Mariagrazia Fiorentino – Foto Donatello Urbani

Nuove luci su antiche pietre nella Crypta Balbi con la mostra “Eternal struggle of my desire“  (L’eterna lotta del mio desiderio).

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La toponomastica è uno strumento cartografico un pittogramma che aiuta la conoscenza dei luoghi nel loro contesto storico/culturale.

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I nomi delle strade ci guidano in un luogo ben definito “Via delle Botteghe Oscure”. In questo contesto già nel periodo medievale si formano botteghe artigiane sopra le rovine romane delle Cripta Balbi costituite da artigiani che realizzano funi dando nome di nuovo alla toponomastica “Via dei Funari”. In uno dei luoghi più magici e sconosciuti della città negli antichi laboratori è stata allestita questa mostra che vuole stabilire un legame tra l’antico e il presente in una contaminazione tra arte contemporanea e archeologia. La rassegna presenta, nelle aree archeologiche sotterranee della Crypta Balbi, una serie di arazzi messi in relazione con uno stretto, inedito dialogo con la storia del luogo e la sua particolare morfologia architettonica. L’allestimento e il percorso di visita previsto consentono di percepire l’articolazione degli antichi edifici e le vie di comunicazione originarie. Come scrivono i curatori: “All’interno degli ambienti sotterranei del Museo sono disposte, nascoste e inserite ulteriori opere di diverse dimensioni con contenuti testuali che, come entità autonome, si rivolgono direttamente all’osservatore. Il racconto si sviluppa proprio a partire dai sotterranei dové si trovano i resti del portico del Teatro costruito da Lucio Cornelio Balbo nel 13 a.C. e della Porticus Minucia Frumentaria, proseguendo lungo i diversi piani attraverso i complessi fortificati e le abitazioni altomedievali e medievali dei mercanti, fino a giungere all’età moderna, con il dormitorio seicentesco del monastero di Santa Caterina, in cui sono state ricavate le sale museali. Le opere e gli oggetti esposti nelle sale – provenienti anche da altri siti della città di Roma – restituiscono l’immagine della città dall’età romana al XX secolo”.

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Il suggestivo titolo della rassegna ci mette in stretta relazione con il concetto di amore negato, condizione propria delle ragazze, figlie di prostitute o di famiglie in condizioni di estrema miseria, rinchiuse in questi sotterranei dalla Confraternita delle vergini miserabili di Santa Caterina dei Funari, fondata nel 1543 dai Gesuiti di Sant’Ignazio di Loyola, alle quali venivano insegnate alcune attività manuali tra le quali il ricamo e il cucito, per trasformarle in “donne oneste e timorate di Dio”.

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Una mostra da non perdere sia per i romani che per tutti i turisti che vengono a Roma.

Museo Nazionale Romano Crypta Balbi – via delle Botteghe Oscure 31, 00186 Roma. Il Museo Nazionale Romano è aperto dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 18.00. Le biglietterie chiudono alle 17.00.  Per le modalità di visita e acquisto biglietti tutte le informazioni sul sito: www.museonazionaleromano.beniculturali.it e.mail: mn-rm@cultura.gov.it