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Nella Vita e nel Hanji – Le arti visive tradizionali coreane rivisitate con la carta Hanji nelle opere del maestro Lee Seung Chul esposte a Roma presso l’Istituto Culturale Coreano

Donatello Urbani

Il momento di grande gloria tra la carta coreana Hanji e la pittura fu vissuto nel 1994 in occasione della fine dei lavori di restauro, pulitura e conservazione dell’intero ciclo pittorico della Cappella Sistina. Si parlò allora di une vero matrimonio e di una fortunata unione, dove solo le peculiari caratteristiche della carta Hanji, senza provocare alcuna alterazione, consentirono, una volta applicata sui preziosi quanto delicati affreschi, la loro ripulitura e ricostituzione degli originali pigmenti già vecchi di quasi 500 anni.

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La carta tradizionale Hanji, antica manifattura coreana denominata anche “carta dei mille anni” per la sua durata e resistenza nel tempo, è prodotta dalla sola corteccia della pianta del gelso attraverso un procedimento esclusivo e del tutto artigianale. “La capacità orientale di tradurre la corteccia del gelso in fogli di carta richiede una manualità sviluppata nel corso di molti secoli. Le strumentazioni, i gesti, la sapienza sono aspetti antropologici plasmati dalla conoscenza dei maestri cartai grazie alla loro perseveranza e volontà”, come riportato nel prezioso catalogo che accompagna le opere del maestro Lee Seung Chul, realizzate tutte in carta Hanji e presenti in questa mostra allestita, fino al 21 aprile 2023, nelle sale dell’Istituto Culturale Coreano In Italia.

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E’ lo stesso artista a presentarci in occasione dell’inaugurazione della mostra le varie opere affermando che: “Per un artista un’opera d’arte è traccia e risultato della propria vita. Il modo in cui ogni artista da voce alla propria esistenza varia a seconda della tipologia di lavoro e di immagine selezionata……Punto fondamentale delle opere presentate in questa mostra è il legame tra la tradizione e l’essenza della carta Hanji…” In questa ottica sono state selezionate le opere presenti lungo il percorso espositivo sia che esse facciano precisi riferimenti alla vita quotidiana con le casse tradizionali “bandaji”, nella realtà realizzate in legno di pino, le giare, queste realizzate in terracotta, oppure le varie religioni presenti nella popolazione siano esse di natura buddista che cristiana. “In altre parole”, scrive sempre l’artista,“ questi manufatti artigianali sono espressione dell’esistenza stessa di un individuo”.

Roma – Istituto Culturale Coreano – Via Nomentana,12 – Fino al 21 aprile 2023 con ingresso gratuito

LuceLabCinecittà – Nuovi strumenti di formazione e aggiornamento per lavoratori e aspiranti professionisti nel settore dell’audiovisivo inserito nel PNRR 2022/2026

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

“Cos’è il cinema? Quanto lo fai un baraccone …- talvolta però diventa poesia.” Lina Wertmüller,

Proprio  per consentire alla cinematografia  italiana, dal baraccone fino alla poesia, di conservare il buon nome e il grande prestigio che gode in tutto il mondo che Cinecittà e Archivio Luce, sotto il coordinamento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, hanno messo a punto un nuovo progetto, sotto il nome di LuceLabCinecittà, rivolto alla formazione e aggiornamento per lavoratori, manager, studenti e aspiranti professionisti del settore.

