alla Cannavacciuolo Bakery di Novara.

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L’appendice finale è stata occupata dalla premiazione dei migliori 10 pastrychef che operano in alcuni grandi ristoranti italiani.

Inaugurato all’aeroporto di Fiumicino – settore 3 extra Shengen – il “Michelangelo Bistrot Roma” con un nuovo menu invernale

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Un doppio 19 caratterizza questo nuovo punto di ristorazione, un vero centro di eccellenze territoriali laziali e nazionali. Le due criticità che deve affrontare un viaggiatore in transito, prevalentemente  in partenza, sono il limitato tempo disponibile e rifocillarsi senza spendere un capitale prima della partenza con l’aereo. Così con una spesa di €.19,00 nel ristretto tempo di 19 minuti, viene offerto un menù espresso con “ingredienti selezionati e tanta passione  per la buona cucina, dalla forte caratterizzazione regionale, e con il meglio tradizione culinaria di Roma”, come tiene ad affermare lo chef Michelangelo Citino, recentemente premiato dalla guida dell’Espresso “I Ristorante dell’Italia 2018”.

IMG_20171201_113644Lo chef Michelangelo Citino e  Marco Beretta, Direttore marketing e purchasing per l’Italia di “areas”, in occasione della presentazione del nuovo menu invernale

La scelta che il viaggiatore può effettuare ricade su questi piatti:

  • Menu tradizionale composto da mozzarella di bufala dell’Agro Pontino e pomodori al basilico;
  • Gnocchi di patate viola cacio e pepe con 1 bicchiere di vino – Creta bianco DOC – oppure di acqua ;
  • Menu romano con tagliere di prosciutto e mozzarella dell’Agro Pontino;
  • Rigatoni alla Amatriciana con 1 bicchiere di vino – Fiore bianco DOC – oppure di acqua.

IMG_20171201_113246                                                Tre specialità inserite nel Nuovo Menu Invernale il cui costo, rilevato sulla carta, é di €.32,00

Il nuovo menù invernale presentato per l’occasione offre, a prezzi vari e alquanto contenuti, una scelta fra:

  • Crema di fave, cicoria ripassata e guanciale di maiale;
  • Carciofo alla giudia e salmoriglio al caviale di aceto balsamico;
  • Petto di faraona arrosto con scarola condita;
  • Frittata di pasta e cipolla bianca;
  • Baccalà al pomodoro con olive di Gaeta e basilico fresco
  • Funghi porcini ed alici fritte;
  • Mousse al cioccolato bianco, finocchi ed amaretto;

completano l’offerta una serie di piatti iconici quali i rigatoni alla Amatriciana, gli gnocchi di patate cacio e pepe, la pizza Michelangelo e gli spaghetti freschi alla carbonara.

IMG_20171201_120113                                                                                     Carciofi alla giudia proposti in degustazione

Tutto questo ha trovato ampia conferma nelle parole di Marco Beretta, Direttore marketing e purchasing per l’Italia di “areas”, che dice: “Rivolgendosi ad una clientela internazionale con questi piatti cerchiamo di far conoscere l’Italia offrendo un’esperienza culinaria legata ad una delle regioni, il Lazio, che più la rappresenta; inoltre è in avanzata preparazione l’apertura della nostra area ristorazione alla presentazione e degustazioni guidate da esperti di prodotti tipici del territorio quali l’olio extravergine di oliva. Michelangelo Bistrot Roma dispone, inoltre, di un angolo “market take away” con specialità tipiche laziali in modo di poter offrire le nostre specialità anche ai viaggiatori che non hanno la disponibilità dei 19 minuti utili alla preparazione del piatto. Soluzione questa che può soddisfare anche i passeggeri di linee aree low cost  con un menu alternativo a quello da acquistare a bordo dell’aereo.”

