“Il Tesoro di Santa Rosa – Un monastero di Arte, Fede e Luce.” – In mostra a Viterbo
Non sono molte le città che possono vantare una patrona autoctona, nata ed operante per tutta la vita sempre nella propria città. Viterbo è una di queste con Santa Rosa. Il 3 settembre di ciascun anno si festeggia la ricorrenza con una processione che coinvolge l’intera città accompagnata, lungo le strade cittadine, da una spettacolare macchina processionale del peso di varie tonnellate, alta decine di metri, trasportata a spalla da un gruppo di cittadini noti come “I Facchini di Santa Rosa”.
Viterbo: Scorcio panoramico presente nel sito del Comune
In occasione dei festeggiamenti di quest’anno 2017 a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, insieme al Comune di Viterbo e varie istituzioni private, fra le quali la Fondazione Carivit – Cassa di Risparmio di Viterbo- e il Centro studi Santa Rosa, è stata allestita nell’antico monastero, che ospita i resti mortali della Santa, una mostra nell’intento di esporre, insieme per la prima volta consegnandoli al godimento pubblico, preziosi manufatti tra cui manoscritti,documenti, dipinti, ceramiche e argenti sacri che intendono ricostruire la vita della Santa e le vicende meno note del monastero. Se nella lettura del testo ci fermassimo alla prima parte di presentazione della mostra: “Il Tesoro di Santa Rosa”, potremmo aspettarci un’esposizione di oggetti preziosi dal grande valore economico; niente di tutto questo! In realtà, come ha tenuto a precisare la Sovrintendente Alfonsina Russo: “Il tesoro di Santa Rosa è un patrimonio culturale e spirituale diffuso su tutta la popolazione della Tuscia e del Viterbese”. Questa, senza dubbio, è la maggiore caratteristica presente nell’importante rassegna che, in assoluto per la prima volta, svincola i valori economici da quelli intellettivi e spirituali a tutto vantaggio del vivere civile in armonia con i veri valori che dovrebbero essere presenti, purtroppo non sempre, nella nostra società.
Il percorso espositivo si articola in quattro aree tematiche che presentano oggetti che narrano l’antico monastero e la sua decorazione; la vita di Santa Rosa e la sua canonizzazione; le monache di Santa Rosa e la vita nel monastero e, per finire, la devozione popolare con gli ex voto.
Francesco d’Antonio Zacchi, detto Il Balletta (Viterbo, notizie dal 1430, + prima del 1476): “La Madonna del latte”. Affresco su laterizio
Fra i tanti oggetti esposti rivestono particolare importanza la teca contenente il corpo della santa insieme ad alcuni dipinti di grande interesse storico artistico, come quelli restaurati appositamente per l’esposizione dalla Carivit, quali la quattrocentesca Madonna del Latte, opera dell’artista viterbese Balletta, dipinta su una tegola e un olio su tela del XVI secolo raffigurante Sant’Orsola. Particolarmente interessanti sono il bozzetto di Marco Benefial (gentilmente concesso da Intesa San Paolo) con “La prova del fuoco”; le riproduzioni degli acquerelli secenteschi del Sabatini con la storia della Santa, dipinta a metà del Quattrocento da Benozzo Gozzoli nell’antica chiesa andata distrutta; i preziosi documenti relativi alla santificazione, fra i quali il manoscritto del 1457 contenente il processo di canonizzazione e le cosiddette “Lettere patenti” di 13 comunità limitrofe che lo sostenevano. Ciascuna lettera è munita di sigillo e si ritiene che siano i più antichi (1457) finora noti per quei comuni.
Scuola del Cavalier d’Arpino: “L’ultima cena”. Dipinto murale presente nel Refettorio del Convento. 1612 rilevata dal cartiglio.
Nella sala del refettorio, dove dipinti murali appena restaurati consentono di calarsi nella vita del monastero, sono esposti gli antichi “Abadessati”, documenti conventuali che testimoniano i periodi delle varie Badesse insieme a ceramiche antiche ed elaborate oreficerie. Alcune ceramiche recano il nome per esteso della monaca che, messo in relazione con i nomi presenti nei registri dei Capitoli, ha permesso di attribuire con esattezza l’oggetto alla religiosa e di ricostruire uno spaccato della storia del monastero compreso tra la fine del XVI e il XVIII secolo. Infine gli ex voto, esposti anche virtualmente grazie ad una nuova postazione multimediale, testimoniano la devozione popolare verso la Santa e, nello stesso tempo, offrono uno spaccato sull’arte pittorica popolare nel viterbese.