Il progetto interesserà:

Corsi di alta formazione per figure manageriali altamente specializzate e capaci di operare a livello internazionale destinati a giovani
laureati e giovani professionisti che vogliono aggiornare o raffinare le proprie competenze.
Dipartimento tecnico con l’obiettivo di preparare giovani artigiani sugli importanti mestieri tradizionali per formare nuove maestranze tecnico-artistiche in grado di soddisfare i crescenti volumi produttivi degli Studi, del mercato nazionale dell’audiovisivo e dello spettacolo attraverso l’istituzione di 8 botteghe:
Nel 2023:
Bottega artigiana falegnameria
Bottega artigiana di pittura e decorazione
Bottega make-up and hair
Bottega sartoria e taglio costume
Nel 2024:
Bottega artigiana di carpenteria metallica
Bottega artigiana di tintura, invecchiamenti, elaborazione costumi
Bottega artigiana attrezzeria e props
Bottega artigiana laboratorio plastico

Master in virtual production: due edizioni di uno stesso master, per un totale di 30 studenti che partiranno nel 2023. Il corso avrà una durata di circa 8 mesi per 510 ore complessive di formazione, I master sono rivolti alla formazione delle seguenti figure:

Ad artist,
Background,
Motion capture technician,
Unreal specialist,
Unreal technical artist,
Ledwall in-camera background artist,
Media producer

Valorizzazione degli archivi storici. Il progetto formativo, che sarà attivato nel 2024 mira ad aggregare conoscenze eterogenee, partendo da discipline tradizionali, per la valorizzazione della conoscenza.

Conservazione e restauro. I corsi sono finalizzati alla formazione di professionisti nel campo della tutela del patrimonio cinematografico e audiovisivo. Queste, le figure professionali oggetto dei corsi:
Archivista di audiovisivi
Ricercatore documentalista
Ripresa e montaggio di materiali audiovisivi
Contenuti per la comunicazione in rete: Content manager, Curator, social
Media manager
Commercializzazione e gestione diritti: Business Developer
Tecnico della pellicola
Operatore allo scanner
Tecnico del suono

Corso specialistico di conservazione e documentazione videoarte. Obiettivi del corso, in partnership con il Museo MAXXI,
professionisti e la formazione di neoprofessionisti su conservazione,
restauro, documentazione, archiviazione e gestione dati nelle opere a
matrice analogica e digitale.

Per maggiori informazioni vai al sito: www.cinecitta.com

 

“Pietro Cascella Inedito – Le opere degli esordi a Roma (1938/1961)” – Roma Casino dei Principi di Villa Torlonia fino al 19 marzo 2023 -

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

La mostra racconta un capitolo poco noto della storia dell’artista abruzzese attraverso più di cento opere, molte delle quali inedite.

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                                                                       Pietro Cascella: “Il cinghiale” – 1941 – Tempera su tela

“Io non ammiro il quadro, ma ammiro l’uomo …..” Paul Gauguin – 1903; niente di più calzante per le opere di Pietro Cascella (Pescara 1921/Pietrasanta 2008).

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                                                        Pietro Cascella: “Studio di volti” – 1938/39 – Pastello e tempera su carta

Questa mostra, allestita in occasione dei cento anni dalla nascita dell’artista, può essere letta come veicolo per creare un rapporto tra l’arte contemporanea e il cittadino, molte volte distratto dal mondo del bello che lo circonda. Scrive Cascella: “Ero badato ed educato dai colori dei cieli, dalle stagioni, dalle masse poderose dei buoi, dal volgere delle stagioni, ma anche dai piccoli uccellini rapidi che appena li guardi scompaiono dalla grandiosità del mare…….Stavo sempre attorno a mio padre, lo aiutavo a preparare i colori, a tendere  le tele. Lui dipingeva e noi, Andrea ed io, si rimaneva ore e ore a guardarlo…..Sono diventato pittore, quasi senza accorgermene, sotto il suo sguardo.”

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                                                                          Pietro Cascella: “Crocifissione” – 1942 – Olio su tela

Come da comunicato:

