“IL SAPORARIO” E “ROMA PER IL GOLOSO” – Tornano i vademecum de “La Pecora Nera Editore”

Testo di Mariagrazia Fiorentino – foto di Donatello Urbani

Non solo Roma è stata presa in considerazione dalle guide 2018 de La Pecora Nera Editore: “Roma per il Goloso” e “il Saporario”.

IMG_20171027_164411

La recensione delle botteghe dove fare la spesa e i locali di ristorazione interessa anche le città di Milano e Torino. “Sono 2.000” dice Alberto Rossetto nel corso della presentazione, “i locali recensiti con la filosofia ormai tratto distintivo della casa editrice: visite in reale anonimato da clienti qualsiasi, così da vivere esperienze autentiche da raccontare senza reticenze, sia le positive che quelle meno esaltanti per dare uno spaccato più fedele  dell’offerta gastronomica delle tre città”. La novità di questa edizione della guida “Per il Goloso”,  oltre la classica suddivisione delle botteghe in “approfondite” e “segnalate” è offerta dall’assegnazione del numero di pecore nere: 1 pecora vale una deviazione di percorso, 2 pecore valgono l’attraversamento della città, 3 pecore  indicano che per servirsi di questo esercizio merita venire anche da fuori città. La platea dei consumatori ai quali si rivolgono le guide è come vuole la logica, la più ampia possibile, però da un’attenta lettura appare evidente una strizzatina d’occhio particolare al turista che trovandosi in una città  con grande vocazione turistica quali quelle prese in considerazione da La Pecora Nera Editore si trova, com’é naturale, a dover compiere una scelta non sempre facile. Anche il residente da più tempo nella stessa città può trovare suggerimenti validi mettendo a confronto i locali e le botteghe da sempre frequentati con quelli riportati nelle guide e  posizionati a pochi metri di distanza perchè, per tutti quelli recensiti nella guida, sono indicati costi e trattamenti riservati ai loro avventori. “Il Saporario è pure una guida low cost, affermano i curatori delle guide Simone Cargiani e Fernanda D’Arienzo, soci fondatori de La Pecora Nera Editori, “in quanto il “cut-off” dei 35 euro, se non incide in alcune fasce orarie, esempio colazione e merenda, in altre quali il pranzo e la cena, permette di evitare brutte sorprese al momento del conto” come affermato nella conferenza stampa. La presentazione si è conclusa con la premiazione dei locali e degli esercizi commerciali meritevoli delle pecore nere indicati nella due guide.

IMG_20171027_112122                                                                                                                 Premiazione della Caffetteria “Il Faro”

Fra i divers premiati con cinque pecore, una segnalazione particolare, non solo per la simpatia nutrita verso i giovani imprenditori, merita una startup che ha rinnovato l’offerta di caffetteria/bar. In questo esercizio, aperto a Roma nel 2016 in Via Piave, n.51, angolo con Piazza Fiume, – Il Faro – è possibile degustare vari tipi di caffè torrefatto da svariate aziende con procedimenti diversi come indicato nella locandina giornaliera esposta fuori dall’esercizio. Identica cura stata posta nella scelta di lieviti, tutti home made (fatti in casa), cosi come la pasticceria, fornita da un forno locale, senza trascurare la milk-art, nel presentare con attraenti decorazioni il classico cappuccino proposto ai clienti.

IMG_20171027_110557                                                                                                                                  Premiazione della “Enoteca Trimani”

Per completezza delle segnalazioni da una stratup si salta ad una enoteca fra le più antiche presenti a Roma: Trimani in Via Goito, n.20. La guida “Roma per il Goloso” indica questa pregevole enoteca come meritevole di una deviazione e l’indicazione è quanto di più veritiera possibile. Qui é possibile avere a disposizione una vastissima selezioni delle migliori cantine, allargata, con identica dovizia e selezione accurata, agli olii, conserve, cioccolata, biscotti e prodotti da forno sia dolci che salati. Nel vicino wine bar inoltre, si possono degustare i vini, venduti in confezione nell’enoteca, volendo anche accompagnandoli a piatti della locale tradizione culinaria preparati con ingredienti di prima qualità. In occasione delle festività è possibile far preparare delle confezioni regalo che si possono ritirare di persona o far recapitare sia in città che in tutta Italia.

IMG_20171027_114004                                                                                             Premiazione della macelleria “Novecentosedici – BioEnoMacelleria”

Anche la macelleria “Novecentosedici – BioEnoMacelleria”  in Via Labicana, n.112, Roma, vanta un atto di nascita nel tempo passato, per l’esattezza nel 1916. Gli attuali gestori vi sono subentrati solo nel 1965 e ci sono tutte le buone premesse per altrettanti lunghi anni di buona gestione.  “Da anni”, scrive la guida Roma per il Goloso, “è un luogo di bontà indiscusso e non si limita a commercializzare carni biologiche e nettare di Bacco, come fa intuire il nome, ma anche formaggi, conserve e olii scelti con attenzione maniacale….”.

Le guide de “La Pecora Nera – Editore”. Roma per il Goloso, pagine 432, costo €.9,90 – e il Saporario, pagine 228 costo €.9,90 – , sono acquistabili online sul sito www.lapecoranera.net e nelle migliori librerie del Lazio, Lombardia e Piemonte.

Monet – Capolavori dal Musèe Marmottan Monet, Parigi

Testo e foto di Donatello Urbani

Delle oltre cento opere d’arte custodite nella casa museo Marmottan a Parigi pervenute nel 1966 a seguito di un lascito di Michel Monet, figlio del famoso pittore Claude, ben 56 sono presenti nella mostra allestita nell’apposito spazio espositivo del primo piano – ala Brasini – al Vittoriano di Roma. “Sono tele”, ha dichiarato Marianne Mathieu, direttrice del Musée Marmottan e curatrice della mostra, “che l’artista stesso voleva trattenere, forse dubitando che il suo nuovo stile pittorico non sarebbe stato accettato dalla critica e forse anche rifiutate dal pubblico”. Solo quando la fama consolidatasi dopo la morte del maestro le ha poste al sicuro dalle critiche è stato possibile esporle ed oggi sono accettate anche come innovatrici dell’arte pittorica e prime testimonianze di un nuovo corso che si affermerà e sarà dominante in seguito per molti anni.

