Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino

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Giorgia Lattanzi: “La rosa di Gerusalemme”- 2017. Mosaico minuto, ferro e rame. Nota letteraria a commento di Vincenzo Mazzarella: “Mi punse una spina di rosa, mi sentii Cristo punto dalla corona di spine venni all’istante incenerito. Non fu una folgore dal cielo, pagai uno sbaglio, confondere un rovo di spine del Signore con una spina della rosa. Ciò imperdonabile. Meritai la morte.”

Quindici le firme presenti in questa interessante rassegna di arti visive, tutte appartenenti a giovani artisti che espongono le loro opere, dai mosaici alle sculture con passaggi nella pittura, ispirate al fiore regina di questa calda primavera/inizio estate. La rosa regna su tutti gli altri fiori con l’identica autorità esercitata dal leone sugli altri animali per il semplice fatto di sapersi sempre presentare in una varietà di colori infiniti e sorprendenti, rinnovandosi sempre in nuove forme con un chiaro riferimento all’immortalità. La doppia immagine della rosa incastonata in un cerchio presente nel bel mosaico di Giorgia Lattanzi rimanda proprio alla duplicità delle forme di vita, mortale e immortale, che si rinnovano continuamente.

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                    Giorgia Lattanzi; “Rosa di Gerusalemme”- 2017. Mosaico minuto ferro e rame. Rovescio del tondo sopra descritto.

Altrettanto significativo è il riferimento alle molteplici apparenze della rosa in una varietà di colori espressi nelle diversità delle pietre colorate che insieme compongono questo duplice mosaico; pietre incastonate con una magistrale precisione e perizia in un cerchio, a mò di nume tutelare della riservatezza della rosa.  Così come avviene con il leone qualsiasi tentativo di violenza o di violazione della sua intimità sono attentamente sorvegliati, protetti e severamente puniti dalle spine, alla stregua della protezione offerta dalle fauci del re della foresta. Bellezza e fascino sono godibili pienamente così come si presentano, particolarmente in assenza di perturbazioni; anche un leggero soffio di vento ne altera le caratteristiche come bene raffigurato nelle quattro formelle di ceramica che formano un tavolino, realizzate da Paolo Bielli nelle quattro diverse rappresentazioni di rose  in altrettante situazioni nelle quali, per una migliore godibilità, la richiesta di far cessare le perturbazioni al dio del vento: Zefiro, è chiaramente espressa.

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Paolo Bielli: “Zefiro” – 2017. Quattro formelle di ceramica e ferro. Fiore a terra sulla sinistra: Riccardo Monachesi: “Fiore” – 2013. Carta semirefrattaria e smalti, lastre e colombino.

Ciascuna opera ha una sua storia da raccontare con un proprio personale linguaggio che trova un affascinante rispondenza nei vari racconti scritti e curati da Vincenzo Mazzarella nel bel catalogo che presenta ciascuna opera. Tentare di leggerli tutti e scoprire la sottile rispondenza che lega il racconto all’opera è un affascinante gioco che certamente appassionerà tutti i visitatori di questa rassegna.

Roma – Galleria “Monserrato Arte ‘900” – Via di Monserrato, 14 – fino a tutto luglio 2017 con ingresso gratuito. Consigliabile prenotare la visita per telefono 348.2833034 – o per e.mail monserratoarte900@gmail.com