La degustazione che è seguita alla presentazione di questo nuovo menu è stata la dimostrazione pratica di come tutti gli assaggi proposti hanno esaltato la bontà dei prodotti utilizzati e la loro sapiente preparazione. Una menzione particolare merita il carciofo alla giudia che racchiude in sé tutte le potenzialità per lasciare nel viaggiatore in partenza il desiderio di ritornare nella nostra città anche per ripetere questa bella esperienza gastronomica.

“Roma nel Piatto – I ristoranti 2018” – Presentata dall’editore La Pecora Nera la loro guida madre di tutte le altre.

Testo e foto di Donatello Urbani

Il successo e gli apprezzamenti che nel corso degli anni sono stati riservati alle guide dell’editore “La Pecora Nera” sono iniziati, proseguiti e diffusi alle altre edizioni grazie proprio a questa, la prima ad uscire, che già nel titolo “Roma nel Piatto” anticipa i contenuti e linee di valutazione seguite per i locali di ristorazione della città di Roma e del suo interland con un’appendice per i ristoranti di Amatrice, proprio quelli che, malgrado i recenti eventi, proseguono tutt’ora a riproporre a tutti i buongustai il piatto principe della gastronomia laziale: l’amatriciana. L’evento si è svolto nel corso della manifestazione promossa da Excellance per la presentazione delle eccellenze enogastronomiche italiane con la curatela di Ciccotti Pietro, generale manager di Excellance e Alberto Rossitto, responsabile delle relazione esterne delle edizioni La Pecora Nera. Il vero protagonista però è stato l’uomo mascherato in nero: l’ispettore che sperimenta  e valuta, in incognito, i ristoranti che verranno premiati e riportati sulla guida oppure scartati, dimenticati e abbandonati a se stessi. I criteri di valutazione degli esercizi di ristorazione, suddivisi in due diverse categorie: una per i ristoranti, etnici e tradizionali, e l’altra per pizzerie, aperitivi e brunch, (breakfast e lunch, colazione e pranzo insieme), sono stati espressi in pecore nere, riportate tutte sulla guida. Una per insufficiente, punteggio da 5 a 5,1/2; mentre per i giudizi: soddisfacente, il punteggio indicato va da 6 a 6,1/2; per valido da 7 a 7,1/2; molto valido, da 8 a 8,1/2; infine imperdibile per un punteggio superiore a 8,1/2. Nella guida, solo 8 ristoranti, fra gli oltre 400 testati e indicati, hanno potuto fregiarsi delle cinque pecore nere: la “Pergola” del Roma Cavalieri con un 9,1/2 e il ristorante “La Trota” di Rivodutri con un 9+. Interessante la segnalazione relativa ai migliori ristoranti etnici con menzione di tre cinesi e uno giapponese – punteggio 7,1/2 per tutti i quattro indicati. La chiusura dell’evento è stata riservata al premio “Cuor di C.A.R. “– Centro Agroalimentare Romano – per il miglior ristorante che utilizza quasi esclusivamente prodotti del territorio laziale.

Anche questa “Roma nel Piatto  – i ristoranti 2018” – pagine 408 costo €.11,90 ,come tutte le guide de “La Pecora Nera – Editore”, sono acquistabili online sul sito www.lapecoranera.net e nelle migliori librerie del Lazio, Lombardia e Piemonte.

SETTIMANA DELLA CULTURA D’IMPRESA “I linguaggi della crescita: impresa, cultura, territorio” – Una bella opportunità per scoprire due realtà industriali romane: Fintecna S.p.A – Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e Birra Peroni s.r.l.

Testo e Foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La sedicesima settimana della Cultura D’impresa, organizzata dall’associazione “Museimpresa” dal 10 al 24 novembre u.s., ha visto il coinvolgimento delle aziende socie, che operano nei rispettivi territori, a interrogarsi sui linguaggi della crescita e renderli noti al grande pubblico.

CAM08823Edina Altara (1898/1983): “Nettuno e allegoria della terra” – pannello in alto –  e “Nettuno, Nereidi e Tritoni” – Dipinti su specchio montati su pannello di legno, entrambio originariamente decoravano la sala da pranzo della motonave Oceania e successivamente montati sulla motonave Verdi.- Auditorium Museo Via Veneto della Fintecna S.p.A.