Pietro Cascella è stato un grande scultore italiano del Novecento, ma prima di giungere a quella che lui stesso chiamava la “vera scultura”, quella in pietra, che lo ha reso riconoscibile agli occhi del mondo, egli ha percorso la strada che muove dal disegno alla pittura, con immediati riconoscimenti pubblici, tra cui la partecipazione alla IV Quadriennale romana nel 1943, e alla Biennale di Venezia nel 1948. Circa un decennio, il primo dell’attività del giovane abruzzese, in cui egli si presenta essenzialmente come pittore. Una pittura certamente non di segno costante, identificativo di un carattere in formazione, ma che bene ha saputo cogliere gli umori del momento e recepire le rapide evoluzioni linguistiche che andavano susseguendosi lungo il corso degli anni Quaranta. Un percorso che in mostra è visibile attraverso i primi disegni di soggetto rurale che rimarcano il legame dell’artista con la propria terra, fino alle tele in cui sperimenta i diversi linguaggi da quello espressionista della Crocifissione del 1942 a quello più propriamente post cubista visibile in Donna d’Abruzzo del 1948.

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                                                                              Pietro Cascella: “Senza titolo” – 1961 – alluminio

Un capitolo al quale seguirà, dal 1949, la stagione della lavorazione della ceramica e il primo approccio alla scultura modellata, assieme al fratello Andrea, la moglie Anna Maria Cesarini Sforza e Fabio Rieti, nell’evocativa fornace di Valle dell’Inferno a Roma…”.

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                                                                  Pietro Cascella: “Ragazza di Rapino” – 1951 – Ceramica policroma

Come scrivono i curatori nel catalogo: “Valle dell’Inferno, borgata di fornaciari alle porte di Roma. Una famiglia di pittori ha scelto la creta. Emigrati da Via Margutta Pietro Cascella e Compagni si sono messi a modellare personaggi d’argilla in mezzo ai fornaciari.

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I mattonari vi si aggiravano accaldati, seminudi, veramente simili alle anime dannate di una bolgia dantesca, da cui era derivato il nome evidentemente fantasioso…..Agli operai non piaceva il realismo gli piacevano di più queste cose colorate, allegre. E d’altra parte erano più giuste. E l’allegria veniva anche dalla fine della guerra, dalla coscienza di essere scampati alla morte.”

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                                                                   Pietro Cascella: “Campo chiuso” – 1959/60 – Sabbia e tempera su tela

La produzione del decennio successivo, si caratterizza con una serie di opere definite “sabbie” realizzate in una innovativa tecnica in cui respira il clima dell’Informale materico di quegli anni spatolando su grandi tele talvolta assemblate insieme, polveri di mattone o di marmo in cui affiorano motivi antropomorfici sintetizzando le strutture anatomiche di un corpo.

Pietro Cascella scriveva nel 1992 di Picasso: E’ stato il più grande di tutti in assoluto, ci siamo incontrati per strada a Roma tanti anni fa. Svoltavo e ho visto Picasso…..

La mostra è un viaggio nell’arte e nella bellezza

Lo splendido catalogo che accompagna questa rassegna con contenuti culturali, scientifici e fotografici di alto valore è edito da Edizioni Cervo Volante pag. 184 costo €.30,00.

Per saperne di più Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museivillatorlonia.it -www.museiincomuneroma.it  – www.pietrocascella.it

 

 

 

Anatar – Ritorno al passato con la parodia

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Un film dove il sogno, l’amore e i sentimenti prevalgono su tutto, una colonna sonora affascinante non mancano creature magiche e sorprendenti, un film da non perdere, in uscita il 1 dicembre 2022. La parodia. Molti attori si sono confrontati con la parodia a cavallo tra gli anni ’50 e ’80, trent’anni di successi che hanno decretato la fama di grandi attori come Totò, Franco e Ciccio, Vittorio De Sica, Walter Chiari, Macario, Vittorio Gassman.