IMG_20171018_130811

Il percorso espositivo inizia portandoci attraverso un gioco di luci e foto nel giardino di casa Monet a Giverny. Una volta ammessi nell’abitazione incontriamo i primi lavori di Monet. Sono delle caricature che in parte venivano regalate agli amici e in parte vendute a 10 o 20 franchi  consentendo al pittore di sopperire alle necessità economiche della famiglia che si era formato, sposando nel 1870, la sua modella Camille Doncieux e che nove anni più tardi lo lascerà vedovo con due figli Jean e Michel.

IMG_20171018_124903_BURST002

 

In seguito si legherà ad Alice Hoschedé ed ai sei figli da lei avuti dal precedente marito Ernest, formando una famiglia allargata che sarà sempre amata e venerata dal pittore. Prima di stabilirsi a Giverny Monet inizia un pellegrinaggio per l’Europa, con una preferenza per le varie località francesi, in cerca, dicono i suoi critici, di motivi e stimoli per la sua pittura. Sono in prevalenza ritratti di paesaggi, opere di cavalletto, che Monet realizza dal vivo attratto delle bellezze naturali.

IMG_20171018_125126                                                                                                                                         Normandia

Questo desiderio di ritrarre la natura é il file rouge che lo accompagnerà per tutta la vita, anche quando, nel 1890, diverrà il proprietario di una casa “dall’intonaco rosa” a Giverny che sarà un punto di riferimento fisso sia per la sua vita privata quale rifugio dopo i suoi viaggi più o meno lunghi in tutta Europa, sia per l’attività artistica con le tante tele che a partire dal 1902 riproducono le ninfee amorevolmente coltivate essendo anche un appassionato giardiniere. I primi anni del ‘900 offrono agli artisti,, in particolare ai pittori, una fonte d’espirazione in più giunta dall’oriente: il “japanisme” e Monet non poteva lasciarsi sfuggire questa bella occasione specie nell’introdurre nel proprio giardino elementi ispirati ai giardini giapponesi in particolare con i caratteristici ponticelli che collegano le due sponde dello stagno. Per Monet questi anni segnano anche una difficile situazione familiare dovendo assistere alla morte di molti suoi amati familiari. Amarezza e sconforto  traspirano anche in alcune sue opere.

IMG_20171018_125529                                                                                                                                             Ninfee con agapanti

Scrivono in proposito i curatori: “…..Monet, appartato nel suo giardino, dedica una serie di tele al salice piangente come a riecheggiare l’angoscia e la tristezza che lo attanagliano. Non c’è dubbio che fosse legato a quest’albero da un rapporto di affetto: aveva piantato personalmente vari esemplari di salice sulla sponda del suo giardino acquatico e trascorreva lunghe ore a contemplarli. Nella serie dipinta tra il 1918 ed il 1922, lo stagno, il cielo, le nuvole e i fiori scompaiono, le composizioni si concentrano sul tronco solitario e l’ondulazione dei rami, la superficie della tela è saturata da una pioggia verticale di vibrazioni di colore…..”  Trascorsi pochi anni anche Monet abbandonerà per sempre il suo giardino lasciando nella sua casa dall’intonaco rosa una serie di tele, quelle che più da vicino lo hanno accompagnato lungo tutta la sua vicenda umana ed artistica: tele che adesso possiamo ammirare visitando questa rassegna.

Roma – Complesso del Vittoriano – Via S.Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali) fino all’11 febbraio 2018 con orari dal lunedi al giovedi 9,30/19,30,  venerdi e sabato fino alle 22,00 e domenica fino alle 20,30. Biglietto d’ingresso intero €.15,00- ridotto €.13,00 inclusa l’audioguida. Previste riduzioni e gratuità. Informazioni e prenotazioni www.ilvittoriano.com –tel. O6.8715111

IL MATRICIANO – Un interessante ristorante dove incontrare in Prati la cucina laziale.

Testo e foto di Donatello Urbani

Nessun refuso nello scrivere Matriciano. Con un pizzico d’orgoglio la signora Cristiana, titolare di questo esercizio, tiene a far presente che così lo chiamava Alberto Moravia, loro affezionato cliente. Domenica scorsa 22 ottobre il locale, completamente rinnovato, ha ripreso la sua attività di ristorazione negli stessi ambienti e allo stesso indirizzo in via Dei Gracchi, n.55 – Roma.

dav                                                                                                                      Il salto in padella degli gnocchi ricci

Per l’occasione ha invitato i vecchi clienti ed amici a festeggiare questo evento presentando assaggi delle loro consolidate ricette di buona cucina che affonda le radici ed i gusti nelle tante eccellenze della cultura culinaria laziale, come, obbligatoriamente, richiama il nome stesso. Oltre gli antipasti, serviti con una varietà da confondere le idee, occupano un posto preminente gli gnocchi ricci alla amatriciana, una vera leccornia, sia nella versione al pomodoro che in bianco, che nessun buongustaio può trascurare di assaggiare. I dessert, proposti in buona varietà, possono concludere una sosta gastronomica che sarà ricordata nel tempo per le sue specialità di cucina laziale.

