Testo e foto di Donatello Urbani

Tutto ruota intorno ad un unico quadro “Il doppio ritratto” attribuito con molta probabilità a Giorgione, Giorgio da Castelfranco,  probabilmente collezionato dal Cardinale Domenico Grimani ed entrato nelle raccolte permanenti del Palazzo di Venezia nel 1919, insieme ad altre opere appartenute al principe Fabrizio Ruffo di Motta Bagnara. Questa importante opera pittorica in occasione della mostra Labirinti del Cuore è stata presa a pretesto per un’operazione di carattere culturale intrapresa dalla dinamica direttrice del Polo Museale del Lazio, dott.ssa Edith Gabrielli, per dare notorietà alla più importante biblioteca di storia dell’arte presente in Italia, e fra le più accreditate al mondo, purtroppo misconosciuta agli italiani, in particolare ai romani, ed aprire nuovi percorsi sia sul Palazzo di Venezia che a Castel Sant’Angelo, Castello per i romani, dove in questi due monumenti, sono state allestite altrettante mostre, coordinate e interconnesse fra loro. Le due diverse sedi trattano lo stesso ed ampio tema attribuito a questa rassegna: “Labirinti del cuore – Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma”, sia pure sotto due diversi aspetti: a Palazzo di Venezia, già storica sede di rappresentanza della Serenissima Repubblica, le opere esposte pongono in particolare luce la presenza culturale dei Veneziani a Roma nonché i rapporti che intercorrevano fra la due città, mentre nella sede a Castel Sant’Angelo l’attenzione è posta sul sentimento e sulla ritrattistica che proprio in quegli anni, grazie  anche al determinante apporto di Giorgione, subirà una profonda svolta innovativa.

800px-Giorgione_100                                                                                  Giorgione: “Doppio ritratto” o “I due amici”

Un’ampia testimonianza è offerta in proposito proprio dal “Doppio Ritratto”, detto anche “I Due Amici” con l’impostazione delle due figure assolutamente nuova. Il primo piano è occupato da un ragazzo sontuosamente vestito che pensieroso ci osserva quasi con sguardo assente, tenendo con la mano sinistra un melangolo, simbolo della melancolia, mentre con la mano destra si sorregge la testa. Alle sue spalle  c’é un altro giovane, molto meno distinto sia nel vestire che nell’atteggiarsi. Un confronto fra le due figure porta a domandarci se veramente siano amici fra loro così come quanto sia diverso il messaggio che ci rivolgono sia nel lessico che nel contenuto, data la differente estrazione sociale.

Tema comune ad entrambe le sedi è il discorso riservato ai libri che viene ampiamente approfondito attraverso pregevoli edizioni che partono dalla “Hypnerotomachia Poliphilu”, stampata da Manuzio nel 1499 e arriva ad altre edizioni di opere del Petrarca, Bembo, Boccaccio, Francesco Barbati e Lodovico Casoni imperniate sullo specchio d’amore che cattura i flussi di vita presenti nei ritratti di dame, nei temi della musica, come con la colonna sonora che fa da sfondo ad un quadro dove è rappresentato uno spartito musicale.

Tintoretto - Donna che aore la veste                                                                                       Tintoretto: “Donna che apre la veste”

E’ nota la maestria di Giorgione anche come musicista. I 45 dipinti, le 27 sculture, i 36 libri a stampa, oltre i numerosi oggetti e disegni esposti in questa mostra, svolgono tutti un approfondito discorso sul tema della rassegna allargato anche ad altri collaterali quali la seduzione, significativa in proposito l’opera di Tintoretto “Donna che apre la veste”, proveniente dal Prado, che chiaramente c’introduce, insieme ad altre, sui principi che regolavano nel XVI secolo i vari “Labirinti del cuore”.

1280px-Roma-palazzovenezia02           Foto courtesy Di scalleja – Flickr, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1020254    

Seguendo così il percorso espositivo di questa mostra nelle due diverse sedi viene offerta la visita ai nuovi percorsi aperti sia a Castel Sant’Angelo che al Palazzo di Venezia. Proprio in quest’ultimo la prima novità è offerta dall’unificazione dell’ingresso che porta sia alla Biblioteca Nazionale di Arte e Archeologia, al primo piano, che, al piano superiore, all’area museale ed a quella destinata ad accogliere rassegne d’arte temporanee.

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Palazzo di Venezia: Camminamento di ronda                                                                                               Il sottotetto del Palazzo di Venezia                                                                                                                                                                                                                                                          

Le vere novità, però, sono i nuovi percorsi che consentono di accedere, con prenotazione e un biglietto d’ingresso aggiuntivo, sia al camminamento di ronda, dal quale si gode un panorama mozzafiato sulla città, e da qui passare successivamente nel sottotetto dove sono tutt’ora presenti, ed efficienti, gli originali apparati di discesa e salita dei mastodontici lampadari dei saloni di rappresentanza. Di gran fascino è anche la successiva visita riservata all’altana dove oltre al paesaggio si può osservare la vita presente sul tetto del Palazzo, dimora preferita di gabbiani.

