Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Malgrado i buoni risultati ottenuti in questi ultimi anni, affidare alla cultura lo sviluppo socioeconomico di una cittadina di periferia può rappresentare ancor oggi una scommessa come nel caso messo in piedi dalla città di Recanati (AN) che può vantare di aver dato i natali a due importanti figure della cultura nazionale: il poeta Giacomo Leopardi ed il tenore lirico Beniamino Gigli. 20180720_163003

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Il poeta Giacomo Leopardi                                                                                                                                          Il tenore Beniamino Gigli

In questa politica si sono mossi gli amministratori comunali di Recanati  provvedendo prima al restauro del monumento funebre di Beniamino Gigli, che ha rappresentato vanto e gloria per l’Italia negli anni 1939/45, e renderlo successivamente meta ed attrazione turistica per gli estimatori presenti in molte parti del mondo. Tiene ad affermare il nipote, omonimo del più famoso nonno, nel corso di una breve cerimonia al termine dei lavori di manutenzione e restauro: “Dopo anni di diatribe in cui la tomba versava in pessime condizioni per le infiltrazioni di acqua che avevano danneggiato la struttura e gli affreschi all’interno, finalmente l’amministrazione comunale ha restituito alla cittadinanza e al mondo il monumento funebre della famiglia ideato e realizzato dal fratello di Gigli, Catervo. Fu lo stesso Beniamino che intorno al 1930 commissionò l’opera al fratello per dare degna sepoltura ai loro genitori. Catervo Gigli, che si era diplomato in Belle Arti a Roma, trasse l’ispirazione dall’arte egizia per far edificare il Mausoleo Funebre. Il monumento ha infatti una forma piramidale a base quadrata ed è interamente realizzato in conci di travertino. Le spoglie dell’artista sono conservate nel sarcofago marmoreo posto di fronte all’ingresso. L’interno è completamente dipinto a tempera a secco dal maestro recanatese Arturo Politi su cartoni del maestro Biagio Biagetti e all’esterno, ai lati del portale, due statue bronzee, realizzate dallo stesso Catervo, raffigurano le virtù teologali: Fede (donna che porta la croce) e Carità (donna con bambino)”.

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La terza virtù teologale: la Speranza, è presente all’interno del monumento ai piedi del Cristo Risorto che come scritto (in lingua latina) testimonia a tutti i suoi fedeli la speranza della resurrezione dai morti e la vita eterna. Aprire questo monumento ai turisti è nei programmai dell’amministrazione comunale che per bocca dell’Assessore Comunale alla Cultura ne garantisce la fruibilità negli orari di normale apertura del cimitero (vedi quanto riferito dettagliatamente a fondo pagina). Da qui inizia un vero percorso culturale denominato “Quattro passi con Beniamino Gigli” che conduce i turisti a scoprire i luoghi percorsi nei primi anni della sua formazione artistica, nella Cattedrale cittadina dove era prezioso componente della Schola Cantorum, oppure nei luoghi dove anche dopo i numerosi successi era solito ritornare per salutare gli amici e spesso esaudiva con piacere le loro richieste di: “Cantaci qualcosa Beniami”.  Una vera full immersion sulle memorie ed i successi ottenuti da Gigli in vita si trova nel museo appositamente allestito in uno storico palazzo cittadino. Qui non si rivive solo la vita artistica di uno dei maggiori rappresentati italiani, bensì questa è una bella occasione per gettare uno sguardo importante sulla vita culturale della nostra nazione nel periodo compreso fra la due guerre mondiali quando l’Italia era per tutti l’indiscusso punto di riferimento del “bel canto”.

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A tutto questo si accompagna un intenso programma culturale, per un pubblico vasto ma esigente e curioso proteso a soddisfare una pluralità d’interessi e di desideri verso la musica, verso la conoscenza, lavorando per mantenere sempre alto il livello delle proposte e rivolgendo l’attenzione sia per i maestri consacrati, sia per i talenti emergenti. Punti di forza di questo programma sono vari percorsi organizzati, assistiti culturalmente e accompagnati dalle più significative interpretazioni di Beniamino Gigli, tutti all’interno del centro abitato, un vero gioiello architettonico che conserva ancora quasi intatte presenze di epoca rinascimentale. A Giacomo Leopardi sono riservati altri due percorsi: il primo attraverso  il “natio borgo selvaggio” che a distanza di due secoli dalla presenza del poeta ha lasciato intatte le testimonianze architettoniche modificando di pari passo quelle sociali e di relazione in particolare con i visitatori, come richiesto dalle attuali buone regole di ospitalità.

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Il chiostro del covento delle Suore Clarisse                                Il panprama “Infinito” visibile dal giardino del convento delle Suore Clarisse

La seconda iniziativa leopardiana,curata dall’Ufficio Iat.Tipico.tps, che in date ben definite nei mesi da giugno a settembre, prevede un nutrito numero di visite guidate nel Convento delle Suore Clarisse facendo rivivere ambiente ed atmosfera identiche a quelle che suggerirono al poeta il componimento “L’Infinito”. E’ questo un raffinato incontro con la poesia leopardiana che conserva intatti tutti quei valori culturali ed etici che hanno per gli uomini validità ed importanza senza tempo.

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Lorenzo Lotto, pittore rinascimentale che ha trascorso vari periodi della sua vita a Recanati, è il protagonista di un altro percorso culturale che ha nel museo civico il suo centro animatore. Lotto vive a Recanati il periodo più ricco e florido della sua attività artistica ed in questa città, tanto per committenti religiosi quanto laici,  lasciando opere di notevole interesse artistico quali L’Annunciazione dove i vecchi canoni artistici e teologici vengono ribaltati ed integrati con altri di nuova concezione teorica, oppure il polittico di San Domenico una delle pale d’altare giunte fortunatamente fino a noi, quasi integre. Inoltre nel museo cittadino sono ospitate mostre ed iniziative culturali temporanee come in questi giorni dove, in apposita ala del complesso della Villa Colloredo Mels, è possibile visitare, fino al prossimo 30 settembre, un’interessante mostra sulle opere di Marc Schagall.

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Chiesa di San Domenico vista da P.za Leopardi –                  Tre vini tipici del territorio: Uno spumante metodo classico – Un bianco fermo prodotto, voce popolare, da vitigno verdicchio trasferito a sud dal territorio originario – Un rosè spumante prodotto con uve “Vernaccia di Serrapetrona” lasciate in fermentazione per tre anni in lieviti.

Le marche sono il regno della pace e del silenzio, con i suoi paesaggi collinari, verdi ed incontaminati, una terra mistica, dove racchiudersi in preghiera e cercare la pace dell’anima. Scriveva Italo Calvino: “Ogni formaggio aspetta il suo cliente, si atteggia in modo da trarlo….in un arrendevole abbandono”. Il vino è viaggio, il vino è arte: “…e perché meno ammiri la parola, guarda il calor del sol che si fa vino, giunto all’amor che nella vite cola” (Dante – Purgatorio, canto XV).

Recanati (AN)- Orario di apertura del cimitero: dal 1 maggio al 1 settembre, dalle 7 alle 19-  dal 1 ottobre al 30 aprile successivo dalle 8 alle 17,30. Informazioni e notizie sui calendari delle manifestazioni ed attività culturali, inclusi i relativi costi di partecipazione, si possono avere  tel.  +39.071981471 – per e.mail recanati@sistemamuseo.it –oppure sui siti www.infinitorecanati.itwww.italytolive.it