ENOTECA EATALY – Roma ospita la più grande enoteca dei punti vendita Eataly

Testo e foto di Donatello Urbani

Il rapporto di Roma con il vino risale alla notte dei tempi, ben oltre il 21 aprile 753 a.C. come attestato dalle presenze abitative sul Palatino ed ai piedi dello stesso colle, e su questa lunga scia, come affermato da Oscar Farinetti, general manager e fondatore di Eataly, si è inserita quest’ultima iniziativa tutta protesa alla valorizzazione del vino in particolare di quello prodotto nel Lazio, con ben 130 etichette e 1.000 bottiglie prodotte da 21 cantine.

dav                                                                                                             Scorcio dello spazio espositivo dell’enoteca Eataly

Le bottiglie presenti negli scaffali sono oltre 25.000 di cui ben 1.500 sono di vini biologici e biodinamici. Una grande differenziazione  caratterizza anche i prezzi, ben 500 bottiglie costano meno di 10,00 ciascuna. Un’offerta interessante è rappresentata dal vino sfuso sia bianco che rosso, un ottimo prodotto venduto a €.2,50 al litro. Uno spazio, arredato simpaticamente con le scatole di legno delle varie case produttrici, è stato riservato alle bollicine, con etichette che vanno dai nostri miglior spumanti, prodotti negli ormai consolidati metodi, fino ai migliori champagne francesi. Un’offerta così variegata non poteva che essere assistita da un valido gruppo di sommeliers per indirizzare e consigliare i clienti verso scelte più consone alle loro esigenze e gusti.

dav                                                                                                                Enoteca Eataly: Spazio riservato alle bollicine

Paola Pozzoli, responsabile dell’enoteca romana di Eataly, vuole rimarcare in proposito che: “ i cantinieri di Eataly forniranno tutte le informazioni necessarie non solo presso l’enoteca ma anche a distanza. Grazie al servizio di messaggistica di WhatsApp, al numero 348.2317804 i wine lovers potranno ricevere tutti i giorni la consulenza del personale esperto di Eataly. Potenziato anche il servizio di consegne a domicilio, in giornata a casa entro il grande raccordo anulare, per acquisti online con www.today.eataly.it/enoteca-roma”. Inoltre per gli amanti del vino sono disponibili in uno spazio apposito, corsi, eventi, degustazioni guidate ed incontri con esperti –  consultare il sito-. Fra gli eventi merita una segnalazione quello in programma nei giorni 10 e 11 novembre dove tanti giovani piccoli e bravi produttori si mettono in mostra ed in gioco con degustazioni dei loro prodotti e ci racconteranno la viticultura del futuro insieme a musiche dal vivo e show cooking.

sdr                                                                                                                       Aula didattica dell’enoteca Eataly

Lo spazio wine-bar “Pane e& Vino” completa ed esalta l’offerta vini da abbinare a proposte gastronomiche dove un calice di vino può accompagnare menu semplici quanto sfiziosi. Una gastronomia più ricercata si può, invece, trovare nello spazio “Osteria” dove mensilmente sono ospitati ottimi ristoranti. Il calendario prevede che a novembre sarà presente in questo spazio L’Osteria Umbra di Civitella del Lago (TR) con lo chef Paolo Trippini, nei mesi di dicembre e gennaio sarà il turno dell’Oresteria di Ponza (LT) di Oreste Romagnoli mentre nei mesi di febbraio e marzo verrà ospitata L’Osteria Siciliana di Modica (Ragusa) con la Fattoria delle Torri.

Per approfondimenti e maggiori informazioni consultare il sito www.roma.eatali.it

HOKUSAI – Sulle orme del maestro – . In mostra a Roma all’Ara Pacis

Donatello Urbani

Nelle Sacre Scritture occidentali sia il mare che l’acqua, in generale, sono considerati depositari del male e fonti di pericolo. A queste tesi si contrappone, restando sempre in occidente, la teoria  laica dei sogni di Freud, dove l’acqua, il più onirico dei liquidi, ha un ruolo essenziale. Cadere nell’acqua, o uscirne, simboleggia la nascita, mentre il mare con la sua vastità rappresenta l’inconscio. Percependo nel mare una metafora dell’inconscio, la psicanalisi afferma quello che molti hanno già intuito naturalmente: il mare è un riflesso del mondo.

01. HOKUSAIKatsushika Hokusai: “La [grande] onda presso la costa di Kanagawa”, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa. Silografia policroma. Kawasaki Isago no Sato Museum

La mostra allestita all’Ara Pacis con circa duecento opere ukiyoe – letteralmente “immagini del Mondo Fluttuante – ha come riferimento simbolico, la “Grande Onda”, opera  realizzata da Katsushika Hokusai (1760-1849), maestro indiscusso dell’ukiyoe, che insieme  alla grande forza sprigionata e la potenza protesa verso il cielo ci presenta, quasi in contrapposizione, il paesaggio idilliaco del monte Fuji. Questa opera  ebbe notevole successo in occidente, testimoniato sia da una grande diffusione con  numerose riproduzioni, che dall’influenza esercitata sugli artisti parigini di fine Ottocento, tra i quali Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet e tutti gli altri che insieme diedero vita al movimento del “Japonisme”. Indubbiamente  la Grande Onda, così come quelle che ad essa trassero ispirazione, tutte con soggetti marini o comunque acquatici,  trovarono nei decenni successivi, anche fuori dai confini nazionali, terreno fertile per affermarsi e rappresentare un  punto d’incontro tra la cultura e le teorie occidentali con il gusto estetico orientale. Scrivono in proposito i curatori: “la mostra intende illustrare la produzione del Maestro in fecondo confronto con quella di alcuni tra gli artisti che, seguendo le sue orme, dettero vita a nuove linee, forme, equilibri di colore all’interno del tradizionale filone dell’ukiyoe. Hokusai ha esplorato soggetti di ogni tipo: dal paesaggio alla natura, animali e fiori, da ritratto di attori del teatro kabuki a quello di beltà femminili e guerrieri fino alle immagini di fantasmi e spiriti e di esseri e animali semileggendari. Era uno sperimentatore che variava formati e tecniche: dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura destinate al grande mercato, fino ai più raffinati “surimono”, utilizzati come biglietti augurali, calendari per eventi, incontri letterari, cerimonie del tè, inviti a teatro. I volumi dei “Manga” raggruppano centinaia di schizzi e disegni compendiari dello stile innovativo ed eccentrico del Maestro. Stampati in solo inchiostro nero con qualche tocco di vermiglio leggero,rappresentano modelli per ogni genere di soggetto messi a disposizione di giovani artisti e pittori”.

Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni e presentano tanto le opere di Hokusai che quelle di artisti che a lui si sono ispirati, tra questi Keisan Eisen, che, come scrivono i curatori fu: “apprezzato sia in patria sia tra gli estimatori europei di arte giapponese dell’Ottocento per i suoi ritratti di beltà che furono presi a modello anche da Van Gogh. Tra le opere di Eisen – la cui figura artistica è presentata in Italia per la prima volta in questa mostra – è la bellissima e imponente figura di cortigiana che Van Gogh dipinge alle spalle di Père Tanguy nell’omonimo ritratto, pubblicata anche in copertina del Paris Le Japon Illustré nel 1887”.

06. HOKUSAI                                            Katsushika Hokusai: Il Monte Fuji al tramonto, 1843. Dipinto su rotolo. Collezione privata

La prima sezione dal titolo “Meisho”: mete da non perdere” espone due rotoli, mettendoli a confronto, che hanno il Monte Fuji protagonista: il “Monte Fuji all’alba” dipinto da Hokusai 1843 – con un riverbero rosato delle luci dell’aurora con “Veduta del monte Fuji nel piccolo sesto mese’’ realizzato nel 1837 da Totoya Hokkei (1780-1850), allievo di Hokusai che raffigura il monte avvolto da un cerchio nebuloso biancastro con la cima coperta dal cappuccio di neve. In questa sezione sono presenti oltre un album di Hokusai che raffigura le cinquantatre stazioni del Tōkaidō abbinate ad attività quotidiane e mestieri tipici, stampate con minuzia di particolari e pochi vivacissimi colori, anche immagini dei luoghi celebri (meisho) che in epoca Edo godevano di popolarità tale da essere prodotte in serie. Le silografie erano anche in forma di gioco da tavolo come il sugoroku (simile al gioco dell’oca ma in questo caso d’autore) o rilegate in libri o album illustrati in più volumi sulla città di Edo, (Tokyo) sul Tōkaidō e altri luoghi famosi. In questa sezione sono esposte, alternativamente per ragioni conservative, due diverse versioni della “Grande onda”, una proveniente dal Museo d’Arte Orientale “Chiossone” di Genova e l’altra dalla collezione Kawasaki Isago no Sato Museum.

09. EISENKeisai Eisen: “Totsuka: Masuyama di Matsubaya” dalla serie: “Gioco del Tōkaidō con cortigiane: Cinquantatré coppie a Yoshiwara”, 1825. Silografia policroma, 37,9 × 25,6 cm Chiba City Museum of Art

Nella seconda sezione: “Beltà alla moda” sono esposte immagini legate al mondo della seduzione rappresentate da raffinati dipinti su carta o su seta nel formato del rotolo verticale da appendere, firmati da Hokusai, da Eisen e dagli allievi più vicini a Hokusai, tra cui Teisai Hokuba, Katsushika Hokumei, Ryūryūkyo Shinsai, Gessai Utamasa. Di Eisen sono presenti alcune “immagini pericolose” – abunae-, così chiamate per la raffigurazione di scene amorose, come per esempio l’album in dodici fogli di grande formato, uno per ogni mese dell’anno.

05. HOKUSAIKatsushika Hokusai: “Il Fuji da Gotenyama presso Shinagawa sul Tōkaidō,”  dalla serie “Trentasei vedute del monte Fuji”, 1830-1832 circa. Silografia policroma. Kawasaki Isago no Sato Museum

Nella terza sezione: “Fortuna e buon augurio” sono esposti alcuni surimono di Hokusai di grande formato orizzontale che raffigurano alcune delle stazioni del Tōkaidō, accanto a surimono di Eisen,realizzati invece nel piccolo formato quadrato, che rappresentano località ma soprattutto oggetti scelti per il loro valore simbolico e benaugurale legati ad un preciso momento dell’anno, della stagione, delle festività e delle credenze popolari. Per la prima volta sono mostrati undici rotoli dipinti di una serie di dodici, firmati da Hokusai, con figure di saggi e immortali, oltre a figure del repertorio del teatro kyōgen.

Nella quarta sezione; “Catturare l’essenza della natura”, sono messi a confronto due dipinti di Hokusai di medesimo soggetto – la tigre e il bambù – uno del 1818 e uno del 1839. Interessante il confronto tra gli stili di Hokusai e di Eisen nella resa di un identico soggetto: una carpa.

Nella quinta sezione: “Manga e manuali per imparare” oltre ai famosissimi manuali di Hokusai stampati con il solo contorno nero-grigio e qualche tocco di vermiglio leggerissimo, sono esposte alcune pagine del Libro illustrato. “La borsa di broccato”, una raccolta di motivi decorativi ad uso per gli artigiani, realizzati da Eisen nel 1828.

All’inaugurazione non era disponibile il catalogo. E’ augurabile, data l’importanza di questa rassegna, che nel frattempo si sia provveduto a stamparlo.

Roma:  Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta, Roma, fino al 14 gennaio 2018 tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 – 24 e 31 dicembre ore 9.30 – 14.00. Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio. Biglietto d’ingresso per la sola mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1. Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente. Informazioni e notizie tel. 060608 sito web www.arapacis.it –  www.museiincomuneroma.it –  www.hokusairoma.it www.facebook.com/hokusairomawww.instagram.com/hokusairomawww.twitter.com/museiincomune – #HokusaiRoma

Maurizio Pierfranceschi in mostra con le sue opere al Museo Bilotti dal titolo “L’uomo e l’albero”

Testo e foto di Donatello Urbani

La richiesta non poteva essere più esplicita di quella rivolta a Maurizio Pierfranceschi dall’allora direttrice, Alberta Campitelli, del Museo Bilotti di Roma: “Una mostra che avesse per soggetto principale la natura”.

L5dGpwU_KR7Zqj5K6LGsqIqfloqbvVimEZ-n69B_Y1hR_rlkYUeOBJi7gy-uUIF-q69M5PuavyDgB1o=w988-h900                                                         Maurizio Pierfranceschi: “Dopo la battaglia” – 2009. Tecnica mista su cartone grigio.

