Mariagrazia Fiorentino – Foto Ufficio Stampa Elena Grazini
Le caratteristiche proprie della fede religiosa, principale bacino dell’immenso giacimento culturale italiano, uno dei più vasti ed importanti a livello mondiale, affondano profondamente nel sistema di vita da sempre presente nei vari strati della popolazione principalmente nelle forme più semplici e popolari.
Nella Basilicata, terra di grandi energie dove la curiosità porta alla conoscenza e la conoscenza porta alla cultura, nella semplicità della sua gente si trova la bellezza.
Questa mostra, presente dal 3 settembre a Roma nel Palazzo della Cancelleria, è un vero e proprio viaggio nelle radici spirituali, artistiche e popolari della regione Basilicata. “Basilicata sacra: un altro cielo” rientra nel Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia di Promozione Territoriale e la Conferenza Episcopale della Basilicata al fine di valorizzare il patrimonio storico, culturale, religioso ed artistico del territorio regionale da cui è scaturito il progetto di valorizzazione dei luoghi dello spirito: una selezione di 91 luoghi lucani.
Fra i vari interventi nel corso dell’inaugurazione, significativo quello della dott.ssa Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani: “……queste tradizioni fanno parte della mia vita, iniziative come questa parlano di cultura…..”
Il direttore APT Basilicata Margherita Sarli che ha dichiarato: “La mostra mette al centro radici e tradizione ed è fatta di segni e di simboli che sono non soltanto oggetti della pietas popolare, quindi di connessione alla nostra religiosità, ma anche segni e simboli delle manifestazioni religiose, patrimonio intangibile della regione. L’invito è quindi doppio: esplorare la Regione Basilicata da un lato in maniera individuale, dall’altro in maniera collettiva partecipando alle liturgie del popolo che in Basilicata sono ancora belle, vive, e sono un momento di contatto con l’anima vera della nostra regione”.
Importanti, in proposito, quanto affermato dall’arcivescovo metropolita e presidente della Conferenza Episcopale della Basilicata, CEB, Mons Davide Carbonaro, che ha sottolineato come “la mostra racconti il cuore di un popolo attraverso i segni che ci aiutano a conoscerli e conoscere significa amare”.
Mentre Don Antonio Laurita, consulente scientifico della mostra, ha dichiarato: “Quando l’uomo che incontra l’uomo incontra però Cristo e vive nella sua antropologia, quell’uomo è al centro dell’universo e l’universo è Dio, Questo è il grande messaggio di questa mostra: la ricerca di un altrove, un altro cielo che passa per la tradizione, ma che non è dimentico dell’innovazione. Non si tratta certamente di una mostra di arte sacra, dove si possono ammirare opere di grande pregio. In questa rassegna sono presenti dei manufatti realizzati da artigiani locali senza alcuna pretesa di grandiosità artistica, che vengono usati dal popolo per esprimere in maniera entusiasta e collettivamente la propria devozione. Dal mio punto di vista questa mostra vuole essere un ponte tra la religiosità popolare e la liturgia, che assolvono entrambe al desiderio di Dio che c’è in ognuno di noi. Gli atteggiamenti o tradizioni popolari, che non sono azioni liturgiche ma che spesso le precedono o le accompagnano, non nascono da un sentimentalismo locale ma hanno radici in quella fede che è il risultato dell’esperienza di Dio che altri prima di noi hanno vissuto e ci hanno tramandato; in primo luogo, gli Apostoli, le cui reliquie presenti in alcune comunità della nostra regione sono da sempre oggetto di profonda venerazione, e in secondo luogo i nostri fratelli maggiori Ebrei”.
Roma piazza della Cancelleria – Palazzo della Cancelleria fino al 24 settembre tutti i giorni dalle 10alle 13 e dalle 15 alle 19 con ingresso gratuito.