Mariagrazia Fiorentino

“ Stò lì e metto la pittura sulla tela. Immagino che ci sia un processo, ma non una formula, ho l’impressione di ciò che voglio, ma devo trovarlo…..Uso i colori ad olio un solvente che mi è ispirato dalla pittura di Tiziano…..” – (Frank Holliday)

Artista statunitense, ma che ha saputo respirare a pieno l’aria, la vita, le tradizioni romane, ispirandosi anche ai maestri della storia dell’arte italiana. Nel suo piccolissimo studio in Via del Leonetto, in occasione del suo soggiorno “monastico” romano nel 2016, ha realizzato 36 opere di grande formato. Allievo di Andy Warhol “timido e riservato, che non amava mostrarsi in pubblico,” e amico di Rivers Larry. Questa esposizione romana si è voluta inserire in un contesto unico perché nello stesso Museo Bilotti sono presenti un’opera di Warhol e una di Rivers Larry. La notte e il giorno, opera gigantesca, i colori e il cielo di Roma sono predominanti in tutte le sue opere.

p (34)                                                                                     Nights of the Tiber – 2016 – Olio su tela

Come ricorda l’artista nell’intervista inedita con Anney Bonney, girata da Eric Marciano, a Roma dipingeva la mattina e a pranzo andava a guardare qualche tela di Caravaggio. Particolarmente emozionante per lui era entrare in quello splendido spazio tranquillo, prescelto, della Cappella Contarelli – che aveva più o meno le dimensioni del suo studio romano. Stava in piedi davanti ai dipinti del ciclo pittorico su San Matteo e si lasciava invadere dalla loro potenza; poi tornava allo studio per continuare a lavorare. Osservando le opere d’arte in Italia Frank Holliday ha scoperto che ci sono tre “zone”: il paradiso, che di solito è luminoso, arioso e senza peso – qualcosa che non possiamo avere ma di cui possiamo farci un’idea. Poi c’è la terra e, quindi, l’inferno. E l’inferno è la forza di gravità, che cerca sempre di aggrapparsi a noi per tirarci giù. E noi siamo incastrati tra i due. L’artista ha osservato a lungo come il Bernini abbia affrontato il problema della gravità nelle sue opere, trovandolo geniale e avvertendo nei suoi lavori l’attrazione del peso della terra e la ricerca della spiritualità nella pietra. Nei suoi dipinti del “ciclo romano” – puntualizza il curatore della mostra Cesare Biasini Selvaggi – Frank Holliday ha scandagliato proprio questo spazio intermedio, tra l’inferno e il paradiso, quella dimensione di mezzo. La sua grande maestria sta nel dare immagine a qualcosa di assolutamente immateriale, nel dipingere cioè la realtà nella sua irrealtà, cercando l’aldilà in questo mondo e questo mondo nel pensiero dell’aldilà. La bellezza del colore controbilancia la solidità del gesto pittorico, in un susseguirsi di paradossi dove luci e ombre, cadute e ascese, assenze e presenze diventano inscindibili.

p (35)                                                                                            Jealous Sky – 2016. Olio su tela

Una mostra da non perdere. Catalogo bilingue, italiano/inglese,  edito da Carlo Cambi Editore pag.215, con importanti approfondimenti a cura di Cesare Biasini Selvaggi.

Roma Museo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese con ingresso gratuito. Per orari, ingressi e informazioni, consultare il sito www.museocarlobilotti.iwww.museincomune.it – tel.060608, tutti i giorni dalla 9,00 alle 19,00