La richiesta era alquanto pertinente dal momento che il Museo Bilotti si trova all’interno del parco urbano di Villa Borghese. In aggiunta, poi, c’è stata anche una felice circostanza: una delle primissime opere realizzate da Pierfranceschi  aveva per titolo “L’uomo e l’albero”. L’insieme di questi eventi è stato l’atto di nascita della mostra che da oggi è visibile al piano terra di questo interessante museo. Le circa cinquanta opere presenti lungo il percorso espositivo indagano proprio il rapporto tra uomo e natura, tra architettura e paesaggio che un artista con origini in una cittadina dell’ entroterra marchigiano, Cagli, riesce a cogliere in maniera diversa, forse anche migliore, di un occhio abituato a paesaggi urbani. Dice il curatore, Fabio Cafagna, nel presentarci questa rassegna: “Uomo e natura nelle carte, nei legni e nelle tele dell’artista si confondono, trapassano l’uno nell’altra, si rispecchiano, fino a divenire un impasto di colore e materia che, seppur formalmente controllato, ha il dono della spontaneità e della vitalità.”

Iqr05I1ENuG_N5PJ9-qqYLRctvEeJcQfUFvxIXtK5OlSTc9erkPmm5ND0HurFw3-S2guuULyrpfqJ3E=w988-h900Maurizio Pierfranceschi: “Autoritratto con passero” – 2017. Terracotta bianca con tracce di colore. Alle spalle tre teleri con identico soggetto il “Ninfeo” della palazzina. Opera del 2016 realizzata con tecnica mista su tela

Uscendo da museo, al termine della visita, mi sono incamminato in uno dei viali alberati del Parco di Villa Borghese e così ho potuto osservare con un occhio diverso, contaminato dalle opere di Pierfranceschi, i colori che la natura ci offre e che l’architettura dell’uomo ha messo a dimora in un paesaggio costruito artificialmente nei minimi dettagli molto diverso dall’esaltazione di quelli spontanei e naturali voluti e costruiti dalla natura stessa.

Per una esatta lettura di tutte le opere esposte è raccomandato il ricorso al catalogo edito per l’occasione da Solfanelli (Chieti) ricco di tavole a colori e con interessanti apparati scientifici, pag. 82 costo €.12,00.

Roma – Museo Carlo Bilotti – Arancera di Villa Borghese – Via Fiorello La Guardia fino al 14 gennaio 2018 con ingresso gratuito ed orari da martedi a venerdi 10,00/16,00, sabato e domenica dalle 10,00 alle 19,00. Informazioni  sito web www.museocarlobilotti.itwww.museiincomune.itwww.zetema.it – tel. 060608

Red – Read Eat Dream – “Profumi di cultura e sapori enogastronomici” – Uno spazio per il cibo di qualità, i libri, la letteratura e le passioni della nostra vita.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

La cultura ha veramente un profumo? Per anni l’ho identificato con quello dei quotidiani freschi di  stampa quanto si usavano i caratteri a piombo e la carta  presentata una ruvidità tale da avvertire il suo spessore semplicemente toccandola. Oggi questo profumo non è più avvertibile, appartiene al tempo passato. Però, malgrado i diversi e più moderni metodi di stampa, il fascino derivato dall’essere o meno fresco di stampa, tutto questo è facilmente avvertibile in una libreria fra gli scaffali che conservano in bella mostra tanti libri, pronti per essere presi in mano, consultati e letti dai clienti.

files (7)                                                                                                                                  Sala libri al piano meno uno

Questo fascino che per tante ragioni si è notevolmente affievolito, specie fra i giovani, per un’infinità di ragioni non tutte plausibili, può essere nuovamente riportato in auge da alcune valide iniziative intraprese sia dai librai che dagli editori, gestori di punti vendita. “La Feltrinelli”, in questa ottica, ha aperto in cinque città altrettanti centri nella formula “Red – Ead e Dream –“ dove l’attività libraria è affiancata, con l’intervento di personale altamente specializzato, da quella enogastronomica. Sorseggiare un caffè , un buon bicchiere di vino oppure gustare alcune specialità culinarie preparate da uno chef professionista, anche in occasione di eventi appositamente programmati,  sotto gli occhi dell’ultima nata novità editoriale, offre senza dubbio stimoli nuovi sia culturali che enogastronomici. Fra le cinque città dove questo è possibile c’è Roma, Via Tomacelli, 23 – zona che molto presto avrà un’attrazione archeologica di grande interesse in più, oltre quella della vicina Ara Pacis, con l’inaugurazione del Mausoleo di Augusto, i cui lavori di ristrutturane protratti per lunghi anni, sono quasi giunti alla sospirata fine.

files (4)                                                                                                                                    Sala bistrot al primo piano

Questo esercizio commerciale romano si sviluppa su tre piani: una sala libri, di gran fascino, al piano meno uno che prosegue anche al piano terra con il bistrot ed il bar; al primo piano si trovano una sala bistrot coperta ed uno spazio scoperto sulla terrazza adi bito ad identica destinazione. Il tutto si sviluppa su una superficie totale di 530 metri quadrati.

La presentazione dell’intera struttura non poteva che essere riservata al Direttore: “La cultura enogastronomica fa da collante all’esperienza culturale e al palinsesto d’intrattenimento che caratterizzano l’identità RED. In occasione dell’apertura di via Tomacelli, l’offerta food di RED è stata ulteriormente arricchita. Oggi RED si presenta come il “bistrot italiano moderno”. Una cucina semplice, con un’attenta selezione delle materie prime di qualità, articolata in una serie di piatti che si ispirano al meglio della tradizione italiana, ma rivisitati con un tocco contemporaneo. A pranzo e a cena RED offre autentici pilastri della tradizione gastronomica italiana: una proposta per creare a tavola un’atmosfera accogliente che invita alla conversazione. Letture, idee, passioni. Una libreria ricca, aggiornata, fornita di oltre 10 mila titoli. Da RED via Tomacelli è disponibile il meglio della proposta culturale targata laFeltrinelli. Novità editoriali, proposte tematiche, i grandi classici. RED è soprattutto voglia di condividere le proprie passioni. È curiosità verso nuove tendenze, generi musicali emergenti, proposte culturali sempre originali. Gli eventi di RED sono disegnati per coinvolgere le persone attraverso performance dal vivo, show-cooking, aperitivi in lingua straniera, dj-set, laboratori per bambini.”

files (2)                                                                                                                La cucina con chef ed aiuti di Red: Read, Eat, Dream

Gli altri punti vendita in Italia, tutti posizionati in luoghi strategici situati nelle aree metropolitane, nei centri storici e nelle mete dello shopping contemporaneo, sono presenti a: Milano, in piazza di Gae Aulenti; in piazza della Repubblica a Firenze; a Parma in via Farini; a Scalo Milano, Shopping Village alle porte di Milano (Locate di Triulzi) e a Verona, dove RED è tra le prime realtà ad essersi insediata nel grande progetto di riqualificazione degli ex Magazzini Generali.