Roma_-_Catel_Sant'Angelo   Foto- Courtesy Di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33261011

Alquanto più articolati sono i nuovi percorsi aperti a Castel Sant’Angelo che consentono di accedere, oltre al solito percorso di ronda, al “Passetto di Borgo”, la via di fuga dei Papi in caso di assedio dei Palazzi Apostolici, come avvenuto nel 1527 ad opera dei Lanzichenecchi. Inoltre il nuovo percorso prevede anche l’accesso alle così dette “Sale Cambellotti”. Si tratta di tre ambienti destinati ad accogliere nel 1925 una mostra che esponeva i cimeli dell’esercito italiano, in particolare quelli relativi alla Grande Guerra Mondiale del 1915/18, decorate con dipinti e stucchi da Duilio Cambellotti, uno dei massimi interpreti dello stile Liberty. Questo nuovo stile artistico, nato sulle ceneri della “Belle epoque” negli anni immediatamente successivi al trattato di pace delle prima guerra mondiale, aveva in se, in particolare il liberty floreale, un forte sentimento antimilitarista e questo si avverte nell’opera di Cambellotti realizzata in un periodo dove i sentimenti di pace erano prevalenti su quelli militaristi che caratterizzeranno gli anni successivi.

CAM10678                                 Duilio Cambellotti: Decorazione del soffitto della sala delle colonne con alberi di alloro

Il nuovo percorso è inoltre integrato dalla visita alle “Prigioni storiche”, che accolsero fra gli altri detenuti anche Cagliostro, alle “Olearie”, ambienti adibiti un tempo a depositi alimentari, al cortile di Leone X, locale detto del Forno e alla “Stufetta di Clemente VII”, la sala da bagno del Pontefice celebre per gli affreschi della bottega di Raffaello. Tutta la visita è corredata da un sistema WI-FI, esteso all’intero perimetro del Castello e da una App scaricabile da tutti i dispositivi e particolarmente adatta agli smartphone. Questa App, disponibile in 7 lingue, mette tutti i visitatori in condizione di seguire il percorso, è integrata da una serie di “E Beacon, strumenti avveniristici installati in vari punti del percorso che intercettando i dispositivi aperti dal visitatore gli propongono, in automatico, i contenuti vocali e multimediali della App.

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Castel S.Angelo: Inizio del Passetto di Borgo                          Passetto di Borgo: Cancello che delimita il confine tra Italia e Stato Pontificio

Tutti questi nuovi percorsi museali, presenti sia al Palazzo di Venezia che a Castel Sant’Angelo, s’inseriscono nell’ambito di una interessante iniziativa culturale denominata “ARTECITY- Estate 2017” che prevede, nelle rispettive sedi, oltre cento intrattenimenti, prevalentemente serali, di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivi, voluti ed organizzati del Polo Museale del Lazio con l’intento di presentare, ai romani ed in particolare ai turisti in visita nella nostra città, che la cultura in Italia non si è fermata agli anni passati ma è viva e presente anche ai giorni nostri.

Difficilmente abbiamo l’opportunità di esprimere giudizi positivi su iniziative culturali, come in questo caso, che interessano direttamente anche il turismo in quanto, come avvenuto in passato, fra loro troppo slegate ed autonome sia dal contesto sociale che da quello economico del territorio. Un sentito quanto meritato plauso è diretto alla Dott.ssa Edith Gabrielli, Direttrice del Polo Museale del Lazio, per aver intrapreso, anche su indicazione del Ministero dei Beni Culturali e Turismo, un percorso virtuoso a tutto vantaggio della cultura, del turismo, dell’economia e della socialità della nostra regione.

Roma – Mostra: “Labirinti del cuore”  fino al 17 settembre 2017  con biglietto d’ingresso unico valido 3 giorni dal costo di €.14,00, intero ed €.7,00 ridotto. Solo ingresso alla mostra allestita a Palazzo di Venezia il biglietto d’ingresso costa €.10,00 intero ed €.5,00, ridotto. Il costo del biglietto d’ingresso a Castel Sant’Angelo, inclusa la possibilità di scaricare la App in 7 lingue per i nuovi percorsi, è di €.14,00 intero ed €.7,00 ridotto. Contributo aggiuntivo per la visita guidata al Castello Segreto (nuovi percorsi) costo €.5,00 intero ed €.2,50, ridotto per tutti i giorni di apertura con orario ore 10,00 e 16,00 in lingua inglese – ore 11,00 e 17,00 in italiano. Gli orari di apertura sono; Per il Palazzo di Venezia – ingresso da Piazza Venezia (non più da Via del Plebiscito) dal martedi alla domenica 8,30/19,30 – chiuso il lunedi. Per Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello, n.50, aperto tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 19,30,00. In entrambe le sedi ingresso gratuito la prima domenica del mese. Informazioni e prenotazioni per la mostra, i due musei e relativi percorsi: tel.0632810410 – per la mostra “Labirinti del cuore” sito web: www.mostragiorgione.it – per le iniziative di “Art City – estate 2017” www.art-city.it