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 “Anatar è una commedia fantascientifica che nasce come parodia del kolossal Avatar, prendendo come riferimento i film dei Monty Python e la comicità di titoli quali Una pallottola spuntataRobin Hood – Un uomo in calzamaglia e Scary movie. Rispetto al kolossal di James Cameron, Anatar ribalta i ruoli all’interno della storia. Sono infatti gli alieni ad essere tecnologicamente avanzati e a mettersi in viaggio attraverso lo spazio a causa dei problemi di abitabilità col proprio pianeta. Gli umani, rozzi e violenti, sono il popolo inferiore da conquistare. Il popolo degli Anatar, alieni umanoidi che si sono evoluti dalle anatre, dopo aver portato al collasso il proprio pianeta è alla ricerca di un nuovo corpo celeste da chiamare nido. Nel loro pellegrinaggio spaziale approdano su Pandoro, un luogo dove esseri viventi e natura hanno trovato il proprio strano equilibrio. Amore, guerra, astronavi e papere spaziali sono gli ingredienti di questa grottesca fiaba moderna sull’accettazione di ciò che è diverso da noi”.

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Il film è stato girato nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diana e Alburni e nel Comune di Roscigno con panorami e vedute aeree mozzafiato con effetti digitali realizzati per il grande schermo.

Diretto da Alan Smithee, vede nel cast Azzurra Rocchi, Raffaele De Vita, Ciro Villano, Walter Lippa, Paolo Perinelli, Giancarlo Del Diavolo e Davide Marotta.

The European Pavilion – La ricerca di un tetto comune per i cittadini europei.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Uniti o separati? Il vento”exit” da vario tempo spira nelle nazioni della comunità europea spingendole fuori dalle quattro mura della casa comune.

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The European Pavilion vuole offrire una riflessione sull’Europa sia ai romani che a quanti si trovano in città dal 17 al 19 novembre p.v. In un arco di tre giorni “artisti pensatori e ricercatori provenienti da tutto il continente si sono riuniti in un programma che prevede tavole rotonde, conferenze e workshop, performance musicali, un ambiente di realtà virtuale, installazioni plastiche e multimediali. Il pavilion ha una funzione artistica, culturale e politica che serve ad affrontare le sfide di oggi. Un lavoro di pensiero che è durato quattro anni. La città di Roma e i suoi numerosi istituti di cultura, nati come Accademie Nazionali per consentire agli artisti di avvicinarsi al passato classico e che al tempo stesso hanno accompagnato la costruzione delle nazioni europee, offrono un contesto particolarmente adatto a discutere e immaginare forme transnazionali di appartenenza collettiva”.

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In questo progetto sono state interessate sette istituzioni: Accademia di Francia a Roma – Villa Medici-, Bibliotheca Hertziana, German Academy – Roma Villa Massimo -, Goethe Institut Rome, Museo delle Civiltà, Istituto Svizzero, Nero. “Nel corso della storia la cultura è stata fonte d’ispirazione vitale per la nostra vita quotidiana. The European Pavilion è una piattaforma artistica europea per ripensare e sfidare continuamente ciò che l’Europa significa oggi e ciò che può diventare domani”.

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Fra i tanti temi trattati uno che ha richiamato particolare attenzione è stato quello del cambiamento climatico. Come sarà l’agricoltura di domani? Significativa è stata la risposta offerta da alcuni vignaiuoli francesi, spagnoli e italiani che insieme, coordinati da una casa enologica francese, hanno prodotto unendo vari loro uvaggi, a partire dal 2020, una etichetta ”Oenope” per un vino comune bianco e rosso: “The Borderless European Wine”. Un mondo di antichi saperi, sapori e sensazioni che si racchiudono in un calice di vino.

Per saperne di più contattare i siti delle varie istituzioni

Roma – “Eternal struggle of my desire“- Museo Nazionale Romano fino all’11 dicembre 2022.

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Nuove luci su antiche pietre nella Crypta Balbi con la mostra “Eternal struggle of my desire“  (L’eterna lotta del mio desiderio).

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La toponomastica è uno strumento cartografico un pittogramma che aiuta la conoscenza dei luoghi nel loro contesto storico/culturale.

