Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

Il parterre è stato uno dei più prestigiosi per il workshop che è svolto all’Ara Pacis promosso da Unaprol – Consorzio olivicolo italiano – sulle strategie per rilanciare l’olio EVO italiano dopo un’annata molto negativa. In proposito ha dichiarato David Granieri, Presidente Unaprol; “Secondo i dati di gennaio di Ismea, nel 2018 la produzione in Italia ha raggiunto circa 185mila tonnellate, uno dei peggiori risultati degli ultimi 25 anni (paragonabile solo a quello del 2016) a causa soprattutto delle gelate dello scorso febbraio. In diminuzione la quota di mercato con l’Italia che ha fatto registrare negli ultimi due mesi un preoccupante -4%. A incidere sul comparto olivicolo anche una serie di criticità, dalle speculazioni alla Xylella, dalle contraffazioni all’invasione di olio straniero, dai cambiamenti climatici alle frodi. Ad aggravare ulteriormente la situazione la crescita dei competitors grazie a ingenti investimenti statali, mentre la Legge di Stabilità 2019 non prevede risorse per l’olivicoltura nel Fondo di Solidarietà Nazionale. La situazione è gravissima, per questo da mesi chiediamo un intervento del governo attraverso il Piano olivicolo nazionale 2.0. Per salvare l’olio italiano dagli attacchi stranieri, dalle frodi e dalle speculazioni è necessario un patto di filiera a garanzia del consumatore. La proposta che lanciamo oggi è quella di una nuova classificazione dell’olio extravergine con un abbassamento del livello di acidità dallo 0,8 allo 0,5% per aumentare la qualità e contrastare in maniera più efficace frodi e imbrogli che si concentrano nella zona di confine. Il panel test funziona bene è la classificazione che è sbagliata”.

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La proposta è stata favorevolmente accolta dal Direttore Esecutivo del COI Abdellatif Ghedira che ha dichiarato: “La richiesta di una nuova classificazione degli oli di oliva può essere presa in esame nell’ambito delle procedure previste dall’accordo internazionale dell’olio di oliva e delle olive da tavola. Gli standard del COI sono uno strumento in continua evoluzione proprio per rispondere alle esigenze del mercato, di trasparenza e di rispetto dei consumatori. È necessario però che una proposta venga presentata ufficialmente al Consiglio dei membri perché il segretariato esecutivo possa istruire la pratica e avviare le procedure per la discussione dell’argomento”. Hanno offerto un prezioso contributo alla discussione gli interventi di Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti che ha analizzato il problema delle contraffazioni e di Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura della Camera che ha sottolineato come sia fondamentale “fare sistema, educare al consumo e puntare sulla sostenibilità”, mentre Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione permanente dell’Agricoltura del Senato si è soffermato sull’importanza della qualità per tutelare la salute e sull’esigenza di aumentare i quantitativi “per cercare di arrivare all’autosufficienza”. Interessante è stato l’intervento di Giorgio Santambrogio, CEO VéGé e Presidente ADM, che ha posto in risalto la carenza di tecnici che coadiuvino la grande distribuzione negli acquisti di prodotti qualitativamente validi  oltre ribadire come sia indispensabile un patto di filiera per questo e “ciò che si sta facendo per l’olio italiano è un esempio mirabile”. Alla dichiarazione di Giorgio Santambrogio ha fatto immediato riscontro l’offerta di David Granieri di mettere da subito a loro disposizione validi tecnici in supporto ai loro acquisti e a tutela della qualità e della autentica provenienza italiana dell’olio extravergine di oliva.