Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Letto così di “primo acchitto (impatto)” potrebbe benissimo essere scambiato per un messaggio promozionale  di un centro commerciale; invece è un interessante rassegna che testimonia le migliori e più attraenti iniziative intraprese nella nostra città da uno dei più dinamici Istituti di Cultura stranieri in Italia nel rappresentare la loro cultura nazionale: quello giapponese. Sorse, in contemporanea a molti altri, nel 1962 quando, su iniziativa dello stato italiano, furono concessi  dal Comune di Roma ai diversi stati che avevano partecipato nel 1911 all’Expo voluto per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario di fondazione del Regno d’Italia, alcuni appezzamenti di terreno in prossimità della Galleria d’Arte Moderna a Valle Giulia, con il preciso scopo d’istituire dei Centri rappresentativi delle varie culture nazionali. Le molte rassegne che hanno caratterizzato l’attività dell’Istituto di Cultura Giapponese a Roma, programmate insieme ad altre ad integrazione di corsi di lingua, di cucina, di giardinaggio ecc. fino alle rassegne teatrali e cinematografiche, hanno ricalcato questa caratteristica e, una volta terminate, parte dei materiali sono rientrati nei luoghi di provenienza ed altrettanti sono rimasti a Roma e  riposti in vari depositi. Dopo tanti anni era giunto il momento di renderli nuovamente attuali e riproporli in una rassegna che può essere definta “la mostra delle mostre” interamente dedicata a loro secondo la formula commerciale, tanto di moda: “out let” o “fuori tutto”. Il percorso espositivo è stato suddiviso in nove diverse sezioni, tante quante furono le principali tematiche trattate nelle varie mostre. Ciascuna sezione, nelle parole della curatrice Maria Cristina Gasperini: “…… da luce ad opere o pannelli che diacronicamente raccontano i trend dello scambio culturale e istituzionale italo giapponese degli ultimi cinquant’anni .

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Aquiloni                                                                                                                                                                       Trottole

Calligrafia, buddismo, giardini, festival, siti riconosciuti patrimonio UNESCO, aquiloni e trottole, le lampade originali di Isamu Noguchi e le foto della leggendaria missione Iwakura” dal nome dell’ambasciatore Tomomi Iwakura, capo delegazione,  che segnò nel 1871 l’inizio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone , sono una affascinante occasione per riflettere sui temi eterni presenti nelle culture locali. Un reperto di notevole importanza è rappresentato dal rarissimo Hyakumanto, presunto originale, risalente dai primi accertamenti all’VIII secolo. E’ una di un milione di pagode lignee in miniatura contenenti testo sacro dharani, considerato il più antico stampato al mondo.

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Hyakumanto. Un milione di pagode                                                                                                                   Bambole

Come scrivono i curatori: “I primi esempi di testi stampati in Giappone sono l’enorme numero d’invocazioni dharani che furono, secondo le antiche cronache Shoku nihongi, realizzati tra il 774 e il 770 e poste all’interno di mini pagode lignee spesso recanti la stessa data. Il testo dharani contenuto all’nterno non venne riprodotto per la distribuzione o lettura, quanto per rituale riproduzione di testi. Tratto dal suitra conosciuto in giapponese come Muku joko dai daranikjo, tradotto in cinese dal monaco tocario Mitrasanta nel 704.  Il sutra si fonda sui benefici derivanti dalla riproduzione del testo dharani e l’inserimento nelle pagode. Su commissione dell’imperatrice Shotoku, le pagode vennero distribuite nei dieci maggiori templi del Giappone.” Di diverso sapore ma certamente di non minor fascino e importanza sono i vari aquiloni presenti in questa rassegna  e provenienti dalle varie regioni geografiche e che tutt’ora testimoniano come malgrado il notevole sviluppo dei giochi elettronici, siano ancora uno dei passatempi preferiti sia dalle persone adulte che dai ragazzi giapponesi. Una vera attrattiva che completa l’interessante percorso è rappresentato dalle bambole, vere opere d’arte tanto nella raffigurazione del personaggio quanto nella realizzazione dei costumi, alla stregua di quanto da noi rappresentano i vari personaggi del presepe. Proprio le bambole sono le protagoniste di una festa che da loro prende il nome “Hinamatsuri”  e che ricorre ogni anno nel giorno  del 3 marzo. In questa ricorrenza annuale si prega per la felicità e la crescita sana delle ragazze. In questo giorno, le famiglie mettono in mostra le bambole vestite con l’abbigliamento tradizionale della corte (hinaningyo) insieme a boccioli di pesca e a delizie come il sakè bianco (shirozake) con dolci di riso a forma di diamante (hishimochi) e palline di riso essicate ((hinaarare).

Roma-  Istituto Giapponese di Cultura – Via Gramsci,74 – Fino al 24 marzo 2018 con ingresso gratuito ed  orario: lunedi/venerdi dalle 9,00 alle 12,30 e dalle 13,30 alle 18,30 mercoledi fino alle 17,30, sabato 9,30/13,00 . Visite guidate alla mostra gratuite con obbligo di prenotazione nei giorni di giovedi 1 febbraio 2018, ore 11,30 – martedi 13 febbraio 2018, ore 17,30 – giovedi 1 marzo 2018, ore 17,30 – martedi 13 marzo 2018, ore 11,30. Informazioni e prenotazioni: telefono 06.3224754; –  e. mail: gruppi e scuole: gruppi@jfroma.it – sito web www.jfroma.it