Roma – Via Tomacelli, n.23.- I servizi forniti sono: dalle ore 8,30, colazione; dalle ore 12,00 il pranzo; dalle 18,00, aperitivo e cena. Per iscrizioni e prenotazioni dei mercoledi in lingua, conversazioni con una docente madrelingua in francese, inglese e spagnolo, consultare il sito “pretaparler”, costo €.15,00 inclusa una consumazione ed un assaggio da menu. Per le date ed orari dei: “Giovedi apertivo con l’Autore”; i venerdi: “Musica life e Dj-set” e gli “Showcooking” consultare il sito www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/RED.html

Francesco Trombadori: In mostra alla Galleria Comunale d’Arte Moderna con“L’essenziale verità delle cose”.

Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Questa rassegna allestita alla Galleria Comunale d’Arte Moderna – Via Francesco Crispi, Roma – è un omaggio dovuto ad un artista che, pur essendo di origini siciliane, ha vissuto  la sua vita artistica a Roma divenendo una figura di primo piano in molte manifestazioni culturali  come quando con i compagni d’Accademia Cipriano Efisio Oppo, Virgilio Guidi e Carlo Socrate – tutti operanti a Villa Strohl-Fern,  darà vita alla Prima Scuola Romana. Gli anni precedenti la prima guerra mondiale così come i successivi inclusi quelli che interesseranno anche la seconda guerra mondiale, vedono Roma e gli artisti italiani occupati in profonde dispute critiche sull’arte moderna.

1zNlJFEraSZ9NRCr40ojWDJNkapJY13AR11VfklFfeuT5HXY3f0AsvehEeZWu-pBSK5y_OWEMgbWOy0=w1920-h947                                                                                                     Francesco Trombadori: “Siracusa – La fonte Aretusa”. Olio su tela

In proposito Francesco Trombadori, che alterna la vita artistica con quella di critico d’arte, collaborando con prestigiose riviste specializzate, scriveva: “Moderna non è certo l’arte perché rispecchia il nostro tempo, che allora si tratterebbe di una questione di moda e formale. L’arte, moderna come anche antica, è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle cose con profonda umanità e spiritualità … “. Prendendo le spunto da questo pensiero è stata battezzata questa rassegna. Il percorso espositivo, pur non avendo una netta divisione in più sezioni, può, per nostra comodità, essere suddiviso in due parti. Nella prima sono esposti lavori prodotti negli anni giovanili sia nella natia Siracusa quali i disegni e le prove d’illustratore, sotto l’influenza della “Jugend Münchner illustrierte” ed alcune opere pittoriche quali “Siracusa mia” del 1919 con influenze divisioniste ed alcuni lavori dei primi giorni di soggiorno romano con “Il Viale di Villa Strohl-Fern” e “Alberi controluce”.

FxAkxAjTgE7W97OtXCDb8F1yq56_7WcIVqZl5HIjqTTf7oWJptPk8IWFSmCDrQ5GW811yCxaRvbQUJI=w988-h900                                                                                                                                   Foro Romano

La seconda parte della rassegna, come scrivono i curatori: “…è incentrata sulle opere dipinte all’indomani della Prima Guerra Mondiale. Trombadori è ora vicino all’ambiente di “Valori Plastici”, la rivista fondata da Mario Broglio e, sulla scorta delle suggestioni del cosiddetto “Realismo Magico” di Bontempelli, avvia una profonda riflessione sull’antico in rapporto dialettico con le istanze dell’avanguardia e della tradizione”. In questa sezione si possono includere anche i lavori realizzati a ridosso della seconda guerra mondiale fino al 1961, ultimi anni della sua  produzione. Sono gli anni questi un cui Trombadori frequenta il Caffè Greco, Rosati o Aragno, tutti locali dove incontrare artisti ed intellettuali romani e scambiare o condividere con loro idee sulle tante tendenze artistiche di quel periodo.

WoGQ2PJriBx2Dox3qcoFZb-ux_g0z-xpKv4-BGegEYqp4f2Uu7uF5dFhOI7yPm22h1cbbUxIyljd90g=w1920-h947                                                                                                                                        La Fabbrica – 1950

E’ il periodo quando Roma ed i paesaggi romani sono gli indiscussi protagonisti delle opere di Trombadori e dove l’assenza di persone e le atmosfere rarefatte ritratte sono in netto contrasto con i rumori, la confusa e dinamica vita della città, incluse le periferie, che proprio negli anni del dopoguerra iniziano ad animarsi fino a rendersi quasi invivibili. Lorenzo Trucchi scrive in proposito nel 1958 ispirandosi a queste opere: “Una Roma chiara, deserta, silenziosa, umbertina e archeologica, barocca e borghese…..”

Roma – Galleria d’Arte Moderna – Via Francesco Crispi, 24 fino all’11 febbraio 2018 dal martedi alla domenica dalle 10,00 alle 18,30. Biglietto d’ingresso intero €.7.50 – ridotto €.6,50, per i residenti a Roma è concessa una riduzione di €.1,00- Gratuità come indicate dalla legge. Con il biglietto del Museo è possibile richiedere una visita allo studio del pittore. Informazioni tel.060608 o sito web www.galleriaartemodernaroma.itwww.musiincomune.it , obbligo di prenotazione.

Elisabeth Peyton & Camille Claudel insieme in una mostra a Villa Medici– Accademia di Francia– dal suggestivo titolo “Eternelle Idole”.

