Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani
Scrigno di attrazioni. Molteplici e diversificate sono quelle che si possono incontrare nelle sale del Museo Boncompagni – Ludovisi dalle ceramiche alla pittura. Di grande attrazione la bella collezione di capi di alta moda realizzati dai più prestigiosi “atelier” presenti in città già agli inizi del 900, alcuni dei quali tuttora operanti.
Sono tante le mode che si sono susseguite all’insegna di quella pluralità che questo museo vuole offrire. Interessante quanto mai è stata l’iniziativa intrapresa dalla direttrice dott.ssa Matilde Amaturo nel voler offrire una conferenza “La Moda in carta velina”, curata da Maria Rita Spinetti sui primi anni della moda italiana che iniziò a prendere fisionomia nel 1871 con l’avvento dello Stato Italiano. Il primo “Journal de mode” cominciò a stamparsi a Parigi nel 1786. Grande sviluppo ebbe la moda al tempo del secondo impero (sarto Worth).
Dire “Belle Époque” richiama alla mente immagini di mondanità e frivolezza, di donne belle ed eleganti che frequentano il teatro, le feste e gli atelier di grandi sarti, rigorosamente francesi. Accanto a questa élite viveva tuttavia un mondo femminile con gli stessi obblighi di vita sociale, ma non con le stesse possibilità economiche.
In un tempo in cui la “signora” doveva avere l’abito adatto non solo per ogni avvenimento, ma per ogni ora del giorno, seguire la moda era un vero problema quotidiano. Un grande aiuto veniva dai “cartamodelli” che in carta velina fornivano, in varie misure, le forme del vestito da riportare sulla stoffa e permettevano di realizzare l’abito ammirato su un disegno.
Questi cartamodelli, che si trovano ancora in alcune mercerie, comparvero dalla fine dell’Ottocento nei giornali dedicati alla moda o in cataloghi pubblicati dalla stessa ditta produttrice.
La Moda Universale Butterick è un esempio di questi cataloghi, piacevole da sfogliare per le illustrazioni, ma soprattutto per i commenti e i consigli che le accompagnano e che descrivono con efficacia il mondo variegato delle sartine e delle signore “dalle mani d’oro” che potevano, con l’aiuto dei cartamodelli, essere sempre “distintissime” seguendo la moda del giorno.
La conferenza ha preso spunto dal fortuito ritrovamento da parte della relatrice di questi cataloghi conservati negli archivi di famiglia dagli ultimi decenni del 1800 fino alla scoppio della prima guerra mondiale. Curioso è il fatto che con il ritorno della pace e l’affermarsi di nuovi modi di vita, le gonne si scorciano notevolmente, la moda “charleston”, così come il ritorno della pace dopo la seconda guerra mondiale segna l’uso del pantalone, con preferenza per il “jeans”, da parte delle signore. In ogni epoca la moda ha tratto spunti e ispirazione dagli eventi storici accrescendo valore alla donna e offrendo, nel contempo, commenti e nuove teorie alla storia degli uomini.
Roma – Museo Boncompagni-Ludovisi – Via Boncompagni, 18, Info Tel. 06.428240’74 – e.mail dms-rm,museoboncompagni@cultura.gov.it