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I nomi delle strade ci guidano in un luogo ben definito “Via delle Botteghe Oscure”. In questo contesto già nel periodo medievale si formano botteghe artigiane sopra le rovine romane delle Cripta Balbi costituite da artigiani che realizzano funi dando nome di nuovo alla toponomastica “Via dei Funari”. In uno dei luoghi più magici e sconosciuti della città negli antichi laboratori è stata allestita questa mostra che vuole stabilire un legame tra l’antico e il presente in una contaminazione tra arte contemporanea e archeologia. La rassegna presenta, nelle aree archeologiche sotterranee della Crypta Balbi, una serie di arazzi messi in relazione con uno stretto, inedito dialogo con la storia del luogo e la sua particolare morfologia architettonica. L’allestimento e il percorso di visita previsto consentono di percepire l’articolazione degli antichi edifici e le vie di comunicazione originarie. Come scrivono i curatori: “All’interno degli ambienti sotterranei del Museo sono disposte, nascoste e inserite ulteriori opere di diverse dimensioni con contenuti testuali che, come entità autonome, si rivolgono direttamente all’osservatore. Il racconto si sviluppa proprio a partire dai sotterranei dové si trovano i resti del portico del Teatro costruito da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C. e della Porticus Minucia Frumentaria, proseguendo lungo i diversi piani attraverso i complessi fortificati e le abitazioni altomedievali e medievali dei mercanti, fino a giungere all’età moderna, con il dormitorio seicentesco del monastero di Santa Caterina, in cui sono state ricavate le sale museali. Le opere e gli oggetti esposti nelle sale – provenienti anche da altri siti della città di Roma – restituiscono l’immagine della città dall’età romana al XX secolo”.

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Il suggestivo titolo della rassegna ci mette in stretta relazione con il concetto di amore negato, condizione propria delle ragazze, figlie di prostitute o di famiglie in condizioni di estrema miseria, rinchiuse in questi sotterranei dalla Confraternita delle vergini miserabili di Santa Caterina dei Funari, fondata nel 1543 dai Gesuiti di Sant’Ignazio di Loyola, alle quali venivano insegnate alcune attività manuali tra le quali il ricamo e il cucito, per trasformarle in “donne oneste e timorate di Dio”.

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Una mostra da non perdere sia per i romani che per tutti i turisti che vengono a Roma.

Museo Nazionale Romano Crypta Balbi – via delle Botteghe Oscure 31, 00186 Roma. Il Museo Nazionale Romano è aperto dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 18.00. Le biglietterie chiudono alle 17.00.  Per le modalità di visita e acquisto biglietti tutte le informazioni sul sito: www.museonazionaleromano.beniculturali.it e.mail: mn-rm@cultura.gov.it

 

Vicino/lontano – Viaggio alla scoperta del Patrimonio Culturale e Naturale dell’Immigrazione in Italia- Roma Palazzo delle Esposizioni fino al 27 novembre 2022- Ingresso gratuito da Via Milano, 13

Mariagrazia Fiorentino – Foto cu0rtesy Ufficio Stampa Palazzo delle Esposizioni

Questi artisti attraverso la pluralità dei loro sguardi hanno avuto la capacità di fotografare liberamente temi e sensibilità della nostra epoca, con la solo forza delle idee e della passione portando uno sguardo costruttivo nel mondo in cui viviamo.

L’arte da sempre esplora il tema dell’esilio quanto esso impatti profondamente l’animo di chi lo subisce, l’arte ha il potere di creare un dialogo universale. Il crescente interesse e la curiosità di conoscere questi paesi così lontani ma così vicini che sanno unire la tradizione con il moderno.

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Ryan Ahmed – Festival tradizionale Rakher upobas – Bangladesh

In occasione del Cinquantesimo Anniversario della Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale sono stati esposte in cinque diverse sedi oltre 400 foto realizzate da fotografi provenienti dai Paesi con il maggior flusso migratorio verso l’Italia. Gli autori hanno voluto raccontare attraverso le immagini, il patrimonio culturale e naturale dei loro paesi di origine, costruendo un dialogo con le fotografie istituzionali dei siti del Patrimonio Mondiale e del Patrimonio Culturale, Immateriale dell’UNESCO. Iniziative sono proposte a partire dal 3 novembre fino al 18 novembre presso varie biblioteche romane.