Testo e foto di Donatello Urbani

Dalla visita a questa mostra, magistralmente allestita negli affascinanti spazi di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma, mi aspettavo una risposta sull’evoluzione subita dagli idoli femminili a partire dagli ultimi anni  fine ‘800, fino ai nostri giorni, in una società molto diversa dalla nostra quali quella francese e statunitense. Le due artiste che devono accompagnarmi in questo percorso ed appagare anche le mie curiosità, sono Camille Claudel (1864/1943), francese, e la newyorkese contemporanea Elisabeth Peyton,  entrambe quasi sconosciute in Italia.

dav                                                                                                                Camille Claudel: “L’Abandon” – 1905. Bronzo

Camille, una delle maggiori scultrici del suo tempo, si presenta e parla di se stessa attraverso le sue opere, esposte per la prima volta a Villa Medici. “L’Abandon” e ancora di più con il “Portrait de Rodin” ci testimoniano quanto importante sia stato per lei l’incontro con il grande maestro Rodin sia per la sua vita sentimentale che in quella artistica. Scrive in proposito la curatrice Chiara Parisi: “Inizialmente allieva dello scultore francese Rodin (1840/1917) in seguito sua amante ed artista lei stessa, Claudel fu modella e musa per diverse opere dello scultore che si possono vedere a Villa Medici, come il sensuale abbraccio “L’Eternel Printepems” del 1884 e i suoi ritratti”.

IMG_20171011_115937                                                                                                                       Elisabeth Peyton:David”- 2016. Olio su tavola

Sempre grazie alle parole della curatrice sappiamo che: “Elisabeth Peyton ha concepito l’Eternel Idole intorno ad un particolare modo d’espressione umana. Piuttosto che presentare una testimonianza storica o un omaggio, il suo obbiettivo è riflettere sui modi in cui gli artisti si relazionano uno all’altro nel tempo.” Il percorso espositivo che pone a confronto le opere di due artiste, prodotte a distanza di cento ani l’una dall’altra,  inizia prima di varcare il monumentale portone d’ingresso di Villa Medici. Su un grande telo che copre la facciata sono assemblate a cura di Elisabeth Peyton diverse immagini: la foto di un’opera di Camille Claudel: “Les Amants”, scattata nell’atelier dell’artista nel 1913, a fianco ad un ritratto di David Bowie, realizzata da Elisabeth Peyton nel 2016. Entrambe le opere ci pongono di fronte  e ci anticipano il messaggio, compreso il suo valore idealizzato, che sarà sviluppato in maniera più approfondita ed esauriente da tutte le altre esposte all’interno della villa. “Della Dama con l’Ermellino di (Leonardo) Da Vinci, “da una conversazione di Elisabeth Peyton con David Fray riportata sul catalogo, “ho letto che è stato il suo primo vero ritratto, in senso profano, con tratti psicologici. Questo si vede nel personaggio, e sarei curiosa di sapere la relazione che c’era tra di loro, non so cosa sia, ma si avverte una sorta di tenerezza e mi piacerebbe davvero sapere come lo ha dipinto quel quadro. Non lo saprò mai, certo. Non si può sapere. Però questo è il motivo per cui l’ho dipinto….”, riferimento al ritratto sulla facciata.  Questa dichiarazione di Elisabeth si pone in una stretta relazione di comunanza d’idee con l’opera di Camille, come chiaramente indicato nel titolo. Gli oltre cento anni che separano le due opere riprodotte nel “telero” confermano come anche il loro messaggio superi brillantemente i limiti imposti dal tempo ed abbia in se tutte le naturali caratteristiche per essere eterno.

IMG_20171011_114836 IMG_20171011_115815

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Auguste Rodin: “Ritratto di Camillòe Claudel” – !884                                                                                                                                Camille Claudel: “Ritratto di Auguste Rodin-1888/89

Strumento indispensabile all’esatta lettura di questa rassegna è il catalogo Edito da Electa, ricco di tavole a colori e testi in triplice lingua: francese, italiano ed inglese. Pag. 96 costo €.22,00.

Roma – Accademia di Francia – Villa Medici – Viale Trinità dei Monti, n.1, fino al 7 gennaio 2018 dal martedi alla domenica dalle ore 10,00 alle 19,00. Biglietto d’ingresso €.6,00, gratuito agli inferiori dei 18 anni. Gruppi €.1,00 previa prenotazione al dipartimento della Didattica via e.mail didattica@villamedici.it. Biglietto integrato con la visita a Villa Medici e ai giardini intero €.12,00 ridotto €.6,00 per categorie varie. Informazioni sul sito www.villamedici.it – tel. +39.06.67611

“Rinascente” – Inaugura a Roma il flagship store sempre aperto dove si trova di tutto, cultura inclusa.

Testo e foto di Donatello Urbani

La nuova filosofia di gestione della grande distribuzione trova la sua migliore interpretazione in questo grande magazzino a pochi passi dalla Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. Rinascente dopo quasi 150 anni dall’apertura del primo centro milanese ed esattamente 100 anni dopo la nascita del nome ideato da Gabriele D’Annunzio nel 1917, ha consolidato la sua presenza a Roma prendendo dimora in  uno stabile che  è stato oggetto negli ultimi 11 anni di un complesso lavoro di ristrutturazione, in perfetta armonia con il contesto che lo ospita, valorizzando le ricchezze storico-culturali del territorio. Questa politica, rivisitata e corretta sulle orme delle nuove tendenze commerciali, fa perno su un  sito archeologico visitabile al piano meno 1 che ha riportato alla luce uno dei tesori di Roma Antica: l’Acquedotto Vergine già inaugurato da Augusto nel 19 a.C.. Questo rinvenimento ha stimolato nella giusta direzione la sensibilità degli attuali dirigenti che, previo contatto – riferimenti sul sito web – hanno istituto un vera e propria attività didattica, con tanto di visite guidate. Uno stimolo in più disponibile per i visitatori che possono aggiungere nello shopper oltre  a quanto di meglio prodotto nel mondo con una particolare attenzione al “made in Italy”,  anche un pezzo importante della nostra storia e della nostra cultura.

mde Scorcio dell’acquedotto Vergine venuto alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione del palazzo destinato ad ospitare la sede romana della Rinascente