Una visita a questa rassegna offre veramente una preziosa opportunità per godere di opere d’arte che sono accompagnate anche da una profonda ispirazione per la fede e la spiritualità.
“Rosa” tiene a precisare il Prof. Attilio Bartoli Langeli, Presidente del Cenrtro Studi Santa Rosa di Viterbo, nel presentarci la figura della Santa, “ è una Santa giovane, povera e rivoluzionaria i cui resti, dal Tredicesimo secolo, sono ospitati nel Monastero posto nel cuore della città di Viterbo. Attorno al suo culto patronale, la Città dei Papi si stringe in una celebre festa incentrata sulla processione della statua con la luminosa macchina di S. Rosa, che esprime, in momenti di grande suggestione, il calore dei fedeli e l’attualità di una lunga storia”.
Sebastiano Luciani detto Del Piombo: “Pietà” – Museo Civico di Viterbo
Altrettanto interessante è il percorso turistico che affianca quello espositivo di questa rassegna in una simbiosi tale da raggiungere il reciproco completamento. A breve distanza dal Monastero di Santa Rosa si trova il Museo Civico, dove sono esposti, insieme ad alcune opere di grande valore artistico quali la “Pietà” di Sebastiano del Piombo, alcuni bozzetti delle antiche macchine processionali di Santa Rosa. Lasciato questo Museo, si può raggiungere il vicino Museo Archeologico dove sono esposte uniche testimonianze di arte etrusca recuperata prevalentemente nelle vicine necropoli della Tuscia quali Vulci, Tarquinia, Cerveteri e molte altre. Qualora si voglia prolungare la permanenza di un giorno, in un qualunque fine settimana, Viterbo offre di tutto e di più per soddisfare anche i palati più raffinati ed esigenti, sono solo in senso enogastronomico. Il bellissimo Duomo, vero scrigno di molteplici capolavori artistici è una meta obbligata. Inoltre in vari fine settimana a cura dell’Ufficio Turistico Comunale vengono organizzate delle passeggiate fra le strade cittadine che non hanno tutt’ora tradito l’originale aspetto medievale narranti la storia d’importanti figure femminili vissute quì fra quelle antiche pietre di tufo. Per un’assistenza turistica diretta e ricevere informazioni sulle varie iniziative culturali si può contattare telefonicamente l’Ufficio Turistico Comunale al numero 0761.226427. Un valido aiuto su come muoversi in città è offerto dall’app “Viterbo ART City”, realizzata da ARM23 in partenariato con la locale amministrazione comunale, che porta tanto i turisti che la popolazione locale alla scoperta delle bellezze di Viterbo. “L’applicazione nasce al fine di regalare a quanti visitano la città, in forma del tutto gratuita, un valido strumento in grado di far godere le bellezze artistiche e culturali che Viterbo custodisce in maniera coinvolgente e innovativa” dice Luisa Ciambella, Vice Sindaco di Viterbo, che prosegue affermando: “L’app, disponibile per dispositivi iOS e Android, permette agli utenti, attraverso un sistema di geolocalizzazione, d’individuare l’esatta posizione della Macchina di Santa Rosa durante tutte le tappe previste in tempo reale. Inoltre consente ai visitatori di scoprire, in maniera interattiva, i punti d’interesse artistico e culturale presenti nelle vie della città, corredati da dettagliate informazioni in una realtà aumentata da esclusivi audio immersivi appositamente realizzati. L’app, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile dagli store Android e iOS e prevede la possibilità di acquisti in-app per accedere ai contenuti speciali di alcuni punti d’interesse”.
Viterbo – Monastero di Santa Rosa – Via di Santa Rosa, n.33 dal 2 settembre 2017 al 6 gennaio 2018, con ingresso gratuito e Orario dalle 9.30-12.30; 15.30-20 (fino al 13 settembre) e a partire dal 14 settembre dalle ore 15.30-19.00. Info: Tel. 0761 342887; e-mail: monasterosantarosa@alice.it – www.sabap-rm-met.beniculturali.it