Per maggiori dettagli www.bibliotechediroma.it – info www.palazzoesposizioni.it

 

Pier Paolo Pasolini: “TUTTO E’ SANTO” – Il Corpo poetico – In mostra a Roma Palazzo delle Esposizioni fino al 26 febbraio 2023

 

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Pier Paolo Pasolini, un grande intellettuale del ‘900, un uomo dal pensiero libero che sapeva unire la curiosità alla passione, sempre con estrema gentilezza.

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La mostra allestita nel Palazzo delle Esposizioni “parte dall’idea che mai un poeta, uno scrittore, un regista, un intellettuale è stato così corpo incarnazione della parola. In questa mostra Pasolini è visto in una dimensione radicale di autore, sempre vissuta con la totalità di un corpo che attraversa il mondo e sperimenta la dimensione della fisicità come pienezza, splendore e tragedia, in un amore estremo per la vita e per la realtà e in una opposizione irriducibile e profetica alla sottomissione dei corpi e dei volti prima ancora e delle menti, alle convenzioni e alle normalizzazioni omologanti, volte ad annullare le caratteristiche dei singoli e le diverse, sorprendenti, incontrollate forme dell’eros.” (Catalogo curato da Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti e Clara Tosi Pamphili – pag. 256 costo €.28,00). L’inconsueto titolo della rassegna s’ispira alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film “Medea” (1969) che evoca  la misteriosa sacralità del mondo del sottoproletariato, arcaico e religioso, in netto conflitto con gli eroi di un mondo razionale, laico e borghesi. 

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                                          Costume di Chirone (Medea 1969) realizzato da Piero Tosi – Archivio Tirelli Trappetti – Roma

Così come l’oggetto – libro si fa incarnazione della parola, l’abito, il costume per l’attore è lo strumento potente di narrazione fra storia e corpo, fra la parola e la costruzione della sua rappresentazione ….. I costumi dei film di Pasolini realizzati da Danilo Donati sono in mostra come si trovano nei magazzini che li conservano, come testi da consultare e non da indossare, come opere dell’archivio di un museo dedicato al suo cinema. Solo due sono su manichino di Piero Tosi per Medea e per Chirone che, al contrario degli altri, sono opere scultoree che non consentono un contatto, impongono una distanza come dal sacro o dal mito.

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                           Costume Medea per Maria Callas (Medea 1969) realizzato da Piero Tosi – Archivio Tirelli Trappetti – Roma

Pasolini a Roma non scopre Roma ma scopre la gente di Roma, e scopre uno spazio nomade contrapposto in quello ingabbiato nella griglia del controllo sociale e politico. Le periferie sono il luogo barbarico che precede la “civiltà” borghese; luogo vibrante, odoroso, sonoro, vitale, mistico, popolare; segnato dalla gioia della festa. Il modello urbanistico di Pasolini è popolare il suo centro è la strada, i suoni, le urla e la puzza, tutto ciò che la borghesia odia: essa non tollera più ne la pressione della folla ne il contatto con il popolo: tutta gente da igienizzare con i detersivi e da “ripulire” attraverso l’emancipazione economica……

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Per saperne di più su orari, costi e prenotazioni consultare il sito www.palazzoesposizioni.it

 

La Galleria d’Arte Moderna di Roma ospita fino al 16 aprile 2023 Pasolini Pittore

Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Vorrei esprimermi con gli esempi, gettare il mio corpo nella lotta ….. in quanto poeta sarò poeta di cose”. – Pier Paolo Pasolini “Poeta delle ceneri” – 1966.

Questa rassegna, voluta nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (1922/1975), come scrivono i curatori: “intende riportare l’attenzione su un aspetto artistico rilevante, spesso trascurato dalla critica, nel contesto creativo complessivo dello scrittore e regista, a oltre quaranta anni dall’ultima antologica completa su Pasolini pittore, del 1978, tenutasi a Palazzo Braschi”.  Una mostra di pregio e personalità che chiude una serie di eventi.

