Testo di Mariagrazia Fiorentino e foto di Donatello Urbani

A centocinquantanni dalla nascita si vuole ricordare il fondatore dello sport equestre moderno: Federigo Caprilli. “Lo sport equestre è uno stile di vita, il cavallo è un compagno di vita”, così dice Paolo di Paola, Presidente FISE nell’aprire i lavori. Il convegno tenutosi a Roma il 28 novembre u.s. presso il Ministero della Difesa – Stato Maggiore dell’Esercito nella Biblioteca Militare Centrale, unica nel suo genere, frequentata da un pubblico molto ampio: dai cultori della storia militare e delle discipline scientifiche e tecniche, agli studenti universitari impegnati nel lavoro di tesi.

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Tra le opere più interessanti e di maggior pregio esistenti nella Biblioteca, figurano: “De Bello Persico”, che legato con il “De Bello Gothorum” dell’autore Procopio di Cesarea (edizione del 1506) rappresenta il volume più antico tra quelli conservati e molti altri. In questo luogo pieno di storia e di cultura si è svolto il convegno in onore di Federigo Caprilli. Il Presidente della FISE ha aperto i lavori, seguito dagli interventi di esimi studiosi e atleti vincitori di olimpiadi e concorsi nazionali ed internazionali.

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Le fonti storiche scrivono: (Nel 1889  Federigo Caprilli, a 21 anni di età, con il suo cavallo di nome “Sfacciato”, definisce i capisaldi metodologici del suo sistema naturale di equitazione. “A quel tempo gli scritti di Darwin non avevano ancora ottenuto alcun riscontro presso la comunità scientifica internazionale, anzi tutt’altro, ed il Caprilli – acuto osservatore del “disgusto” manifestato dai cavalli dopo molti salti effettuati secondo le regole dell’equitazione di maneggio di allora – con pionieristico intuito affermava che non bisognava asservire, ma assecondare l’equilibrio naturale del cavallo; non bisognava trattenere, ma liberare il bilanciere cefalo-rachidiano. Solo così il cavallo, maestro di relazioni empatiche, avrebbe servito con fiducia e rispetto le richieste del suo cavaliere».

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Ricordare Caprilli oggi  significa richiamare l’attenzione non solo sul suo pensiero, o forse sarebbe più esatto dire sulla sua filosofia equestre, ma anche sull’epoca storica che lo vide protagonista). “Il presente che viviamo è stato creato dai sogni del passato”. E’ stata realizzata, per l’occasione, una pubblicazione “Quaderni” della Società Italiana di Storia dello Sport “Federigo Caprilli e la tradizione dell’equitazione italiana” a cura di Marco Impiglia con approfondimenti di illustri studiosi nelle varie discipline di ricerca, Lancillotto e Nausica editrice, pagine 207.