Testo e foto di Donatello Urbani

Un sottile legame, impalpabile come la luce, lega le opere di Pietro Gentili, presenti nella Capitale per la prima volta dopo la scomparsa dell’artista, con quelle della collezione permanente di questo particolare museo che ha nelle vetrate il nucleo principale delle opere d’arte esposte. Entrambe infatti hanno in comune proprio la luce come soglia verso un’altra dimensione.

IMG_20180216_170722                                                 Pietro Gentili: Polimaterico 1969 – Tempera, specchi su legno

Infatti nell’affascinante Casina delle Civette, raro esempio di stile liberty a Roma, sono ospitate, fino al 27 maggio 2018, ben 50 opere tra quadri, sculture, gioielli, moduli tridimensionali realizzate utilizzando tempera, foglia d’oro e d’argento, sabbia, polvere di specchio, plexiglass, realizzate da Pietro Gentili dal 1970 al 2000, con l’intento di fare conoscere l’insolito universo artistico che ha caratterizzato tutta la produzione di questo artista.

dav                          Pietro Gentili: “Angeli” – 1986. Tempera, specchio, foglia d’argento su legno.

Come affermato dal curatore Claudio Cerritelli: “ Tra scudi di angeli, cieli stellati, porte aperte su di uno spazio e giochi di superfici riflettenti, filo conduttore dell’esposizione è la luce come soglia verso un’altra dimensione. L’immagine della “porta” si pone come luogo del mistero conoscitivo dell’arte, soglia dove si avverte il desiderio e la ricerca della luce spirituale, percepita nella vastità senza fine del tempo. Il percorso creativo di Pietro Gentili ha un carattere talmente singolare da escludere ogni possibile appartenenza al gioco delle tendenze artistiche contemporanee a causa della sua visione trascendente di spazio e tempo, per la sua autonoma ricerca di valori esistenziali che presuppongono una dimensione cosmica. Il mondo di astrazione del suo lavoro ha, tuttavia, attinenze dirette con tutto un filone di arte contemporanea di carattere mistico-simbolico-spiritualistico che si rifà al mondo orientale, alla religione e alla filosofia Zen. Secondo Pietro Gentili ogni artista dovrebbe, con generosità, donare al mondo la bellezza del proprio cuore e non i suoi disagi, la poesia struggente della propria anima e non le sue pene”.

11Pietro Gentili: “Collana in legno” – 1972. Legno, foglia d’oro e argento, tempera e filo di cuoio. Foto Courtesy Ufficio stampa Paola Saba.

Questa comunanza di linguaggio artistico cementato anche da un comune senso religioso, in particolare con le vetrate di Paolo Paschetto, pastore valdese, ha trovato la sua ragion d’essere nei gioielli che sono immaginati per essere indossati da una figura di donna stilizzata, estranea alla celebrazione della sua immagine di massa e tutta concentrata nel sogno dei valori interiori. Come scritto nel prezioso catalogo, edito in italiano ed inglese,:”… le ricerche plastico-pittoriche, nel caso del gioiello, tutto è immaginato in relazione a un corpo legato alla dimensione sacrale della bellezza di cui Gentili interpreta l’aspetto mistico e spirituale. Per Gentili l’immagine della bellezza che trapassa l’anima è legata alla luce, all’aspetto immateriale della creazione, all’immediatezza dell’eterno presente”.

Per l’occasione sono state programmate interessanti iniziative turistico-culturali a partire da: Domenica 4 marzo – ore 17.00 “Soglie di luce: dialoghi sull’uomo e sull’artista Pietro Gentili” Incontro – Intervista con Emanuela Gentili, figlia dell’artista, a cura di Maria Grazia Massafra, cocuratrice della mostra insieme a  Claudio Cerritelli

Mostra: “Soglie di Luce. Opere di Pietro Gentili dal 1970 al 2000” Musei di Villa Torlonia, Museo della Casina delle Civette, via Nomentana 70, Roma fino al 27 maggio 2018. Orario mostra: dal martedì  alla domenica  9.00 – 19.00. Informazioni tel. 060608