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                                                                             Pier Paolo Pasolini – “Autoritratto con fiore in bocca” – Faesite – 1947

Il percorso espositivo, suddiviso in cinque sezioni, presenta circa 150 opere in parte realizzate da Pasolini nell’arco della sua vita alle quali si aggiungono quelle di artisti protagonisti dell’arte italiana del ‘900 con i quali l’artista/regista/scrittore ebbe modo di confrontarsi e spesso ispirarsi. Nella prima sezione troviamo opere che furono realizzate agli inizi pittorici e che vanno di pari passo con le prime prove poetiche in friulano. Ritratti e raffigurazioni di corpi, maschili e femminili, che ricreano una sorta di mappatura visiva della famiglia e delle amicizie di Pasolini. Presenti anche nature morte e paesaggi rurali friulani dal sapore fortemente intimista che nel contempo documentano l’eccezionale abilità artistica e pittorica messa in atto da parte del giovane Pasolini. Le successive sezioni ci presentano una serie di ritratti di amici e familiari partendo dal cugino Nico Naldini, alla madre Susanna, la cugina Franca, insieme a quelli protagonisti del mondo artistico di Pasolini: Giovanna Bemporad, Federico De Rocco, Giuseppe Zigaina, oltre a quelli del mondo cinematografico romano – Laura Betti, Ninetto Davoli.

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                                                Pier Paolo Pasolini – “Laura Betti e Ninetto Davoli, nei panni di Desdemona e Otello” – 1967

Suggestiva anche la sezione che interessa i ritratti di tre protagonisti del mondo culturale e artistico di Pasolini: Ezra Pound, Roberto Longhi e Maria Callas, che, come scrivono i curatori: “danno vita a una “mostra nella mostra”, grazie ad un’attenta ricostruzione delle fasi di realizzazione e delle potenzialità d’investimento creativo e tecnico di Pasolini”.

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                                                           Pier Paolo Pasolini – “Ritratto di Maria Callas” – Tacnica mista su carta – 1969

Focus speciali sono riservati al rapporto artistico e di amicizia fra Pasolini e Fabio Mauri, con una serie di disegni bolognesi degli anni Quaranta-Cinquanta, nonché alle opere provenienti dalla Collezione di famiglia, preziose testimoni, con le parole dei curatori, di come: “certe passioni artistiche e stilistiche abbiano attraversato la vita e la pittura di Pasolini, così come i suoi scritti d’arte e le stanze delle sue diverse case romane, con opere di Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Carlo Levi, Alberto Savinio, Andy Warhol, ecc.”

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                                                                       Renato Guttuso – “Case” – Tempera e pastello su carta – Senza data

A chiusura della mostra un minimo omaggio al “volto” di Pasolini, tramite una serie di ritratti storici realizzati, con vari stili e in tempi diversi, da Ennio Calabria, Renato Guttuso, Carlo Levi, Milo Manara, Mario Schifano e altri.

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                                                                    Mario Schifano – “Pier Paolo Pasolini” – Tecnica mista su carta – 1985

Il catalogo è edito da Silvana Editoriale, pagine 368 costo in mostra €.29,00. Grazie alla collaborazione del Partner Tecnologico la mostra sarà visitabile dall’8 dicembre 2022 nel Metaverso di LIEU.city.

Roma – Galleria d’Arte Moderna, Via Francesco Crispi, 24 – fino al 16 aprile 2023 con orario dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30. Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura. Giorni di chiusura: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre. Biglietti d’ingresso: Intero € 7,50; Ridotto € 6,50. Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): intero € 6,50 ridotto € 5,50. Il museo è gratuito con la MIC card. Info mostra Tel. 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 www.galleriaartemodernaroma.it www.museiincomune.it; www.zetema.it

Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life – In mostra a Palazzo Altemps testimonianze artistiche che animarono i principi vittoriani nell’Inghilterra dei primi decenni del ventesimo secolo.