“Utopia e poesia – Parole attese nell’industria del futuro” è stato il titolo che Fintecna del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha assegnato ad un convegno seguito da uno spettacolo teatrale a cura di GMG Progetto Cultura tenuto nell’auditorium di Via Veneto a Roma nel quale convivono sia uno spazio convegno che uno museale. “L’Utopia è nella sua etimologia una chimera irrealizzabile, ma comprende il passaggio e lo spazio fisico tra sogno e proposito” scrivono in proposito Nicoletta Provenzano, Caterina Salvagno, Sabrina Fiorino e Claudia Canalini, storiche dell’arte che hanno curato questo evento: “Innervare la qualità della vita come forma di esistenza piena è l’obiettivo di un processo aziendale sano che implica il coinvolgimento naturale dell’arte e della cultura. L’identità diventa un bisogno sia imprenditoriale che umano che rende la gestione manageriale un sistema legato all’umanesimo e alla creatività. Nella rivista Civiltà delle Macchine Leonardo Sinisgalli (suo ideatore e direttore) ha unito lo spirito creativo dell’arte con lo spirito costruttivo dell’industria ed è l’intellettuale multidisciplinare che ha fatto dell’utopia un vero proposito. L’Auditorium Via Veneto Spazio Cultura, ospita nelle proprie collezioni artistiche i contenuti visivi di questi insegnamenti. La Poesia è l’espressione metaforica in cui il codice linguistico ristabilisce unità tra il ritmo del vivere e il contenuto umano con la sua possibilità di disegnare il mondo come un teorema”.

CAM08836Paolo Poli (1905/1996): Composizione decorativa con cinque bottiglie in rame smaltato. Dalla turbonave Michelangelo e attualmente esposte nell’Auditorium/Museo Via Veneto della Fintecna.

Lo spettacolo teatrale che ha concluso la serata si è incentrato sulla lettura di due Lettere al Direttore scritte a Leonardo Sinisgalli dal poeta Giuseppe Ungaretti e dall’imprenditore Giuseppe Eugenio Luraghi, incentrate sulla poesia come sintesi tra numeri e misteri, tra costruzione e libera espressione, punto di incontro tra il ritmo meccanico-industriale e la misura dell’arte”.

digStabilimento della Birra Peroni s.r.l. di Roma: veduta del ciclo finale di lavorazione con il prodotto finito indirizzato allo inscatolamento

Su questa falsariga si è mossa anche la S.p.A. Birra Peroni che ha aperto le porte del proprio stabilimento di Roma per una visita intesa a far conoscere come l’alta qualità dei loro prodotti sia il frutto di un approfondito processo culturale e di ricerca tanto nella produzione che nella accurata selezione e trattamento delle materie prime impiegate. “La birra fa bene” tiene ad affermare il Direttore dello stabilimento romano della Peroni dott. Serino e, in proposito, ci riferisce un’antica credenza nata in Belgio quando nella città di Bruxelles era stata colpita dalla peste. Il vescovo Arnaldo intuì che la propagazione del morbo fosse veicolata fra la popolazione dall’acqua. Così intraprese una serie di sermoni con l’invito alla popolazione a bere birra a discapito dell’acqua. La peste passò ed il vescovo Arnaldo, grazie a questa intuizione, fu proclamato santo e protettore della città. Ad anni di distanza le analisi scientifiche compiute sulla birra hanno accertato che questa bevanda è priva di batteri patogeni grazie all’acidità acquisita nel corso della fermentazione dell’orzo che avviene in assenza di aria, processo anaerobico, insieme all’aggiunta di luppolo e l’acquisizione di un grado alcoolico capace di garantirne una buona salubrità.

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                                 Stabilimento di Roma della Birra Peroni s.r.l. – Veduta dell’area riservata alle degustazioni dei prodotti.

