Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Guardare la Roma repubblicana in modo nuovo perché solo ritrovando il fascino del passato potremmo aprire gli occhi ed emozionarci e forse, davanti alla storia, capire il presente. Come vivevano i romani nella loro quotidianità nei cinque secoli che hanno preceduto la nascita dell’impero? Un viaggio indietro nel tempo che mostra una città quasi priva di marmo, ma costruita prevalentemente in terracotta, dalle abitazione in laterizio alle stoviglie e gli arredi interni alle case come testimoniano i molti reperti, circa milleottocento e per la maggior parte esposti per la prima volta, presenti in questa rassegna si racconta la vita sociale delle persone anonime che non hanno un nome ne un committente.

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Il percorso espositivo, articolato in 3 sezioni principali, presenta una ricca selezione di manufatti in bronzo, pietra locale, in rari casi marmo, soprattutto terracotta e ceramica. Elemento di notevole impatto è il colore, restituito come proposta fondata sull’analisi delle terrecotte che un’attenta opera di ricomposizione consente di attribuire ad articolati moduli decorativi. Al materiale pertinente alle collezioni dell’Antiquarium si aggiunge una scelta, rilevante per qualità, di opere conservate alla Centrale Montemartini, tra le quali spiccano l’urna in marmo dall’Esquilino, la piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco dalla cd. Tomba Arieti. Dal settore museale del Campidoglio proviene infine una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana, in parte esposti nelle sale dei Musei Capitolini.

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La prima sezione, quantitativamente più consistente dell’intero percorso, illustra i resti archeologici che testimoniano le fasi costruttive, le caratteristiche artigianali e il livello artistico degli edifici templari sul Campidoglio e nel Campo Marzio. Grazie a una lunga attività di studio, restituzione grafica, restauro integrativo dei frammenti originali con tecnologie di rilievo 3D, di scultura digitale e stampa 3D, è stato possibile proporre la Triade Capitolina, Giove, Giunone e Minerva, da ricollocare idealmente entro uno spazio frontonale. Si tratta di un altissimo esempio di coroplastica databile all’inizio del I secolo a.C. L’altro aspetto di questa sezione interessa i resti delle domus patrizie del Campidoglio che sono testimoniati da frammenti di pavimenti musivi decorati con schemi geometrici (fasce rettangolari, croci, rombi), realizzati con tessere bianche e nere o con pietre policrome. In ambito romano l’uso del tappeto musivo è molto presente anche nelle case comuni. L’artista il “tessellator” effettuava innanzitutto un disegno preliminare direttamente sull’intonaco ancora fresco; poi iniziava ad inserire le tessere nella pasta ancora morbida, alla fine il tutto veniva accuratamente livellato e si attendeva che asciugasse.

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Gli aspetti della produzione artigianale – sezione seconda – sono un punto di vista privilegiato per seguire lo sviluppo dei sistemi produttivi. La ceramica offre una chiave di lettura importante dal momento che questo materiale ha lasciato tracce più durevoli rispetto ad altre attività, quali la lavorazione della pietra, dei metalli e del legno che pur avevano un posto fondamentale nella vita della città. L’esposizione racconta le tappe di sviluppo dell’artigianato di qualità che, da forme e tecniche legate alle tradizioni dell’età arcaica si sviluppa nel corso dei secoli IV e III con nuove produzioni, le stoviglie interamente verniciate, sia in rosso sia in nero e il vasellame decorato a figure rosse. La tecnica dello stampo assume un ruolo molto importante nelle produzioni di particolari oggetti, come i votivi anatomici ed è ben individuabile nelle produzioni dei piccoli altari (arule) che hanno particolare fortuna nell’età medio-repubblicana e nelle matrici di terracotta presentate in mostra.

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La terza sezione illustra come attraverso numerosi oggetti e i simboli determinate categorie sociali volevano comunicare l’alto status raggiunto o rimarcarne l’antica appartenenza. L’autocelebrazione dell’aristocrazia e delle famiglie emergenti trova un importante luogo di espressione, durante l’età repubblicana, nei monumenti funerari posti lungo le vie di accesso alla città, da leggere nel più vasto programma di controllo delle istituzioni e della vita politica cittadina. Una rassegna, questa, che s’inserisce, come ricordato nel corso della conferenza stampa di presentazione, in un più vasto programma di lettura dell’intera città di Roma.

Roma – Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli – P.za del Campidoglio, n.1. Fino al 24 settembre 2023 tutti i giorni dalle ore 9,30 alle 19,30. Informazioni su costi biglietto d’ingresso e facilitazioni varie: tel. 060608 sito web www.zetema.itwww.museicapitolini.orgwww.museiincomune,it