Testo e foto di Giorgia Lattanzi e Donatello Urbani

Un “Ovidius trionphans”è il protagonista assoluto nella mostra allestita alle Scuderie del Quirinale con l’esposizione di 250 opere concesse in prestito da circa 80 musei ed istituzioni culturali tra italiani ed internazionali. Il percorso espositivo si articola tra affreschi, gemme, gioielli, reperti archeologici e sculture d’età imperiale provenienti da Pompei, insieme a  circa 30 antichi testi, preziosi manoscritti e celebri capolavori quali la “Venere Pudica” di Botticelli, proveniente dagli Uffizi, o la “Venere Callipigia” del Museo Archeologico di Napoli.

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Le opere di Ovidio furono da sempre un’importante fonte d’ispirazione per molti artisti ed hanno attraversato i secoli senza perdere niente del loro interesse artistico come attestato dall’installazione al neon di Joseph Kosuth, ispirata ai testi ovidiani che accoglie i visitatori all’inizio del percorso. Ovidio ebbe in vita un enorme successo nella Roma augustea, fino ad arrivare a far parte della stretta cerchia della famiglia del “princeps”.

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“Polifemo e Galatea”  – Da Pompei Museo Archweologico di Napoli come l’affresco a fianco con “Amore e Psiche”

E’ il poeta dell’amore, dell’ammiccamento sfrontato, provocatorio fino all’esaltazione della clandestinità, del tradimento, del doppio gioco amoroso, dei piacere indicibile della Roma da poco tempo nel ruolo di “Caput mundi” che descrive e codifica nella sua opera “Ars amatoria”. La sua frequentazione con la nipote di Augusto, Giulia Minore, la cui sfrenata condotta sessuale era sulla bocca di tutta la città, obbligherà la zio ad esiliarla lontano da Roma. Identica sorte colpirà pure Ovidio che nel 12 d.C. sarà relegato a Tomi, nelle sponde del Mar Nero, dove morirà circa sei anni dopo. Il nucleo più corposo delle opere esposte ruota attorno ai personaggi ed i miti descritti nelle “Metamorfosi”. In preziosi manufatti sono riprodotte le storie di “fanciulle amate, abbandonate e rapite, come Arianna e Proserpina, di giovani dai tragici destini, tra cui Melagro e Icaro, o di tormentate vicende amorose”, come scrivono i curatori, che si concludono con una trasformazione come nel “Ratto di Europa” perpetrato da Giove. Questa esposizione, sempre negli scritti dei curatori, “intende raccontare la complessità, il piacere e l’attualità dell’universo ovidiano e per tutto il periodo della mostra,  un percorso ricco di proposte per coinvolgere il pubblico con numerosi incontri, letture e approfondimenti”.

20181016_114709                   Ludovico Carracci – “Caduta di Fetonte” – 1596/1599. Affresco strappato. Collezione della Bologna Musei

Roma – Scuderie del Quirinale Via XXIV Maggio, n.16 fino al 20 gennaio 2019. Biglietto d’ingresso intero €.15,00, ridotto €.13,00. Informazioni sugli orari, servizi didattici ecc. tramite e.mail: info@scuderiedelquirinale.it o consultare il sito www.scuderiedelquirinale.ir