Testo e foto di Mariagrazia Fiorentino e Donatello Urbani

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Malgrado la cattiva fama attribuita alla città di Roma e del Papa negli anni d’illuminismo, specialmente fra gli artisti, il giovane Antonio Canova si trasferisce nell’Urbe nel 1779 e vi rimarrà per circa 50 anni stabilendo un feeling con la città come attesta la prima delle 13 sezioni in cui si articola il percorso espositivo della mostra “Canova – Eterna Bellezza”, allestita nel piano nobile di Palazzo Braschi.

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Filippo Albacini: “Busto di Antonio Canova”- 1816722                                           Antonio Canova: “Amorino alato” – Marmo – 1793/95

Nelle altre dodici sezioni la rassegna pone in evidenza il profondo colloquio di Canova con il mondo classico nell’intento di  far rinascere, come scrivono i curatori:  l’Antico nel Moderno e di plasmare il moderno attraverso il filtro dell’antico”. Di grande interesse la sezione che illustra le attività dello studio canoviano in Via San Giacomo, con l’esposizione di bozzetti in terracotta, piccoli gessi, modelli di grande formato, marmi e calchi in gesso di sculture già realizzate e definito dai curatori “un’officina senza eguali per l’epoca, tappa obbligata per artisti, aristocratici intenditori e viaggiatori di passaggio nell’Urbe”.

dav                                                                         Antonio Canova: “Maddalena penitente” – 1796 – Marmo

Un notevole contributo all’arte fu offerto da Canova nell’incarico rivestito dal 1802 quali Ispettore delle Belle Arti dello Stato della Chiesa. Forte di questo incarico, a lui si deve il recupero delle opere d’arte trafugate nel saccheggio compiuto da Napoleone a Roma.

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Originale degli Statuti dell’Accademia di S. Luca redatti da Canova-Lettera di Canova indirizzata al Segretario dell’Accademia di S.Luca

La visita alla mostra, pur avendo fascino e interesse, privilegia l’esposizione di calchi, copie e documenti originali sulla vita dell’artista, come la lettera e gli Statuti prestati eccezionalmente dall’Accademia di San Luca, una documentazione unica. Pertanto si consiglia  d’integrare la visita a questa mostra con un percorso canoviano sulla città con visite mirate a chiese, quali la Basilica di San Pietro e musei, con la Galleria Borghese, dove sono esposte opere originali al fine di avere un riferimento  preciso sulla grande qualità artistica di Antonio Canova.

Roma – Palazzo Braschi Museo di Roma –  Piazza Navona, 2 e Piazza San Pantaleo, 10 – fino al 15 marzo 2020 dal lunedi alla domenica dalle ore 10,00 alle 19,00. Informazioni su costo dei biglietti d’ingresso (previste varie combinazioni), prenotazioni e visite guidate telefono 060608 – siti web www.museodiroma.itwww.museiincomune.itwww.sovraintendenzaroma.itwww.arthemisia.it