Gli architetti Claudio Silvestrin e Giuliana Salmaso, oltre la progettazione delle diverse aree dei vari piani che pongono in primo piano le peculiarietà commerciali, hanno sviluppato con connotazioni estetiche ben precise, l’opportunità storico-culturale offerta al visitatore da queste testimonianze archeologiche in modo che possano accompagnarlo, anche con l’ausilio di preziosi video, in un vero e proprio viaggio nel tempo, che inizia attraversando le linee decisamente contemporanee di Design Supermarket, negozi perimetrali, Tax Free Lounge e Ufficio Clienti e  giunge alle rovine millenarie dell’antico reperto, che incanta con la sua forza e bellezza. L’Acquedotto Vergine è un acquedotto romano ancora funzionante dopo venti secoli ed alimenta quasi tutte le più importanti e grandiose fontane del centro, incluse la Barcaccia di Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi. Esso caratterizza l’intero spazio espositivo che è stato studiato in modo da consentire di poterlo ammirare direttamente in tutto il suo splendore, rendere ambito uno spazio che può accogliere meeting ed eventi culturali, fungere, infine, da depositario e custode delle qualità di assoluta distinzione che caratterizzano tutte le altre sezioni.

IMG_20171011_124501Pavimento musivo con tessere in bianco e nero appartenuto ad una ricca domus di epoca imperiale romana rinvenuto nella sede romana della Rinascente e visibile solo in video.

“Lo store incorpora e avvolge”, come è stato affermato nel corso della conferenza stampa la mattina dell’inaugurazione, “un piccolo edificio dei primi del ‘900 denominato “Palazzetto”, un vero e proprio palazzo nel palazzo, che su diversi piani diventa parte integrante e suggestiva dell’architettura espositiva. Altro elemento architettonico distintivo è il cavedio, che attraversa in altezza tutti i piani consentendo alla luce di diffondersi e conferendo all’ambiente assoluto splendore. E poi ancora le terrazze al 6 piano, che completano la food hall e le sue ricercate proposte ristorative con un’emozionante vista su una delle città più belle del mondo”.

dav                                                                                                              Scorcio panoramico dei 7 piani visti dal piano terra

Questa presentazione ha avuto un seguito ad una visita generale guidata da una giovane quanto cortese hostes che è partita dal piano terra dove si trovano esposti prodotti di Gioielleria, Orologeria, Accessori moda donna Occhiali da sole oltre gli ingressi e le 7 vetrine che si affacciano sulla strada.

I restanti piani magistralmente sono stati tutti dedicati al meglio di moda, bellezza, design e gourmet, firmato dai marchi più prestigiosi del Made in Italy e del panorama internazionale. Le altre aree espositive interessano:

dav                                                                                                                        Punti espositivi/vendita del piano terra

  • Il primo piano propone il meglio del mondo beauty, con i prodotti di ultima generazione, le fragranze più esclusive e i make up da star; parte del piano è dedicata alle collezioni intimo, firmate da marchi che fanno sognare, in un’atmosfera di eterea seduzione;
  • Il secondo piano, dedicato all’uomo fashion. L’Universal Design Studio, nell’allestimento, si è ispirato all’area metropolitana di Roma dando forma a un’astrazione della piazza con chiari riferimenti all’architettura civile del secolo scorso. Mentre la shoe area, ospitata nel “Palazzetto” e ricca di eleganti dettagli, s’ispira ai grandiosi saloni dei palazzi romani.
  • Il terzo piano ospita le stanze dello stile maschile. Quasi metà del piano è suddiviso in Rooms, che si sviluppano lungo il suo perimetro e diventano gli shop in shop dove i marchi più prestigiosi del formale uomo ambientano le loro collezioni. Mentre nella parte centrale del piano gli spazi dedicati allo smart casual sono allestiti come Lofts, con poche pareti e rivestimenti che rendono i volumi evocativi della romanità. Il “Palazzetto”, con i suoi spazi dal tono intimo e privato, si rivela invece perfetto per le collezioni underwear e beachwear.
  • Il quarto piano è dedicato agli high-end designer della moda donna. L’interno del “Palazzetto”, con le calzature luxury, è pensato come una biblioteca dalle texture ricche, mentre il resto del piano ha un’allure decisamente più moderna e minimal.
  • Al quinto piano sono esposte le collezioni donna Modern & contemporary ready to wear, accessori donna con un’area per il Denim bar e Sneakers area
  • Al sesto e settimo piano si trovano le Food Hall, Ristoranti, Food market, Caffè, Lounge bar, Terrazza con vista panoramica. Questi sono gli spazi dove La cucina combina le espressioni più elevate delle tradizioni gastronomiche che si affacciano sul Mediterraneo, valorizzate con materie prime biologiche e altamente selezionate. Qui il visitatore si trova immerso in un magnifico giardino tra i tetti di Roma dove vengono servite, in una versione tutta contemporanea,  assolute eccellenze della gastronomia e della pasticceria insieme a  un’infinita selezione di distillati di tutti i paesi mediterranei.

IMG_20171011_134759

 Area ristorazione. In primo piano il logo della Sede roamana della Rinascente dove le parole ROMA danno forma ai due lati esterni ad un singolare capitello                                          

Perfettamente in linea con la presentazione sono le parole del Direttore:”Con un’offerta così unica ed eclettica, il nuovo flagship store rappresenterà un punto di riferimento per i romani e per i milioni di turisti che ogni anno visitano la Capitale. Una destinazione assoluta per lo shopping, il luogo ideale per scoprire stimoli culturali sempre nuovi e vivere esperienze fuori dal comune”.

Roma – Ingressi da Via del Tritone 61, e  Via dei Due Macelli 23, Il negozio è aperto 7 giorni su /7 dalle ore 9:30 alle ore 23:00. Per informazioni si prega di contattare Letizia Novali Digital Marketing & Corporate Communication Manager., e.mail: Letizia.novali@rinascente.it – Ph. +390246771445 oppure Karla Otto, e.mail rinascente@karlaotto.com Ph. +390265569880. Sito web  www.rinascente.it . Da seguire anche su @laRinascente