In prossimità dell’ingresso allo stabilimento è stato allestito anche con parti di alcuni macchinari del dismesso stabilimento di Piazza Alessandria a Roma, una sala di accoglienza dove, periodicamente sono ospitate persone che hanno richiesto di conoscere la lavorazione della Birra Peroni. Una bella iniziativa prenotabile visitando il sito www.birraperoni.it e.mail museo@peroni.it- tel.06.225441

Franco Simongini “Come nasce un’opera d’arte” – Quando la televisione ha preso sul serio le arti figurative.

Testo e foto di Donatello Urbani

La capacità di saper presentare al meglio un’opera d’arte, alla stregua del genio artistico indispensabile per la sua realizzazione, è nelle preziose mani di “madre natura”. Entrambe rivestono  identica importanza ed entrambe si dividono meriti e fortune così come “toccati dalla dea bendata” sono considerati, dall’opinione pubblica, tutti coloro che ne vengono beneficiati. Questa magica opportunità viene dispensata sugli esseri umani con il contagocce ed ancor più rara è che venga trasferita da padre in figlio; cosa che invece è avvenuta fra Gabriele Simongini ed il padre Franco, primo critico/storico dell’arte che ha curato, a partire dal 1969, le fortunate trasmissioni televisive di Rai Teche su come nasce un’opera d’arte, in prevalenza contemporanea, anche, e principalmente, con il coinvolgimento degli stessi artisti.

IMG_20171121_113855 Il figlio Gabriele, docente all’Accademia D’Arte di Roma e uno fra i più quotati critici e storici d’arte contemporanei, ha curato, in collaborazione con Rai Teche, un convegno dal titolo “Come nasce un’opera d’arte” corredato dei più interessanti documentari d’arte realizzati dal padre Franco tra gli anni 1960 e 1991 che per primo, almeno in Italia, offrirono la bellissima opportunità di coinvolgere l’opinione pubblica nei nuovi sentieri tematici percorsi dall’arte contemporanea. Rivisti, a distanza di tempo, queste trasmissioni televisive hanno conservato intatta la loro bellezza ed attrattiva senza trascurare anche il loro alto valore didattico. Non per niente il tutto si è svolto nell’aula magna dell’Accademia d’Arte di Roma dove la presenza degli allievi è stata molto numerosa. All’insito valore didattico si è aggiunto anche quello storico e documentaristico sullo status dell’arte e sul modo in cui venivano presentati agli spettatori televisivi di quegli anni. Per quanti hanno avuto la fortunata opportunità di seguire in “presa diretta”, come si usava dire in quegli anni, queste interessanti trasmissioni è stato un tuffo nostalgico negli anni giovanili mentre i tanti che per la prima venivano a contatto con questi documentari hanno potuto trarre spunti, riflessioni ed idee sul mondo in cui si muovevano le arti figurative negli anni immediatamente precedenti ai loro.  La comprensione  e la lettura del messaggio che molti artisti hanno voluto rivolgere al grande pubblico non sempre è stato agevole in tutte le epoche. Significativi, forse anche per essere i più noti, i rifiuti opposti alle opere di Caravaggio  che, tutto sommato, sono stati solo  un episodio intermedio succeduto  ai tanti precedenti e successivi che hanno dovuto affrontare nel corso degli anni moltissimi artisti. Causa comune a tutti è sempre stata la mancata o parziale conoscenza e comprensione, delle arti figurative contemporanee. Cosa presente anche ai giorni nostri. Una buona soluzione a questo problema potrebbe essere offerta dal riproporre queste trasmissioni, sia pure con le dovute correzioni dettate dalle nuove tendenze e tecnologie, ma che comunque avrebbero nuovamente il meritorio pregio di rendere leggibili e comprensibili i tanti messaggi che quotidianamente ci rivolgono gli artisti attraverso le loro opere. L’iniziativa di Gabriele Simongini è meritoria anche per questo.