Testo e foto di Donatello Urbani

Questa volta non più come dipendente del laboratorio di restauro, di cui ha fatto parte dal 1951 al 1962, bensì con una mostra allestita al piano nobile di Villa Giulia, sede del Museo Nazionale Etrusco, con una serie di opere che hanno stringenti riferimenti alla sua personale “vicenda biografica ed artistica intessuta di stringenti legami con la civiltà etrusco italica”, come affermato dai curatori nel corso della conferenza stampa.

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Opere significative delle grandi passioni di Schifano: L’Arte – Il ciclismo – Le donne.

Attualmente Mario Schifano, a furor di popolo, è riconosciuto come il padre della pop art italiana ed un precursore, a livello mondiale in senso assoluto, di tutto questo movimento. Quando Schifano espone le sue opere in varie gallerie nel 1954 documentata da una richiesta di ferie alla Direzione del Museo Etrusco per partecipare ad attività artistiche, i grandi esponenti della pop art, ad iniziare dagli statunitensi Jackson Pollock e Andy Warhol, erano lontani da questo movimento. Il percorso espositivo presenta in totale 26 opere fra quadri e disegni di cui 21 tele che il maestro realizzò nel 1991, oggi di proprietà della fondazione Pescarabruzzo di Pescara che traggono ispirazione da alcune delle più celebri pitture funerarie etrusche con precisi riferimenti ad alcuni oggetti che rimandano a questa antica civiltà, in mostra sono esposti vari originali rinvenuti nelle tante campagne di scavo, per lo più vasi e ceramiche.

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Di queste opere scrivono i curatori: “ Le rielaborazioni di Schifano riprendono scene o particolari, talora contaminandoli, desunti dalle antiche raffigurazioni parietali. La reinterpretazione di tali immagini proposta dall’artista in chiave pop, si sostanzia di dinamiche figure dai colori sgargianti, emergenti da un fondo monocromo o scuro, che proprio quelle figure illuminano di sprazi di luce e vitalità”.

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Le altre cinque opere, tre quadri e due disegni, appartengono al ciclo “Mater Matuta” ispirato alle celebri sculture antiche delle “Matres” – Madri -, attualmente conservate nel Museo Provinciale Campano di Capua. Tutte queste opere furono realizzate dal maestro su commissione dell’uomo d’affari Domenico Tutino tra il 1995 e 1996; anni in cui Schifano fu particolarmente vicino ai problemi di carattere sociale quali la maternità, la tutela dell’infanzia, la disoccupazione e la povertà nel mondo. Fra le opere esposte figura anche  “La Chimera” che fa espresso riferimento all’happening  fiorentino del 16 maggio 1985 quando davanti ad un folto pubblico ed il commento in diretta del critico d’arte Achille Bonito Oliva, come fosse uno dei tanti eventi sportivi, Mario Schifano, realizzò in poche ore “La Chimera di Arezzo”, scultura bronzea del IV sec. a,C.,  che segnò l’avvio delle manifestazioni del Progetto Etruschi, voluto dalla Regione Toscana. Il ciclo delle Madri fu anche l’ultimo periodo caratterizzato da fervore artistico e con produzione di opere di grande valore. Di lì a pochi anni, 1998, l’artista verrà a mancare prematuramente.

Roma – Museo Nazionale Etruso di Villa Giulia – Piazzale di Villa Giulia, n.9. Aperto dal martedi alla domenica con orario 9,00/20,00, lunedi chiuso. Biglietto d’ingresso intero €.8,00, ridotto €.4,00. Sono previsti abbonamenti con costi ridotti e l’apertura serale straordinaria con ingresso ridotto a €.4,00, intero ed €.2,00 ridotto. Previste gratuità varie e per tutti la prima domenica di ciascun mese