Donatello Urbani

Il viaggiatore responsabile che pone al centro delle proprie escursioni turistiche la cultura e la conoscenza del luogo non può mancare di visitare la rassegna allestita con le opere dell’artista Franca Pisani nel padiglione 9B  di MACRO Testaccio dal significativo titolo“Codice Archelogico – Il recupero della bellezza”.  Il  percorso espositivo, nei quattro livelli in cui è stato articolato,  presenta 47 opere tra affreschi, quadri, istallazioni e “teleri”, tutti  testimoni dell’approfondito lavoro di studio che Franca Pisani ha compiuto da anni sulla memoria di alcuni elementi primordiali della storia dell’umanità in una sorta di viaggio emozionale alla riscoperta di quattro siti archeologici d’importanza fondamentale per la storia comune di tanti popoli: Hatra, Nimrud, Bamiyan e Palmira.

Codice archeologico. Il recupero della bellezza 4                                       Franca Pisani: Htra e Palmira in due teleti del 2017 esposti al padiglione 9B del macro testaccio.

L’omaggio reso ai quattro siti archeologici è affidato a dieci “teleri” supporto tipico dell’arte veneziana del ’400 e del ’500.  II termine deriva dalla parola veneta teler che significa telaio. Sono grandi tele (ma senza il tipico riquadro ligneo) posizionate direttamente al muro. Sono famosi quelli di Carpaccio, Tintoretto, Palma il Giovane, Veronese e naturalmente Tiziano. Il “telero” è di lino, che per le sue preziose qualità risultava il preferito dagli artisti. Gli stessi curatori scrivono: “Erano lasciati grezzi e non sbiancati per consentire una migliore adesione dei colori, seppur di uno strato sottilissimo. La scelta di Franca Pisani di questa antica arte consente oggi sia un’indagine nella tradizione, sia un confronto drammatico con le regole che la necessaria forza espressiva impone per questi grandi oggetti d’arte. Il risultato è una sorta d’incanto che la location romana rende più coinvolgente.

“Non è una immagine che cerco, non una idea. E’ una emozione che voglio creare” è la stessa artista a tracciare la linea del proprio messaggio artistico che “mette il cuore di artista a nudo in una dichiarazione di poetica che riassume il senso di un’opera e la continuità di una radice espressiva” come scrive Duccio Trombadori,  uno dei curatori di questa rassegna.

IMG_20170928_110321Franca Pisani: “Nomadi”. Sei pezzi realizzati in tecniva mistra nel 2010. Impersonificano il popolo nuovo che recuperata la bellezza tramite il codice archeologico accompagna i visitatori  lungo tutto il percorso espositivo nel padiglione 9B di Macro Testaccio.

E’ la stessa artista che presenta il percorso espositivo in occasione della prewiew: “Il primo livello è un’installazione dove un Nomade anziano ci conduce idealmente in Afghanistan, nella

Il soggetto del primo livello é la Valle di Bamiyan vicino Kabul, ovvero il sito archeologico che era caratterizzato da due Buddha giganti scavati nella roccia, oggi non più visibili poiché distrutti dalla furia umana.

Codice archeologico. Il recupero della bellezza 6                                                                                  Franca pisani: “Bamijan”. Telero 2017.

Nel secondo livello un Nomade Vento fa compiere al visitatore un’incursione in Iraq, nel sito di Hatra Mosul, vicino Baghdad. Fino a poco tempo fa qui esistevano sculture raffiguranti tori con teste umane (androcefalo), i Lamassu.

Codice archeologico. Il recupero della bellezza 7                                                                            Franca Pisani: “Lamussu di Nimrud”. Telero 2017

Un Nomade Adolescente è il conducente del terzo livello, dove il visitatore può rivivere il fascino della città assira di Nimrud di biblica memoria, situata sul fiume Tigri, ricca di suggestione e di riferimenti al nostro passato.

Nel quarto livello un Nomade Curioso rivela infine il continuum dell’opera dedicata alla memoria dell’antica città di Palmira ed è rappresentato da L’albero di Pietra – un tronco di frassino in cui è inserito un cilindro in marmo statuario delle Alpi Apuane su cui sono stati scolpiti dei segni primordiali secondo l’antica arte dei marmi e dei graniti – che rappresenta una sorta di leitmotiv dell’attività artistica di Franca Pisani. Unitamente all’istallazione, l’omaggio a Palmira prevede anche due “teleri” dedicati all’antico anfiteatro romano.

Codice archeologico. Il recupero della bellezza 5                                                   Franca Pisani: ” Albero di pietra”. Tronco di frassino e marmo statutario. 2017.

Un quinto ed ultimo ciclo dal titolo “La Rinascita”, integra e arricchisce la proposta di Franca Pisani con una doppia versione di una Nomade donna, che insieme a altri “nomadi” (i precedenti che qui si ritrovano dopo il lungo cammino) e una settima figura che rappresenta “l’uomo nuovo” o “della pace”.

Codice archeologico. Il recupero della bellezza 1                                                      Franca Pisani: “Memoria a pezzi”. Installazione di marmo statutario. 2017

Corona, infine, i quattro livelli ed il quinto ciclo uno spazio dal titolo “Memoria a pezzi” che occupa il corridoio centrale del padiglione dove l’artista ha scelto di costruire un atrium di bellezza che si traduce in un percorso di archeologia contemporanea scandito da un migliaio di pezzi marmorei di risulta provenienti dalle cave del Monte Altissimo di Pietrasanta, le stesse utilizzate 500 anni fa da Michelangelo Buonarroti per la facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze, poi rimasta incompiuta. Su una sorta di “pavimento” di polvere di marmo, sono sistemati numerosi pezzi dalle forme più strane, che erano destinati al restauro o alla costruzione di famose moschee e minareti, ma anche di chiese e biblioteche; tutto materiale lapideo che si pongono in stretta connessione con i “teleri” dedicati ai siti simbolo del nostro passato comune.

Trovarsi di fronte ad opere  dal complesso e articolato messaggio artistico come quelle che oggi Franca Pisani ci presenta al Macro Testaccio,  tutto rivolto al recupero di quei valori che sono a fondamento della nostra civiltà, attraverso la bellezza, quali la pace universale ed il rispetto verso le arti, ci porta a riflettere profondamente su “una coinvolgente energia estetica: l’identità femminile e le radici misteriose della vita che camminando insieme tendono, forse, ad una originaria sorgente….” come scrivono anche i curatori di questa rassegna..

Roma MACRO Testaccio Padiglione 9B Piazza Orazio Giustiniani, 4, fino al 26 novembre 2017 con orario: dal martedì alla domenica, 14.00-20.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima) Chiuso il lunedì. Biglietti d’ingresso non residenti 6,00 €, residenti 5,00 €. Tariffa ridotta: non residenti 5,00 €, residenti 4,00 €. Biglietto cumulativo MACRO via Nizza + MACRO Testaccio tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €. tariffa ridotta: non residenti 11,50 €, residenti 10,50 €. Informazioni varie e riduzioni: www.museomacro.org . telefono  060608